Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 9 luglio 2020

La visione del male

Nel deserto di Siloen si nascondeva una strega che possedeva un occhio di vetro concessole in dono da Metiel, un demone che prediceva il futuro attraverso la chiaroveggenza. L’occhio di vetro era un oggetto maleficiato con la proprietà di rivelare cose nascoste e serviva alla strega per fare disonesti guadagni. Un giorno la strega decise di intraprendere un viaggio nelle terre perdute ove si stagliavano rachitici gli alberi morti trapiantati dalla valle del pianto, ansiosa di ricevere dai sette demoni che presiedono ai sette vizi capitali, le conoscenze necessarie per sopraffare le tre grandi virtù cristiane. Giunta alla roccia della disperazione incontrò il demone dell’invidia che le disse: “Le persone che tu credi migliori di te offendile e calunniale in vari modi, chi ha cose migliori delle tue consegnalo alla diffamazione”. Giunta al fiume melmoso incontrò il demone della lussuria: “Soddisfa le fami carnali e la concupiscenza degli occhi per renderti impura e sedurre le anime degli amati da Dio”. Gli si fece incontro il demone della superbia: “Convinciti di essere superiore alle persone più nobili e disprezza i semplici e coloro che dimostrano valore morale”. Ed ecco il demone dell’ira sul sentiero dell’infelicità e della vuotaggine: “Il rancore ti renda rabbiosa come una lupa sanguinaria dai latrati sadici e dallo sguardo grifano”. Oltre il sentiero della stoltezza saccente incontrò il demone della gola che le disse: “Ogni appetito sensibile va appagato fuori misura perché la mala bestia dopo che ha mangiato ha più fame che prima”. Trovatasi sperduta nella campagna maleodorante la strega incontrò il demone dell’avarizia che pronunciò il suo apoftegma: “Arraffa tutto quello che puoi e ama il denaro e per il denaro sii disposta anche ad ammazzare”. E infine eccole venirle incontro sotto la quercia degli impiccati il demone dell’accidia: “Ogniqualvolta sentirai il richiamo della coscienza a fare del bene e a perseverare operosamente in esso, distogli il tuo sguardo e mettilo nella svogliatezza e nella pigrizia spirituale”. La strega istruita da quei sette demoni vanagloriosi tornò alla sua patria natia e cominciò a proferire parole contro la verità e a convincere la gente dei dintorni a non credere, a non sperare ma soprattutto a non amare. Trovò un certo seguito di patetici personaggi dalla natura egocentrica e li educò a credere al benessere, a sperare nell’orgoglio e ad odiare per vendicarsi nelle occasioni propizie, quelle in cui le proprie responsabilità sono sotterrate da una coltre di falsità. Sopraffatte le virtù il mondo divenne una propaggine dell’inferno e gli angeli del Signore si ritirarono nell’empireo solitari ed affranti. Gli uomini patetici pensarono di aver costruito il mondo perfetto e la strega esultò di gioia maligna alla vista di quell’obbrobrio di viltà. Le meschine attitudini fondarono le nuove leggi e la tenebra di un antro profondo avvolse il cielo che si spense in un gelo pungente. Ma ecco la Donna giovane, innocente e immortale che con la sua carità trasse gli uomini alla ragione e li distolse dal male. La consapevolezza di avere intrapreso una strada sbagliata verso un destino di perdizione li fece rientrare in sé e la carità con il pentimento estinse i vizi che come fumo uscirono dalla creazione, disparvero per sempre. La strega morì e i sette demoni lasciarono le terre, tornò la luce e la comprensione dell’amore celeste più grande della fede e della speranza. L’angelo della carità offrì incenso al Signore e l’angelo della fede offrì le sue caste preghiere, l’angelo della speranza una civiltà con il volto della pace e la giustizia ferrea dell’equità. L’utopia del cristianesimo scardinò il potere e la manipolazione dei demoni, le streghe furono tutte cacciate dalla primavera della vita. Nel cuore di ogni epoca in cui sorge la carità i vizi svaniscono presto nella loro consistenza effimera, e la Donna che è nostra madre vittoriosa sempre ci conduce come sue conquiste alle virtù.

Nessun commento:

Posta un commento