Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 30 maggio 2022

Selezione di haiku n°067


Lo spirito è corporeità redenta
nulla dal pio fuorché guardare oltre infinitamente
la quiete e la tempesta

 

La luna argentea nel cielo
sopra la vetta di un monte innevato
chi ha cuore dimentica presto

 

Le ombre nascondono i pensieri
dagli alberi della primavera fioriscono nel candore
la vita nasce dalla vita

 

Desiderate come noi non vogliamo
ginkgo dalle foglie arcaiche e albero incantato
l’inverno ti vede senza estate

 

La primavera è un risveglio
nessuno dirà bene di noi se sinceri
il mondo è banale menzogna

 

Cinque petali in un fiore
chi vive di violenza dentro appassisce sempre
la carità è stagione sempiterna

 

Un alto cipresso nella nebbia
placano i canti degli angeli che lacrimano
dispiace non provare buoni sentimenti

 

Oggi un merlo ha volato
non si può che dir bene librandosi
quando senza volontà si rinuncia

 

È tardi per le rane
non saltano che in acquitrini sempre calmi
il loro rumore forse disturba

 

Libellula danzante nel ventilato tepore
questa notte rivedremo giocare i fantasmi perduti
non sembrerà tenue bagliore lunare

 

Non c’è un fanciullo infelice
cantando nel mondo sognano ancora un futuro
la violenza teme la pace

 

La spiga di grano rinverdisce
alto si eleva il sole nel custodire
guardia di giorni che giungono

 

Una stilla di sangue cadendo
lava ogni offesa all’amore dal cuore dell’uomo
il legno del sacrificio salva

 

Ore di silente riposo trascorsero
apre l’autore della vita la porta celeste
le anime attesero una liberazione

 

La vita non è sconfitta
forte come ad ogni primavera di rinascita
è veramente risorta dalla morte

 

L’ombra si staglia dal faro
una luce nera attraversa quel mondo tetro
creature di morte non riposano

 

Ogni peccato è profusione d’odio
la falsità e la doppiezza ricorrono ovunque
la pietra è dentro l’anima

 

Guardare come Dio guarda noi
come il vetro attraversato dalla luce benevola
l’anima in grazia è bella

 

Un corvo stanco si nutre
nella pianura le sterpaglie ghermite dal vento
ci sono pochi anfratti nascosti

 

Giallo ocra la foglia caduca
la stagione dove le colline si addormentano
ci sarà un risveglio laggiù

 

Il bacio coniugale e romantico
come orchidea che carezza i nostri cuori
la primavera ride dell’amore casto

 

La giustizia umana è inservibile
gli olmi si alzano per perdonare sempre
sono alberi giusti e grandi

 

Una donna buona che compatisce
anche dinnanzi all’innocente che soffre benedice Dio
il mio bambino conifera sempreverde

 

La sera appare purpurea nell’aria
i miei pensieri tornano all’infanzia con papà
l’onestà era il suo esempio

 

L’acero rosso è un ornamento
vede la persona chi vede l’anima pura
una carezza sul viso amando

 

Le rose così belle fiorite
un dono che simboleggia virtù e femminilità
il loro profumo dolce mitiga

 

La disabilità non è diversità
forse simile alle due palme della foglia
accogliere guardando chi è fragile

 

Come l’acqua che scorre veemente
si getta nella cascata con assordante rumore
non essere capaci di soccorrere

 

Rinunciare per sempre alla violenza
ombra di mezzodì che scompare nella nuvola
approvazione dell’Eterno nel mio cuore

 

La crisalide schiude il velo
da una creatura informe ali di libertà
quando il cuore contrito piange

 

La luce del lampione accesa
nel librarsi le falene prede dei pipistrelli
chi si inganna si perde

 

Il fiumiciattolo pieno di ciottoli
l’acqua fredda scorre su timidi gamberi fermi
quando la vita si adatta

 

Il mandorlo è appena fiorito
quando ci saranno i frutti raccoglieremo insieme
il loro buon sapore approssima

 

C’è una gazza che cerca
getto sul prato dei semi senza anima
volare fino al terreno angoscia

 

Una scuola può insegnare nozioni
si diventa come vuoti pappagalli che ripetono
formare un giovinetto è liberarlo

 

Se il tramonto è rossastro
quando l’uomo nacque senza un dilemma fuorviante
la verità era già scritta

 

Poiché lo stelo è flessibile
incolpare qualcuno del male che non fece
è rendersi colpevoli del peggio

 

C’è una porta dentro l’uomo
si vede sempre una luce filtrare attraverso
quando taci ascolti il vento

 

Cresce il germoglio dal vaso
la sensibilità spirituale del bambino rivela saviezza
nei piccoli è vita sacrea

 

Il diavolo seduce gli occhi
guardare l’impurità è farla propria disprezzando l’anima
di false visioni si nutrono

 

La calunnia è nero carbone
viene prodotta in basso nelle fucine dell’inferno
il bugiardo inciampa nel tizzone

 

Il laghetto delle ninfee pacifica
dei boccioli bianchi su foglie verdi galleggiano
la buona coscienza sopra l’errore

 

Stringere un patto col diavolo
rovi di spine su beni materiali ambiscono
al tempo dovuto empia riscossione

 

L’amore è una casta carezza
tra diverse persone l’egocentrismo chiude il cuore
chi agisce bene rasserena l’alba

 

La montagna aspra nella salita
vicissitudini e un difficile itinerario nella pianura
la vetta sfugge alla fatica

 

La vite nutre i tralci
non porta frutto ma va coltivata amorevolmente
l’anno prossimo forse raccoglieremo uva

 

Il minuscolo seme nella terra
tanti anni e sarà un albero rigoglioso
le anime entreranno nel Regno

 

La sorgente quando è pura
ci sono cose che gli occhi vedono
e altre invece il cuore

 

Il deserto è senza aridità
non ci sono creature che respirano l’aria
le dune cambiano nel vento

 

Sulla casa i rampicanti salgono
a breve i muri saranno avvolti inesorabilmente
ogni casa tra gli alberi

 

La lavanda conserva un presagio
un buon profumo come quello del mattino
non nega colui che domanda

 

Nel parco botanico sul lago
le azalee hanno colori cangianti come memorie
ricordare in bianco e nero

 

Come grappoli di sentimenti recisi
le ortensie sono bianche, rosacee e azzurre
fioriscono nel cuore del mansueto

 

Le fronde scosse degli alberi
si agitano per il vento della tempesta
trovar pace e riconciliazione giova

 

Pane e vino cambiano transustanziando
carne e sangue di Gesù per amore
medicina che guarisce l’anima morente

 

Quel che contraria l’amore appassendo
il fiore della carità è vivo vivifica
amare è semplicemente una scelta

 

Sogno a mezzanotte un amico
tra le ombre e le chimere dell’incomprensione
nessuno ti vuole perché scomodo

 

Dentro la nebbia una ragazza
è lei che non conoscendolo per pregiudizio
cammina nascosta nella nostalgia dell’affetto

 

Non dire mai ti odio
è la corruzione nera che permea invasiva
per non odiare sappi avanzare

 

Dalle rovine nel passato lontano
ritorna sempre una persona che abbiamo amato
è tra le nostre lacrime

 

Quando penso a un volto
una bellezza nello sguardo sincero e buono
molte madri richiamano a quell’impressione

 

Nuovamente il silenzio del bosco
lascia presagire a un temporale che viene
oltre la pioggia vedrò l’arcobaleno

 

La sabbia sembra effimera presenza
non ci sono nascondigli dove riporre parole
i granelli sono senza numero

 

Buona cosa la religione dell’oppio
dimenticarsi tanti disagi per fuggire via lontano
ma la vita necessita ragione

 

Quel gattino timoroso cerca cibo
la prima semantica riconoscibile è la fiducia
gli animali intendono tale linguaggio

 

Il mondo dietro il mondo
la realtà è separata da muri invalicabili
l’immaginativa con l’intelligenza passano oltre

 

Ci sono buoni sentimenti altrove
dove qualcuno conosce il valore della malattia
non è diversità ma fratellanza

 

Liberarsi dal male che deturpa
chi perdona fino a settanta volte sette
comprendo che la vita finisce

 

Ho pensato alla mia adolescenza
tanto egoismo quanto amore alle cose vane
con il desiderio dell’amore disinteressato

 

Convincersi che esiste un oltre
quando gli affetti più cari ti lasciano
non sapere dove andare cercando

 

Nel Vangelo consolazione al disagio
capire che in quelle parole sei desiderato
che qualcuno non ti dimentica

 

Un veterano delle battaglie giuste
scegliere di combattere per ciò che vale
la vita fragile nella verità

 

Pensa che sei guardato sempre
uno sguardo compassionevole che ti vuole felice
non è illusione ma fede

 

Non sentirti ingannato dal destino
non c’è nessuno che ti ama disinteressatamente
il male viene da noi

 

L’indole benevola è abile strategia
come d’ulivo i suoi frutti preziosi leniscono
la longevità somiglia alla virtù

 

La conversione è una decisione
deve rinnovarsi ogni volta davanti alle scelte
come una lucerna nel buio

 

Le cose sono vuote sementi
non germogliano paragonate ai più cari affetti
dare valore dove si nasconde

 

Quello che concedi ai bisognosi
il tuo tesoro prezioso mandato avanti nell’aldilà
significa zittire i predicatori saccenti

 

Idealismo e ipocrisia si somigliano
parole che si perdono dietro l’incoerenza sciocca
sono alcuni dei peccati gravi

 

Volere un male per qualcuno
è un richiamo allettante per il diavolo
così i perversi stanno assieme

 

Vera follia è non cambiare
riconoscere la necessità di cambiare è saggezza
una nemesi interiore non procrastinabile

 

Agire senza cognizione di causa
il folle non considera le possibili conseguenze
dal male nascono fiori cattivi

 

Non comprendere quel che accade
interpretare tutto e dare ascolto ai bugiardi
la follia non conosce verità

 

È la montagna più alta
quella dell’amor proprio che non vede l’altro
l’umiltà e la compassione vedono

 

Sapere che Dio ci ascolta
pregare è sentire in sé una persona
quella voce è la coscienza

 

La solitudine appartiene a tutti
nessuno può prendere il tuo posto nell’eremo
sentirsi soli non è esserlo

 

Sono parole che alleviano ansietà
quelle di coloro che guardano nel prossimo
la parola d’amore è medicina

 

Prendersi uno spazio dentro l’anima
riflettere sul come diventare buoni o cattivi
è uno spazio soltanto nostro

 

La solitudine è un luogo
entrando in essa ci si ritrova liberi
come sopra le placide acque

 

Signore tu sei davvero buono
dove c’è il male tu porti benedizione
dove sembra tenebra la luce

 

Signore quando ti chiedo qualcosa
non darmi secondo il mio desiderio meschino
concedimi quel che è bene

 

Signore tu sei vicino sempre
quelli che ti cercano ti hanno trovato
nelle croci sparse nel quotidiano

 

A volte ritornano i pensieri
sono biglie di vetro che urtano chiassose
non ci si ritrae insensibili

 

Del sadismo conosco il volto
è simile a quel mostro che divora
senza carezze è pura follia

 

A volte lasciamo un ricordo
dimenticarsi è salutare per la mente agitata
ma provare affetto è meglio

 

L’acqua che scorre senza tempo
la sua sorgente si perde nel perpetuo
quando l’amore è senza inizio

 

Lo sguardo della Madre benignissima
nel cuore delle genti che anelano ansiose
e un moto profondo d’affetto

 

Il sangue simboleggia la vita
dare il sangue significa dare la vita
è il sacrificio del Signore

 

La grandine rompe i vetri
parole bugiarde e coscienza sporca sono trasparenti
le riconosci perché cadono rumorose

 

Coloro che odiano sono brutti
la loro natura è somigliante al serpente
alterigia con veleno e ostinazione

 

Voltare le spalle al bisognoso
calpestare la dignità del debole e deriderlo
questo è il codice maledetto

 

Non prego una fantasia alienante
prego una persona che mi conosce amandomi
pensando alla Madonna nostra Madre

 

La Madonna ci domanda conversione
dobbiamo cambiare i nostri cuori nella preghiera
e dobbiamo vivere il Vangelo

 

Nessuno è veramente solo quaggiù
abbiamo tutti una benignissima Madre in Paradiso
suo Figlio ci ha affidati

 

Ho sempre tanto da rimproverarmi
i miei sbagli rivelano una grande miseria
sono aceto addolcito dalle lacrime

 

E' difficile accettare la discordia
un cuore in pace è spesso penitente
quando vedi la persona comprendi

 

Le persone cattive sono contorte
non guardano a sé stesse perché illuse
quando c’è violenza c’è mediocrità

 

Sempre nel tardo pomeriggio piove
abbiamo gocce d’acqua limpide come un bambino
cadono leggere sul terreno riarso

 

Quel calvario di dolore sgomenta
è il prezzo pagato per salvare un’anima
dimostrare la conversione coi fatti

 

C’è rabbia nel considerarsi persi
vorremmo sempre l’approvazione e mai la contrarietà
amare è far morire l’ego

 

Non ci sono persone strane
nessuno deve sentire l’altro come un nemico
gli altri sono come noi

 

Quando osservi come allo specchio
la persona che incontri o che conosci
allora sei capace di compatire

 

Mettersi nei panni degli altri
sentire le anime con sentimenti spontaneamente umani
amare è una forma d’intelligenza

 

Chiusa come in un bozzolo
una crisalide a stento trova la liberazione
fuori soltanto dimenticanza e pianto

 

Desiderare il male e vendicarsi
quando l'anima è sporca e non comprende
del diavolo le prede facili

 

Lo sguardo rivela i segreti
dal cuore le parole e i sentimenti
per chi vuole saper amare

mercoledì 18 maggio 2022

Il destino dei bambini non nati o senza battesimo

La problematica del Limbo e dei bambini non battezzati

Mentre vi è certezza dell’antico Limbo dei Padri (lo Sheol biblico), nella storia del Cristianesimo la questione è da sempre stata spinosa e solamente in tempi recenti, in special modo facendo riferimento al documento del 20 aprile 2007 approvato da Benedetto XVI, si avanza un timido tentativo di rimozione, tentativo che si avvicina pericolosamente all’eresia di Pelagio (360 – 420) che fu duramente contrastata da Papa Zosimo e dal Concilio di Cartagine (418).
Vi è tuttavia nello stesso documento tale frase: «Essa rimane quindi un’ipotesi teologica possibile».

 

Questa “ipotesi teologica” venne ampiamente descritta dalla mistica Natuzza Evolo al dott. Nicola Valente:

 

O mamme e padri di famiglia, pensate all’educazione dei vostri figli! Educateli alla religione, altrimenti sarete responsabili delle loro colpe. Non vi private di figli perché è un peccato grave, potendo venire alla luce delle anime sante. Battezzateli anche in acqua, se non fate in tempo, perché i bambini non battezzati vanno al Limbo – luogo dove si soffre solamente per la mancanza della Visione Beatifica di Dio – non avendo avuto la Grazia Santificante, che viene donata col Battesimo, e vi rimarranno fino al giorno del Giudizio Universale, giorno in cui, ricevendola, saranno assunti in Paradiso. Non essendo però la colpa in dipendenza dalla loro volontà, dopo il Giudizio Universale, la Giustizia compenserà la sofferenza che ha fatto loro acquistare dei meriti relativamente alla sua durata…

 

La Beata Emmerich fu direttamente trasportata in esso, spiegandoci che si trova nel Purgatorio:

 

Nel Purgatorio ho visto pure e particolarmente la condizione dei fanciulli che sono stati uccisi prima e subito dopo la nascita, cosa però che non saprei come spiegare né come rappresentare, anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…

venerdì 6 maggio 2022

La caduta degli angeli è una verità di fede

Un Compendio del Catechismo su satana e gli angeli apostati, la loro funzione e le conseguenze per l’uomo


di Costanza Stagetti


“Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi nelle profondità dell’abisso” (Isaia 14,12-15).

 

È opinione comune, deducibile dal racconto biblico, che Dio abbia creato prima gli angeli e poi il cosmo. Il mistero della creazione del mondo materiale è certamente mirabile, in quanto procede dalla onnipotenza e sapienza di Dio; ma di sicuro raggiunge il suo significato solo quando avviene la creazione dell’uomo: perché è solo con la presenza dell’uomo che tutto il creato sensibile, a cui l’uomo appartiene, si ricongiunge a Dio, suo creatore.

 

L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1,26), essendo essere razionale, ha la possibilità di ricongiungersi al suo Creatore e di comunicare con lui. Il mondo materiale invece, pur avendo la sua origine da Dio, di per sé non può godere di uno scambio diretto e immediato con il suo Creatore, da cui dipende totalmente e passivamente.

 

Gli spiriti celesti, ossia gli angeli, non sono sottoposti di per sé, per la loro natura, a un rapporto immediato con questo mondo materiale. Dinanzi alla loro intelligenza, di mano in mano che Iddio lo creava, non comprendevano lo scopo. Loro erano puri spiriti; ai loro occhi il mondo materiale non aveva un perché, anzi appariva sempre più come un’assurdità completa fino a quando non comparve nel mondo la creatura razionale, l’uomo, che aveva una relazione immediata con Dio, essendo un essere intelligente e libero, ed era in grado di dare significato a tutto il mondo materiale, servendosene a lode del Creatore.

 

Creati da Dio al vertice della perfezione e quindi dotati di bellezza, bontà e splendore, alcuni angeli, per loro autonoma decisione, sono divenuti cattivi. Tale caduta consiste nell’avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente e irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno” (Catechismo C. C. 392).

 

Si può pensare che la ribellione di una parte degli angeli sia precedente alla creazione dell’uomo. Una spiegazione possibile è che una parte di angeli abbia trovato scandalo proprio dalla creazione del mondo materiale, ossia prima che il cosmo fosse completato e nobilitato dalla presenza dell’uomo. Essi, gli angeli ribelli, non lodarono Dio fin da principio, ossia da quando egli andava creando il mondo materiale che, dal punto di vista dei puri spiriti, sembrava un assurdo. Non seppero dar credito alla divina sapienza, un po’ come può accadere a noi uomini di non dare credito a Dio di fronte al problema del dolore. Da qui un possibile motivo della loro ribellione.

 

Chi è satana? La tradizione rabbinica asserisce che era lo spirito di maggior importanza davanti al trono di Dio, dotato di dodici ali, ossia del doppio di quelle degli stessi serafini (cf. Pirkè di Rabbi Eliezer, 13). Dio non ha creato satana, perché egli, infinitamente buono, non poteva creare un essere malvagio. Satana è divenuto tale per scelta propria, perché, «non avendo perseverato nella verità», come afferma Gesù (Gv 8,44), ha pervertito se stesso. «Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da sé stessi si sono trasformati in malvagi» (S. Giovanni Damasceno).

 

Quando è avvenuto questo? S. Giovanni afferma che «il diavolo è peccatore fin dal principio» (1 Gv 3,8). Certamente l’evento è da collocare prima del peccato dell’uomo nel paradiso terrestre, perché in quel momento satana è già in azione qui sulla terra. La Parola di Dio getta qua e là raggi di luce su questa catastrofe originaria degli spiriti angelici, con la quale è entrato il male nel mondo. Afferma infatti l’apostolo Pietro: «Dio… non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell’inferno, serbandoli per il giudizio» (2 Pt 2,4).

 

L’Apocalisse invece ci presenta uno scenario grandioso in cui colloca la grande battaglia fra gli angeli buoni e quelli pervertiti: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro, il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli” (Ap 12,7-9).

 

Quale fu il peccato per cui «l’astro è caduto dal cielo sulla terra» (Ap 9,1), ricevendo le chiavi del pozzo dell’Abisso? Sul peccato degli angeli esistono molte opinioni teologiche, anche apprezzabili, ma, se esaminiamo la Bibbia con attenzione, ci sono tracce sufficienti per comprendere con certezza quanto basta. A questo riguardo le parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori sono molto eloquenti: “Diventerete come Dio” (Gn 3,5).

 

Che cosa significa? Ti rispondo con S. Tommaso d’Aquino dicendo che satana desiderò di essere simile a Dio e partecipe della sua beatitudine, non per dono di grazia, ma appropriandosene con le proprie forze naturali. Geloso di Dio, volle ottenere lo splendore della divinità, non accogliendolo con umile sottomissione, ma rapinandolo con orgogliosa presunzione. Il suo peccato fu la brama di avere di più e di possedere di più. Si trattò quindi innanzi tutto e soprattutto di un peccato di superbia, col quale l’angelo tramutò se stesso in un demonio.

 

La maggioranza dei Padri videro quindi il principio della caduta di satana nel suo orgoglio, nel volersi innalzare al di sopra della sua condizione, nel voler affermare la sua indipendenza da Dio e nel voler farsi credere Dio. Altre spiegazioni sono state avanzate nei secoli seguenti. Tutte concordano nel vedere una libera e irreversibile ribellione a Dio in cui satana si è trascinato dietro una quantità di altri angeli che, con un atto perfetto di intelligenza e di libertà, lo hanno voluto seguire. Da qui l’implacabile inimicizia verso Dio e, dopo la creazione dell’uomo (anch’esso finalizzato a Dio), lo sforzo di sottrarlo a questo scopo e di coinvolgerlo nella sua ribellione al Creatore.

 

Satana era quindi la creatura principale creata da Dio, il principe di tutta la creazione. Una volta che si è ribellato a Dio, coscientemente, con tutta la pienezza del suo essere e della sua volontà, con una rivolta totale e perfetta, senza ritorno, è diventato l’essere più lontano da Dio. Quel peccato di ribellione è rimasto inerente alla sua essenza e rimarrà tale per l’eternità. La Bibbia lo indica con vari nomi: Satana, Lucifero, Beelzebul, serpente antico, dragone rosso… Ma forse il nome più esatto, che gli si addice è bestemmia. Il male, se può essere oggettivamente personificato in qualcuno, ha in satana la sua perfetta ipostasi.

 

Quali sono state le conseguenze di questa ribellione? Satana, per il primato e l’autorità che godeva, ribellandosi all’ordine morale e spirituale di Dio, si è trascinato dietro quasi un sistema planetario: gli angeli che hanno voluto seguirlo, con piena intelligenza e libertà; e ora cerca di trascinarsi dietro più uomini che può, anche questi con piena conoscenza e libertà. Dio non rinnega mai le sue creature: sarebbe come rinnegare se stesso. Così la potenza che satana aveva la possiede ancora; era a capo della creazione e lo sarebbe ancora: ecco perché è stata necessaria l’incarnazione del Verbo, che è venuto a distruggere le opere di satana e a ricapitolare tutte le cose col sangue della sua croce: quelle celesti e quelle terrestri.

 

Ma satana rimane il “principe di questo mondo”, come per tre volte lo chiama Gesù; o “il dio di questo mondo”, come lo definisce s. Paolo. Da ordinatore del creato, come era costituito da Dio, ne è diventato l’infaticabile distruttore; è come il corrispettivo morale di quei “buchi neri” che esistono nel cosmo e inghiottono la materia. Da qui ogni forma di male: il peccato, le malattie, la sofferenza, la morte. La salvezza operata da Cristo ha reintegrato l’ordine dell’universo in modo ancora più meraviglioso di come era stato stabilito in origine. La redenzione è il primo vero grande esorcismo; Gesù è il primo degli esorcisti e da lui prende forza ogni lotta contro il demonio.

 

Ma perché la redenzione si applichi ad ogni uomo, e così la liberazione dal potere del maligno, occorre che la grazia portata da Cristo sia accolta. «Andate in tutto il mondo… Rendete mie discepole tutte le genti… Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo»: il battesimo è il primo atto di liberazione dal potere di satana e di innesto in Cristo; perciò include un esorcismo. Nel frattempo il demonio continuerà la sua opera perché, come si esprime il Vaticano II, sconfitto da Cristo, satana combatte contro i suoi seguaci; la lotta contro gli spiriti maligni continuerà e durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno (cf. GS 37).

 

Il carattere irrevocabile della scelta: Qualcuno ha pensato che satana possa convertirsi, se non altro alla fine del mondo quando, come afferma l’apostolo Paolo, «Dio sarà tutto in tutti» (1 Cor 15,28). Persino spiriti fra loro così lontani nel tempo come Origene e Papini lo hanno supposto. Ma contro questa ipotesi c’è l’insegnamento della Scrittura e del Magistero della Chiesa sull’eternità dell’inferno. Quel «Via, lontani da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41) solennemente pronunciato da Gesti, risuona con troppa chiarezza per poter essere occultato o soltanto addomesticato.

 

Altri si chiedono perché mai satana e i suoi angeli non siano stati perdonati dopo la loro colpa, mentre per l’uomo c’è stata la redenzione e si domandano se non siamo di fronte a un difetto della misericordia di Dio. A questo riguardo va risposto che sia gli angeli come gli uomini, prima di essere ammessi all’incommensurabile dono della visione beatifica di Dio, devono passare necessariamente attraverso una prova.

 

Per l’angelo, data la sua natura spirituale, lo status viatoris, cioè il tempo della prova, dura un solo istante, nel quale egli, purissimo spirito, è in grado di prendere una decisione in una maniera irremovibile e immutabile. Fatta questa scelta con perfetta comprensione e assoluta libertà, il tempo della prova per gli angeli termina ed essi rimangono irremovibili in ciò a cui hanno aderito. Per questo motivo, osserva S. Tommaso d’Aquino, gli angeli buoni, avendo aderito irrevocabilmente al bene, sono confermati in esso, mentre quelli cattivi, avendo peccato, rimangono ostinati nel male.

 

Per l’uomo invece è diverso. Il suo peccato è meno grave di quello angelico, perché egli è uno spirito incarnato e la sua volontà aderisce ad una cosa in maniera instabile, conservando la facoltà di staccarsi da essa per aderire alla cosa contraria. Tu ti accorgi, attraverso la tua esperienza personale, di quante scelte buone hai bisogno per divenire stabile nel bene. Allo stesso modo l’uomo diviene malvagio non tutto in un momento, ma compiendo un passo dopo l’altro sulla via del male.

 

Per questo motivo lo status viae, cioè il tempo della prova concesso all’uomo, è molto più lungo e dura tutto l’arco del suo pellegrinaggio sulla terra. Ma anch’egli, nel momento della morte, rimarrà eternamente stabile nella scelta maturata in vita e cioè nell’umile e filiale accettazione dell’amore di Dio oppure nel suo irrevocabile rifiuto.

 

Noi viviamo in un passaggio storico in cui si ha paura delle scelte irrevocabili. Esse invece fanno parte dell’economia divina. Gesù pone più volte i suoi ascoltatori davanti alla decisione della fede, mediante la quale si ha la salvezza oppure la perdizione eterna. Per i purissimi spiriti tutto si è risolto in un solo istante, per noi uomini invece la vicenda si svolge nel tempo pur sempre breve della vita. Con Dio bisogna venire al dunque. Avendoti dato il libero arbitrio, egli ti pone di fronte alle scelte supreme, con le quali decidi per l’eternità.

 

Non ti suoni perciò troppo severo questo insegnamento della Chiesa: «A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell’infinita misericordia divina. Non c’è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c’è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte» (Catechismo C.C. 393).