Ho imparato una cosa molto
importante, e cioè che con gli atei, con i non credenti, non ci può essere
dialogo, loro avversano strenuamente l’idea di Dio, forse addirittura nel loro
cuore lo odiano ed è uno strano paradosso considerato che per loro non esiste,
infatti come si fa ad odiare una fantasia, come si fa a bestemmiarla? Bisogna
essere un pò imbecilli per comportarsi in questo modo assurdo, sarebbe meglio
l’indifferenza più assoluta, il cosiddetto agnosticismo, sarebbe più producente
dell’idiosincrasia: a quello che non conosco e che non si può dimostrare con
prove sicure, non voglio credere e non credo; meglio rappresentarsi idealmente
Dio con il concetto di vuoto assoluto, di nulla ed evitare di parlarne e di
conversare con coloro che affermano erroneamente la sua realtà, meglio
evitare le discussioni con i credenti, che apologicamente vorrebbero portare
alla ragione di chi lo nega le prove della sua esistenza. Sono del parere che
il credente non ha il dovere di convertire il non credente, deve semplicemente
testimoniare con coerenza di vita la sua fede, lasciando rispettosamente a chi
la professa la propria miscredenza. Chi crede prega e chi non crede non prega,
ciascuno è libero di comportarsi come gli pare davanti alla coscienza
soggettiva e alla società in cui vive, e ogni persona di buona volontà deve
fare di tutto affinché le cose rimangano così, la libertà religiosa consiste
nella libertà di pensiero e di opinione. Ognuno per le proprie idee ha le sue
buone ragioni, l’importante è non fare mai del male al prossimo, l’importante è
cercare la pace e la tolleranza; molti pensatori ci hanno insegnato che l’uomo
è un animale sociale e quindi per vivere felice ha bisogno di pace e
tolleranza, di concordia e solidarietà. Gli atei accusano le religioni di
essere fomentatrici di guerre, di ingiustizie e di disuguaglianza, ma la
religione non è la vera causa della violenza, la vera causa del male compiuto
dall’uomo sull’uomo è la natura umana, l’uomo è una creatura autodistruttiva, è
una creatura artefice di gran parte dei suoi mali. Come potrebbe essere una
civiltà atea ideale, dove si adora la dea ragione come ai tempi
dell’illuminismo? Siamo sicuri che sarebbe migliore di una civiltà teocratica?
La storia delle ideologie ce lo insegna con la massima eloquenza, prendiamo ad
esempio il nazismo e il comunismo, le ideologie fanatiche del ventesimo secolo che annunciavano
trionfalmente la morte della superstizione teista, che volevano espropriare Dio
dal mondo per costruire un paradiso sulla Terra; cos’hanno realizzato? L’uomo è
malato, con o senza Dio e la sua tendenza alla distruttività è insanabile.
Nella società attuale è diffuso il laicismo e l’anticlericalismo, gente che
detesta la Chiesa e il cristianesimo, soprattutto la religione cattolica perché
è convinta che sia falsa e con una morale bigotta, che abbia una mentalità
anacronistica lontana dal nostro tempo, e quindi ad ogni clericalata non si
risparmiano nelle critiche e nelle accuse, con un giudizio spietatamente
arbitrario e superficiale. Purtroppo con gli atei non ci può essere dialogo,
sono come don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento credendoli
giganti, Dio non esiste e loro lo combattono come se fosse un nemico reale e
pericoloso: quando riuscirete a togliere Dio dal mondo, comprenderete di non aver fatto niente di buono, il solito inferno senza speranza che
imperversa dappertutto, perché i valori dell’ateismo sono i valori della morte,
valori che con la vita e con le più profonde aspettative dell’anima umana, gli
autentici e reconditi desideri del cuore, non sono compatibili. L’uomo è fatto
per Dio e non avrà pace finché non riposerà in Lui, così si esprimeva
sant’Agostino... e i soliti benefattori del genere umano diranno che questa è la solita frase teista, e a me il buon senso dice di avere pazienza con questi nichilisti.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
lunedì 27 gennaio 2014
venerdì 24 gennaio 2014
Ipotesi sul diavolo
Interroghiamoci su questa
possibilità metafisica: satana e i demòni hanno un aspetto fisico attraverso
cui possono essere riconosciuti? L’angelologia, per la parte di studio che
riguarda gli angeli che hanno detto sì al Signore, e la demonologia affermano che
i diavoli sono puri spiriti, esenti dal legame con la materia, gerarchizzati in
modo da possedere ancora quel ruolo che avevano da angeli, prima della caduta,
quindi non hanno un corpo, ma se non hanno un corpo appaiono ai sensi umani
come ombre o esalazioni di fumo nero, sono quindi evanescenti? Gli spiriti
demoniaci nelle loro manifestazioni più invasive, quando ad esempio vogliono
infestare la vita di qualcuno con delle vessazioni di vario genere, entrano in
comunicazione con fenomeni di contatto intermedi, ad esempio attraverso un
tramite fisico o qualcuno che dia il proprio assenso affinché ciò avvenga, senza
presentarsi ad alcuno in modo per così dire “ personale ” e diretto, quasi a
volersi far riconoscere scoprendo le proprie carte, perché di norma tendono al
nascondimento e alla dissimulazione: il culmine della loro attività diabolica è
ottenere di risiedere dentro una persona, nel suo corpo strumentalizzandolo o
nell’anima e nel corpo insieme a causa del peccato, alla maniera dei parassiti;
i demòni indubbiamente non hanno una corporeità come le creature di carne e ossa, ma
oltre ad essere spiriti sono costituiti anche da una “ forma ” con cui li si
può riconoscere col senso della vista; se hanno la possibilità di muoversi
liberamente nella nostra dimensione fatta di spazio e di tempo, per entrare in
essa devono necessariamente assumere un “ volume fisico ” e rivestirne la propria natura;
questa “ forma ” si può intendere come “ sembianza ” oppure “ apparenza ” ed è
conforme alla natura ontologica; i demòni hanno zanne, artigli e corna come in
certe rappresentazioni dell’arte? Possiamo supporre che sia esattamente così,
sono creature tenebrose dall’aspetto orribile che richiamano la parvenza di
bestie immonde e sconosciute; e tra di loro si distinguono? Si distinguono non
solo per l’aspetto ma anche per le dimensioni, satana è molto dissimile da un
demonio di rango inferiore e questa differenza non toglie loro la possibilità
di essere egualmente contenuti in un corpo umano, in una casa o in un oggetto
di ridotte dimensioni, o in più luoghi contemporaneamente. I padri del deserto
affermavano che i demòni non sono lontani da noi, essi ci circondano e ci
conoscono e non si distolgono mai dalla loro attività deleteria e negativa nei
confronti di ogni persona che nasce al mondo, attività che si esprime in
molteplici modalità ma con un unico scopo: farci del male e rovinarci. Comunque
non capiterà spesso di vederne uno in circolazione, perché si sanno nascondere
molto bene, sono fuggevoli agli sguardi importuni ma fidatevi ci sono e ci
osservano, soprattutto ci invidiano e ci odiano: il nostro dovere è combatterli
per salvare la nostra anima, e se credi che non esistano sei già sconfitto, sei
un disertore che si è consegnato codardamente al nemico; Dio ci esorta a
combattere da soldati valorosi, accettiamo la sfida e dimostriamo coraggio, per
l’eterna salute della nostra anima, quanto di più prezioso abbiamo.
giovedì 23 gennaio 2014
Non dobbiamo seguire chi sbaglia
Preghiera
breve per dissipare ogni errore
Te lo domando, come Te lo
domandarono gli Apostoli quel giorno: “ Signore
Gesù, aumenta la mia fede! ”; mio Dio fa che non abbia mai a deviare dalla
fede cattolica, fa che professi sempre con determinazione e coraggio la fede
trasmessaci dai Tuoi santi Apostoli e insegnataci dalla Chiesa; Cuore
Immacolato di Maria che io rimanga ogni giorno fedele alla recita del Tuo santo
Rosario, per allontanare dalla mia mente e dal mio cuore ogni genere di eresia;
che per la Tua preziosissima intercessione oh Madre, il maligno nemico non mi
inganni con le sue macchinazioni menzognere e il mondo non mi seduca con le sue
vanità, che non dia mai ascolto alle voci di coloro che affermano il falso
contro la Verità del santo Vangelo, rivelatoci dal Tuo Figlio benedetto; santo
Angelo custode, illumina il mio intelletto e la mia ragione con le Tue buone
ispirazioni; Spirito Santo, donami la grazia di ogni necessaria virtù. Amen.
martedì 21 gennaio 2014
Poesia esistenzialista dell'autore
Elogio dell’idiozia
Siamo idioti e non capiamo le
cose, non sappiamo distinguere quello che conviene da quello che non conviene,
l’ego è la nostra bilancia falsa
Le persone savie dicono che è
meglio evitarci, ma noi siamo convinti che con la nostra compagnia si ride e si
scherza sulla vita e sulla morte, facce della medesima medaglia
Noi idioti non ci interessiamo
alla conoscenza della verità, pensiamo che tutto sia una gioconda
manifestazione del caso che come nel gioco dei dadi, dà a ciascuno quello che gli
tocca in sorte e che quindi si merita per davvero
Un idiota è una persona che non
parla con le fantasie, perché gli angeli del cielo sono proiezioni della nostra
mente creativa, ma in realtà non esistono proprio come il loro nebuloso paradiso
di lassù
La persona che giudica un
idiota è una persona pericolosa, perché contesta ciò che la massa accetta senza
dubbi e difficoltà, perché pensa con la propria testa e non si lascia
indottrinare dai maestri e dalle ideologie dell’epoca presente
L’idiota vede il dito che
indica la luna, ma non vede la luna in quanto le sue prospettive sono limitate
dall’ignoranza, il suo unico difetto è la presunzione di sapere, ma nell’intimo
è convinto che il sapere sia un’opinione
Noi idioti voliamo basso come
paperelle sciocche e anatroccoli danzanti, e osserviamo i falchi e le aquile
librarsi in alto nel firmamento del pensiero libero e consapevole, lontani
dalla schiavitù della nostra malattia
Se sono un idiota nessuno me lo
faccia sapere, perché voglio essere degno della mia difettosa e gretta moralità
relativa, perché quello che ha valore lo decido io e se me lo dice qualcun
altro credo sempre che sia una menzogna ben congeniata
Quando un idiota scopre di
esserlo, trova sempre lo stratagemma di credersi intelligente e scaltro con
l’autopersuasione, ma quando finisce all’inferno l’evidenza lo ammazza senza
pietà, perché l’inferno è inequivocabile oltre la più perfetta illusione
L’idiota è un individuo che
scende sempre a compromessi con la propria coscienza, convinto che ciò che lo
rende vivo sia fare soprattutto il suo legittimo interesse, a danno di quello
altrui
L’idiozia è una virtù quando
gli intelligenti e i saggi sono pochi, e messi da parte in un angolino oscuro a
gridare ai quattro venti senza essere ascoltati, che la vera virtù è il senso
dell’umano da sempre tradito e misconosciuto
Se tu non lo sei, non perdere
tempo a conversare con un idiota perché è come parlare a un muro di pietra, non
ti ascolterà mai e non ascolterà mai la voce di Dio che sussurra al suo cuore,
e che le tue parole oneste vorrebbero risvegliare dal silenzio profondo
Se sei un idiota cogli l’attimo
fuggente e convinciti che non dovrai mai morire, mentre gli altri muoiono tutti
Se sei un idiota non cercare di
dimostrare il contrario, non puoi ingannare l’eterna verità increata, verrai
inesorabilmente smentito dal tempo che passa e dalla storia che tuo malgrado
viene scritta
Se sei un idiota smetti di
agitarti e fermati a riflettere, con il lume della ragione domandati: “ ne vale
la pena? ”, dalla tua risposta dipende il tuo destino oltre l’apparenza di
tutte le vanità del mondo
L’idiozia è come ogni peccato
mortale, è senza un perché ed è il vizio dei nemici dell’amore, della
compassione e della misericordia
L’idiozia per molti è sia il problema… che la soluzione; per il
diavolo è l’arma migliore per rovinare le anime meno problematiche, e
maggiormente suggestionabili dalla seduzione di un mondo alla deriva:
l’individuo possiede saggezza, la massa è idiota nel suo insieme
Nessun idiota può cambiare senza
buona volontà ed è per questo che gli idioti sono sempre in numero crescente
L’idiota ha capito la vita
meglio di chiunque altro… bontà sua!
mercoledì 15 gennaio 2014
I poveri dimenticati
Una persona illuminata
come madre Teresa di Calcutta diceva che la più grande povertà è la solitudine,
lo diceva una donna umile che ha dedicato la vita a lenire le sofferenze dei
più poveri tra i poveri; ho cercato di valutare quanto contino i poveri nella
Chiesa e nella società e sono giunto alla conclusione che non contano proprio
nulla, sono messi ai margini e circondati dalla più assoluta indifferenza, sono
abbandonati a sé stessi; la povertà è disprezzata e i poveri lo sono altrettanto,
la nostra infatti è una civiltà postmoderna che accentua le differenze e genera
separazioni, altro che villaggio globale, chi è povero di solito rimane per
sempre nella sua condizione, anche perché la cosiddetta carità solidale non è
altro che una meschina elemosina che non risolve alcun problema delle persone e
delle famiglie in stato di necessità; mi duole dirlo ma anche la Chiesa concede
soltanto elemosine garantendo per sé e per il clero, per le proprie strutture
interne continuità, solidità e benessere mentre a chi è nel bisogno e
dev’essere aiutato, concede banali contentini nell’immediato che hanno il
sapore dell’elemosina più umiliante fatta da delle crocerossine, questa è
l’amara verità e lo sanno bene gli economi delle diocesi e i vescovi che
amministrano il patrimonio della Chiesa, lo sanno perché in cima alla gerarchia
ci sono loro con le loro disposizioni che della vera carità cristiana,
finalizzata a salvare e a togliere definitivamente dal disagio i sofferenti e
che dovrebbe prendere in considerazione dei seri progetti per le persone in
stato di miseria e per il sostentamento delle famiglie bisognose, forse si
disinteressano fin troppo perché sull’andante della mentalità del mondo, che
guarda agli ultimi con disprezzo; i poveri sono socialmente insignificanti
persino per la Chiesa, la quale in tempi antichi ha avuto Papi santi che hanno
affermato con coerenza e decisione, con grande coraggio evangelico, che i poveri sono il più grande tesoro della
Chiesa madre, tuttavia sappiamo che non è sempre stato così in altre epoche
e anche oggi purtroppo non è più così: la Chiesa è un’organizzazione religiosa
fatta da uomini e da donne, ha una origine soprannaturale ma è fatta da
individui difettosi e colmi di malizia, e la corruzione morale rientra come
fenomeno negativo in tutti gli ambiti comunitari dell’umanità, gli esseri umani
ordinariamente sono rapaci, egoisti e disinteressati al prossimo, anche se il
Vangelo dice cose diverse, insegna l’amore fraterno e ogni domenica alla santa
Messa tutti noi dai pulpiti sentiamo predicare ipocritamente l’amore con la “ A
” maiuscola, come se fosse la solita clericalata… ma dov’è questo sconosciuto
introvabile, dov’è quest’Amore? Voglio citare le parole coraggiose di madre
Teresa che adesso è una santa della Chiesa, prese da una antologia di suoi
scritti, da un libro del 1988 intitolato: “ Le
mie preghiere, pensieri e meditazioni per ogni giorno dell’anno ”, titolo
originale dell’opera: “ Jesus the word to
be spoken ”. Dall’ottavo mese, 20. « Miei
cari figli, senza la sofferenza, il nostro lavoro sarebbe soltanto una attività
sociale, molto encomiabile e d’aiuto, ma non sarebbe l’opera di Gesù Cristo,
non una parte della sua redenzione. Gesù volle aiutarci condividendo la nostra
vita, la nostra solitudine, la nostra agonia e la nostra morte. Tutte queste
cose Egli prese su di sé e le porto con sé in quella notte terribilmente buia;
soltanto essendo una cosa sola con noi ci ha riscattati, consentendoci di fare
lo stesso; tutta la desolazione dei poveri, non soltanto la loro povertà materiale,
ma anche la privazione spirituale devono essere riscattate e noi dobbiamo
condividerle ».
sabato 11 gennaio 2014
Satanismo e sette nere
Il proliferare delle sette
sataniche in Italia e nel resto del mondo è qualcosa che determina nella
società attuale un forte segnale di allarme sociale, ci sono sette sataniche
legalmente riconosciute che agiscono alla luce del sole e ci sono sette sataniche
nascoste, che agiscono nell’ombra ignorate dalla maggior parte della popolazione;
il satanismo ha varie sfumature, è di vario genere, esiste un satanismo
filosofico o ideologico estraneo a influenze di carattere metafisico, dove non si adora
il diavolo ma bensì l’io umano e dove la soddisfazione del medesimo è messa al
primo posto, questo pensiero satanista consisterebbe in una mentalità
libertaria ed egocentrica dove si deve essere esenti da condizionamenti di
natura morale, significa fare tutto ciò che si vuole senza dover rendere conto
a nessuno, tantomeno a una divinità suprema, la libertà dell’uomo estremizzata,
anzi assolutizzata dove l’io personale diventa l’unico e solo dio da adorare e
riverire; esiste un satanismo teologico dove il diavolo è messo sullo stesso
piano di Dio, in una visione propriamente manichea, quindi il bene e il male
sono forze antitetiche che si equilibrano a vicenda, e il male è una scelta
giusta e sacrosanta perché darebbe all’uomo la vera felicità qui sulla terra, lontano
dall’asservimento a un certo dio oppressore e schiavista che ci condanna a
prescindere senza pietà; esiste il satanismo apocalittico la cui dottrina insegna che si deve agire nel mondo per favorirne la distruzione totale e per
l’edificazione di una nuova era in cui satana, l’angelo ribelle a Dio e
cacciato dal Paradiso, darebbe origine a una umanità nuova ed estranea al
progetto di quello stesso Signore e Creatore visto come nemico e antagonista dell’autentica
realizzazione di ciascuno di noi e dell’intero genere umano, l’istituzione di
un nuovo ordine mondiale sulle ceneri di quello vecchio; esiste un satanismo
pagano dove i demòni sono le antiche divinità del mondo terrestre che presiedono alle
varie espressioni della natura e da cui è possibile trarre dei favori, se gli
si presta il debito culto, se li si invoca e li si prega, è come se il demonio
non fosse altro che un mito ancestrale da richiamare a protezione personale e
collettiva, una divinità benedicente da assecondare con una profonda
venerazione; esiste un satanismo cultuale in cui si adora satana in opposizione
a Dio, in cui si scimmiotta la religione cristiana e le sue pratiche, insomma una
religione invertita in cui al posto di Cristo c’è il diavolo, il centro rituale di
questa forma di satanismo è la messa nera, una parodia della Messa cristiana, e nel suo ambito si compiono sacrifici
offerti al maligno per ottenere da lui dei favori di ordine temporale e
materiale, gli adepti di queste sette usano stringere anche il patto di sangue
con satana attraverso cui ci si lega a lui, è un vero e proprio atto di
consacrazione per farsi comunicare dal demonio dei poteri particolari, con i
quali lo si serve facendo del male e soltanto del male: questa è l’espressione
di satanismo maggiormente in aumento e più pericolosa, perché in essa si apre
la seria possibilità di commettere dei crimini anche di una particolare gravità
penale, come lo stupro e l’omicidio. Le sette sataniche sono numerose nel
nostro territorio lariano in provincia di Como, Varese e Lecco, e sono sette che
professano un satanismo con le caratteristiche di quello cultuale descritto sopra, sono gruppi facili a scomporsi e a ricomporsi e i loro appartenenti
sono persone insospettabili che appartengono anche a ceti sociali medi od
elevati; questa gente cerca dal demonio dei favori, vuole il successo nella
carriera, il denaro, il piacere e altro ancora, vuole ottenere dei poteri per
agire sugli altri, per fare del male o per strumentalizzare, è gente che è
disposta a tutto senza scrupoli morali di sorta, gente disposta senza esitare a
vendersi l’anima, alcuni di loro sono pericolosi; nelle loro messe nere
sacrificano solitamente degli animali, a volte si tratta di un cane oppure di
un gatto nero, oltre a questo si servono di Ostie consacrate trafugate dai
tabernacoli di alcune chiese del territorio per dei sacrilegi, in quest’ambito assembleale
usano commettere veri e propri abusi sessuali su ragazze che vengono iniziate
al culto della setta, per togliere lucidità alle vittime coinvolte
somministrano alcol o sostanze stupefacenti; in certe zone d’Italia e del
mondo, come nord Europa, Stati Uniti ed America latina, il sacrifico della
messa nera è un sacrificio umano, dove si immola al diavolo una vita umana
preferibilmente innocente, come un bambino o una fanciulla vergine, anche in
Italia purtroppo sono stati compiuti dei sacrifici umani, a volte ad essere
uccisi sono stati dei bimbi neonati con delle gravidanze portate avanti solamente per questo scopo, ma di questi fatti nelle cronache
quotidiane non si parla mai, perché i delitti commessi vengono occultati con la
massima diligenza, sono tante anche le persone che scompaiono e di cui si perde
ogni traccia. Il satanismo è una piaga sociale in crescita e non è affatto un innocuo
fenomeno di folklore religioso, ma riguarda il settore della criminalità
organizzata e i danni gravissimi che il maligno infligge a molti individui
attraverso i canali di ordine soprannaturale, basti pensare alle diverse realtà
dovute agli influssi spirituali negativi e addirittura alla possessione diabolica, sono
da prendere in considerazione anche i danni psichici e psicologici subiti da
quelle persone che hanno fatto parte di sette che adorano il nemico della nostra salvezza e poi se ne sono
allontanate, ne sono fuoriuscite dopo tanta sofferenza e umiliazioni, cercando
aiuto e protezione. Chi adora il vero Dio non deve prendere alla leggera questa
attività privilegiata di satana, non sottovalutiamola nei suoi aspetti salienti
e più tenebrosi, lui vuole il suo culto e cerca sempre nuovi adoratori.
venerdì 10 gennaio 2014
Il disagio nelle nuove generazioni
Attraverso i mezzi di comunicazione
di massa si fa tanto rumore sull’uso e sull’abuso di alcol e droghe tra i
giovanissimi, difatti la diminuzione dell’età di coloro che consumano alcol
e droghe è un fenomeno piuttosto recente, per l’incidenza che i numeri in
aumento hanno sulla popolazione adolescenziale; si tratta del fallimento
educativo delle generazioni paterne e materne, anch’esse relativamente giovani?
Non lo so se sia davvero così, ma è indubbio che chi sceglie di bere o di
drogarsi cerca qualcosa in quelle sostanze, cerca l’appagamento di qualcosa di
cui sente la mancanza, anzi la disperata assenza: che cos’è questa cosa? Forse
un vero senso alla vita? Forse l’affetto, l’amicizia autentica, l’amore? E’ la
famiglia che fallisce con questi ragazzi e con queste ragazze, oppure è la
società nella sua interezza? Sicuramente la perdita nel nichilismo delle
giovani generazioni è una grande vittoria per il principe di questo mondo,
è una vittoria per la cultura della morte e del vuoto dei valori. Per far
comprendere ai giovani che perdersi nelle dipendenze è un male fatto
innanzitutto a sé stessi oltre che ai propri cari, è necessario sostituire la
sostanza psicotropa con qualcos’altro che sia tangibile e reale, che
costituisca un’esperienza positiva e appagante, e qui purtroppo sopravviene anche
il malinteso del sesso libero e promiscuo in cui tanti ingenui e superficiali
cadono. Pensiamo ai fanciulli che stanno diventando grandi, sia i maschi come le femmine, in seno alla Chiesa cattolica e che seguono tutto il
percorso educativo che hanno i Sacramenti come tappe fondamentali e infine la
Cresima, con cui il cristiano si conferma adulto e pronto per la sua
testimonianza nel mondo, infatti si chiama anche Confermazione, pensiamo a come
arrivati alla Cresima da adolescenti, disertino poi definitivamente la pratica
sacramentale, la Confessione e l’Eucaristia, a come abbandonino facilmente e pressoché per sempre la santa Messa domenicale, convincendosi che il divertimento e l’evasione in
esperienze mondane valgano maggiormente la pena di un impegno con una sua costante
assiduità, direi quasi maniacale in positivo, possiamo non senza una certa inquietudine sottolineare che in
altri tempi questo comportamento si sarebbe chiamato apostasia dalla fede:
secondo me l’unica risposta all’interrogativo sulla diserzione dall’essere
praticanti, a questo perché, si nasconde in un certo dettaglio non trascurabile
della natura umana che si chiama libertà, o meglio libero arbitrio, precocemente si arriva
ad affermare con disinvoltura e convinzione: “ Io non voglio più credere in Dio ”, in tal modo si prende a
riguardo una decisione con un carattere definitivo ed irrevocabile; ma
facciamoci un’altra domanda: i giovani commettono tutti lo stesso sbaglio
scegliendo per il male? Fortunatamente no, e molti sono quelli che con la
maturazione personale, che con una migliore presa di coscienza e soprattutto
con l’aiuto degli altri che non li lasciano soli, rientrano in sé stessi e si
ravvedono da una vita consumata per soddisfare l’egoismo e priva di un vero
significato, una vita condizionata dall’edonismo e segnata dalla violenza, ma purtroppo per qualcuno questo momento non arriva mai e tanti si
perdono, per qualcuno il destino si compie tragicamente. Sono convinto che
nella nostra società manchi del tutto un vero interesse per la vita del
prossimo, manchi l’interesse autentico delle persone nei confronti di coloro
che si trovano in un qualsivoglia disagio e a pagare le conseguenze di questa
tendenza perversa della mente collettiva, sono purtroppo soprattutto i giovani,
e nello specifico le giovanissime generazioni, la nostra è una civiltà che
idolatra l’ego e che non vuole decidersi per la gratuità dell’amore, umano o
cristiano, ciascuno lo intenda come preferisce; l’alcol e la droga sono una via
di fuga dalla realtà, e perché si vuole scappare dalla realtà? Semplicemente
perché la realtà non piace, è scomoda, è oppressiva, non è come noi la
vorremmo, come l’abbiamo desiderata nei nostri sogni, è una realtà cattiva e
allora ci si rifugia in qualcosa di artificiale, quasi a voler soffocare la
coscienza del mondo, il senso della realtà; la verità è che questa realtà
nessuno può cambiarla, l’unico atteggiamento sano nei confronti della realtà
che circonda le nostre vite e che ci attende dietro l’angolo con il suo
compiersi, è accettarla per quella che è, non rinunciando del tutto a cambiarla
intendiamoci, ma con uno sguardo positivo nei suoi confronti, uno sguardo costruttivo
e d’amore e per possedere questo sguardo benedicente occorre imparare ad amare
seriamente, prima di tutto sé stessi, la propria vita: il migliore atto
educativo è l’esempio, ognuno di noi ha bisogno di esempi concreti, di persone
che si fanno esempio e non di parole, le parole sono quasi sempre vuote perché
non sono accompagnate dall’esperienza della vita, forse è così che molti
genitori hanno tradito i propri figli e le loro aspettative, forse è per questo
che i progetti educativi falliscono. Il vissuto interiore di una persona ancora
in fase di crescita anagrafica e di progresso nell’età, di edificazione della
sua individualità, della sua giovane personalità in formazione, che sceglie suo
malgrado l’alcol e la droga, è un vissuto di dolore psicologico, perché il vero
male di coloro che cadono nelle dipendenze è un male oscuro dell’anima; io sono
convinto che questo male possa essere guarito soltanto da una grande capacità
d’amare che è oltremodo carente quasi in tutti, ma che qualcuno grazie al Cielo
possiede, è un delitto lasciare soli i nostri giovani e disconoscere così la
loro innocenza, i genitori e gli adulti dovrebbero essere educati all’ascolto
per poter comprendere l’anima, il cuore dell’altrui persona e saper dare di
conseguenza le risposte giuste al momento giusto, che contribuiscono a guarire
l’anima dal male: la parola ha un grande potere lenitivo, con una parola soltanto
possiamo salvare o perdere, ma prima è necessario ascoltare, perché se una
persona si sente ascoltata si sente anche considerata, di per sé l’ascolto è il
primo atto d’amore gratuito nei confronti di un ragazzo e di una ragazza che
soffrono, è un modo per toglierli dalla desolazione propria del lupo della
steppa, è un primo passo verso la redenzione di un’anima dal male misterioso
che la opprime; ma ricordiamoci sempre che il rispetto esige assenza di
condizionamenti e di coercizioni, vuole soprattutto considerazione per la
libertà, una persona è libera anche di farsi del male se lo vuole, ma se si
sente veramente amata cambia e desiste dal suo proposito negativo, questa è la
logica da applicare nell’educazione della gioventù sempre meritevole della
nostra fiducia e della nostra attenzione benevola.
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