Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 27 gennaio 2014

Dialogo con i non credenti

Ho imparato una cosa molto importante, e cioè che con gli atei, con i non credenti, non ci può essere dialogo, loro avversano strenuamente l’idea di Dio, forse addirittura nel loro cuore lo odiano ed è uno strano paradosso considerato che per loro non esiste, infatti come si fa ad odiare una fantasia, come si fa a bestemmiarla? Bisogna essere un pò imbecilli per comportarsi in questo modo assurdo, sarebbe meglio l’indifferenza più assoluta, il cosiddetto agnosticismo, sarebbe più producente dell’idiosincrasia: a quello che non conosco e che non si può dimostrare con prove sicure, non voglio credere e non credo; meglio rappresentarsi idealmente Dio con il concetto di vuoto assoluto, di nulla ed evitare di parlarne e di conversare con coloro che affermano erroneamente la sua realtà, meglio evitare le discussioni con i credenti, che apologicamente vorrebbero portare alla ragione di chi lo nega le prove della sua esistenza. Sono del parere che il credente non ha il dovere di convertire il non credente, deve semplicemente testimoniare con coerenza di vita la sua fede, lasciando rispettosamente a chi la professa la propria miscredenza. Chi crede prega e chi non crede non prega, ciascuno è libero di comportarsi come gli pare davanti alla coscienza soggettiva e alla società in cui vive, e ogni persona di buona volontà deve fare di tutto affinché le cose rimangano così, la libertà religiosa consiste nella libertà di pensiero e di opinione. Ognuno per le proprie idee ha le sue buone ragioni, l’importante è non fare mai del male al prossimo, l’importante è cercare la pace e la tolleranza; molti pensatori ci hanno insegnato che l’uomo è un animale sociale e quindi per vivere felice ha bisogno di pace e tolleranza, di concordia e solidarietà. Gli atei accusano le religioni di essere fomentatrici di guerre, di ingiustizie e di disuguaglianza, ma la religione non è la vera causa della violenza, la vera causa del male compiuto dall’uomo sull’uomo è la natura umana, l’uomo è una creatura autodistruttiva, è una creatura artefice di gran parte dei suoi mali. Come potrebbe essere una civiltà atea ideale, dove si adora la dea ragione come ai tempi dell’illuminismo? Siamo sicuri che sarebbe migliore di una civiltà teocratica? La storia delle ideologie ce lo insegna con la massima eloquenza, prendiamo ad esempio il nazismo e il comunismo, le ideologie fanatiche del ventesimo secolo che annunciavano trionfalmente la morte della superstizione teista, che volevano espropriare Dio dal mondo per costruire un paradiso sulla Terra; cos’hanno realizzato? L’uomo è malato, con o senza Dio e la sua tendenza alla distruttività è insanabile. Nella società attuale è diffuso il laicismo e l’anticlericalismo, gente che detesta la Chiesa e il cristianesimo, soprattutto la religione cattolica perché è convinta che sia falsa e con una morale bigotta, che abbia una mentalità anacronistica lontana dal nostro tempo, e quindi ad ogni clericalata non si risparmiano nelle critiche e nelle accuse, con un giudizio spietatamente arbitrario e superficiale. Purtroppo con gli atei non ci può essere dialogo, sono come don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento credendoli giganti, Dio non esiste e loro lo combattono come se fosse un nemico reale e pericoloso: quando riuscirete a togliere Dio dal mondo, comprenderete di non aver fatto niente di buono, il solito inferno senza speranza che imperversa dappertutto, perché i valori dell’ateismo sono i valori della morte, valori che con la vita e con le più profonde aspettative dell’anima umana, gli autentici e reconditi desideri del cuore, non sono compatibili. L’uomo è fatto per Dio e non avrà pace finché non riposerà in Lui, così si esprimeva sant’Agostino... e i soliti benefattori del genere umano diranno che questa è la solita frase teista, e a me il buon senso dice di avere pazienza con questi nichilisti.

venerdì 24 gennaio 2014

Ipotesi sul diavolo

Interroghiamoci su questa possibilità metafisica: satana e i demòni hanno un aspetto fisico attraverso cui possono essere riconosciuti? L’angelologia, per la parte di studio che riguarda gli angeli che hanno detto sì al Signore, e la demonologia affermano che i diavoli sono puri spiriti, esenti dal legame con la materia, gerarchizzati in modo da possedere ancora quel ruolo che avevano da angeli, prima della caduta, quindi non hanno un corpo, ma se non hanno un corpo appaiono ai sensi umani come ombre o esalazioni di fumo nero, sono quindi evanescenti? Gli spiriti demoniaci nelle loro manifestazioni più invasive, quando ad esempio vogliono infestare la vita di qualcuno con delle vessazioni di vario genere, entrano in comunicazione con fenomeni di contatto intermedi, ad esempio attraverso un tramite fisico o qualcuno che dia il proprio assenso affinché ciò avvenga, senza presentarsi ad alcuno in modo per così dire “ personale ” e diretto, quasi a volersi far riconoscere scoprendo le proprie carte, perché di norma tendono al nascondimento e alla dissimulazione: il culmine della loro attività diabolica è ottenere di risiedere dentro una persona, nel suo corpo strumentalizzandolo o nell’anima e nel corpo insieme a causa del peccato, alla maniera dei parassiti; i demòni indubbiamente non hanno una corporeità come le creature di carne e ossa, ma oltre ad essere spiriti sono costituiti anche da una “ forma ” con cui li si può riconoscere col senso della vista; se hanno la possibilità di muoversi liberamente nella nostra dimensione fatta di spazio e di tempo, per entrare in essa devono necessariamente assumere un “ volume fisico ” e rivestirne la propria natura; questa “ forma ” si può intendere come “ sembianza ” oppure “ apparenza ” ed è conforme alla natura ontologica; i demòni hanno zanne, artigli e corna come in certe rappresentazioni dell’arte? Possiamo supporre che sia esattamente così, sono creature tenebrose dall’aspetto orribile che richiamano la parvenza di bestie immonde e sconosciute; e tra di loro si distinguono? Si distinguono non solo per l’aspetto ma anche per le dimensioni, satana è molto dissimile da un demonio di rango inferiore e questa differenza non toglie loro la possibilità di essere egualmente contenuti in un corpo umano, in una casa o in un oggetto di ridotte dimensioni, o in più luoghi contemporaneamente. I padri del deserto affermavano che i demòni non sono lontani da noi, essi ci circondano e ci conoscono e non si distolgono mai dalla loro attività deleteria e negativa nei confronti di ogni persona che nasce al mondo, attività che si esprime in molteplici modalità ma con un unico scopo: farci del male e rovinarci. Comunque non capiterà spesso di vederne uno in circolazione, perché si sanno nascondere molto bene, sono fuggevoli agli sguardi importuni ma fidatevi ci sono e ci osservano, soprattutto ci invidiano e ci odiano: il nostro dovere è combatterli per salvare la nostra anima, e se credi che non esistano sei già sconfitto, sei un disertore che si è consegnato codardamente al nemico; Dio ci esorta a combattere da soldati valorosi, accettiamo la sfida e dimostriamo coraggio, per l’eterna salute della nostra anima, quanto di più prezioso abbiamo.

giovedì 23 gennaio 2014

Non dobbiamo seguire chi sbaglia

Preghiera breve per dissipare ogni errore

Te lo domando, come Te lo domandarono gli Apostoli quel giorno: “ Signore Gesù, aumenta la mia fede! ”; mio Dio fa che non abbia mai a deviare dalla fede cattolica, fa che professi sempre con determinazione e coraggio la fede trasmessaci dai Tuoi santi Apostoli e insegnataci dalla Chiesa; Cuore Immacolato di Maria che io rimanga ogni giorno fedele alla recita del Tuo santo Rosario, per allontanare dalla mia mente e dal mio cuore ogni genere di eresia; che per la Tua preziosissima intercessione oh Madre, il maligno nemico non mi inganni con le sue macchinazioni menzognere e il mondo non mi seduca con le sue vanità, che non dia mai ascolto alle voci di coloro che affermano il falso contro la Verità del santo Vangelo, rivelatoci dal Tuo Figlio benedetto; santo Angelo custode, illumina il mio intelletto e la mia ragione con le Tue buone ispirazioni; Spirito Santo, donami la grazia di ogni necessaria virtù. Amen.

martedì 21 gennaio 2014

Poesia esistenzialista dell'autore

Elogio dell’idiozia

Siamo idioti e non capiamo le cose, non sappiamo distinguere quello che conviene da quello che non conviene, l’ego è la nostra bilancia falsa

Le persone savie dicono che è meglio evitarci, ma noi siamo convinti che con la nostra compagnia si ride e si scherza sulla vita e sulla morte, facce della medesima medaglia

Noi idioti non ci interessiamo alla conoscenza della verità, pensiamo che tutto sia una gioconda manifestazione del caso che come nel gioco dei dadi, dà a ciascuno quello che gli tocca in sorte e che quindi si merita per davvero

Un idiota è una persona che non parla con le fantasie, perché gli angeli del cielo sono proiezioni della nostra mente creativa, ma in realtà non esistono proprio come il loro nebuloso paradiso di lassù

La persona che giudica un idiota è una persona pericolosa, perché contesta ciò che la massa accetta senza dubbi e difficoltà, perché pensa con la propria testa e non si lascia indottrinare dai maestri e dalle ideologie dell’epoca presente

L’idiota vede il dito che indica la luna, ma non vede la luna in quanto le sue prospettive sono limitate dall’ignoranza, il suo unico difetto è la presunzione di sapere, ma nell’intimo è convinto che il sapere sia un’opinione

Noi idioti voliamo basso come paperelle sciocche e anatroccoli danzanti, e osserviamo i falchi e le aquile librarsi in alto nel firmamento del pensiero libero e consapevole, lontani dalla schiavitù della nostra malattia

Se sono un idiota nessuno me lo faccia sapere, perché voglio essere degno della mia difettosa e gretta moralità relativa, perché quello che ha valore lo decido io e se me lo dice qualcun altro credo sempre che sia una menzogna ben congeniata

Quando un idiota scopre di esserlo, trova sempre lo stratagemma di credersi intelligente e scaltro con l’autopersuasione, ma quando finisce all’inferno l’evidenza lo ammazza senza pietà, perché l’inferno è inequivocabile oltre la più perfetta illusione

L’idiota è un individuo che scende sempre a compromessi con la propria coscienza, convinto che ciò che lo rende vivo sia fare soprattutto il suo legittimo interesse, a danno di quello altrui

L’idiozia è una virtù quando gli intelligenti e i saggi sono pochi, e messi da parte in un angolino oscuro a gridare ai quattro venti senza essere ascoltati, che la vera virtù è il senso dell’umano da sempre tradito e misconosciuto

Se tu non lo sei, non perdere tempo a conversare con un idiota perché è come parlare a un muro di pietra, non ti ascolterà mai e non ascolterà mai la voce di Dio che sussurra al suo cuore, e che le tue parole oneste vorrebbero risvegliare dal silenzio profondo

Se sei un idiota cogli l’attimo fuggente e convinciti che non dovrai mai morire, mentre gli altri muoiono tutti

Se sei un idiota non cercare di dimostrare il contrario, non puoi ingannare l’eterna verità increata, verrai inesorabilmente smentito dal tempo che passa e dalla storia che tuo malgrado viene scritta

Se sei un idiota smetti di agitarti e fermati a riflettere, con il lume della ragione domandati: “ ne vale la pena? ”, dalla tua risposta dipende il tuo destino oltre l’apparenza di tutte le vanità del mondo

L’idiozia è come ogni peccato mortale, è senza un perché ed è il vizio dei nemici dell’amore, della compassione e della misericordia

L’idiozia per molti  è sia il problema… che la soluzione; per il diavolo è l’arma migliore per rovinare le anime meno problematiche, e maggiormente suggestionabili dalla seduzione di un mondo alla deriva: l’individuo possiede saggezza, la massa è idiota nel suo insieme

Nessun idiota può cambiare senza buona volontà ed è per questo che gli idioti sono sempre in numero crescente

L’idiota ha capito la vita meglio di chiunque altro… bontà sua!

mercoledì 15 gennaio 2014

I poveri dimenticati

Una persona illuminata come madre Teresa di Calcutta diceva che la più grande povertà è la solitudine, lo diceva una donna umile che ha dedicato la vita a lenire le sofferenze dei più poveri tra i poveri; ho cercato di valutare quanto contino i poveri nella Chiesa e nella società e sono giunto alla conclusione che non contano proprio nulla, sono messi ai margini e circondati dalla più assoluta indifferenza, sono abbandonati a sé stessi; la povertà è disprezzata e i poveri lo sono altrettanto, la nostra infatti è una civiltà postmoderna che accentua le differenze e genera separazioni, altro che villaggio globale, chi è povero di solito rimane per sempre nella sua condizione, anche perché la cosiddetta carità solidale non è altro che una meschina elemosina che non risolve alcun problema delle persone e delle famiglie in stato di necessità; mi duole dirlo ma anche la Chiesa concede soltanto elemosine garantendo per sé e per il clero, per le proprie strutture interne continuità, solidità e benessere mentre a chi è nel bisogno e dev’essere aiutato, concede banali contentini nell’immediato che hanno il sapore dell’elemosina più umiliante fatta da delle crocerossine, questa è l’amara verità e lo sanno bene gli economi delle diocesi e i vescovi che amministrano il patrimonio della Chiesa, lo sanno perché in cima alla gerarchia ci sono loro con le loro disposizioni che della vera carità cristiana, finalizzata a salvare e a togliere definitivamente dal disagio i sofferenti e che dovrebbe prendere in considerazione dei seri progetti per le persone in stato di miseria e per il sostentamento delle famiglie bisognose, forse si disinteressano fin troppo perché sull’andante della mentalità del mondo, che guarda agli ultimi con disprezzo; i poveri sono socialmente insignificanti persino per la Chiesa, la quale in tempi antichi ha avuto Papi santi che hanno affermato con coerenza e decisione, con grande coraggio evangelico, che i poveri sono il più grande tesoro della Chiesa madre, tuttavia sappiamo che non è sempre stato così in altre epoche e anche oggi purtroppo non è più così: la Chiesa è un’organizzazione religiosa fatta da uomini e da donne, ha una origine soprannaturale ma è fatta da individui difettosi e colmi di malizia, e la corruzione morale rientra come fenomeno negativo in tutti gli ambiti comunitari dell’umanità, gli esseri umani ordinariamente sono rapaci, egoisti e disinteressati al prossimo, anche se il Vangelo dice cose diverse, insegna l’amore fraterno e ogni domenica alla santa Messa tutti noi dai pulpiti sentiamo predicare ipocritamente l’amore con la “ A ” maiuscola, come se fosse la solita clericalata… ma dov’è questo sconosciuto introvabile, dov’è quest’Amore? Voglio citare le parole coraggiose di madre Teresa che adesso è una santa della Chiesa, prese da una antologia di suoi scritti, da un libro del 1988 intitolato: “ Le mie preghiere, pensieri e meditazioni per ogni giorno dell’anno ”, titolo originale dell’opera: “ Jesus the word to be spoken ”. Dall’ottavo mese, 20. « Miei cari figli, senza la sofferenza, il nostro lavoro sarebbe soltanto una attività sociale, molto encomiabile e d’aiuto, ma non sarebbe l’opera di Gesù Cristo, non una parte della sua redenzione. Gesù volle aiutarci condividendo la nostra vita, la nostra solitudine, la nostra agonia e la nostra morte. Tutte queste cose Egli prese su di sé e le porto con sé in quella notte terribilmente buia; soltanto essendo una cosa sola con noi ci ha riscattati, consentendoci di fare lo stesso; tutta la desolazione dei poveri, non soltanto la loro povertà materiale, ma anche la privazione spirituale devono essere riscattate e noi dobbiamo condividerle ».

sabato 11 gennaio 2014

Satanismo e sette nere

Il proliferare delle sette sataniche in Italia e nel resto del mondo è qualcosa che determina nella società attuale un forte segnale di allarme sociale, ci sono sette sataniche legalmente riconosciute che agiscono alla luce del sole e ci sono sette sataniche nascoste, che agiscono nell’ombra ignorate dalla maggior parte della popolazione; il satanismo ha varie sfumature, è di vario genere, esiste un satanismo filosofico o ideologico estraneo a influenze di carattere metafisico, dove non si adora il diavolo ma bensì l’io umano e dove la soddisfazione del medesimo è messa al primo posto, questo pensiero satanista consisterebbe in una mentalità libertaria ed egocentrica dove si deve essere esenti da condizionamenti di natura morale, significa fare tutto ciò che si vuole senza dover rendere conto a nessuno, tantomeno a una divinità suprema, la libertà dell’uomo estremizzata, anzi assolutizzata dove l’io personale diventa l’unico e solo dio da adorare e riverire; esiste un satanismo teologico dove il diavolo è messo sullo stesso piano di Dio, in una visione propriamente manichea, quindi il bene e il male sono forze antitetiche che si equilibrano a vicenda, e il male è una scelta giusta e sacrosanta perché darebbe all’uomo la vera felicità qui sulla terra, lontano dall’asservimento a un certo dio oppressore e schiavista che ci condanna a prescindere senza pietà; esiste il satanismo apocalittico la cui dottrina insegna che si deve agire nel mondo per favorirne la distruzione totale e per l’edificazione di una nuova era in cui satana, l’angelo ribelle a Dio e cacciato dal Paradiso, darebbe origine a una umanità nuova ed estranea al progetto di quello stesso Signore e Creatore visto come nemico e antagonista dell’autentica realizzazione di ciascuno di noi e dell’intero genere umano, l’istituzione di un nuovo ordine mondiale sulle ceneri di quello vecchio; esiste un satanismo pagano dove i demòni sono le antiche divinità del mondo terrestre che presiedono alle varie espressioni della natura e da cui è possibile trarre dei favori, se gli si presta il debito culto, se li si invoca e li si prega, è come se il demonio non fosse altro che un mito ancestrale da richiamare a protezione personale e collettiva, una divinità benedicente da assecondare con una profonda venerazione; esiste un satanismo cultuale in cui si adora satana in opposizione a Dio, in cui si scimmiotta la religione cristiana e le sue pratiche, insomma una religione invertita in cui al posto di Cristo c’è il diavolo, il centro rituale di questa forma di satanismo è la messa nera, una parodia della Messa cristiana, e nel suo ambito si compiono sacrifici offerti al maligno per ottenere da lui dei favori di ordine temporale e materiale, gli adepti di queste sette usano stringere anche il patto di sangue con satana attraverso cui ci si lega a lui, è un vero e proprio atto di consacrazione per farsi comunicare dal demonio dei poteri particolari, con i quali lo si serve facendo del male e soltanto del male: questa è l’espressione di satanismo maggiormente in aumento e più pericolosa, perché in essa si apre la seria possibilità di commettere dei crimini anche di una particolare gravità penale, come lo stupro e l’omicidio. Le sette sataniche sono numerose nel nostro territorio lariano in provincia di Como, Varese e Lecco, e sono sette che professano un satanismo con le caratteristiche di quello cultuale descritto sopra, sono gruppi facili a scomporsi e a ricomporsi e i loro appartenenti sono persone insospettabili che appartengono anche a ceti sociali medi od elevati; questa gente cerca dal demonio dei favori, vuole il successo nella carriera, il denaro, il piacere e altro ancora, vuole ottenere dei poteri per agire sugli altri, per fare del male o per strumentalizzare, è gente che è disposta a tutto senza scrupoli morali di sorta, gente disposta senza esitare a vendersi l’anima, alcuni di loro sono pericolosi; nelle loro messe nere sacrificano solitamente degli animali, a volte si tratta di un cane oppure di un gatto nero, oltre a questo si servono di Ostie consacrate trafugate dai tabernacoli di alcune chiese del territorio per dei sacrilegi, in quest’ambito assembleale usano commettere veri e propri abusi sessuali su ragazze che vengono iniziate al culto della setta, per togliere lucidità alle vittime coinvolte somministrano alcol o sostanze stupefacenti; in certe zone d’Italia e del mondo, come nord Europa, Stati Uniti ed America latina, il sacrifico della messa nera è un sacrificio umano, dove si immola al diavolo una vita umana preferibilmente innocente, come un bambino o una fanciulla vergine, anche in Italia purtroppo sono stati compiuti dei sacrifici umani, a volte ad essere uccisi sono stati dei bimbi neonati con delle gravidanze portate avanti solamente per questo scopo, ma di questi fatti nelle cronache quotidiane non si parla mai, perché i delitti commessi vengono occultati con la massima diligenza, sono tante anche le persone che scompaiono e di cui si perde ogni traccia. Il satanismo è una piaga sociale in crescita e non è affatto un innocuo fenomeno di folklore religioso, ma riguarda il settore della criminalità organizzata e i danni gravissimi che il maligno infligge a molti individui attraverso i canali di ordine soprannaturale, basti pensare alle diverse realtà dovute agli influssi spirituali negativi e addirittura alla possessione diabolica, sono da prendere in considerazione anche i danni psichici e psicologici subiti da quelle persone che hanno fatto parte di sette che adorano il nemico della nostra salvezza e poi se ne sono allontanate, ne sono fuoriuscite dopo tanta sofferenza e umiliazioni, cercando aiuto e protezione. Chi adora il vero Dio non deve prendere alla leggera questa attività privilegiata di satana, non sottovalutiamola nei suoi aspetti salienti e più tenebrosi, lui vuole il suo culto e cerca sempre nuovi adoratori.

venerdì 10 gennaio 2014

Il disagio nelle nuove generazioni

Attraverso i mezzi di comunicazione di massa si fa tanto rumore sull’uso e sull’abuso di alcol e droghe tra i giovanissimi, difatti la diminuzione dell’età di coloro che consumano alcol e droghe è un fenomeno piuttosto recente, per l’incidenza che i numeri in aumento hanno sulla popolazione adolescenziale; si tratta del fallimento educativo delle generazioni paterne e materne, anch’esse relativamente giovani? Non lo so se sia davvero così, ma è indubbio che chi sceglie di bere o di drogarsi cerca qualcosa in quelle sostanze, cerca l’appagamento di qualcosa di cui sente la mancanza, anzi la disperata assenza: che cos’è questa cosa? Forse un vero senso alla vita? Forse l’affetto, l’amicizia autentica, l’amore? E’ la famiglia che fallisce con questi ragazzi e con queste ragazze, oppure è la società nella sua interezza? Sicuramente la perdita nel nichilismo delle giovani generazioni è una grande vittoria per il principe di questo mondo, è una vittoria per la cultura della morte e del vuoto dei valori. Per far comprendere ai giovani che perdersi nelle dipendenze è un male fatto innanzitutto a sé stessi oltre che ai propri cari, è necessario sostituire la sostanza psicotropa con qualcos’altro che sia tangibile e reale, che costituisca un’esperienza positiva e appagante, e qui purtroppo sopravviene anche il malinteso del sesso libero e promiscuo in cui tanti ingenui e superficiali cadono. Pensiamo ai fanciulli che stanno diventando grandi, sia i maschi come le femmine, in seno alla Chiesa cattolica e che seguono tutto il percorso educativo che hanno i Sacramenti come tappe fondamentali e infine la Cresima, con cui il cristiano si conferma adulto e pronto per la sua testimonianza nel mondo, infatti si chiama anche Confermazione, pensiamo a come arrivati alla Cresima da adolescenti, disertino poi definitivamente la pratica sacramentale, la Confessione e l’Eucaristia, a come abbandonino facilmente e pressoché per sempre la santa Messa domenicale, convincendosi che il divertimento e l’evasione in esperienze mondane valgano maggiormente la pena di un impegno con una sua costante assiduità, direi quasi maniacale in positivo, possiamo non senza una certa inquietudine sottolineare che in altri tempi questo comportamento si sarebbe chiamato apostasia dalla fede: secondo me l’unica risposta all’interrogativo sulla diserzione dall’essere praticanti, a questo perché, si nasconde in un certo dettaglio non trascurabile della natura umana che si chiama libertà, o meglio libero arbitrio, precocemente si arriva ad affermare con disinvoltura e convinzione: “ Io non voglio più credere in Dio ”, in tal modo si prende a riguardo una decisione con un carattere definitivo ed irrevocabile; ma facciamoci un’altra domanda: i giovani commettono tutti lo stesso sbaglio scegliendo per il male? Fortunatamente no, e molti sono quelli che con la maturazione personale, che con una migliore presa di coscienza e soprattutto con l’aiuto degli altri che non li lasciano soli, rientrano in sé stessi e si ravvedono da una vita consumata per soddisfare l’egoismo e priva di un vero significato, una vita condizionata dall’edonismo e segnata dalla violenza, ma purtroppo per qualcuno questo momento non arriva mai e tanti si perdono, per qualcuno il destino si compie tragicamente. Sono convinto che nella nostra società manchi del tutto un vero interesse per la vita del prossimo, manchi l’interesse autentico delle persone nei confronti di coloro che si trovano in un qualsivoglia disagio e a pagare le conseguenze di questa tendenza perversa della mente collettiva, sono purtroppo soprattutto i giovani, e nello specifico le giovanissime generazioni, la nostra è una civiltà che idolatra l’ego e che non vuole decidersi per la gratuità dell’amore, umano o cristiano, ciascuno lo intenda come preferisce; l’alcol e la droga sono una via di fuga dalla realtà, e perché si vuole scappare dalla realtà? Semplicemente perché la realtà non piace, è scomoda, è oppressiva, non è come noi la vorremmo, come l’abbiamo desiderata nei nostri sogni, è una realtà cattiva e allora ci si rifugia in qualcosa di artificiale, quasi a voler soffocare la coscienza del mondo, il senso della realtà; la verità è che questa realtà nessuno può cambiarla, l’unico atteggiamento sano nei confronti della realtà che circonda le nostre vite e che ci attende dietro l’angolo con il suo compiersi, è accettarla per quella che è, non rinunciando del tutto a cambiarla intendiamoci, ma con uno sguardo positivo nei suoi confronti, uno sguardo costruttivo e d’amore e per possedere questo sguardo benedicente occorre imparare ad amare seriamente, prima di tutto sé stessi, la propria vita: il migliore atto educativo è l’esempio, ognuno di noi ha bisogno di esempi concreti, di persone che si fanno esempio e non di parole, le parole sono quasi sempre vuote perché non sono accompagnate dall’esperienza della vita, forse è così che molti genitori hanno tradito i propri figli e le loro aspettative, forse è per questo che i progetti educativi falliscono. Il vissuto interiore di una persona ancora in fase di crescita anagrafica e di progresso nell’età, di edificazione della sua individualità, della sua giovane personalità in formazione, che sceglie suo malgrado l’alcol e la droga, è un vissuto di dolore psicologico, perché il vero male di coloro che cadono nelle dipendenze è un male oscuro dell’anima; io sono convinto che questo male possa essere guarito soltanto da una grande capacità d’amare che è oltremodo carente quasi in tutti, ma che qualcuno grazie al Cielo possiede, è un delitto lasciare soli i nostri giovani e disconoscere così la loro innocenza, i genitori e gli adulti dovrebbero essere educati all’ascolto per poter comprendere l’anima, il cuore dell’altrui persona e saper dare di conseguenza le risposte giuste al momento giusto, che contribuiscono a guarire l’anima dal male: la parola ha un grande potere lenitivo, con una parola soltanto possiamo salvare o perdere, ma prima è necessario ascoltare, perché se una persona si sente ascoltata si sente anche considerata, di per sé l’ascolto è il primo atto d’amore gratuito nei confronti di un ragazzo e di una ragazza che soffrono, è un modo per toglierli dalla desolazione propria del lupo della steppa, è un primo passo verso la redenzione di un’anima dal male misterioso che la opprime; ma ricordiamoci sempre che il rispetto esige assenza di condizionamenti e di coercizioni, vuole soprattutto considerazione per la libertà, una persona è libera anche di farsi del male se lo vuole, ma se si sente veramente amata cambia e desiste dal suo proposito negativo, questa è la logica da applicare nell’educazione della gioventù sempre meritevole della nostra fiducia e della nostra attenzione benevola.