Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 29 aprile 2022

Silloge poetica n°048


LA PASQUA

Arriva la Pasqua e gli agnelli vanno al macello
per quei cuccioli che soddisfano la tradizione
dopo quaranta giorni è il martirio
per riempire il ventre di chi vuole fare festa con la carne
la carne di creature ancora con l'affetto di bambini
ed ecco Gesù nel venerdì di passione
simboleggiato dalle carcasse di carne fresca preincartata
comprate al centro commerciale o dal macellaio
quegli agnelli sono quelli della pasqua ebraica
quelli dell'esodo degli ebrei
mangiati in fretta con erbe amare e pane azzimo
perché si deve andare lontano per emanciparsi dalla schiavitù
nel deserto e poi in una terra lontana
e noi cristiani il venerdì di passione digiuniamo
e pensiamo a quanto il Signore ha sofferto per amore di noi
per il miscredente è un uomo innocente
che muore per mano dello Stato
e quindi niente di nuovo sotto il sole
è qualcosa che si ripeterà in avvenire pressoché sempre
e a nessuno come degli agnelli cucinati a puntino
importerà mai un bel niente
ma Gesù è sulla croce e se poi non risorgesse a Pasqua
il mondo rimarrebbe il mattatoio dei bambini non nati
e degli inutili a cui somministrare il sacramento dell'eutanasia
ma Gesù forse è risorto e per qualche anima bella
gli agnellini possono continuare a vivere
e la vita umana possiamo guardarla da un'altra prospettiva
il venerdì di passione lo attraversiamo tutti
dovrà accadere prima o poi
è il modo di viverlo che cambia la nostra storia
possiamo svanire nel nulla senza alcun senso per nessuno
o risorgere con Colui che ha vinto la morte
la Pasqua è una speranza e vuole dirci di amare
amare gli agnellini è amare un po' Gesù
Gesù avrebbe detto dalla croce di lasciarli vivere
perché la bellezza di una creatura è nascosta nella sua stessa vita
il venerdì di passione ci insegna il rispetto per la vita
quella di chiunque senza discriminazioni
è un paradosso che Dio che muore ci insegni quanto vale la vita
ma la vita vale quanto Dio che risorge
perché solamente Lui ha il potere di dare e di riprendersi la sua vita
e così può darla a noi che ci ama
comprendiamo che gli agnelli della Pasqua siamo noi
ma non per finire cucinati in padella
con la compassione per Gesù siamo tratti fuori dalla tomba
quelle tombe vuote della Pasqua con Gesù

 

IL GIORNO SILENTE

Oggi Gesù dorme nel sepolcro
nel Simbolo cantiamo che discese agli inferi
per prendere per mano tutti i morti
il penitente Adamo e la sua sposa madre dei viventi
che giusti furono giustificati dal Giusto
e accompagnarli nel Regno di Dio
nella Casa del Padre
quando l'età aurea dell'innocenza
all'origine della creazione
mondo in cui il pensiero dell'Eterno non fu deturpato

 

HINNŌM

Nei feudi di terre lontane e sconosciute
sotto il cielo della nera fuligine
le presenze invadono la mente inesperta
e la chimica lascia il posta allo strano
sono i percorsi dell'inatteso fra noi
e quanti hanno deliberatamente offeso la vita
ritornano alla memoria nelle fasi più nefaste
della storia che si ripete in ardui cammini
girano perduti gli anziani che combatterono i vizi
la loro giovinezza è scritta ancora in cuori netti
ma la fede è morta nell'esperienza
oramai credere è sinonimo di pazzia
scellerato chi crede che oltre il muro della percezione
vi siano luoghi che ostinatamente si nascondono
e dove morivano le illusioni si spegneva anche la speranza
dove la realtà copriva il perdono ecco la vendetta
è un baratro assurdo quel volere con superbia
gli uomini che costruiscono paradisi scaduti e artificiali
nel fuggire le croci che ovunque ci sorvegliano
la terra che si fa lieve agli inermi
che concede grazia a coloro che perdono i giorni
dentro quel divenire incoerente e inevitabile
è un lutto sempre acceso come il lume dei morti
nei cimiteri sotto la luna rossa
quel bagliore divampa nei cuori impauriti
e arde il fuoco dell'ignoto
soltanto ancora pochi passi e cadrò in quel baratro
tutto sembrerà accorgersi della dipartita
mentre il tempo si fermerà
fuori dalle mura della città vecchia
a Gerusalemme
nella valle di Hinnōm
dove le esecrande offerte ai demoni
ricadono sul terreno arso col fuoco imperituro
nello scandire dei rintocchi di una campana
sempre fredda di carità e solitaria
ogni speranza per il mondo è ogni gesto d'amore
senza luoghi in cui dei cuori amano
dove si vive negli altri
c'è il non ritorno e l'eterna notte


LA LIBERTA'

Quando aprivo la porta del suo cuore
il mio rimaneva chiuso
chiudendo quella porta arcana il mio cuore tremava
e nelle vene dentro il mio corpo il sangue moriva
sangue nero come di morto
e un fetido odore si disperdeva nell'aria
l'amore fermo e morto che non scorreva più
senza quell'aria pulita morivo tutto
la grazia della giovinezza finiva ovunque
sia nel mondo che in me
quando la mia mente guardava la realtà
erano sempre visioni di morte
non c'era altro da fare che riempire il vuoto
e per farlo ripiegavo sulla negazione
nulla di sano e nulla di vero
nulla di bello e nulla di coerente
nulla nel tempo e nulla nell'eternità
oltre il muro della percezione la vita che rinasce
e sempre fuori di me la morte
quel muro dovevo attraversarlo in me
era nelle profondità del mio cuore la verità che amavo
non c'era altro di sensato che afferrare l'istante
e in quel solerte passaggio finalmente la vita
nello Spirito increato che i teologi chiamano amore
nella pace della coscienza che mai acconsentì al male
in quell'abisso perduto era presente la felicità
la trovai amando coloro che mi circondavano e che conoscevo
la trovai in coloro che non conoscevo
e che come me abbracciavano la propria croce
nel Nazareno che calpestava la terra di Palestina
che enunciò il grande Comandamento
trovai la forza per amare
e sentirmi finalmente libero da me stesso
la sua Croce era anche la mia


LA CASA DEI MATTI

Alla casa dei matti c'era sempre la pioggia
come le lacrime della Madonna sull'innocenza tradita
sul peccato che come ferita sanguinante
stillava il suo dolce miele dal cuore
alla casa dei matti c'erano lunghe corde
per imprigionare la felicità e togliere vita al sentimento
c'erano letti di ferro per reati minori
come il furto di una rosetta di pane per fame
e dentro quella casa giganti dalle mani sporche di disprezzo
afferravano corpi vestiti di un camice di colore neutro
di un colore spento come la coscienza dei violenti
e la persona divenuta cosa
dentro gabbie e in vasche di acqua gelata
per curare la malinconia
dove frenare il delirio
anche con sollecitudine calmare le paure
e uccidere la solitudine in una luce artificiale
che dall'alto delle camerate
o nel chiuso di una cella
si diffondeva nella società dei fuoriusciti
sempre col candore freddo di chi non potendo più parlare
piangeva senza lacrime la propria condizione
quel dolore disabitato nelle cantine dell'esistenza
un buio dentro che conquistava
il sempre anelito alla libertà
e poi fuori sotto grandi alberi a guardarsi negli occhi
e le loro lacrime scendevano dai miei occhi inconoscibili
come aratri che scavavano solchi nell'anima
il coltivatore era il dio ignoto
quel dio ignoto a cui i pagani in Atene dedicarono un altare
l'altare della mente dentro scatole fragili di carne
e poiché l'uomo era prigioniero
l'uomo risanato ritrovava se stesso
il destino si compiva
e la febbre lo lasciava per i secoli avvenienti
fuori da quelle case strane
edificate per paura e incomprensione
una fanciulla porgeva dalla grata un fazzoletto di lino bianco
e la lacrima della perdizione veniva redenta
quel miracolo inaspettato lo chiamarono persona
l'umanità ritrovata della persona


L'EFFIMERO DELLE SENSAZIONI OLTRE IL CONTATTO

Il gatto ha nove vite
una soltanto è concessa per amare
il senso del tatto richiama il sogno

Non c'è livrea d'amore più sfocata
e nel tocco lieve della zampa sulla pelle
il mio andante sospiro che allevia

Il gatto ha nove musiche nel grembo
è l'ispiratore di carezze notturne
i suoi occhi brillano nel buio

Il suo mantello è soffice come lana
miagola piano nel silente giaciglio bianco
è la sua ode d'amore per la femminea bellezza

Non graffia per collera la pelle morbida
scruta con l'intuito il sensibile cuore
è bella la donna nelle sue forme sinuose

Il fascino femminile è un felino amabile
è come un predatore appostato per ghermire
la bellezza di una donna che ferisce

L'amore nasce dove lo sguardo si posa sull'anima
dal corpo traspare oltre la natura
come un gatto che nasconde le sue pupille alla luce

La donna e il desiderio rivelano l'assenza
l'eleganza del gatto è lo stile femminile
chi vede la donna non desidera un corpo


IL CANTASTORIE

Oramai arrivata l'estate
un cantastorie meditabondo passava per il paese
aveva l'aspetto trasandato
di chi nella vita le ha passate tutte
sembrava un senzatetto
ma anche un rifugiato che veniva dalla guerra
poteva essere un migrante
che ha attraversato a rischio della vita il mare
era invece un fantasma del consumismo
dedito alla roba tanto desiderata nei centri commerciali
comprava l'inutile per le persone inutili
e si divertiva con una sola favola
quella del cittadino idiota
che crede tutto quel che gli si dice
quando alla televisione e sui giornali ci mettono una realtà
le altre realtà che sono tante e brutte le nascondono
e il cittadino idiota vive ubriaco
ebbro del liquore della scemenza collettiva
appena scopre che dietro quel mondo falsificato
c'è un mondo tanto sporco e ingiusto
da far tremare le vene ai polsi
corre al confessionale per dire tutto
della sua innata cattiveria
della sua malalingua
e delle sue azioni volgari o violente
c'è chi è violento con la lingua
nei libri sapienziali si dice
che con la lingua si uccide e si guasta la coscienza
quando il cantastorie del mondo mediatico
comincia a parlare dei diritti umani
e dell'eguaglianza e poi anche della fraternità
si fanno presenti la demagogia e la propaganda
il populismo e l'interesse di casta
il corporativismo che divide le genti in fazioni
la mafia che riempie di narcotici le città
ammala la gioventù e corrompe il tessuto sociale e lavorativo
la politica che prende tutti per i fondelli
che non migliora la società civile
ma la rende un coacervo di animali stupidi e cattivi
che si sbranano a vicenda per il dio denaro
quando il cantastorie finisce la sua storia
nascosti dal paravento delle vanità
muoiono i deboli che con le loro lacrime
bagnano gli ideali lasciati marcire al cimitero
quando il cantastorie finisce la sua storia
l'illusione ci rende tutti un po' più scemi e anche felici
e il dolore degli innocenti continua il suo grido
verso la cima dei campanili e dentro le navate delle chiese
dove non c'è più un dio da amare
ma gli idoli attraenti di tanta mercanzia superflua
che toglie il necessario
e rende vana ogni vita dei figli dell'umanità orgogliosa
quando il cantastorie finisce la sua storia
passano i cadaveri nelle strade
come nelle danze macabre medievali
per dirci che la morte
è l'unica cosa rimasta vera
e il futuro l'ombra delle pubblicità ovunque


NASCOSTO NEL BUIO

Il papavero rosso
giaceva inerte sul terreno
estirpato dall'odio cupo dei villici
delle persone indifferenti
morto l'amore il fiore appassì
e le folate di vento
lo gettarono nella fornace del disprezzo
ad ogni ora del giorno nasceva un nuovo fiore rosso
sanguinava copioso dai petali per il dolore
era il dolore degli abbandonati
di coloro che dagli altri hanno ricevuto i più amari torti
che dagli altri non hanno avuto niente
ogni tanto per le vie dei campi passava un prete
che dava da bere ai fiori perché non disseccassero
un uomo certamente dabbene che chiedeva all'acqua
quali sono le sorti dell'uomo solo
e l'acqua rispondeva che la sorte è un abito lacero
che abbiamo indossato noi controvoglia
o è la conseguenza della nostra incapacità
del nostro rispondere inadeguatamente alle difficoltà della vita
talvolta la sorte ce l'hanno cucita addosso
degli sciacalli avidi privi di senno
sono come chi attua la circonvenzione di un fragile
gli portano via tutto compresa la dignità
nuovamente prigioniero di una violenta indifferenza
adesso quel prete non ci dona più acqua né pane né vino
ma trafigge con chiodi rugginosi e acuminati
le nostre mani ed i nostri piedi
ci offre sui suoi altari come vittime di un mondo fratricida
dove la vita vale quanto un po' di denaro prestato ad usura
quello che dobbiamo restituire
è anche la nostra anima perdutamente ferita
perdutamente soffocata dai gemiti della solitudine
moribonda dentro un corpo stanco
passa oltre la religione con le sue pie illusioni
e rimane l'angoscia con un disperante bisogno di qualcuno
il prete ha portato Dio ma noi non l'abbiamo visto
dice che è nascosto nella nitore particola
ma la sua indifferenza e la sfacciata ipocrisia
lasciano intravedere l'immaginazione così fervida
dietro il miracolo dell'amore compiuto
ma io in questi campi fangosi continuo a convincermi
che Dio è amore oblativo
e che ciascuno di noi è grandemente amato
credo per la bellezza scritta ovunque
tra la gente incoerente che troppo ama il male
e permette tante lacrime innocenti
che cadono bagnando un suolo sporco
dove tanti serpenti si contorcono
gioendo di tante vite prematuramente spezzate
forse dove il viaggio finisce
si nasconde poi l'amore che da sempre ci ama
è un amore al presente nascosto nel buio
ogni volta che nella felicità delle mie fantasie lo incontro
questa mistica fatta di contenuti immaginifici
che tocca il cuore dei buoni
ci cambia e ci completa
fuori da questo assurdo dilemma

L'agire dei demoni dell'impurità

IL MALEDETTO PECCATO IMPURO CONTRO NATURA FA SCHIFO ANCHE AI DEMONI

Santa Caterina da Siena (1347-1380), maestra di spiritualità e Dottore della Chiesa, condannò in maniera veemente il peccato di impurità. Nel suo Dialogo della divina Provvidenza, in cui riferisce gli insegnamenti ricevuti da Gesù stesso, ella così si esprime sul vizio contro natura: "Non solo essi hanno quell'immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell'enorme peccato".

IL PECCATO IMPURO sia eterosessuale che omosessuale a maggior lena è quello che fa finire più anime all’inferno come il diavolo ha confessato durante un esorcismo: "Tutti coloro che stanno nel pozzo infernale, vi si trovano per l’impurità. Hanno fatto anche altri peccati, ma si sono dannati sempre per questo peccato o anche con esso. Io faccio travisare gli ordini del Creatore, il quale ha dato un corpo umano quale strumento di procreazione. Lavorando nella mente degli impuri, li persuado che la continenza corporale non è possibile. Dopo questa convinzione, sobillo le passioni secondo il sesso, l’età e le varie circostanze che la vita presenta. Io eccito la curiosità agli adulti, ai giovani ed ai ragazzi, saziando le loro brame immorali. Tutti costoro, stanno dentro la mia rete, ma inebriati al piacere impuro non vedono la mia rete. La vedranno in seguito, quando non avranno più rimedi nella fornace ardente eterna. Tu, pretaccio, pensi che televisori e films siano i soli mezzi di cui mi servo per popolare l’inferno? Si sono i miei prediletti; ma come il pastore gode a vedere un grande prato ricco di erbe fresche, così e più ancora godo io a vedere la massa femminile con la moda moderna, specialmente per strada e sulle spiagge. Con ansia noi demoni dell’impurità aspettiamo il periodo estivo per legare più uomini e donne alle nostre reti d’impurità".

(Esorcismo di Don Giuseppe Tomaselli)

Selezione di haiku n°032


I cinque petali rosa

non avremo frutti sul ciliegio

distesa benedicente

 

I fiori del mandorlo

queste cerimoniose vestigia

le api danzano al sole

 

Vola il pettirosso

è trascorsa l'alba di oggi

un giorno avanza

 

La notte è muta

ma si azzuffano i gatti

qualche strillo

 

Ci sono le gemme

dai rami dell'acero rosso

la terra sorride

 

Coda di gatto

scuotersi nervosa

fugge la preda

 

Ombra di stelo

il bambù riposa

nel tepore

 

L'erba fredda

un mattino pulito

lento sorgere

 

Molte formiche

dai percorsi diritti

portano briciole

 

La lana folta

del vello asciutto

lassù al pascolo

 

Vento irruente

una tegola cade a terra

rompe la voce

 

Il pino marcisce

sempreverde innato

la fine del tempo

 

Passi sui selci

la città si placa

antiche vie

 

Cuore animale

un verso e si placa

fermo nell'udito

 

Limpida nube

argine del cielo

lassù e poi


Nel sottotetto

il nido di rondini

voli solerti

 

Se urticano

un folto di ortiche

l'ansia ritrae

 

Lieto giorno

una brezza primaverile

la foglia danza

 

Sul ciglio

odore di erba tagliata

fiore di tarassaco

 

Ore del mattino

la frescura del fiume

un'ombra passa


Cerco nostalgico l'alba

non c'è ancora nulla nel chiarore

la tua presenza mamma

 

Questo legame così forte

tra le tue braccia riposo tranquillo

sei tu madre la vita

 

Non distogliere il tuo cuore

rimarrai giovane negli anni che passano

l'anima forse è immortale

 

Ascolto la ninna nanna

sono un bimbo che si addormenta

la fiducia è il cuore materno

 

Questa culla è tanto modesta

grande è l'amore che attornia l'innocenza

l'attenzione benigna e il mite sentire


Da quel largo infisso

il coleottero nella stanza

danza e subito fuori

 

Nel campo un corvo

cerca il cibo un po' in giro

si scuote nero e zitto

 

Il rampicante al muro

senza quei fiori azzurrini

pianta che non geme

 

Laggiù l'isola

acque gelide del lago

il traghetto incede

 

La finestra chiusa

il geranio non è bagnato

di un solo vaso

domenica 24 aprile 2022

Una rivelazione privata riconosciuta

BEATA MADRE ELENA AIELLO (1895-1961), VISIONI E PROFEZIE CHE SONO UN APPELLO ALLA CONVERSIONE

Dopo aver iniziato le solite sofferenze, verso l’una del pomeriggio, Gesù mi è apparso coperto di piaghe e di sangue e mi ha detto:


«Guarda, figlia mia, come mi hanno ferito i peccati del mondo. Il mondo è stato completamente sommerso dalla sporcizia e trabocca di corruzione. I governi dei popoli sono sorti come diavoli incarnati. Mentre parlano di pace, si stanno preparando per una guerra con armi devastanti per la distruzione di popoli e nazioni. Gli uomini abusano della mia misericordia e hanno trasformato la terra in una scena del crimine. Molti scandali portano anime alla perdizione... Soprattutto a causa della corruzione della gioventù».


«La preghiera è quasi morta sulle labbra di molti. La volontà degli uomini non cambia più. Vivono nell’ostinazione del peccato. Occorrono dalle mie anime fedeli la preghiera e la penitenza per placare la giustizia divina, per temperare la giusta sentenza di punizione, che è stata sospesa sulla terra per intercessione della mia amata Madre, che è anche la Madre di tutta la stirpe umana».


«Oh, quanto è triste il mio cuore nel vedere che gli uomini non rispondono ai tanti appelli del mio amore e del mio dolore, rivolti dalla mia amata Madre all’umanità errante. Sbandati nel buio continuano a vivere nei loro peccati e si allontanano sempre più da Dio; ma si avvicina il castigo del fuoco per purificare la terra dalle iniquità degli empi».


«La giustizia di Dio esige riparazione per le tante offese e crimini che ricoprono la terra e che non possono più essere enumerati. Annuncia all’umanità che deve tornare a Dio, facendo penitenza e così facendo ha la speranza di essere perdonata e salvata dalla morte, giusta vendetta di un Dio disprezzato» (rivelazione del 16 aprile 1954).


Un anno dopo ebbe una rivelazione dalla Beata Vergine, che apparve con un vestito nero e sette spade che le trafiggevano il Cuore Immacolato, e gli rivelò quanto segue:


«Ascoltami attentamente e rivela al mondo intero: il mio cuore è molto triste per le sofferenze che si abbatteranno sul mondo che sta combattendo una catastrofe imminente. La giustizia di Dio è offesa all’estremo. Gli uomini vivono nell’ostinazione dei loro peccati. L’ira di Dio è vicinissima. Proclama, grida forte, finché i Sacerdoti di Dio ascoltino la mia voce affinché avvertano l’umanità che il castigo è vicinissimo e se gli uomini non si rivolgono a Dio con la preghiera e la penitenza, il mondo sarà gettato in una nuova e più terribile guerra».


«Una tempesta di fuoco cadrà sulla terra. Questa terribile punizione che non si è mai vista nella storia dell’umanità durerà 70 ore».


«Gli atei saranno schiacciati e annientati e molti si perderanno perché rimarranno nell’ostinazione dei loro peccati. Allora si vedrà il potere della luce sul potere delle tenebre. Non tacere, figlia mia, perché le ore delle tenebre e l’abbandono si avvicinano».


«Mi chino sul mondo, tenendo in sospeso la giustizia di Dio. Altrimenti queste cose sarebbero già venute sulla terra. Le preghiere e le penitenze sono necessarie perché gli uomini devono tornare a Dio e al mio Cuore Immacolato, mediatore tra gli uomini e Dio, e in questo modo il mondo sarà almeno in parte salvato».


«Annunciate queste cose gridando a tutti, come se foste l’eco stessa della mia voce. Annunciate questo a tutti, perché aiuterà a salvare molte anime e prevenire molta distruzione nella Chiesa e nel mondo».


Rivelazione del 7 gennaio 1950:


«Quando un segno straordinario apparirà in cielo, sappiate che il castigo del mondo è vicino (il famoso avvertimento?). Beati coloro che in quel momento possono chiamarsi veri devoti di Maria... Il flagello del fuoco è vicino e purificherà la terra dall’iniquità degli empi... La giustizia di Dio pesa sul mondo e l’umanità macchiata di colpe sarà lavata nel proprio sangue, malattie, carestie, terremoti, naufragi e in guerra alcune nazioni saranno purificate mentre altre scompariranno del tutto. L’Italia sarà punita e purificata da una grande rivoluzione».


Il 27 marzo 1959, che era il Venerdì Santo, ebbi la seguente rivelazione:


«Che il peccato dell’impurità faccia scempio in mezzo ai giovani e ai bambini. La famiglia cristiana ha cessato di esistere. Pregate instancabilmente... Roma sarà punita... La Russia prevarrà su tutte le nazioni, in modo speciale sull’Italia, e alzerà la bandiera rossa sulla cupola di San Pietro; la basilica sarà circondata da leoni ferocissimi».

mercoledì 6 aprile 2022

Libera nos de persona satanae


Litanie a Nostra Signora 

della Liberazione


Nei paesi francofoni e in Libano è diffusa la devozione alla Madonna della Liberazione. Forniamo di seguito la traduzione delle litanie in suo onore.

Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre del Cielo, che sei Dio
abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo, che sei Dio
abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio
abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio
abbi pietà di noi
Santa Maria della Liberazione
Prega per noi
Santa Maria della Vittoria,
Prega per noi
Santa Maria, su cui si è posata la Potenza dell’Altissimo
Prega per noi
Santa Maria, più valente di Ester e Giuditta
Prega per noi
Santa Maria, il cui Figlio ha schiacciato la testa a satana
Prega per noi
Santa Maria, Donna vestita di sole, invulnerabile agli attacchi di satana
Prega per noi
Santa Maria, che ci proteggi contro il dragone furioso
Prega per noi
Santa Maria, rifugio dei peccatori
Prega per noi
Santa Maria, liberatrice e salute degli infermi
Prega per noi
Santa Maria, speranza dei disperati
Prega per noi
Santa Maria, che hai fatto esultare san Giovanni Battista nel seno materno
Prega per noi
Santa Maria, protettrice delle donne incinte e delle partorienti
Prega per noi
Dal potere e dalle tentazioni di satana
Vergine Maria, liberaci
Dalla seduzione degli idoli e dalle false dottrine
Vergine Maria, liberaci
Dalle possessioni diaboliche
Vergine Maria, liberaci
Dalle illusioni pericolose e dallo spirito del male
Vergine Maria, liberaci
Dagli operatori dell’occulto
Vergine Maria, liberaci
Dai patti satanici che rendono schiavi di satana
Vergine Maria, liberaci
Dall’idolatria, dallo spiritismo e dal satanismo
Vergine Maria, liberaci
Dalle sette, dall’occultismo e dalle società segrete
Vergine Maria, liberaci
Dagli inganni della divinazione e dalle false predizioni
Vergine Maria, liberaci
Dalle visioni fasulle e dai sogni ingannatori
Vergine Maria, liberaci
Da ogni maledizione
Vergine Maria, liberaci
Dai malefici e da ogni pratica occulta
Vergine Maria, liberaci
Da ogni spirito di morte, di suicidio e di omicidio
Vergine Maria, liberaci
Dalle malattie di origine malefica
Vergine Maria, liberaci
Dai flagelli devastanti
Vergine Maria, liberaci
Dalla fame, dalla violenza e dalla guerra
Vergine Maria, liberaci
Dagli incidenti mortali
Vergine Maria, liberaci
Dalle malattie contagiose
Vergine Maria, liberaci
Dalla sterilità
Vergine Maria, liberaci
Da ogni minaccia contro i bambini nel grembo materno
Vergine Maria, liberaci
Dai parti difficili e da ogni trauma infantile
Vergine Maria, liberaci
Dalle perversioni che minacciano i bambini
Vergine Maria, liberaci
Dalle angosce dell’anima e dai mali fisici
Vergine Maria, liberaci
Dai mali ereditari
Vergine Maria, liberaci
Dalla scomparsa misteriosa di persone care
Vergine Maria, liberaci
Dai blocchi mentali ed affettivi
Vergine Maria, liberaci
Dall’empietà
Vergine Maria, liberaci
Dall’ateismo e dalla cultura di morte
Vergine Maria, liberaci
Dalle tentazioni contro la fede
Vergine Maria, liberaci
Dalle comunioni sacrileghe
Vergine Maria, liberaci
Dalla disperazione e dallo scoraggiamento
Vergine Maria, liberaci
Dallo spirito di paura
Vergine Maria, liberaci
Dalla tiepidezza nel servizio di Dio
Vergine Maria, liberaci
Dallo spirito di orgoglio e di dominazione
Vergine Maria, liberaci
Dall’ostinazione nel peccato
Vergine Maria, liberaci
Dal peccato contro lo Spirito Santo
Vergine Maria, liberaci
Dal rifiuto di perdonare i nemici
Vergine Maria, liberaci
Dai pensieri di odio e dai pensieri impuri
Vergine Maria, liberaci
Dagli inganni del diavolo nell’ora della morte
Vergine Maria, liberaci
Dalle sofferenze del Purgatorio
Vergine Maria, liberaci
Dalla dannazione eterna
Vergine Maria, liberaci

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
Perdonaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
Esaudiscici, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
Abbi pietà di noi, Signore

Cristo vincitore della morte
Ascoltaci
Cristo vincitore di satana
Esaudiscici

Spirito Santo liberatore
Ascoltaci
Spirito Santo consolatore
Esaudiscici

Dio Padre Onnipotente
Ascoltaci
Dio Padre Onnipotente
Liberaci dal Maligno

O Maria concepita senza peccato
Prega per noi che ricorriamo a te

Prega per noi Santa Maria della Liberazione
Affinché siamo liberati da tutte le tribolazioni

Preghiamo

Ti lodiamo o Padre, per il tuo amore, la tua misericordia, la tua potenza, e per la vittoria del sangue dell’Agnello, tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo. Ti lodiamo per nostra madre, l’Immacolata Vergine Maria. Accorda a tutti noi che ricorriamo alla sua materna protezione, la liberazione dai mali che ci affliggono. Liberaci dalla potenza delle tenebre affinché viviamo nella libertà dei figli di Dio e nella gloria di Cristo Risorto. Amen.