Su Rai4
ho guardato le puntate di The dark side
un documentario che tratta di investigazione nell’ambito del paranormale,
alcuni investigatori entrano nei luoghi d’Italia che hanno la fama di essere
infestati da spettri e fantasmi, cercando di registrare dei fenomeni attraverso
degli strumenti tecnici ma non ci riescono facendo la sceneggiata di chi non
crede affatto a questi eventi soprannaturali, insomma niente fantasmi o voci
strane, niente spostamenti di oggetti e rumori quindi niente soprannaturale ma soltanto
tanta paura e suggestione, tutta una questione psicologica. Ma occorre dire la
verità riguardo ai luoghi infestati, sono luoghi in cui si sono commessi gravi
peccati e a causa del peccato si sono insediate delle presenze diaboliche,
esistono davvero dei luoghi infestati da demoni o spiriti del male che vengono
scambiati per anime di defunti che vagano tra le stanze di una casa o in un
castello, ci sono tante storie che si raccontano e tramandano per incutere la
paura, quelle presenze non sono anime perché le anime dopo la morte vanno nelle
loro sedi eterne in Paradiso o all’inferno, non rimangono intrappolate sul
nostro piano della realtà, si tratta sempre e soltanto di demoni e di anime
dannate usate dai demoni, succede così anche nei casi di possessione diabolica.
Ma tutti sanno che i demoni tendono all’inganno e per fare deviare le persone
dalla verità fanno credere certe cose riguardo a certi fenomeni, per
allontanare dalla verità e dalla preghiera; ad esempio nelle case in cui ci sono
state sedute spiritiche o si è usata la tavola Ouija, o addirittura hanno
abitato dei satanisti praticando certi riti blasfemi i demoni hanno approfittato
della vulnerabilità delle persone che solitamente non pregano e non vivono in
grazia di Dio, per avere un contatto con loro che si è risolto anche in una
possessione dei malcapitati o in vessazioni diaboliche, persino l’infestazione
del luogo con tutta una serie di fenomeni disturbatori e inquietanti; su
Youtube qualcuno carica video autentici in cui si possono osservare dei
fenomeni dovuti all’infestazione, non sono dei falsi e dietro ad essi non c’è
alcun trucco, si tratta dell’agire dei demoni sul nostro piano della realtà ma
per chi vuole rimanere scettico queste cose si prestano a tante spiegazioni
diverse. Ci si può liberare dai demoni pregando con assiduità il Santo Rosario
e vivendo in grazia di Dio, si deve considerare comunque la permissione del
Signore nel manifestarsi di questi eventi, i demoni possono fare soltanto
quello che il Signore gli permette e non possono andare oltre il consentito;
gli investigatori del paranormale che non conoscono la Verità rivelata si
espongono a tutti quei pericoli che conseguono all’intrusione degli spiriti
maligni nella vita delle persone, non pregano e sono affascinati dall’occulto
senza capire che il male arriva fino a dove arriva la colpa dell’uomo, è
importante pregare e non esporsi mai. La preghiera del Santo Rosario allontana
i demoni e gli influssi diabolici, chi persevera in questa preghiera può
liberarsi dal male e progredire nella conoscenza della Verità, può proteggere
le persone care con l’intercessione della Madonna che se preghiamo può aiutarci
nelle nostre necessità e cacciare via satana. Il Signore e la Madonna ci amano
e desiderano il nostro bene mentre satana vuole rovinarci per l’eternità, chi
prega con perseveranza è una persona saggia che con la luce della fede
rischiara la sua vita e offre una testimonianza credibile al prossimo, la sua conversione
e la grazia che si riversa anche nei lontani; il Vangelo è colmo di eventi soprannaturali
e sono tutti autentici, non sono delle metafore ma dei fatti concreti accaduti
nella nostra storia; ci sono tanti casi di infestazione diabolica e da quei posti
occorre semplicemente rimanere lontani e al limite pregare, chi prega ha fede e
la fede nasce e si fortifica nella preghiera.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
martedì 27 aprile 2021
Investigatori del paranormale
domenica 25 aprile 2021
Il morbo ineliminabile della violenza
La nostra
è una società violenta dove spesso si sente parlare di crimini di violenza sui
giornali e nei media in genere, ci sono i casi di femminicidio ed è aberrante considerare
come tante donne e ragazze cerchino aiuto invano prima dell’ultimo atto, dove l’uomo
le colpisce a morte sicuro di una giustizia umana che lo condannerà a pene
irrisorie, per poi tornare in libertà a fare il suo comodo come se la vita di
una persona innocente non valesse proprio niente. C’è il proliferare della libera
circolazione delle armi da fuoco che rendono insicura l’intera società, dove
qualsiasi squilibrato senza precedenti penali può ottenere il porto d’armi che
lo rende un potenziale omicida, senza nemmeno passare da una seria perizia
psichiatrica che riveli le sue reali attitudini da psicopatico e tutto questo a
causa di leggi ignobili e irresponsabili. Le vittime della violenza sono spesso le persone più deboli senza alcuna reale tutela da parte delle
istituzioni, ricordo un fatto di cronaca abbastanza recente in cui un uomo con
una invalidità psichiatrica veniva da anni preso di mira da un branco di
giovani bulli che gli usavano ogni sorta di malvessazione filmandosi con gli
smartphone, questa persona sei mesi prima che venisse assassinata a botte aveva
chiesto aiuto alle forze dell’ordine rimanendo ignorata: ho impresso ancora il suo
volto da quei video passati in parte sui telegiornali, un uomo buono e
inoffensivo, un agnello senza alcuna colpa; purtroppo le vittime sono quasi sempre come lui e i loro aguzzini si
fanno forti nel rimanere nascosti con la garanzia dell’impunità, e chissà
quanti altri casi ancora di cui nessuno conosce i fatti reali dove servirebbe prevenzione e un maggiore controllo da
parte degli organi competenti, per impedire a certi mostri per vocazione di
assecondare i loro vizi perversi sempre nascosti dall’omertà e impuniti. Ma perché la violenza si esprime soprattutto contro le persone più deboli o contro
i giusti? persino nell’ambito famigliare, dove tutto rimane all’interno delle
quattro mura domestiche e non viene quasi mai denunciato quello che accade, dove la paura di ritorsioni mette la persona che subisce nella condizione di non chiedere aiuto e di rimanere purtroppo
isolata; chi è violento negli atti e nelle parole si degrada umanamente e
smarrisce l’autentico senso dell’altro, smarrisce la sensibilità nell’accorgersi
dell’altro, del suo valore che dovrebbe renderci reciprocamente solidali e
della sua dignità di prossimo, di fratello o sorella in umanità; di seguito
cito una pagina emblematica della Sacra Scrittura, la pagina che tratta dell’uccisione
di Abele da parte del fratello Caino e la nostra storia è la continua
ripetizione nel tempo di quell’atto fratricida e vigliacco compiuto su
istigazione del maligno dove homo homini
lupus ‹òmo òmini ...› (lat. «l’uomo è lupo per l’uomo»). – Proverbio
pessimistico, derivato dall’Asinaria di Plauto, II, 4, 88 (lupus est
homo homini, non homo), che vuole alludere all’egoismo umano, e assunto
dal filosofo T. Hobbes, nella sua opera De cive, per designare lo stato di
natura in cui gli uomini, soggiogati dall’egoismo, si combattono l’un l’altro
per sopravvivere.
Genesi 4, 1-26
1 Adamo si unì a Eva sua moglie, la
quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal
Signore». 2 Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era
pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. 3 Dopo un certo tempo,
Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele
offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la
sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto
irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a
Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se
agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è
accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu
dòminalo». 8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!».
Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo
uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo
fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio
fratello?». 10 Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo
fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto lungi da quel
suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando
lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco
sarai sulla terra». 13 Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la
mia colpa per ottenere perdono! 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo
suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla
terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». 15 Ma il Signore
gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il
Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse
incontrato. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di
Nod, ad oriente di Eden. 17 Ora Caino si unì alla moglie che concepì e
partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome
del figlio. 18 A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl
generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. 19 Lamech si prese due
mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. 20 Ada partorì
Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il
bestiame. 21 Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il
padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. 22 Zilla a sua volta
partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La
sorella di Tubalkàin fu Naama. 23 Lamech disse alle mogli: «Ada e Zilla,
ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire: Ho
ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. 24 Sette
volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette». 25 Adamo si unì di
nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché - disse - Dio
mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha
ucciso». 26 Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si
cominciò ad invocare il nome del Signore.