Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 12 aprile 2020

Oggi è ancora Pasqua

Nel profondo di ciascuno si annida la tentazione di affermare il proprio ego in ogni attività che svolgiamo, anche quelle che consideriamo in favore degli altri, si tratta di quella recondita superbia di cui tutti sono ammalati nel mondo della competizione e del successo ad ogni costo, siamo in questa ‘disciplina’ dei sottili ingannatori di noi stessi, sappiamo mentire ad arte a noi stessi per ingannare gli altri. L’unico vero samaritano è il Signore che si china sulle miserie di ciascuno di noi per compatirci senza pensare a se stesso e per liberarci dal male che nella nostra ignoranza facciamo innanzitutto alla nostra amata e ‘amabile’ persona. Tutti hanno una visione della vita all’insegna dell’amor proprio e dell’egoismo e nessuno si accorge che con questa impostazione danneggia la propria anima e permette al diavolo di conquistarlo alla sua causa. Quando una persona diventa capace di amare sul serio diventa davvero il cuore e la mano di Dio quaggiù, ma amare significa mortificarsi e rinunciare a sé stessi per qualcuno, è una dinamica che ci porta fuori di noi, ed è una scelta molto difficile perché comporta come conseguenza la croce, il patire più amaro e l’inimicizia di coloro che possiedono ancora la mentalità di questo mondo, perché non si sono mai convertiti al Vangelo o hanno vissuto da attori in vista dei beni terreni da avere subito. Oggi è Pasqua, è il terzo giorno profetizzato da Gesù e il Signore è morto in croce ed è risorto dal sepolcro, si è consegnato volontariamente alla morte per pagare con le sue sofferenze il prezzo in favore delle nostre anime, soltanto così ha redento i figli di Adamo dalla morte eterna, facendo in modo che il male, il peccato e la morte svanissero per sempre nella gloria della sua vittoria, della sua Resurrezione alla vita nuova nel suo regno, quello che con la sua predicazione aveva annunciato ai poveri, agli ultimi e ai sofferenti, ma soprattutto ai peccatori che non vuole perdere ma che ha voluto salvare ad ogni costo, ad un prezzo così alto, quasi alla follia e cioè sacrificare la vita per il bene di quelli che non ti amano ma che si amano. La parola Pasqua significa passaggio, per gli ebrei è la festa del passaggio dalla schiavitù alla libertà, per i cristiani è la festa del passaggio di Gesù dalla morte alla vita ed è anche il passaggio dalla morte alla vita per tutti coloro che credono in Lui. La Pasqua rappresenta anche il mito della rinascita o della novità di vita, della rinuncia a satana e della fede in Dio Trinità dei catecumeni, di quelle persone che ricevono il battesimo e diventano figli e figlie di Dio. La Pasqua sancisce la sconfitta di satana e la liberazione dallo spirito del male, è infatti così che i cristiani debbono vivere con coerenza, liberi dalla schiavitù del diavolo e secondo i Comandamenti. La morte non avrà mai l’ultima parola perché Cristo è veramente risorto e l’intera umanità è stata associata a Lui nel sfuggire ai legami della morte, tutto si è compiuto una volta ed è per sempre. Come scrive San Paolo Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Gesù ha vinto la morte e ci ha reso partecipi della sua vita immortale, l’Amore increato ha vinto e non i seminatori di morte di ogni genere e specie che si prodigano nel mondo per diffondere la menzogna. Il messaggio cristiano annuncia che la vita è più forte della morte, ci dice che la vita umana ha veramente valore e il suo destino non è di consumarsi e finire, ma di rinascere nell’eternità oltre le apparenze e l’inganno. Questa è una visione che molti non accettano come verità e che comporta una mentalità e delle scelte ostili al Vangelo, ma ci sono anche persone che sinceramente credono in Cristo e nei valori cristiani. La vita non finisce con la morte.