Quindici minuti con Gesù, di
sant’Enrico de Ossò (questo testo è una meditazione riveduta e attualizzata).
Gesù parla affettuosamente al tuo cuore...: «Non è necessario,
figlio mio, saper molto per farmi piacere. Basta che tu abbia fede e che ami
con fervore. Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi
farmi piacere immensamente, confida in me immensamente. Allora parlami come
parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o
tuo fratello.
Vuoi farmi una supplica in
favore di qualcuno? Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli
o amici, o di qualche persona raccomandata… Dimmi subito cosa vuoi che faccia
adesso per loro. L’ho promesso: “Chiedete e vi sarà dato: chi chiede ottiene”.
Chiedi molto, molto. Non esitare nel chiedere. Ma chiedi con fede, perché io ho
dato la mia parola: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste
dire al monte: levati e gettati nel mare ed esso vi ascolterebbe. Tutto quello
che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà
accordato”. Mi piacciono i cuori generosi che in certi momenti sono capaci di
dimenticare sé stessi, per pensare alle necessità degli altri. Così fece mia
Madre a Cana in favore degli sposi, quando nella festa dello sposalizio è
venuto a mancare il vino. Mi chiese un miracolo e l’ottenne. Così fece anche
quella donna cananea che mi chiese di liberare la figlia dal demonio, ed
ottenne questa grazia specialissima. Parlami dunque, con la semplicità dei
poveri, di chi vuoi consolare, dei malati che vedi soffrire, dei traviati che
vorresti tornassero sulla retta via, degli amici che si sono allontanati e che
vorresti vedere ancora accanto a te, dei matrimoni disuniti per i quali
vorresti la pace. Ricorda Marta e Maria quando mi supplicarono per il fratello
Lazzaro ed ottennero la sua risurrezione. Ricorda santa Monica che, dopo avermi
pregato durante trent’anni per la conversione del figlio, grande peccatore,
ottenne la sua conversione e diventò il grande sant’Agostino. Non dimenticare
Tobia e sua moglie che con le loro preghiere ottennero fosse loro inviato
l’arcangelo Raffaele per difendere il figlio in viaggio, liberandolo dai
pericoli e dal demonio, per poi farlo ritornare ricco e felice affianco dei
suoi familiari. Dimmi anche una sola parola per molte persone, però che sia una
parola d’amico, una parola del cuore e fervente. Ricordami che ho promesso:
“Tutto è possibile per chi crede. Il Padre vostro che è nei cieli darà cose
buone a quelli che gliene domandano! Tutto quello che chiederete al Padre nel
mio Nome, ve lo concederà”.
E per te, hai bisogno di
qualche grazia? Se vuoi, fammi una lista delle tue necessità e vieni a leggerle
in mia presenza; ricorda il caso del mio servo Salomone, mi chiese la saggezza
e gli fu concessa in abbondanza. Non dimenticare Giuditta che implorò grande
coraggio e l’ottenne. Tieni presente Giacobbe che mi chiese prosperità
(promettendomi di dare in opere buone la decima parte di quanto avesse avuto) e
gli fu concesso molto, generosamente, tutto quello che desiderava e ancor di
più. Sara mi pregò ed io allontanai il demonio che la tormentava. Maddalena
pregò con fede e la liberai dalle brutte abitudini. Zaccheo con la preghiera si
liberò dal dannoso attaccamento al denaro e si trasformò in uomo generoso. E
tu… cosa vuoi che ti conceda? Dimmi sinceramente se sei orgoglioso, se ami la
sensualità e la pigrizia. Se sei egoista, incostante. Se trascuri i tuoi
doveri. Se giudichi severamente il tuo prossimo, dimenticando la mia
proibizione: “Non giudicate per non essere giudicati; non condannate e non
sarete condannati”. Dimmi se parli senza carità degli altri. Che ti preoccupi
di più di quello che pensano gli altri di te che di quello che “pensa Dio”. Che
ti lasci dominare dalla tristezza e dal malumore. Che rifiuti la tua vita, la
tua povertà, i tuoi mali, il tuo lavoro, il modo come ti trattano, dimenticando
quello che dice il Libro Santo: “Dio dispone tutte le cose per il bene di
quelli che lo amano”. Dimmi se hai l’abitudine di dire bugie, che non domini il
tuo sguardo né la tua immaginazione, che preghi poco senza fervore, che le tue
confessioni sono fatte senza dolore e senza l’intenzione di evitare poi le
occasioni di peccato, e per questo cadi sempre nelle stesse mancanze. Che la
Messa la segui male e le comunioni le fai senza preparazione e con poche azioni
di grazia. Che sei pigro e hai paura dell’apostolato. Che qualche volta passi
alcuni giorni senza leggere neanche una pagina della Bibbia… Ed io ti ricorderò
i miei insegnamenti che porteranno una trasformazione totale nella tua vita. Ti
dirò ancora: “Dio umilia gli orgogliosi, ma gli umili colma di grazie…”. “Se
trascuri i piccoli doveri trascurerai anche quelli grandi. Di ogni parola
dannosa che uscirà dalla vostra bocca, dovrete rendere conto nel giorno del
giudizio. Beati quelli che ascoltano la parola del Signore e la mettono in
pratica”. Non ti vergognare, povera anima! Ci sono in Cielo molti giusti e
tanti santi di prim’ordine che hanno avuto gli stessi tuoi difetti. Ma
pregarono con umiltà e a poco a poco si sono liberati di essi. Perché “non sono
venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”, e perché “Dio non rifiuta mai un
cuore umiliato e pentito. Il miglior dono per Dio è un cuore pentito”. E non
esitare neanche nel chiedermi doni spirituali e materiali. Salute, memoria,
simpatia, successo nel lavoro, negli studi e negli affari. Andare d’accordo con
tutte le persone. Nuove idee per i tuoi affari, amicizie che ti siano utili,
buon carattere, pazienza, allegria, generosità, amore per Dio, odio al peccato…
Tutto questo posso darti e ti do, e desidero che tu mi chieda, sempre e quando
favorisca la tua santità e non si opponga ad essa. Ma in tutto devi sempre
ripetere la mia preghiera nell’orto: “Padre, non ciò che io voglio, ma ciò che
vuoi tu”. Perché molte volte quel che chiede una persona non conviene per la sua
salvezza, ed allora nostro Padre gli concede altri doni che gli faranno maggior
bene.
E per oggi? Che ti occorre?
Cosa posso fare per il tuo bene? Se tu sapessi il desiderio che ho di
favorirti. Ho dato da mangiare a cinquemila persone con solo cinque pani,
perché ho visto che ne avevano bisogno. Ho calmato la tempesta quando gli
Apostoli mi svegliarono. Ho risuscitato la figlia di Giairo quando suo padre mi
chiese di farlo. Anche tu dovrai ripetere col profeta: “Chi si è rivolto al
Signore e non è stato ascoltato?”.
Hai adesso fra le mani qualche
progetto? Raccontami nei dettagli. Cosa ti preoccupa? Cosa pensi di fare? Cosa
vuoi? Come posso aiutarti? Magari ricordi sempre la frase del salmista: “Quel
che ci porta al successo non sono i nostri affanni. Quel che ci porta al
successo è la benedizione di Dio. Raccomandati a Dio nelle tue preoccupazioni e
vedrai realizzarsi i tuoi buoni desideri”. Gli israeliti desideravano occupare
la terra promessa. Mi supplicarono e lo concessi; David voleva vincere Golia,
mi pregò e l’ottenne; i miei Apostoli volevano che aumentassi la loro fede, mi
chiesero questo favore e lo concessi con enorme generosità. E tu… cosa vuoi che
ti conceda?
Cosa posso fare per i tuoi
amici? Cosa posso fare per i tuoi superiori, per le persone che vivono nella
tua casa, nel tuo quartiere, che trovi nel tuo cammino, per le persone delle
quali dovrai rendere conto nel giorno del giudizio? Geremia pregò per la città
di Gerusalemme e Dio la colmò di benedizioni; Daniele pregava per i suoi connazionali
ed ottenne che diminuissero molte loro pene. E tu, cosa mi chiedi per i tuoi
vicini di casa, per il tuo quartiere, per la tua regione, per la tua patria…?
E per i tuoi genitori? Se sono
già morti ricorda che è “un’opera santa e buona pregare Dio per i morti, perché
riposino dalle loro pene”. E se sono ancor viventi, cosa vuoi per loro? Più
pazienza nelle loro pene, nei loro problemi di salute? Un carattere piacevole?
Comprensione in famiglia? Le preghiere di un figlio non possono essere respinte
da chi, a Nazareth, per trent’anni è stato esempio di amore filiale.
C’è qualche familiare che ha
bisogno di qualche favore? Prega per lui o per lei e io farò della tua famiglia
un tempio d’amore e di conforto, e verserò a mani piene sui tuoi familiari le grazie
e gli aiuti necessari per essere felici nel tempo e nell’eternità.
E per me? Non desideri da me
grazia e amicizia? Non vorresti fare del bene al tuo prossimo, ai tuoi amici, a
chi ami forse molto, ma che vivono lontani dalla religione o non la praticano
nel modo giusto? Sono padrone dei cuori che, rispettando la loro libertà, porto
dolcemente verso la santità e l’amore di Dio. Ma ho bisogno di persone che
preghino per loro. Nel Vangelo ho lasciato questa promessa: “Il Padre vostro
celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”. Chiedimi per i
tuoi familiari quel buono Spirito, che si ricordino dell’eternità che li
aspetta, di prepararsi un buon tesoro in cielo facendo in questa vita
moltissime opere buone e pregando ininterrottamente. Lavorando per la salvezza
della tua famiglia e degli altri non dimenticare mai la stupenda promessa del
profeta: “Coloro che avranno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come
le stelle per sempre”.
Sei forse triste e di malumore?
Raccontami. Raccontami, anima sconsolata, le tue tristezze in ogni dettaglio.
Chi ti ha ferito? Chi ha ferito il tuo amor proprio? Chi ti ha disprezzato?
Dimmi se ti va male nel tuo lavoro e io ti dirò le cause del tuo insuccesso.
Non vorresti che mi occupassi di qualcosa per te? Avvicinati al mio cuore che
ha un balsamo efficace per tutte le ferite del tuo cuore. Raccontami tutto e in
breve mi dirai che, come me, tutto perdoni e tutto dimentichi, perché “le pene
di questa vita non sono comparabili con l’immensa gioia che ci attende quale
premio dell’eternità”. Senti l’indifferenza di persone che prima ti hanno
voluto bene, ma che ora ti dimenticano e si allontanano da te senza motivo?
Prega per loro. Il mio amico Giobbe pregò per quelli che con lui sono stati
ingrati, e la bontà divina li perdonò, e li fece tornare alla sua amicizia.
Vuoi raccontarmi qualche gioia?
Perché non mi fai partecipe di essa, come buon amico? Raccontami quello che da
ieri o dalla tua ultima visita a me ha consolato e ha fatto sorridere il tuo
cuore. Forse hai avuto gradevoli sorprese. Magari sono sparite certe angosce o
paure per il futuro. Hai superato qualche ostacolo, oppure, sei uscito da
qualche difficoltà impellente? Tutto questo è opera mia, io ti ho procurato
tutto questo. Quanto mi rallegrano i cuori grati che, come il lebbroso guarito,
tornano per ringraziare, ma molto mi rattristano gli ingrati che, come i nove
lebbrosi del Vangelo, non tornano per ringraziare per i benefici ricevuti.
Ricorda che “Chi ringrazia per un beneficio ottiene che gli si concedano degli
altri”. Dimmi sempre un “grazie” con tutto il cuore.
E poi… non hai qualche promessa
da farmi? Già lo sai che leggo nel fondo del tuo cuore. Gli umani si ingannano
facilmente. Dio no. Parlami allora con sincerità. Hai il fermo proposito di non
esporti più a quella occasione di peccato? Di privarti di quel giornale,
rivista, film, programma televisivo che danneggia la tua anima? Di non leggere
quel libro che ha eccitato la tua immaginazione? Di non trattare con quella
persona che ha turbato la pace della tua anima? Di stare in silenzio quando
senti che arriva la collera? Perché “Gli imprudenti dicono quello che sentono
dentro di sé quando sono di malumore, ma i prudenti rimangono sempre in silenzio
quando sono di malumore, e sanno dissimulare le offese ricevute”. Vuoi fare il
buon proposito di non parlare male di nessuno, anche quando credi che quel che
dici è la verità? Di non lamentarti perché è dura la vita? Di offrirmi le tue
sofferenze in silenzio invece di andare in giro rinnegando le tue pene? Di
lasciare ogni giorno un piccolo spazio per leggere qualche cosa che ti sia di
profitto, specialmente la Bibbia? Così diranno anche di te: “Chi ascolta la
parola di Dio e la mette in pratica, sarà come una casa costruita sulla roccia,
non crollerà”. Sarai ancora amabile con
le persone che ti hanno trattato male? Avrai d’ora in poi un volto allegro ed
un sorriso amabile? Anche con quelli che non hanno molta simpatia per te?
Ricorda le mie parole: “Se saluti solo quelli che ti amano, che merito ne hai?
Anche i cattivi fanno così. Perdona e sarai perdonato. Un volto amabile
rallegra i cuori degli altri”.
E adesso ritorna alle tue
occupazioni… Ma non dimenticare questi quindici minuti di gradevole
conversazione, che abbiamo avuto qui nella solitudine del Santuario. Conserva
più che puoi il silenzio, la modestia e la carità con il prossimo. Ama mia
Madre, che è anche madre tua. Ricorda che essere buon devoto della Vergine
Maria è segno di sicura salvezza».
Enrico
de Ossò nacque a Vinebre (diocesi di Tortosa, provincia di Tarragona) il 16
ottobre 1840. Morì improvvisamente nel convento francescano di Santo Spirito, a
Gilet (Valencia), il 27 gennaio 1896.
Sant’Enrico
de Ossò, sacerdote catalano canonizzato da Giovanni Paolo II il 16 giugno 1993
a Madrid, sin dai suoi anni di seminarista si dimostrò “catechista geniale”.
Attraverso i bambini riuscì a trasformare l’ambiente della città di Tortosa.
Promosse
in tutta la Spagna la devozione a santa Teresa d’Avila, fondando l’arciconfraternita
Teresiana. Pubblicò diversi libri di pietà e di pedagogia, subito diventati
celebri, fra cui Il quarto d’ora d’orazione (Quindici minuti) e la Guida
pratica del catechista.
A
Tarragona, nella Catalogna, fondò la Compagnia di santa Teresa di Gesù,
congregazione religiosa femminile dedita alla preghiera e all’educazione ed
oggi estesa in tutta la Spagna, in Portogallo, in Italia, in Francia, nelle
Americhe e in alcuni luoghi dell’Africa e dell’Asia.
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