Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 19 novembre 2022

Selezione di haiku n°087


La veste del monaco
è dentro la somma delle virtù
fiore sempre nascente

 

Acqua gelida sul palmo
buio al di sotto della superficie
parvenza di pesce gatto

 

Il rossastro dei colori
quel calore del cuore che brama
dissipa con lo sguardo


Un tepore lieve
la bella luce dalla finestra
sole sull'origami

 
Come legna asciutta
è il secco del giardino
oramai potato

 
Il vento sull'erba
dal terreno il risveglio
forti graminacee

 
È l'ombra che cresce
il muro della casa prevarica
nei vasi le erbe

 
Nel freddo della notte
il colore del sempreverde è vivace
la luna abbacina


La casa appartata
sulla strada un filo d'erba
rimugino un pensiero


Saltano su quel tronco
una specie di gatto furente
nel litigio incruento


Ghiande di quercia
sono fatte per rotolare
nell'aria fino a terra


Un fiore candido
il lenzuolo sullo stenditoio
luce di sole battente


Un vetro scintillante
le gazze volano basse
ecco si apprestano


Beltà il fiore di loto
come purezza dal fango rancido
sull'acqua si schiude


Chiusa è la porta alla vita
stella caduta dagli spazi alti ed eterei
eterno è l'imperituro morire


Sono i mostri delle legioni
girovagano per un mondo ormai estinto
la cattedrale del crepuscolo


Voci rauche e cupe
nel vuoto di una stanza senza tempo
risuonano come eco di collera


Come ali nere deturpate
si spostano come ombra che incede
è un apparire sinistro


Gli antichi arcani
dalla negazione e dal fuoco divorante
nella sempiterna notte


Non c'è vento
un passero sulla grondaia
orizzonte immoto


Le ombre nascondono i pensieri
dagli alberi della primavera fioriscono nel candore
la vita nasce dalla vita


Laggiù all'orizzonte
sul crinale delle rocce
tra erba gelida


Carcassa di lepre
nel campo desolato
il corvo ansima


La figura del gelso
nell'acqua stagnante
una pozzanghera


Orme nel fango
un passaggio di ore
il giorno trascorre


Le nuvole grigie
bagliori che si stagliano
goccioline sul volto


Un corvo nero
gracchia adagiato
il buio sorride


L'acqua nel canale
lucciole come spettri
quasi immote


La luna è alta
un tenue bagliore
gli sguardi


L'azalea estirpata
la gazza sul terreno
pane secco


Una farfalla gialla
ombra di una nuvola
sembra lontana


Senso di gelo
le erbe sull'acquitrino
alba solerte


Sassi sul greto
il muto pesciolino
si intravede


Foglia sul ramo
mattino luminoso
fruscio lieve


Sulla mano ferma
la coccinella cammina
sguardo perso


Un albero secco
corteccia che cade
vuoto di memoria

Caregiver e senso di umanità

Che orrore, l’assistenza agli anziani fatta da robot quando l’assistenza necessita soprattutto di umanità, di socialità umana, di un cuore comprensivo, paziente e premuroso, di un’altra persona umana che sappia comunicare e abbia tanto formata la coscienza quanto la capacità di riconoscere con empatia il valore del malato, del disabile o dell’anziano. Soltanto il caregiver che rientra nella sfera dell’umano può provare qualcosa e avere tatto nei confronti del suo simile. Perché le macchine e anche delle sofisticate intelligenze artificiali, non hanno pietas cristiana e nemmeno l’indole benevola di una qualsiasi creatura vivente, autenticamente buona come nel caso della pet therapy, gli animali da compagnia come conforto al malato, come via di liberazione dal dolore psicologico, dalla malinconia e dal senso di vuoto. Occuparsi dei deboli non può risolversi in un’attività mercenaria, ci vogliono altre motivazioni, una mentalità quasi rivoluzionaria a misura di Vangelo e di valori trascendentali. Siddhārtha Gautama o il Buddha storico ha insegnato la compassione come unica via per l’illuminazione e la conseguente liberazione della propria anima da questa valle di lacrime per quella consolante superstizione chiamata Nirvana, quanti giusti con la coscienza pura vi sarebbero nel mondo se i sofferenti fossero davvero compatiti e soccorsi, una civiltà finalmente umanizzata e a favore della vita.

Silloge poetica n°046

 

NOTTE

Il respiro di un'ombra
nelle notti buie
cela l'anfiteatro dei commedianti
nelle strade spoglie di vita
è come se il vuoto
avvenire senza presente
volesse parlare di elemosine
povero di prospettive
chi chiede cerca l'anima
l'ha persa nel baratro
in fondo ad un pozzo scuro
qui la luna piange il suo bagliore
gli incubi ricorrenti assalgono
e l'agognata pace è motivo di paura
niente è vero come sembra
soltanto la terra che calpestiamo
lacere orme di passi
e il cammino si ferma
tutto finisce


ESPIAZIONE

Stavo guardando l'acqua che cadeva
una copiosa pioggia di lacrime
e nella mente vedevo ormeggiare
un satiro danzante
rideva della mia inutilità
e dell'essermi reso scarto
non si poteva ferire un cuore già rotto
cercavo comprensione e del perdono ancora
ma il disprezzo mi fece un nulla
sentivo sempre più ridere
era il diavolo al capezzale del letto
la morte nera ghermiva tutto il mio corpo
altri momenti di quiete dovevano arrivare
arrivarono dopo che si fermò il cuore
e i battiti erano spenti da un lugubre silenzio
mi ritrovai lontano nella nebbia
e conobbi il poco amore così labile
con cui vissi ogni giorno
con cui guardavo agli altri al presente
a tutti coloro che incontrai per il cammino
oramai lontano e inospitale
girai le spalle avanzando con decisione
nacque sempre un vuoto profondo tra me e loro
e non potendolo riempire di senso
afferravo l'egoismo come chiave di volta
l'edificio dell'anima crollava
altre lacrime bagnarono il mio viso
e la fiamma di Carità
purificava dalle scorie ereditate da quelle brutture
non sapevo dove andare
ma sentivo l'amore chiamarmi
presso la porta del Paradiso
e oltre ecco la pace
oltre le pie illusioni
oltre l'angoscia dei conflitti
oltre me stesso in questa cupa solitudine
nel grembo di una Madre casta e pura
Vergine del silenzio
che di nuovo mi partorì alla vita
e fu per l'infinitamente sempre
nei secoli dello spirito


THANATOS E EROS

Questa grande città ebbra di solitudini
bevono tutti il vino dell'egoismo
e abbandonano la volontà di cambiare
per prendere per mano le memorie fuggevoli
e volgersi a un sogno incompreso
c'è quanto avvince le virtù e turba che va soppresso
come i bimbi concepiti nel seno delle madri
come i vecchi in lunghe corsie d'ospedale
è il non dio della morte thanatos
che si vendica di eros che cerca la vita
che vuole preservare il corpo
e non darlo alla moltitudine dei vermi
ma thanatos brandisce la falce del mietitore
quando a eros è dato il soffio dell'istinto di vita
nascosto dentro una lampada dal lucignolo fumigante
per ogni nascita Dio benedice l'umanità
per ogni vecchio amato tra le braccia che leniscono
Dio cerca su quel volto lo sguardo di suo Figlio
sono i pilastri del mondo inquieto
dove si edificano le città sulle tombe e sulla storia
ma quella città pessima nel proposito
dove si macina l'angoscia
e la paura incombe
la città marcia con la cenere che discende
soltanto quella città si erge
a monito per il futuro
nell'elisio mitologico la vita è sacra e inviolabile
è scritto con lettere d'oro in ogni cuore di carne pulsante
dove questa Legge eterna si afferma
l'ordine si manterrà saldo ad ogni generazione
la città celeste fiorirà
con il suo profumo di grazia
e l'eclissi non cancellerà la bellezza
dagli occhi incontaminati


L'INVERNO


Nel giardino d'inverno un albero morto
le cui foglie sono come le visioni notturne
secche d'aridità semplice priva di giorni
senza vento cadono al suolo
e la neve dall'alto le ricopre piano
lento il migrare dei sogni in arte perfetta
guardavo dentro e vedevo la paura
come madre di nature macabre
sempre moribonde di quel tabacco dei vecchi
come fumo salire al soffitto
e la stanza riempirsi di acre odore
quei morti che cercano ancora il mondo
dentro un mondo che sembra svanire
quando il camino brucia i nostri corpi
che come fogli di carta scritti
nella cenere delle parole lasciano l'aria pesante
senza quei morti saremmo fantasmi
ma la concretezza del vivere incespica nell'estinguersi
ancora fuori la neve cade
con il suo candore di abito a lutto
la grande festa dell'orrido fragore dei fiocchi di neve
la stella del tradimento
nel fulgore violaceo della sua vergogna
sull'albero della croce dove lacrimante il Cristo muore
e adesso moriamo noi privi di consolazione
cade la neve sul corpo esanime
quel freddo nei muscoli e fin giù nelle ossa
l'inverno muore in quella stella sempre collassante
fatta di nero ottenebrante
nel suo migrare per le notti incorruttibili
perché nei sogni c'è ancora la guarigione
quando all'alba di domani la neve sarà ghiaccio
e le sue forme come pure immagini
nel comprendere la morte alchimia del vivere
sotterranee memorie di fervide impressioni
la neve cade e l'albero è freddo
insolita anatomia di corpi arsi nel dogma
una verità questo respiro che smette
fiocchi di neve su un brullo campo bagnato
quando il bianco della coltre toccherà le profonde radici
con il suo gelido movimento
tutto si addormenterà nel finire dei sensi
il freddo cauterizzerà le membra nude del corpo
e l'inverno sarà veramente dove sono io
dove l'anima riposa
dove l'eternità vigila attenta


IL SACRIFICIO

Quella porta è chiusa da entrambi i lati
l'unica chiave per aprirla è l'emendazione della coscienza
l'esempio dato ai piccoli della bontà fraterna
l'umile accettazione della volontà di Dio
l'ego macinato dai denti delle belve nel martirio
quando per il pastore finisce la misura dell'interesse
e comincia il sacrificio per le pecore
ma anche il lavacro di chi ha vesti nere come pece
per mezzo del sangue innocente
questo dolente patibolo di mente e corpo
nel finire del proprio diritto c'è la vita del prossimo
l'amore che fuori misura chiama misura la redenzione
sensibile consapevolezza dell'unico arbitrio
trovare il colmo per il proprio dono
dare la vita vale più che mille suffragi
è dare la vita che decreta la vita
offrirla senza ipocrisia nella sincerità generosa
fuori di senno è chi rinuncia a se stesso
ma la follia è anteporre l'altro
e il bene della sua anima
a questo può arrivare la misericordia di un cuore spezzato
può soltanto questo e non di più
quel Signore benignissimo chinatosi sul misero
che di virtù riempì l'universo
con la bellezza delle sue sette parole esondanti amore
quel Signore mansueto fattosi sempre più povero
che di significato ridefinì la realtà
con la sincerità del suo interessarsi anche a me e a te
l'immediato delle persone giuste o traviate
il solo nome della Verità
la Via per la beatitudine eterna
la Vita che rinasce e non perisce mai
l'immediato delle persone incorrotte o smarrite
il solo nome della Verità
la Via per la beatitudine eterna
la Vita che rinasce e non perisce mai
quel giorno segnato dall'architrave del patibolo
oramai fuggito dal mondo
incompiuto per il sole calante
velo sul destino che si compie infallibilmente
segno di contraddizione tangibile
fra gli agnelli martiri e i capri carnefici
eufemismo del morire
luogo dove la morte trova il suo estinguersi
risurrezione del creato
e mondo nuovo compiuto nella grazia


L'EMMANUELE

Quest'anno è Natale e la culla è vuota
manca ancora qualcosa al pessimo nostro Natale
qualcosa che desta stupore e ammirazione
se il cuore è puro ed è libero e abitato dalla grazia
qualcosa che turba l'avarizia dei potenti
perché la persona più nobile è l'unica vera ricchezza
dove la greppia ha allontanato la fame del bue e dell'asinello
per accogliere gli affamati di un Dio fatto pane
in Betlemme dall'ebraico
בֵּיִת לֶחֶם‎ Beit Leem la casa del pane
la culla è vuota e la Vergine dorme
il giovane Josef stende una coperta sul corpo della sua sposa
una domanda nasce nel tempo dell'attesa
perché un bambino regge ogni realtà celeste e terrestre
nel grembo della Mamma che medita ogni cosa
mistero del nascondimento
poveri e rifiutati così nasce l'Eterno
fra le braccia di Maria che l'avvolge in un panno pulito
il suo sguardo che lo scruta e vede il mistero
ancora un attimo e sarà l'alba
quel bimbo ebreo è l'aurora del mondo
è colui che porta la vera pace
quella interiore per riscattare dal freddo dell'angoscia
è la pace stessa che sorge per edificare la pace fra gli uomini
per abbattere i muri che dividono e riconciliare i nemici
è la pace che viene dal Cielo
per superare la violenza degli stolti con la mansuetudine
il nuovo altare del Tempio di Gerusalemme
per il mistero dell'incarnazione del Verbo
che ad ogni concepito di donna restituisce la dignità
e l'immortalità in quel Regno dei cieli dentro di voi avveniente
l'alfa e l'omega che ridisegna quel progetto
perduto in antica età
la chiave di volta che regge la porta
che apre alla nuova vita
il canto degli angeli accoglie il Signore
quel bambino è l'Eterno con noi
l'amore che a ciascuno ha dato l'esistenza
l'ha data ad ogni creatura vivente
ad ogni figlio d'uomo il cui volto è in quel bimbo
la Vergine Madre lo depone nei nostri cuori
perché l'amore è apertura e dono
nel sorgere dei giorni fino all'eternità beata
perché la vita così tramutata in quel bimbo innocente
non avrà mai fine e continuerà
forse invisibile ma imperitura in ogni dies natalis solis invicti


IL RISPETTO PER LA VITA

Quando la vita fragile perché accolta si affaccia al mondo
e quando la vita fragile per sua natura diserta il mondo
trova un pauroso travaglio nelle persone di tenebra
catturate dalla convulsione satanica di un mondo dissennato
l'unica via per vincere il male
è la considerazione della vita come valore intrinseco
se la persona soffre la sua sofferenza ha valore
ma soltanto in una prospettiva trascendentale
se la vita ha significato
e non viene vilipesa dai disprezzatori
la sofferenza purifica dalle scorie dell'egoismo
ed è una grande maestra che insegna ad amare
e che rende migliori e propensi alle virtù
la persona che soffre abita da subito
entro il Cuore di Dio
accolta con rassegnazione la sofferenza
introduce nel cuore dell'uomo una pace profonda
è la buona medicina degli innocenti
e dei cuori tanto puri
ti toglie il peso di un mondo
dove la vita umana è usa e getta
e la sua dignità negata dall'ideologia
l'ateismo e la cultura di morte
si radicano nelle società post moderne
ma il Vangelo della vita insegna davvero cos'è l'amore
cosa vuol dire amare sul serio le persone
cos'è la persona e la verità che porta nel suo genoma
sono coloro che promuovono la vita nata agli albori della storia
e sostenuta nel tempo dall'elemento dell'acqua
essi rispettano ogni creatura vivente che appare nella grande iride
circonfusa di bellezza in questa mesta realtà materiale
come l'ombra terrena di quel tale san Francesco
che in Cielo ha preso il posto del rinnegato angelo caduto
ogni ombra di vita è il riflesso del divino
e per chi non crede in nessun dio rimane il mistero
non sapere da dove viene e come appare e si diversifica
e qual è il suo scopo
ma la vita è vittoriosa soltanto con l'amore
perché nell'amore per gli altri è il senso stesso della vita
nell'amore oblativo e nella rinuncia del proprio ego
a cui non sono chiamati soltanto i monaci o i predestinati
ma tutti coloro che possiedono una benigna coscienza
tutte le persone di buona volontà
così da conoscere senza infingimenti che l'uomo vivente
è il fulcro e il culmine dell'universo
con la sua anima immortale capace di Dio
fatta per innestarsi nella perfetta Carità soprannaturale
fuori dal tempo e per sempre nell'eternità
non un accidente della natura
sempre un po' bizzarra e ingannatrice
natura dal veleno mortifero
dalla legge nichilista a cui soggiace ogni vivente


LA NOTTE ETICA

Quando l'aratro del pensiero
traccia solchi nel campo della mente
c'è una porta che rimane chiusa
ma dagli stipiti trasudano le tenebre
è il verbo della morte
che arde di vendetta in questo mondo lacrimoso
un antico reliquiario
dove si nascondono le memorie
la storia vive e si ripete nella malvagità
e il sangue dei piccoli scorre nel torrente del fato
c'è un abisso dentro l'uomo
e dei mostri in quell'abisso profondo e oscuro
si muovono negli incubi profani
fanno chiasso con lo sferragliare di divinità pagane
l'antico emerge dal caos
e fagocita il creato nell'amplesso della perdizione
la notte eterna nella vastità dell'universo
segreto dell'anima quell'universo geme di forme oscene
ma la sua sostanza è sempre il nulla chiassoso
che chiama a battaglia i tetri fantasmi
cospiratori di paura
nel ventre silente della realtà
ciò che esiste è incomprensibile
e macina il mulino del tempo
il grano per la farina del presente
questo lavoro è utile ai giusti
che fanno del compatire la legge perpetua
ma ai reprobi chiusi nell'egoismo
il cuore spietato riempie l'anima di amarezza
la violenza nelle mani del mondo
e ancora sangue innocente nella via del peccato
il demonio ghigna
con la sua veste nera di odio
la luna rossa attraversa la notte delle vanità
e il sole muore