La schizofrenia è considerata
la più grave malattia mentale, l’etimologia di questa parola è “ mente divisa,
scissa ”, molti usano l’espressione “ comportamento schizofrenico ” per
indicare un atteggiamento fortemente contraddittorio in una persona, come se
nella medesima coabitassero il lupo e l’agnello, in costante conflitto: in
realtà la malattia schizofrenica sul piano clinico, non ha una codifica di
disturbi precostituita, ma è un coacerbo di disturbi che variano da persona a
persona, si può benissimo affermare che ogni persona malata ha la sua propria schizofrenia
soggettiva, che rientra nel grande recipiente diagnostico, un recipiente molto
capiente; alcuni sono convinti che la schizofrenia non esista, ma esistano
soltanto gli specifici disturbi legati al paziente, quindi considerano la
schizofrenia come una mera impostura scientista. La clinica psichiatrica
diagnostica la schizofrenia soprattutto in presenza di allucinazioni uditive e
visive, questo è il metro per definire ordinariamente una persona malata di
mente, come affetta da schizofrenia; prima che venisse coniato il termine
schizofrenia, questa presunta malattia grave e debilitante della mente, veniva
chiamata dai medici “ dementia precox ”, ho detto presunta non a caso, perché
in realtà la schizofrenia è un mito scientista, concepito per coprire i grandi
limiti empirici, della cosiddetta scienza psichiatrica, la scienza del dubbio; per la psichiatria
clinica, la natura delle audizioni e delle visioni è esclusivamente di tipo
allucinatorio, provocate quindi da gravi patologie di ordine organico del
sistema nervoso centrale, il nostro amato cervello che purtroppo diventa
difettoso: la mistica delle visioni in ambito religioso, il cosiddetto
soprannaturale, è soltanto una malattia mentale, uno scompenso fisico nel cervello;
il solito pregiudizio materialista, di chi afferma con arroganza che l’essere
umano è soltanto il suo corpo, il positivismo degli illuministi che venerano la
dea ragione e purtroppo non sanno affatto ragionare. Ci sono fenomeni psichici
che la psichiatria non sa spiegare, ma nega arbitrariamente non senza un vile
atto di disonestà intellettuale: questi signori sanno che cos’è la mistica?
Conoscono fenomeni come le estasi mistiche di diversi Santi o Sante, nella
storia? Li hanno mai seriamente presi in considerazione e studiati? Etichettano
tutto come patologia e si sbagliano… perché il soprannaturale può intervenire
nella vita delle persone, il soprannaturale è una realtà, esiste; ci sono
possessioni diaboliche malintese come malattia psichica, l’intervento diretto
del demonio a danno di una creatura umana, ma per comprendere i fenomeni
occorre molta umiltà e discernimento, una vera conoscenza imparziale di tipo
nosografico, soprattutto occorre credere che esiste una sfera preternaturale e una
soprannaturale: gli esseri umani sono a due dimensioni, materiale e spirituale,
non sono animali evoluti come si afferma nelle più condivise ipotesi
scientifiche. L’onestà intellettuale di chi afferma che la scienza è limitata e
non può conoscere tutto, è necessaria per una filosofia della scienza, che deve
progredire secondo il vero ordine morale, per il bene della stirpe umana.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
lunedì 5 marzo 2012
domenica 4 marzo 2012
Salvezza eterna
Perché alcuni fanno fatica a
credere al tema della salvezza, nella Rivelazione cristiana? Salvati da che
cosa o da chi? Il cuore della Rivelazione consiste nell’annuncio, nella buona
notizia, di una salvezza, questa salvezza la si può intendere soltanto in
chiave soprannaturale e non terrena: è la salvezza dall’eterna dannazione
dell’anima. La salvezza dell’anima può verificarsi soltanto secondo alcune condizioni
di carattere personale, il pentimento dei propri peccati, aderendo alla Fede e
la vita di Grazia uniti alla persona di Gesù Cristo Signore, come tralci nella
vite che comunica la linfa, la vita divina: per vivere in Grazia di Dio è
necessaria la virtù della Carità, senza la quale siamo nella morte eterna…
Senza amore a Dio e al prossimo, si viene estromessi dalla vita divina, si è
come morti, questo accade in conseguenza di gravi colpe, di gravi peccati che
ci sottraggono alla Grazia e ci fanno cadere nella morte seconda, la vera
morte, quella dell’anima. La Grazia di Dio non è nient’altro che l’Amore,
quindi Dio stesso, in Lui solamente ci può essere la vita, la Vita eterna, il
bene più grande per noi, per la nostra anima, fuori dalla comunione con Dio c’è
la morte, c’è l’inferno. La salvezza consiste nel rimanere uniti a Dio nella
Carità, solo così è possibile dopo la morte andare in Paradiso: la salvezza
della vita terrena è un bene inferiore per ordine di importanza, in relazione
alla salvezza eterna della nostra anima, cioè della nostra vera persona; molti
fanno fatica a comprendere la gerarchia di valori insita nel possesso della
vita, relativa anche alla sua perdita, perché il modo di sentire la realtà e di
considerarla è carnale e secolare, cioè legato al tempo di quaggiù, alla vita
terrena. Vivere in Grazia significa essere già salvi ed andare incontro al
Signore con la certezza della redenzione, con la certezza del Paradiso: chi
compie il male, compie le opere del maligno e quindi gli appartiene, queste
persone si trovano estraniate dalla vita di Grazia e sono sotto la schiavitù
del male; coloro che non credono nella Rivelazione si autoescludono dalla
salvezza, negando la Verità sul proprio destino e non accettando ciò che la
Fede gli propone, recidono ogni legame benigno con la Grazia, cadendo
nell’impenitenza dei peccati e conseguentemente nell’eterna dannazione
dell’inferno, quella che la tradizione cristiana ha definito, l’impenitenza
finale in punto di morte. E’ una condizione di estremo pericolo per l’anima,
poiché in questo stato essa è priva della coscienza, della consapevolezza
indispensabile a pentirsi dei peccati, con una sincera e profonda contrizione
di carità, per amore a Dio e al prossimo: chi muore in peccato mortale va
irrimediabilmente all’inferno, anche se occorre dire che è difficile essere in
autentico peccato mortale, perché il male ha i suoi “ eroi ”, i suoi martiri
che serbano un odio implacabile contro Dio e il prossimo; la maggior parte
delle anime ha la necessità di espiare le colpe, di purificarsi, per poter
entrare in Paradiso, su questo versante cruciale si può essere ancora
ottimisti, anche se l’inferno rimane una possibilità tragica per tutte le
persone viventi. La salvezza l’ha ottenuta il Signore Gesù con il suo
sacrificio sulla Croce e la sua Risurrezione, a favore di tutte le anime create
prima e dopo di Lui, così noi abbiamo la remissione dei peccati, il perdono e
il ristabilimento della vita di Grazia, nella comunione con Dio, anche dopo il
Battesimo: la Passione e la Croce di Cristo hanno aperto per l’intera umanità
le porte del Regno, le porte del Paradiso, consiste in questo il centro della
Fede cristiana, nella riconciliazione con il Creatore; la salvezza di cui ci
testimonia il Vangelo, è qualcosa di molto concreto e non una mera astrazione
filosofica: tutti possono fare l’esperienza dell’Amore di Dio nella propria
vita e testimoniarne la veridicità, è un’esperienza reale e autentica che
cambia la persona coinvolta nel suo profondo, qualcosa di tangibile, di cui
tutti si accorgono. I Santi e le Sante della Chiesa, sono i testimoni
attendibili della salvezza, la loro credibilità è indubbia, essi ci parlano
della salvazione che Gesù ha compiuto per il vero bene di ciascuno di noi: loro
sono i redenti, che chiamano l’umanità alla redenzione, i testimoni della
Verità del Vangelo.
giovedì 1 marzo 2012
La ragione è un prezioso attributo umano
La ragione è quella virtù umana
con cui la persona guarda sé stessa, gli altri, gli accadimenti e il mondo che
la circonda, con la consapevolezza di un ordine logico, di una sequenza
matematica che riflette in sé la fermezza di una consapevolezza assoluta verso
il bene agognato, nei confronti della pienezza del bene, cioè di quell’ente
intellettuale che è il segno spirituale distintivo della natura umana, il suo
accento più elevato: quando l’uomo manca di ragione, porta sempre un danno a sé
e a ciò che lo circonda. Il vizio contrario alla ragione è la follia, purtroppo
questa follia è il carattere predominante dell’età attuale della civiltà, la
follia domina la mente di un grande numero di individui e per notarla appieno
attorno a noi, basta fare attenzione ai mezzi di comunicazione di massa e a
quello che ci propinano: i contenitori della follia sono soprattutto i media,
che nel mondo illudono e corrompono buona parte di umanità. Ma la vera follia è
contenuta nella realtà e nella possibilità dell’esperienza che ognuno di noi
può fare di essa; la realtà è cattiva, è come un frutto marcio che intossica le
coscienze, è la misura dei mali del mondo, il mondo così come lo intende il
Vangelo, quella forza maligna sotto il potere del principe delle tenebre, che
contrasta l’edificazione del Regno di Dio, come nel mito del vaso di Pandora,
figura pagana dell’antica colpa di Adamo e di Eva. La ragione può essere di due
generi, quella che ci rende consapevoli di ciò che sia meglio scegliere e fare,
secondo un criterio puramente mondano ed egoistico, di esclusivo interesse
personale, e quella che ci dà la certezza che ciò che scegliamo e facciamo, sia
veramente il bene da perseguire in senso compiuto, morale e intellettuale ad un
tempo, l’oggettività della scelta etica; la ragione necessita di una bussola di
riferimento, senza la quale non è possibile comprendere quali siano nel
concreto i vantaggi di una scelta libera e di un atto interiore o esteriore,
che determini delle conseguenze positive per sé e per gli altri. Esiste
l’espressione: lume della ragione, quindi la razio è un lume nell’uomo, una
luce di verità nel contesto in cui la persona si trova ad esistere; esiste
anche l’espressione: perdere il lume della ragione, cioè perdere la capacità di
ragionare, di essere razionali, cadendo nella follia, nell’emotività, nella
parte rettile del nostro sistema nervoso, perdere la bussola, perdere il
controllo di sé. Cosa si può intendere con il termine bussola, in riferimento
alla ragione? La formazione alla civiltà è una bussola, i valori morali sono
una bussola, lo è anche lo strumento dell’intelligenza, ma lo è anche
l’insegnamento educativo a certi valori, come il Vangelo per esempio; la
ragione è la più alta attitudine spirituale del pensiero, della psiche umana ed
è presente soltanto nella persona, non negli animali, gli animali non
possiedono la razio. La ragione è costituita da schemi logici precisi, che non
ammettono difetti di contenuto e di forma, la logica è la precisione con cui si
pensa e si razionalizza l’esperienza che si ha della realtà tangibile, la
logica è il cuore della ragione; nella logica si realizza nel pensiero quello
che si applica con la ragione nella vita concreta, è il dinamismo interiore con
l’esteriore, la dialettica cerebrale, di tutte le persone che applicano
l’intelligenza e fanno di essa il principio costitutivo del mondo che vanno a
creare. Si usa l’espressione: essere una persona ragionevole, quindi una
persona in sintonia con le esigenze del bene comune, una persona mite e
comunicativa, una persona di pace; essere ragionevoli significa saper cogliere
nelle prerogative dell’altro anche il proprio vantaggio e adoperarsi per
costruire il vantaggio reciproco, per edificare una pace autentica e sicura:
essere costruttori di pace significa soprattutto essere individui ragionevoli,
in opposizione alla violenza e al vizio dell’ira, contro ogni emozione
esasperata ed esasperante. La ragione è un grande bene presente nell’uomo di
pace, un prezioso attributo puramente umano.
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