Perché alcuni fanno fatica a
credere al tema della salvezza, nella Rivelazione cristiana? Salvati da che
cosa o da chi? Il cuore della Rivelazione consiste nell’annuncio, nella buona
notizia, di una salvezza, questa salvezza la si può intendere soltanto in
chiave soprannaturale e non terrena: è la salvezza dall’eterna dannazione
dell’anima. La salvezza dell’anima può verificarsi soltanto secondo alcune condizioni
di carattere personale, il pentimento dei propri peccati, aderendo alla Fede e
la vita di Grazia uniti alla persona di Gesù Cristo Signore, come tralci nella
vite che comunica la linfa, la vita divina: per vivere in Grazia di Dio è
necessaria la virtù della Carità, senza la quale siamo nella morte eterna…
Senza amore a Dio e al prossimo, si viene estromessi dalla vita divina, si è
come morti, questo accade in conseguenza di gravi colpe, di gravi peccati che
ci sottraggono alla Grazia e ci fanno cadere nella morte seconda, la vera
morte, quella dell’anima. La Grazia di Dio non è nient’altro che l’Amore,
quindi Dio stesso, in Lui solamente ci può essere la vita, la Vita eterna, il
bene più grande per noi, per la nostra anima, fuori dalla comunione con Dio c’è
la morte, c’è l’inferno. La salvezza consiste nel rimanere uniti a Dio nella
Carità, solo così è possibile dopo la morte andare in Paradiso: la salvezza
della vita terrena è un bene inferiore per ordine di importanza, in relazione
alla salvezza eterna della nostra anima, cioè della nostra vera persona; molti
fanno fatica a comprendere la gerarchia di valori insita nel possesso della
vita, relativa anche alla sua perdita, perché il modo di sentire la realtà e di
considerarla è carnale e secolare, cioè legato al tempo di quaggiù, alla vita
terrena. Vivere in Grazia significa essere già salvi ed andare incontro al
Signore con la certezza della redenzione, con la certezza del Paradiso: chi
compie il male, compie le opere del maligno e quindi gli appartiene, queste
persone si trovano estraniate dalla vita di Grazia e sono sotto la schiavitù
del male; coloro che non credono nella Rivelazione si autoescludono dalla
salvezza, negando la Verità sul proprio destino e non accettando ciò che la
Fede gli propone, recidono ogni legame benigno con la Grazia, cadendo
nell’impenitenza dei peccati e conseguentemente nell’eterna dannazione
dell’inferno, quella che la tradizione cristiana ha definito, l’impenitenza
finale in punto di morte. E’ una condizione di estremo pericolo per l’anima,
poiché in questo stato essa è priva della coscienza, della consapevolezza
indispensabile a pentirsi dei peccati, con una sincera e profonda contrizione
di carità, per amore a Dio e al prossimo: chi muore in peccato mortale va
irrimediabilmente all’inferno, anche se occorre dire che è difficile essere in
autentico peccato mortale, perché il male ha i suoi “ eroi ”, i suoi martiri
che serbano un odio implacabile contro Dio e il prossimo; la maggior parte
delle anime ha la necessità di espiare le colpe, di purificarsi, per poter
entrare in Paradiso, su questo versante cruciale si può essere ancora
ottimisti, anche se l’inferno rimane una possibilità tragica per tutte le
persone viventi. La salvezza l’ha ottenuta il Signore Gesù con il suo
sacrificio sulla Croce e la sua Risurrezione, a favore di tutte le anime create
prima e dopo di Lui, così noi abbiamo la remissione dei peccati, il perdono e
il ristabilimento della vita di Grazia, nella comunione con Dio, anche dopo il
Battesimo: la Passione e la Croce di Cristo hanno aperto per l’intera umanità
le porte del Regno, le porte del Paradiso, consiste in questo il centro della
Fede cristiana, nella riconciliazione con il Creatore; la salvezza di cui ci
testimonia il Vangelo, è qualcosa di molto concreto e non una mera astrazione
filosofica: tutti possono fare l’esperienza dell’Amore di Dio nella propria
vita e testimoniarne la veridicità, è un’esperienza reale e autentica che
cambia la persona coinvolta nel suo profondo, qualcosa di tangibile, di cui
tutti si accorgono. I Santi e le Sante della Chiesa, sono i testimoni
attendibili della salvezza, la loro credibilità è indubbia, essi ci parlano
della salvazione che Gesù ha compiuto per il vero bene di ciascuno di noi: loro
sono i redenti, che chiamano l’umanità alla redenzione, i testimoni della
Verità del Vangelo.
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