Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 4 marzo 2012

Salvezza eterna


Perché alcuni fanno fatica a credere al tema della salvezza, nella Rivelazione cristiana? Salvati da che cosa o da chi? Il cuore della Rivelazione consiste nell’annuncio, nella buona notizia, di una salvezza, questa salvezza la si può intendere soltanto in chiave soprannaturale e non terrena: è la salvezza dall’eterna dannazione dell’anima. La salvezza dell’anima può verificarsi soltanto secondo alcune condizioni di carattere personale, il pentimento dei propri peccati, aderendo alla Fede e la vita di Grazia uniti alla persona di Gesù Cristo Signore, come tralci nella vite che comunica la linfa, la vita divina: per vivere in Grazia di Dio è necessaria la virtù della Carità, senza la quale siamo nella morte eterna… Senza amore a Dio e al prossimo, si viene estromessi dalla vita divina, si è come morti, questo accade in conseguenza di gravi colpe, di gravi peccati che ci sottraggono alla Grazia e ci fanno cadere nella morte seconda, la vera morte, quella dell’anima. La Grazia di Dio non è nient’altro che l’Amore, quindi Dio stesso, in Lui solamente ci può essere la vita, la Vita eterna, il bene più grande per noi, per la nostra anima, fuori dalla comunione con Dio c’è la morte, c’è l’inferno. La salvezza consiste nel rimanere uniti a Dio nella Carità, solo così è possibile dopo la morte andare in Paradiso: la salvezza della vita terrena è un bene inferiore per ordine di importanza, in relazione alla salvezza eterna della nostra anima, cioè della nostra vera persona; molti fanno fatica a comprendere la gerarchia di valori insita nel possesso della vita, relativa anche alla sua perdita, perché il modo di sentire la realtà e di considerarla è carnale e secolare, cioè legato al tempo di quaggiù, alla vita terrena. Vivere in Grazia significa essere già salvi ed andare incontro al Signore con la certezza della redenzione, con la certezza del Paradiso: chi compie il male, compie le opere del maligno e quindi gli appartiene, queste persone si trovano estraniate dalla vita di Grazia e sono sotto la schiavitù del male; coloro che non credono nella Rivelazione si autoescludono dalla salvezza, negando la Verità sul proprio destino e non accettando ciò che la Fede gli propone, recidono ogni legame benigno con la Grazia, cadendo nell’impenitenza dei peccati e conseguentemente nell’eterna dannazione dell’inferno, quella che la tradizione cristiana ha definito, l’impenitenza finale in punto di morte. E’ una condizione di estremo pericolo per l’anima, poiché in questo stato essa è priva della coscienza, della consapevolezza indispensabile a pentirsi dei peccati, con una sincera e profonda contrizione di carità, per amore a Dio e al prossimo: chi muore in peccato mortale va irrimediabilmente all’inferno, anche se occorre dire che è difficile essere in autentico peccato mortale, perché il male ha i suoi “ eroi ”, i suoi martiri che serbano un odio implacabile contro Dio e il prossimo; la maggior parte delle anime ha la necessità di espiare le colpe, di purificarsi, per poter entrare in Paradiso, su questo versante cruciale si può essere ancora ottimisti, anche se l’inferno rimane una possibilità tragica per tutte le persone viventi. La salvezza l’ha ottenuta il Signore Gesù con il suo sacrificio sulla Croce e la sua Risurrezione, a favore di tutte le anime create prima e dopo di Lui, così noi abbiamo la remissione dei peccati, il perdono e il ristabilimento della vita di Grazia, nella comunione con Dio, anche dopo il Battesimo: la Passione e la Croce di Cristo hanno aperto per l’intera umanità le porte del Regno, le porte del Paradiso, consiste in questo il centro della Fede cristiana, nella riconciliazione con il Creatore; la salvezza di cui ci testimonia il Vangelo, è qualcosa di molto concreto e non una mera astrazione filosofica: tutti possono fare l’esperienza dell’Amore di Dio nella propria vita e testimoniarne la veridicità, è un’esperienza reale e autentica che cambia la persona coinvolta nel suo profondo, qualcosa di tangibile, di cui tutti si accorgono. I Santi e le Sante della Chiesa, sono i testimoni attendibili della salvezza, la loro credibilità è indubbia, essi ci parlano della salvazione che Gesù ha compiuto per il vero bene di ciascuno di noi: loro sono i redenti, che chiamano l’umanità alla redenzione, i testimoni della Verità del Vangelo.

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