Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 27 luglio 2020

La cattedrale del crepuscolo

Lo Stige (odio – Στύξ) è il più arso fiume infernale, porta nel suo flusso interminabile le anime di coloro che hanno conculcato la vita altrui e hanno anteposto la propria alla dignità dei deboli. L’Acheronte (afflizione – χέρων) attraversa pianure aride e inferine, conduce alla cattedrale del crepuscolo le anime dei prelati che trascurarono in vita l’adempimento della volontà di Dio, la salvezza delle anime e ingannarono il gregge loro affidato con l’ipocrisia per guadagno, orgoglio e vanagloria. Dalla cattedrale del crepuscolo sorgono altri tre fiumi che si dipartono in tre direzioni, verso sud il Flegetonte (fuoco – Φλεγέθων) che trascina con sé le anime degli amanti del denaro e del piacere che posero in questi idoli tutto il desiderio e la brama del potere mondano, verso est il Lete (oblio – Λήϑη) che impetuoso nelle sue acque nere e putride porta il rancore dei demoni e dei dannati, il rancore che ogni cuore corrotto ha coltivato contro l’altro, ogni altro sul cammino, ogni altro predestinato dalla provvidenza, verso nord il Cocito (lamenti – Κώκυτος) con le sue acque tranquille e chiare da cui traspare una moltitudine di anime avvolte in un freddo pungente che migrano verso l’abisso di tenebra come fiamme accese, sono le anime dei bestemmiatori e dei denigratori della fede. La cattedrale del crepuscolo si erge al centro della valle lacrimosa, è un edificio vasto e imponente, in esso si celebra un culto di demoni, dove viene adorata l’immagine della bestia, tutti coloro che adorano la sua immagine sono empie creature somiglianti a bestie sconosciute, hanno voci rauche ed esprimono una rabbia insopprimibile. Il simulacro della bestia è un artefatto realizzato per inoculare il veleno mortifero della dannazione ai viventi, chi bagna la lingua nel veleno cambia e diventa simile ai demoni, nel mondo ci sono molti che cambiando offrono la loro anima al maligno. La somiglianza a un demone consiste nell’estinzione della carità, trasgredendo la Legge eterna, e scegliendo il male con un atto di volontà, con la consapevolezza che si tratta del male, si può commettere un peccato mortale solamente esercitando la propria volontà, questo implica anche l’esercizio del libero arbitrio, volontà e libertà sono medesime, sono coese per l’azione, il pensiero e la parola. La cattedrale del crepuscolo non ha giorni o notti, sussiste in una notte sempiterna, ma non manca una luce tremula e opaca che lascia trasparire le ombre, quelle ombre che sono le anime perdute trascinate dai cinque fiumi dell’oltretomba verso luoghi di tormento e angoscia. Il culto nella cattedrale è perpetuo, i demoni circondano la cattedra di Lucifero che amministra ai dannati la malvagità che li separa e li abbrutisce, quella malvagità oscena che pone le sue radici nella superbia, nell’ergersi contro Dio e il suo Regno, nel costituire un mondo alternativo dove tutto è invertito, la pace in violenza, la compassione in sadismo, la preghiera in disprezzo. La cattedrale del crepuscolo ha sulla sua sommità delle guglie attorno alle quali si addensano nubi nere e fuligginose, sono i peccati dell’umanità che raggiungono l’inferno e partecipano al culto del diavolo omicida fin dal principio e padre della menzogna. Per accedere alla cattedrale c’è un grande portale e un maniglione di bronzo con cui battere tre volte lentamente, sono le tre di ogni notte del mondo, l’ora del diavolo, l’ora contro Dio che è in Tre persone. Quando si è entrati in cattedrale il lucerniere che si staglia in alto appare maestoso ed è carico di innumerevoli lucerne che ardono con il sangue delle bestie, che raminghe si aggirano per infiniti territori sotto una spaventevole penombra. La cattedra di Lucifero è in fondo e sulla parete dietro di lui una grande croce rovesciata sovrasta ogni spazio in ogni direzione all’interno della costruzione, è il simbolo dell’anticristo che domina il mondo con le sue false luci in cui l’amore è ingiuriato dai peccatori, è la porta dell’inferno e per ogni peccato mortale associato all’impenitenza una porta si apre e un’anima cade nel fuoco eterno dove è pianto, solitudine e amarezza. Quello che è proprio del diavolo è il peccato e suoi i peccatori, il diavolo che non si mantenne nella verità.

RITUALE ROMANUM 

DE EXSEQUISS

Libera me Domine, de morte æterna, in die illa tremenda. Quando coeli movendi sunt et terra: dum veneris judicare sæculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit, atque ventura ira. Quando coeli movendi sunt et terra: Dies illa, dies iræ, calamitatis et miseriæ dies magna et amara valde. Dum veneris judicare sæculum per ignem. Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Liberami, Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti: quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco. Timore e spavento mi afferrano per il terribile giudizio: quando cielo e terra saranno sconvolti. Giorno d’ira è quello, giorno di calamità e di miseria, giorno grande e amarissimo, quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco. L’eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.

Liberami, Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti: quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco.

giovedì 9 luglio 2020

La visione del male

Nel deserto di Siloen si nascondeva una strega che possedeva un occhio di vetro concessole in dono da Metiel, un demone che prediceva il futuro attraverso la chiaroveggenza. L’occhio di vetro era un oggetto maleficiato con la proprietà di rivelare cose nascoste e serviva alla strega per fare disonesti guadagni. Un giorno la strega decise di intraprendere un viaggio nelle terre perdute ove si stagliavano rachitici gli alberi morti trapiantati dalla valle del pianto, ansiosa di ricevere dai sette demoni che presiedono ai sette vizi capitali, le conoscenze necessarie per sopraffare le tre grandi virtù cristiane. Giunta alla roccia della disperazione incontrò il demone dell’invidia che le disse: “Le persone che tu credi migliori di te offendile e calunniale in vari modi, chi ha cose migliori delle tue consegnalo alla diffamazione”. Giunta al fiume melmoso incontrò il demone della lussuria: “Soddisfa le fami carnali e la concupiscenza degli occhi per renderti impura e sedurre le anime degli amati da Dio”. Gli si fece incontro il demone della superbia: “Convinciti di essere superiore alle persone più nobili e disprezza i semplici e coloro che dimostrano valore morale”. Ed ecco il demone dell’ira sul sentiero dell’infelicità e della vuotaggine: “Il rancore ti renda rabbiosa come una lupa sanguinaria dai latrati sadici e dallo sguardo grifano”. Oltre il sentiero della stoltezza saccente incontrò il demone della gola che le disse: “Ogni appetito sensibile va appagato fuori misura perché la mala bestia dopo che ha mangiato ha più fame che prima”. Trovatasi sperduta nella campagna maleodorante la strega incontrò il demone dell’avarizia che pronunciò il suo apoftegma: “Arraffa tutto quello che puoi e ama il denaro e per il denaro sii disposta anche ad ammazzare”. E infine eccole venirle incontro sotto la quercia degli impiccati il demone dell’accidia: “Ogniqualvolta sentirai il richiamo della coscienza a fare del bene e a perseverare operosamente in esso, distogli il tuo sguardo e mettilo nella svogliatezza e nella pigrizia spirituale”. La strega istruita da quei sette demoni vanagloriosi tornò alla sua patria natia e cominciò a proferire parole contro la verità e a convincere la gente dei dintorni a non credere, a non sperare ma soprattutto a non amare. Trovò un certo seguito di patetici personaggi dalla natura egocentrica e li educò a credere al benessere, a sperare nell’orgoglio e ad odiare per vendicarsi nelle occasioni propizie, quelle in cui le proprie responsabilità sono sotterrate da una coltre di falsità. Sopraffatte le virtù il mondo divenne una propaggine dell’inferno e gli angeli del Signore si ritirarono nell’empireo solitari ed affranti. Gli uomini patetici pensarono di aver costruito il mondo perfetto e la strega esultò di gioia maligna alla vista di quell’obbrobrio di viltà. Le meschine attitudini fondarono le nuove leggi e la tenebra di un antro profondo avvolse il cielo che si spense in un gelo pungente. Ma ecco la Donna giovane, innocente e immortale che con la sua carità trasse gli uomini alla ragione e li distolse dal male. La consapevolezza di avere intrapreso una strada sbagliata verso un destino di perdizione li fece rientrare in sé e la carità con il pentimento estinse i vizi che come fumo uscirono dalla creazione, disparvero per sempre. La strega morì e i sette demoni lasciarono le terre, tornò la luce e la comprensione dell’amore celeste più grande della fede e della speranza. L’angelo della carità offrì incenso al Signore e l’angelo della fede offrì le sue caste preghiere, l’angelo della speranza una civiltà con il volto della pace e la giustizia ferrea dell’equità. L’utopia del cristianesimo scardinò il potere e la manipolazione dei demoni, le streghe furono tutte cacciate dalla primavera della vita. Nel cuore di ogni epoca in cui sorge la carità i vizi svaniscono presto nella loro consistenza effimera, e la Donna che è nostra madre vittoriosa sempre ci conduce come sue conquiste alle virtù.