Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 27 giugno 2013

Raccolta n°0307 dell'autore

Nutrirsi di Dio nel banchetto celeste

Oh sacro convito di Gesù Cristo Signore, sei viva memoria della sua Passione; all’anime nostre doni la Vita divina e il pegno della Gloria futura: Eucaristia santissima, vero Corpo e vero Sangue di Gesù, Tu ci nutri con l’Amore di Dio e ci fai partecipi della sua Vita immortale, farmaco risanante che guarisci dai mali e dalla morte, vera Sostanza del diletto divino, come tralci verdi che ricevono la linfa vitale dalla vera Vite, la Grazia santificante, Grazia che condiscendendo ci eleva spiritualmente, lo Spirito Santo Amore, mite, umile e nascosto, silenzioso soffio nei nostri cuori, come Gesù buono nell’Ostia santa. Il banchetto del Regno è aperto a tutti e la chiave per entrare è l’Amore purificato e terso come il diamante, un cuore buono e accogliente di figlio, un cuore innocente di bambino, un cuore che non si sente sicuro per le proprie prerogative o per i propri presunti meriti, ma che crede ed è sicuro della Misericordia di Colui che lo ama. Amen.

Per gli affamati di vita c’è un Pane che non si consuma

Fiore vermiglio in un campo di grano biondo e vento che dal lieve calore, incendia il grano da cui Pane di vita attornia il fiore che solitario anela ansioso al cibo celeste; Angelo non v’è che porta ristoro alla fame dell’anima, fame di amore dolce e carezzevole, ma un Uomo buono e giusto, misericordioso e compassionevole, che con giustizia amministra il Regno della vita, offre il nutrimento agli affamati, a coloro che nella vita si sono sfamati di dolore e hanno bevuto dal calice colmo delle loro lacrime. Fiore vermiglio in un campo di grano biondo, come la Croce rosseggiante che si staglia gloriosa nelle alte praterie tra i figli del Paradiso beato. Luce di Cristo, Tu che tutto hai tratto dal nulla, Tu che tutta la realtà permei, dona pace e letizia ai cuori. Amen.

Ringraziamento dopo la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo

Ti ringrazio Signore Gesù, mio Amore e mio Tutto, per aver preso dimora nel mio piccolo e fragile cuore umano, per la comunione al Tuo desiderio di parteciparmi Te stesso: il mio petto che pulsa è diventato il luogo della Tua divina presenza di sconfinata Carità; grazie Gesù buono per avermi creato e avermi destinato alla felicità senza tramonto. Il Pane Signore che Tu hai consacrato sei Tu, è il Tuo Amore eterno che il Tuo verbo di verità rende presente, è la carne del Tuo Cuore vivente, e per me Ti sei fatto cibo nel pellegrinare della vita terrena, la caparra di quella che sarà nell’avvenire la vita vera dei risorti; grazie Gesù, rimani sempre in me e non mi abbandonare mai, in perpetuo! Tu sei il vero nutrimento che ci sazia di infinito, Pane degli Angeli che è sorgente di Vita senza fine: Gesù via, verità e vita. Eucaristia santissima, incorporami a Cristo Signore, Figlio di Dio, nelle membra del suo Corpo mistico che è la Chiesa. Ti supplico, santificami per rendermi adatto a Te! Amen.

La vittoria senza tempo della Luce beatissima

Amore mio carissimo, che hai dato alla vita il significato che perdutosi nella notte dei tempi, ora al crepuscolo degli dei, libero Sköll, l’antico lupo delle tenebre ancestrali, vittorioso sull’ordine cosmico e sulla bellezza del creato, signore oscuro del caos, sconfitto dalla forza creatrice della Vita, caduto nel pozzo nero e profondo dell’abisso, rinchiuso senza oramai più scampo: il Signore della Croce con la sua spada a doppio taglio, di metallo duro e lama potente, ha distrutto il suo regno di morte e ha portato i trofei della sua vittoria nel Regno della Luce, ha restituito la vita ai morti. Vita e morte si sono scontrate in un duello epico: il Signore della vita era morto, adesso e per sempre è il Risorto e trionfa nella Gloria! La Luce eterna ha sconfitto l’impero delle tenebre, il lugubre vuoto dell’antivita: Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera. Gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Vita notturna

Nell’orizzonte di questo meriggio assolato, un miraggio appare cupo nel tenue bagliore di un sole pallido di grati presagi; è l’anima che pulsa nel torace del cristallino cuore battente, rintocchi di orologio scombinato tra ingranaggi rotti, divelti e disordinati, la vita che al suo richiamo segue la mezzanotte: la fine di un giorno, l’inizio della notte, presagio di giorno futuro senza ritorno, con una speranza lasciata al tenue passaggio del passato.

Mondi separati

Perché non hai voluto conoscere il significato della nostra catarsi, nell’empio camminare delle nostre persone? La luce fugge le tenebre o le tenebre fuggono la luce: cosa veramente è perpetuo se non gli opposti contraddittori che con mirabile equilibrio asimmetrico, fanno della luce la realtà e delle tenebre il nulla, dicotomia senza dialettica visione.

Sul viale delle ombre irreali

Nel sentiero che porta alla collina silenziosa, si stagliano ombre informi, che dal profondo terrorizzano coloro che non possiedono alcun potere ontologico sulla realtà; configurare un’immagine sul nostro piano della realtà, significa entrare in contatto diretto con l’ignoto: l’immagine e la nostra sfera percettiva convergono, la realtà diventa una e soggettiva e non oggettiva e alienante. Questo è il sentiero che porta alla collina del silenzio, è il silenzio della fede che crede oltre le illusioni e coglie l’intelletto degli esseri pensanti senza cuore. I sentieri sono molti, ma la direzione è una e porta necessariamente sul viale delle querce secolari, il viale delle ombre senza voce e senza sguardo, oltre il proprio disperante nome blasfemo.

mercoledì 26 giugno 2013

Trilogia n°0330 dell'autore

Preghiera di liberazione

Angeli Santi del Paradiso, schieratevi a mia difesa contro le forze oscure del male; Angeli di Gesù, accorrete in mio aiuto e proteggetemi dal maligno, siate sempre attorno a me come scudo invalicabile e con la Potenza che Vi viene da Dio, ricacciate nell’inferno satana e i demòni, affinché non abbiano mai più la possibilità di sedurre le anime, di ingannarle per farle cadere nel peccato. San Michele Arcangelo, principe delle milizie celesti mi consacro a Te, adesso e per sempre: combatti con me contro il demonio, dammi la Tua forza! Maria Santissima, Vergine Immacolata, Madre di Dio, schiaccia il capo superbo di satana; Tu oh Maria, che lo hai sempre sconfitto. Amen.

Il Cuore di Gesù è la gloria dell’eterno Padre

Cuore di Cristo Signore, Tu sei Parola del Padre, qui ci raduni e salvi Tu, qui ci raduni e salvi Tu; Figlio Eterno Redentore, nostro riscatto dall’inferno, Tu ci salvi dall’eterna dannazione, dalla condanna degli empi. Amen.

Tra le vie della città vedo poca compassione, molte persone abbandonate lasciate senza affetto e attenzione dai più: ma buoni angeli cercano il bene e sanno trovare in sé quel bene sopito nascosto in tutti. Il Potere del Bene è superiore all’indifferenza e all’egoismo, lo scorgo in molti sguardi di coloro i quali hanno toccato nella propria vita, le piaghe del dolore dell’anima. Rispettare la vita del prossimo è segno di buona salute generale.

Altra preghiera di liberazione

I miei occhi vedranno la Luce perpetua dell’Amore di Dio, la beatitudine della sua Grazia per noi. Grazie Gesù per la Tua Passione e la Tua Crocifissione: l’Altare Eterno del Tuo Amore senza alcun limite e senza alcuna dimensione comprensibile. Maria Santissima, Madre di Dio, stavi sotto la Croce e soffrivi per Lui e a causa di tutto il peccato del mondo. Vergine Immacolata Corredentrice, anche Tu ci salvi, ci ottieni la Grazia santificante, oh Ausiliatrice e il Tuo amore materno ci soccorre in ogni necessità: Ti supplichiamo Maria Santissima, Madre di Gesù e Madre nostra, schiaccia il capo superbo di satana e reprimilo nell’inferno, rendi inefficaci i suoi progetti maliziosi! Amen.

martedì 25 giugno 2013

Trilogia n°0320 dell'autore

La vittoria del cavaliere Guerra

In quest’alba di vittoria, sopra le macerie di una guerra consumata per vile odio, corpi esanimi e carichi di risentimento, gridano contro un cielo plumbeo che a tratti rosseggiante fuoco di morte, conduce le anime al Giudizio senza appello, alla Veritas senza finzione; perché Pace non sei stata la scelta di persone che hanno rifiutato la saggezza? Perché Pace la tua bontà non ha trionfato sul desiderio egoista? Tu oh Pace sei deleteria nelle persone, probabilmente perché non sei amata e non sei gradita, perché è dal profondo dell’uomo che egli trae il suo cattivo tesoro, da cui non vuole distogliersi per pura libertà di scelta: è il grande mistero dell’umana dignità, il libero arbitrio dell’anima senziente.

Il mio carcere obsoleto senza sbarre

Nel carcere in cui mi trovo vi sono prati verdi alle porte, sugli stipiti, sui tavoli e legno sulla pavimentazione delle celle, tutto è sintetico e le plastiche sono frutto di riciclo intelligente: gli spazi sono ampi in altezza e nei volumi, la tecnologia rende confortevole l’abitabilità al chiuso senza libertà di fuga, ma comunque nulla di questo luogo perde i connotati della sterilità asettica, di una assoluta mancanza di nobile sentimento umano. La sofferenza e la solitudine non cambiano, nonostante la bella presenza di un asettico contenitore di fredda plastica grigia. Quando uscirò da qui? Non lo so, mi abbandono alla misericordia del Signore e non alla falsa compassione degli uomini sentinella… spero presto e per essere dove non lo so, magari in Paradiso.

La casa stregata

Quattro tavoli e sedici sedie vuote sopra cui siedono fantasmi, quelli dell’assenza di ascoltatori che non interessati, se ne sono andati lontano nel tempo. Un tempo che si è fermato per dirmi che la stupidità è nel vuoto di chi non comprende lo scandalo del male e lo strazio d’una sofferenza che a causa degli idioti non si rimarginerà mai più, come ferita sanguinante e sempiterna, inferta con avvilito scherno, dalla più schifosa parte dell’umanità! La mediocrità del basso sentire ha già parlato, e in chi ha guardato e ascoltato, la vergogna delle coscienze tra le più sporche durerà nei secoli dei secoli, nonostante la loro stolta illusione, la loro mente allucinata dagli spettri diabolici del loro “ buon cuore ”.

domenica 23 giugno 2013

Preghiera n°0912 dell'autore

Inno alla Madre di Dio: Vergine del silenzio, Tu che accogli la Parola e la conservi, Donna del futuro, mostraci il cammino; Condottiera della Luce, Madre di Dio amata, guidaci schierati a battaglia contro le potenze ostili delle tenebre: Vergine Maria, Tu che sei potente contro il male, per la sublime dignità a cui sei stata destinata dall’Eterno Padre, reprimi il maligno in ogni sua manifestazione e riducilo all’impotenza in ogni suo ambito di azione negativa e deleteria. Gloriosa Madre di Dio, Vergine vittoriosa in ogni battaglia, che schiacci la testa al serpente antico, dona la grazia della vittoria contro il male, ad ogni Tuo figlio da Te amato e benedetto, che vedi racchiuso nel Cuore divino del Tuo Figlio Santissimo Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi. Amen.

sabato 22 giugno 2013

Poesia n°0480 dell'autore

La vita non è tolta ma trasformata

Le foglie caduche d’autunno piovono dagli alberi che gravidi di verde marciscente, pesano di passato: il gelo si approssima e le nevi perenni metteranno nel sonno la vita, in un silente mare di candore; ma poi tutto ricomincerà e la rinascita farà di quello che si è apparentemente spento, un nuovo fuoco come spirale concentrica che verso l’infinito creerà tutto in forma perenne, in un ciclo senza fine, quando tutto l’esistente toccherà l’eternità oltre il mondo della finitezza: da questa dimensione fallace, all’assoluta perfezione della vita, poiché l’apice della creazione è la vita vittoriosa e imperitura, che rinasce dalla ceneri come la gloriosa fenice immortale.

Poesia n°0872 dell'autore

Piango lacrime di compassione

Piango per il dolore della anime compassionevoli: la compassione è il tratto più alto e nobile dell’Amore, il vero senso dell’onore di chi conosce il valore della vita e il rispetto per la debolezza e l’innocenza. Le lacrime compassionevoli fanno di una persona un uomo e una donna autentici, l’autenticità di una umanità vera che segue la Via, la Verità e la Vita, cioè il significato compiuto dell’esistenza: la natura umana è buona, la cattiveria e l’egoismo sono una tragedia che nessuno nella sua sincerità vuole, desidera. La tendenza al male è una forma di dolore, ma è un dolore duro e sordo che sopprime la buona coscienza della compassione: le lacrime sincere purificano il cuore.

Poesia n°0067 dell'autore

Senza una casa non c’è destino

Ognuno ha una casa, un rifugio dove porre la sua sicurezza, il fatuo destino a cui nessuno sfugge, la mia casa è lontana al nord e non potrò mai arrivare; la morte già bussa ed io codardamente esito a fuggire con la mia sposa, pronta per condurmi nel Paese misterioso dove coloro che amo sono già. Questa verginità che porta l’abito del martirio e cerca solamente un senso al dolore e alla desolazione, questo fuoco che ama struggente la breve vita di questa creatura umana che non è stata mai amata, a causa della pietra di cuori che per scelta hanno voluto morte e non vita, miscredenza e non fede, odio e non amore. Oh Gesù, Signore mio e Dio mio, pietà!

Perdono senza emulazione

Perdonare non significa dimenticare il male che gli altri ti hanno fatto subire ingiustamente, significa vedere nel prossimo una persona come te, con i tuoi stessi difetti e con dei pregi, e discernere con sapienza la persona che sbaglia dall’errore che ha commesso, dal peccato; tendere alla perfezione della Carità, significa innanzitutto riconoscere le proprie imperfezioni ed il proprio limite: con questo presupposto si guarda agli altri con benevolenza e rispetto. Il male va detestato, le persone per quanto cattive vanno trattate con rispetto, come altri noi stessi, perché sono proprio come noi. Perdonare significa vedere con gli occhi del cuore, della coscienza morale, il nostro prossimo per quanto abietto egli effettivamente sia, altrimenti diventiamo come quello che detestiamo, o forse peggio senza nemmeno accorgercene, e diventa un dramma nel dramma.

Preghiera n°0245 dell'autore

Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

Cuore Immacolato di Maria mi consacro tutto a Te con tutti i miei cari, consacro a Te Vergine Madre il mio corpo, la mia mente, la mia anima, il mio cuore; che il Tuo Cuore Immacolato, mi conduca attraverso la mia vita al Regno del Tuo Figlio Gesù, Signore nostro e Dio nostro: Maria proteggimi! Amen.

Fuggire da questa trappola mi pare assurdo, aspetto un aiuto che mai mi verrà dato e la disperazione tocca il culmine: mi sento profondamente solo e dentro sto piangendo, spero che in un modo o in un altro tutto finisca presto e con me il mio disperante pessimismo, che ha più di ogni valida ragione di diserzione da una vita, che purtroppo mi pare non abbia più significato… La Madonna è la nostra speranza, la forza con cui proseguire nel cammino, senza di Lei siamo prigionieri dell’insensatezza: guardando a Lei, vediamo ciò che anche noi saremo nel futuro.

Preghiera n°0308 dell'autore

Soffia il Vento dello Spirito di Dio

Il Vento soffia dove vuole, va dove desidera e si ferma su coloro che hanno le disposizioni ad accogliere la Grazia che non rende esenti dalla sofferenza dell’anima terrena: il Vento dello Spirito Santo, che vivifica e restituisce la vita a coloro che l’hanno persa; il Soffio gentile dello Spirito di Dio, il Soffio lieve della Vita che sussiste per puro Amore, il Soffio di Luce che perpetua l’anima beata nell’Eternità del Cielo. Spirito santo, Potenza eterna d’Amore, vieni a rinnovare il volto dell’umanità, e sarà una nuova creazione: la Carità nei cuori che rinnova le coscienze e dona il frutto della Pace e la radice forte della Letizia vera. Amen.

Preghiera n°0082 dell'autore

Al Cantico del Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua Serva; grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo Nome; di generazione in generazione tutte le genti mi chiameranno Beata; Madre di Gesù nostro Signore e nostro Dio, la Tua Gloria è al di sopra degli Angeli e dei Santi; prega per noi Santa Madre di Dio e saremo degni delle promesse di Cristo. Egli è il Tuo Figlio che con la gloriosa Arma della Croce ha sconfitto in eterno l’impero delle tenebre, le forze oscure del male. Vergine Immacolata sii Tu oh clemente, oh pia, oh dolce Vergine Maria a distruggere le roccaforti del male, insediatesi nel mondo per portare sulla terra l’inferno. Gesù Maria, liberateci! Amen.

Preghiera n°0129 dell'autore

Non piangere se mi ami

Se mi ami non piangere più, il tempo che abbiamo trascorso insieme e in cui ci siamo amati, è rimasto non nel ricordo ma nella vita vissuta, nel concreto dei nostri cuori di carne; ora sono lontano con la mia fisicità, sono partito per il Paese dell’Ignoto e della Bellezza. Potessi tu scorgere gli infiniti orizzonti dove ora vivo, la Luce tenue e gentile che tutto permea e avvolge, dove l’Amore unisce in comunione le creature Sante che liberamente hanno scelto l’Amore: quando alla sera della vita, coloro che sono stati giudicati sul metro della Carità, hanno avuto accoglienza nel Regno beato di Cristo Signore. Se mi ami veramente non piangere più, perché la Pace e la Gioia di Dio, avvolgono il mio essere. Amen.

Preghiera n°0268 dell'autore

Preghiera alla Madonna del Soccorso

Maria Santissima, Vergine Madre di Dio, Regina Immacolata, io invoco la Tua potente Grazia, oh Ausiliatrice: Madonna del Soccorso, vieni in aiuto di tutti i Tuoi figli e le Tue figlie, portaci a Gesù benignissimo, alla sua eterna Misericordia. Padre e Figlio e Spirito Santo, in Te Trinità Santissima, vive Tabernacolo di Gloria, la Madre di Gesù Signore nostro e nostro Dio. Madonna del Soccorso, prega per noi che aneliamo a risorgere dal peccato e dalla morte; Maria Assunta in Cielo in anima e corpo, intercedi e prega per tutti noi che necessitiamo delle Tue grazie, del Tuo aiuto insindacabile, irrinunciabile. Grazie, oh mia buona Madre. Gesù Maria, Vi amo con tutto il cuore e Vi ringrazio per il Vostro Santo Amore. Gesù Maria Vi amo, salvate anime! Amen.

Poesia n°0473 dell'autore

Vespro di inconcepibile ardore

Vespro di inconcepibile ardore, nell’infinità del nostro ruolo non definito da alcun quadro delineato da matrice di quarzo rosa, è l’atrio iniziale di un percorso di pochi elementi architettonici, a dare al mondo quel connotato saliente di dominio, della vera nostalgia del futuro, la nostalgia del vero intervento del mio isolamento onnipotente e sconclusionato, di argilla che dal vasaio si turba sotto le mani dell’Artista, senza lasciare traccia del vuoto del mio pensiero, il vuoto della mia anima stolta e fallace, il mio ignobile egoismo di idiota imprudente: il suicidio è per i deboli, la vita e la sofferenza sono per i forti e per chi ha compreso l’imperativo del Sacrificio e del combattimento, le ragioni della debolezza.

lunedì 17 giugno 2013

Gesù è nell'Eucaristia Santissima

Primo comandamento: Il gravissimo peccato della comunione sacrilega ( di don Leonardo Maria Pompei )

Il senso del primo comandamento è l’affermazione chiara, netta e decisa dell’esistenza e dell’assoluta sovranità di Dio, che vuole e deve essere riconosciuto come unico e vero Dio, essere adorato come a Lui conviene, ricevere il culto ed i sacrifici che gli sono dovuti. L’esame sul primo comandamento dovrebbe essere condotto in materia molto seria e coscienziosa, perché i peccati contro di esso sono commessi da molti ma confessati da molto pochi. I principali peccati gravi contro il primo comandamento sono: uso sacrilego dei sacramenti (eucaristia e confessione); rifiuto di rendere a Dio l’adorazione, anche esterna, che gli è dovuta; rifiuto di rendere a Dio il doveroso ossequio della preghiera; ateismo; agnosticismo; incredulità e contestazione delle verità di fede, disperazione, odio di Dio, idolatria, pratiche occulte e superstizione. Analizzeremo ora nel dettaglio ciascuna di queste singole condotte gravemente peccaminose.

L’uso sacrilego dei sacramenti della penitenza e dell’eucaristia è purtroppo un fenomeno oggi diffusissimo. Volendo mutuare un’espressione del beato Antonio Rosmini, si tratta di una vera e propria piaga della Chiesa, che indebolisce enormemente il vigore dei suoi figli e, per contro, accresce il potere del Nemico dell’umana salvezza. Oggi, nelle nostre chiese, assistiamo a vere e proprie interminabili processioni di gente che si accosta alla santa comunione, in un clima che spesso indulge a un malinteso senso di gioia e di festa, nella più piena inconsapevolezza di ciò che si va a ricevere e, talora, con una leggerezza che lascia a dir poco sconcertati. Le nostre nonne ci raccontavano che, quando erano giovani, ben pochi osavano accostarsi alla santa comunione, pur essendo vastissima la percentuale di cattolici che regolarmente frequentavano la santa Messa domenicale (oltre l’80%). Questo non perché, come qualcuno tuttora insinua, si aveva un’idea di Dio terribile e inadeguata, ma perché era chiaro quanto veniva insegnato, in modo semplice e chiaro, dall’immortale catechismo di san Pio X, secondo cui per accostarsi alla santa comunione, oltre che aver osservato il digiuno eucaristico, occorre essere in grazia di Dio e pensare e considerare Chi è Colui che si va a ricevere. Oggi, purtroppo, abbiamo una frequenza regolare alla santa Messa domenicale che in Italia oscilla tra l’8 e il 15 (massimo 20%), una scarsissima frequentazione del sacramento della confessione e un vero e proprio “arrembaggio” all’altare quando si tratta di ricevere la comunione. Molte persone si accostano alla comunione ridendo e scherzando, qualcuno “porta a spasso” la sacra particola, che viene masticata e deglutita quasi come fosse una caramella e terminata la santa Messa si affretta a scappare fuori immediatamente, anche perché, purtroppo, qualora si volesse soffermare (come doveroso) nel ringraziamento a Gesù eucaristico, si imbatterebbe nella triste realtà di Chiese trasformate in una specie di foro, dove si chiacchiera, si ride e si scherza senza alcuna considerazione della sacralità del luogo, della presenza di Colui che abita nel Tabernacolo e della giusta esigenza di coloro che desiderano, nel silenzio e nel raccoglimento, ringraziarlo, adorarlo, lodarlo, benedirlo e supplicarlo. Sono parole crude e tristi, ma amaramente costatabili da chiunque si limiti semplicemente ad osservare. Ed è ancora più triste considerare che quasi nessuno si renda conto dell’enormità e della gravità di tali peccati.

Si pensi ancora al tristissimo e quanto mai diffuso fenomeno di fedeli che, in occasione di funerali di qualche persona cara, osano accostarsi alla santa comunione, pensando di fare cosa buona o addirittura doverosa per il defunto, quando magari si tratta di persone che non mettono piede in Chiesa da anni e sono lontane dal confessionale da più anni ancora. Non è senz’altro un caso che nel lontano 1916, in previsione dell’attuale stato di grave e continua profanazione del più grande e del più santo dei sacramenti, l’Angelo del Portogallo, apparendo in visione ai tre pastorelli di Fatima, li invitò a guardare un’Ostia consacrata di nostro Signore “orribilmente oltraggiato” nel santissimo sacramento ed a prostrarsi in atto di riparazione verso così grave crimine, che a detta di una schiera innumerevole di santi, è in assoluto il più grave dei peccati che si possa commettere, il meno perdonabile e quello che produce le peggiori conseguenze sia nella singola persona che nella Chiesa intera, dando un potere enorme al Nemico dell’umana salvezza, che riesce in questo modo a trasformare il sacramento che è “farmaco di immortalità” (per chi vi si accosta degnamente) in veleno mortale, come ci avverte con monito severo l’Apostolo delle genti, secondo cui chi si accosta indegnamente alla mensa del Signore mangia e beve la sua condanna (cf 1Cor 11,27-29).

Non minore è la trascuratezza dell’altra condizione per una comunione degna e fruttuosa, ovvero pensare e considerare Chi è Colui che si va a ricevere. Il raccoglimento orante, la rinnovazione del proprio pentimento con un atto di dolore, la cura di infervorare e accendere i desideri del cuore con qualche breve e fervente giaculatoria e comunione spirituale, unitamente ad una grande compostezza e dignità del portamento e dei gesti soprattutto nell’atto di ricevere nostro Signore, dovrebbero essere la norma in tutti i fedeli. Quello che invece ordinariamente accade nelle “processioni” per la comunione e nel modo di ricevere le Sacre Specie è sotto gli occhi di tutti. Ringraziamo il Pontefice emerito Benedetto XVI, per aver avuto il coraggio di rompere un muro di silenzio dinanzi ad “abusi al limite del sopportabile” e di aver inaugurato, con l’esempio e con la parola, un modo di accostarsi a nostro Signore che esprima l’adorazione che gli è dovuta e che ricordi a tutti che altro è ricevere un pezzo di pane, altro è ricevere Gesù Cristo nostro Dio vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Esempio che appare condiviso e seguito dal suo successore e che si spera faccia sempre più breccia nel cuore di tutti i pastori.

La novità può distogliere dalla Verità

Lo sa Dio quanto vi amo ”, esclama san Paolo, a conclusione d’un pensiero di estrema difesa di Cristo. Mia cura, aveva detto, fu di sposarvi come vergine casta ad un uomo solo: ma temo che il serpente vi inganni, come ingannò Eva, e vi inganni con questi nuovi apostoli, che appena vengono tra voi e vi insegnano un vangelo diverso dal mio, siete pronti a seguirli. Cosa non ho fatto per voi! Ho sottratto ad altre chiese, mi sono fatto aiutare da loro, per non esservi di peso. “ Verità di Cristo è in me; questo vanto non sarà spezzato per me nelle contrade dell’Acaia ” ( 2 Cor 11,1-11 ). Non è la riconoscenza verso la sua persona che cerca l’Apostolo, ma solo la fedeltà dei credenti a Cristo, senza lasciarsi distogliere dalla fede e dal Vangelo per nessun vento di novità. Non c’è posto nel cristianesimo per l’utile egoistico, per mettersi in mostra, per la ricerca della gloria mondana. Vi insiste Gesù, a riguardo della preghiera. E aggiunge: neppure moltiplicate le parole come fanno i pagani, ma dite: “ Padre nostro, che sei nei cieli… ” ( Mt 6,7-15 ).

Temperanza è anche parsimonia ( tratto dall’Opera “ Piccole virtù ” di R. da Nove )

La parsimonia dice qualcosa di più del risparmio. La norma del risparmio è quella di non varcare, con le uscite, le entrate. La parsimonia fa di meglio. Essa aggiunge al risparmio il concetto dell’uso parco di tutti i beni, e quindi vi innesta l’idea della frugalità e della mortificazione. Qualunque sia il reddito disponibile, anche di milioni, essa pone alle spese una misura, imposta non dalla borsa ma dalla volontà. Dunque la parsimonia comprende il risparmio, e lo supera. Se questo ha uno scopo puramente economico, la parsimonia ha uno scopo morale; l’uno è un calcolo, l’altra una virtù. Sotto questo punto di vista la parsimonia è una livellatrice delle condizioni sociali. Mentre il risparmio è soltanto delle persone ricche od agiate, la parsimonia è di tutti, anche dei poveri. Per i ricchi è moderazione dell’uso, per i poveri moderazione del desiderio. Perché Cristo non parla dei poveri di fatto, ma dei poveri nello spirito. Di più la parsimonia modera lo stesso risparmio. Essa educa la persona parca a non accumulare troppo, e a largire in opere utili, o di carità, quella parte che, dopo un misurato risparmio, risulta superflua. Ed ecco che la parsimonia ti colloca nel giusto mezzo tra la prodigalità e l’avarizia, e ti fa entrare, a vele spiegate, nel mare azzurro e tranquillo della virtù cristiana.

domenica 16 giugno 2013

Fare del bene donando ai poveri

San Paolo insiste nei dettagli per la colletta: “ Ho parlato bene di voi ai Macedoni, fate dunque che venendo essi con noi non vi trovino impreparati ; la carità deve essere pronta, immediata. Ma ancora generosa e gioiosa: “ Ciascuno secondo che destinò nel suo cuore, non con rincrescimento né per forza, poiché ilare donatore ama il Signore ”; “ Chi semina scarsamente, scarsamente anche mieterà ”. Del resto Dio ci assicura che farà sovrabbondare la sua grazia e la sua benedizione su coloro che sanno donare ai poveri ( 2 Cor 9,6-11 ). Nel fratello è Dio che domanda; e poiché ogni bene ci è venuto da Dio, non è possibile negarlo a Lui quando ce lo richiede nella persona dei poveri. Gesù può allora aggiungere che quando facciamo l’elemosina non dobbiamo cercare di essere veduti dagli uomini, per lasciarne tutta la gioia a Dio, che vede nel segreto: “ Non sappia la tua sinistra quello che fa la tua destra, quando fai l’elemosina il padre tuo che vede nel segreto ti darà la ricompensa ” ( Mt 6,1-6; 16-18 ).

“ …Ha cominciato a fabbricare, ma non ha potuto finire… ”, “…partito per far guerra… manda i suoi ambasciatori a chiedere di far pace ” ( Lc. XIV, 25, 33 – da “ Costruttori e generali ” ).

Quando Cristo paragona la condizione per seguire Lui al denaro del costruttore e ai soldati del generale, dà alla parabola un’applicazione altamente degna di considerazione. Ci sarebbe anche da aspettarsi che per la totale dedizione a Cristo, fosse necessario possedere qualcosa come il costruttore o il generale. Ma Cristo applica la richiesta all’inverso: per seguire completamente Gesù, non solo non c’è bisogno di posseder qualcosa, ma occorre una rinunzia. E per giunta una rinunzia totale, piena. Cristo formula questa parabola contro coloro che offrono la loro dedizione nel primo spontaneo entusiasmo, nell’esaltazione giovanile, senza una meditazione matura e seria. Meglio non edificare, che restare a metà della costruzione. Meglio trattare in tempo col nemico, che capitolare poi con leggerezza. Dunque meglio non porsi al servizio esclusivo di Cristo che fare delle mezze cose, cioè un sacrificio a metà. Dedizione totale significa rompere i ponti dietro di sé. Il Regno di Dio non segue le leggi tipiche delle imprese di questo mondo. Per questo sono necessarie le forze naturali e i mezzi di sussistenza. Nel Regno di Dio occorre la rinuncia totale alle proprie cose, perché la forza di Dio possa svilupparsi interamente.

sabato 15 giugno 2013

L'amore del superamento

Non basta saper perdonare, bisogna amare con tutto sé stessi anche il prossimo, e tutti i fratelli, anche i nemici: “ Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, perché Egli fa sorgere il Sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, qual premio meritate? Non fanno forse lo stesso i pubblicani e i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste ” ( Mt 5,43-48 ). Non è cristiano chi non supera la dimensione umana degli antichi; colui nel quale non c’è volontà d’amore anche verso i nemici, è ancora pubblicano e pagano, non è ancora entrato nella vita nuova. San Paolo, parlando della colletta per i “ santi ” di Gerusalemme, esplicita un aspetto di questo amore, mettendo innanzi ai corinti due motivi: l’esempio dei cristiani di Macedonia che, pur essendo poveri e perseguitati, furono tanto generosi, e l’esempio di Gesù “ che per noi mendicò, essendo ricco, affinché voi per la sua povertà diventaste ricchi ” ( 2 Cor 8,1-9 ).

Piccola riflessione sui cristiani e il matrimonio; “ tratto dai Testi Conciliari, Cost. Gaudium et Spes ”.

I cristiani ben utilizzando il tempo presente e distinguendo le realtà permanenti dalle forme mutevoli, devono adoperarsi per sviluppare diligentemente i valori del matrimonio e della famiglia, sia con la testimonianza della propria vita, sia con una azione concorde con gli uomini di buona volontà: così, superando le difficoltà, provvederanno ai bisogni e agli interessi della famiglia, in accordo con i tempi nuovi. A questo fine saranno di grande aiuto il senso cristiano dei fedeli, la retta coscienza morale degli uomini, come pure la saggezza e la competenza di chi è versato nelle discipline sacre. Gli esperti nelle scienze, soprattutto biologiche, mediche, sociali e psicologiche possono dare un grande contributo al bene del matrimonio e della famiglia e alla pace delle coscienze, se, unendo i loro studi, cercheranno di chiarire sempre più a fondo le diverse condizioni che favoriscono una onesta regolazione della procreazione umana. Infine i coniugi stessi creati a immagine del Dio vivente e costituiti in un ordine autentico di persone, siano uniti da uguale affetto, dallo stesso modo di sentire, da una mutua santità, così che, seguendo Cristo principio di vita, nella gioia e nei sacrifici della loro vocazione, mediante il loro amore fedele, possano diventare testimoni di quel Mistero d’amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e Risurrezione.