Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 27 giugno 2013

Raccolta n°0307 dell'autore

Nutrirsi di Dio nel banchetto celeste

Oh sacro convito di Gesù Cristo Signore, sei viva memoria della sua Passione; all’anime nostre doni la Vita divina e il pegno della Gloria futura: Eucaristia santissima, vero Corpo e vero Sangue di Gesù, Tu ci nutri con l’Amore di Dio e ci fai partecipi della sua Vita immortale, farmaco risanante che guarisci dai mali e dalla morte, vera Sostanza del diletto divino, come tralci verdi che ricevono la linfa vitale dalla vera Vite, la Grazia santificante, Grazia che condiscendendo ci eleva spiritualmente, lo Spirito Santo Amore, mite, umile e nascosto, silenzioso soffio nei nostri cuori, come Gesù buono nell’Ostia santa. Il banchetto del Regno è aperto a tutti e la chiave per entrare è l’Amore purificato e terso come il diamante, un cuore buono e accogliente di figlio, un cuore innocente di bambino, un cuore che non si sente sicuro per le proprie prerogative o per i propri presunti meriti, ma che crede ed è sicuro della Misericordia di Colui che lo ama. Amen.

Per gli affamati di vita c’è un Pane che non si consuma

Fiore vermiglio in un campo di grano biondo e vento che dal lieve calore, incendia il grano da cui Pane di vita attornia il fiore che solitario anela ansioso al cibo celeste; Angelo non v’è che porta ristoro alla fame dell’anima, fame di amore dolce e carezzevole, ma un Uomo buono e giusto, misericordioso e compassionevole, che con giustizia amministra il Regno della vita, offre il nutrimento agli affamati, a coloro che nella vita si sono sfamati di dolore e hanno bevuto dal calice colmo delle loro lacrime. Fiore vermiglio in un campo di grano biondo, come la Croce rosseggiante che si staglia gloriosa nelle alte praterie tra i figli del Paradiso beato. Luce di Cristo, Tu che tutto hai tratto dal nulla, Tu che tutta la realtà permei, dona pace e letizia ai cuori. Amen.

Ringraziamento dopo la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo

Ti ringrazio Signore Gesù, mio Amore e mio Tutto, per aver preso dimora nel mio piccolo e fragile cuore umano, per la comunione al Tuo desiderio di parteciparmi Te stesso: il mio petto che pulsa è diventato il luogo della Tua divina presenza di sconfinata Carità; grazie Gesù buono per avermi creato e avermi destinato alla felicità senza tramonto. Il Pane Signore che Tu hai consacrato sei Tu, è il Tuo Amore eterno che il Tuo verbo di verità rende presente, è la carne del Tuo Cuore vivente, e per me Ti sei fatto cibo nel pellegrinare della vita terrena, la caparra di quella che sarà nell’avvenire la vita vera dei risorti; grazie Gesù, rimani sempre in me e non mi abbandonare mai, in perpetuo! Tu sei il vero nutrimento che ci sazia di infinito, Pane degli Angeli che è sorgente di Vita senza fine: Gesù via, verità e vita. Eucaristia santissima, incorporami a Cristo Signore, Figlio di Dio, nelle membra del suo Corpo mistico che è la Chiesa. Ti supplico, santificami per rendermi adatto a Te! Amen.

La vittoria senza tempo della Luce beatissima

Amore mio carissimo, che hai dato alla vita il significato che perdutosi nella notte dei tempi, ora al crepuscolo degli dei, libero Sköll, l’antico lupo delle tenebre ancestrali, vittorioso sull’ordine cosmico e sulla bellezza del creato, signore oscuro del caos, sconfitto dalla forza creatrice della Vita, caduto nel pozzo nero e profondo dell’abisso, rinchiuso senza oramai più scampo: il Signore della Croce con la sua spada a doppio taglio, di metallo duro e lama potente, ha distrutto il suo regno di morte e ha portato i trofei della sua vittoria nel Regno della Luce, ha restituito la vita ai morti. Vita e morte si sono scontrate in un duello epico: il Signore della vita era morto, adesso e per sempre è il Risorto e trionfa nella Gloria! La Luce eterna ha sconfitto l’impero delle tenebre, il lugubre vuoto dell’antivita: Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera. Gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Vita notturna

Nell’orizzonte di questo meriggio assolato, un miraggio appare cupo nel tenue bagliore di un sole pallido di grati presagi; è l’anima che pulsa nel torace del cristallino cuore battente, rintocchi di orologio scombinato tra ingranaggi rotti, divelti e disordinati, la vita che al suo richiamo segue la mezzanotte: la fine di un giorno, l’inizio della notte, presagio di giorno futuro senza ritorno, con una speranza lasciata al tenue passaggio del passato.

Mondi separati

Perché non hai voluto conoscere il significato della nostra catarsi, nell’empio camminare delle nostre persone? La luce fugge le tenebre o le tenebre fuggono la luce: cosa veramente è perpetuo se non gli opposti contraddittori che con mirabile equilibrio asimmetrico, fanno della luce la realtà e delle tenebre il nulla, dicotomia senza dialettica visione.

Sul viale delle ombre irreali

Nel sentiero che porta alla collina silenziosa, si stagliano ombre informi, che dal profondo terrorizzano coloro che non possiedono alcun potere ontologico sulla realtà; configurare un’immagine sul nostro piano della realtà, significa entrare in contatto diretto con l’ignoto: l’immagine e la nostra sfera percettiva convergono, la realtà diventa una e soggettiva e non oggettiva e alienante. Questo è il sentiero che porta alla collina del silenzio, è il silenzio della fede che crede oltre le illusioni e coglie l’intelletto degli esseri pensanti senza cuore. I sentieri sono molti, ma la direzione è una e porta necessariamente sul viale delle querce secolari, il viale delle ombre senza voce e senza sguardo, oltre il proprio disperante nome blasfemo.

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