“ Lo sa Dio quanto vi amo ”, esclama san Paolo, a conclusione d’un
pensiero di estrema difesa di Cristo. Mia cura, aveva detto, fu di sposarvi
come vergine casta ad un uomo solo: ma temo che il serpente vi inganni, come
ingannò Eva, e vi inganni con questi nuovi apostoli, che appena vengono tra voi
e vi insegnano un vangelo diverso dal mio, siete pronti a seguirli. Cosa non ho
fatto per voi! Ho sottratto ad altre chiese, mi sono fatto aiutare da loro, per
non esservi di peso. “ Verità di Cristo è
in me; questo vanto non sarà spezzato per me nelle contrade dell’Acaia ” (
2 Cor 11,1-11 ). Non è la riconoscenza verso la sua persona che cerca l’Apostolo,
ma solo la fedeltà dei credenti a Cristo, senza lasciarsi distogliere dalla
fede e dal Vangelo per nessun vento di novità. Non c’è posto nel cristianesimo
per l’utile egoistico, per mettersi in mostra, per la ricerca della gloria
mondana. Vi insiste Gesù, a riguardo della preghiera. E aggiunge: neppure
moltiplicate le parole come fanno i pagani, ma dite: “ Padre nostro, che sei nei cieli… ” ( Mt 6,7-15 ).
Temperanza è anche parsimonia (
tratto dall’Opera “ Piccole virtù ” di R. da Nove )
La parsimonia dice qualcosa di
più del risparmio. La norma del risparmio è quella di non varcare, con le
uscite, le entrate. La parsimonia fa di meglio. Essa aggiunge al risparmio il
concetto dell’uso parco di tutti i beni, e quindi vi innesta l’idea della
frugalità e della mortificazione. Qualunque sia il reddito disponibile, anche
di milioni, essa pone alle spese una misura, imposta non dalla borsa ma dalla
volontà. Dunque la parsimonia comprende il risparmio, e lo supera. Se questo ha
uno scopo puramente economico, la parsimonia ha uno scopo morale; l’uno è un
calcolo, l’altra una virtù. Sotto questo punto di vista la parsimonia è una
livellatrice delle condizioni sociali. Mentre il risparmio è soltanto delle
persone ricche od agiate, la parsimonia è di tutti, anche dei poveri. Per i
ricchi è moderazione dell’uso, per i poveri moderazione del desiderio. Perché
Cristo non parla dei poveri di fatto, ma dei poveri nello spirito. Di più la
parsimonia modera lo stesso risparmio. Essa educa la persona parca a non accumulare
troppo, e a largire in opere utili, o di carità, quella parte che, dopo un
misurato risparmio, risulta superflua. Ed ecco che la parsimonia ti colloca nel
giusto mezzo tra la prodigalità e l’avarizia, e ti fa entrare, a vele spiegate,
nel mare azzurro e tranquillo della virtù cristiana.
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