Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 19 agosto 2023

L'anima se vuole può pregare

Satana guarda con occhio torvo chi appartiene al regno di Gesù; ma la sua rabbia infernale è rivolta di preferenza a chi, facendo dell'apostolato ed offrendo dei sacrifici a Dio, gli strappa le anime. Più si è vicini a Dio, più s'intensifica l'opera diabolica. Conviene che si sia a conoscenza delle astuzie del demonio, per non restarne impigliati. Prima di tutto non si abbia paura di satana, convinti che l'opera sua è moderata dalla Divina Sapienza e che Dio non permette che l'assalto sia superiore alle forze di chi è tentato. Inoltre si abbia la sicurezza che Dio, se sarà invocato, verrà subito in aiuto. L'anima è più forte di satana, perché può pregare; pregando, ha con sé la forza divina. 

– Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989), sacerdote esorcista

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TRASCRIZIONE DI UN ESORCISMO

Purtroppo non solo tra i miscredenti, ma persino tra alcuni cattolici praticanti si è diffusa l'erronea opinione secondo cui il demonio non esiste o se esiste non è pericoloso. Ho tratto dal libretto "Satana nel mondo" scritto dal celebre esorcista Don Giuseppe Tomaselli, il racconto di un esorcismo effettuato dall'autore stesso, nella speranza che qualche miscredente possa ricredersi. La serietà dello scritto è comprovata dalla fama di santità di Don Giuseppe Tomaselli oltre che dall'approvazione ecclesiastica. 

Visto per la Società Salesiana Catania, 

18 - 4 - 68 Sac. Calogero Conti 

IMPRIMATUR 

S. Lucia del Mela 13 - 5 - 68 

+ Francesco Tortora Vescovo-Prelato 

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Vengono a trovarmi tanti. Mentre mi disponevo a fare le forti preghiere per l'indemoniato, giunsero alcune donne ed alcuni uomini, persone già messe a conoscenza del fatto. Domandai all'indemoniato, che era piuttosto sereno: Lei permette che assistano costoro? - Niente di male; purché non ci sia qualche fotografo. - Stia tranquillo! Frattanto si disponga. Mentre lotterò con il demonio, lei preghi nella mente. - Erano presenti un gruppetto di pie donne, un dottore, tre professori, due sottufficiali di Questura, alcuni padri di famiglia e qualche giovanotto. Prima d'iniziare dissi: Se qualcuno ha paura di assistere all'esorcismo, si allontani. Raccomando ciò specialmente alle donne. - Si allontanò solo una madre di famiglia. Continuai: Non fatevi meraviglia se quest'uomo bestemmierà o dirà parolacce; non sarà lui, ma lo spirito maligno. Ed ora mettetevi in ginocchio. Recitiamo tutti l'atto di dolore. Umiliamoci profondamente davanti a Dio! Mentre ci si disponeva a questo, il demonio cominciò a tormentare l'uomo. Subito iniziai la preghiera, dicendo solo nella mia mente: « Signore, sono nulla al tuo cospetto e molto debole davanti alle potenze infernali. Per la dignità sacerdotale, di cui mi hai rivestito per la tua misericordia, per le preghiere dei presenti e per la tua vittoria su Satana, fa' che io possa dominare il maligno spirito e permetti che egli dica qualche cosa, che un giorno possa giovare alle anime ». Quantunque avessi pregato mentalmente, il demonio conobbe il mio pensiero e frattanto mi guardava con occhi biechi. L'ossesso improvvisamente contorse il collo a più riprese, agitava spasimante ora le braccia ed ora le gambe e bestemmiava contro il Signore e la Madonna. Toccai con il dito le sue labbra e subito tacque. Tenendo poi la mia mano sopra il suo capo, in segno di dominio come Ministro del Signore, gli dissi: - Se Dio te lo permette, dimmi il tuo nome! - Sono il principe degli angeli ribelli, Lucifero! - Udito ciò, dissi ai presenti: Invochiamo allora l'Arcangelo San Michele, il vincitore di Satana. - Michele, esclamò l'ossesso, ... lo conosco! ... Abbiamo lottato assieme e poi mi ha precipitato ed incatenato negli abissi infernali! - Tre volte invocammo San Michele e ad ogni invocazione Satana fremeva sempre di più, tormentando il paziente. Continuai: Che peccato hai fatto in Cielo? - Tu lo sai! ... Mi ribellai a Dio... Del resto, leggi la Scrittura. - Che Dio ti maledica, o Satana! - Ma io sono già maledetto! - Nel nome di Dio, ti comando di rispondere: Come mai tu, che in qualità di capo mandi in giro i demoni e ti servi di loro, questa volta sei venuto in costui tu personalmente? - Non riescono, perché lui prega troppo. Ma ora devo lasciarlo e ritornare nel pozzo infernale. Là aspetto voi! Ma quest'uomo andrà altrove. Vi aspetto con me nel fuoco! - Ed alterando la voce da far paura, soggiunse: Ma ... fuoco fuoco! - Che differenza c'è tra il fuoco della terra e quello dell'inferno? - Quello della terra è materiale; quello dell'inferno è di potenza divina. - Se si proponesse a te: Se farai la tale o tal'altra cosa, tu uscirai dall'inferno! - cosa saresti disposto a fare? - Ipotesi inutile! La mia condanna è eterna. - Nel nome di Dio, rispondi ancora! Le anime che stanno nell'inferno, per quali peccati vi sono cadute? - Tu lo sai. - Lo so; è per la disonestà. Ma in modo particolare? - Per adulterio, per omicidio, per ateismo. - Se Dio ti permette di parlare, rispondi su questo: Quando tu vai in giro per il mondo, cosa fai? - Tento; lavoro nella mente umana. Spingo alla bestemmia, all'omicidio, all'odio, al furto, all'impurità e ad altri peccati. Rovino più anime che posso. Ma devo anche dire che in questo mio lavoro talvolta sono percosso dal Creatore e dagli Angeli. - Pensando che le dichiarazioni di Satana, un giorno pubblicate, avrebbero potuto essere utili alle anime, continuai ad interrogarlo. Certamente il maligno rispondeva perché era obbligato a farlo. - Che lavoro fai con quelli che si confessano? - Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinché dicano bugie al Confessore. Però i buoni non mi danno ascolto. - Presso i moribondi cosa fai? - Sino all'ultimo dò l'assalto, nella speranza di vincere. - Se venissero nel mondo coloro che sono nell'inferno, cosa direbbero ai viventi? - A questo non rispose. Credo che la risposta sia quella data da Gesù Cristo nella parabola del ricco Epulone: Se non ascoltano Mosè ed i Profeti, non crederanno nemmeno se uno risuscitasse dai morti. - (S. Luca - XVI - 31). Il che significa: Se certi dannati si presentassero nel mondo e parlassero dell'inferno, i cattivi li piglierebbero per pazzi e non crederebbero lo stesso. Frattanto tutti i presenti guardavano l'indemoniato. I loro volti erano pallidi e gli occhi sbarrati, meravigliati di ciò che vedevano ed udivano. Osservai che i più impressionati erano gli uomini. Esortai tutti ad intensificare la preghiera. Satana inferocì; faceva segni poco educati, gridando: Miserabili, non pregate! ... Bestemmiate! ... Andate piuttosto a divertirvi al cinema!... - La rabbia satanica si riversò sull'ossesso. Questi provava forti attacchi dolorosi, ora al cuore, ora alla testa ed ora ad altre membra; compresi ciò perché egli spasimante portava la mano sulle varie parti del corpo, indicando ove soffriva di più. Appena poggiavo la mano sacerdotale sulla parte sofferente, all'istante cessava lo spasimo locale. Satana era sotto il dominio della potestà del Sacerdote. Intanto facevo internamente atti di umiltà. Guai a me ed all'ossesso se io avessi fatto qualche atto di superbia! Avrei rese nulle le fatiche dell'esorcismo. Il maligno tentò assaltarmi dicendomi parole di lode. Per grazia di Dio compresi e respinsi l'assalto. Vedendosi alle strette, il brutto spirito esclamò: - Maledetto il momento in cui quest'uomo s'incontrò con te! ... Ti piglierei a schiaffi, come ho fatto con altri; ma non posso farlo! ... E voi, donnacce, che pregate, sappiate che io potrei torcervi il collo a tutte; ma non mi è permesso farlo! Voi pregate e con voi c'è la potenza divina!... Posso vendicarmi soltanto sopra questo uomo. Come tormentai Giobbe nel corpo, così tormento questo miserabile! Non posso toccare l'anima sua, ma il corpo sì; ed allora lo faccio soffrire, portandolo in giro sotto la pioggia, e lo spavento con orribili visioni! - E qui bestemmie! Gli toccai le labbra e tacque. - Se è volontà di Dio ed Egli te lo permette, rispondimi: - Sei solo in quest'uomo? - Con me ci sono tanti altri. Ho a disposizione una legione di combattenti, demoni a me soggetti. Andiamo in giro per la terra. Conosco tutti e conosco tutte le lingue ed i dialetti. Potrei parlare in tedesco, francese, inglese, spagnolo, portoghese ... A queste parole pensai: Se gli permetto di parlare in lingua estera, forse Dio non sarà contento, quasi io volessi appagare la mia curiosità, e tanto più che tra le norme degli Esorcisti c'è anche questa: Non si facciano domande di curiosità - Inoltre pensai: Questa potrebbe essere un'insidia diabolica, perché, ascoltando lui con interesse, smetteremmo tutti di pregare. Per tal motivo non gli permisi di parlare. Proseguii nelle mie domande: - Quali luoghi della terra tu preferisci? - Certamente gli abitati, perché là trovo le anime. - Se hai altro da dire e Dio te lo permette, parla! - Ho da dire questo: Devo lasciare quest'uomo e ritornare nel pozzo eterno, ove Michele mi ha incatenato. - Vedi come Gesù trionfa sopra di te! - Il Cristo morendo in Croce mi ha schiacciato! - Anche Maria Santissima ti ha schiacciato il capo! - Ah, questa Donna! ... Non dirò mai il nome di questa tale! - I presenti ripetevano a coro: Viva Maria! ... Viva Maria! ... - La faccia dell'uomo divenne così brutta, come mai l'avevo vista; dicevo tra me: Sembra proprio la faccia del diavolo! - Ed ora, esclamai, va' via Satana! La Madonna deve cacciarti! - Allora feci nella mia mente la seguente preghiera, invitando i presenti ad unirsi alla mia supplica: « O Dio, per la bontà che hai avuta nel dare all'umanità la Vergine Santissima per Madre, per il suo Immacolato Concepimento, per la sua dignità di Madre di Dio, per la sua Assunzione al Cielo, per la sua potenza quale Regina degli Angeli e dei Santi, ti prego, libera quest'uomo! » Sull'istante l'uomo esclamò: « Viva Maria! » - Si alzò da sedere tranquillo e sorridente, dicendo: Sento di essere leggero! ... Sono a digiuno, ma ho tanta gioia da non sentire voglia di mangiare! 

CHIARIFICAZIONI 

- Ed ora, gli chiesi, mi chiarisca qualche cosa. Durante il colloquio che ho tenuto con Satana, lei cosa faceva? - Pregavo nella mia mente, invocando il Sangue di Gesù Cristo. - Vedeva me e queste persone presenti? - Non vedevo nessuno di voi. Vedevo qui, alla mia sinistra, staccati da voi, centinaia e centinaia di demoni, brutti brutti. Davanti a me, qui, c'era Satana, grande, con le ali come un pipistrello; l'ho visto anche in forma di dragone, cioè, di grossissimo serpente, disteso qui, con la bocca orribile e talvolta mi mordeva. - Ha sentito me, mentre parlavo con Lucifero? - Ho sentito nulla. - Eppure c'è stato un dibattito interessante! - Ma io non so cosa abbia detto. - Le spiego il fenomeno. In questa lotta con Satana lei era libero nella sua mente e poteva pregare. Il suo corpo invece era in potere di Satana, il quale si serviva della sua bocca per rispondere. Non era quindi lei che ragionava e parlava, ma era Lucifero in persona. Ormai che lei si è liberato, dopo quanto le è avvenuto, cosa potrebbe dire agli altri? - Voglio esortare tutti ad invocare spesso il Sangue di Gesù Cristo, affinché questo Divin Sangue purifichi l'anima nostra e ci liberi da ogni astuzia del demonio. Io ne ho provato la grande efficacia. Sono in pace con il Signore; lo prego e lo amo con tutto il cuore e spero essere fedele a Lui con grande riconoscenza per la liberazione ricevuta. - C'è da ringraziare il Signore e la Madonna del buon esito dell'esorcismo. 

COMMENTI 

Naturalmente, tutto finito, i presenti all'esorcismo fecero i commenti. Diceva un professore: Avrebbero dovuto essere presenti a quanto è avvenuto ora certi professori atei! - Un altro disse: Ma il demonio, che è intelligente, sapendo che quello che dice giova alle anime, perché l'ha detto? - L'ha detto perché è stato costretto dalla volontà divina. -

lunedì 14 agosto 2023

Silloge poetica n°032


PIETÀ

Quando cercai di arrivare
alla fine della mia storia
ecco presentarsi
all'occhio della mente pietrificata
il motivo per cui l'aria
bruciava di rancore fetido
come radicato da certezze
che si rivelano col tempo sempre più fallaci
è il gemito di un prigioniero
che mi riesce di conoscere
le catene della mia amara schiavitù
quando il mio cuore pesante cento chili
abbandonò l'odio covato per anni
l'angelo della clemenza
mi donò la pace di chi desiste
e io mi arresi
alle lacrime che lavarono il buio
quel buio nascosto
che mi faceva stare male con me stesso
e il perdono lo diedi innanzitutto al mio spettro
che si tramutò in risuscitato alla vita
perché volevo farmi beneficare
quindi scorgere nel peccato il peccatore
accorgermi della persona
anche se celata sotto tutto quel marciume
una porta stretta e difficile
ma praticabile
quella del cambiamento
una porta aurea se ben compresa
quella del perdono evangelico senza misura
che libera un prigioniero
sono proprio io
la mortificazione libera l'amore
che vede in chiunque
il proprio fratello dolente e la propria sorella spaurita
carne della mia carne
sangue del mio sangue
un cuore che batte come nel mio petto
finalmente esco dallo stolto egoismo
per conoscere quel qualcuno
la sua fragilità e i suoi errori
le sue lacrime ancor prima che si deturpasse
e in quel mondo infranto
vedo la persona
e la nemesi della sua anima
nella luce della grazia
prospettiva questa dentro di essa
di una pietas veridica e una giusta commiserazione
quella fiducia di Colui che soltanto
ci conosce nel profondo
che nel segreto giudica ad ogni istante
e concede a coloro che con sincerità lo amano
la medesima visione
tesoreggiando l'empatia che ci fa vedere
l'invisibile contenuto dell'interiorità
il tocco umano
di queste mie mani


CREAZIONE

La tempesta lassù domina gli eventi
i sogni degli uomini nascono da folgori incontaminate
e il rumore dell'immaginazione
si diffonde nell'etere dal luminare dei tuoni
quest'acqua che cade impressiona i tranquilli
e dirige le sorgenti verso i mari vasti
nel suo percorso chiude la bocca agli orgogliosi
che con il loro pretestuoso sapere
fanno deviare dalla verità superna i semplici
e l'eremo dei monaci studiosi
apre i suoi libri antichi al pozzo della conoscenza
da quel profondo sale a noi l'ignoto
che rifulge di intelligenza e di ragione nelle menti
non c'è motivo per avere paura
perché la sicurezza sta' nel fidarsi degli angeli nascosti
nei mondi lontani la bellezza del demiurgo
quaggiù sulla terra se casta quanto lacrimante
gli orizzonti delle stagioni
e le creature fantasiose
la cognizione di coloro che seppero oltre il negazionismo
il recondito significato della vita
e il suo valore alla luce della carità dei santi


TENEBRA

Nel giardino degli alberi pensosi
abita il fallace tessitore delle storie lugubri
vive di vuoto nel caos
e di quelle oscure presenze
mentre i suoi devoti
alimentano l'odio con propositi omicidi
quell'antro è la misura dell'ego
la stella morente che collassa su sé stessa
fuori da quelle pareti a strapiombo
tanto imbrattate di confabulante cattiveria
le voci dei malati di oscenità
riecheggiano di livore vendicativo
e cade l'uomo tra le spire del serpente
che avvolge il cuore
e lo miete di orrore cupido
senza la sua anima
la persona diventa una marionetta
il diavolo la usa e poi la getta nella fornace
queste marionette prive di ragione
vivono come i vermi
che mangiano il frutto marcio
poi cadono nel terreno
e spunta la radice inferina
l'iniquità s'alza vanitosa come lo stelo
mentre il letame
fa crescere rigogliosi i vizi
e il fiore del male
secca alla luce della bellezza diurna


MORTE

La morte è come un sonno
si sogna come persone in stato di veglia
perennemente coscienti
sembra che le immagini oniriche
siano attorno a quell'involucro che ci racchiudeva
come se il corpo
perduto nell'ultimo dei respiri sopiti
fosse ancora un possedimento
è cambiata la sequenza del tempo
si è estremamente dilatato
e quel luogo che era il mondo naturale
è diventato il sentirsi qui ed ora
lo stare ovunque e al contempo ma fuori da tutto
pensavo alla notte eterna
a un buio fitto come l'eclissi
pensavo scomparissi nel nulla
dissolto come la carne e il sangue
nelle sostanze infinitesimali
nella vastità della materia inanimata
di cui sono fatte anche le stelle
incandescenti con quella luce bellissima
ma ci sono
e non credevo il perché
significasse qualcuno che mi pensa
da sempre
in quell'attimo imperituro
nell'eternità dei più profondi misteri
in un amore tanto grande
e così recondito


STRANIERO

C'è questo mare imperioso
che separa il mito pagano dalla realtà evangelica,
attraverso i suoi flutti naviga la speranza
e il desiderio di una vita nuova,
lasciammo la nostra patria perché
in quel mare talvolta calmo talvolta tanto cattivo
ed emblema della taciturnità,
risiede quel pericolo che costa un prezzo minore.
Quasi la libertà entrerà
nelle vite tanto tribolate dei viandanti nelle tratte,
migrare è insito nella natura umana
e tutta la terra si riempì di lingue e culture diverse
grazie a Babele che disperse le molte genti
portando il loro dolore dappertutto,
quel muro sordo di incomunicabilità
e il grido disperato dell'espropriato apolide
ovunque nel mondo,
l'abbandono celere della propria casa e della famiglia,
di una terra oramai lontana
arsa dalle carestie, dalle guerre e dalla diseguaglianza.
Ho visto partire da così lontano
madri con nel grembo i nascituri verso un orizzonte pio,
e in quel mare divenuto sepolcro
i loro corpi esanimi scendere nelle acque abissali e fredde,
non c'è pietà nel nostro tanto scellerato mondo del benessere
dove l'idolo del denaro o la moneta di Caronte
vale di più della vita di un fanciullo nero
o del nitore e avvolgente amore di una madre.
Ghirlande di fiori bianchi per ricordare tanto patire
ma nella memoria ogni speranza è sradicata,
ogni lecita speranza è nelle mani di gente ostile
che nello straniero vedono una minaccia,
ma non si può fermare il migrare delle genti
perché in verità tutto cambia
e la vita troppo preziosa non ha prezzo,
neanche il prezzo di una traversata
quando il mare procelloso è il mostro che inghiotte corpi,
che famelico divora anche la fatica e le lacrime,
il dovere indisponibile di leggi antiche
di coloro che soccorrono restando ancora umani.


GUERRA

La guerra è il ritorno dello zero così tanto vile,
è dentro di noi e guarda al nostro cuore pavido
per ghermire la virtù della conciliazione,
sembra che la gente di buona indole sia in attesa
e ami la pace, la collaborazione, l'amicizia,
ma poi la cecità del demone
conduce all'odio, alla violenza e alla vendetta.
Non c'è rancore nella mano di chi lavora,
per il suo pane e per il trionfo della civiltà matura
che non conobbe la fiamma dell'ira,
quella degradazione della distruzione oltre misura,
la gente vuole davvero la pace ma il potente ha sete di sangue
ed è il sangue del fratello e della sorella in umanità,
che non hanno colpa a parte la patria e l'appartenenza,
di quale popolo la generazione che siamo,
manovrano i pochi con ferocia belluina
e con malizia vogliono indottrinarci alla cultura del nemico,
nascondono i crimini con astuta impostura.
È facile amare, è più saggio, più proficuo,
ma l'angoscia del futuro ci rende l'animo cattivo,
quanto debole è la pace
quando la legge del più forte domina le menti
e la lama dell'iniquità trafigge il diritto,
quanto sciocco riconciliarsi
dove il perdono è perdere il privilegio
e il sopruso diventa legge di arma senza discriminazione.
Le guerre tolgono il sonno ai poveri
ma fanno dormire sicuri nell'avidità i signori delle nazioni,
quel fanciullo non si ridesterà alla luce diurna
e il suo riposo è lassù nei prati del mondo celeste,
il suo peso lo porta il Cristo sulla via dolorosa,
fuori dalle mura di Gerusalemme
che come lacrime gronda il sangue degli indifesi
e attende l'angelo della giustizia.

martedì 8 agosto 2023

Il calderone laico delle religiosità e dell'ateismo

Il fanatismo religioso non è accettabile soprattutto quando si manifesta con la mancanza di rispetto, l’intolleranza o peggio con la violenza e la distruttività verso gli altri che non condividono le nostre convinzioni o la nostra fede, in questo caso la religione (o l’ideologia antireligiosa dei miscredenti!) si trasforma in perversione e non è più per il bene dell’uomo ma diventa un crimine contro l’umanità tra i peggiori di sempre; san Giovanni XXIII, il Papa buono del Concilio ecumenico Vaticano II e dell’Enciclica Pacem in terris, ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale di ricercare innanzitutto ciò che unisce invece di ciò che divide, quindi l’altro non è un diverso ma una persona come noi che occorre conoscere per superare le paure fondate sul pregiudizio che possono tradursi addirittura in odio, questo deve convincerci che dobbiamo avere buon senso e buona volontà per costruire la concordia e la convivenza pacifica; la nostra società europea attuale che diventa sempre più multietnica e multiculturale lo richiede con grande esigenza, è un impegno che coinvolge la coscienza di tutti e che non possiamo trascurare: conoscere e amare il prossimo è un dovere civile e una dimostrazione di intelligenza tra le più nobili. Purtroppo la realtà è che esiste un fondamentalismo cristiano presente soprattutto in ambito protestante, ma anche in ambito cattolico c’è il fondamentalismo anche se meno aggressivo e pervasivo, poi c’è un islam moderato e un islam guerrafondaio, e in oriente certe sette religiose maggioritarie presentano una componente addirittura criminogena e sadica... il problema comunque non è la religione in sé, ma la malattia cancerosa che sta alla base della religione malintesa o dell’ideologia laicista del secolo presente, il problema serio è la natura degenere, distruttiva e autodistruttiva dell’uomo che non vuole cambiare.