Lo Stato
con le sue leggi è la base solida e ferma dell’ordine costituito, sono le leggi
patrie a rendere l’uomo un essere consapevole della propria dimensione civile e
civilizzante, le leggi si ergono a garanzia della funzione propria dello Stato e
cioè quella di essere la casa comune per il cittadino e le sue molteplici
espressioni sociali. Lo Stato è a servizio del popolo e compendia l’autorità
del popolo, il popolo osservante delle leggi costituisce la nervatura centrale
dello Stato. Ogni cittadino osservante delle leggi è portatore di diritti personali
e di doveri nei confronti della comunità, soltanto un criminale che danneggia
il suo simile può essere privato dei suoi diritti e tolto dal contesto sociale,
i doveri consistono nella partecipazione alla vita comunitaria attraverso il
proprio apporto, uno dei doveri più inerenti al vivere comune è quello del
lavoro, perché con il lavoro si contribuisce al progresso del bene di tutti e alla
propria e altrui sussistenza, innanzitutto consideriamo la famiglia la quale
è il luogo in cui le forze benefiche delle relazioni umane e della educazione
convergono e si aprono al mondo. Lo Stato, come disse Socrate, è quella madre
che ci genera alla civiltà e che ci edifica come uomini e come donne, dalla
distruzione dei regimi totalitari sono nati gli Stati democratici e i principi
fondanti i diritti umani, quei principi sono propri anche della civiltà
cristiana millenaria. Il lavoro è quella attitudine dell’uomo preposta a trasformare
il mondo naturale per costruire un mondo ideale, in cui affermare la
personalità degli individui integrati in una dimensione relazionale, senza
lavoro non può esserci democrazia, perché l’uguaglianza è possibile soltanto dove
ciascuno svolge il ruolo che gli compete e a cui è stato chiamato, l’uguaglianza
è fattibile se le condizioni poste in precedenza permettono la non esclusione
di gruppi e singoli, favorendo l’inclusione, è una dinamica che si innesca con
la presa di coscienza da parte dell’autorità di determinati valori che non sono
semplicemente quelli del profitto e della produttività, ma bensì quelli della
promozione umana. Si sente parlare talvolta della centralità della persona
umana nelle scelte politiche ed economiche, ma purtroppo la realtà dei fatti
dimostra il contrario e cioè che ad essere posto al centro delle decisioni è quasi
sempre l’interesse di parte, talvolta mascherato da benevole intenzioni o
peggio ancora dall’inganno, e per citare una massima a cui forse non si presta
tanta attenzione “tutto il mondo è un
inganno”, ma grazie al Cielo c’è anche la verità con la sua bandiera. La
nostra società è il veicolo per la nostra immaginazione, tutto sembra uscito
dalla mente di un sognatore senza perdere la sua intransigente razionalità, è
la nostra società quindi siamo noi a farla e ad essere responsabili di quel che
vi accade nel bene o nel male. Lo Stato lo facciamo noi, nel nostro piccolo e
insieme agli altri, le conseguenze di ogni scelta ricadono sul nostro prossimo,
e come persone coscienti della nostra vita insieme possiamo agire gli uni verso
gli altri in spirito di fratellanza e conciliazione, possiamo anche compiere
delle scelte che influiscono negativamente su chi ci circonda nel nostro
contesto o al di fuori di esso. Nessuno è un mondo a parte perché dipendiamo
anche dagli altri e questo ci suggerisce la grande importanza dell’etica, saper
riconoscere sempre la differenza tra il bene e il male, coltivare una coscienza
sensibile e aperta che favorisca la pace. Nessuno deve essere lasciato solo, è
un esercizio che la compassione cristiana ci insegna. La Repubblica appartiene
a tutti e si è cittadini in quanto persone umane, la Repubblica è la nostra vera
casa.