Non c’è sordo peggiore di
qualcuno che non vuole ascoltare e se per farsi comprendere ci si rende
mansueti come agnelli, l’unica risposta che si ottiene è l’indifferenza,
talvolta lo scherno sarcastico; san Giacomo Apostolo dice nella sua epistola
che chi non pecca con la lingua è un perfetto, ma chi può dire in tutta
franchezza di non aver mai sbagliato con la lingua, cioè con le parole? tutti
abbiamo sbagliato, tutti siamo colpevoli e chi dice il contrario è un bugiardo.
C’è uno splendido detto popolare che riguarda le parole e afferma così: “ Una goccia di miele attrae più che un barile
d’aceto ”; le parole se sono dolci, quindi calme e rispettose, pulite e
amabili, conquistano il cuore degli ascoltatori, se sono aspre, acide e
offensive, ti fanno detestare e allontanano da te chiunque ti senta parlare; la
parola, il linguaggio, è espressione dell’interiorità di una persona, quelli
che portano solitamente una maschera usano parole seducenti, dicono soltanto
quello che al momento gli ascoltatori vogliono sentirsi dire, quindi non dicono
quasi mai la verità e quando la dicono è per esclusivo interesse, per demagogia;
le persone sincere che ti vogliono bene, dicono la verità al momento opportuno
e per il tuo personale profitto, dimenticandosi di sé stesse… anche se ciò
significa ottenere avversione, addirittura odio, comportando per colui che ti
parla un sacrificio autentico, ma chi agisce in questo modo lo fa per il bene
altrui, non per il proprio. San Giovanni il Battista, precursore di Gesù, è stato
ucciso per decapitazione in quanto aveva detto a qualcuno poco raccomandabile,
che non gli era lecito da sposato prendere con sé la moglie del proprio
fratello di sangue: non licet! così dicono
tutte le anime che sono dalla parte della Verità, della Legge eterna, di Dio, e
che cosa ottengono? solamente odio e persecuzione, talvolta addirittura il
martirio; se vuoi dire a qualcuno che sta sbagliando, compi un gesto di carità
nei suoi confronti, ma lo fai a tuo rischio e pericolo. Quando nessuno ti
ascolta è perché probabilmente i tuoi discorsi sono scomodi e mettono a nudo
quello che c’è veramente nel profondo delle persone, molti che hanno cercato il
bene altrui inspiegabilmente non sono stati ascoltati, oppure sono stati messi
a tacere per sempre con l’esercizio della violenza, della repressione, questo è
il caso dei prigionieri di opinione ( “ non
licet esse christianos! ”, non è lecito essere cristiani, così si
esprime una famosa sentenza pagana ), che nella nostra modernità hanno
esercitato il diritto della libertà di pensiero e di parola; in una democrazia che
davvero può dirsi tale, tutti hanno diritto a esprimere le proprie convinzioni
e a farle valere nell’ambito sociale, ovviamente è necessario rigettare il
pregiudizio, l’intolleranza e la violenza, che sono alcune componenti della
tirannide; quello che veramente è giusto per chi vuole manifestare le proprie
idee, è il massimo rispetto per le idee altrui, poiché non è mai un bene
calpestare gli altri per affermare sé stessi e quanto portiamo con noi, intellettualmente
e culturalmente; il rispetto nei riguardi del prossimo sta alla base del comune
senso di civiltà, se viene meno il rispetto viene meno la civiltà, e dall’uomo
travalica purtroppo l’animalità più feroce. Se vuoi davvero bene agli altri
parla degli altri con benevolenza, sii gentile con loro e forse sarai
maggiormente compreso e ascoltato, perché farsi amare è la via migliore per
essere considerato autorevole, soltanto così eviti di spargere del male con le
tue parole e metti la tua lingua al servizio della Carità; la parola non è un
gioco puerile, è qualcosa di molto serio e se inavvertitamente sbagli, a cadere
assieme a te possono essere gli altri. Se non vuoi sbagliare con le tue parole,
cerca di amare il più possibile, perché chi ama per davvero non fa del male ad
alcuno… certi difetti però sono difficili da estirpare, anche impegnandosi
molto con tanta buona volontà: lo Spirito Santo, se invocato con fede sincera e
con le opportune disposizioni dell’anima, può concretamente aiutarci a cambiare
in positivo.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
domenica 29 giugno 2014
martedì 10 giugno 2014
La confessione del diavolo
Il maligno è sempre menzognero,
ma qualche volta dice la verità contro voglia, se è l’autorità del Signore a imporglierlo
per il bene delle anime. In un celebre esorcismo costretto nel Nome di Dio,
Lucifero fu obbligato ad affermare: “Dio ha dato a Lei ( Maria santissima, la Vergine Madre di Dio, l’Immacolata ) il potere
di schiacciarci, e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il
Rosario è la preghiera più forte, la più esorcizzante. Esso è il nostro
flagello, la nostra rovina, la nostra sconfitta. Il Rosario ci vince sempre, ed
è sorgente di grazie incredibili per quanti lo recitano per intero. Per questo
noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma
specialmente nelle comunità, la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza;
non vi è male che possa resistere al Rosario intero comunitario”.
San Michele Arcangelo, vincitore contro Lucifero
Dopo la Madonna, san
Michele Arcangelo è la più gloriosa, la più potente creatura uscita dalle mani
di Dio. Scelto dal Signore come primo ministro della santissima Trinità,
Principe dell’Esercito celeste, Custode, prima delle Sinagoghe e del Tempio, poi
della santa Chiesa, san Michele è stato molto venerato fin dai tempi più
remoti. L’Antico ed il Nuovo Testamento parlano di Lui, del Suo potere, delle
Sue apparizioni, della Sua intercessione, del dominio affidatogli su tutti gli
uomini dalla suprema Bontà dell’Onnipotente. I Pontefici non mancarono di
raccomandare ai fedeli la devozione a san Michele. Anche ai nostri giorni,
nella storia contemporanea, Pio IX, Leone XIII e Pio XII ci dicono di
supplicarlo per la difesa della Chiesa e delle anime: “Raramente il ricorso
all’Arcangelo san Michele è apparso più urgente di ora… perché il mondo,
intossicato dalla menzogna e dalla slealtà, ferito dagli eccessi della
violenza, ha perduto la sanità morale e la gioia” (Pio XII). Difatti, come non
riconoscere l’opera di satana e dei suoi demòni nell’orgoglio, nei tradimenti
che sconvolgono la società e il mondo odierno? Non è dunque consolante e
confortante di pensare che, sopra i demòni scatenati in tutta la terra, si
stendano l’azione e la potenza del sommo Arcangelo, protettore dei popoli e
della Chiesa? In questi tempi torbidi, la storia delle apparizioni di san
Michele nel mondo, lungo i secoli, sarà motivo di ritrovare fiducia e fede,
poiché Egli è, e sarà sempre, il fedele custode e difensore delle nazioni e delle
genti che l’invocano, si affidano a Lui nei travagli e nelle persecuzioni.
Preghiamolo più che mai a maggior gloria di Dio e per il bene nostro e di
coloro che ci stanno a cuore. Non dimentichiamo anche di pregare tutti gli
Arcangeli e Angeli del Signore, specialmente san Gabriele, san Raffaele,
l’Angelo custode, l’Angelo consolatore di Gesù nel Getsémani, affinché ci
soccorrano, ci difendano e facciano tornare la fede, la giustizia e la pace nel
mondo.
Questo
che segue è un Inno a san Michele Arcangelo per il giorno della Sua memoria
celebrativa
Gesù, vita delle anime
Del Padre Tuo splendore,
Noi Ti lodiam fra gli Angeli
Che fidi a Te, Signore,
Mentre i Tuoi cenni attendono,
Si fan delle ale un vel.
Mille e mille miriadi
Del Tuo superno Regno
Pronte per Te combattono:
Ma di vittoria in segno
Alto la Croce innalza
L’Arcangelo Michele:
Il rio dragone ci fulmina
Nel baratro infernale,
E insieme con lui gli spiriti
A Dio ribelli assale;
Li perde, li precipita
Dai cardini del Ciel.
Seguiam l’invitto Principe
Contro il superbo duce;
Perché l’Agnel, col premio
Poi dell’eterna Luce,
Coroni la vittoria
Del popolo fedel.
Al Genitore, al Genito,
E a Te divino Spirito,
Quale già fu, nei secoli,
Tale sia gloria ed onor.
Amen.
lunedì 9 giugno 2014
San Benedetto da Norcia e la nuova Europa
San Benedetto da Norcia abate,
patrono d’Europa e fondatore del monachesimo occidentale, era un semplice
monaco e non fu mai ordinato sacerdote, dopo la caduta del sacro romano impero
risollevò le sorti di un mondo destinato alla decadenza; alcuni monaci indegni
cercarono di ucciderlo per avvelenamento, perché lo consideravano scomodo in
quanto si dedicò fin dall’inizio al rinnovamento morale e spirituale del
monachesimo cristiano, non riuscirono nel loro intento malvagio e Benedetto
poté continuare la sua opera risanatrice della religione e della società. Fondò
in Europa nel corso della sua vita centinaia di monasteri, che portarono il
progresso sia in ambito tecnico che culturale anticipando l’età di mezzo, il
medioevo che non fu affatto un’epoca oscura, come erroneamente molti sostengono
per scarsità di conoscenza; molti lo ricordano per il celebre detto ora et labora, preghiera e lavoro, con
queste parole che sono una forza di unità e di edificazione, una forza di pace,
portò la novità del Vangelo a moltissime genti che si convertirono alla fede,
costituendo così le radici della millenaria civiltà cristiana. San Benedetto è
invocato contro il maligno, e la sua molteplice attività negativa in ambito
individuale e sociale, la sua intercessione presso l’Altissimo lo allontana dai
luoghi e dalle persone; in un occidente che oggi si schiera sempre più dalla
parte del diavolo dell’ateismo, dell’edonismo e del laicismo con i suoi valori
contrari alla Legge eterna e al vero bene dell’uomo, rinnegando il
cristianesimo di cui questo grande patriarca fu Apostolo e Confessore, occorre
cercare in San Benedetto quella potenza rinnovatrice e salvifica che lo portò a
fondare una civiltà che si avvicinò grandemente all’ideale universale della giustizia,
che richiamava nella sua essenza i principi fondamentali del rispetto e della
promozione della persona umana, come valore sommo: il Vangelo di Gesù insegna che la vita
è sacra e inviolabile. L’Europa attuale ha grande necessità di riscoprire le
sue radici cristiane, che non furono oscurantismo e guerre, come sostengono i
nemici della fede, ma una fonte limpida di rinnovamento morale, una profonda
revisione delle anime che aderirono al messaggio di quei primi monaci portatori
di novità e di bene, che insieme ai popoli di quel tempo lavorarono concordi
per costruire un futuro di pace e di benessere, di uguaglianza e di diritto; il
male nel corso della storia è venuto da uomini che rinnegarono il Vangelo di
Cristo per volgere il proprio cuore all’interesse, al guadagno e al potere,
uomini che non seppero ascoltare nemmeno la voce della propria coscienza. La
Chiesa fondata da Gesù Cristo sugli Apostoli, non deve sostituirsi al potere
temporale come purtroppo è accaduto nel passato, e non deve scendere a
compromessi con il moderno mondo anticristico tradendo così il suo Signore, deve
invece impegnarsi nel rinnovare la società con una nuova evangelizzazione, deve
moralizzarla, renderla coerente con la Legge di Dio, con l’insegnamento del
santo Vangelo, con i suoi valori che sono i valori a cui tende ogni persona di
buona volontà, la sua missione è trasmettere la fede nella Verità rivelata ed
educare alla ricerca del vero bene, non soltanto proprio ma anche collettivo — chi conosce Gesù e la sua Parola sa che l’amore
per il prossimo è un Comandamento, che se trasgredito rovina l’anima! —, contribuendo
in tal modo a salvare l’uomo in questa realtà da molti mali e salvando la sua
anima in eterno: la volontà di Dio infatti è amore e misericordia. Chi ha
compreso ed è fermamente convinto che Dio ci vuole bene, vuole bene anche agli
altri e rigetta il male dalla sua vita, diventa un costruttore di pace;
soltanto l’umiltà e l’amore per il Signore, attraverso la preghiera
perseverante, possono edificare un futuro migliore per tutti: negare Dio
significa negare l’uomo, così facendo si rinuncia alla vita e ci si consegna
alla morte. Nessuno che abbia un minimo di senno vuole una civiltà di morte e
di peccato in Europa, la natura dell’uomo è stata creata in maniera tale da
protendere verso il bene e la verità, verso la giustizia, verso la carità
perfetta; è consolante sapere che non tutti gli uomini sono traviati nel loro
libero arbitrio, ci sono anche i buoni e i giusti, i sinceri e gli onesti, i
puri di cuore, e l’avvenire appartiene proprio a loro, perché essi sono figli adottivi
dell’Eterno, la loro presenza nella storia ha salvato innumerevoli volte l’umanità
da immani tragedie e ancora la salverà, la loro speranza vivrà in perpetuo e la
loro memoria non si estinguerà mai dal pensiero del Signore amante della vita,
Colui che ha il potere di donare la vita dopo la morte.
domenica 1 giugno 2014
La Madonna e le chiese separate
Riflessione sul rapporto tra la
Madonna e i fratelli separati; domandiamoci cosa veramente vuole il Signore da
noi, domandiamoci se Egli approva il nostro culto, se ci benedice per la nostra
lode e adorazione, che significa se dice bene di noi, se è contento di noi, perché
la nostra preghiera e i nostri canti non stiano su labbra bugiarde, ma bensì
procedano da cuori alieni dal male che sinceramente lo amano, così come amano il prossimo.
Intendo qui per “fratelli
separati” essenzialmente i protestanti delle innumerevoli comunità, che solo
negli Stati Uniti d’America sfiorano il migliaio. Non si può infatti parlare di
questione mariana riferendosi agli ebrei o ai musulmani, anche se nell’Islam
Maria è venerata come la Madre del “profeta” Gesù. Riguardo poi agli ortodossi,
tutti sappiamo di quale splendore di liturgia mariana siano ricche le chiese orientali.
Il culto di Maria vi è antichissimo perché risale, si può dire, all’epoca
apostolica. In pratica gli ortodossi ammettono tutti i privilegi che i cattolici
accordano alla Madre di Dio, compresi i dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione,
anche se la Chiesa ortodossa non ama definire dogmi. Maria ha nell’ortodossia
un posto eminente nella pietà, senza mettere in ombra l’azione e la posizione
centrale di Cristo. Maria è veduta costantemente nella luce della Risurrezione
di Cristo e legata anch’essa profondamente alla sua Incarnazione.
Venendo ai protestanti,
evidentemente le sfumature di posizione sulla questione mariana sono numerose,
quasi quanto le comunità. Tuttavia vanno fatte osservare due cose: anzitutto
che nei primi tempi della separazione da Roma, il culto di Maria fu conservato
pressoché intatto; secondariamente va posta in rilievo una riscoperta mariana
da parte della coscienza dei fratelli separati di oggi.
Bisogna ricordare le parole
piene di venerazione per la Madonna scritte da Lutero nel suo commento al
Magnificat. Calvino stesso, pur ritenendo esagerato quanto i cattolici
affermavano di Maria, ha venerato la Madonna con titoli simili ai nostri: Madre
di nostro Signore, Vergine Santa, nostro modello, etc. Zwingli poi insegnava
che l’amore per il Salvatore cresce in proporzione dell’amore verso la
santissima sua Madre. Si comprende quindi come teologi luterani abbiano potuto
dire quanto segue, nel manifesto di Dresda, da loro redatto nel 1959: “La Madre di Dio non è stata scacciata dalla
Chiesa riformata da Lutero o da altri riformatori, ma è stata emarginata solo
dopo la guerra dei trent’anni e all’epoca dei filosofi liberi pensatori del
secolo XVIII. Uccidendo il culto della Madonna nei cuori evangelici, essi hanno
distrutto i più delicati sentimenti della pietà cristiana”.
Recentemente il pastore
protestante Jungnickel così rimpiangeva l’assenza di Maria nella Chiesa
evangelica: “La Chiesa evangelica è
fredda! Che cosa potrebbe darle calore? Occorre che andiamo a ricercare la
Madre di Dio… dobbiamo invocarla. Abbiamo bisogno di Maria. Essa deve ritornare
tra le fredde pietre delle nostre chiese!”.
La riscoperta di Maria come
irradiazione cristologica, da parte dei protestanti di oggi è innegabile.
La scrittrice protestante
Christa Mulak, all’inizio della sua opera magistrale sulla Madonna, (Maria, die
Geheime Goettin im Christentum, Stoccarda 1985), fa questa dichiarazione, in
bella evidenza di stampa: “Maria
perdonami, ti ho sempre derisa; me l’avevano insegnato i miei padri.
Maria
perdonami, ho sempre considerato ingenue le tue seguaci; me l’avevano insegnato
i miei padri.
Maria
perdonami, in te vedevo solo cera e gesso; me l’avevano insegnato i miei padri.
Maria
perdonami, tu per me eri soltanto oscuro paganesimo e i miei padri avevano
paura di ciò.
Oggi
so che tu sei una cosa pregiata; me l’ha insegnato la mia femminilità.
Oggi
tu condividi la mia preghiera; me l’ha insegnato la mia femminilità.
Oggi
ti riconosco in me, me l’ha insegnato la mia femminilità.
Oggi
tu condividi il mio amore: un amore da donna a donna”.
Alla Madonna dobbiamo
rivolgerci tutti, cattolici e protestanti, affinché compia il miracolo più
grande, quello di riunirci nel Corpo visibile di suo Figlio, la santa Chiesa,
unico ovile sotto un solo Pastore. “Oh
Maria – esclamò Paolo VI al termine di una sua allocuzione ai Padri Conciliari
–, guarda con occhio benigno i nostri
fratelli separati e degnati di riunirci, Tu che hai generato Cristo, ponte e
artefice di unità tra Dio e gli uomini”.
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