San Francesco d’Assisi era
sposato a madonna povertà, ed era definito, così come è definito anche oggi, il
poverello di Assisi; san Francesco però non ha scoperto i poveri nella sua
conversione, come nell’abbraccio con il lebbroso, ha scoperto invece Dio nei
poveri, ha scoperto i poveri come i prediletti di Dio, e per questo si è fatto
il più povero di tutti per servire Dio nei poveri; nel cantico delle creature
san Francesco chiama le opere delle creazione, compresi gli esseri viventi, fratelli
e sorelle e dice che in loro c’è l’immagine del Dio invisibile, portano il
significato del Dio trascendente che nella sua essenza è Amore, il riverbero di
questo amore mistico e soprannaturale san Francesco lo scruta nella bellezza di
tutto il creato. E’ molto conosciuta la leggenda del lupo che faceva strage nei
territori delle vicende narrate sul Santo e che Francesco ammansisce, un lupo
che si aggirava solitario per boschi e campagne e faceva del male a tutti
coloro che incontrava, uomini e animali: san Francesco lo chiama fratello lupo
e imponendogli le mani lo rende docile e mansueto, quasi liberandolo da una
violenta possessione diabolica; non si sa se questo lupo fosse caratterialmente
malato o realmente posseduto da spiriti maligni, fatto sta che l’umile
Francesco lo rende buono da cattivo che era e lo pacifica con tutte le altre
creature, con quel carisma che gli permetteva di predicare il Vangelo di Gesù
anche agli animali estranei alla salvezza, ma facenti parte della creazione
interamente redenta dalla Croce di Cristo: cambiare le anime e farle diventare
buone da cattive che erano, faceva parte della missione di Francesco, forse
questa è la morale della storiella che riguarda il feroce lupo. L’abito di
sacco che san Francesco si scelse non era in quella foggia rudimentale per un
caso di necessità, ma somigliava a una croce di legno con l’albero verticale e
le braccia orizzontali, proprio per volontà del Santo, per esprimere la propria
adesione alla Croce che il Signore ha portato e su cui è morto; san Francesco
ebbe dal Signore il compito di riedificare la Chiesa ed è quello che fece in un
tempo di corruzione per la società e il clero cattolico, in un tempo dove
imperversavano le eresie: la fede cattolica per opera sua e dei suoi primi frati
si conservò integra nella sostanza dottrinale ed è stata tramandata nei secoli
successivi così come la insegnarono gli Apostoli, perfettamente ortodossa;
dinanzi al Crocifisso di san Damiano ebbe questa ispirazione profonda che
cambiò per sempre la sua vita e il corso della storia, è lo stesso Crocifisso
che gli parlò, Crocifisso di cui portò le stigmate nel suo corpo; nella
tradizione arrivata sino a noi, l’immagine del Crocifisso di san Damiano ha
sempre avuto fama di avere proprietà taumaturgiche e liberatrici, è lo stesso
Crocifisso dipinto su legno davanti al quale pregò molto san Francesco. San Francesco
è il Santo della perfezione evangelica, imitatore di Cristo, povero come Cristo
povero, crocifisso e morto al mondo come il Cristo crocifisso, umile e pacifico
come dev’essere ogni vero figlio di Dio, vero devoto della Madonna che egli
chiama, nostra buona Madre e amico dell’umanità e del creato, profondamente rispettoso
della vita di tutti gli esseri animati, espressioni dell’amore infinito del
Creatore, del Vivente per eccellenza. San Francesco prima della sua conversione
ha avuto una vita pressoché identica a quella della maggior parte dei giovani
del nostro tempo, una vita tra ambizioni di carriera e divertimenti mondani,
una vita da persona ricca e superba, immerso nei piaceri e nella compagnia dei
gaudenti, ma poi ci fu la svolta perché incontrò Gesù Cristo, incontrò il
Crocifisso nazareno e il suo cuore cambiò repentinamente. Sapete cosa chiese in
punto di morte a una cara sorella amica e benefattrice? Di mangiare per l’ultima
volta i biscotti alle mandorle che gli piacevano tanto, nonostante fosse
provato da molteplici sofferenze, tra cui le stigmate… anche quello fu un modo
straordinario nella sua semplicità, di rendere lode a Dio per ogni suo
beneficio: volle spirare nudo sulla nuda terra, come si addice a chi è sposato
a madonna povertà, e così rese la sua bell’anima al Signore con il bacio della
morte e gli Angeli santi gli fecero corona per condurlo in Paradiso.
Riporto di seguito “ Il Cantico delle Creature ” (Laudes
Creaturarum), anche conosciuto come “ Cantico
di Frate Sole ”, è una composizione in versi scritta da San
Francesco di Assisi intorno al 1224 e ritenuta il più antico testo poetico
della letteratura italiana.
Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano
per lo Tuo
amore et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.