Oggi a
pensare al Natale come la nascita del bimbo Gesù sono in pochi, e ancora meno
chi crede nel Mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio, quel bimbo nato da
una vergine è Dio, sono cristiano ed è la mia fede e a credere in una cosa
tanto fantasiosa per qualcuno occorre essere proprio matti, significa che sono
matto. Quel bimbo nasce e già lo cercano i militari dell’epoca mandati da un
potente di turno per ammazzarlo insieme agli innocenti martiri, i bambini in
fasce di quell’area geografica mediorientale. Gesù nasce a Betlemme, la ‘casa
del pane’ nella sua etimologia, in una situazione di costante pericolo e di
emarginazione, quindi si salva imprevedibilmente grazie al ministero degli
angeli e diventa un profugo o immigrato, la sua famigliola fugge in Egitto e
attende degli anni prima che le cose si mettano per il meglio, quindi torna
nella città d’origine. Quel bambino neonato viene al mondo in una
condizione di dimenticato, per la Madonna che deve partorire non c’è un alloggio
da nessuna parte, soltanto un cantuccio nel presepe vicino alla mangiatoia per gli
animali. Quel bimbo ebreo nasce come siamo nati noi, nella nostra realtà contingente,
condividendo con noi praticamente tutto, quel bimbo colma di valore la vita di
ogni bimbo, di ogni nascituro e decreta la sacralità della vita umana, nel
piccolo Gesù è presente il contenuto di ogni coscienza davanti al prossimo e
davanti alle proprie responsabilità, nel piccolo Gesù è presente la vera etica
umana e il senso più profondo del nostro stare al mondo. Molti vedono nel
bambino di Betlemme il simbolo dell’innocenza, quella vita ci interroga sull’importanza
della gentilezza e del rispetto. E’ appena nato e ha già molti nemici, ci sono soltanto
dei semplici pastori di gregge che vanno a salutarlo, nasce nel nascondimento
così come sarà quasi tutta la sua vita, nasce lontano dal frastuono delle città
e della gente mondana, nasce vicino ai poveri, agli umili e ai piccoli. Negli
Atti degli Apostoli viene definito con l’espressione ‘Autore della vita’, che i
malvagi hanno crocifisso per ignoranza ma che è risorto dopo tre giorni dal
sepolcro. Vieni bimbo Gesù e portaci un
po’ di pace, tra tanta ingiustizia, violenza e disprezzo per la vita,
soprattutto dei più deboli; vieni bimbo Gesù e cambia i nostri cuori, dove non
c’è umanità porta la compassione, dove c’è odio l’amore; vieni bimbo Gesù e con
il tuo cuore puro vinci il nostro egoismo. Se preghiamo in questo modo
anche nei giorni dell’anno che non sono il Natale, non siamo semplicemente dei
cristiani, ci dimostriamo umani, la società necessità di essere umanizzata e
soltanto dopo di essere evangelizzata con la buona novella, dal Vangelo che
quel bimbo e la sua mamma ci hanno fatto conoscere con la loro vita concreta e
non con vane parole o con giudizi temerari.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
domenica 15 dicembre 2019
lunedì 18 novembre 2019
L'attività ordinaria del diavolo
Quello
che ci allontana dal peccato ci protegge dal maligno, non si devono temere gli
interventi straordinari dei demoni ma si deve avere più paura del peccato. L’attività
ordinaria del demonio consiste nel tentare l’uomo al male per separarlo dalla
grazia di Dio e farlo cadere nella colpa, la società è cattiva per colpa degli
uomini che aprono al diavolo la porta del proprio cuore e non per un’attività
diretta degli spiriti del male. Dai frutti si conosce la pianta e non è difficile
accorgersi di come certe persone cadono sotto l’influsso dei demoni, la cartina
di tornasole è il peccato e i vizi che lo veicolano. Per proteggersi dal
diavolo si deve evitare di commettere dei peccati, si devono osservare i
Comandamenti, si deve pregare con continuità in modo tale da esprimere la fede
e riuscire a rispondere a tutte le situazioni che incontriamo nella vita con la
carità. Un atto di carità è perdonare chi ci offende ma anche pregare per gli
altri, pregando per gli altri si fa del bene e si adempie al Comandamento che
ci suggerisce di amare il prossimo. La mentalità che condiziona il nostro modo
di sentire gli altri è quella corporativa, esclusivista e settaria, l’amore
invece non conosce muri e gradi di separazione. Il Signore ci insegna che tutti
meritano di essere amati e considerati con rispetto, anche coloro che sbagliano
o hanno cattive inclinazioni; il Signore ci suggerisce di pregare per la
conversione di coloro che vivono nel male e di non desiderare il male per
nessuno; queste dinamiche interiori fanno paura al demonio e ne allontanano la
presenza vanificandone l’azione nociva. Il diavolo tenta al male e se una
persona cede con la sua libera adesione diventa per così dire una proprietà dei
demoni che senza accorgersene e rendersene consapevole usano, strumentalizzano.
Il male segue un movimento simile all’effetto domino perché i demoni tendono
per natura sempre al peggio, quanto più si radica il peccato in una persona
tanto è più difficile che si liberi dalle catene del male, anche il tempo gioca
un ruolo decisivo in questa discesa verso l’abisso più profondo. Occorre
pregare per uscire dall’indurimento del cuore, occorre che qualcuno preghi. La
preghiera è la medicina, con la preghiera ha inizio il cammino di conversione,
con la preghiera si persevera nella grazia, con la preghiera si guarisce
interiormente, non c’è vita di grazia e di comunione con Dio senza la
preghiera. Se si contraggono mali di carattere malefico occorre la
collaborazione della vittima per ottenere dal Signore la liberazione, senza
metterci del proprio non si ottiene niente, occorre quindi incominciare dalla
preghiera personale e dall’assiduità alla preghiera. Quando l’anima riconosce i
propri peccati e si pente prendendone le distanze è una rinascita spirituale,
si devono tagliare i ponti con ogni genere di peccato per potersi liberare dal
male e dagli spiriti del male. “Dio che
ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”, scriveva sant’Agostino.
martedì 10 settembre 2019
Quali sono i veri valori
Occorre
interessarsi al destino degli altri per dimostrare di essere veramente
cristiani, senza un vero interesse per le persone non sussistono nel proprio
animo nemmeno le virtù umane figuriamoci quelle cristiane, che secondo la
dottrina debbono necessariamente avere una componente soprannaturale, in ordine
alla grazia, la sorgente quindi è Dio stesso. Nella società c’è uno scalpitare
di egoismi che si urtano a vicenda, dove ciascuno è disposto a tutto pur di avvantaggiarsi
materialmente, anche se questo comporta un danno per il prossimo; si sente dire
da qualche predicatore che il cristiano deve andare contro corrente, in
opposizione alla mentalità del mondo, ma questo accade veramente o è la solita
farsa che accomuna tutti gli ipocriti? A giudicare da come vanno le cose si
deve giungere alla conclusione che siamo una società di ipocriti, di commedianti
che recitano la parte dei benefattori, in realtà sotto quelle belle apparenze
si nasconde il bieco interesse per il denaro o per altro, nessuno si convince
davvero della necessità di rendere la propria anima pulita e irreprensibile nel
bene, quindi sincera in tutto, amata da Dio, virtuosa. Oggi quando qualcuno
tenta di parlare delle virtù molti sorridono con sarcasmo e ci si lascia andare
persino allo scherno, la virtù non è più un valore per nessuno, sono invece
valori le cose materiali, lo status sociale, il successo, l’affermazione nei
vari ambiti in cui si sceglie di farsi strada, l’egoismo è il vero padrone, l’io
al posto di Dio che come un fastidioso personaggio viene relegato nel mondo dell’immaginazione.
Le persone che perseguono come valore il denaro non vedono più il prossimo, gli
altri non fanno più parte del loro orizzonte ma diventano all’occorrenza i
mezzi di cui servirsi per raggiungere quel fine. Chi ama davvero una persona
arriva a dimenticarsi delle proprie ambizioni, chi ama è capace di sacrificarsi
per gli altri, di dare del proprio agli altri senza chiedere nulla in cambio.
Questo mondo non è ancora così oscuro e malsano, ci sono ancora tante persone
capaci di amare e di pensare agli altri, persone capaci di provare compassione
e di rinunciare alla propria vita per la vita di qualcun altro. Forse sono
proprio queste persone semplici, normali e perlopiù sconosciute che reggono le
sorti della civiltà così come la conosciamo oggi, se al mondo ci fossero
soltanto i malvagi si starebbe già tutti molto peggio. Una virtù umana in cui
troppi sono carenti è la sincerità, l’amore alla verità, l’assenza di doppiezza
nella vita quotidiana, perché troppo spesso la sincerità ha come conseguenza l’avversione
di coloro che di sincerità non vivono affatto e sono tanti; sono convinto che Dio
ami molto la sincerità in una persona, così come l’umiltà e la compassione. Se
prego non evado da questo mondo per entrare nel mondo dell’immaginazione,
questo se si è credenti e non tutti lo siamo, ci sono anche gli atei e gli
agnostici; ho sentito dire da qualcuno che la preghiera è una pratica inutile,
niente di più falso! La preghiera è innanzitutto terapeutica per la nostra
psiche, pregare fa bene psicologicamente e dispone al meglio il nostro
atteggiamento nei confronti degli altri, ci rende recettivi, accende in noi l’empatia.
La preghiera è una virtù, è un valore e non è diretta soltanto a Dio in senso
verticale ma anche in senso orizzontale, verso le persone che conosciamo, che
incontriamo, con cui ci rapportiamo ogni giorno. Quando preghiamo per gli altri
esercitiamo una grande virtù, è questo che ci rende liberi e umanamente in
salute, non l’attaccamento alle cose, al denaro o al sesso; siamo liberi quando
preghiamo perché dimostriamo che nel nostro cuore c’è amore, soltanto chi ama è
veramente libero, si ama pregando ma si ama anche comportandosi in qualsiasi
situazione secondo i canoni dell’amore, della carità cristiana. Anche il più
insignificante atto d’amore cambia il mondo in positivo, basta non essere
cinici e fare propria la mentalità che ci suggerisce il Vangelo, non un libro
di fiabe per creduloni ma la parola di Gesù che è verità e che ci rende liberi.
Leggere e assimilare il Vangelo significa cambiare interiormente, convertirsi a
Dio che è il sommo bene, il sommo valore che riempie di significato la nostra
esistenza, che la rende nuova e sensata.
sabato 24 agosto 2019
Una prigione per la tua mente
La
dimensione virtuale di Internet comporta l’immersione psicologica in un vero e
proprio mondo parallelo, ci sono più dispositivi che permettono di
interfacciarsi a Internet e ovunque una persona si trovi senza limiti di luogo,
quel luogo profondo e infinitamente vario è sempre Internet attraverso i nostri
schermi piccoli o grandi, la nostra realtà
aumentata come viene definito l’interfacciarsi sensoriale che non usa
schermi ma un’estensione avvolgente delle nostre abilità cognitive. Internet è
una rete di computer interconnessi a livello globale, le pagine sussistono in
rete perché delle macchine fisiche costantemente alimentate glielo permettono.
Purtroppo Internet è anche quel mezzo inteso male che veicola una serie di
nuove psicopatologie, a ciascun mezzo occorre dare la giusta misura di utilizzo
e la giusta modalità di razionalizzazione, perché fuori misura e in certi gradi
sopravviene il disordine, lo squilibrio e ad essere coinvolta è la mente e l’esame
di realtà che si esercita con essa sul mondo in cui viviamo. Una caratteristica
dell’informazione su Internet è la sua fruizione troppo rapida e il susseguirsi
dei contenuti che esasperano l’attenzione e lasciano cadere tutto quasi subito
nell’oblio, un’altra caratteristica è la produzione di menzogne per
condizionare le coscienze a cui manca il discernimento, infine c’è la mancanza
di approfondimento a cui si è portati come utenti impreparati alla ricerca.
Internet è uno strumento straordinario di comunicazione e conoscenza, non è
soltanto una possibilità di gioco e intrattenimento, è la più importante
frontiera moderna per favorire la cultura e la democrazia senza nessun limite
oggettivo, a parte quanto concerne il crimine e la violazione dei diritti
umani. Con Internet si aprono innumerevoli porte sulla realtà circostante e
universale attraverso cui è possibile formarsi intellettualmente e moralmente,
Internet se usato con saggezza diventa un fondamentale veicolo per la crescita
culturale delle persone, Internet usato dalle persone giuste è anche un
cantiere aperto per costruire la pace perpetua tra le genti, per unificare le
volontà ad un ideale di riconciliazione e di pace. Qualcuno ha definito
Internet una grande biblioteca, uno straordinario giacimento di libri e risorse
in formato digitale, dove la conoscenza umanistica e scientifica è messa a
disposizione di chiunque abbia la possibilità di connettersi, un mondo
multimediale che favorisce la libertà personale dove costruire la propria
identità psichica in rapporto agli altri e strutturare una personalità sempre
più conforme ai valori etici che sono condivisi tra tutti i popoli, le
religioni e le culture. Una grande opportunità di crescita personale, per
quelle persone che hanno l’intelligenza e la buona volontà di servirsene in
modo assennato e concorde con le regole della convivenza civile. Internet è
fatta in un certo modo, ha una sua architettura, un suo disegno, è
tremendamente complessa e in essa collimano anche i più recenti sviluppi sull’intelligenza
artificiale. Nella dimensione virtuale del web o nel mondo delle macchine esiste
una Internet cosiddetta in chiaro, quella di superficie a cui si accede con i
comuni motori di ricerca, dove risiedono le maggiori piattaforme legali e
riconosciute, ed esiste poi una Internet nascosta dove si accede usando
strumenti informatici specifici e dove nel nascondimento si muove l’illecito e
l’immorale. Oggi non è come agli albori, ci sono controlli da parte di
istituzioni degli Stati preposte a contrastare i reati informatici, ci sono le
legislazioni che impongono una serie di regole per l’uso democratico del web e
che garantisco protezione contro le violazioni di tali regole, in Internet esistono
il mercato e il mondo del lavoro proprio come nella realtà materiale. Chi usa
Internet ha a disposizione un potenziale di crescita individuale e di progresso
attraverso cui il mondo può cambiare e migliorare.
martedì 30 luglio 2019
La forza interiore
Quello
che di male può fare una persona potenzialmente lo può fare chiunque, siamo
tutti sedotti dal male e ognuno di noi porta in sé delle cattive inclinazioni,
ciò che fa la differenza è cedere a certi desideri oppure
contrastarli, superandoli con la forza d’animo e l’educazione morale che ci
siamo dati. Non è detto che il peggiore delinquente non diventi un santo, la
storia ci racconta di molte figure di santi che prima della conversione erano
grandi peccatori, non si deve dare per scontato che gli errori della vita
compromettano per sempre l’esito della stessa, ciascun uomo infatti può
cambiare trovando la forza in sé stesso e nella preghiera, in Dio. Quel che si
nasconde nel cuore di una persona è noto soltanto a Dio, nessuno di noi ha il
diritto di giudicare anche se possiamo fare delle valutazioni di carattere
morale, Dio vede nel cuore dell’uomo e noi questo non lo possiamo fare. Sembra
che la scienza ci abbia dato le chiavi per decifrare tutto sulla natura umana,
sulla sfera psichica, comportamentale, relazionale dell’uomo, ma c’è sempre
qualcosa che ci sfugge perché non possiamo spiegare tutto. Non bisogna mai
giudicare le persone e occorre distinguerle dai loro sbagli, dai loro peccati,
il Signore ci ha detto di amare e non di giudicare, il Vangelo inoltre ci
suggerisce di guardare innanzitutto a noi stessi. La cosa fondamentale è non
perdere quella capacità di vedere in un uomo la sua umanità, nonostante la
coltre di brutture e ignominia, perché anche se un uomo è malvagio rimane un
uomo e la sua vita deve essere rispettata. Lo Stato che per reprimere i crimini
non rispetta la vita e la dignità umana di un criminale, diventa uno Stato
criminale. La violenza purtroppo è parte della nostra natura ferita dal
peccato, viviamo in una società violenta ed è difficile affermare una cultura
della non violenza. Si deve iniziare dall’educazione dei giovani e molto può
fare la cultura in ogni sua forma ed espressione, con l’educazione si forma la
personalità di un individuo, occorre riempire il vuoto delle coscienze con dei
valori solidi, con dei principi morali. L’uomo senza etica diventa più
pericoloso dell’animale incapace di comprendere le categorie del bene e del
male, l’uomo può diventare il nemico del suo simile, succede quando nell’animo
di una persona si estingue la carità e si smette di provare compassione, chi
vive questa condizione non riesce più a capire a cosa serve la vita, gli altri
non significano più niente. Ci sono i miracoli della grazia e sono le
conversioni, chi decide di cambiare mentalità e di adeguarvi la propria vita,
può succedere inaspettatamente nel percorso formativo della nostra coscienza
che è perpetuo, si protrae negli anni. Si può arrivare a cambiare vita, da un
giorno all’altro, sono i miracoli della grazia e per ottenerli occorre pregare
molto per le persone, che poi diventano spiritualmente recettive e decidono di
accogliere la salvezza, quella dell’anima con una vita vissuta in conformità
alla Legge di Dio. Il primo passo per ricevere il perdono è il pentimento, rientrare
in sé stessi e scoprire con dolore di avere fatto del male. Chi si riconosce
peccatore si è messo sulla via che conduce alla salvezza, chi dice con tutta
sincerità e con cuore contrito al Signore: “Mi
pento e voglio cambiare, riconosco il male che ho fatto, perdonami”. Non
dobbiamo mai stancarci di domandare perdono ma occorre necessariamente il
nostro pentimento, dobbiamo anche desiderare di riparare al male commesso
esercitando la carità, con la preghiera e accettando le sofferenze che comporta
la vita di quaggiù. Ci si salva accettando il dolore, incamminandoci sulla via
della Croce, ci si salva amando il prossimo e avendo a cuore il suo destino, ci
si salva perseverando nella preghiera.
giovedì 11 luglio 2019
E' il Sangue di Gesù che lava le anime
Coroncina al preziosissimo Sangue di Gesù
Sui grani grossi della Corona del
Rosario: Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il
Sangue di Gesù Cristo, per la santificazione dei sacerdoti e la
conversione dei peccatori, per i moribondi e le anime del Purgatorio!
Sui grani piccoli della Corona del
Rosario: Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi e
sopra il demonio per abbatterlo.
Al termine della coroncina:
Padre
Nostro
Padre
Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il
tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in
terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri
debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre
in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave Maria
Ave
Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta
fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria,
Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra
morte. Amen.
Gloria al
Padre
Gloria al
Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
Eterno
Riposo
L’Eterno
riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la Luce
Perpetua. Riposino in pace. Amen.
Aneddoto...
Santa
Maria Maddalena de’ Pazzi era solita offrire il Sangue di Cristo cinquanta
volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: “Da che tu fai questa offerta, non
puoi immaginare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano
state liberate dal Purgatorio!”.
venerdì 5 luglio 2019
L'agire degli spiriti del male
L’attività
dei demoni in rapporto all’uomo è molteplice, l’azione ordinaria del maligno
consiste nella tentazione, tentare l’uomo al male e per esercitare questo suo
potenziale malefico lo spirito del male passa sempre attraverso la mente e
dalla mente al cuore delle persone. Soltanto con il peccato che è libera
adesione al male e in tal caso si parla di materia grave, piena avvertenza e
deliberato consenso, le persone cadono nella colpa, dopodiché nell’impenitenza
e infine si perdono eternamente; il Signore dice nel Vangelo che chi compie il
peccato è schiavo del peccato, e implicitamente del suo istigatore nascosto che è il
diavolo. Dietro ogni peccato che viene commesso non c’è soltanto la volontà o le scelte degli uomini, ma anche quella voce seduttrice e perversa che
appartiene al nemico. Il peccato non appartiene all’organismo psicologico degli
uomini, ma al loro libero arbitrio deviato e contorto, si suggella nell’anima
con la reiterazione che la dottrina cristiana chiama con il termine vizio, con l’esercizio del peccato l’organismo
psicologico cambia, si demonizza e con il trascorrere del tempo arriva talmente
a incancrenirsi che la guarigione diventa difficile, l’anima si ammala quando
si concede al male. Dall’attività ordinaria del demonio al peccato degli
uomini, questa decadenza spirituale delle creature senzienti è stata definita dalla
dottrina cristiana con l’espressione mistero
di iniquità. La vita di quaggiù è una prova e tutti dobbiamo essere tentati
al male dal diavolo, perché i pensieri dei nostri cuori siano svelati. Ogni
prova è una prova di fedeltà a Dio, ogni prova rende manifesto il nostro amore
per Lui o il nostro rifiuto. Oltre all’attività ordinaria esiste una attività
straordinaria, che può verificarsi in presenza di cause più o meno evidenti. Ci
si può esporre all’attività straordinaria del demonio se si commettono gravi
colpe morali, oppure per permissione di Dio o per l’esercizio cattivo della
volontà da parte di uomini che hanno stretto un legame occulto con satana, questi
soggetti sono dei tramiti attraverso cui i demoni nuocciono alle altre persone
nei modi più disparati. L’infestazione diabolica si verifica solitamente in
luoghi dove sono stati commessi gravi peccati da parte di singoli individui o
di gruppi, è come un faro che attrae i demoni in un determinato posto e ivi
trovano dimora stabile. Tutti i demoni sono superbi e pretendono per sé quel
culto di adorazione dovuto soltanto a Dio, hanno dappertutto la loro gente che
gli offre un simile culto e dei sacrifici in cui l’offerta può consistere in
una persona innocente, ma occorre ricordare che ogni offerta a loro gradita è
sempre e soltanto il peccato nelle sue molteplici accezioni, perché ogni
peccato è un atto contrario all’amore di Dio e alla sua Legge che consolida il
regno delle tenebre e gli strappa le anime. Ci sono altre tre forme di attività
straordinaria, l’ossessione diabolica, la vessazione diabolica e la possessione
diabolica: in questi casi è molto prezioso considerare l’insegnamento della
Chiesa e cioè che tutto ciò che ci difende dal peccato ci difende da satana. La
preghiera con il maggior potenziale esorcistico è e sarà sempre il Santo
Rosario, chi prega la Madonna e vive in grazia di Dio osservando i Comandamenti
non deve avere nessuna paura del demonio. Cristo con la sua Croce e la sua
Risurrezione ha sconfitto il demonio e definitivamente, è Cristo il vincitore e
non il demonio, e ciascuno di noi è stato associato alla sua vittoria. Anche se
nel mondo lo spirito del male continua a mantenere un certo potere e ad avere il
suo seguito, ciò è dovuto alla permissione dell’attività diabolica da parte del
Signore che comunque rimane un mistero, qualcosa che non è immediatamente
comprensibile.
martedì 2 luglio 2019
Le solite vacanze estive
Siamo in
estate e la gente va in vacanza, un’altra preziosa occasione per non pensare a
niente e infischiarsene degli altri, fuori dal tempo del lavoro dove si sgomita
per realizzarsi e fare i soldi, tempo che diventa all’occorrenza l’occasione
per fare le scarpe a qualcuno che ci sembra scomodo o antipatico. La vacanza è
il modo migliore per risolversi la vita, è il modo migliore per distrarsi e non
pensare, con una meritata vacanza tutti i problemi sono lasciati in sospeso,
qualcuno forse si riesce anche a risolverlo, ma la vita è sempre in agguato, ci
aspetta al varco con le sue sorprese, ma non adesso perché è tutto rimandato a
settembre, al tempo delle preoccupazioni, della mancanza di senno e della
psicosi che ci suggerisce di non pensare in modo serioso favorendo la persuasione
di essere al di sopra di tutto e di quello che capita agli altri, è anche ovvio
che per una certa mentalità gli altri servono a uno scopo, farci capire che noi
siamo quelli felici e loro possono anche andare in malora. Qualcuno in estate
passa il tempo in compagnia dei libri, liberi dagli impegni ci si può dedicare
alla lettura e le vacanze non sono soltanto relax ma anche conoscere e
viaggiare con la mente, forse stare in compagnia non è come leggere un libro
rompiscatole che stimola la fantasia o aiuta a ragionare meglio, forse stare in
compagnia è il modo più propizio di sfruttare il tempo per non pensare, per
evadere dalla monotonia e rifugiarsi nella vuotaggine. Le vacanze sono il
paradiso in terra dei miscredenti, a loro la Croce fa schifo e se la vogliono
spassare al meglio ad ogni opportunità che il caso o la fortuna mettono a disposizione, caso e fortuna e non quella favoletta cretina di un Creatore
provvidente e benigno. Quando una persona ha capito tutto della vita ed è
diventata saggia le vacanze sono il migliore dei modi per dire a tutte quelle
persone che soffrono, sono sole e ammalate che la loro vita è inutile e non
riescono a risolversela perché sono poco intelligenti. Questo è il mondo con i
suoi tempi alterni, quello del lavoro e quello della vacanza, quello dell’esistenza quotidiana e quello dell’oblio, quello del godere e quello del fare gli schernitori
sarcastici. La vita è fatta così e nessuno può farci niente e se a qualcuno le
cose vanno male peggio per lui, tutta la brava gente se ne frega pensando con
ingordigia alle prossime ferie paradisiache, quelle che presto verranno per un
altro bel giro sulla giostra della follia, quella che gira sempre dalla parte
dei furbi, dei forti e degli spietati egoisti. Ogni tanto qualcuno diventando
consapevole di ciò che accade nella realtà attorno a sé, scende dalla giostra
e diventa capace di piangere per un’altra persona, capace di interessarsi per
un fratello o una sorella e le sue lacrime sono sincere e toccano il Cuore compassionevole
del Signore della vita. Ed è così che si resta umani. Soltanto così.
martedì 28 maggio 2019
Quello che è vero in apparenza
Molto
tempo all’indietro fuori dal tempo, attraversava le pianure desolate del nord
uno stregone esperto in evocazioni e alchimia, andava ripetendo alla gente che
incontrava queste parole: “Il male non
esiste, se lo sono inventato i monaci per rendervi schiavi dei loro vizi, siamo
noi che decidiamo a seconda dei nostri desideri, la paura del male è un modo
per togliervi la libertà”. Entrato nella grande aula in cui gli oratori
itineranti si facevano ascoltare dal popolo curioso e impertinente, disse così:
“Ci sono pazzi che continuano a farvi
credere che il male comporti delle conseguenze, è una menzogna! Fare il male
cagiona soddisfazione e rende liberi, l’unica conseguenza nel compiere il male
è diventare belli, felici e assennati”. Un bambino che si trovava in mezzo
alle numerose persone che ascoltavano con ammirazione prese la parola: “Se il male rende migliori perché la tua
anima è morta, perché puzza di marciume?”. Lo stregone disprezzandolo rispose:
“La mia anima è una fantasia che gli
imbecilli prendono a pretesto per inculcare la paura del peccato, ogni peccato
invece è un atto di libertà che ci rende belli, che cambia il mondo e lo rende più
buono”. Il bambino pianse e gridò: “Bugiardo!”.
La gente che lo vide piangere intimò allo stregone di dimostrare il suo
insegnamento e al contempo di dimostrare che il bambino aveva torto, che il
bambino era pazzo. Lo stregone disegnò sul pavimento il sigillo di un demone
per richiamarlo dall’abisso affinché prendesse le sue difese e dimostrasse le
sue tesi. Il demone si presentò quasi subito e il suo aspetto era di un nero cupo
e funereo, circonfuso da un’aura rossastra, aveva lo sguardo perfido e la voce
da corvaccio gracchiante, si librava a mezz’aria. Il demone si rivolse all’assemblea
e disse: “A me piace divorare le anime ma
per farlo è necessario che siano molto sporche e senza speranza”, allora il
bambino prese di nuovo la parola: “Quello
stregone ha detto che il peccato rende felici, tu sei felice?”. Ed egli
rispose: “Dipende da cosa intendi per
felicità, per me la felicità è puzzare di odio e bestemmiare”. Poi guardò
lo stregone e lo rimproverò di averlo evocato perché si era reso conto che quelle
persone erano sì interessate a certe elucubrazioni o voli pindarici del
pensiero ma non abbastanza sprovvedute, non avevano perso del tutto la coscienza
con i suoi salutari rimorsi e la capacità di chiamare bene il bene e male il
male. Il demone se ne andò svanendo con le sembianze di una nube cinerea, lasciò quel malvagio a difendersi da solo dall’arguzia del bambino che concluse
il simposio con queste parole: “Il male
ha una straordinaria capacità d’inganno soltanto per coloro che accettano di
essere ingannati e di far morire la propria coscienza, questa è la libertà e
senza la libertà non potremmo amare, saremmo dei gretti burattini incapaci di
operare scelte che ci cambiano, che ci rendono disperati o felici, la nostra
libertà è la nostra grandezza e ci sono martiri persino all’inferno”. Lo
stregone fuggì lontano con la gente che lo prese a sassate, giurò vendetta e
non si fece più vedere da quelle parti. Il bambino divenne monaco e con i suoi
sacrifici e il suo rosario otteneva da Dio la conversione di molti peccatori
impenitenti. La verità non è l’opinione di qualcuno che si convince di essere
guida per gli altri, la verità è una soltanto e non possono essercene altre, è
il Signore con la sua sapienza che la suggerisce al cuore di chi si conserva
puro e vive alla luce della stella luminosa della benevolenza.
lunedì 13 maggio 2019
La vita non è tolta ma trasformata
Mia madre
stava seduta su una sedia di vimini in giardino, il cielo era sereno di un bell’azzurro
con qualche nuvola, un bel sole con qualche nuvola in quella lontana primavera
di malinconia. Ricordo la sua voce che mi parlava domandandomi cosa avessi fatto
la mattina a scuola e io le dicevo nulla di particolare, le solite cose,
abbiamo letto, fatto esercizi dal libro, conversato tra amici. Mia madre mi è
sempre sembrata un po’ distante, talvolta indifferente, anaffettiva e io le ho
sempre voluto bene, l’ho rispettata anche se tra noi ogni tanto si litigava,
nascevano conflitti per le cose più banali, ma poi tutto tornava a posto. Era
contenta del catechismo, delle cose che scrivevo, del voto sempre alto, anche
da ragazzino mi piaceva scrivere, in italiano e in grammatica andavo bene, chi
mi leggeva trovava le mie cose originali, significa che pensavo, che mi facevo
delle convinzioni autonome senza lasciarmi influenzare da nessuno, avevo le mie
idee ma rimanevo tollerante. A costruire la nostra casa nuova fu mio nonno con
il suo lavoro e l’aiuto degli amici, vendette i campi che coltivava e con il
ricavato e i risparmi di una vita si adoperò nella costruzione di una piccola
villa su tre piani con giardino, che fu la mia casa d’infanzia, ricordo i
volumi delle stanze, era grande. Mio nonno materno non fece nemmeno in tempo ad
andare in pensione che si ammalò di una malattia cronica a sessantatré anni, un
tumore osseo. Fui presente alla sua morte in quella casa, nella stanza da
letto, avevo sei anni e mi fece segno di avvicinarmi a lui perché voleva dirmi
qualcosa, ebbi timore e scappai via. Poi incontrai un parente sulle scale poco
dopo che mi disse che era morto, allora salii nella mia cameretta al terzo
piano e me la presi con un crocifisso che era appeso al muro, gli dissi perché
me lo hai portato via? E piansi. Vidi il suo corpo esanime come se dormisse.
Mio nonno materno era un uomo semplice ma giusto, veramente onesto. Anche il
fratello di mia mamma si ammalò di una malattia degenerativa e morì a soli
quarant’anni, desiderava guarire ma era impossibile per una malattia come
quella. Fui preso dal rimorso perché ero un ragazzino stupido e cattivo e non dimostrai
quell’affetto che invece sentivo, ed era sincero e lo nascondevo dentro di me.
Nell’adolescenza persi le persone care, anche mia nonna che soffrì per anni
anch’essa per malattia. Perdere le persone che si amano è un po’ come se il
sole si oscurasse, manca una presenza ed è come se una parte di te si fosse
spenta, fosse andata perduta, il lutto è mancanza irrimediabile, si deve
ricominciare da capo a ricostruirsi psicologicamente, a rielaborarsi e a non
piangere più sapendo che chi ci lascia con il corpo, con l’anima è in un luogo
migliore, non si dimenticano di noi che hanno lasciato, ci amano e pregano.
Sono persone che mi hanno insegnato quanto sia grande il valore della vita ma
non fine a sé stessa, bensì in relazione al nostro prossimo, cominciando dalle
persone che abbiamo il dovere di amare come i genitori o i figli. Chi ci lascia
vive in Dio ed è felice, se in vita avremo amato ci ricongiungeremo con loro
nell’al di là. Sono credente e Cristo ha fatto questa promessa, credo nella
risurrezione e nella vita del mondo che verrà, è la professione della nostra fede
cristiana.
mercoledì 1 maggio 2019
La clinica della preghiera
Che cosa
significa pregare? Essenzialmente significa maturare la convinzione che in un
oltre fuori dai sensi e dalla nostra mente ci sono delle persone a cui ci
rivolgiamo che ascoltano le nostre parole e che ci vogliono bene. Purtroppo i
miscredenti interpretano questa convinzione come un delirio, quindi l’orante
non sarebbe altro che uno schizofrenico vittima dei suoi sintomi. Credere in
Dio, nel diavolo o nella Madonna sono forme di alienazione mentale, l’intelligenza
sana è in opposizione a qualsiasi credenza religiosa o misticismo. Ma nella
realtà è davvero così? Se Dio esiste me lo suggerisce la ragione in quanto Dio
ha creato ogni cosa esistente, ha creato anche me che non sono un prodotto del
caso. Pregare ha senso soltanto se si possiede il dono della fede, se invece si
pensa di essere animali con un cervello più sviluppato e che la morte sia la
fine di tutto, pregare è qualcosa di assurdo, la manifestazione di una
psicopatologia. Quelli che affermano di non credere e di esercitare la ragione
sono individui che vivono di quella superbia che li fa sentire al di sopra dei
poveri imbecilli che pregano, gente che non si lascia suggestionare dalle
favolette per poveri illusi, insomma persone intellettualmente superiori. Ma
sarà proprio così? Dalla prospettiva del diavolo sono solamente delle somme
insipienze, senza esserne consapevoli diventano le sue marionette. Se si prega
si deve credere necessariamente nel soprannaturale, si deve credere in quelle
che vengono definite dal teologo le verità di fede, si decide di comprendere
che il Vangelo non è una serie di racconti fantastici ma una cronaca di fatti
realmente accaduti, inseriti nell’arco temporale della storia umana. Pregare è
un esercizio della ragione, forse il più alto e nobile, non è un genere di
attività demenziale propria di coloro che hanno perso il contatto con la realtà.
La preghiera è fatta di parole e le parole sono intrise di significato, di
verità e di ragione, nella preghiera non ci si rivolge al vuoto ma a delle
persone vive che si trovano in una dimensione che non è quella terrena in cui
noi ci muoviamo tutti, che si trovano su un piano della realtà che non è il
nostro. Non esiste soltanto quello che cade sotto la percezione dei sensi, il
mondo è molto più ampio e complesso di quanto riusciamo a immaginare. L’atto di
pregare è un po’ capire che la nostra mente non è prigioniera del divenire e
dell’immediato, ma è fatta anche per qualcosa – o meglio per Qualcuno – che si
trova fuori di noi e del nostro mondo corruttibile. La preghiera ci suggerisce anche
che siamo amati da Dio, che Dio non è lontano da ciascuno di noi, estraneo e
indifferente, ma può risiedere nei nostri cuori attraverso l’amore con cui
amiamo il prossimo. La misura del credere è data dalla qualità della nostra
preghiera, dall’importanza che gli diamo nella vita quotidiana. Pregare non può
danneggiarci e non ha mai nuociuto a nessuno, vale la pena pregare perché dalla
medicina della preghiera può venirci soltanto del bene. Chi prega è razionale e
non scappa dalla realtà, prega per comprenderla meglio e per comprendere meglio
i suoi simili. Senza che ce ne accorgiamo la preghiera assidua fa crescere in
noi i suoi frutti preziosi, ci cambia interiormente e ci ottiene dall’Alto quel
soccorso con cui maturiamo nella conversione a Dio e quindi nell’esercizio
della moralità, delle virtù cristiane e innanzitutto della carità. Pregare ci
fa sempre del bene, prima ci libera, poi ci guarisce e infine ci salva, la
prima mozione della grazia è indurci a pregare frequentemente per toglierci al
peccato, mentre il nemico delle nostre anime tenta sempre di estinguere in noi
la preghiera per farci suoi e rovinarci eternamente. Chi ama Dio prega e chi
prega ama Dio, non è un cerchio chiuso perché con questa dinamica si ama il
prossimo e non si vive esclusivamente per sé stessi. Chi prega si salva.
mercoledì 10 aprile 2019
Il nostro piccolo mondo
La nostra
società moderna è fondata anche sulla mobilità e sui trasporti oltre che dalla
tecnologia, possiamo viaggiare per il mondo a una velocità senza precedenti da
continente a continente e visitare i luoghi più lontani tra loro e diversi del
pianeta. Ma tra le persone si è fatta sempre più grande la distanza e la
menzogna impressiona tutti i media dell’informazione, paradossalmente si sono
estremizzate le distanze mentre il suolo è diventato un fazzoletto di terra
senza più nulla di sconosciuto, non era così nel passato o nell’antichità dove
i confini delineavano l’ignoto. L’uomo è meno misterioso a sé stesso perché la
scienza ha dato delle risposte che prima sembravano impensabili, ma tra gli
uomini continuano ad alzarsi muri invalicabili e nel mondo le guerre in corso
sono quasi quattrocento. La nostra natura non cambia e il sapere è sempre più
vasto, questo ci permette di guarire dalle malattie ma ci rende anche sempre
più pericolosi. Possiamo parlare con persone che si trovano all’altro capo
della terra e sentirci sempre più soli, la solitudine è un fenomeno in costante aumento,
la solitudine è la psicopatologia di maggiore allarme sociale, la sindrome più
grave e dannosa della contemporaneità. Con la virtualità per immagini andiamo sempre più perdendo il
contatto con la realtà e i nostri bassi istinti prendono il sopravvento sulla
ragione e l’empatia, non siamo rimasti animali sociali, siamo diventati animali
misantropi e amorali, chiusi nell’ego e nell’esclusività delle lobby, macchiati
dall’edonismo e dal materialismo. La peggiore tendenza che possiedono gli
uomini è quella dell’appartenenza, sentirsi parte di qualcosa e non è
importante che cosa, così ci si sente forti e sicuri, è la logica del branco
che sbrana l’individuo e cerca sicurezza in una malintesa solidarietà. Così
invischiati in questa dinamica non siamo più veramente liberi, siamo schiavi di
un sistema e non importa quale, basta il conformismo e gli ideali dell’avere e
dell’immedesimarsi nelle cose, siamo quello che abbiamo e la virtù scompare
nell’assenza del senso di colpa e della responsabilità gli uni verso gli altri.
Quando leggo il Vangelo comprendo che questo mondo è davvero il mondo del
diavolo, lui è il principe di questo mondo, quaggiù Dio non c’è, non esiste
quasi del tutto per la massa e per gli individui formati alla scuola del nulla
e del soddisfacimento delle fami, o come le chiamarono i filosofi del
nichilismo e della concupiscenza. Allora pregare è indice di stupidità,
guadagnare è indice di intelligenza, apparire è tutto ciò che conta e amare la
debolezza per antonomasia. La civiltà cristiana è al crepuscolo, gli idoli sono
adorati e assecondati nei loro desideri, la vita umana è un bene a disposizione
dei sacramenti della violenza, dell’aborto e dell’eutanasia. Nel tempo della
penitenza ci viene suggerito di convertirci e credere al Vangelo, ogni anima
penitente deve sentire l’esigenza di convertirsi e credere al Vangelo. Questo
mondo è brutto e pervaso di malvagità, la storia lo dimostra a coloro che sono
capaci di vedere, che non sono ciechi di fronte ai fatti, e se non si riesce a cambiare
direzione la storia avrà fine. Senza carità non ci sono prospettive, non è un
sogno per chi vaneggia nelle idee e nell’etica, è la realtà della nostra
specie, è la realtà dell’uomo.
venerdì 1 marzo 2019
Questi pezzi di un unico mosaico
Siamo
tutti isole in una rete di contatti, non è il mondo nella sua vastità e
interezza, si tratta di un numero circoscritto di persone nei cui confronti
abbiamo dei doveri di solidarietà, a cominciare dalla nostra famiglia, poi gli
amici e coloro che ci conoscono. Molti cercano un gruppo per affrancarsi dalla
solitudine e superare il timore in un contesto dove sentirsi sicuri e protetti,
più una persona è spiritualmente matura meno sente il bisogno dello stare
insieme agli altri. Ma abbiamo realmente necessità gli uni degli altri, la naturale
dimensione umana consiste nel partecipare alla vita degli altri, alla vita
comunitaria. Una persona trova la sua piena realizzazione assieme agli altri
con delle parentesi di solitudine, la solitudine fine a sé stessa è una
malattia, chi è abbastanza maturo da sentirsi bene con sé stesso ama la solitudine,
il mondo immateriale delle idee si dischiude a chi si sente bene in solitudine,
anche l’idea di Dio e l’ordine morale che antagonizza quello istintuale.
Sublimare certe pulsioni primitive a vantaggio di quelle intellettuali è
qualcosa che appartiene alle anime maggiormente evolute sul piano del pensiero
e dei valori, le opere intellettuali e il progresso nelle conoscenze sono
conquiste nate soprattutto nella solitudine, lontano dalla frenesia del vivere
collettivo. Ad esempio chi legge o studia non lo fa al posto di qualcun altro,
lo fa specchiandosi in sé stesso, si tratta della propria crescita interiore e
la cura che si esercita in questo percorso è frutto dell’impegno personale, ci
si costruisce con ciò che si assimila e così si cambia. Una persona immersa
nell’oceano del mondo scompare ignota quasi a tutti, ma non significa che il
suo esistere non abbia alcun significato, ogni persona riesce a intendere il
mondo ed è consapevole del suo esserci, questo la rende importante e non è
qualcosa di relativo, non è un granello di sabbia che si perde, è un’anima cara
a Dio. C’è chi ragionando nel modo opposto diventa nichilista e il suo animo
purtroppo cinico e distaccato, ma il mondo umano non sussiste grazie al
deprezzamento della vita e della sua dignità, se questo mondo continua ad avere
una prospettiva è perché ci sono persone e sono tante che la pensano
diversamente. Con i grandi totalitarismi ci si illudeva di costruire un mondo
perfetto o il migliore possibile e invece ogni volta si generavano mostri
antropofagi che facevano crollare la civiltà, ad ogni crisi si gettavano le
basi per una nuova civiltà e quella vecchia moriva, ma a quale prezzo? E’ un
tema che ricorre nella mitologia induista, la distruzione e la rinascita. L’umanità
cerca la pace perpetua al di là del caos, dei conflitti e delle disuguaglianze.
Questa utopia ce la portiamo tutti dentro, ma ci sono forze avverse che l’allontanano
dalla realtà, sono forze che si agitano nel nostro mondo interiore. La
concordia è un ideale che va costruito con la buona volontà e la
partecipazione, con la formazione culturale e morale delle nuove generazioni.
Come dice il Vangelo che ci ha dato Cristo: noi che siamo cattivi e lo sappiamo, dobbiamo dare cose buone ai nostri
figli, non serpi e scorpioni.
sabato 23 febbraio 2019
Chi è sincero è davvero libero in tutto
La
calunnia è quel peccato grave che consiste nell’accusare una persona di un
qualche delitto infame sapendola innocente, è materia grave perché chiama in
causa il quinto Comandamento che invita a rispettare la vita del prossimo e
quanto è riferibile ad essa, non soltanto la vita fisica ma anche quella
morale. Quelli che odiano Dio, nascondendosi sotto l’apparenza di benefattori, accompagnano
questo genere di colpe con la bestemmia e tentano di indurre gli altri a fare
lo stesso. Ogni atto che offende la dignità della creatura umana è una
bestemmia contro il Creatore, ad esempio un altro modo di bestemmiare è ‘uccidere’
la persona con la pornografia e la mercificazione del sesso, sono tutti modi
utili al maligno per distruggere il senso di umanità nelle coscienze e alienare
la mente di coloro che concedono la propria adesione nell’ormai incapacità di
discernere il bene dal male, nella immoralità dilagante che costituisce un
disordine all’interno della nostra dimensione psichica e nelle relazioni
interpersonali. Tutto ciò che è immorale deturpa il volto di Dio nel volto
delle creature a Lui più prossime, significa dare potere al diavolo che in ogni atto che compie si mette contro Dio e contro il suo progetto a beneficio del genere umano. Ci sono
pratiche omicide che non sono rivolte alla soppressione fisica delle persone,
ma che distruggono le persone su altri livelli ed è sempre opera di uomini il
cui libero arbitrio è deviato e distorto, che entrano in complicità con satana,
e che rinunciano alla parte buona del loro animo. La società è una commistione
di queste forze che non sono riconducibili alla natura animale ma che
appartengono ad un altro ordine e cioè quello spirituale, sono forze negative
che combattono per affermarsi sulla capacità dell’uomo di esercitare la ragione
in favore della sua stessa vita e di quello che può preservarla e promuoverla. Quando
non si riesce a trovare una soluzione a un problema si cede al compromesso e si
sceglie la via più facile, ma ciò non significa che sia la via giusta o che non
comporterà cattive conseguenze per l’avvenire. La soluzione ad ogni questione
di carattere morale deve sempre avvalersi del principio che non si può
transigere sul primato che hanno certi valori, nonostante l’immediato interesse
che l’egoismo induce a perseguire. La natura umana ha scritto dentro di sé quei
valori e sono le opinioni a rendere quei valori come qualcosa che si può
misconoscere o contraffare, sono le opinioni che contrariano i dettami della
ragione, qualcosa di condiviso che seduce e inganna, le opinioni che diventano
dogma. L’uomo può tradire sé stesso e la sua vocazione alla verità, possiede
questa facoltà oscura e la esercita a proprio danno, offendendo i propri simili
e convincendosi che il bene da perseguire sia altro dalla sensibilità e dai
richiami della coscienza. Soltanto l’educazione coerente a certi valori può
ostacolare la nostra natura incline al male, quello che di deteriore ci
portiamo tutti dentro, soltanto con l’educazione si riesce a riconoscere il
male e a fare opposizione per compiere buone scelte e vivere giusti. La
battaglia più dura da sostenere nella vita è quella contro sé stessi ed è una
battaglia senza tregua, ogni giorno dobbiamo combattere per rinnovare la nostra
coscienza e rimanere umani. Se perdiamo la nostra umanità cosa ci rimane? cadiamo
nel demoniaco e la società diventa il ricettacolo di tutti i vizi e gli
egoismi, forse è già così per molti ma grazie a Dio esistono le eccezioni. Quel
che c’è di vero, di buono e di bello ha la sua radice sempre in Dio e nelle
coscienze umane a Lui affini, riconoscendo che non si può vivere in modo veramente
umano senza legge morale, si riconosce implicitamente il primato di Dio nella
nostra vita.
mercoledì 6 febbraio 2019
La battaglia per la fede
La vita
non è una candela che si consuma, è un itinerario che decidiamo di percorrere
giorno dopo giorno cercando un significato a quello che facciamo. Sono
cristiano e battezzato, la mia identità la scruto nelle pagine del Vangelo e
nella vita di quelle persone che hanno amato veramente Cristo, non a parole ma
con i fatti. Credere in Cristo significa convincersi di tutte quelle verità di
fede che i suoi apostoli ci hanno trasmesso nella Chiesa cattolica e nelle
Chiese di radice apostolica e qui intendo l’ortodossia e l’oriente. Quello che
ho potuto scorgere in questi tempi moderni è il tentativo caparbio di devastare
la Chiesa dall’interno, gli uomini e i demoni in complicità sono gli autori di
questo sfacelo. La Chiesa e la società hanno una grande necessità della preghiera,
nella Chiesa è custodita la Verità rivelata, in essa è presente la vera fede,
senza preghiera e sacrificio il male prende il sopravvento e la fragile natura
degli uomini viene sopraffatta. La fede non è un insieme di costrutti quanto
più razionali anche se indimostrabili a cui aderire, qualcuno direbbe senza
nemmeno saper pensare con la propria testa, ma come diceva Pascal è Dio
sensibile al cuore, infatti dalla preghiera di una persona se ne desume la
qualità e il grado di fede e così dalla fede la qualità e il grado della
preghiera. Tanti dicono di credere in Dio ma la loro vita è lontana dal
Vangelo, significa che non si sono mai veramente convertiti a Dio, sono rimasti
ad un livello di superficie, di parole vuote che hanno poco senso anche se non
lo ammettono. Chi si è veramente convertito a Dio è capace di fare scelte
coraggiose ogniqualvolta gli si presenta l’occasione, scelte che collimano con
l’amore, per il vero cristiano l’amore è tutto, perché Dio vede nel segreto del
cuore e noi lo sappiamo, ciascuno di noi lo sa, sarà Lui a giudicarci, a
condannarci o a salvarci. La conversione si esprime attraverso una relazione
verticale con il Signore ed una orizzontale con il prossimo, quello che
proviamo e facciamo in rapporto a Dio e in rapporto agli altri. Quando la
coscienza è ben educata acquista sensibilità e sa riconoscere la differenza tra
il bene e il male con spontaneità, rimangono le cattive inclinazioni e i difetti
e una dura lotta per estirpare quel male che si annida dentro di noi e che è
sempre in agguato. Dio esiste e vuole il mio bene, se lo comprendo diventa
facile pregare. Molto spesso si pensa a Dio come a un personaggio immaginario, invece
per pregare occorre avere presente la realtà delle persone con cui andiamo a
parlare tramite la preghiera. Dio è una persona ed è reale, Egli ci può
ascoltare. Partendo da questo presupposto la preghiera non diventa una fuga
dalla realtà ma un modo per comprenderla meglio e affrontarla con maggiore
consapevolezza, qualsiasi persona anche l’ateo in certi momenti della vita a
modo suo ha pregato, anche se non sapeva chi, senza riconoscere l’altro a cui
si rivolgeva, è qualcosa che appartiene solamente alla nostra mente e alla
nostra psicologia. Sant’Agostino scrisse che l’uomo è fatto per Dio e può
riposare solamente in Lui, quel riposo a cui accenna Agostino è anche la preghiera,
quei momenti preziosi con cui ci intratteniamo con il Signore. La preghiera è
una medicina che cura molti mali che ci affliggono, che allontana il male,
persino quel male personificato che è il nemico della nostra salvezza. Chi prega
in modo sincero e con fiducia acquista equilibrio e fortezza, conosce il
significato della sua vita e il cammino che intraprende sarà accompagnato dalle
virtù. Se Dio mi ama viene naturale corrispondere, prima con la preghiera e poi
amando le persone che si incontrano, la compassione è un tratto caratteristico
degli amici di Dio, anche la facilità nel perdonare le offese. E’ qualcosa di molto triste da
considerare… ma Dio ha davvero pochi amici, pochi che gli vogliono bene sul
serio, pochi che sono suoi con tutta l’anima e si interessano del destino altrui.
Preghiera
Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio
altissimo, non permettere che il male e le persone malefiche ci separino dalla
Tua santa Chiesa per non essere mai separati da Te, perseverando nella
penitenza interiore e nella carità invitta e vittoriosa, sempre in comunione
nella Tua santa grazia, come tralci nella vite, che ricevono linfa verde e
portano frutto per la Vita eterna. Amen.
Cor Iesu, miserere.
Cor Iesu, miserere.
Cor Iesu, miserere.
giovedì 31 gennaio 2019
La perla preziosa per cui si perde tutto
Mi
addormentai di un sonno profondo nella culla della vita, sembrava di cadere in
un pozzo dalle acque immote e pulite, tutto pervaso da una luce accogliente, da
una luce che non disturbava ma infondeva pace e senso di armonia. Davanti a me
una porta chiusa e custodita da creature celesti simili a cherubini, lentamente
la porta si aprì e io passai oltre, non c’era da temere alla vista dell’Eterno,
il suo desiderio per la mia salvezza sorpassava le mie aspettative, non ebbi
paura del giudizio perché con un atto di umiltà nel considerare le colpe e il
pentimento sincero, la fiducia nel Cuore misericordioso di Dio, le lacrime del
mio cuore penitente e la bilancia della giustizia, questo rivelarmi tutto il
suo amore più forte della morte, più forte di ogni opera di morte, più forte
del pungiglione intriso di veleno mortifero dei demoni, la vita risorge in un
mondo estraneo alla soddisfazione carnale, alle fami egoistiche e alla
superbia. In quel mondo laggiù vissi come il povero Lazzaro che raccoglieva gli
avanzi dalla mensa del ricco epulone, ammalato e disprezzato, abbandonato dalla
gente cosiddetta per bene, nella solitudine più disperante, ebbi tanti fratelli
e sorelle, bambini e adulti, oggetto dell’indifferenza di chi si crogiola in un
disgustoso e meschino benessere. Quel crocifisso appeso nella chiesa mi diceva
che qualcuno prima di me attraversò la mia amara esperienza, quei crocifissi
considerati distrattamente o guardati come l’esempio del fallimento di una
esistenza e della deprivazione più estrema, dicevano tutta l’angoscia dell’umanità
sofferente che con timore e tremore attende da sempre una redenzione che non
arriverà mai in ogni quotidiana esperienza, fino alla perdita del bene più
prezioso, del nostro cuore battente, del nostro sangue fluente. La compassione
era quel lucignolo fumigante ancora acceso e che non si era del tutto estinto,
quella chiave mistica che ci rendeva ancora umani e che non permetteva che ci
tramutassimo in bestie diaboliche. Quei cuori compassionevoli nel mondo sono le
colonne che reggono il destino e che placano l’ira furente contro la grande e
multiforme iniquità, sono la salvezza dei miseri e la consolazione dei giusti. Ci
sono anime riparatrici che con le loro croci e le loro preghiere ottengono a
molti la conversione, perché a motivo degli eletti questo mondo non marcisce
del tutto, questo mondo che disprezza la debolezza ed esalta il sopruso. Quelli
che hanno cercato di costruire la propria felicità estromettendo da sé stessi e
dagli altri quei Comandamenti scritti nella coscienza di ogni persona, hanno
fatto della nostra civiltà una propaggine dell’inferno, dove la vita non ha un
carattere sacro ma è a uso e consumo dei più forti. Cristo ha annunciato il
Regno, ha parlato di difficoltà per entrarvi, di rinnovamento spirituale e
interiore, di conversione e di sacrificio, l’Autore della vita ha spalancato la
porta della Croce. Cristo ha parlato di servizio e non di dominio, di
mansuetudine e non di violenza, di perdono e non di vendetta. Se si mette in
pratica la carità ecco che si fanno dei buoni amici nelle dimore eterne, ci
qualifica come persone soprattutto quello che sappiamo dare al prossimo.
Nessuno conosce la Verità e sono veramente in grande numero gli agnostici, ma
nell’intimo dell’anima tutti comprendono cosa vale di più nella vita e in prospettiva
quali saranno le conseguenze, è un tratto della ragione che ci rende dissimili
dagli animali, la sublimazione delle forze caotiche, primitive e istintuali che
se assecondate distruggono la civiltà e ci tolgono la dignità di creature
assennate. La vita è un cammino in direzione di un bene più grande e
sconosciuto, il segreto per conquistarlo è l’amore che decidiamo di offrire al
prossimo, siamo liberi di chiuderci a questa chiamata, ogni giorno possiamo
fare scelte contrarie. Questo significa educare alla fede, questo è il Vangelo
nella sua essenza; il Cristianesimo si distingue dalle altre religioni perché
ci propone l’amicizia con una persona, l’amicizia con Gesù. Si può essere
veramente amici soltanto se si ha qualcosa in comune, se si condivide qualcosa,
altrimenti è impossibile o è solamente una finzione. Se si desidera il bene
altrui si è amici di Dio. Non occorre molta filosofia per capirlo, basta la
sanità dell’intelletto.
domenica 6 gennaio 2019
La cultura del nemico
Sono
sempre più convinto che una società dove le armi sono liberalizzate e alla portata
di tutti, dia la possibilità alla follia di manifestarsi celermente nei più
svariati modi. Per certe professioni e forse per la patente di guida occorrerebbe
la perizia psichiatrica o almeno dei test psicologici davvero validi. Ho letto
in questi ultimi mesi della legislazione in favore della diffusione delle armi
per garantire la legittima difesa, qualcosa che comporterà non una maggiore
sicurezza per tutti ma una minaccia sempre più paurosa per quei cittadini
onesti ed equilibrati che non hanno perso il lume della ragione. Odio dal
profondo le armi e sono convinto che il profilo psicologico di quelli che le
apprezzano declini nella mania e nella psicopatia. Una società sicura è una
società in cui crescono rispetto per l’altro,
la solidarietà e l’accoglienza, la comprensione e la compassione, attenzione ai
deboli e azioni concrete in loro favore, contrasto al pregiudizio e all’emarginazione.
La società degli armati è fondata sulla cultura del nemico e su una mentalità
nepotista, l’istruzione e l’educazione ai valori umani, nelle famiglie e nelle
scuole, la regola d’oro del Vangelo costituiscono il fondamento per una società
pacifica e rispettosa di tutti. Le armi sono un tratto caratteristico di una
natura fratricida, dove ci si odia tra simili, dove la morale è deviata e
contorta, il pensiero che si trova dietro ogni arma che viene fabbricata ha qualcosa
di diabolico, non è tecnologia a servizio dell’uomo, è il veicolo per
distruggere l’uomo in una compulsione di morte. Una persona che uccide il
prossimo muore nell’anima, muore dentro e non è più libera di negare ciò che
contraria una indole buona, ed è difficile che rinsavisca da una condizione
interiore che sembra senza ritorno, ha perso l’innocenza e la purezza del
cuore. L’arma che si deve portare addosso è la corona del rosario che ci
accompagna nella preghiera, è uno strumento di pace, e la portano coloro che
non hanno tradito la propria umanità per volgersi ai demòni. Con la preghiera
si costruisce la pace perché il bene soprannaturale, quindi la grazia che viene
da Dio, ha la capacità di convertire i cuori, di estendere quelle forze positive
come il vicendevole perdono, la carità fraterna e la concordia, con la
preghiera richiamiamo su ciascuno di noi questo cambiamento profondo, il mondo
spirituale celeste se richiamato dalla preghiera permea il mondo terreno e
rende migliore la società allontanando da essa quelle forze ostili e negative
che tendono al peggio e che si agitano anche dentro ciascuno di noi, quello che
chiamiamo con il nome di peccato, fuori di noi sono gli spiriti del male, gli
angeli decaduti che ci tentano e ci infestano. Nella Bibbia è presente una
pagina in cui le armi vengono descritte come oggetti trasformati in strumenti
di lavoro, con altre immagini poetiche la Bibbia esprime l’anelito dell’uomo
alla pace, Gesù è chiamato da un profeta del Vecchio Testamento il principe della
pace, è una profezia che descrive proprio il Signore. Chi ama veramente Dio
rinuncia sempre alla violenza e disprezza la vendetta come qualcosa che è
proprio soltanto degli uomini empi e insensati. Un mondo con le armi non è un
mondo vivibile e sicuro, è un mondo che rispecchia i tratti peggiori della
natura umana. Speriamo che dalla notte della ragione sorga l’alba del Vangelo
di Cristo, un nuovo umanesimo che conservi intatte le radici cristiane, nei limiti del possibile la civiltà dell’amore fraterno.
Iscriviti a:
Post (Atom)