Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 15 dicembre 2019

La nascita dell'Eterno con noi

Oggi a pensare al Natale come la nascita del bimbo Gesù sono in pochi, e ancora meno chi crede nel Mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio, quel bimbo nato da una vergine è Dio, sono cristiano ed è la mia fede e a credere in una cosa tanto fantasiosa per qualcuno occorre essere proprio matti, significa che sono matto. Quel bimbo nasce e già lo cercano i militari dell’epoca mandati da un potente di turno per ammazzarlo insieme agli innocenti martiri, i bambini in fasce di quell’area geografica mediorientale. Gesù nasce a Betlemme, la ‘casa del pane’ nella sua etimologia, in una situazione di costante pericolo e di emarginazione, quindi si salva imprevedibilmente grazie al ministero degli angeli e diventa un profugo o immigrato, la sua famigliola fugge in Egitto e attende degli anni prima che le cose si mettano per il meglio, quindi torna nella città d’origine. Quel bambino neonato viene al mondo in una condizione di dimenticato, per la Madonna che deve partorire non c’è un alloggio da nessuna parte, soltanto un cantuccio nel presepe vicino alla mangiatoia per gli animali. Quel bimbo ebreo nasce come siamo nati noi, nella nostra realtà contingente, condividendo con noi praticamente tutto, quel bimbo colma di valore la vita di ogni bimbo, di ogni nascituro e decreta la sacralità della vita umana, nel piccolo Gesù è presente il contenuto di ogni coscienza davanti al prossimo e davanti alle proprie responsabilità, nel piccolo Gesù è presente la vera etica umana e il senso più profondo del nostro stare al mondo. Molti vedono nel bambino di Betlemme il simbolo dell’innocenza, quella vita ci interroga sull’importanza della gentilezza e del rispetto. E’ appena nato e ha già molti nemici, ci sono soltanto dei semplici pastori di gregge che vanno a salutarlo, nasce nel nascondimento così come sarà quasi tutta la sua vita, nasce lontano dal frastuono delle città e della gente mondana, nasce vicino ai poveri, agli umili e ai piccoli. Negli Atti degli Apostoli viene definito con l’espressione ‘Autore della vita’, che i malvagi hanno crocifisso per ignoranza ma che è risorto dopo tre giorni dal sepolcro. Vieni bimbo Gesù e portaci un po’ di pace, tra tanta ingiustizia, violenza e disprezzo per la vita, soprattutto dei più deboli; vieni bimbo Gesù e cambia i nostri cuori, dove non c’è umanità porta la compassione, dove c’è odio l’amore; vieni bimbo Gesù e con il tuo cuore puro vinci il nostro egoismo. Se preghiamo in questo modo anche nei giorni dell’anno che non sono il Natale, non siamo semplicemente dei cristiani, ci dimostriamo umani, la società necessità di essere umanizzata e soltanto dopo di essere evangelizzata con la buona novella, dal Vangelo che quel bimbo e la sua mamma ci hanno fatto conoscere con la loro vita concreta e non con vane parole o con giudizi temerari.

lunedì 18 novembre 2019

L'attività ordinaria del diavolo

Quello che ci allontana dal peccato ci protegge dal maligno, non si devono temere gli interventi straordinari dei demoni ma si deve avere più paura del peccato. L’attività ordinaria del demonio consiste nel tentare l’uomo al male per separarlo dalla grazia di Dio e farlo cadere nella colpa, la società è cattiva per colpa degli uomini che aprono al diavolo la porta del proprio cuore e non per un’attività diretta degli spiriti del male. Dai frutti si conosce la pianta e non è difficile accorgersi di come certe persone cadono sotto l’influsso dei demoni, la cartina di tornasole è il peccato e i vizi che lo veicolano. Per proteggersi dal diavolo si deve evitare di commettere dei peccati, si devono osservare i Comandamenti, si deve pregare con continuità in modo tale da esprimere la fede e riuscire a rispondere a tutte le situazioni che incontriamo nella vita con la carità. Un atto di carità è perdonare chi ci offende ma anche pregare per gli altri, pregando per gli altri si fa del bene e si adempie al Comandamento che ci suggerisce di amare il prossimo. La mentalità che condiziona il nostro modo di sentire gli altri è quella corporativa, esclusivista e settaria, l’amore invece non conosce muri e gradi di separazione. Il Signore ci insegna che tutti meritano di essere amati e considerati con rispetto, anche coloro che sbagliano o hanno cattive inclinazioni; il Signore ci suggerisce di pregare per la conversione di coloro che vivono nel male e di non desiderare il male per nessuno; queste dinamiche interiori fanno paura al demonio e ne allontanano la presenza vanificandone l’azione nociva. Il diavolo tenta al male e se una persona cede con la sua libera adesione diventa per così dire una proprietà dei demoni che senza accorgersene e rendersene consapevole usano, strumentalizzano. Il male segue un movimento simile all’effetto domino perché i demoni tendono per natura sempre al peggio, quanto più si radica il peccato in una persona tanto è più difficile che si liberi dalle catene del male, anche il tempo gioca un ruolo decisivo in questa discesa verso l’abisso più profondo. Occorre pregare per uscire dall’indurimento del cuore, occorre che qualcuno preghi. La preghiera è la medicina, con la preghiera ha inizio il cammino di conversione, con la preghiera si persevera nella grazia, con la preghiera si guarisce interiormente, non c’è vita di grazia e di comunione con Dio senza la preghiera. Se si contraggono mali di carattere malefico occorre la collaborazione della vittima per ottenere dal Signore la liberazione, senza metterci del proprio non si ottiene niente, occorre quindi incominciare dalla preghiera personale e dall’assiduità alla preghiera. Quando l’anima riconosce i propri peccati e si pente prendendone le distanze è una rinascita spirituale, si devono tagliare i ponti con ogni genere di peccato per potersi liberare dal male e dagli spiriti del male. “Dio che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”, scriveva sant’Agostino.

martedì 10 settembre 2019

Quali sono i veri valori

Occorre interessarsi al destino degli altri per dimostrare di essere veramente cristiani, senza un vero interesse per le persone non sussistono nel proprio animo nemmeno le virtù umane figuriamoci quelle cristiane, che secondo la dottrina debbono necessariamente avere una componente soprannaturale, in ordine alla grazia, la sorgente quindi è Dio stesso. Nella società c’è uno scalpitare di egoismi che si urtano a vicenda, dove ciascuno è disposto a tutto pur di avvantaggiarsi materialmente, anche se questo comporta un danno per il prossimo; si sente dire da qualche predicatore che il cristiano deve andare contro corrente, in opposizione alla mentalità del mondo, ma questo accade veramente o è la solita farsa che accomuna tutti gli ipocriti? A giudicare da come vanno le cose si deve giungere alla conclusione che siamo una società di ipocriti, di commedianti che recitano la parte dei benefattori, in realtà sotto quelle belle apparenze si nasconde il bieco interesse per il denaro o per altro, nessuno si convince davvero della necessità di rendere la propria anima pulita e irreprensibile nel bene, quindi sincera in tutto, amata da Dio, virtuosa. Oggi quando qualcuno tenta di parlare delle virtù molti sorridono con sarcasmo e ci si lascia andare persino allo scherno, la virtù non è più un valore per nessuno, sono invece valori le cose materiali, lo status sociale, il successo, l’affermazione nei vari ambiti in cui si sceglie di farsi strada, l’egoismo è il vero padrone, l’io al posto di Dio che come un fastidioso personaggio viene relegato nel mondo dell’immaginazione. Le persone che perseguono come valore il denaro non vedono più il prossimo, gli altri non fanno più parte del loro orizzonte ma diventano all’occorrenza i mezzi di cui servirsi per raggiungere quel fine. Chi ama davvero una persona arriva a dimenticarsi delle proprie ambizioni, chi ama è capace di sacrificarsi per gli altri, di dare del proprio agli altri senza chiedere nulla in cambio. Questo mondo non è ancora così oscuro e malsano, ci sono ancora tante persone capaci di amare e di pensare agli altri, persone capaci di provare compassione e di rinunciare alla propria vita per la vita di qualcun altro. Forse sono proprio queste persone semplici, normali e perlopiù sconosciute che reggono le sorti della civiltà così come la conosciamo oggi, se al mondo ci fossero soltanto i malvagi si starebbe già tutti molto peggio. Una virtù umana in cui troppi sono carenti è la sincerità, l’amore alla verità, l’assenza di doppiezza nella vita quotidiana, perché troppo spesso la sincerità ha come conseguenza l’avversione di coloro che di sincerità non vivono affatto e sono tanti; sono convinto che Dio ami molto la sincerità in una persona, così come l’umiltà e la compassione. Se prego non evado da questo mondo per entrare nel mondo dell’immaginazione, questo se si è credenti e non tutti lo siamo, ci sono anche gli atei e gli agnostici; ho sentito dire da qualcuno che la preghiera è una pratica inutile, niente di più falso! La preghiera è innanzitutto terapeutica per la nostra psiche, pregare fa bene psicologicamente e dispone al meglio il nostro atteggiamento nei confronti degli altri, ci rende recettivi, accende in noi l’empatia. La preghiera è una virtù, è un valore e non è diretta soltanto a Dio in senso verticale ma anche in senso orizzontale, verso le persone che conosciamo, che incontriamo, con cui ci rapportiamo ogni giorno. Quando preghiamo per gli altri esercitiamo una grande virtù, è questo che ci rende liberi e umanamente in salute, non l’attaccamento alle cose, al denaro o al sesso; siamo liberi quando preghiamo perché dimostriamo che nel nostro cuore c’è amore, soltanto chi ama è veramente libero, si ama pregando ma si ama anche comportandosi in qualsiasi situazione secondo i canoni dell’amore, della carità cristiana. Anche il più insignificante atto d’amore cambia il mondo in positivo, basta non essere cinici e fare propria la mentalità che ci suggerisce il Vangelo, non un libro di fiabe per creduloni ma la parola di Gesù che è verità e che ci rende liberi. Leggere e assimilare il Vangelo significa cambiare interiormente, convertirsi a Dio che è il sommo bene, il sommo valore che riempie di significato la nostra esistenza, che la rende nuova e sensata.

sabato 24 agosto 2019

Una prigione per la tua mente

La dimensione virtuale di Internet comporta l’immersione psicologica in un vero e proprio mondo parallelo, ci sono più dispositivi che permettono di interfacciarsi a Internet e ovunque una persona si trovi senza limiti di luogo, quel luogo profondo e infinitamente vario è sempre Internet attraverso i nostri schermi piccoli o grandi, la nostra realtà aumentata come viene definito l’interfacciarsi sensoriale che non usa schermi ma un’estensione avvolgente delle nostre abilità cognitive. Internet è una rete di computer interconnessi a livello globale, le pagine sussistono in rete perché delle macchine fisiche costantemente alimentate glielo permettono. Purtroppo Internet è anche quel mezzo inteso male che veicola una serie di nuove psicopatologie, a ciascun mezzo occorre dare la giusta misura di utilizzo e la giusta modalità di razionalizzazione, perché fuori misura e in certi gradi sopravviene il disordine, lo squilibrio e ad essere coinvolta è la mente e l’esame di realtà che si esercita con essa sul mondo in cui viviamo. Una caratteristica dell’informazione su Internet è la sua fruizione troppo rapida e il susseguirsi dei contenuti che esasperano l’attenzione e lasciano cadere tutto quasi subito nell’oblio, un’altra caratteristica è la produzione di menzogne per condizionare le coscienze a cui manca il discernimento, infine c’è la mancanza di approfondimento a cui si è portati come utenti impreparati alla ricerca. Internet è uno strumento straordinario di comunicazione e conoscenza, non è soltanto una possibilità di gioco e intrattenimento, è la più importante frontiera moderna per favorire la cultura e la democrazia senza nessun limite oggettivo, a parte quanto concerne il crimine e la violazione dei diritti umani. Con Internet si aprono innumerevoli porte sulla realtà circostante e universale attraverso cui è possibile formarsi intellettualmente e moralmente, Internet se usato con saggezza diventa un fondamentale veicolo per la crescita culturale delle persone, Internet usato dalle persone giuste è anche un cantiere aperto per costruire la pace perpetua tra le genti, per unificare le volontà ad un ideale di riconciliazione e di pace. Qualcuno ha definito Internet una grande biblioteca, uno straordinario giacimento di libri e risorse in formato digitale, dove la conoscenza umanistica e scientifica è messa a disposizione di chiunque abbia la possibilità di connettersi, un mondo multimediale che favorisce la libertà personale dove costruire la propria identità psichica in rapporto agli altri e strutturare una personalità sempre più conforme ai valori etici che sono condivisi tra tutti i popoli, le religioni e le culture. Una grande opportunità di crescita personale, per quelle persone che hanno l’intelligenza e la buona volontà di servirsene in modo assennato e concorde con le regole della convivenza civile. Internet è fatta in un certo modo, ha una sua architettura, un suo disegno, è tremendamente complessa e in essa collimano anche i più recenti sviluppi sull’intelligenza artificiale. Nella dimensione virtuale del web o nel mondo delle macchine esiste una Internet cosiddetta in chiaro, quella di superficie a cui si accede con i comuni motori di ricerca, dove risiedono le maggiori piattaforme legali e riconosciute, ed esiste poi una Internet nascosta dove si accede usando strumenti informatici specifici e dove nel nascondimento si muove l’illecito e l’immorale. Oggi non è come agli albori, ci sono controlli da parte di istituzioni degli Stati preposte a contrastare i reati informatici, ci sono le legislazioni che impongono una serie di regole per l’uso democratico del web e che garantisco protezione contro le violazioni di tali regole, in Internet esistono il mercato e il mondo del lavoro proprio come nella realtà materiale. Chi usa Internet ha a disposizione un potenziale di crescita individuale e di progresso attraverso cui il mondo può cambiare e migliorare.

martedì 30 luglio 2019

La forza interiore

Quello che di male può fare una persona potenzialmente lo può fare chiunque, siamo tutti sedotti dal male e ognuno di noi porta in sé delle cattive inclinazioni, ciò che fa la differenza è cedere a certi desideri oppure contrastarli, superandoli con la forza d’animo e l’educazione morale che ci siamo dati. Non è detto che il peggiore delinquente non diventi un santo, la storia ci racconta di molte figure di santi che prima della conversione erano grandi peccatori, non si deve dare per scontato che gli errori della vita compromettano per sempre l’esito della stessa, ciascun uomo infatti può cambiare trovando la forza in sé stesso e nella preghiera, in Dio. Quel che si nasconde nel cuore di una persona è noto soltanto a Dio, nessuno di noi ha il diritto di giudicare anche se possiamo fare delle valutazioni di carattere morale, Dio vede nel cuore dell’uomo e noi questo non lo possiamo fare. Sembra che la scienza ci abbia dato le chiavi per decifrare tutto sulla natura umana, sulla sfera psichica, comportamentale, relazionale dell’uomo, ma c’è sempre qualcosa che ci sfugge perché non possiamo spiegare tutto. Non bisogna mai giudicare le persone e occorre distinguerle dai loro sbagli, dai loro peccati, il Signore ci ha detto di amare e non di giudicare, il Vangelo inoltre ci suggerisce di guardare innanzitutto a noi stessi. La cosa fondamentale è non perdere quella capacità di vedere in un uomo la sua umanità, nonostante la coltre di brutture e ignominia, perché anche se un uomo è malvagio rimane un uomo e la sua vita deve essere rispettata. Lo Stato che per reprimere i crimini non rispetta la vita e la dignità umana di un criminale, diventa uno Stato criminale. La violenza purtroppo è parte della nostra natura ferita dal peccato, viviamo in una società violenta ed è difficile affermare una cultura della non violenza. Si deve iniziare dall’educazione dei giovani e molto può fare la cultura in ogni sua forma ed espressione, con l’educazione si forma la personalità di un individuo, occorre riempire il vuoto delle coscienze con dei valori solidi, con dei principi morali. L’uomo senza etica diventa più pericoloso dell’animale incapace di comprendere le categorie del bene e del male, l’uomo può diventare il nemico del suo simile, succede quando nell’animo di una persona si estingue la carità e si smette di provare compassione, chi vive questa condizione non riesce più a capire a cosa serve la vita, gli altri non significano più niente. Ci sono i miracoli della grazia e sono le conversioni, chi decide di cambiare mentalità e di adeguarvi la propria vita, può succedere inaspettatamente nel percorso formativo della nostra coscienza che è perpetuo, si protrae negli anni. Si può arrivare a cambiare vita, da un giorno all’altro, sono i miracoli della grazia e per ottenerli occorre pregare molto per le persone, che poi diventano spiritualmente recettive e decidono di accogliere la salvezza, quella dell’anima con una vita vissuta in conformità alla Legge di Dio. Il primo passo per ricevere il perdono è il pentimento, rientrare in sé stessi e scoprire con dolore di avere fatto del male. Chi si riconosce peccatore si è messo sulla via che conduce alla salvezza, chi dice con tutta sincerità e con cuore contrito al Signore: “Mi pento e voglio cambiare, riconosco il male che ho fatto, perdonami”. Non dobbiamo mai stancarci di domandare perdono ma occorre necessariamente il nostro pentimento, dobbiamo anche desiderare di riparare al male commesso esercitando la carità, con la preghiera e accettando le sofferenze che comporta la vita di quaggiù. Ci si salva accettando il dolore, incamminandoci sulla via della Croce, ci si salva amando il prossimo e avendo a cuore il suo destino, ci si salva perseverando nella preghiera.

giovedì 11 luglio 2019

E' il Sangue di Gesù che lava le anime

Coroncina al preziosissimo Sangue di Gesù

Sui grani grossi della Corona del Rosario: Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di Gesù Cristo, per la santificazione dei sacerdoti e la conversione dei peccatori, per i moribondi e le anime del Purgatorio!

Sui grani piccoli della Corona del Rosario: Scenda, o Gesù, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi e sopra il demonio per abbatterlo.

Al termine della coroncina:

Padre Nostro

Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Ave Maria

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Gloria al Padre

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Eterno Riposo

L’Eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la Luce Perpetua. Riposino in pace. Amen.

Aneddoto... 

Santa Maria Maddalena de’ Pazzi era solita offrire il Sangue di Cristo cinquanta volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: “Da che tu fai questa offerta, non puoi immagi­nare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano state liberate dal Pur­gatorio!”.

venerdì 5 luglio 2019

L'agire degli spiriti del male

L’attività dei demoni in rapporto all’uomo è molteplice, l’azione ordinaria del maligno consiste nella tentazione, tentare l’uomo al male e per esercitare questo suo potenziale malefico lo spirito del male passa sempre attraverso la mente e dalla mente al cuore delle persone. Soltanto con il peccato che è libera adesione al male e in tal caso si parla di materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso, le persone cadono nella colpa, dopodiché nell’impenitenza e infine si perdono eternamente; il Signore dice nel Vangelo che chi compie il peccato è schiavo del peccato, e implicitamente del suo istigatore nascosto che è il diavolo. Dietro ogni peccato che viene commesso non c’è soltanto la volontà o le scelte degli uomini, ma anche quella voce seduttrice e perversa che appartiene al nemico. Il peccato non appartiene all’organismo psicologico degli uomini, ma al loro libero arbitrio deviato e contorto, si suggella nell’anima con la reiterazione che la dottrina cristiana chiama con il termine vizio, con l’esercizio del peccato l’organismo psicologico cambia, si demonizza e con il trascorrere del tempo arriva talmente a incancrenirsi che la guarigione diventa difficile, l’anima si ammala quando si concede al male. Dall’attività ordinaria del demonio al peccato degli uomini, questa decadenza spirituale delle creature senzienti è stata definita dalla dottrina cristiana con l’espressione mistero di iniquità. La vita di quaggiù è una prova e tutti dobbiamo essere tentati al male dal diavolo, perché i pensieri dei nostri cuori siano svelati. Ogni prova è una prova di fedeltà a Dio, ogni prova rende manifesto il nostro amore per Lui o il nostro rifiuto. Oltre all’attività ordinaria esiste una attività straordinaria, che può verificarsi in presenza di cause più o meno evidenti. Ci si può esporre all’attività straordinaria del demonio se si commettono gravi colpe morali, oppure per permissione di Dio o per l’esercizio cattivo della volontà da parte di uomini che hanno stretto un legame occulto con satana, questi soggetti sono dei tramiti attraverso cui i demoni nuocciono alle altre persone nei modi più disparati. L’infestazione diabolica si verifica solitamente in luoghi dove sono stati commessi gravi peccati da parte di singoli individui o di gruppi, è come un faro che attrae i demoni in un determinato posto e ivi trovano dimora stabile. Tutti i demoni sono superbi e pretendono per sé quel culto di adorazione dovuto soltanto a Dio, hanno dappertutto la loro gente che gli offre un simile culto e dei sacrifici in cui l’offerta può consistere in una persona innocente, ma occorre ricordare che ogni offerta a loro gradita è sempre e soltanto il peccato nelle sue molteplici accezioni, perché ogni peccato è un atto contrario all’amore di Dio e alla sua Legge che consolida il regno delle tenebre e gli strappa le anime. Ci sono altre tre forme di attività straordinaria, l’ossessione diabolica, la vessazione diabolica e la possessione diabolica: in questi casi è molto prezioso considerare l’insegnamento della Chiesa e cioè che tutto ciò che ci difende dal peccato ci difende da satana. La preghiera con il maggior potenziale esorcistico è e sarà sempre il Santo Rosario, chi prega la Madonna e vive in grazia di Dio osservando i Comandamenti non deve avere nessuna paura del demonio. Cristo con la sua Croce e la sua Risurrezione ha sconfitto il demonio e definitivamente, è Cristo il vincitore e non il demonio, e ciascuno di noi è stato associato alla sua vittoria. Anche se nel mondo lo spirito del male continua a mantenere un certo potere e ad avere il suo seguito, ciò è dovuto alla permissione dell’attività diabolica da parte del Signore che comunque rimane un mistero, qualcosa che non è immediatamente comprensibile.

martedì 2 luglio 2019

Le solite vacanze estive

Siamo in estate e la gente va in vacanza, un’altra preziosa occasione per non pensare a niente e infischiarsene degli altri, fuori dal tempo del lavoro dove si sgomita per realizzarsi e fare i soldi, tempo che diventa all’occorrenza l’occasione per fare le scarpe a qualcuno che ci sembra scomodo o antipatico. La vacanza è il modo migliore per risolversi la vita, è il modo migliore per distrarsi e non pensare, con una meritata vacanza tutti i problemi sono lasciati in sospeso, qualcuno forse si riesce anche a risolverlo, ma la vita è sempre in agguato, ci aspetta al varco con le sue sorprese, ma non adesso perché è tutto rimandato a settembre, al tempo delle preoccupazioni, della mancanza di senno e della psicosi che ci suggerisce di non pensare in modo serioso favorendo la persuasione di essere al di sopra di tutto e di quello che capita agli altri, è anche ovvio che per una certa mentalità gli altri servono a uno scopo, farci capire che noi siamo quelli felici e loro possono anche andare in malora. Qualcuno in estate passa il tempo in compagnia dei libri, liberi dagli impegni ci si può dedicare alla lettura e le vacanze non sono soltanto relax ma anche conoscere e viaggiare con la mente, forse stare in compagnia non è come leggere un libro rompiscatole che stimola la fantasia o aiuta a ragionare meglio, forse stare in compagnia è il modo più propizio di sfruttare il tempo per non pensare, per evadere dalla monotonia e rifugiarsi nella vuotaggine. Le vacanze sono il paradiso in terra dei miscredenti, a loro la Croce fa schifo e se la vogliono spassare al meglio ad ogni opportunità che il caso o la fortuna mettono a disposizione, caso e fortuna e non quella favoletta cretina di un Creatore provvidente e benigno. Quando una persona ha capito tutto della vita ed è diventata saggia le vacanze sono il migliore dei modi per dire a tutte quelle persone che soffrono, sono sole e ammalate che la loro vita è inutile e non riescono a risolversela perché sono poco intelligenti. Questo è il mondo con i suoi tempi alterni, quello del lavoro e quello della vacanza, quello dell’esistenza quotidiana e quello dell’oblio, quello del godere e quello del fare gli schernitori sarcastici. La vita è fatta così e nessuno può farci niente e se a qualcuno le cose vanno male peggio per lui, tutta la brava gente se ne frega pensando con ingordigia alle prossime ferie paradisiache, quelle che presto verranno per un altro bel giro sulla giostra della follia, quella che gira sempre dalla parte dei furbi, dei forti e degli spietati egoisti. Ogni tanto qualcuno diventando consapevole di ciò che accade nella realtà attorno a sé, scende dalla giostra e diventa capace di piangere per un’altra persona, capace di interessarsi per un fratello o una sorella e le sue lacrime sono sincere e toccano il Cuore compassionevole del Signore della vita. Ed è così che si resta umani. Soltanto così.

martedì 28 maggio 2019

Quello che è vero in apparenza

Molto tempo all’indietro fuori dal tempo, attraversava le pianure desolate del nord uno stregone esperto in evocazioni e alchimia, andava ripetendo alla gente che incontrava queste parole: “Il male non esiste, se lo sono inventato i monaci per rendervi schiavi dei loro vizi, siamo noi che decidiamo a seconda dei nostri desideri, la paura del male è un modo per togliervi la libertà”. Entrato nella grande aula in cui gli oratori itineranti si facevano ascoltare dal popolo curioso e impertinente, disse così: “Ci sono pazzi che continuano a farvi credere che il male comporti delle conseguenze, è una menzogna! Fare il male cagiona soddisfazione e rende liberi, l’unica conseguenza nel compiere il male è diventare belli, felici e assennati”. Un bambino che si trovava in mezzo alle numerose persone che ascoltavano con ammirazione prese la parola: “Se il male rende migliori perché la tua anima è morta, perché puzza di marciume?”. Lo stregone disprezzandolo rispose: “La mia anima è una fantasia che gli imbecilli prendono a pretesto per inculcare la paura del peccato, ogni peccato invece è un atto di libertà che ci rende belli, che cambia il mondo e lo rende più buono”. Il bambino pianse e gridò: “Bugiardo!”. La gente che lo vide piangere intimò allo stregone di dimostrare il suo insegnamento e al contempo di dimostrare che il bambino aveva torto, che il bambino era pazzo. Lo stregone disegnò sul pavimento il sigillo di un demone per richiamarlo dall’abisso affinché prendesse le sue difese e dimostrasse le sue tesi. Il demone si presentò quasi subito e il suo aspetto era di un nero cupo e funereo, circonfuso da un’aura rossastra, aveva lo sguardo perfido e la voce da corvaccio gracchiante, si librava a mezz’aria. Il demone si rivolse all’assemblea e disse: “A me piace divorare le anime ma per farlo è necessario che siano molto sporche e senza speranza”, allora il bambino prese di nuovo la parola: “Quello stregone ha detto che il peccato rende felici, tu sei felice?”. Ed egli rispose: “Dipende da cosa intendi per felicità, per me la felicità è puzzare di odio e bestemmiare”. Poi guardò lo stregone e lo rimproverò di averlo evocato perché si era reso conto che quelle persone erano sì interessate a certe elucubrazioni o voli pindarici del pensiero ma non abbastanza sprovvedute, non avevano perso del tutto la coscienza con i suoi salutari rimorsi e la capacità di chiamare bene il bene e male il male. Il demone se ne andò svanendo con le sembianze di una nube cinerea, lasciò quel malvagio a difendersi da solo dall’arguzia del bambino che concluse il simposio con queste parole: “Il male ha una straordinaria capacità d’inganno soltanto per coloro che accettano di essere ingannati e di far morire la propria coscienza, questa è la libertà e senza la libertà non potremmo amare, saremmo dei gretti burattini incapaci di operare scelte che ci cambiano, che ci rendono disperati o felici, la nostra libertà è la nostra grandezza e ci sono martiri persino all’inferno”. Lo stregone fuggì lontano con la gente che lo prese a sassate, giurò vendetta e non si fece più vedere da quelle parti. Il bambino divenne monaco e con i suoi sacrifici e il suo rosario otteneva da Dio la conversione di molti peccatori impenitenti. La verità non è l’opinione di qualcuno che si convince di essere guida per gli altri, la verità è una soltanto e non possono essercene altre, è il Signore con la sua sapienza che la suggerisce al cuore di chi si conserva puro e vive alla luce della stella luminosa della benevolenza.

lunedì 13 maggio 2019

La vita non è tolta ma trasformata

Mia madre stava seduta su una sedia di vimini in giardino, il cielo era sereno di un bell’azzurro con qualche nuvola, un bel sole con qualche nuvola in quella lontana primavera di malinconia. Ricordo la sua voce che mi parlava domandandomi cosa avessi fatto la mattina a scuola e io le dicevo nulla di particolare, le solite cose, abbiamo letto, fatto esercizi dal libro, conversato tra amici. Mia madre mi è sempre sembrata un po’ distante, talvolta indifferente, anaffettiva e io le ho sempre voluto bene, l’ho rispettata anche se tra noi ogni tanto si litigava, nascevano conflitti per le cose più banali, ma poi tutto tornava a posto. Era contenta del catechismo, delle cose che scrivevo, del voto sempre alto, anche da ragazzino mi piaceva scrivere, in italiano e in grammatica andavo bene, chi mi leggeva trovava le mie cose originali, significa che pensavo, che mi facevo delle convinzioni autonome senza lasciarmi influenzare da nessuno, avevo le mie idee ma rimanevo tollerante. A costruire la nostra casa nuova fu mio nonno con il suo lavoro e l’aiuto degli amici, vendette i campi che coltivava e con il ricavato e i risparmi di una vita si adoperò nella costruzione di una piccola villa su tre piani con giardino, che fu la mia casa d’infanzia, ricordo i volumi delle stanze, era grande. Mio nonno materno non fece nemmeno in tempo ad andare in pensione che si ammalò di una malattia cronica a sessantatré anni, un tumore osseo. Fui presente alla sua morte in quella casa, nella stanza da letto, avevo sei anni e mi fece segno di avvicinarmi a lui perché voleva dirmi qualcosa, ebbi timore e scappai via. Poi incontrai un parente sulle scale poco dopo che mi disse che era morto, allora salii nella mia cameretta al terzo piano e me la presi con un crocifisso che era appeso al muro, gli dissi perché me lo hai portato via? E piansi. Vidi il suo corpo esanime come se dormisse. Mio nonno materno era un uomo semplice ma giusto, veramente onesto. Anche il fratello di mia mamma si ammalò di una malattia degenerativa e morì a soli quarant’anni, desiderava guarire ma era impossibile per una malattia come quella. Fui preso dal rimorso perché ero un ragazzino stupido e cattivo e non dimostrai quell’affetto che invece sentivo, ed era sincero e lo nascondevo dentro di me. Nell’adolescenza persi le persone care, anche mia nonna che soffrì per anni anch’essa per malattia. Perdere le persone che si amano è un po’ come se il sole si oscurasse, manca una presenza ed è come se una parte di te si fosse spenta, fosse andata perduta, il lutto è mancanza irrimediabile, si deve ricominciare da capo a ricostruirsi psicologicamente, a rielaborarsi e a non piangere più sapendo che chi ci lascia con il corpo, con l’anima è in un luogo migliore, non si dimenticano di noi che hanno lasciato, ci amano e pregano. Sono persone che mi hanno insegnato quanto sia grande il valore della vita ma non fine a sé stessa, bensì in relazione al nostro prossimo, cominciando dalle persone che abbiamo il dovere di amare come i genitori o i figli. Chi ci lascia vive in Dio ed è felice, se in vita avremo amato ci ricongiungeremo con loro nell’al di là. Sono credente e Cristo ha fatto questa promessa, credo nella risurrezione e nella vita del mondo che verrà, è la professione della nostra fede cristiana.

mercoledì 1 maggio 2019

La clinica della preghiera

Che cosa significa pregare? Essenzialmente significa maturare la convinzione che in un oltre fuori dai sensi e dalla nostra mente ci sono delle persone a cui ci rivolgiamo che ascoltano le nostre parole e che ci vogliono bene. Purtroppo i miscredenti interpretano questa convinzione come un delirio, quindi l’orante non sarebbe altro che uno schizofrenico vittima dei suoi sintomi. Credere in Dio, nel diavolo o nella Madonna sono forme di alienazione mentale, l’intelligenza sana è in opposizione a qualsiasi credenza religiosa o misticismo. Ma nella realtà è davvero così? Se Dio esiste me lo suggerisce la ragione in quanto Dio ha creato ogni cosa esistente, ha creato anche me che non sono un prodotto del caso. Pregare ha senso soltanto se si possiede il dono della fede, se invece si pensa di essere animali con un cervello più sviluppato e che la morte sia la fine di tutto, pregare è qualcosa di assurdo, la manifestazione di una psicopatologia. Quelli che affermano di non credere e di esercitare la ragione sono individui che vivono di quella superbia che li fa sentire al di sopra dei poveri imbecilli che pregano, gente che non si lascia suggestionare dalle favolette per poveri illusi, insomma persone intellettualmente superiori. Ma sarà proprio così? Dalla prospettiva del diavolo sono solamente delle somme insipienze, senza esserne consapevoli diventano le sue marionette. Se si prega si deve credere necessariamente nel soprannaturale, si deve credere in quelle che vengono definite dal teologo le verità di fede, si decide di comprendere che il Vangelo non è una serie di racconti fantastici ma una cronaca di fatti realmente accaduti, inseriti nell’arco temporale della storia umana. Pregare è un esercizio della ragione, forse il più alto e nobile, non è un genere di attività demenziale propria di coloro che hanno perso il contatto con la realtà. La preghiera è fatta di parole e le parole sono intrise di significato, di verità e di ragione, nella preghiera non ci si rivolge al vuoto ma a delle persone vive che si trovano in una dimensione che non è quella terrena in cui noi ci muoviamo tutti, che si trovano su un piano della realtà che non è il nostro. Non esiste soltanto quello che cade sotto la percezione dei sensi, il mondo è molto più ampio e complesso di quanto riusciamo a immaginare. L’atto di pregare è un po’ capire che la nostra mente non è prigioniera del divenire e dell’immediato, ma è fatta anche per qualcosa – o meglio per Qualcuno – che si trova fuori di noi e del nostro mondo corruttibile. La preghiera ci suggerisce anche che siamo amati da Dio, che Dio non è lontano da ciascuno di noi, estraneo e indifferente, ma può risiedere nei nostri cuori attraverso l’amore con cui amiamo il prossimo. La misura del credere è data dalla qualità della nostra preghiera, dall’importanza che gli diamo nella vita quotidiana. Pregare non può danneggiarci e non ha mai nuociuto a nessuno, vale la pena pregare perché dalla medicina della preghiera può venirci soltanto del bene. Chi prega è razionale e non scappa dalla realtà, prega per comprenderla meglio e per comprendere meglio i suoi simili. Senza che ce ne accorgiamo la preghiera assidua fa crescere in noi i suoi frutti preziosi, ci cambia interiormente e ci ottiene dall’Alto quel soccorso con cui maturiamo nella conversione a Dio e quindi nell’esercizio della moralità, delle virtù cristiane e innanzitutto della carità. Pregare ci fa sempre del bene, prima ci libera, poi ci guarisce e infine ci salva, la prima mozione della grazia è indurci a pregare frequentemente per toglierci al peccato, mentre il nemico delle nostre anime tenta sempre di estinguere in noi la preghiera per farci suoi e rovinarci eternamente. Chi ama Dio prega e chi prega ama Dio, non è un cerchio chiuso perché con questa dinamica si ama il prossimo e non si vive esclusivamente per sé stessi. Chi prega si salva.

mercoledì 10 aprile 2019

Il nostro piccolo mondo

La nostra società moderna è fondata anche sulla mobilità e sui trasporti oltre che dalla tecnologia, possiamo viaggiare per il mondo a una velocità senza precedenti da continente a continente e visitare i luoghi più lontani tra loro e diversi del pianeta. Ma tra le persone si è fatta sempre più grande la distanza e la menzogna impressiona tutti i media dell’informazione, paradossalmente si sono estremizzate le distanze mentre il suolo è diventato un fazzoletto di terra senza più nulla di sconosciuto, non era così nel passato o nell’antichità dove i confini delineavano l’ignoto. L’uomo è meno misterioso a sé stesso perché la scienza ha dato delle risposte che prima sembravano impensabili, ma tra gli uomini continuano ad alzarsi muri invalicabili e nel mondo le guerre in corso sono quasi quattrocento. La nostra natura non cambia e il sapere è sempre più vasto, questo ci permette di guarire dalle malattie ma ci rende anche sempre più pericolosi. Possiamo parlare con persone che si trovano all’altro capo della terra e sentirci sempre più soli, la solitudine è un fenomeno in costante aumento, la solitudine è la psicopatologia di maggiore allarme sociale, la sindrome più grave e dannosa della contemporaneità. Con la virtualità per immagini andiamo sempre più perdendo il contatto con la realtà e i nostri bassi istinti prendono il sopravvento sulla ragione e l’empatia, non siamo rimasti animali sociali, siamo diventati animali misantropi e amorali, chiusi nell’ego e nell’esclusività delle lobby, macchiati dall’edonismo e dal materialismo. La peggiore tendenza che possiedono gli uomini è quella dell’appartenenza, sentirsi parte di qualcosa e non è importante che cosa, così ci si sente forti e sicuri, è la logica del branco che sbrana l’individuo e cerca sicurezza in una malintesa solidarietà. Così invischiati in questa dinamica non siamo più veramente liberi, siamo schiavi di un sistema e non importa quale, basta il conformismo e gli ideali dell’avere e dell’immedesimarsi nelle cose, siamo quello che abbiamo e la virtù scompare nell’assenza del senso di colpa e della responsabilità gli uni verso gli altri. Quando leggo il Vangelo comprendo che questo mondo è davvero il mondo del diavolo, lui è il principe di questo mondo, quaggiù Dio non c’è, non esiste quasi del tutto per la massa e per gli individui formati alla scuola del nulla e del soddisfacimento delle fami, o come le chiamarono i filosofi del nichilismo e della concupiscenza. Allora pregare è indice di stupidità, guadagnare è indice di intelligenza, apparire è tutto ciò che conta e amare la debolezza per antonomasia. La civiltà cristiana è al crepuscolo, gli idoli sono adorati e assecondati nei loro desideri, la vita umana è un bene a disposizione dei sacramenti della violenza, dell’aborto e dell’eutanasia. Nel tempo della penitenza ci viene suggerito di convertirci e credere al Vangelo, ogni anima penitente deve sentire l’esigenza di convertirsi e credere al Vangelo. Questo mondo è brutto e pervaso di malvagità, la storia lo dimostra a coloro che sono capaci di vedere, che non sono ciechi di fronte ai fatti, e se non si riesce a cambiare direzione la storia avrà fine. Senza carità non ci sono prospettive, non è un sogno per chi vaneggia nelle idee e nell’etica, è la realtà della nostra specie, è la realtà dell’uomo.

venerdì 1 marzo 2019

Questi pezzi di un unico mosaico

Siamo tutti isole in una rete di contatti, non è il mondo nella sua vastità e interezza, si tratta di un numero circoscritto di persone nei cui confronti abbiamo dei doveri di solidarietà, a cominciare dalla nostra famiglia, poi gli amici e coloro che ci conoscono. Molti cercano un gruppo per affrancarsi dalla solitudine e superare il timore in un contesto dove sentirsi sicuri e protetti, più una persona è spiritualmente matura meno sente il bisogno dello stare insieme agli altri. Ma abbiamo realmente necessità gli uni degli altri, la naturale dimensione umana consiste nel partecipare alla vita degli altri, alla vita comunitaria. Una persona trova la sua piena realizzazione assieme agli altri con delle parentesi di solitudine, la solitudine fine a sé stessa è una malattia, chi è abbastanza maturo da sentirsi bene con sé stesso ama la solitudine, il mondo immateriale delle idee si dischiude a chi si sente bene in solitudine, anche l’idea di Dio e l’ordine morale che antagonizza quello istintuale. Sublimare certe pulsioni primitive a vantaggio di quelle intellettuali è qualcosa che appartiene alle anime maggiormente evolute sul piano del pensiero e dei valori, le opere intellettuali e il progresso nelle conoscenze sono conquiste nate soprattutto nella solitudine, lontano dalla frenesia del vivere collettivo. Ad esempio chi legge o studia non lo fa al posto di qualcun altro, lo fa specchiandosi in sé stesso, si tratta della propria crescita interiore e la cura che si esercita in questo percorso è frutto dell’impegno personale, ci si costruisce con ciò che si assimila e così si cambia. Una persona immersa nell’oceano del mondo scompare ignota quasi a tutti, ma non significa che il suo esistere non abbia alcun significato, ogni persona riesce a intendere il mondo ed è consapevole del suo esserci, questo la rende importante e non è qualcosa di relativo, non è un granello di sabbia che si perde, è un’anima cara a Dio. C’è chi ragionando nel modo opposto diventa nichilista e il suo animo purtroppo cinico e distaccato, ma il mondo umano non sussiste grazie al deprezzamento della vita e della sua dignità, se questo mondo continua ad avere una prospettiva è perché ci sono persone e sono tante che la pensano diversamente. Con i grandi totalitarismi ci si illudeva di costruire un mondo perfetto o il migliore possibile e invece ogni volta si generavano mostri antropofagi che facevano crollare la civiltà, ad ogni crisi si gettavano le basi per una nuova civiltà e quella vecchia moriva, ma a quale prezzo? E’ un tema che ricorre nella mitologia induista, la distruzione e la rinascita. L’umanità cerca la pace perpetua al di là del caos, dei conflitti e delle disuguaglianze. Questa utopia ce la portiamo tutti dentro, ma ci sono forze avverse che l’allontanano dalla realtà, sono forze che si agitano nel nostro mondo interiore. La concordia è un ideale che va costruito con la buona volontà e la partecipazione, con la formazione culturale e morale delle nuove generazioni. Come dice il Vangelo che ci ha dato Cristo: noi che siamo cattivi e lo sappiamo, dobbiamo dare cose buone ai nostri figli, non serpi e scorpioni.

sabato 23 febbraio 2019

Chi è sincero è davvero libero in tutto

La calunnia è quel peccato grave che consiste nell’accusare una persona di un qualche delitto infame sapendola innocente, è materia grave perché chiama in causa il quinto Comandamento che invita a rispettare la vita del prossimo e quanto è riferibile ad essa, non soltanto la vita fisica ma anche quella morale. Quelli che odiano Dio, nascondendosi sotto l’apparenza di benefattori, accompagnano questo genere di colpe con la bestemmia e tentano di indurre gli altri a fare lo stesso. Ogni atto che offende la dignità della creatura umana è una bestemmia contro il Creatore, ad esempio un altro modo di bestemmiare è ‘uccidere’ la persona con la pornografia e la mercificazione del sesso, sono tutti modi utili al maligno per distruggere il senso di umanità nelle coscienze e alienare la mente di coloro che concedono la propria adesione nell’ormai incapacità di discernere il bene dal male, nella immoralità dilagante che costituisce un disordine all’interno della nostra dimensione psichica e nelle relazioni interpersonali. Tutto ciò che è immorale deturpa il volto di Dio nel volto delle creature a Lui più prossime, significa dare potere al diavolo che in ogni atto che compie si mette contro Dio e contro il suo progetto a beneficio del genere umano. Ci sono pratiche omicide che non sono rivolte alla soppressione fisica delle persone, ma che distruggono le persone su altri livelli ed è sempre opera di uomini il cui libero arbitrio è deviato e distorto, che entrano in complicità con satana, e che rinunciano alla parte buona del loro animo. La società è una commistione di queste forze che non sono riconducibili alla natura animale ma che appartengono ad un altro ordine e cioè quello spirituale, sono forze negative che combattono per affermarsi sulla capacità dell’uomo di esercitare la ragione in favore della sua stessa vita e di quello che può preservarla e promuoverla. Quando non si riesce a trovare una soluzione a un problema si cede al compromesso e si sceglie la via più facile, ma ciò non significa che sia la via giusta o che non comporterà cattive conseguenze per l’avvenire. La soluzione ad ogni questione di carattere morale deve sempre avvalersi del principio che non si può transigere sul primato che hanno certi valori, nonostante l’immediato interesse che l’egoismo induce a perseguire. La natura umana ha scritto dentro di sé quei valori e sono le opinioni a rendere quei valori come qualcosa che si può misconoscere o contraffare, sono le opinioni che contrariano i dettami della ragione, qualcosa di condiviso che seduce e inganna, le opinioni che diventano dogma. L’uomo può tradire sé stesso e la sua vocazione alla verità, possiede questa facoltà oscura e la esercita a proprio danno, offendendo i propri simili e convincendosi che il bene da perseguire sia altro dalla sensibilità e dai richiami della coscienza. Soltanto l’educazione coerente a certi valori può ostacolare la nostra natura incline al male, quello che di deteriore ci portiamo tutti dentro, soltanto con l’educazione si riesce a riconoscere il male e a fare opposizione per compiere buone scelte e vivere giusti. La battaglia più dura da sostenere nella vita è quella contro sé stessi ed è una battaglia senza tregua, ogni giorno dobbiamo combattere per rinnovare la nostra coscienza e rimanere umani. Se perdiamo la nostra umanità cosa ci rimane? cadiamo nel demoniaco e la società diventa il ricettacolo di tutti i vizi e gli egoismi, forse è già così per molti ma grazie a Dio esistono le eccezioni. Quel che c’è di vero, di buono e di bello ha la sua radice sempre in Dio e nelle coscienze umane a Lui affini, riconoscendo che non si può vivere in modo veramente umano senza legge morale, si riconosce implicitamente il primato di Dio nella nostra vita.

mercoledì 6 febbraio 2019

La battaglia per la fede

La vita non è una candela che si consuma, è un itinerario che decidiamo di percorrere giorno dopo giorno cercando un significato a quello che facciamo. Sono cristiano e battezzato, la mia identità la scruto nelle pagine del Vangelo e nella vita di quelle persone che hanno amato veramente Cristo, non a parole ma con i fatti. Credere in Cristo significa convincersi di tutte quelle verità di fede che i suoi apostoli ci hanno trasmesso nella Chiesa cattolica e nelle Chiese di radice apostolica e qui intendo l’ortodossia e l’oriente. Quello che ho potuto scorgere in questi tempi moderni è il tentativo caparbio di devastare la Chiesa dall’interno, gli uomini e i demoni in complicità sono gli autori di questo sfacelo. La Chiesa e la società hanno una grande necessità della preghiera, nella Chiesa è custodita la Verità rivelata, in essa è presente la vera fede, senza preghiera e sacrificio il male prende il sopravvento e la fragile natura degli uomini viene sopraffatta. La fede non è un insieme di costrutti quanto più razionali anche se indimostrabili a cui aderire, qualcuno direbbe senza nemmeno saper pensare con la propria testa, ma come diceva Pascal è Dio sensibile al cuore, infatti dalla preghiera di una persona se ne desume la qualità e il grado di fede e così dalla fede la qualità e il grado della preghiera. Tanti dicono di credere in Dio ma la loro vita è lontana dal Vangelo, significa che non si sono mai veramente convertiti a Dio, sono rimasti ad un livello di superficie, di parole vuote che hanno poco senso anche se non lo ammettono. Chi si è veramente convertito a Dio è capace di fare scelte coraggiose ogniqualvolta gli si presenta l’occasione, scelte che collimano con l’amore, per il vero cristiano l’amore è tutto, perché Dio vede nel segreto del cuore e noi lo sappiamo, ciascuno di noi lo sa, sarà Lui a giudicarci, a condannarci o a salvarci. La conversione si esprime attraverso una relazione verticale con il Signore ed una orizzontale con il prossimo, quello che proviamo e facciamo in rapporto a Dio e in rapporto agli altri. Quando la coscienza è ben educata acquista sensibilità e sa riconoscere la differenza tra il bene e il male con spontaneità, rimangono le cattive inclinazioni e i difetti e una dura lotta per estirpare quel male che si annida dentro di noi e che è sempre in agguato. Dio esiste e vuole il mio bene, se lo comprendo diventa facile pregare. Molto spesso si pensa a Dio come a un personaggio immaginario, invece per pregare occorre avere presente la realtà delle persone con cui andiamo a parlare tramite la preghiera. Dio è una persona ed è reale, Egli ci può ascoltare. Partendo da questo presupposto la preghiera non diventa una fuga dalla realtà ma un modo per comprenderla meglio e affrontarla con maggiore consapevolezza, qualsiasi persona anche l’ateo in certi momenti della vita a modo suo ha pregato, anche se non sapeva chi, senza riconoscere l’altro a cui si rivolgeva, è qualcosa che appartiene solamente alla nostra mente e alla nostra psicologia. Sant’Agostino scrisse che l’uomo è fatto per Dio e può riposare solamente in Lui, quel riposo a cui accenna Agostino è anche la preghiera, quei momenti preziosi con cui ci intratteniamo con il Signore. La preghiera è una medicina che cura molti mali che ci affliggono, che allontana il male, persino quel male personificato che è il nemico della nostra salvezza. Chi prega in modo sincero e con fiducia acquista equilibrio e fortezza, conosce il significato della sua vita e il cammino che intraprende sarà accompagnato dalle virtù. Se Dio mi ama viene naturale corrispondere, prima con la preghiera e poi amando le persone che si incontrano, la compassione è un tratto caratteristico degli amici di Dio, anche la facilità nel perdonare le offese. E’ qualcosa di molto triste da considerare… ma Dio ha davvero pochi amici, pochi che gli vogliono bene sul serio, pochi che sono suoi con tutta l’anima e si interessano del destino altrui.


Preghiera

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio altissimo, non permettere che il male e le persone malefiche ci separino dalla Tua santa Chiesa per non essere mai separati da Te, perseverando nella penitenza interiore e nella carità invitta e vittoriosa, sempre in comunione nella Tua santa grazia, come tralci nella vite, che ricevono linfa verde e portano frutto per la Vita eterna. Amen.

Cor Iesu, miserere.
Cor Iesu, miserere.
Cor Iesu, miserere.

giovedì 31 gennaio 2019

La perla preziosa per cui si perde tutto

Mi addormentai di un sonno profondo nella culla della vita, sembrava di cadere in un pozzo dalle acque immote e pulite, tutto pervaso da una luce accogliente, da una luce che non disturbava ma infondeva pace e senso di armonia. Davanti a me una porta chiusa e custodita da creature celesti simili a cherubini, lentamente la porta si aprì e io passai oltre, non c’era da temere alla vista dell’Eterno, il suo desiderio per la mia salvezza sorpassava le mie aspettative, non ebbi paura del giudizio perché con un atto di umiltà nel considerare le colpe e il pentimento sincero, la fiducia nel Cuore misericordioso di Dio, le lacrime del mio cuore penitente e la bilancia della giustizia, questo rivelarmi tutto il suo amore più forte della morte, più forte di ogni opera di morte, più forte del pungiglione intriso di veleno mortifero dei demoni, la vita risorge in un mondo estraneo alla soddisfazione carnale, alle fami egoistiche e alla superbia. In quel mondo laggiù vissi come il povero Lazzaro che raccoglieva gli avanzi dalla mensa del ricco epulone, ammalato e disprezzato, abbandonato dalla gente cosiddetta per bene, nella solitudine più disperante, ebbi tanti fratelli e sorelle, bambini e adulti, oggetto dell’indifferenza di chi si crogiola in un disgustoso e meschino benessere. Quel crocifisso appeso nella chiesa mi diceva che qualcuno prima di me attraversò la mia amara esperienza, quei crocifissi considerati distrattamente o guardati come l’esempio del fallimento di una esistenza e della deprivazione più estrema, dicevano tutta l’angoscia dell’umanità sofferente che con timore e tremore attende da sempre una redenzione che non arriverà mai in ogni quotidiana esperienza, fino alla perdita del bene più prezioso, del nostro cuore battente, del nostro sangue fluente. La compassione era quel lucignolo fumigante ancora acceso e che non si era del tutto estinto, quella chiave mistica che ci rendeva ancora umani e che non permetteva che ci tramutassimo in bestie diaboliche. Quei cuori compassionevoli nel mondo sono le colonne che reggono il destino e che placano l’ira furente contro la grande e multiforme iniquità, sono la salvezza dei miseri e la consolazione dei giusti. Ci sono anime riparatrici che con le loro croci e le loro preghiere ottengono a molti la conversione, perché a motivo degli eletti questo mondo non marcisce del tutto, questo mondo che disprezza la debolezza ed esalta il sopruso. Quelli che hanno cercato di costruire la propria felicità estromettendo da sé stessi e dagli altri quei Comandamenti scritti nella coscienza di ogni persona, hanno fatto della nostra civiltà una propaggine dell’inferno, dove la vita non ha un carattere sacro ma è a uso e consumo dei più forti. Cristo ha annunciato il Regno, ha parlato di difficoltà per entrarvi, di rinnovamento spirituale e interiore, di conversione e di sacrificio, l’Autore della vita ha spalancato la porta della Croce. Cristo ha parlato di servizio e non di dominio, di mansuetudine e non di violenza, di perdono e non di vendetta. Se si mette in pratica la carità ecco che si fanno dei buoni amici nelle dimore eterne, ci qualifica come persone soprattutto quello che sappiamo dare al prossimo. Nessuno conosce la Verità e sono veramente in grande numero gli agnostici, ma nell’intimo dell’anima tutti comprendono cosa vale di più nella vita e in prospettiva quali saranno le conseguenze, è un tratto della ragione che ci rende dissimili dagli animali, la sublimazione delle forze caotiche, primitive e istintuali che se assecondate distruggono la civiltà e ci tolgono la dignità di creature assennate. La vita è un cammino in direzione di un bene più grande e sconosciuto, il segreto per conquistarlo è l’amore che decidiamo di offrire al prossimo, siamo liberi di chiuderci a questa chiamata, ogni giorno possiamo fare scelte contrarie. Questo significa educare alla fede, questo è il Vangelo nella sua essenza; il Cristianesimo si distingue dalle altre religioni perché ci propone l’amicizia con una persona, l’amicizia con Gesù. Si può essere veramente amici soltanto se si ha qualcosa in comune, se si condivide qualcosa, altrimenti è impossibile o è solamente una finzione. Se si desidera il bene altrui si è amici di Dio. Non occorre molta filosofia per capirlo, basta la sanità dell’intelletto.

domenica 6 gennaio 2019

La cultura del nemico

Sono sempre più convinto che una società dove le armi sono liberalizzate e alla portata di tutti, dia la possibilità alla follia di manifestarsi celermente nei più svariati modi. Per certe professioni e forse per la patente di guida occorrerebbe la perizia psichiatrica o almeno dei test psicologici davvero validi. Ho letto in questi ultimi mesi della legislazione in favore della diffusione delle armi per garantire la legittima difesa, qualcosa che comporterà non una maggiore sicurezza per tutti ma una minaccia sempre più paurosa per quei cittadini onesti ed equilibrati che non hanno perso il lume della ragione. Odio dal profondo le armi e sono convinto che il profilo psicologico di quelli che le apprezzano declini nella mania e nella psicopatia. Una società sicura è una società in cui crescono rispetto per l’altro, la solidarietà e l’accoglienza, la comprensione e la compassione, attenzione ai deboli e azioni concrete in loro favore, contrasto al pregiudizio e all’emarginazione. La società degli armati è fondata sulla cultura del nemico e su una mentalità nepotista, l’istruzione e l’educazione ai valori umani, nelle famiglie e nelle scuole, la regola d’oro del Vangelo costituiscono il fondamento per una società pacifica e rispettosa di tutti. Le armi sono un tratto caratteristico di una natura fratricida, dove ci si odia tra simili, dove la morale è deviata e contorta, il pensiero che si trova dietro ogni arma che viene fabbricata ha qualcosa di diabolico, non è tecnologia a servizio dell’uomo, è il veicolo per distruggere l’uomo in una compulsione di morte. Una persona che uccide il prossimo muore nell’anima, muore dentro e non è più libera di negare ciò che contraria una indole buona, ed è difficile che rinsavisca da una condizione interiore che sembra senza ritorno, ha perso l’innocenza e la purezza del cuore. L’arma che si deve portare addosso è la corona del rosario che ci accompagna nella preghiera, è uno strumento di pace, e la portano coloro che non hanno tradito la propria umanità per volgersi ai demòni. Con la preghiera si costruisce la pace perché il bene soprannaturale, quindi la grazia che viene da Dio, ha la capacità di convertire i cuori, di estendere quelle forze positive come il vicendevole perdono, la carità fraterna e la concordia, con la preghiera richiamiamo su ciascuno di noi questo cambiamento profondo, il mondo spirituale celeste se richiamato dalla preghiera permea il mondo terreno e rende migliore la società allontanando da essa quelle forze ostili e negative che tendono al peggio e che si agitano anche dentro ciascuno di noi, quello che chiamiamo con il nome di peccato, fuori di noi sono gli spiriti del male, gli angeli decaduti che ci tentano e ci infestano. Nella Bibbia è presente una pagina in cui le armi vengono descritte come oggetti trasformati in strumenti di lavoro, con altre immagini poetiche la Bibbia esprime l’anelito dell’uomo alla pace, Gesù è chiamato da un profeta del Vecchio Testamento il principe della pace, è una profezia che descrive proprio il Signore. Chi ama veramente Dio rinuncia sempre alla violenza e disprezza la vendetta come qualcosa che è proprio soltanto degli uomini empi e insensati. Un mondo con le armi non è un mondo vivibile e sicuro, è un mondo che rispecchia i tratti peggiori della natura umana. Speriamo che dalla notte della ragione sorga l’alba del Vangelo di Cristo, un nuovo umanesimo che conservi intatte le radici cristiane, nei limiti del possibile la civiltà dellamore fraterno.