Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 26 maggio 2018

Alter civitate

L’immaginazione è una facoltà della mente umana, se ad essa si aggiunge la curiosità e poi l’intelligenza, diventa per gradi il veicolo preferenziale per la conoscenza empirica, cioè il dimostrabile è quello che esiste, quel che non si può dimostrare rimane nell’ambito della fantasia. Se si considera la fantasia si viene indotti a richiamare nei ricordi l’età dell’infanzia, dove la fantasia era sinonimo di gioco e di scoperta del mondo attraverso le relazioni. La fantasia che mi piace è quella della virtualità elettronica, della virtualità informatica, la forma d’arte che si esprime attraverso i videogiochi, agli albori erano semplici segni che si muovevano su un monitor, oggi sono storie da vivere come protagonisti in mondi virtuali alla maniera dei sogni, e sognare è stimolante e terapeutico. Perché negare la concretezza del fantastico? Non esiste soltanto un mondo fisico, che si tocca o si acquisisce tramite i sensi, esistono tanti mondi quanti ce ne inventiamo, possiamo viverci tutti assieme oppure trovarvi il nostro spazio personale, la nostra dimensione medicinale. Nelle storie ci si immedesima in un personaggio che diventa il nostro alter ego, ci sono scrittori che si presentano e si descrivono nelle loro storie inventate come alter ego, come una fotocopia di sé stessi che richiama una visione modificata della propria personalità, è un modo per cambiare e diventare come si desidera, talvolta si riesce nell’impresa e il desiderio non rimane più una maschera ma costruisce l’anima. La fantasia è un gioco e se si comincia a credere reali i contenuti fantastici, i benpensanti dalla razionalità facile definiscono i creduloni poveri alienati, degli scemi irrecuperabili, dei pazzi senza speranza. La fantasia è evasione quando la realtà appare brutta e scomoda, quando incomincia ad esserci spietata nemica, allora la mente esce dal visibile e guarda le immagini che appaiono all’intelletto. La fantasia dei videogiochi è prefabbricata come la trama di un libro o di un film, l’intelligenza artificiale ci comunica l’illusione della vita. La fantasia è bella per chi vuole credere a ciò che non esiste, è per i bambini e per i malati di mente, la fantasia può degenerare e ammalandosi diventare fede religiosa. La fede vive di fantasia perché non c’è altro modo di fare esperienza dei dogmi, se si è persone normali, altrimenti Dio prende l’iniziativa e si diventa mistici o estatici, non è più preghiera ma si rende giustizia all’esperienza. La mistica è una scatola chiusa e inaccessibile, nessuno dall’esterno ne sa niente. Soltanto il matto può testimoniare qualcosa e il più delle volte è qualcosa di incomprensibile. Chi ama è un mistico, forse soltanto amando troppo si riesce a fare esperienza di Dio e del suo mondo nascosto, le persone con i piedi per terra si accontentano di amare le persone care, se questo le rende felici. Pensare alla mamma o al papà che sono morti è misticismo, loro sono vivi nella dimensione del fantastico e del fantasticare. Oltre alla disciplina della filosofia occorrerebbe introdurre nelle scuole la disciplina dell’immaginazione o dell’aria fritta, per fare del mondo di quaggiù un posto meno schifoso illudendosi che sia abitato da persone veramente umane. Tutta fantasia. E’ il mondo dei pazzi che non hanno un senso e non se lo sanno dare, ma tragicamente si considerano reali, fin troppo reali.

domenica 20 maggio 2018

La rinuncia di sé e gli atti d'amore

Sono convinto che occorra saper rinunciare, la rinuncia è l’humus della virtù, se si rinuncia a qualcosa che oggettivamente è un male, o che arreca un danno a noi stessi, o che lo arreca a qualcun altro, insomma se si rinuncia trionfa la ragione e con la ragione il rispetto per la vita, e con il rispetto intransigente della vita la dignità della persona. La rinuncia è terapeutica, il superamento di una mania, di una ossessione o di una psicosi avviene per gradi di rinuncia e di disaffezione, assuefatti alla violenza e alla vendetta ci si libera da questi demoni per trovare l’equilibrio e la pace. La rinuncia è la via che forma un carattere forte, dei tratti di personalità conformi all’umanità nelle sue espressioni più nobili, tutto questo è in sintesi l’arte dell’educare, l’arte di dare l’esempio e di correggere con la parola, di edificare con la parola. La rinuncia è anche una delle grandi promesse battesimali, si rinuncia alle entità maligne, alle negatività per consacrarsi a Dio, per essere suoi per sempre, per amarlo e per lasciarsi amare. Nella tentazione a cui tutti sono sottoposti ( se ci si mette il diavolo diventa una prova veramente difficile! ), è necessario dire sempre di no: perché dire di no al peccato significa evitare di cadere nella colpa, è un atto di forza interiore, è un atto di coraggio. In questo modo si conserva la salute dell’anima, altrimenti riconquistabile soltanto con le lacrime del pentimento e l’emendazione. La rinuncia è un atto degno degli spiriti più elevati, perché il mondo, la carne e il diavolo seducono e sono chiassosi, l’anima matura è mansueta, umile e silenziosa. L’anima trova il suo habitat nelle acque chete, dopo aver detto di no agli impostori che si ingegnano per ingannarla. La rinuncia al male è sorgente di vera pace, l’arrendersi ad esso con la libera adesione è un cadere rovinoso nel disordine. Occorre rinunciare per essere liberi, quando l’etica cristiana ci suggerisce che c’è colpa grave solamente se c’è volontà e si conosce la natura del male e le conseguenze che comporta una scelta in suo favore, soltanto in questa modalità tanto difficile da attuarsi l’anima muore alla grazia ed estromette l’amore di Dio, è un dolore disabitato in cui i demoni trovano la propria dimora stabile. Insomma per essere veramente liberi si debbono fare molte rinunce ogni giorno per la durata di tutta la vita, amare invece non è una rinuncia, amare è sempre una conquista.

domenica 6 maggio 2018

Se conoscessi il dono di Dio

La presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, ce lo ha detto Gesù che ha detto sempre la verità e che è risorto dalla morte ed è vivo oggi; l’Eucaristia è un atto d’amore, è l’atto d’amore di Gesù per le anime, come ogni atto d’amore è un dono a cui occorre corrispondere se si vuole, con il pentimento, la conversione, la vita di preghiera, la carità, il perdono e la compassione nei confronti del nostro prossimo, senza pregiudizi o preferenze. L’Eucaristia ci è data da Gesù e noi ricevendola riceviamo Lui e ne diventiamo responsabili, possiamo decidere di amarlo e possiamo anche rifiutarlo, risiede tutto nei nostri cuori, nelle nostre disposizioni interiori. Non si può dimostrare niente, si può solamente credere alle parole del Signore, è un atto di fede e la fede si alimenta con la preghiera personale e perseverante. La misura della fede risiede nella qualità della preghiera, e la misura della carità nel desiderio e nella volontà di praticarla. Non si può ricevere l’Eucaristia con una coscienza macchiata o corrotta, l’Eucaristia richiede cuori puri e una vita giusta, richiede che l’anima sia distaccata dal peccato, dal male morale. L’Eucaristia è la medicina e noi siamo i malati, non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori ha detto Gesù, coloro che hanno necessità di essere guariti e di vivere una vita nuova, la vita veramente degna dei figli di Dio. Non ha alcun senso l’Eucaristia senza la decisione di intraprendere un serio cammino di conversione a Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, è la chiave per comprendere l’Eucaristia e la vita del vero cristiano, la vita del combattente che affronta il male fuori e dentro di sé e che è fedele alla Legge di Dio, che vince il male con il bene ad ogni scelta da compiere, una vita penitenziale e di rinuncia, ma anche di attenzione benevola per le altre persone. Se Dio è amore significa che chiunque decide di estraniarsi da questa virtù, cade sotto il potere del nemico di Dio, che è il maligno. Chi persevera nella carità si salva, la sua vita cambia in positivo fin da subito, è qualcosa che accade nel profondo ma è reale. L’amore ha creato dal nulla ogni cosa, l’amore rinnova il cuore delle persone, è una rinascita spirituale. Nelle relazioni umane funziona così, se ami davvero una persona che vive un disagio o una sofferenza, quella persona la puoi salvare, le puoi restituire la vita e la speranza, è la luce che scaccia le tenebre.