Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 19 dicembre 2014

La chiave psicologica della preghiera

Piccola antologia che descrive con tratti veloci l’importanza della preghiera per la saviezza della mente, la bellezza dell’anima e la purezza del cuore in una persona umana: “Detti sulla preghiera dei Padri della Chiesa, dei Dottori della Chiesa e dei Padri del deserto”.

S.  Agostino ha detto:

“Nutri la tua anima con la lettura biblica: essa ti preparerà un banchetto spirituale”.

“La preghiera muore, quando il desiderio si raffredda”.

S. Tommaso d’Aquino ha detto:

“La preghiera non viene presentata a Dio per fargli conoscere qualcosa che Egli non sa, ma per spingere verso Dio l’animo di chi prega”.

S. Girolamo ha detto:

“Chi è assiduo nella lettura della Parola di Dio, quando legge si affatica, ma in seguito è felice perché gli amari semi della lettura producono in lui i dolci frutti”.

“Studiamo ora che siamo sulla terra quella Realtà la cui conoscenza resterà anche quando saremo in cielo”.

“Preghi? Sei tu che parli allo Sposo. Leggi? E’ lo Sposo che parla a te”.

S. Ignazio di Loyola ha detto:

“Pregare è seguire Cristo che va tra gli uomini, quasi accompagnandolo”.

S. Caterina da Bologna ha detto:

“La preghiera è l’estatica contemplazione dell’Altissimo, nella sua infinita bellezza e bontà: uno sguardo semplice e amoroso su Dio”.

S. Giovanni Crisostomo ha detto:

“L’uomo che prega ha le mani sul timone della storia”.

S. Giovanni Damasceno ha detto:

“La preghiera è un’elevazione della mente a Dio”.

S. Ignazio d’Antiochia ha detto:

“Procurate di riunirvi più frequentemente per il rendimento di grazie e per la lode a Dio. Quando vi radunate spesso le forze di satana sono annientate ed il male da lui prodotto viene distrutto nella concordia della vostra fede”. 

S. Bernardo di Chiaravalle ha detto:

“I tuoi desideri gridino a Dio, la preghiera è una pia tensione del cuore verso Dio”.

Tertulliano ha detto: 

“L’unico compito della preghiera è richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere, sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti”. (L’orazione, cap. 29)

Charles de Focauld ha detto:

“Bisogna lodare Dio. Lodare è esprimere la propria ammirazione e nello stesso tempo il proprio amore, perché l’amore è inseparabilmente unito ad un’ammirazione senza riserve”.

“Dunque, lodare significa struggersi ai suoi piedi in parole di ammirazione e d’amore. Significa ripetergli che Egli è infinitamente perfetto, infinitamente amabile, infinitamente amato. Significa dirgli che Egli è buono e che l’amiamo”.

Maestro Eckhart ha detto:

“Perché preghiamo?... Perché Dio nasca nell’anima e l’anima rinasca in Dio... Un essere tutto intimo, tutto raccolto ed uno in Dio: questa è la Grazia, questo significa Iddio con te”.

S. Teresa di Gesù ha detto:

“L’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento, da solo a solo, con Colui da cui sappiamo d’essere amati”. (Vita 8,5)

“... la porta per cui mi vennero tante grazie fu soltanto l’orazione. Se Dio vuole entrare in un’anima per prendervi le sue delizie e ricolmarla di beni, non ha altra via che questa, perché Egli la vuole sola, pura e desiderosa di riceverlo”. (Vita 8,9)

“Certo bisogna imparare a pregare. E a pregare si impara pregando, come si impara a camminare camminando”.

“... nel cominciare il cammino dell’orazione si deve prendere una risoluzione ferma e decisa di non fermarsi mai, né mai abbandonarla. Avvenga quel che vuole avvenire, succeda quel che vuole succedere, mormori chi vuole mormorare, si fatichi quanto bisogna faticare, ma piuttosto di morire a mezza strada, scoraggiati per i molti ostacoli che si presentano, si tenda sempre alla méta, ne vada il mondo intero”. (Cammino di perfezione 21,4)

“Pensate di trovarvi innanzi a Gesù Cristo, conversate con Lui e cercate di innamorarvi di Lui, tenendolo sempre presente”. (Vita 12,2)

“La continua conversazione con Cristo aumenta l’amore e la fiducia”. (Vita 37,5)

“Buon mezzo per mantenersi alla presenza di Dio è di procurarvi una sua immagine o pittura che vi faccia devozione, non già per portarla sul petto senza mai guardarla, ma per servirsene ad intrattenervi spesso con Lui ed Egli vi suggerirà quello che gli dovete dire”.

“Se parlando con le creature le parole non vi mancano mai, perché vi devono esse mancare parlando con il Creatore? Non temetene: io almeno non lo credo!”. (Cammino di perfezione 26,9)

“Non siate così semplici da non domandargli nulla!”. (Cammino di perfezione 28,3)

“Chiedetegli aiuto nel bisogno, sfogatevi con Lui e non lo dimenticate quando siete nella gioia, parlandogli non con formule complicate ma con spontaneità e secondo il bisogno”. (Vita 12,2)

“Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande. Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde”. (Cammino di perfezione 24,5)

“A chi batte il cammino della preghiera giova molto un buon libro. Per me bastava anche la vista dei campi, dell’acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano, mi servivano da libri”. (Vita 9,5)

“Per molti anni, a meno che non fosse dopo la Comunione, io non osavo cominciare a pregare senza libro”. (Vita 4,9)

“E’ troppo bella la compagnia del buon Gesù per dovercene separare! E’ altrettanto si dica di quella della sua Santissima Madre”. (Seste Mansioni 7,13)

“... fate il possibile di stargli sempre accanto. Se vi abituerete a tenervelo vicino ed Egli vedrà che lo fate con amore e che cercate ogni mezzo per contentarlo, non solo non vi mancherà mai, ma, come suol dirsi, non ve lo potrete togliere d’attorno”.

“L’avrete con voi dappertutto e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete forse che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico?”. (Cammino di perfezione 26,1)

“Poiché Gesù vi ha dato un Padre così buono, procurate di essere tali da gettarvi fra le sue braccia e godere della sua compagnia. E chi non farebbe di tutto per non perdere un tal Padre? Quanti motivi di consolazione! Li lascio alla vostra intuizione! In effetti, se la vostra mente si mantiene sempre tra il Padre e il Figlio, interverrà lo Spirito Santo ad innamorare la vostra volontà col suo ardentissimo amore”. (Cammino di perfezione 27, 6-7)

“Quelli che sanno rinchiudersi nel piccolo cielo della loro anima, ove abita Colui che la creò e che creò pure tutto il mondo, e si abituano a togliere lo sguardo e a fuggire da quanto distrae i loro sensi, vanno per buona strada e non mancheranno di arrivare all’acqua della fonte. Essendo vicinissimi al focolare, basta un minimo soffio dell’intelletto perché si infiammino d’amore, già disposti come sono a ciò, trovandosi soli con il Signore, lontani da ogni oggetto esteriore”. (Cammino di perfezione 28,5.8)

“Per cominciare a raccogliersi e perseverare nel raccoglimento, si deve agire non a forza di braccia ma con dolcezza. Quando il raccoglimento è sincero, l’anima sembra che d’improvviso s’innalzi sopra tutto e se ne vada, simile a colui che per sottrarsi ai colpi di un nemico, si rifugia in una fortezza. Dovete saper che questo raccoglimento non è una cosa soprannaturale, ma un fatto dipendente dalla nostra volontà e che noi possiamo realizzare con l’aiuto di Dio”. (Cammino di perfezione 28,6; 29,4)

“Sapevo benissimo di avere un’anima, ma non ne capivo il valore, né chi l’abitava, perché le vanità della vita mi avevano bendati gli occhi per non lasciarmi vedere. Se avessi inteso, come ora, che nel piccolo albergo dell’anima mia abita un Re così grande, mi sembra che non l’avrei lasciato tanto solo... e sarei stata più diligente per conservarmi senza macchia”. (Cammino di perfezione 28,11)

“Non si creda che nuoccia al raccoglimento il disbrigo delle occupazioni necessarie. Dobbiamo ritirarci in noi stessi, anche in mezzo al nostro lavoro, e ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell’Ospite che abbiamo in noi, persuadendoci che per parlare con Lui non occorre alzare la voce”. (Cammino di perfezione 29,5)

“Il Signore ci conceda di non perdere mai di vista la sua divina presenza!”. (Cammino di perfezione 29,8)

“Quando un’anima... non esce dall’orazione fermamente decisa a sopportare ogni cosa, tema che la sua orazione non venga da Dio”. (Cammino di perfezione 36,11)

“Quando un’anima si unisce così intimamente alla stessa misericordia, alla cui luce si riconosce il suo nulla e vede quanto ne sia stata perdonata, non posso credere che non sappia anch’essa perdonare a chi l’ha offesa. Siccome le grazie ed i favori di cui si vede inondata le appariscono come pegni dell’amore di Dio per lei, è felicissima di avere almeno qualche cosa per testimoniare l’amore che anch’ella nutre per lui”. (Cammino di perfezione 36,12)

“La preghiera non è qualcosa di statico, è un’amicizia che implica uno sviluppo e spinge a una trasformazione, a una somiglianza sempre più forte con l’amico”. (da L’amicizia con Cristo, cap. VII)

Detti dei Padri del deserto:

L’importanza della preghiera del mattino

“Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi, poiché la prima preoccupazione, alla quale lo Spirito si apprende fin dall’aurora, esso continua a macinarla, come una mola, per tutto il giorno, sia grano sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il nemico getti la zizzania”.

Pregare prima di ogni cosa

“Un anziano diceva: non far nulla senza pregare e non avrai rimpianti”.

Detti di S. Isidoro

“Chi vuole essere sempre unito a Dio, deve pregare spesso e leggere spesso, perché nella preghiera siamo noi che parliamo a Dio, ma nella lettura della Bibbia è Dio che parla a noi”.

“Tutto il progresso spirituale si basa sulla lettura e sulla meditazione: ciò che ignoriamo, lo impariamo con la lettura; ciò che abbiamo imparato, lo conserviamo con la meditazione”.

“La lettura della Bibbia ci procura un duplice vantaggio: istruisce la nostra intelligenza e ci introduce all’amore per Iddio distogliendoci dalle cose vane”.

“Nessuno può capire il senso della Bibbia, se non acquista consuetudine e familiarità con essa mediante la lettura”.

Detti di S. Pacomio

“Mettiamo freno all’effervescenza dei pensieri che ci angosciano e che salgono dal nostro cuore come acqua in ebollizione, leggendo le Scritture e ruminandole incessantemente... e ne sarete liberati”.

Detti di Arisitide l’Apologeta

“E’ per la preghiera dei cristiani che il mondo sta in piedi”. 

Detti di Evagrio Pontico

“La preghiera è sorgente di gioia e di grazia”.

“Quando, dedicandoti alla preghiera, sei giunto al di sopra di ogni altra gioia, allora veramente hai trovato la preghiera”.

Detti di Giovanni Climaco 

“La preghiera è sostegno del mondo, riconciliazione con Dio, misura del progresso spirituale, giudizio del Signore prima del futuro giudizio”.

venerdì 12 dicembre 2014

Gli innocenti martiri

Satana sulla terra risiede in una fortezza costituita da milioni di corpi straziati di bimbi abortiti, è la sua bestemmia colma di odio che si alza violenta come una sfida verso il Cielo, contro il trono di Dio, egli non può appropriarsi di queste anime semplici e incolpevoli su cui gli Angeli santi appongono il sigillo della redenzione di Cristo, e che conducono in Paradiso, anche loro infatti sono ministri del Battesimo oltre questo mondo così come presiedono la Liturgia celeste, ma la terra rimane intrisa del sangue dei martiri innocenti e le conseguenze per questo immane delitto sono di una gravità estrema per il mondo e i suoi destini, la gente purtroppo nemmeno se ne preoccupa chiamando questo gravissimo peccato pratica medica e sanitaria. Il grembo materno è diventato con la modernità il luogo più pericoloso per la vita nascente, una madre che uccide il proprio figlio nascituro è quanto di più sacrilego e blasfemo possano compiere delle persone contro la vita, è un atto talmente estremo nella sua empietà da estinguere del tutto la carità e far meritare l’inferno, sempre che non vi siano attenuanti per i responsabili precisando che il Giudizio è soltanto di Dio ed è estremamente severo, anzi tremendo. Satana odia soprattutto l’innocenza e usando coloro che si mettono dalla sua parte tenta in ogni maniera di violarla e offenderla, perché da sempre perpetra il peccato, quindi le sue intenzioni sono chiare e risapute, come le sue due qualifiche primarie che sono la menzogna e l’omicidio; il Signore secondo l’espressione usata da un Libro sapienziale è l’amante della vita, il suo Autore e quindi rendere culto alla vita rispettandola e proteggendola è un atto che coinvolge la pietà religiosa, il senso di Dio e il suo verace Comandamento.

Invocazione del Battesimo per i bambini non nati

(Si antepone la recita del Credo per rinnovare la propria fede…) 

Oh Gesù fa scendere, per mezzo delle mani di San Giovanni Battista, l’acqua del Giordano, la colomba dello Spirito Santo del tuo Battesimo. Quest’acqua e le gocce del tuo Sangue preziosissimo, oh Gesù, falle scendere su ogni creaturina a cui viene tolta la vita in grembo alla madre; Ti chiedo di farlo in ogni istante di questo giorno e di questa notte, per tutti i giorni e le notti dei secoli passati, presenti e futuri. Manda, oh Gesù, i tuoi Angeli a battezzare questi innocenti. Siano messi loro i nomi dei Santi del Cielo, degli Angeli, degli Arcangeli, dei Cherubini e dei Serafini. Nel tuo nome, Signore, noi battezziamo queste creature di tutti i continenti, tribù, lingue, razze e popoli. Noi le battezziamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E ora, cari bambini innocenti, siate accolti gioiosamente in Cielo e Gesù, Maria e Giuseppe vi diano tante carezze e baci. La terra vi ha rifiutato: vi accoglie il Cielo. Stendete le vostre manine innocenti dall’alto dei Cieli. Fate scendere dalle vostre manine una pioggia di benedizioni, rese più potenti dal vostro martirio, sopra i vostri genitori ed i collaboratori della vostra uccisione. Noi ci uniamo a questi martiri innocenti, oh Gesù, per pregare per la conversione di queste madri, padri e collaboratori che ogni giorno compiono questi gravi delitti. Atto che io compio al fine di ottenere dal tuo Sacro Cuore la grazia del Battesimo per tutti i bambini di ogni tempo e di ogni luogo. Amen.

domenica 7 dicembre 2014

La preghiera guarisce dal male

Riconoscere che il male è innanzitutto dentro di noi significa essere nella verità, non c’è uno spazio esterno in cui l’iniquità trova una sua sede, c’è soltanto il cuore dell’uomo che la può ospitare e la può alimentare e riversare nel mondo; l’uomo è un microcosmo che si scruta e si conosce, la via che segue con le sue scelte nella vita lo rendono quello che vuole diventare, l’influenza degli altri ha una importanza relativa, molto più determinante è il libero arbitrio. Fuori dal nostro mondo interiore ci sono gli altri, noi li riconosciamo e possiamo decidere se agire nei loro confronti seguendo dei dettami morali, oppure assecondando le nostre cattive inclinazioni per ottenere degli scopi che sono coerenti con forze oscure e negative, potenze che ci pervadono da sempre e molto spesso senza che noi ce ne capacitiamo coscientemente. Se una persona riesce ad accorgersi di certi connotati sinistri che in essa sono presenti e si agitano, ha iniziato a valutare la possibilità di guardare in volto questi spettri inquietanti e così affrontarli per esorcizzarli, per allontanarli da sé e non subirne mai più il fascino e la seduzione; cosa sono questi spettri negativi? sono quegli aspetti interiori che ci appartengono da sempre e con cui condividiamo la vita di tutti i giorni, siamo realmente noi anche se quasi mai abbiamo il coraggio di ammetterlo. Il modo più efficace per sconfiggere questi fantasmi diabolici e rendere nulla la loro influenza sulla mente e sul cuore è la preghiera assidua e instancabile, una preghiera pura, sincera, empatica, non con le parole ascoltate all’orecchio ma con le parole sentite con l’anima e l’affetto profondo di chi cerca e vuole la presenza di Colui che sappiamo amarci senza misura; la preghiera è un lavacro che purifica e rigenera, ottiene il rafforzamento delle tre principali virtù cristiane, la fede, la speranza e soprattutto la carità, pregare sul serio significa nutrirsi di Dio, nutrirsi del suo Spirito mite, umile e buono, significa comunione con il Paradiso. Le persone che pregano nella verità e con sincerità rassomiglieranno col tempo ai modelli della loro preghiera, a Gesù e a Maria. Se un’anima desidera amare Dio e fare la sua volontà glielo deve chiedere nella preghiera, tutte le preghiere sono ascoltate, arrivano tutte al Cuore del destinatario e Dio che è misericordioso ci concederà quello che domandiamo, sempre se quello che desideriamo ha una conformità con la sua volontà, la quale è amore e misericordia, il vero bene di ciascun’anima. Per sconfiggere il male che si cela dentro di noi e che è negli altri occorre la forza del bene, occorre una vita coerente con i Comandamenti e la Legge di Dio, senza una costante conversione personale al Signore la forza del male finirebbe per sopraffarci, quindi è necessario pregare sempre senza stancarsi mai, come Gesù ci suggerisce nel Vangelo e Gesù ce lo dice per una questione concreta e cioè per avere quella forza che viene dall’Alto, la forza dello Spirito Santo paraclito che rinnova e trasforma le persone nella loro interiorità, che le libera e le guarisce.

lunedì 24 novembre 2014

Filotea breve della Luce perpetua

Contro lapparire e lavere che sono i valori di un mondo stolto e meschino, opponiamo lessere nella considerazione della sacralità della vita ed esercitiamo il pensiero come risorsa dello spirito.

Le lacrime sono l’acqua santa con cui il Paradiso lava le sozzure dei cuori impenitenti e chiusi alla riconciliazione e al perdono

Le lacrime sono il dolore dei cuori che commiserano i senza pietà prigionieri dell’odio e del desiderio di vendetta

Le lacrime sono per il sole interiore che si è oscurato quando la madre e il padre sono partiti per l’ultimo viaggio e ci hanno lasciati per andare lontano

La morte è la lacrima di Dio sulla creazione deturpata dal male ed è anche il grido blasfemo del diavolo contro la vita

La morte ha come suo culmine l’esercizio del pianto che occhi vergini astergono con profusione di mestizia

La morte non è altro che la prova suprema dell’amore che accoglie l’Amore che dall’eternità ci ama senza chiedere niente in cambio oltre al nostro sincero sì che apre la porta della salvezza

Le lacrime e la morte non sono una prova per il coraggio o il sacrificio, bensì il significato della compassione verso l’altra creatura e la tenerezza nel rispettarla senza pretese

Non c’è nessun motivo in questo mondo per piangere oltre alla morte della persona cara e amata

Ci sarebbero motivi per gioire se qualcuno che ci ama piange per noi e si interroga sul nostro destino

Ci sarebbero altri motivi per la felicità se chi amiamo non si ferma a noi ma guarda chiunque la sua anima gentile incontra e saluta

Ci sarebbero spiegazioni alle lacrime per la morte di coloro che amiamo se la nostra preghiera raggiungendo il cuore dell’Eterno ritornasse a noi carica di consolazioni e così accade

La mia mamma è andata colà tra i viventi di Dio nella terra della luce diurna sempiterna ove non scende il crepuscolo freddo dell’inverno e dove fiorisce una primavera di tenui e calmi colori

La mia mamma la vedo bambina nella fotografia accanto al Crocifisso e sogna un mondo dove non c’è che l’azzurro del firmamento e un dolce tepore di brezza che accarezza lieve le sue guance e raggi di luce effusi da un Sole alto che non infastidisce gli occhi ma li riempie di grazia beata

Oramai non c’è più perché la sua presenza è mancata quaggiù ed è stata trasferita presso il Signore della vita e della misericordia che ha ascoltato le preghiere e le lacrime di chi l’ha amata

E’ cominciato il viaggio perpetuo che conduce oltre l’empireo nella città eterna e nel centro della dimensione verace di ciascun’anima redenta che si chiama infinito e desiderio d’amore

Dove tutto finisce tutto comincia e dove tutto comincia la vita non ha mai fine poiché il Signore può donare la vita in comunione con la sua immortalità senza alba né tramonto

Santo Dio, santo Forte, santo Immortale abbi pietà della nostra fragilità umana e accoglici quando Tu vorrai nel paese dei viventi per sempre

Noi che siamo figli e figlie sappiamo che ci ami senza misura. Noi sappiamo che non siamo soli e che abbiamo un Padre. Noi sappiamo che sei il Creatore e l’Amante della vita. Non si estingua mai per Te il nostro ringraziamento e la nostra benedizione. Amen.

lunedì 17 novembre 2014

Il Maestro interiore ci rinnova

La forza del mondo è l’apparenza, la forza di Dio è l’interiorità rinnovata dalla grazia santificante; se non si è convinti dell’invisibile, quello che cade sotto l’esperienza dei sensi acquista un valore pressoché assoluto; rientrare nell’anima nascosta agli altri significa vivere della profondità che sotto la superficie della realtà si inabissa nel dialogo intimo con il Signore sempre presente a noi stessi, dentro di noi c’è il Testimone che vede e che ci approva o ci rimprovera, nel nostro cuore risiede il senso dell’infinito oltre la misura delle nostre acquisizioni, delle nostre esperienze sensibili. Nella predicazione del suo Vangelo nei luoghi della Terra santa, Gesù insegnava a realizzare innanzitutto la vita interiore e a fuggire l’esteriore, Gesù insegnava come costruire l’uomo “nuovo”, l’uomo interiore distinto e separato dall’uomo “vecchio”, come rinnovarsi interiormente in un costante e instancabile cammino di conversione a Dio, dalle tenebre alla luce: questa era la Via soteriologica, morale, spirituale e ascetica che il Maestro di Nazaret insegnava ai suoi discepoli, difatti Gesù come condusse gran parte della sua vita se non nel nascondimento e nella povertà dignitosa e austera di Nazaret, con la propria Madre? La fede è propriamente questo vivere esperienziale, essere nascosti in Dio, in Lui profondamente confidenti in un rapporto di amicizia filiale, ed estranei alla mentalità del mondo, estranei alla cultura del chiasso e del protagonismo. La vita nascosta di Nazaret è il grande bene che i monaci di un tempo ricercavano per avvicinarsi a Dio e per allontanarsi da tutto ciò che gli è contrario. Alla loro morte i monaci giusti avendo vissuto senza fama, onori e benemerenze, né riconoscimenti delle loro azioni e delle loro virtù, ma avendo osservato la Regola del Vangelo con scrupolo e fedeltà, ma al di sopra di tutto con carità e abnegazione, si approntavano sepolture anonime che non richiamavano in nessun modo per i posteri l’identità della loro persona e la loro vita temporale, così da scomparire definitivamente dalla memoria del mondo e delle genti future, per morire al mondo con assoluta coerenza con la propria consacrazione al Signore che li chiamava alla rinuncia di tutto per il suo Regno celeste. Nazaret è l’emblema di questa vita di seme interrato nel fertile humus dell’umiltà che muore per germogliare il bene più importante, la risurrezione alla vita nuova di redenti nella grazia che progressivamente ci cambia e ci fa buoni, Nazaret è lo scrigno della vita autenticamente evangelica quanto pura, candida e illibata, Nazaret è la casa di Gesù, Maria e Giuseppe che vivono nei nostri cuori come sorgente di acqua viva, come spirito e vita, essenza dell’immortalità raggiunta: il Vangelo nella sua bellezza e preziosità risiedeva a Nazaret, ed ora con la fede a cui abbiamo dato adesione e con la grazia di Dio riversata in noi dalla preghiera perseverante, risiede nei nostri cuori di credenti: la virtù del Vangelo è infatti l’amore senza misura congiunto al sacrificio ed esige sempre una coerenza incondizionata che si rinnova nel cammino di ogni giorno, il quale la Provvidenza ci concede come dono gratuito e di cui dobbiamo essere riconoscenti.

mercoledì 12 novembre 2014

Lo scandalo del patire innocente

Oh mio Dio aiutami ad accettare quello che non posso cambiare, aiutami ad avere la forza, la determinazione e la lungimiranza di cambiare quello che posso cambiare, e la saggezza di comprendere la differenza tra quello che non posso e quello che posso cambiare, e la pazienza, la rassegnazione e la capacità di accogliere benedicendoti tutto ciò che permetterai nella mia vita, fosse anche la più grande sofferenza… poiché tutto passa presto e noi andiamo avanti verso la felicità eterna del Paradiso. Così sia ”.

Se si comprende fino in fondo il significato di questa preghiera, si comprende il limite della nostra natura creaturale e ci disponiamo interiormente a compatire il prossimo e a considerarlo con rispetto, e se la vita è un breve passaggio nel tempo esiliati dalla Patria che ci attende, occorre trascorrerla facendo del bene piuttosto che del male, questo è l’unico modo per dare un senso alla propria esistenza, tutto il resto che il mondo ci offre è distrazione e dissipazione, null’altro che vanità e illusione; per rendercene veramente consci proviamo a meditare la sofferenza degli innocenti, chiamandoci fuori almeno per un momento dal nostro egoismo e dalle nostre sicurezze: non ci siamo solamente noi, ci sono anche gli altri e considerarci migliori è da stupidi che purtroppo commettono un grave torto, chi ama non si comporta in questo modo tanto meschino, ma si interessa e si lascia coinvolgere.

lunedì 3 novembre 2014

L'«oltre mondo» nell'agnosticismo

Questo è il pensiero del fondatore della psicologia analitica e psichiatra Carl Gustav Jung tratto dalla sua Opera di maggiore divulgazione: “ L’uomo e i suoi simboli ”, proprio lui che non credeva affatto nel sacro teologico e nel soprannaturale teologico, ma che ne comprendeva lucidamente il valore e l’importanza per l’uomo e la donna di ogni tempo, soprattutto per i contemporanei.

[…] Quando lo psicologo medico si accinge a interpretare i simboli, egli deve operare una distinzione preliminare fra simboli « naturali » e simboli « culturali ». I primi originano dai contenuti inconsci della psiche e rappresentano perciò un numero enorme di variazioni sulle immagini archetipiche fondamentali. In molti casi essi possono essere ricostruiti fino alle loro radici arcaiche, cioè fino alle idee e alle immagini reperibili nelle più antiche testimonianze e nelle società primitive. I simboli culturali, d’altra parte, sono quelli impiegati per esprimere « verità eterne » e che compaiono tuttora in molte religioni. Essi hanno subito molte trasformazioni e percorso un lungo processo di sviluppo più o meno consapevole, diventando così immagini collettive accettate dalle società civilizzate. Tuttavia questi simboli culturali continuano a possedere molto del loro originario carattere soprannaturale o « fascino ». Siamo consapevoli del fatto che essi possono evocare profonde risposte emotive in certi individui e questa carica psichica spesso li trasforma in pregiudizi. Essi costituiscono un fattore con cui lo psicologo deve fare i conti; è pura follia metterli in disparte solo per il fatto che, da un punto di vista razionale, essi sembrano assurdi o irrilevanti. Essi sono componenti essenziali della nostra struttura mentale e forze vitali nella costruzione della società umana: perciò non possono venire eliminati senza produrre gravi perdite. Quando vengono rimossi o trascurati, la loro specifica energia scompare nell’inconscio dando luogo a conseguenze imprevedibili. L’energia psichica che è venuta meno in questo modo serve infatti a resuscitare e intensificare tutto ciò che si trova a livello più alto dell’inconscio, quelle tendenze, magari, che finora non hanno avuto possibilità di esprimersi o a cui almeno non è stata consentita la libera esistenza nell’ambito della nostra coscienza. Queste tendenze formano un’« ombra » sempre presente e potenzialmente distruttiva che offusca la nostra mente conscia. Anche quelle tendenze che in alcune circostanze potrebbero esercitare un’influenza benefica si trasformano in inclinazioni demoniache quando vengono rimosse. Questa è la ragione per cui molte persone bene intenzionate provano una paura incomprensibile per l’inconscio ed eventualmente per la psicologia. Nella nostra epoca è stato dimostrato che cosa accada quando vengono dischiuse le porte del mondo sotterraneo. Cose la cui enormità nessuno avrebbe potuto immaginare nell’atmosfera idillica e innocua del primo decennio di questo secolo sono effettivamente accadute e hanno stravolto il mondo intero. Da allora il mondo è rimasto in preda a uno stato di schizofrenia. Non solo la civilizzata Germania ha sprigionato la sua terribile istintività primitiva, ma anche la Russia ne è rimasta dominata e l’Africa è in fiamme. Non c’è da stupirsi che l’Occidente si senta turbato. L’uomo moderno non si rende conto di quanto il suo « razionalismo » (che ha distrutto le sue capacità di rispondere ai simboli e alle idee soprannaturali) lo abbia posto alla mercé del mondo sotterraneo della psiche. Egli si è liberato (o crede di essersi liberato) dalla « superstizione », ma in questo processo egli è venuto perdendo i suoi valori spirituali in misura profondamente pericolosa. La sua tradizione morale e spirituale si è disintegrata, e ora egli paga lo scotto di questo suo naufragio nel disorientamento e nella dissociazione generale. […]

sabato 1 novembre 2014

La santità nascosta al mondo

Nella Chiesa delle origini i cristiani battezzati che seguivano la Via, cioè gli insegnamenti del Maestro, si rivolgevano gli uni agli altri chiamandosi tra di loro fratelli e sorelle, e san Paolo e gli Apostoli che furono testimoni condividendo la vita e la predicazione di Gesù, utilizzavano l’espressione “ i santi ” per distinguerli dal popolo pagano che non accettava la loro predicazione, rifiutandosi di convertirsi al Vangelo e alla fede, non volendo aderire alla salvezza ottenutaci da Cristo. Non ci sono solamente i Santi e le Sante con l’iniziale maiuscola, coloro che sono stati elevati all’onore degli Altari e che sono presentati dalla Chiesa all’attenzione dei fedeli e di tutte le genti come esempio da imitare per realizzare nella vita i valori del Vangelo alla sequela di Gesù, il vero modello di santità a cui ispirarsi assieme alla persona della Madonna per raggiungere la perfezione delle virtù cristiane, per quanto possibile alla nostra miseria umana, ci sono anche e soprattutto i santi e le sante dimenticati e dimenticate dalla memoria storica del mondo di quaggiù, che Gesù definisce in modo mirabile con il paradosso delle beatitudini enunciate nella pagina di Vangelo della ricorrenza liturgica di questo primo giorno di novembre, la festa di Ognissanti: “ Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia ”. Gesù sovverte la mentalità del mondo dichiarando beati coloro che sono considerati inutili e degni di disprezzo, miseri e senza potere, sofferenti e abbandonati, gli ultimi e gli esclusi dalla società, ma anche gli innocenti, i pacifici, i giusti, i puri di cuore e coloro che sono capaci di perdonare, inoltre chi è perseguitato e odiato per il fatto di essersi schierato dalla parte del bene, della verità e della giustizia, i figli di Dio che il maligno avversa e combatte per impedire l’evangelizzazione e l’edificazione del Regno annunciato da Cristo. Questi santi e queste sante “ minori ” sono innumerevoli e nessuno si ricorda di loro, ma soltanto il Signore che li ama da sempre e per sempre e li ha giudicati degni di Sé accogliendoli nel suo riposo, perché essi vivono eternamente in comunione di Carità con Lui in Paradiso, partecipano della sua stessa Vita divina, della pace e della beatitudine. Un noto Santo cattolico che ha scritto i più praticati esercizi spirituali per l’ascesi interiore del credente, riporta in uno dei suoi scritti l’immagine metaforica delle “ due bandiere ” descritta in questi termini: nella prima “ bandiera ” che viene innalzata il maligno chiama a sé i suoi diavoli ed impone loro quest’ordine, dilagare sulla terra e proporre agli uomini indistintamente senza fare preferenze di persona, il compromesso del potere, degli onori, della ricchezza, dei piaceri e del benessere e così inevitabilmente le anime che riusciranno a far cadere e a conquistare con l’inganno saranno molte e tra le più distinte, addirittura anime consacrate; nella seconda “ bandiera ” elevata in alto la Madonna chiama alla sua presenza i Santi e le Sante del Paradiso e invita tutti con materna sollecitudine a questa importantissima missione, insegnare su questa nostra amara terra alle persone di buona volontà, senza escluderne mai nessuna per nessun motivo, la povertà, l’umiltà, l’amore e il servizio, cioè il buon cammino che porta alla salvezza eterna.

venerdì 24 ottobre 2014

In nomine Iesu, exorcizo te

Il rito dell’esorcismo nella Chiesa cattolica

Chi è l’esorcista (i semplici fedeli possono fare preghiere di liberazione, mentre l’esorcismo chiama in causa l’autorità della Chiesa; comunque l’efficacia della liberazione dipende sempre, secondo le Parole di Cristo che non possono essere contraddette o smentite e che ha largamente elargito questo mandato, dalla fede personale, dallo stato di grazia e dalla purezza del cuore: “Coloro che crederanno in me cacceranno i demoni” (Mc 16,17), ne è la dimostrazione evidente l’episodio evangelico che riporta l’aneddoto sull’esorcista straniero, che non faceva parte del collegio apostolico dei Dodici)

Esorcista è un sacerdote della Chiesa cattolica che ha ricevuto dal suo vescovo l’incarico di liberare, in nome di Dio, le persone dal demonio. Chi non è un sacerdote non può essere esorcista. Ministro del Rito dell’esorcismo è esclusivamente un sacerdote che per la sua pietà, scienza, prudenza e integrità di vita sia ritenuto dall’Ordinario [il vescovo] idoneo a tale ministero e da lui espressamente autorizzato ad esercitarlo. (dal Rito dell’esorcismo) Il potere di “scacciare i demoni” (Mt 10,1) fa parte della missione affidata da Gesù ai suoi apostoli. Per questo la preghiera per scacciare i demoni è stata sempre presente nel rituale della Chiesa cattolica, così come la figura dell’esorcista. E’ ovvio che per chi non crede in un mondo soprannaturale è più facile pensare che il diavolo sia un retaggio del passato o che faccia parte dei soliti fantasmi creati dalla paura dell’uomo.

Il rito moderno dell’esorcismo (rituale che si discosta nella forma dal Rituale antico di Paolo V che integra i formulari di Alcuino [735804 d.C.], scritto originariamente in latino e datato attorno al 1614, questi redatto attingendo alle preci della Tradizione più lontane nel tempo)

Questa versione italiana del «De exorcismis et supplicationibus quibusdam» è stata approvata secondo le delibere della Conferenza Episcopale Italiana e ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti il 21 settembre 2001. La presente edizione deve essere considerata «tipica» per la lingua italiana, ufficiale per l’uso liturgico. Questi nuovi testi del «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari» diventeranno obbligatori dal 31 marzo 2002.

Dal “rito dell’esorcismo”:

1. Il discepolo di Cristo, alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini.

2. Il Vangelo, infatti, descrive l’opera di Gesù come una lotta contro Satana. Anche la vita dei suoi discepoli comporta una battaglia che «non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male» (Ef 6, 12).

3. La vigilanza deve essere esercitata soprattutto nei confronti dell’azione ordinaria di Satana, con la quale egli continua a tentare gli uomini al male. Proprio la tentazione è il pericolo più grave e dannoso in quanto si oppone direttamente al disegno salvifico di Dio e all’edificazione del Regno. Satana riesce a impadronirsi davvero dell’uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando questi, con atto libero e personale, si mette in suo potere con il peccato. Per questo il credente vigila per non essere ingannato e prega ogni giorno con le parole suggerite da Gesù: «Padre, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male» (Mt 6, 13).

4. Invece i fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell’ossessione, della vessazione e dell’infestazione sono possibili, ma di fatto, a parere degli esperti, sono rari. Provocano certo grandi sofferenze, ma di per sé non allontanano da Dio e non hanno la gravità del peccato. Sarebbe quindi da stolti prestare tanta attenzione all’eventuale presenza del Maligno in alcuni fenomeni insoliti e non preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in cui Satana, «omicida fin dal principio» e «padre della menzogna» (Gv 8, 44), è sicuramente all’opera.

A questo riguardo è necessario da parte dei pastori d’anime:

· richiamare, con sapienza e prudenza, i fedeli a non ricercare il sensazionale e ad evitare sia la stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo preconcetto che esclude a priori qualsiasi forma di intervento del Maligno nel mondo;

· mettere in guardia i fedeli nei confronti di libri, programmi televisivi, informazioni dei mezzi di comunicazione che a scopo di lucro sfruttano il diffuso interesse per fenomeni insoliti o malsani;

· esortare i fedeli a non ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori di poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri particolari. Nel dubbio circa la presenza di un influsso diabolico è necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei sacerdoti esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei Sacramenti;

· presentare il significato autentico del linguaggio usato dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione e far maturare nei cristiani un atteggiamento corretto riguardo alla presenza e all’azione di Satana nel mondo;

· ricordare nella catechesi e nella predicazione che la superstizione, la magia e, a maggior ragione, il satanismo sono contrari alla dignità e razionalità dell’uomo e alla fede in Dio.

Lo schema del rito

1. Riti d’inizio

L’aspersione con l’acqua benedetta che richiama la purificazione battesimale.

2. Litanie dei Santi

La prece litanica con cui si invoca sull’ossesso la misericordia divina per l’intercessione dei santi.

3. Recita di un Salmo

La recita di uno o più salmi con i quali s’implora la protezione dell’Altissimo.

4. Lettura del Vangelo

La proclamazione del Vangelo, segno della Presenza di Cristo.

5. Imposizione delle mani

L’imposizione delle mani con cui viene invocato lo Spirito Santo.

6. Professione di fede

La recita del Simbolo o rinnovazione delle promesse battesimali.

7. Preghiera del Signore

Il Padre nostro.

8. Il segno della Croce – Insufflazione

Mostrando il crocifisso, l’esorcista fa il segno della croce sull’ossesso e, se si vuole, l’“exsufflatio”.

9. Formule di esorcismo

La recita della “formula deprecativa” con cui si prega Dio di liberare l’ossesso. A questa si può far seguire la “formula imperativa” con cui in nome di Cristo si scongiura il diavolo di lasciare l’ossesso. Quest’ultima non si può usare mai senza la prima.

10. Rendimento di grazie – Rito di conclusione

Si conclude con la preghiera di ringraziamento e la benedizione.

RITO DELL’ESORCISMO

39. Prima di dare inizio al rito, l’esorcista si prepari convenientemente, secondo le circostanze dicendo in silenzio la seguente orazione:

Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio Padre e Signore dell’universo, tu hai dato agli Apostoli il potere di scacciare i demoni nel tuo nome e di vincere ogni assalto del nemico; Dio santo, fra tutte le meraviglie che hai operato hai dato anche il comando di mettere in fuga i demoni; Dio forte, che nella tua potenza invincibile hai abbattuto Satana come folgore dal cielo: con timore e tremore ti supplico di infondere in me la tua forza perché, saldo nella fede, possa combattere lo spirito maligno che tormenta questa tua creatura, tu che verrai a giudicare i vivi e i morti e il mondo con il fuoco. Amen.

RITI D’INIZIO

SALUTO

ASPERSIONE DELL’ACQUA BENEDETTA

44. A questo punto, l’esorcista asperge con l’acqua benedetta il fedele tormentato dal Maligno, i presenti e il luogo dove si svolge il rito dicendo:

Ecco l’acqua benedetta: porti a tutti noi vita e salvezza, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

LITANIE DEI SANTI

RECITA DI UN SALMO

LETTURA DEL VANGELO

IMPOSIZIONE DELLE MANI

53. Letto il Vangelo, l’esorcista impone le mani sul capo del fedele tormentato dal Maligno dicendo:

V. Sia sempre con noi, Signore, la tua misericordia: in te abbiamo sperato.

Tutti: Signore, pietà.

V. Manda il tuo Spirito creatore, e rinnova la faccia della terra.

Tutti: Signore, pietà.

V. Salva, Signore, il tuo servo che in te spera.

Tutti: Signore, pietà.

V. Signore, sii per lui fortezza inespugnabile di fronte all’assalto del nemico.

Tutti: Signore, pietà.

V. Il nemico non prevalga su di lui, e il figlio dell’iniquità non gli rechi alcun danno.

Tutti: Signore, pietà.

V. Soccorrilo, Signore, dalla tua santa dimora, e da Sion vieni in sua difesa.

Tutti: Signore, pietà.

PROFESSIONE DI FEDE

RINUNZIA A SATANA

PREGHIERA DEL SIGNORE (Padre Nostro)

IL SEGNO DELLA CROCE

58. L’esorcista mostra la croce e con essa benedice il fedele tormentato dal Maligno dicendo:

Ecco la Croce del Signore: fuggite, spiriti del male!

INSUFFLAZIONE

59. Se lo ritiene opportuno, l’esorcista alita sul volto del fedele tormentato dal Maligno dicendo:

Allontana, Signore, con il Soffio della tua bocca, gli spiriti maligni: comanda loro di andarsene, perché il tuo regno è in mezzo a noi.

FORMULE DI ESORCISMO

60. Dopo ciò, l’esorcista dice la formula invocativa dell’Esorcismo maggiore (n. 61). Se lo ritiene opportuno, aggiunga anche la formula imperativa (n. 62).

61. FORMULA INVOCATIVA

Dio, creatore e difesa del genere umano, volgi il tuo sguardo su questo tuo servo N., che hai plasmato a tua immagine e chiamato a condividere la tua gloria: l’antico avversario lo tormenta crudelmente, lo opprime con aspra violenza e lo riempie di angoscia e di terrore. Manda su di lui il tuo Santo Spirito perché lo rafforzi nella lotta, gli insegni a pregare nella tribolazione e lo circondi con la sua efficace protezione. Ascolta, Padre santo, il gemito della tua Chiesa in preghiera: non permettere che questo tuo figlio sia posseduto dal padre della menzogna, né che questo tuo servo, redento dal sangue di Cristo, sia tenuto in schiavitù dal diavolo. Non tollerare che il tempio del tuo Spirito sia dimora di uno spirito immondo. Ascolta, Dio misericordioso, la preghiera della beata Vergine Maria: il Figlio Gesù, morendo sulla croce, ha schiacciato il capo dell’antico serpente e ha affidato alla Madre tutti gli uomini come figli. Risplenda in questo tuo servo la luce della tua verità e dimori in lui la gioia della tua pace. Lo Spirito di santità ne prenda possesso e con la sua presenza gli restituisca innocenza e serenità. Ascolta, o Padre, la preghiera dell’ Arcangelo san Michele e di tutti gli Angeli, ministri della tua gloria. Tu che sei il Dio delle schiere celesti, respingi la violenza del diavolo. Dio di verità e di misericordia, rendi vane tutte le sue insidie. Dio di libertà e di grazia, spezza le catene della sua malvagità. Tu che ami la salvezza dell’uomo, ascolta la voce degli apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, che, per tua grazia, hanno riportato vittoria sul Maligno. Libera questo tuo servo da ogni oppressione diabolica e custodiscilo indenne perché restituito alla serenità di figlio ti ami di tutto cuore, ti serva operando il bene, ti renda onore e gloria, e tutta la sua vita sia un canto di lode a te.

Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

62. FORMULA IMPERATIVA

Ti ordino, Satana, nemico della salvezza dell’uomo: riconosci la giustizia e la bontà di Dio che con giusto giudizio ha condannato la tua superbia e la tua invidia. Esci da N., servo di Dio, che il Signore ha creato a sua immagine, ha arricchito dei suoi doni, ha adottato come figlio della sua misericordia. Ti ordino, Satana, principe di questo mondo: riconosci il potere invincibile di Gesù Cristo: egli ti ha sconfitto nel deserto, ha trionfato su di te nell’orto degli ulivi, ti ha disarmato sulla croce e, risorgendo dal sepolcro, ha portato i tuoi trofei nel regno della luce. Vattene da questa creatura, da N.: che il Salvatore, nascendo tra noi, ha reso suo fratello e morendo in croce ha redento con il suo sangue. Ti ordino, Satana, seduttore del genere umano: riconosci lo Spirito di verità e di grazia, lo Spirito che respinge le tue insidie e smaschera le tue menzogne. Esci da questa creatura, N., che Dio ha segnato con il suo sigillo. Abbandona quest’uomo: Dio l’ha reso suo tempio santo con l’unzione del suo Spirito. Vattene, dunque, Satana: vattene nel nome del Padre † e del Figlio † e dello Spirito † Santo. Allontanati per la fede e la preghiera della Chiesa. Fuggi per il segno della santa croce di Gesù Cristo, Signore nostro.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen.

RENDIMENTO DI GRAZIE

RITI DI CONCLUSIONE