Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 22 giugno 2023

Il segno dell'amore

Se a nessuno importa di te amare diventa difficile perché l’amore è relazione, scambio e interesse vicendevole... ma per amare disinteressatamente (educarsi ad amare da quel profondo che è la propria interiorità) occorre essere stati amati o sentirsi amati semplicemente per come si è, qualcosa che si vive quasi fosse una componente mistica della propria realtà o esperienza e che non è proprio dell’istinto di natura. La solitudine è la morte di ogni sentimento d’amore come il collassare egoisticamente su sé stessi, all’opposto c’è la conflagrazione dell’istinto di sopravvivenza, uscire dall’ego per donarsi a qualcuno o agli altri, la felicità è vivere sentendo quello che sentono gli altri per accorgersi del loro mondo, del loro esserci indipendentemente da noi, toccare le piaghe del dolore ci rende possibile amare, la compassione non soltanto ci nobilita ma è l’acme della nostra umanità e del nostro approcciarci allo spirito del divino. Chi ama davvero è una persona che sente, altamente recettiva e scrupolosa; se sappiamo che non ci importa niente e in questa idea troviamo soddisfazione, abbiamo rinunciato alla bellezza, ci siamo deturpati dentro, siamo diventati angeli caduti separati dalla grazia. L’archetipo della persona che ama è la madre che accoglie e protegge il suo bambino, chi ama ha nella dimensione del suo presenziare dentro la propria consapevolezza sempre una componente materna, qui c’è apprensione, gentilezza e abnegazione, perché uomini, donne o bambini, nelle differenze, nei generi o nelle età, se amano veramente e con tutto il cuore sono essenzialmente delle madri per il prossimo.

domenica 11 giugno 2023

Intervista con Melid (demonio impuro)

Questo libricino è rielaborato sotto forma di intervista tra l’esorcista, Don Giuseppe Tomaselli, e il demonio impuro, di nome Melid. Ovviamente non una vera intervista al demonio, il titolo è ironico dato che non c’è da parte dei dannati la volontà di collaborare spontaneamente alla salvezza delle anime e devono però sottostare alla volontà dell’Altissimo alla quale non possono che obbedire senza eccezioni.

Queste rivelazioni sono state prese, molto probabilmente, dagli esorcismi condotti da Don Giuseppe Tomaselli in più sedute, e poi riportati in modo da poter far comprendere ai lettori la storia e i temi trattati, per disegno divino, in una maniera più semplice, tralasciando di riportare tutti i procedimenti del rituale degli esorcismi vero e proprio. E’ presumibile, che il sacerdote Don Tomaselli, per non creare panico o paure nei lettori non di questo “campo”, ai quali questo libricino è rivolto, abbia voluto “addolcire” il tono del linguaggio di queste rivelazioni e le abbia volute riportare come insegnamento e per essere meditate. Bisogna sempre tenere a mente, che col demonio l’esorcista non tiene un vero e proprio dialogo, come può sembrare da questi scritti riportati qui di seguito, per via della impossibilità di trovare in lui una persona (di natura angelica, oramai decaduta o umana quando anziché impossessarsi degli ossessi gli spiriti maligni di natura angelica sono spiriti di natura umanoide, come lo è ad esempio Giuda Iscariota) che sia disposta a dialogare con sincerità: primo perché nessun dannato ha lo spirito di verità di Dio in se stesso e quindi non proferirebbe che menzogne, secondo perché è tutto ciò che è contrario al Bene. Da questo si comprende che ad una sola condizione satana può dire la verità e “collaborare” per la salvezza dei viventi: se viene costretto da Dio. E l’esorcista di fatti costringe il demonio o i demoni che si impossessano dei corpi degli ossessi a dire la verità, a lasciarli in pace e a ritornarsene nell’inferno da dove sono venuti. Tenendo bene a mente quindi questa piccola premessa, possiamo andare a leggere “l’intervista” con Melid, demonio impuro, di Don Giuseppe Tomaselli.

Esorcista: Melid, intratteniamoci in conversazione, per fare un’intervista. So per studio e per esperienza che tu operi sempre per il male, poiché sei confermato nel male e non puoi volere altro che il male. Ma so anche che pur volendo sempre il male, indirettamente, contro tua voglia, per disposizione divina puoi cooperare al bene, così avviene che tante volte tenti al male e chi vince le tue tentazioni si arricchisce di meriti eterni. Quest’intervista potrà operare molto bene, ed io prego Dio che ti costringa a rispondere ai quesiti che ti presento. 

Demonio: Ebbene, pretaccio, cosa chiedi? Non dimenticare che tu parli con Melid! E dimmi: come sai che io mi chiamo Melid? 

Esorcista: Me lo dicesti tu stesso al nostro primo incontro tanti anni or sono. Anzi allora eravate in due, tu ed il tuo aiutante Ofar. Allora ti chiesi: Come mai siete in due? Voi di solito andate in giro per il mondo o in uno o in tre o in sette e tu mi rispondesti indispettito: Cosa sai tu di questi numeri? Prima di andare avanti con l’intervista, ti rivolgo una domanda in apparenza inutile, anzi piuttosto sciocca: Tu, Melid, in qualità di demonio, esisti o no?

Demonio: Ignorante! E come potrei non esistere?

Esorcista: Bugiardo! Quando ti conviene, dici che esisti; in caso contrario fai dire sfacciatamente che non esisti. Quando in quella seduta spiritica i curiosi chiamano l’anima di un defunto e dicesti: Il demonio non esiste. Sono i preti che v’insegnano queste corbellerie. Dimmi Melid, prima di essere demonio chi eri?

Demonio: Ero un alto ufficiale della Corte Angelica, un Cherubino, ed ora sono un ufficiale di satana.

Esorcista: Ma come ti sei deciso a lasciare il Paradiso ed a piombare nell’inferno? Non sapevi che c’era preparato l’inferno, perché ti sei azzardato a ribellarti a Dio?

Demonio: Lui, l’Altissimo, disse a me ed ai miei compagni che ci avrebbe messi alla prova, non ci disse che ci avrebbe punito con l’inferno, nel fuoco eterno; ed è fuoco, fuoco! 

Esorcista: E quale fu la prova, alla quale foste messi tutti gli Angeli? 

Demonio: Accettare che il figlio dell’Altissimo avrebbe presa la natura umana e noi, di natura angelica, che è di gran lunga più nobile di quella umana, avremmo dovuto umiliarci davanti a Lui ed adorarlo. Lucifero, che splendeva come il sole nel firmamento, si ribellò: «Se si farà uomo, disse, non lo servirò, sarò a lui superiore!». Apparve durante la prova la figura di un uomo. 

Esorcista: La figura di quest’uomo era coronata di spine, o era in croce? 

Demonio: No; era la figura d’un semplice uomo. Grandi schiere di Angeli eravamo del parere di Lucifero. S’ingaggiò una lotta terribile tra Michele e Lucifero e tra fuoco e zolfo d’un colpo precipitammo nel pozzo infernale. 

Esorcista: Bel guadagno facesti quel giorno, infelice angelo ribelle! Ora sei pentito del male fatto? 

Demonio: Pentito? Giammai! … Lui, l’Altissimo, non doveva umiliarsi così! Io odio e odierò per sempre il Cristo, perché per Lui mi trovo nell’inferno. Come è ingiusto questo Dio! Un solo peccato io ho fatto e sono condannato nel fuoco eterno; mentre voi con tanti peccati ed assai gravi avete quella Donna (…la Madonna). L’avessimo avuta anche noi!… 

Esorcista: Nell’inferno come siete organizzati? 

Demonio: Il Cristo vi diede qualche idea, quando gli fu rinfacciato che scacciava i demoni per l’appoggio di Belzebul, dicendo: Come può satana andare contro satana. Un regno diviso in se stesso va in rovina, mentre il regno di satana perdura. Nell’inferno c’è il vero regno di satana; Lucifero ne è il capo, il despota. Quelli che eravamo ufficiali di Corte Angelica, ora siamo ufficiali delle schiere infernali. Ero un cherubino ed oggi sono un alto ufficiale del regno di satana, con il compito più lucroso ed interessante, che è quello di spingere all’impurità. 

Esorcista: Voi demoni non avete bisogno di dormire, di procurarvi il pane quotidiano e non potete sentire il peso della stanchezza. Come svolgete la vostra attività? 

Demonio: Odiando Dio e rodendoci di rabbia e di gelosia contro le creature umane. Sfogando l’odio verso Dio, dovremmo sentire del piacere; invece tutto aumenta la nostra sofferenza. 

Esorcista: Chiedo un’altra delucidazione. Voi demoni state sempre nel pozzo della fornace ardente o potete anche uscirne? 

Demonio: Per permissione dell’Altissimo, Lucifero può mandare demoni in giro per il mondo. Tu da prete, sai che non si possono scrutare i disegni divini. I demoni che vagano per il mondo, continuano a soffrire, perché sono sempre sotto la mano punitrice di Dio. Però andando in giro per il mondo, possono avere dei sollievi. 

Esorcista: Comprendo in qualche modo questa situazione, perché Gesù disse: Quando un demonio esce da un uomo, va in giro in cerca di riposo. E poi tu stesso, Melid, me lo facesti comprendere, quando durante un esorcismo mi chiedesti: Dimmi dove devo andare e me ne vado! Va in alto mare nel corpo di qualche pesce. Tu mi rispondesti: Io cerco uomini. E tu soggiunsi: E perché non vuoi andare nel corpo del pesce? Mi rispondesti: e perché non vai tu a riposare nel corpo delle bestie? Dunque, voi demoni che andate vagando per il mondo, pur soffrendo senza interruzione per il vostro stato di dannazione, potete avere degli alti e bassi di sofferenza. Voi demoni, quando andate in giro per il mondo, se Dio lo permette potete impossessarvi di un corpo umano; ne sono prova gli ossessi; nel Vangelo si parla spesso di questi infelici ossessi. Quando non potete impossessarvi degli uomini, v’impossessate delle bestie, come faceste a Gerasa, al tempo di Gesù, entrando nel corpo di quei maiali che pascolavano. Potete anche impossessarvi di certi luoghi, come potrebbe avvenire nelle stanze ove si fanno le sedute spiritiche, ed ivi potete produrre fenomeni strani e terrificanti, per cui si rende necessaria l’opera sacerdotale con particolari benedizioni. 

Demonio: Hai altro da chiedere? 

Esorcista: Ancora sono all’inizio. Ti presento una mia constatazione, frutto di esperienza, che riguarda l’ossessione di uomini e di donne. Dato che nel corpo umano godi di un certo riposo, quando ti è permessa l’ossessione, tu fai il possibile per rimanere nel corpo umano e ricorri alle tue numerose astuzie; prima di tutto fai il possibile per non farti riconoscere come demonio, per non essere cacciato. Scegli corpi umani che abbiano qualche malessere, così la gente invece di badare all’ossessione bada alla malattia; nel corpo di certi ossessi ci può essere quindi la malattia e l’ossessione; per non farti cacciare, sovente dici: Sono uno spirito buono e son venuto per aiutare tutta la famiglia. Tu temi gli esorcismi e, quando sei scoperto, trai in inganno il sacerdote esorcista sforzandoti di far comprendere l’inutilità degli scongiuri religiosi, cosicché il sacerdote, non vedendo alcun frutto, lascia gli esorcismi. Anche con me talvolta hai usato questa tattica ed ho cercato di non cadere nella tua rete. Ricordi Melid, quell’uomo che da più di vent’anni tenevi nell’ossessione? Ebbene, ogni giorno facevo l’esorcismo; tu resistevi; cominciai a farlo due volte al giorno ed allora, irato, dicesti: Basta! Non ne posso più! Preferisco ritornare nel pozzo infernale. Tra le insidie degli ossessi c’è anche questa: quando vieni scoperto sovente dici: Sono l’anima della tale persona uccisa. Ricordi, Melid, quando in un esorcismo domandai: Chi sei? Mi rispondesti: Sono il maresciallo Bluetti di Palermo, ucciso sedici anni fa. Man mano che incalzavano le preghiere, ti rivelasti: Si, sono il demonio! … E perché vuoi cacciarmi? Che male faccio a questa creatura? Melid, vorrei sapere perché voi demoni preferite ritornare nell’inferno, anziché subire gli esorcismi.

Demonio: Quando siamo nell’inferno la sofferenza è grande; durante l’esorcismo la sofferenza è grandissima. Nell’inferno siamo, per così dire, lontani da Dio; durante l’esorcismo siamo vicini alla Divinità ed aumenta la sofferenza, come quando c’è una fornace ardente; più ci si avvicina e più aumenta il calore. 

Esorcista: Chi l’avrebbe mai detto che tra te, Melid, e me avrebbero dovuto attuarsi tanti rapporti, non di buona amicizia, ma di vicendevole lotte? E che lotte! Più volte mi chiedo, scherzando: Ma Melid come mai sente tanta attrattiva verso di me? Mi segue di notte e di giorno per tormentarmi nello spirito e nel corpo. Tu, o demonio sei tanto industrioso nel disturbarmi, però essendo angelo delle tenebre, preferisci molestarmi o apparirmi nelle ore notturne. 

Demonio: Pretaccio, ci vuole poco a comprendere il motivo della mia condotta nei tuoi riguardi. Io lavoro per strappare anime a Dio e tu lavori per rubarmi anime. Spendi la tua vita a scrivere e diffondere libretti religiosi popolati ed i lettori credono ciò che tu scrivi. 

Esorcista: Ma se tu sei potente, allorché scrivo contro di te libri e ne ho scritti quattro direttamente contro di te, perché non mi paralizzi la mano? 

Demonio: Non posso. Quel tale (Dio) non lo permette. 

Esorcista: Ricordati, Melid, cosa facesti un paio di mesi addietro? Stavo per levarmi letto, erano le ore sei, venisti nella mia camera arrabbiato e mi afferrasti per il collo; avresti voluto strozzarmi. Io sentivo le tue manacce al collo e nelle altre parti del corpo. La lotta fu forte Ma vincesti tu, perché il Cristo ti ha dato un’arma alla quale non posso resistere. E’ l’invocazione del Sangue di Cristo, invocazione, che tu ininterrottamente ripeti quando sono addosso a te. Quella mattina tu avevi pronti per la spedizione due mila libri e per questo motivo ti piombai addosso. Mentre siamo nell’argomento delle tue manifestazioni dirette, chiariscimi qualche circostanza un poco oscura. La notte del 24 maggio 1963, venisti nella mia camera. Eri sotto le sembianze di una donna, anzi un donnone. Ti sei gettato addosso a me. Io cercai di resistere, come al solito; in un dato momento mi rendesti del tutto immobile. Allora mi toccò subire il tuo assalto. Tu sai che quando noi due lottiamo, istintivamente ti do dei morsi alle mani e alle braccia, con le mie mani ti tocco, però quando ti do i morsi, coi denti non stringo nulla. Come mai che con le mie mani ti tocco, ovvero sento le tue membra che toccano me e con i denti non stringo nulla? 

Demonio: La spiegazione l’avesti quella stessa notte. Subito dopo l’assalto di quella donna, tu mi vedesti in forma umana presso il tuo letto. Allora facesti uno studio su di me. Ti fermasti ad osservare la mia carnagione, i nervi, le vene e l’ossatura. Vedevi il corpo umano, in pelle ed ossa. Ti venne l’istinto di toccarmi; appena la tua mano toccò la mia mano, sull’istante io scomparvi e tu rimanesti solo in camera. Noi demoni, sebbene ribelli, abbiamo conservata la nostra natura angelica, con l’intelligenza, che supera ogni intelligenza umana. Conosciamo tanti segreti di natura, per cui possiamo prendere qualunque forma sensibile e possiamo anche far vedere ciò che non esiste fisicamente o non far vedere ciò che esiste oppure far provare o no le varie sensazioni. Il corpo di quella donna che sentivi addosso ed il corpo umano che vedesti, non esistevano come tali, però agivano come se esistessero fisicamente. 

Esorcista: Perché questo assalto avvenne in quella notte? 

Demonio: Per uno sfogo di rabbia contro di te, perché il giorno precedente eri stato ricevuto dal Papa in udienza privata ed avesti modo di fargli le tue confidenze, cosa che mi era dispiaciuta. 

Esorcista: Mi pare che tanti assalti me li fai a proposito ed a sproposito. Ricordi, Melid, che anni or sono mi assalisti nel cuore della notte? Venisti nella mia stanzetta, al solito ti avventasti al collo, ma potesti fare poco, perché come tu vedesti, apparve una mano minacciosa sulla spalla del mio letto e tu, dopo pochi minuti ti dovesti lasciarmi e partire. Ed alla fine di luglio, 1983, quando ero a Fiuggi nella Pensione Santa Chiara, perché venisti a lanciare una bomba a mano nella mia stanza? Che colpo e che esplosione! Io dissi: questa volta Melid avrà fracassato lavandino, specchi ed altro! Invece tutto rimase intatto. 

Demonio: Volli disturbarti perché a Fiuggi con le tue quotidiane conferenze vespertine, mi strappasti delle anime, che avevo io e ritornarono a Cristo. 

Esorcista: Melid, ci fu un lungo periodo in cui i tuoi assalti erano molto frequenti. 

Demonio: Certamente, perché allora scrivevi libri senza interruzione, stando nella quiete di una montagna. Ad ogni libro che scrivevi, aumentava la mia rabbia, allora ti assalivo anche in forma di ossessione. 

Esorcista: A proposito, in quel tempo, ebbi la voglia di constatare come t’impossessavi di me. Gesù mi accontentò. Una sera, mentre mi disponevo al riposo, trovandomi nella mia stanzetta, all’improvviso udii come l’appressarsi di un ciclone, preceduto da un sibilo acuto, all’altezza di un metro dal letto. Contemporaneamente fui in tuo possesso e mi trovai in un antro diffuso di penombra. Eravate in tre, con la faccia nera. Gli altri due si misero a sedere e guardavano la scena della lotta che si svolgeva tra noi due. La lotta fu forte e si protrasse per dieci minuti poiché appena mi lasciasti controllai l’orologio. Melid, quante seccature mi procuri e sotto quante forme ti manifesti a me, anche lungo le vie, come facesti; in questa mia città, proprio in piazza; nella nottata a Firenze, nel ricovero, sotto forma di guardia notturna. Vorrei sapere che vantaggio hai quando moltiplichi le seccature su di me. Se sto a letto, ecco uno squillo di campanello sotto le coperte, ovvero sotto forma di sparviero, batti le ali fortemente e ripetutamente sul guanciale, oppure ti corichi al mio fianco e mi fai sentire anche i tuoi respiri. Ed inoltre che gusto quando lungo il giorno mi regali dei pugni alle spalle, oppure come un ragno m’invadi la faccia e ricordo anche quando mi facesti sentire un grosso ago, che partendo dalla sommità del capo, mi traforò testa e faccia fin sotto il mento! In realtà non c’era nulla, ma mi facesti sentire il dolore di una vera trafittura. E che gusto hai quando mi fai sentire la tua vociaccia sguaiata? 

Demonio: Pretaccio, ci vuole così poco a comprendere! Siccome tu mi produci delle seccature con le varie forme di apostolato, io mi disobbligo con altrettante seccature. Piuttosto, non hai paura di me? Io sono Melid ed ho tanta possibilità di ridurti un cencio! 

Esorcista: Veramente solo qualche volta ho avuto un po’ di tremarella alla tua presenza, ma subito mi scomparve, pensando che tu non sei libero e non puoi scostarti un palmo dalla volontà di Dio. Difatti quando mi hai minacciato, ti ho detto sempre: Non ho paura! Se Dio te lo permette, agisci pure; diversamente non puoi farmi nulla. Ricordi la minaccia fattami l’altra volta? 

Demonio: Pretaccio, vedrai ciò che ti farò questa notte! la notte ti aspettavo e venisti, ma non potesti entrare nella mia stanza; battevi alla porta, ma non potevi entrare. 

Esorcista: Melid, entriamo in altro argomento. Tu sai come Gesù si sceglie delle anime direttamente e le mette nello stato mistico. Costoro sono il battaglione d’assalto contro voi demoni. Hanno le stimmate, la corona di spine, godono di tante visioni celesti. Soffrono però assai perché devono salvare moltissime anime. Voi demoni le conoscete una ad una queste anime privilegiate. 

Demonio: E si che le conosciamo, le seguiamo singolarmente notte e giorno, come conoscevamo e seguivamo Padre Pio. Se il lavorio di Cristo in tali anime è di cento gradi, il nostro lavorio diabolico è almeno di novanta gradi. Noi lottiamo direttamente le anime mistiche ed indirettamente lottiamo contro il direttore spirituale di ognuna di esse. Io so che tu sei stato da lunghi anni e lo sei ancora direttore spirituale di parecchie anime privilegiate. Questo tuo compito deve farti comprendere la rabbia che sento verso di te. Ed ora cosa vorresti sapere? 

Esorcista: Soltanto qualche delucidazione. Non ti accenno la storia delle diverse anime mistiche; mi soffermo solo su di una di esse, che seguo e dirigo da circa trentacinque anni. Tu sai di chi intendo parlarti, di quella donna, martire della vocazione religiosa. Dall’infanzia Gesù si manifestava e la scelse quale vittima straordinaria. Gesù le ispirò il forte desiderio di divenire suora, secondo la foggia dei vari monasteri; ma per la tua malvagia opera non riusciva a professare e veniva cacciata senza pietà da tutte le comunità. Tu, Melid, ricordi ciò che avvenne a Torino, nell’Istituto delle Suore di Sant’Anna, nei pressi del Rondò? Nel periodo in cui aveva indossato l’abito religioso, tu ogni sera, mentre la comunità era a riposo, aprendo le porte chiuse ed il portone di ingresso, afferravi la giovane e con essa sulla motocicletta per qualche ora andavi in giro per la città. Gli abitanti del vicinato erano scandalizzati a vedere un giovanotto, che eri tu, andare in giro con una giovane, vestita con l’abito religioso. La storia si ripeteva ogni notte verso le ore undici. Fu informata la superiora, che non voleva credere, finché un giorno davanti a molte persone presentò tutta la comunità, dicendo: indicatemi tra le presenti la giovane che avete accusata. Tutti a dire: E’ quella! E’ Quella! L’indomani un telegramma informò i parenti della giovane, al quale fu cacciata. Ricordi ancora Melid, come quella giovane fu accettata in prova nella comunità delle suore a Castelfidardo? Anche lì facesti il resto. Un giorno, mentre le suore erano nel coro per l’ufficiatura, ti presentasti in forma umana e la superiora ti poté vedere. All’improvviso togliesti l’abito alla giovane e la lasciasti nel coro in mutandine. Tutte le suore scapparono inorridite ed al più presto la giovane fu mandata a casa. Tu, Melid, t’incaponivi ed anch’io mi incaponivo nell’ardua impresa, in qualità di direttore spirituale. Cercai un monastero di clausura, informai di tutto l’abbadessa, la quale si decise ad ammetterla in comunità. Anche qui continuarono le vessazioni diaboliche, più forti e più frequenti che altrove. Io moltiplicavo le mie visite in questo monastero. L’abbadessa mi confidava tutto e sembrava coraggiosa, anche quando tu ti facevi vedere ad essa apertamente. La giovane era allenata ai tuoi malvagi colpi e gliene preparavi uno piuttosto strano. Era stata ammessa alla vestizione religiosa; alcuni giorni prima le tagliasti la chioma dei capelli, che al presente io tengo conservata come ricordo. Questo fatto mise in apprensione l’abbadessa, perché durante la funzione era prescritto il taglio con le forbici di tre ciocche di capelli, cosicché al momento prescritto dovette fingere di tagliare i capelli che non c’erano. Dimmi Melid, che scopo avevi allorché tagliasti la chioma? 

Demonio: Un giorno la giovane aveva fatto un atto di vanità per la sua bella chioma castana e l’Altissimo mi permise quel taglio come riparazione all’atto di vanità. 

Esorcista: Ma non ti fermasti qui; la notte la portavi in giro per la città. In conclusione la martire della vocazione religiosa fu cacciata dal monastero. Fu mio dovere interessarmi al caso. Nella città di mia dimora conoscevo un ottimo sacerdote, parroco. Lo informai di tutto, lui prese a cuore il caso pietoso e l’affidai a lui, dicendogli; se capiteranno fatti strani, mi chiami al telefono e subito verrò, perché so il da fare. Non passò molto e una mattina il parroco mi chiamò al telefono: venga subito qui. Eravamo in due sacerdoti nella stanzetta della giovane, la quale era a letto, distesa sulla coltre, vestita e ben composta; il volto era sanguinante, con parecchie piaghe una alla fronte, un’altra al mento, due agli zigomi della faccia e le labbra bruciacchiate. Le mani erano legate strettissimamente ai polsi, tanto che erano divenute nere. Non era la prima volta che avveniva ciò e quindi non mi fece tanta impressione. Chiesi alla giovane, che nell’insieme era serena: cosa è capitato? Ieri sera, verso le undici ero in ginocchio presso il letto. Venne il demonio, mi afferrò come suole fare sempre e mi portò in giro. Questa mattina verso le ore cinque mi portò qui. Prima, toccandomi, mi bruciò la faccia poi mi legò le mani. Reverendo, io dissi al parroco, non si preoccupi; siccome questi fatti si sono ripetuti tante volte, la signorina sa come medicarsi; però sappia che dopo una settimana il volto non avrà traccia di queste ferite e la carnagione ritornerà fresca come quella di una bambina. Lui stesso col coltellino tagliò il laccio che legava le mani. E meno male che questa volta è stata legata col lacci; tante volte è legata con catenelle d’acciaio ed allora sono pasticci per romperle. Sapesse quanti di questi lacci e catenelle d’acciaio io ho conservati nel mio ufficio! Chiesi alla signorina: quando è sola come si slega? Prego il mio Angelo custode, il quale tocca la catenella o il laccio e resto libera. Di tanti lacci e catenelle cosa ne fa? Li getto dalla finestra. Meno male che io ne ho conservati parecchi di questi talismani. Ora Melid, ti chiedo: perché tratti così questa giovane? 

Demonio: Con la sua vita di vittima mi strappa tante anime ed io, non potendo fare altro, le tormento notte e giorno. So che vincerà il Cristo, ma almeno sfogo la mia rabbia. 

Esorcista: Melid, hai dei potenti nemici e sono quelli che abitualmente sono nell’intima amicizia con Dio e che compiono un fruttuoso apostolato. Ma purtroppo hai tanti amici e spesso sono coloro che negano la tua esistenza. Non credono in te, ma seguono le tue direttive; negano l’inferno e vivono serenamente in peccato, intenti solo ad appagare le loro passioni. Hai anche un’altra categoria di amici e sono quelli che si mettono in tua relazione con le sedute spiritiche, specialmente i medium. Tu desideri che i medium ed il loro amici curiosi ti chiamino. Costoro credono di chiamare l’anima di qualche trapassato e d’ordinario non sanno che sei proprio tu a rispondere alle loro domande. Tu hai interesse di camuffarti, perché nelle sedute spiritiche intendi inculcare la reincarnazione, fai credere che i defunti chiamati siano persone extraterrestri, vaganti per la purificazione ed andare dopo in Paradiso. Tu sai che accettando la reincarnazione, resta annullato l’inferno. Ricordi Melid, come un giorno io ti domandai: Melid, a nome di Dio, rispondi! Non è vero che la reincarnazione che tu inculchi è un trucco? tu mi rispondesti: E se tu sai che è un trucco, perché mi domandi? Anche quando semino la menzogna c’è chi mi crede. Spiegami qualche cosa riguardo alle sedute spiritiche Il medium chiama un trapassato ed i presenti credono che alle domande di curiosità risponda il dato defunto. Tante volte tu, Melid, ti comporti da mansueto, istruendo con menzogne i presenti. Talvolta ti dimostri irato. Perché? Difatti più di una persona mi hai riferito ciò che è avvenuto alla loro presenza. In questi giorni venne a trovarmi un giovanotto, che era sbalordito. Mi disse: sono stato a Vicenza. Con un gruppo di amici chiamammo l’anima di un tale: Il medium cominciò a sentirsi male e gettava bava dalla bocca. All’improvviso i quadri e ciò che stava sulle pareti della stanza cominciarono ad agitarsi. La scrivania, presso la quale stavano i giovanotti, si sollevò da terra a più di un metro di altezza ed andò ad attaccarsi a duna parete della stanza stando sospesa da sola: dopo si rovesciò sul pavimento. Io ed i miei compagni uscimmo spaventati. Eravamo quattordici ed ognuno aveva la motocicletta sulla via. Nessuna delle moto funzionava; erano tutte bloccate. Mi diceva quale giovanotto: io non vorrò trovarmi più in simili circostanze. Che spavento! In altre sedute spiritiche non era avvenuto nessun disordine. Dimmi Melid, perché avvenne quel putiferio? 

Demonio: Potresti comprendere il motivo. Quantunque chi assiste d’ordinario è poco religioso, o impuro, o da anni lontano dai Sacramenti, casualmente c’è chi tiene addosso qualche oggetto sacro o del Cristo o di quella Donna, mia nemica, ed allora faccio pagare ai presenti la loro invocazione con forti spaventi. 

Esorcista: Melid, la nostra intervista non è completa, se non rispondi ad altre domande più interessanti delle precedenti Rispondi: tutti i demoni avete la stessa forza? 

Demonio: No; il Cristo ce l’insegnò, quando disse agli Apostoli incapaci a scacciare il demonio da un ossesso. Questo genere di demoni si vince con la preghiera e col digiuno. Il genere più forte è quello dell’impurità. Noi demoni impuri siamo i più potenti e ci è facile vincere nella lotta. Uno dei capi di questa categoria di demoni sono proprio io. 

Esorcista: So che uomini e donne hanno il dono della libertà. Quindi se vogliamo, possiamo superare ogni vostro assalto. 

Demonio: In teoria è così, ma in pratica no. Noi abbiamo tanta intelligenza e conosciamo le tendenze umane. Sappiamo prendere ciascuna creatura per il proprio verso e con le nostre tentazioni impure ottenebriamo le intelligenze e pieghiamo le volontà, come col fuoco si piega anche l’acciaio. La tattica più efficace è saper prendere donne e uomini con l’amo del cuore. Quando prendiamo per il cuore, il novanta per cento di volte cantiamo vittoria. 

Esorcista: Io credo che voi demoni siate specializzati, come sono specializzati i soldati dell’esercito terreno: chi combatte in aria, chi a mare e chi sulla terra ferma. Quindi ci saranno tra voi demoni coloro che per un nonnulla spingono alla bestemmia, all’odio, al furto, all’ateismo, ecc. Però penso anche che tante specie di peccati se si fanno poche volte, si riesce facilmente a detestarli, mentre l’impurità, dopo poche cadute, non si suole detestare ed è raro il correggersi. Melid, più volte ti ho chiesto negli esorcismi: qual è il peccato che manda più anime all’inferno? Tu mi hai risposto: Non occorre che io te lo dica; tu lo sai. Secondo me è l’impurità. 

Demonio: Vedi che lo sai! Tutti coloro che stanno nel pozzo infernale, vi si trovano per l’impurità. Hanno fatto anche altri peccati, ma si sono dannati sempre per questo peccato o anche con esso. 

Esorcista: Cosa pensi tu di tutti quelli che vivono nell’immoralità? 

Demonio: Penso che sono già scritti nel registro dei dannati e che solamente una grande grazia potrebbe cancellarli. 

Esorcista: Dunque sono scritti nel libro dei tuoi schiavi i divorziati e le divorziate. 

Demonio: L’Altissimo, davanti al quale tutto deve essere puro e senza macchia non accetterà nel suo regno dei Beati coloro che trascorrono la vita nel quotidiano peccato impuro. Sono stato io ed altri miei compagni a convincere i capi di Stato ad emettere la legge del divorzio, facendo comprendere che questa legge è un’esigenza del progresso dei popoli. I primi a pagare questa legge, che tu, pretaccio, chiami iniqua e che io invece chiamo tesoro del mio regno, saranno i legislatori, responsabili dei peccati impuri dei divorziati e poi sono responsabili uomini e donne che hanno accettato la pessima legge. 

Esorcista: Sventurati i divorziati, che per una breve vita di piacere passeggero, in eterno dovranno soffrire i tormenti che al presente tu stesso devi subire! 

Demonio: Io, Melid, faccio comprendere a costoro che le parole del Cristo sono da disprezzare e non faccio riflettere che con l’altissimo c’è poco da scherzare. 

Esorcista: E delle numerose prostitute cosa sarà? 

Demonio: Le tengo strette al mio cuore, affinché nessuna mi lasci. La catena più forte per loro è il piacere e la brama di denaro. L’inferno è ampio e c’è il posto preparato per ciascuna di loro. 

Esorcista: A te, Melid, piacciono di più i peccati privati, solitari, che non hanno ripercussioni sugli altri, oppure i peccati che danno scandalo e spingono gli altri al male? 

Demonio: Certamente io preferisco gli scandalosi, perché con essi i peccati si moltiplicano. Il mondo è pieno di scandali e perciò io ed i miei compagni stiamo più vicini agli scandalosi, che sono i nostri migliori aiutanti. 

Esorcista: Gesù Cristo dice: chi segue me, non cammina nelle tenebre… Il Cielo e la Terra passeranno, ma le mie parole, non passeranno; è impossibile che non avvengano scandali. Ma guai al mondo per gli scandali e guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Sarebbe meglio se si legasse al collo dello scandaloso una macina da mulino e venisse gettato nel profondo del mare. Io mi domando: se le parole di Gesù, Redentore e Giudice supremo dell’umanità sono così terribili, come possono gli scandalosi vivere in tanta serenità? 

Demonio: Intervengo io; faccio l’anestesia spirituale, invisibile ma reale. Come il medico, fatta l’anestesia, può tagliare ed anche mutilare un corpo umano, senza che l’ammalato senta dolore, così agisco io; non faccio riflettere sulla responsabilità degli atti umani davanti al Creatore e così resta annullato ogni rimorso; tutto è considerato lecito. 

Esorcista: Venendo ai particolari, che sistema adoperi con le varie categorie di persone immorali? 

Demonio: Faccio travisare gli ordini del Creatore, il quale ha dato un corpo umano quale strumento di procreazione. Lavorando nella mente degli impuri, li persuado che la continenza corporale non è possibile. Dopo questa convinzione, sobillo le passioni secondo il sesso, l’età e le varie circostanze che la vita presenta. 

Esorcista: Quali potrebbero essere tali circostanze? 

Demonio: La esagerata ed imprudente familiarità tra uomini e donne ed in generale gli spassi che sollecitano i latrati delle passioni. 

Esorcista: Credo che il televisore sia uno dei mezzi più efficaci per il tuo lavoro diabolico. Usato in bene è fonte di bene; usato male, è torrente d’iniquità. Nelle tarde ore della notte sono trasmesse scene più immorali ed anche sconcertanti. 

Demonio: Io eccito la curiosità agli adulti, ai giovani ed ai ragazzi, saziando le loro brame immorali. 

Esorcista: Poi se la vedranno con Dio, giusto Giudice, i fautori di tali perfide trasmissioni, i padroni del televisore e coloro che vi assistono. Prima la scuola dell’immoralità soleva essere fuori dell’ambiente familiare; oggi col televisore male usato si trova in casa. E che dire dei films cattivi? La massa degli spettatori si sazia d’impurità e voi, demoni impuri, tenete nelle vostre reti infernali queste masse di ambo i sessi, che non sempre si contentano degli sguardi e dei pensieri e giungono anche più in là. 

Demonio: Tutti costoro, come hai detto bene, stanno dentro la mia rete, ma inebriati al piacere impuro non vedono la mia rete. La vedranno in seguito, quando non avranno più rimedi nella fornace ardente eterna. Tu, pretaccio, pensi che televisori e film siano i soli mezzi di cui mi servo per popolare l’inferno? Come il pastore gode a vedere un grande prato ricco di erbe fresche, così e più ancora godo io a vedere la massa femminile con la moda moderna, specialmente sulle spiagge. Con ansia noi demoni dell’impurità aspettiamo il periodo estivo per legare più uomini e donne alle nostre reti d’impurità. 

Esorcista: Melid, Gesù l’ha detto espressamente; se un uomo guarda una donna con cattivo desiderio, ha già peccato con lei nel suo cuore. Infelici donne incoscienti! Sappiate che c’è l’impurità del corpo e quella del pensiero: chi può numerare i cattivi pensieri e desideri che suscita negli uomini dissoluti la vostra moda invereconda lungo le vie e specialmente nelle spiagge, ove stanno schiere di demoni impuri? Voi agite così sulle spiagge per lavare il corpo ed imbrattare le vostre anime e quelle di chi vi guarda maliziosamente! Volete evitare il calore della stagione coi vostri bagni a mare e non pensate che vi preparate il fuoco eterno! Voi al pensiero del fuoco eterno ci ridete su, ma non ci ridono le donne che vi hanno precedute con la morte e che al presente stanno pagando coi dannati! 

Demonio: Io sono molto intelligente e per riuscire nel mio compito nel mondo, suscito la debolezza della correzione nei genitori di tante giovani donne, i quali sono i primi responsabili della moda indecente delle figlie. Alle donne immodeste nel vestire faccio comprendere che non c’è nulla di male a portare l’abito indecente, in quanto ormai sono molte le donne che vestono così. Per la libertà nelle spiagge insinuo la voglia di essere guardate ed ammirate. Pretaccio, ti manifesto ciò che non sai. Nell’inferno ci sono attualmente le donne più belle del mondo, quelle che in vita si sono servite della loro bellezza fisica per sedurre gli uomini. 

Esorcista: Ma perché queste donne immodeste nel vestire non pensano che si ha da morire e che il loro corpo diventerà pasto dei vermi? 

Demonio: Sono io, Melid, che allontano dalla loro mente questi pensieri, che potrebbero farle staccare da me. Lavorio simile faccio con coloro che si dilettano con il ballo, nei veglioni ed anche nelle famiglie. 

Esorcista: Certo che il tuo lavorio con gli amanti della danza non è vuoto di frutti impuri, poiché la musica lasciva ed i movimenti richiesti dai balli moderni sono stati inventati per svegliare ed eccitare la concupiscenza. Anche costoro appartengono al tuo regno diabolico. Sono convinto che pure la lettura e la stampa pornografica siano veleni dell’immoralità, di cui ti servi largamente per rovinare le anime. 

Demonio: Certamente! I libri che allettano le passioni e le immagini scandalose sono armi potenti a mio servizio. Distolgo dalla sana lettura, inoculando l’antipatia per essa ed eccito la voglia delle cose impure. Gli scrittori sanno questo e per amore del guadagno riversano nelle pagine dei romanzi e dei rotocalchi i semi dell’impurità, che hanno loro nel cuore; queste letture eccitano i sensi e la smania del piacere nei lettori e così le mie prede aumentano sempre di più. 

Esorcista: Melid, fammi conoscere la tattica che hai per il cambiamento di coscienza e di carattere in seno alle famiglie. Ragazzi e ragazze, prima buoni, ubbidienti, studiosi, frequenti alle sacre funzioni e facili a comunicarsi, appena chiuso il periodo dell’infanzia molti di costoro, man mano che crescono, lasciano i Sacramenti, disprezzano la preghiera e sentono antipatia ed anche odio per tutto ciò che riguarda la religione. 

Demonio: E tu, Pretaccio, non sei capace di comprendere il motivo dei cambiamenti? Quando si è nel periodo d’infanzia, d’ordinario le passioni non si fanno sentire o sono molto deboli. Passata l’infanzia, comincia la pubertà con il relativo risveglio della concupiscenza. Per uscire vittoriosi da questo periodo occorre la grazia di Dio, che viene con la preghiera, con la vigilanza e la buona volontà. Non tutti si appigliano a questi mezzi, perché intervengo io e brigo per far gustare la droga che si diffonde oggi nel mondo, provata una o poche volte non si può più tralasciare e si direbbe, che diventi un bisogno impellente, così e peggio ancora avviene quando si è assaggiata la droga dell’immoralità. Si cade, si ricade e si diventa abulici. Se poi sopraggiungono altri coefficienti, può arrivarsi alla schizofrenia, che la medicina non può riuscire a curare. Quanti, specialmente del sesso maschile, giungono alla pazzia e devono interrompere lo studio o il lavoro, perché dominati dalla mania dell’impurità. Non sempre la schizofrenia è causata dall’abuso delle passioni, ma una delle cause più importanti è proprio questa. Naturalmente chi è dominato dalla mania del sesso, giunge a rivoltarsi a Dio, il quale prescrive il freno delle passioni. 

Esorcista: Melid, tempo fa ti chiesi: Cosa mi dici riguardo alla gioventù maschile? Tu, festosamente mi rispondesti. Eh, i giovani di oggi vanno in cerca di scrofe! E della gioventù femminile? Esultando dicesti: Eh, le giovani fanno peggio dei giovanotti. La gioventù moderna in gran parte è bruciata dall’impurità. E delle famiglie cosa hai da dire? Il matrimonio è un Sacramento e perciò la convivenza dell’uomo con la donna, quando è secondo la legge di Dio, è apportatrice di bene. 

Demonio: Nelle famiglie intervengo anche io in mille modi e tu, pretaccio, ne sei a conoscenza. Quante miserie morali ci sono prima del matrimonio! In questo cooperano spesso i genitori, i quali lasciano i figli e le figlie nel fidanzamento con poca o nessuna vigilanza, specie nelle ore della sera, andando in giro in macchina o a piedi. Io colgo il momento opportuno per tentarli e farli cadere. A loro interessa che il giorno delle nozze la donna abbia l’abito bianco. Sfrutto la debolezza e l’ignoranza di tanti genitori, che lasciano alle figlie massima libertà di uscire di casa e di rincasare quando vogliono. Il numero delle ragazzemadri aumenta sempre più, perché a questo riguardo svolgo bene il mio compito di tentatore. Durante la vita matrimoniale i miei assalti non sono interrotti: sovente riesco a convincere i genitori a non accettare i figli e se l’Altissimo ne fa dono, li uccidono prima di nascere. Tante volte tendo insidie per rallentare l’affetto e riesco a far legare il cuore dell’uomo alla donna di un altro uomo e meglio ancora riesco a legare il cuore della donna all’uomo di un’altra donna. Per mezzo dello spirito d’impurità, giungo al punto della separazione legale, distruggendo l’amore naturale verso i figli. 

Esorcista: Quale altra insidia metti in atto? 

Demonio: Faccio pensare che prima la separazione coniugale era considerata motivo di disonore, mentre col progresso è considerata una cosa necessaria, perché al cuore non si comanda e la libertà non può essere violata da nessuno. I frutti del mio lavoro diabolico sono grandi, perché col pungolo dell’impurità trascino uomini e donne dove voglio io. 

Esorcista: E così li trascini all’inferno. 

Demonio: Certamente! Avvenuta la morte, avranno la mia sorte, là, dove c’è in eterno pianto, rimorso e stridore di denti. 

Esorcista: Ora, Melid, ti comando di rispondere all’ultima richiesta. So bene che non vorrai rispondere, ma te lo comando! 

Demonio: E chi sei tu, pretaccio che pretendi di darmi comandi? 

Esorcista: Io sono misera creatura, ma come sacerdote e ministro di Dio, per l’autorità divina inerente al mio sacerdozio, ti ordino di rispondermi dicendo la verità. Secondo le risposte che mi hai dato sinora, sembrerebbe che tutto il mondo sia in tuo possesso a causa dell’immoralità. Ma nel mondo oltre al tuo regno c’è anche il Regno di Dio. Il male fa più rumore del bene, ma quanto bene c’è anche oggi nell’umanità. Non si possono contare le anime che con voto solenne e privato servono Dio nel celibato! Quanti, uomini e donne, osservano la purezza sino a farsi uccidere anziché peccare; quanti genitori osservano con regolarità ammirevole i doveri della continenza matrimoniale! Quanta gloria danno a Dio queste schiere di anime! A proposito di anime buone, vittoriose nelle tentazioni, dimmi quali cose odi e temi di più? 

Demonio: Due cose: la prima è la preghiera e la seconda è la fuga dalle cattive occasioni. 

Esorcista: E perché temi la preghiera? 

Demonio: Essa è il primo passo verso Dio, attira le sue grazie e mi riesce difficile attirare a me chi prega molto e con fede e perseveranza. Tutti coloro che ora stanno all’inferno non pregavano, o pregavano poco e piuttosto male. Odio specialmente la preghiera rivolta a quella Donna, il cui nome noi demoni non nominiamo mai. La seconda cosa che odio è la fuga dalle occasioni cattive. I miei schiavi dell’impurità non solo non fuggono le male occasioni, ma ne vanno a caccia, cercandole avidamente. 

Esorcista: Melid, la nostra intervista è terminata, e credo che me la farai pagare. Ciò importa poco: importa invece convincere le anime che tu ed i demoni esistete e lavorate indefessamente per la rovina delle anime.

lunedì 5 giugno 2023

Silloge poetica n°082


ANNOSO

Era tetra quella città
colma di vanità
lontana dallo sguardo accusatore
in essa vivevano anziani
era la città malvagia della morte bianca
ciò che si dimostra inutile
va tolto di mezzo
chi non è autosufficiente e un peso sociale
va violentato con la perizia dello sbirro
una città loquace tempo addietro
quando i bambini contenti cantavano filastrocche
per la morte che inseguiva i derelitti
e il caso che è la guida cieca del destino
mandava in frantumi i vasi di creta di corpi decrepiti
ogni azione per l'utopia di curare
era la decisione di un mostro antropofago
cecità di quel mostro è l'egoismo
e si decideva che si doveva necessariamente morire
la compassione malintesa di chi con irrevocabile sentenza
reclude nel braccio della morte chi non fece il male
finché sia compiuta l'ora dell'esecuzione
in questo edificio stretto
con la tenue luminosità oltre i vetri dell'uscio
come l'utero materno che custodì le nostre esistenze
e nella commozione dei ricordi
finisce l'amore che si diede ai propri cari
e incomincia una tremante forse canonica orazione
il Signore mi donò la vita ed è sua
dall'eternità mi ha pensato
un suo progetto
la mia bellezza di persona
unica e irripetibile per tutto il corso della storia
dove tutto in me è ancora presente
in una calligrafia indelebile
il mio valore per Gesù che mi ama
sono in verità prezioso
solamente per lui figlio dell'uomo
il suo fissare lo sguardo con valorosa pietà
e quella porta dell'infinita misericordia
per entrare beato nel suo Cielo
è Gesù il nostro Cielo
nel mio cuore gonfio che presto si confà
alla sua mitezza e alla sua umiltà
come il bel fiore campestre
e infine vegliardo
irrigato dall'acqua piovana della grazia
ecco che nasce una profonda pace


DRAMMA

Certo che è strano ripercorrere il passato
sembra quasi che i giorni si smarrirono ignari
nella damnatio memoriae senza possibilità di riscatto
qui e adesso il lupo fosco che divora tutto
nel crepuscolo degli dèi intriso dalle nebbie di Niflheimr
dove il male fagocita l'apprensione delle vergini per la virtù
e l'ultima parola la esige la rabbia del bestemmiatore
tra le onde della dimenticanza
quel mare procelloso mangia il re pescatore
non più anime ma un faro spento
che nega la direzione e inganna come le sirene
la barca degli eletti naufraga
e la verità si inabissa nella tenebra
quel gioco sinistro di chi scommette sulla vita
è l'ambiguo rimorso del peccatore
non più semi di sapienza
ma la cecità di chi non vede oltre le apparenze
così finisce l'orgia degli epicurei
baratro che inghiotte la concupiscenza
e restituisce la pena ai moribondi
altro era il guadagno
dall'ignorare la frode delle divinità norrene
dove si sollevò questo scrupolo
il grido dei deboli
adesso tinge di porpora l'abiezione
e tutto si estingue con il desiderio dei reprobi
nel ventre osceno del fuoco


PELLEGRINAGGIO

Quando medito nel mio mondo
riesce difficile desiderare altri sogni
troppe chimere si aggirano
nell'interiorità così ben nascosta

Cerco sempre delle risposte
senza conoscere oltrepassando
spesso una domanda implicita
ma le domande sono difficili

Quel vuoto nato dall'assenza
una spina sul capo del Cristo
trafigge e l'amara stilla di sangue
come un rubino tocca lassù

Gemiti di umile solitudine
nella stanza priva di pareti
dove gli angeli mi guardano
e i reietti fuggono via

Ancora passo dopo passo
in quel tragitto che conduce qui
e l'acre calice che bevo
il perché dell'esistenza umana

Non sapevo cosa fosse l'amore
sentendomi amato dall'ignoto
sono più sconosciuto a me stesso
che le rose in quieta primavera

Non vedrò quel sole lieto
sorgere sulle rovine dell'odio
ma domani vivrò una guerra
che porterà libertà agli smarriti

Combattere dentro la buia cecità
con le parole della ragione
condurrà chi amo e non c'è più
alla buona speranza del regno

Non ho un posto nella mia città
è la città del male come Dite velenoso
fuorviante per soteriologica purità
ma la carne si salva dov'è putridume


MISTERO

Sopra quella Croce spoglia
albero secco intriso di sangue che lava le anime
di colore rosseggiante e tanto prezioso
qui la resina vitale dell'antico cedro
le membra nel rigor mortis sono state divelte in fretta
e dal sepolcro lasciato vuoto
la stirpe umana è entrata nella beatitudine
dall'inizio delle età per ogni uomo che nasce e muore
quella Croce è la porta ad una vita nuova
saremo come gli angeli santi in Cielo
tra i figli e le figlie di Dio
la carità che delinea il volto dei risorgenti
un mondo invisibile fuori dall'esperienza sensibile
quando la preghiera muove le azioni
è il Cielo che opera nel mondo
una macchina ostile per dissipare la preghiera
e vanificare la grazia
dove il cuore smette di battere
un corpo del tutto esanime
diventato adesso cosa si mischia agli elementi
dell'aria e della terra
e l'acqua torna lassù nelle nubi e infine nelle sorgenti
il calore lascia il posto al freddo e all'inerte
quelle molecole e quegli atomi
serviranno a costituire altre realtà o anch'esse cambieranno
il nulla non si disperde nel vuoto ma rimane quaggiù
l'anima è veramente morta
se come tralcio di vite viene recisa
e il legno poi secco brucia nel fuoco che non consuma
quei campi sono da mietere oggi
e le anime come buon grano sono da condurre nel granaio
l'amore e la compassione definiscono l'utilità
il cuore puro definisce il valore
cuore esente da malizia il cui egoismo è stato estirpato
la buona radice dei giusti innestata nella Croce
ha portato il suo frutto imperituro
dopo germogli di carità e di sacrificio nel tempo
la sabbia nella clessidra non scorre
è scritto dall'eternità e nella carne il cessare dei battiti
alla sera della vita porteremo oltre
solamente l'amore e chi abbiamo amato
le lacrime della penitenza


UMANITÀ

Sono trascorsi decine di millenni
e si sono dissolte nella terra
miliardi di persone
che sono ancora nostri fratelli e sorelle
guardando alla nuda terra
forse non si ode più
il suono delle voci nell'infinito
e il gemito dei ricordi
giace in un vuoto spaventevole
ma dove vive adesso il tempo insicuro
nella memoria è morto
rimane la carne delle generazioni presenti
e lo spirito dell'indifferenza
forse l'amore ha portato il prossimo a una speranza
quello che trascorre è un'illusione
il progresso coriacea radice estirpata che dissecca
questo mostro di civiltà all'ingrasso
che nuoce a te che sei debole
quasi tu fossi niente o ancora meno di un verme
e innalza gli stolti come i cedri solenni
vive nel mio cuore pulsante
e nel sangue ancora carico di tepore
quel numero sconfinato di generazioni
vivrà nei nostri discendenti
e forse domani
un altro cuore umano
si ergerà tronfio di orgoglio
su tutte le creature
per poi nella sua vanità scomparire divorato


COMPIERSI

Le montagne dalle nevi perenni
cadono nell'oceano
quando la guerra dei pacifici
contro l'ignominia dei potenti che derubano
dei loro affetti più cari
della vita sacrea
del valore di una dignità inascoltata
quegli innocenti che gridano
da quel nulla
ridefiniti come nulla senza un perché
egoismo spietato che non crede alla probità
ma qualcuno abbraccia un fanciullo
e la sua compassione
giunge nelle dimore eterne
bellezza immarcescibile
sensibilità della coscienza
per chi ancora piange con chi versa lacrime
e rialza dalla polvere
l'agnello dianzi al macello
una creatura simile agli angeli
le cui ali leggere
toccano con il loro spirito libero
le avversità e il triste destino
fuggendo dalla legge della mortalità
che con i suoi abiti fuligginosi
prima veste di angoscia
poi scruta i sentimenti della verità
lassù sul Calvario
ebbro di sangue ma esente dai corpi
finalità dell'equo sacrificio
che ogni giorno si compie per amore
incruento e nascosto
un mistico giglio
vittoriosa e invitta potenza
che sorregge come Sole nascente ogni realtà
ma gli occhi della carne
non vedono se non
con il cuore terso del cherubino

sabato 3 giugno 2023

Un caso di esorcismo nell'ordine della grazia

LE RISPOSTE DEI DEMONI NEGLI ESORCISMI DI ANNELIESE MICHEL 

Articolo di DANIELA GIARLA, per La Croce quotidiano - psicologa e criminologa che da anni si occupa di ossessi e satanisti, col giudice e con il sacerdote esorcista: «La scienza non può spiegare tutto, e mai potrà da sola. Perché ci sono tanti casi di persone che non hanno malattie mentali, non sono casi patologici ed arrivano ad atti criminosi efferati, improvvisi, al di là della più perversa mente umana? L’unica certezza che ho graniticamente accolto e fatta germogliare è che l’eziologia del “male”, di diversi delitti – più di quanti s’immagini - e perversioni, può essere efficacemente sondata soltanto alla luce di una variegata multidisciplinarietà: talmente variegata da non potersi assolutamente permettere di prescinderne l’analisi anche alla luce dell’“invisibile”. Della fede». 

ANNELIESE MICHEL 

I demoni non permettevano che Anneliese Michel mangiasse: morì di malnutrizione e disidratazione a soli 23 anni il 1 luglio 1976 secondo la sua esatta predizione e durante l’ultimo dei 67 esorcismi cui volle sottoporsi spontaneamente con accanto i suoi genitori pienamente consapevoli di quel che stava accadendo. Cattolica dalla nascita, sin da giovanissima aveva offerto la sua esistenza a Dio per la salvezza delle anime, in qualsiasi modalità Egli avesse ritenuto opportuna. Anneliese visse in piena coscienza tale sacrificio di sé, come altre Sante secoli addietro, pur di strappare rabbiosi ghigni di scampata perdita d’anime al nemico infernale e soavissimi compiaciuti sorrisi al Re dei Cieli – Onnipotente eppure impotente dinanzi alla libera scelta di ciascuno di non credere in Lui sino all’ultimo respiro. Perché i sacrifici e le preghiere offerti con amore, da un cristiano qualsiasi per la salvezza di chi non crede, hanno il potere di collaborare con l’opera salvifica del Redentore al punto di ottenere loro quantomeno la contrizione finale per i propri peccati, o persino il cambiar vita nel durante del cammino: il miracolo del salvarsi “in grappolo”, ché non siamo chicchi d’uva sparsi sfusi sui sentieri stretti al di qua del Cielo. Niente isole deserte: tutt’al più ogni anima è arcipelago nell’oceano di Sangue ed Acqua del Redentore. E davvero tant’è. La dolcissima voce di Anneliese – si dispone di registrazioni a iosa – si alternava dunque, durante ogni singolo esorcismo, a quella decisamente poco leggiadra di Lucifero, di Nerone, di Caino, di Hitler, di Giuda Iscariota, di Fleischmann (sacerdote sacrilego del XVI secolo) e di moltissime anime dannate. Ora c’è questo sacerdote. Si chiama Gaspare Bullinger. Dopo l’intera vicenda di cui aveva letto sui giornali, si sdegna di come sia andata a finire agli occhi del mondo progressista, si documenta, si porta sul luogo che è poi anche il suo luogo natio, e decide di raccogliere le risposte dei demoni in un testo reperibilissimo (Le risposte dei demoni, Edizioni Segno, 1997, tratto da Vita e morte di Annalisa Michel, versione dal tedesco di Don Silvio Dellandrea) tradotto quindi anche qui da noi, bella patria italiana nostra pullulante di parroci che spesso e volentieri si distraggono un filino, dai pulpiti delle loro lunghissime omelie, omettendo di incastonare bene il segnalibro della vera presenza del diavolo nel nostro quotidiano, della realtà dei Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso). Bullinger riporta brevemente della potenza del Santo Rosario pregato per bene (leggi “lentamente, con amore”, niente corse a chi arriva prima all’ultimo grano della corona tra le dita a destra e cellulare in vibrazione a sinistra, ché nel mentre si rischia seriamente una passeggiatina della Madonna altrove, chiusa parentesi) che i demoni rivelano di temere terrificati da chi lo prega per le grazie ottenute seduta stante da Colei cui lo si offre – l’unica Donna che al sollevarsi d’un sopracciglio ti manda in pappa l’inferno dentro e fuori di te, se solo La invochi. L’esorcismo di Emily Rose è il docufilm della vita di Anneliese Michel. Il cosiddetto “caso Klingenberg” è l’intera vicenda giudiziaria che dopo la sua morte ha tessuto la ineguagliabilmente stupida storica sentenza di condanna, e dei due esorcisti, e dei genitori addirittura, di omicidio colposo. Annaliese morì infatti a Klingerberg, piccola cittadina della Franconia, in Germania, durante l’ultimo esorcismo. Il suo corpo è sepolto nel cimitero di Leiblfing, presso la sua casa natale ancora oggi meta di innumerevoli pellegrinaggi. Il folcloristico: secondo la giuria tedesca tale corpo è divenuto cadavere a causa della decisione dei due esorcisti di sospendere l’assunzione dei potenti psicofarmaci. La verità: fu Anneliese, maggiorenne, a deciderlo. E mica solo perché consapevolissima di essere posseduta: consegnò ai suoi amati esorcisti una lettera vergata a lacrime di proprio pugno, in cui spiegava come la Vergine stessa le chiese se volesse continuare a subire tale martirio per la salvezza delle anime e di tanto clero che ormai non credeva più all’esistenza personale del diavolo. I farmaci le sarebbero stati utili quanto una fettina di torta della nonna per guarire un terminale di cancro. Ergo: tutti in carcere: una trascrizione delle parole della Vergine, in aula giudiziaria, sortì lo stesso effetto delle registrazioni audio ascoltate dall’intera giuria, esorcismo per esorcismo, voci cavernose e orribili in fila stupefacente una dopo l’altra. Omicidio colposo. Niente effetti speciali che tengano: tutti in carcere. Sospiro tre volte: da criminologa, ché mi fregolano le mani solo al guizzo di valangare i dettagli della grottesca vicenda giudiziaria; da psicologa – oh, i cavilli della ridicola diagnosi di epilessia!; da cristiana: che è una cattedrale di miopia, la cecità del fedifrago clero tedesco «già da lungo tempo contrario a credere all’esistenza del demonio e alle possessioni, ben lieto di associarsi al giubilo generale» (cito Padre Gabriele Amorth, presidente emerito dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti) conseguente alla sentenza «che è stata esaltata da tutta la stampa come un trionfo del progresso moderno, un superamento delle superstizioni del Medio Evo» (quelle surprise! Inchiniamoci). Le risposte dei demoni durante gli esorcismi: perché Anneliese diede la sua vita anche per questo, perché fossero pubblicate, perché facendo il giro del mondo si aggiungesse una prova in più dell’esistenza di Dio, proprio per coloro cui non è mai sufficiente prova. Costoro che passeggiano sullo stesso marciapiede del mondo accanto a questi pazzi cattolici nel mondo ma non del mondo, cui – invece – la prova non è necessaria. Tanto per avvisare, le risposte dei demoni, durante i vari esorcismi, non è che siano proprio tisane rilassanti. Voglio dire, inquietano, e menomale. In potenza ne basterebbe una a cambiarti il modus vivendi. I diavoli sono profondamente bugiardi, eppure durante l’esorcismo maggiore possono essere costretti a dire la verità in risposta alle domande del sacerdote e Gesù ci redarguì bene su quanto i demoni siano bugiardi. Sovente quando interrogati dall’esorcista stesso. In Giovanni 8,44 dalle Sue eterne Labbra sappiamo che «Egli [il diavolo] è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna»; ciò nonostante, per imposizione dall’Alto tramite il ministero esorcistico, celebrato per mandato ufficiale del vescovo, non è impossibile orientarsi tra falsità e rivelazioni veridiche. Sia circa quanto esca dalla bocca di Annaliese, che di qualsiasi indemoniato durante degli esorcismi, laddove i demoni vengono interrogati su particolari questioni che si risolvano in perfetta adiacenza con la dottrina della Chiesa. Chiaro che questi demoni non vorrebbero dirla tutta, questa verità che conoscono e che hanno volontariamente e per l’eternità scelto di non servire sin da quando seppero che la Essa si sarebbe incarnata in una Vergine; “Non serviam!” è stato, è, e sarà in saecula saeculorum il loro altisonante stupido motto imperituro. Ma quando è obbligato dall’esorcista, il diavolo deve farlo – oh, sì –, sciorinare quanto sa, ogni chiodo gli venga imposto di sputare: e un buon esorcista riconosce bene la verità schiodata dalla burla beffarda tesa a depistare l’uomo dalla grazia al peccato.

LE RISPOSTE DEI DEMONI

(l’argomento non potrà certo essere trattato a fondo, ché io qui ora non dispongo di molto altro spazio).

Esorcismo del 20.10.75, Lucifero: «Ci sono alcuni che non credono nemmeno che io esista. E questi sono i miei più cari». Esorcismo del 29.09.75, Giuda all’esorcista Padre Renz: «Molti credono che dopo la vita tutto sia finito, moltissimi, e vivono di conseguenza perché non pregano più». Esorcismo del 24.10.75, Fleischmann (il sacerdote sacrilego dannato): «Gli Angeli custodi sono giorno e notte accanto a voi o dietro di voi, affinché seguiate il Salvatore! Noi vi seguiamo passo per passo. Noi siamo spiriti! Oggi la gente non crede agli Angeli custodi! Questi sono i miei nemici! Io li odio!». Esorcismo del 10.10.75, Nerone: «L’aborto è omicidio, e sempre uguale, in qualsiasi mese venga compiuto. L’anima negli embrioni [morti o uccisi senza battesimo] non arriva alla visione di Dio, ma arriva lassù, nel Cielo; però non può avere la visione beatifica perché non ebbe il battesimo». Lucifero: «I bambini non nati possono essere battezzati». Esorcismo dell’01.01.75, Giuda (a una domanda dell’esorcista circa la legge sull’aborto): «Noi eravamo tutti là [a Bonn, alla votazione della legge]. Tutto l’inferno stava lì: e questo lo abbiamo combinato noi meravigliosamente bene». «Quella cosa, che lei indossa [la veste talare] la maggior parte non la indossa più. Questi modernisti sono la mia opera e ormai mi appartengono tutti». «Le religiose dei monasteri stanno davanti alla televisione e non pregano abbastanza e non si inginocchiano, e mettono fuori le loro zampe [intende dire che prendono la comunione sulla mano]». «La corona [il Rosario] non la ritengono moderna» – si riferisce al pensiero della maggior parte del Clero dell’epoca –, «il Parroco di… nemmeno lo recita. Egli recita il Rosario una volta in settimana, ed egli crede di aver fatto un miracolo avendo fatto così! Ogni giorno! No, non dico niente! Quella lassù [la Madre di Dio], se non ci fosse!». Dall’esorcismo del 15.10.75, Lucifero: «L’acqua santa deve di nuovo entrare nelle case!E anche il Crocefisso deve di nuovo tornare al suo posto di onore nelle case!». «Se ne avessero un’idea [del Rosario]!» (riferendosi ai parroci) «Poiché esso è un’arma forte contro Satana e contro di noi. Io lo devo dire, purtroppo, ma molti non lo credono!». Dall’esorcismo del 22.10.75, Lucifero: «Voi avete il potere di scacciarci, di farci uscire! Ma i più non ne fanno uso!». Dall’esorcismo del 14.10.75, Fleischmann: «La maggior parte delle persone deve andare dal sacerdote quando è ammalata! Questo è ordine dell’Alta Dama!». Dall’esorcismo del 27.10.75, sempre Fleischmann: «La Comunione sulla mano deve essere abolita! Questa è opera mia! Il vescovo deve ora proibire la Comunione sulla mano se prima l’ha permessa». Dall’esorcismo del 13.10.75, Lucifero: «Bisogna pregare di più l’Angelo custode! Perché la potenza dell’inferno è adesso troppo grande. Gli uomini dovrebbero supplicare i loro Angeli perché li assistano!». Esorcismo del 17.10.75, sempre Giuda: «Di noi quasi nessuno parla più, soprattutto i molto reverendi parroci».