Haiku
(del medesimo autore e apologeta)
IV° – Antologia di metafore tra la natura e il
mondo interiore
Odore
campestre di erba tagliata
qualcosa
di nuovo allieta il mio sguardo
memorie
della fanciullezza passata sognando
Vento
che soffia sugli scogli
nave
sospinta nelle onde alte e paurose
non
affonda ma solca l’oceano
Lugubre
notte di incubi svanisce
non c’è
ricordo che voglia portare consolazione
una
brutta esperienza viene superata
Nella
superbia si sbaglia giudizio
chinare
il capo è per chi prega
l’anima
pia rimane senza mutamento
Passero
che prende cibo trovato
la
piccolezza è la misura della verità
non si
disdegna il dono
La
paternità è abnegazione costante
dare al
proprio figlio significa restituire amore
vedere
il futuro nella speranza
La neve
è inverno inoltrato
il suo
colore rappresenta la pulizia profonda
l’interiorità
è la sua metafora
E’
bello il ruscello calmo
dei
pesciolini come ombre nuotano in trasparenza
sono le
idee sopite altrove
La
civetta di notte caccia
nel
buio scruta la preda e aggredisce
si ciba
della provvidente natura
Gli
animali solitari si muovono
non
amano il branco perché dà sicurezza
rimanere
in guardia è sopravvivenza
Le nubi
rossastre al tramonto
cosa
presagisce l’oscurità nel presagio dell’alba
domani
sarà un giorno migliore
Chi si
aggira nei boschi
cerca
frutti che dovrebbero sfamare la bramosia
non si
sfama il sazio