Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 10 aprile 2019

Il nostro piccolo mondo

La nostra società moderna è fondata anche sulla mobilità e sui trasporti oltre che dalla tecnologia, possiamo viaggiare per il mondo a una velocità senza precedenti da continente a continente e visitare i luoghi più lontani tra loro e diversi del pianeta. Ma tra le persone si è fatta sempre più grande la distanza e la menzogna impressiona tutti i media dell’informazione, paradossalmente si sono estremizzate le distanze mentre il suolo è diventato un fazzoletto di terra senza più nulla di sconosciuto, non era così nel passato o nell’antichità dove i confini delineavano l’ignoto. L’uomo è meno misterioso a sé stesso perché la scienza ha dato delle risposte che prima sembravano impensabili, ma tra gli uomini continuano ad alzarsi muri invalicabili e nel mondo le guerre in corso sono quasi quattrocento. La nostra natura non cambia e il sapere è sempre più vasto, questo ci permette di guarire dalle malattie ma ci rende anche sempre più pericolosi. Possiamo parlare con persone che si trovano all’altro capo della terra e sentirci sempre più soli, la solitudine è un fenomeno in costante aumento, la solitudine è la psicopatologia di maggiore allarme sociale, la sindrome più grave e dannosa della contemporaneità. Con la virtualità per immagini andiamo sempre più perdendo il contatto con la realtà e i nostri bassi istinti prendono il sopravvento sulla ragione e l’empatia, non siamo rimasti animali sociali, siamo diventati animali misantropi e amorali, chiusi nell’ego e nell’esclusività delle lobby, macchiati dall’edonismo e dal materialismo. La peggiore tendenza che possiedono gli uomini è quella dell’appartenenza, sentirsi parte di qualcosa e non è importante che cosa, così ci si sente forti e sicuri, è la logica del branco che sbrana l’individuo e cerca sicurezza in una malintesa solidarietà. Così invischiati in questa dinamica non siamo più veramente liberi, siamo schiavi di un sistema e non importa quale, basta il conformismo e gli ideali dell’avere e dell’immedesimarsi nelle cose, siamo quello che abbiamo e la virtù scompare nell’assenza del senso di colpa e della responsabilità gli uni verso gli altri. Quando leggo il Vangelo comprendo che questo mondo è davvero il mondo del diavolo, lui è il principe di questo mondo, quaggiù Dio non c’è, non esiste quasi del tutto per la massa e per gli individui formati alla scuola del nulla e del soddisfacimento delle fami, o come le chiamarono i filosofi del nichilismo e della concupiscenza. Allora pregare è indice di stupidità, guadagnare è indice di intelligenza, apparire è tutto ciò che conta e amare la debolezza per antonomasia. La civiltà cristiana è al crepuscolo, gli idoli sono adorati e assecondati nei loro desideri, la vita umana è un bene a disposizione dei sacramenti della violenza, dell’aborto e dell’eutanasia. Nel tempo della penitenza ci viene suggerito di convertirci e credere al Vangelo, ogni anima penitente deve sentire l’esigenza di convertirsi e credere al Vangelo. Questo mondo è brutto e pervaso di malvagità, la storia lo dimostra a coloro che sono capaci di vedere, che non sono ciechi di fronte ai fatti, e se non si riesce a cambiare direzione la storia avrà fine. Senza carità non ci sono prospettive, non è un sogno per chi vaneggia nelle idee e nell’etica, è la realtà della nostra specie, è la realtà dell’uomo.

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