Il futuro dell’umanità nelle profezie di Maria Valtorta (1897-1961), mistica e terziaria dell’Ordine dei Servi di Maria
(I testi sono dell’edizione 1985)
“Maria: è l’ora delle tenebre. Le cose si compiono come in sogno te le ho
mostrate. Non è arrivato fin troppo presto il momento della sicura conoscenza?
Prega con tutta te stessa, perché il momento è tremendo per se stesso e per le
conseguenze. Se le persone sapessero riflettere, si sforzerebbero ad essere
buone per piegare la Bontà in loro favore. Invece e sempre la stessa parola che
devo dire: l’egoismo le domina. Perciò preghiere, sacramenti e sacramentali,
resi impuri dall’egoismo, non hanno potere contro Lucifero che sconvolge il
mondo”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 218
“Dice Gesù: Se si osservasse per bene quanto da qualche tempo avviene, e specie
dagli inizi di questo secolo che precede il secondo mille, si dovrebbe pensare
che i sette sigilli sono stati aperti.
Mai come ora Io mi sono agitato per tornare fra voi con la mia Parola a
radunare le schiere dei miei eletti per partire con essi e coi miei angeli a
dare battaglia alle forze occulte che lavorano per scavare all’umanità le porte
dell’abisso. Guerra, fame, pestilenze, strumenti di omicidio bellico – che sono
più che le bestie feroci menzionate dal Prediletto – terremoti, segni del
cielo, eruzioni dalle viscere del suolo e chiamate miracolose a vie mistiche di
piccole anime mosse dall’Amore, persecuzioni contro i miei seguaci, altezze d’anime
e bassezze di corpi, nulla manca dei segni per cui può parervi prossimo il
momento della mia Ira e della mia Giustizia. Nell’orrore che provate,
esclamate: ‘Il tempo è giunto; e più tremendo di così non può divenire!’. E
chiamate a gran voce la fine che ve ne liberi. La chiamano i colpevoli,
irridendo e maledicendo come sempre; la chiamano i buoni che non possono più
oltre vedere il Male trionfare sul Bene. Pace miei eletti! Ancora un poco e poi
verrò. La somma di sacrificio necessaria a giustificare la creazione dell’uomo
e il Sacrificio del Figlio di Dio non è ancora compiuta.
Ancora non è terminato lo schieramento delle mie coorti e gli Angeli del Segno
non hanno ancora posto il sigillo glorioso su tutte le fronti di coloro che
hanno meritato d’essere eletti alla gloria.
L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile da quello che
scaturisce dalla dimora di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con
sacrilego impeto. Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente
e occidente siano purificati per essere degni dell’apparire del mio Volto. Incenso
che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare - dove l’ultima
Messa sarà celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i
santi che cielo e terra avranno in quell’ora - sono le preghiere dei miei
santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: della Croce
benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati. E’ sulla
terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide. Poi gli
angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa
splendere come sole la vostra fronte nel mio Paradiso. Grande è l’orrore di
ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere
l’Orrore dei Tempi ultimi! E se veramente pare che assenzio sia mescolato al
pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve
ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli
prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagnia degli
ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è
venduta all’Odio. Che se Caino andò ramigando sulla terra per avere ucciso un
sangue, innocente, ma sempre sangue inquinato dalla colpa d’origine, e non
trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di Dio era su di
lui per suo castigo – e generò nell’amarezza e nell’amarezza visse e vide
vivere e nell’amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell’uomo che
uccise di fatto e uccide, col desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha
salvato? Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l’ora.
Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male
fatto carne’, ‘Orrore’, ‘Sacrilegio’, ‘Figlio di Satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’,
e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione. Ma egli non
vi è ancora. Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli
in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla
lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la
fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà,
la sete degli onori dopo il nascondimento. Meno pauroso il vedere piombare una
stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa
creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato. Lucifero,
per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro. L’Anticristo, per superbia di un’ora,
diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito. A
premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e
farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo
precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le
chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché
ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per
portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi
invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà
spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il
Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono,
che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re
dei re sono Io.
Come il Padre ha dato a Me ogni potere, così Satana ha dato ad esso ogni
potere, e specie ogni potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i
deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni come lo è esso, loro capo. Ma
nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti
soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali,
armati di armi sempre più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li
poteva indurre a creare per seminare disperazione nelle folle, lo aiuteranno
sinché Dio non dirà il suo ‘Basta’ e li incenerirà col fulgore del suo aspetto.
Molto, troppo – e non per sete buona e per onesto desiderio di porre riparo al
male incalzante, ma sibbene soltanto per curiosità inutile – molto, troppo si è
arzigogolato, nei secoli, su quanto Giovanni dice nel Cap. 10 dell’Apocalisse.
Ma sappi, Maria, che Io permetto si sappia quanto può essere utile sapere e
velo quanto trovo utile che voi non sappiate. Troppo deboli siete, poveri figli
miei, per conoscere il nome d’onore dei ‘sette tuoni’ apocalittici. Il mio
Angelo ha detto a Giovanni: “Sigilla quello che han detto i sette tuoni e non
lo scrivere”. Io dico che ciò che è sigillato non è ancora ora che sia aperto e
se Giovanni non lo ha scritto Io non lo dirò. Del resto non tocca a voi gustare
quell’orrore e perciò… Non vi resta che pregare per coloro che lo dovranno
subire, perché la forza non naufraghi in essi e non passino a far parte della
turba di coloro che sotto la sferza del flagello non conosceranno penitenza e
bestemmieranno Iddio in luogo di chiamarlo in loro aiuto. Molti di questi sono
già sulla terra e il loro seme sarà sette volte sette più demoniaco di essi. Io,
non il mio angelo, Io stesso giuro che quando sarà finito il tuono della settima
tromba e compito l’orrore del settimo flagello, senza che la razza di Adamo
riconosca il Cristo Re, Signore, Redentore e Dio, e invocata la sua
Misericordia, il suo Nome nel quale è la salvezza, Io, per il mio Nome e per la
mia Natura, giuro che fermerò l’attimo dell’eternità. Cesserà il tempo e
comincerà il Giudizio. Il Giudizio che divide in eterno il Bene dal Male dopo
millenni di convivenza sulla terra. Il Bene tornerà alla sorgente da cui è
venuto. Il Male precipiterà dove è già stato precipitato dal momento della
ribellione di Lucifero e da dove è uscito per turbare la debolezza di Adamo
nella seduzione del senso e dell’orgoglio. Allora il Mistero di Dio si compirà.
Allora conoscerete Iddio. Tutti, tutti gli uomini della terra, da Adamo all’ultimo
nato, radunati come granelli di rena sulla duna del lido eterno, vedranno Iddio
Signore, Creatore, Giudice, Re”.
“I Quaderni del 1943” 20.8.43. Pagine da 145 a 149
“Ti ho già detto che quanto è detto negli antichi libri ha un riferimento nel
presente. È come se una serie di specchi ripetesse, portandolo sempre più
avanti, uno spettacolo visto più addietro. Il mondo ripete se stesso negli
errori e nei ravvedimenti, con questa differenza però: che gli errori si sono
sempre più perfezionati con l’evoluzione della razza verso la cosiddetta
civiltà, mentre i ravvedimenti sono divenuti sempre più embrionali. Perché?
Perché, col passare del mondo dall’età fanciulla ad età più completa, sono
cresciute la malizia e la superbia del mondo. Ora siete nel culmine dell’età
del mondo e avete raggiunto anche il culmine della malizia e della superbia.
Non pensare però che avete ancora tanto da vivere quanto siete vissuti. Siete
al culmine, e ciò dovrebbe dire: avete altrettanto da vivere. Ma non sarà. La
parabola discendente del mondo verso la fine non sarà lunga come quella
ascendente. Sara un precipitare nella fine. [La fine dei tempi, la fine del
tempo delle nazioni; poi verrà il Regno di Dio sulla Terra, un’unica Nazione,
un unico popolo, un’unica Fede]. Vi fanno precipitare appunto malizia e
superbia. Due pesi che vi trascinano nel baratro della fine, al tremendo
giudizio. Superbia e malizia, oltreché trascinarvi nella parabola discendente,
vi ottundono talmente lo spirito da rendervi sempre più incapaci di fermare,
col ravvedimento sincero, la discesa”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 226 – 227
“La battaglia fra Me e lui non avrà fine altro che quando l’uomo sarà giudicato
in tutti i suoi esemplari. E la vittoria finale sarà mia ed eterna. Ora la
Belva infernale, sempre vinta e sempre più feroce per esser vinta, mi odia di
odio infinito e sconvolge la Terra per ferire il mio Cuore. Ma Io sono il
Vincitore di Satana. Là dove egli insozza, Io passo col fuoco dell’amore a
mondare. E se con inesausta pazienza non avessi continuato la mia opera di
Maestro e Redentore, ormai sareste tutti dei demoni”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 615
“E in verità vi dico che ora è un momento in cui, per ordine del padre della
menzogna, i suoi figli mietono fra le anime, che erano create per Me e che
inutilmente ho fertilizzate col mio Sangue. Messe abbondante più che ogni
diabolica speranza concepisse, e i Cieli fremono per il pianto del Redentore
che vede la rovina dei due terzi del mondo dei cristiani. E dire due terzi è
ancora poco”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 395
“Se il mondo fosse misericordioso!... Il mondo possederebbe Iddio, e ciò che vi
tortura cadrebbe come foglia morta. Ma il mondo, e nel mondo specie i
cristiani, hanno sostituito l’Amore con l’Odio, la Verità con l’Ipocrisia, la
Luce con le Tenebre, Dio con Satana. E Satana, là dove lo seminai Misericordia
e la crebbi col mio Sangue, sparge i suoi triboli e li fa prosperare col suo
soffio d’inferno. Verrà la sua ora di sconfitta. Ma per ora viene Lui perché
voi lo aiutate. Beati però coloro che sanno rimanere nella Verità e lavorare
per la Verità. La loro misericordia avrà il premio in Cielo”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 213
“Le guerre vengono” da Satana che sa che i tempi stringono e che questa. [II
guerra mondiale] è una delle lotte decisive che anticipano la mia venuta. Sì.
Dietro il paravento delle razze, delle egemonie, dei diritti, dietro il movente
delle necessità politiche, si celano, in realtà, Cielo e Inferno che combattono
fra loro. E basterebbe che metà dei credenti nel Dio vero, ma che dico? meno di
questo, meno di un quarto dei credenti, fosse realmente credente nel mio Nome
perché le armi di Satana venissero domate. Ma dove è la Fede?”
“I Quaderni del 1943”, pagg. 24 – 25
“Considera il mio Fulgore e la mia Bellezza rispetto alla nera mostruosità
della Bestia. Non avere paura di guardare anche se è spettacolo repellente. Sei
fra le mie braccia. Esso non può accostarsi e nuocerti. Lo vedi? Non ti guarda
neppure. Ha già tante prede da seguire. Ora ti pare che meriti lasciare Me per
seguire lui?.
Eppure il mondo lo segue e lascia Me per lui. Guarda come è satollo e
palpitante. É la sua ora di festa. Ma guarda anche come cerca l’ombra per
agire. Odia la Luce, e si chiamava Lucifero! Lo vedi come ipnotizza coloro che
non sono segnati dal mio Sangue?! Accumula i suoi sforzi perché sa che è la sua
ora e che si avvicina l’ora mia in cui sarà vinto in eterno. La sua infernale
astuzia e intelligenza satanica sono un continuo operare di Male, in
contrapposto al nostro uno e trino operare di Bene, per aumentare la sua preda.
Ma astuzia e intelligenza non prevarrebbero se negli uomini fossero il mio
Sangue e la loro onesta volontà. Troppe cose mancano all’uomo per avere armi da
opporre alla Bestia, ed essa lo sa e apertamente agisce, senza neppure più
velarsi di apparenze bugiarde. La sua schifosa bruttezza ti spinga ad una
sempre maggiore diligenza e a una sempre maggiore penitenza. Per te e per i
tuoi disgraziati fratelli che hanno l’anima orba o sedotta e non vedono, o
vedendolo, corrono incontro al Maligno, pur di averne l’aiuto di un’ora da
pagare con una eternità di dannazione”.
“I Quaderni del l943”, pag. 224
“Guai alla terra se venisse un giorno in cui l’occhio di Dio non potesse più
scegliere fra i figli dell’uomo gli esseri predestinati ad essere i miei
portatori di Luce e di Voce! Guai! Vorrebbe dire che fra i miliardi di uomini
non vi e più un giusto e un generoso, poiché i predestinati sono fra i giusti
che mai offesero Giustizia, e i generosi che hanno superato tutto, se stessi
per primi, per servire Me”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 409
La Gerusalemme di cui parla Isaia è quaggiù la mia Chiesa, anticamera della
celeste Gerusalemme. In essa è abbondanza non di ricchezze umane, ma di tesori
divini di Perdono e di Scienza, come nella celeste Gerusalemme sono tesori
divini di beatitudini. Nessuna forza umana potrà, come turbine, devastare la
mia Chiesa al punto di distruggerla. Io sarò con lei, a far da piolo e da
corda.
Quando l’ora sarà, in cui la terra cesserà d’essere, dagli angeli sarà
trasportata in Cielo la mia Chiesa, che non può perire perché cementata dal Sangue
di un Dio e dei suoi santi.
“I Quaderni del 1943”, pag. 330 (vedi il capitolo “l’Anticristo”).
Un popolo, dice Isaia, sarà colpito dalla spada di Giustizia. Ma saranno molti
di più, poiché il mondo ha fornicato col demonio in molte sue parti. Ed altre
ancora sono in procinto di peccare, nonostante tutto quanto Io ho operato per
tenerle nella via della Vita. Pregare, pregare, pregare molto per impedire
nuove condanne, originate da nuove fornicazioni. I demoni... oh! i demoni sono
già là dove Io punirò. Sono i demoni, insediati da padroni nei cuori, quelli che
portano a morte le nazioni. E vi sono popoli in cui pochi cuori non siano
dimora dei demoni: legioni e legioni demoniache muovono, come fantocci, intere
nazioni. E come posso Io regnare là dove i cuori si sono fatti dimora dei figli
di Lucifero? Altre applicazioni ha la parola profetica, ma Io ho voluto fartela
vedere con riferimenti all’ora che vivete. Né dirti di più per non accasciarti
di più. Prega. Il tuo Dio ti aprirà le porte prima che tu conosca il massimo
orrore [infatti Maria Valtorta mori nel 1961]”.
“I Quaderni del 1943”, pag. 330
“... questa non è guerra di uomini ma di Satana contro gli spiriti. Né ne sono
vittime unicamente chi perisce in battaglia o sotto le macerie di una casa.
Sono vittime della lotta di Satana agli spiriti anche, e soprattutto, coloro
che perdono fede e speranza e carità, e non la vita di un’ora mortale perdono,
ma la Vita eterna, morendo alla Grazia di Dio”.
“I Quaderni del l944”, pag. 353
“Vorreste che Io venissi e mi mostrassi per terrorizzare e incenerire i
colpevoli. O miseri! Non sapete quello che chiedete! Purtroppo verrò. Dico: “Purtroppo”,
perché la mia sarà venuta di Giudizio e giudizio tremendo. Avessi a venire per
salvarvi non direi così e non cercherei di allontanare i tempi della mia
venuta, ma anzi mi precipiterei con ansia per salvarvi ancora. Ma il mio
secondo avvento sarà avvento di Giudizio severo, inesorabile, generale, e per
la maggior parte di voi sarà giudizio di condanna. Non sapete quello che
chiedete. Ma se anche Io mi mostrassi, dove è nei cuori, e specie in quelli
maggiormente colpevoli delle sciagure di ora, quel tanto residuo di fede e di
rispetto che li farebbe curvare col volto a terra per chiedermi pietà e
perdono? No, figli che chiedete al Padre vendetta mentre Egli è Padre di
perdono! Se anche il mio Volto balenasse nei vostri cieli e la mia Voce, che ha
fatto i mondi, tuonasse da oriente ad occidente, le cose non muterebbero. Ma
soltanto un nuovo coro blasfemo di insulti, ma soltanto una nuova ridda di
ingiurie sarebbero lanciati contro la mia Persona. Ripeto: potrei fare un
miracolo e lo farei se sapessi che poi voi vi pentite e divenite migliori. Voi,
grandi colpevoli che portate i piccoli a disperare e a chiedere vendetta, e
voi, piccoli colpevoli che chiedete vendetta. Ma né voi, grandi colpevoli, né
voi, piccoli colpevoli, vi pentireste e non diverreste migliori dopo il
miracolo. Calpestereste anzi, in una furia di gioia colpevole, i corpi dei
puniti, demeritando subito al mio cospetto, e vi montereste sopra per
opprimere, a vostra volta, da quel trono fondato su una punizione. Questo
vorreste. Che Io colpissi per potere colpire a vostra volta.
Io sono Dio e vedo nel cuore degli uomini e perciò non vi ascolto in questo.
Non voglio che vi danniate tutti. I grandi colpevoli sono già giudicati, Ma voi
tento di salvarvi. E quest’ora, per voi, è vaglio di salvezza. Cadranno in
potere del Principe dei demoni coloro che già hanno in loro la zizzania del
demoni, mentre coloro che hanno in cuore il grano di frumento germinante l’eterno
Pane, germoglieranno in Me in vita eterna”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 26 – 27
“Pensatelo bene: la colpa è radice alla colpa. Una nasce sull’altra. E la marea
del male cresce. E Dio non può piegarsi là dove vede affezione alla colpa. E se
è penoso che gli innocenti soffrano per una espiazione generale, è giusto che
coloro che non sanno svellere dal loro cuore la colpa provino l’abbandono di
Dio con tutto il suo tossico che morde le viscere e fa urlare di spasimo, così
come Io ho urlato.
Io che non ho gridato per essere torturato dai flagelli, dalle spine, dai
chiodi. E ancora e sempre vi dico: “State uniti a Me. Io ero solo a pregare il
Padre. Ma voi soli non siete. Voi avete con voi il Salvatore, il Figlio dell’Altissimo.
Pregate il Padre con Me, nel mio Nome”. E a te, piccolo Giovanni, dico che tu
mi vedi così perché realmente Io grido per voi, facendo mie le vostre presenti
lordure per vincere la Giustizia del Padre, che è talmente offesa che non si
vuole piegare a misericordia.
L’amore che ho per voi e la pietà che provo per voi mi danno dolore di mistica
crocifissione e grido, grido in nome vostro, per persuadere il Padre a non
lasciarvi più oltre nell’abbandono. È l’ora di Satana. Ma voi che siete la mia
corte della Terra, voi, anime vittime, portate al culmine il vostro sacrificio,
portatelo al tormento dell’ora di nona e rimanete fedeli anche in quell’oceano di
desolazione che è quell’ora e dite con Me: “Dio mio, Dio mio”. Empiamo del
nostro pregare il Cielo, o anime che mi imitate nel farvi salvatori dei
fratelli attraverso il sacrificio vostro. Che il Padre senta fondersi in pietà
il suo sdegno, e la sua Giustizia si plachi. Una volta ancora”.
“I Quaderni del 1944”, pagg. 217 – 218
Ma che credete? Che Io, che ero così alieno dai discorsi, abbia aggiunto parole
per il gusto di dire delle parole? No. Io ho detto il puro necessario per
portarvi alla perfezione. E se nel grande insegnamento evangelico vi è di che
dare salvezza alla vostra anima, nei tocchi più minuti vi è di che darvi la
perfezione. I primi sono i comandi.
Disubbidire a quelli vuol dire morire alla Vita. I secondi sono i consigli.
Ubbidire a questi vuol dire avere sempre più sollecita santità e accostarsi
sempre più alla Perfezione del Padre. Ora nel Vangelo di Matteo è detto: “Per
il moltiplicarsi dell’iniquità si raffredderà la carità in molti” [Mt 24,12].
Ecco, figli, una grande verità che è poco meditata. Di che soffrite ora? Della
mancanza di amore.
Cosa sono le guerre, in fondo? Odio. Cosa è l’odio? L’antitesi dell’amore. Le
ragioni politiche. Lo spazio vitale? Una frontiera ingiusta? Un affronto
politico? Scuse, scuse. Non vi amate, Non vi sentite fratelli. Non vi ricordate
che siete tutti venuti da un sangue, che nascete tutti a un modo, che morite
tutti ad un mondo, che avete tutti fame, sete, freddo, sonno ad un modo e
bisogno di pane, di vesti, di casa, di fuoco ad un modo. Non vi ricordate che
Io ho detto: “Amatevi. Dal come vi amerete si capirà se siete miei discepoli.
Amate il prossimo vostro come voi stessi”.
Le credete parole di fola queste verità. La credete dottrina di un pazzo questa
dottrina mia. La sostituite con molte povere dottrine umane. Povere o malvagie
a seconda del loro creatore. Ma anche le più perfette fra esse, se sono diverse
dalla mia sono imperfette. Come la mitica statua, avranno molta parte di esse
di metallo pregiato. Ma la base sarà di fango e provocherà infine il crollo di
tutta la dottrina. E nel crollo la rovina di coloro che ad esse si erano
appoggiati, la mia non crolla. Chi si appoggia ad essa non si rovina, ma sale a
sempre maggior sicurezza: sale al Cielo, all’alleanza con Dio sulla terra, al
possesso di Dio oltre la terra. Ma la carità non può esistere dove vive l’iniquità.
Perché la carità è Dio e Dio non convive col Male. Perciò chi ama il Male odia
Dio. Odiando Dio aumenta le sue iniquità e sempre più si separa da Dio-Carità.
Ecco un cerchio dal quale non si esce e che si stringe per torturarvi. Potenti
od umili, avete aumentato le vostre colpe. Trascurate il Vangelo, deriso i
Comandamenti, dimenticato Iddio, poiché non può dire di ricordarlo chi vive
secondo la carne, chi vive secondo la superbia della mente, chi vive secondo i
consigli di Satana, avete calpestato la famiglia, avete rubato, bestemmiato,
ammazzato, testimoniato il falso, mentito, fornicato, vi siete fatti dell’illecito
lecito.
Qui rubando un posto, una moglie, una sostanza; là, più in alto, rubando un
potere o una libertà nazionale, aumentando il vostro ladrocinio con la colpa di
menzogna per giustificare ai popoli il vostro operato che li manda a morte. I
poveri popoli che non chiedono che di vivere tranquilli! E che voi aizzate con
velenose menzogne scagliandoli l’uno contro l’altro per garantirvi un benessere
che non vi è lecito conseguire al prezzo del sangue, delle lacrime, del
sacrificio di intere nazioni. Ma i singoli, quanta colpa hanno nella grande
colpa dei grandi! É la catasta delle piccole colpe singole quella che crea la
base alla Colpa. Se ognuno vivesse santamente senza avidità di carne, di
denaro, di potere, come potrebbe crearsi la Colpa? I delinquenti ci sarebbero
ancora. Ma sarebbero resi innocui perché nessuno li servirebbe. Come pazzi ben
isolati, essi continuerebbero a farneticare dietro ai loro sogni osceni di
sopraffazioni. Ma i sogni non diverrebbero mai realtà. Per quanto Satana li
aiutasse, il suo aiuto sarebbe reso nullo dalla unità contraria di tutta l’umanità
fatta santa dal vivere secondo Dio. E l’umanità avrebbe inoltre Dio con sé. Dio
benigno verso i suoi figli ubbidienti e buoni. La carità sarebbe dunque nei
cuori. Viva e santificante. E l’iniquità cadrebbe. Vedete, o figli, la
necessità di amare per non esser iniqui, e la necessità di non esser iniqui per
possedere l’amore? Sforzatevi ad amare. Se amaste... Un pochino solo! Se
cominciaste ad amare. Basterebbe l’inizio e poi tutto progredirebbe da sé”.
28-03-1944 “I Quaderni del 1944”, pagg. 294 – 296
Giorni fa il Padre [Padre Migliorini] ha scritto che rimaneva perplesso circa
la vera fonte del flagello attuale “perché un regno diviso in se stesso non è
più un regno”. Mostrerò al Padre che ciò può essere, essendo la divisione
puramente apparente. Lucifero, nelle sue manifestazioni, ha sempre cercato di
imitare Iddio.
Così come Dio ha dato ad ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero le ha
dato il suo demone. Ma come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un
unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono ad un unico
Lucifero. L’ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni
non è diverso a seconda degli Stati. È un ordine unico per tutti. Donde si
comprende che il regno di Satana non è diviso e perciò dura. Questo ordine può
essere enunciato così: “Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli
si stacchino, maledicendolo, da Dio”. I demoni ubbidiscono e seminano orrore e
disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità.
Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. Seminano l’inferno. E riescono
perché trovano già il terreno propizio. Anche i miei angeli lottano a difesa
del Paese che ho loro assegnato. Ma i miei angeli non trovano terreno propizio.
Onde rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei
angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in
Me. Ne trovano. Ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non
amano, non perdonano, non sanno soffrire. È il caso di ripetere: “Satana ha
chiesto di vagliarvi”. E, dal vaglio, risulta che la corruzione è come nei
tempi del diluvio, aggravata dal fatto che voi avete a lato il Cristo e la sua
Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era. L’ho gai detto e lo ripeto: “Questa
è lotta fra Cielo e inferno”. Voi non siete che un bugiardo paravento. Dietro
le vostre schiere battagliano angeli e demoni. Dietro i vostri pretesti è la
ragione vera: la lotta di Satana contro Cristo. Questa è una delle prime
selezioni dell’Umanità, che si avvicina alla sua ora ultima, per separare la
messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo la messe degli eletti
è piccola rispetto all’altra. Quando Cristo verrà per vincere l’eterno
antagonista nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 182 – 183
“Questo linguaggio è troppo duro! Costui vuole fare di noi delle vittime della
sua follia” dicono tuttora gli uomini quando lo li esorto a vita giusta e li
istruisco sul come va intesa e praticata la Religione per farne forma di vita
che dia Vita eterna. E non si accorgono che così dicendo confessano di essere
degradati dalla loro condizione di uomini. Parlano di evoluzione, di superuomo.
Orbene, mettiamo l’uomo quale Io l’ho trovato portato a questo punto dopo la
sua discesa dal Paradiso. Fa il diagramma come Io ti conduco la mano e finito
il diagramma vedrai che non vi è superamento ma abbassamento. Evoluzione?
Quando i superbi e falsi superbi di ora parlano di evoluzione presuppongono il
concetto “ascesa”. Ma evolversi vuole dire procedere da un punto verso l’altro.
E allora per spirali si può procedere verso l’alto come verso il basso. Non sai
fare la spirale? Fa una parabola.
Vedi? Se faceva la parte di destra evolveva al Cielo. Ha voluto quella di
sinistra. Si è evoluto verso l’Inferno. Ecco il “superuomo” attuale, “l’evoluto”
attuale! Al quale pare follia vivere almeno da “uomo” se non riesce a divenire “angelo”.
E si dice: “vittima”, perché lo esorto a vivere da uomo. E folle mi dice. Sì, molto
folle! Per amore! Amami. Amami tu piccolo Giovanni...”.
“I Quaderni dal 1945 al 1950”, pagg. 146 – 148
“Ti ho detto un giorno che l’eterno invidioso cerca di copiare Dio in tutte le
manifestazioni di Dio, Dio ha i suoi arcangeli fedeli. Satana ha i suoi.
Michele: testimonianza di Dio, ha un emulo infernale; e cosi l’ha Gabriele:
forza di Dio. La prima bestia, uscente dal mare, [Ap 13,1-10] che con voce di
bestemmia fa proclamare agli illusi: “Chi e simile alla bestia?”, corrisponde a
Michele. Vinta e piagata dallo stesso nella battaglia fra le schiere di Dio e
di Lucifero, all’inizio del tempo, guarita da Satana, ha odio di morte verso
Michele, e amore, se d’amore può parlarsi fra i demoni, ma è meglio dire:
soggezione assoluta per Satana. Ministro fedele del suo re maledetto, usa della
intelligenza per nuocere alla stirpe dell’uomo, creatura di Dio, e per servire
il suo padrone. Forza senza fine e senza misura e usata da essa per persuadere
l’uomo a cancellare, da se stesso, il mio segno che fa orrore agli spiriti
delle tenebre. Levato quello, col peccato che leva la grazia, crisma luminoso
sul vostro essere, la Bestia può accostarsi ed indurre l’uomo ad adorarla come
fosse un Dio ed a servirla nel delitto.
Se l’uomo riflettesse a quale soggezione si dona collo sposare la colpa, non
peccherebbe. Ma l’uomo non riflette. Guarda il momento e la gioia del momento,
e peggio di Esaù baratta la divina genitura per un piatto di lenticchie.
Satana, però, non usa soltanto di questo violento seduttore dell’uomo. Per
quanto l’uomo poco rifletta, in genere, vi sono ancora troppi uomini che, non
per amore, ma per timore del castigo, non vogliono peccare gravemente.
Ed ecco allora l’altro ministro satanico, la seconda bestia. [Ap 3,11-18] Sotto
veste d’agnello ha spirito di dragone. È la seconda manifestazione di Satana e
corrisponde a Gabriele, perché annuncia la Bestia ed è la sua forza più forte:
quella che smantella senza parere e persuade con tanta dolcezza che è giusto
seguire le orme della Bestia. É inutile parlare di potenza politica e di terra.
No. Se mai potete riferire alla prima il nome di Potenza umana e alla seconda
di Scienza umana. E se la Potenza di per sé stessa produce dei ribelli, la
Scienza, quando è unicamente umana, corrompe senza produrre ribellione e trae
in perdizione un numero infinito di adepti. Quanti si perdono per superbia
della mente che fà loro spregiare la Fede e uccidere l’anima con l’orgoglio che
separa da Dio! Che se Io mieterò all’ultimo giorno la messe della terra, già un
mietitore è fra voi. Ed è questo spirito di Male che vi falcia e non fa di voi
spighe di eterno grano, ma paglia per le dimore di Satana”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 152 – 153
29 - 10. Dice Gesù: “Quando faccio dire a Sofonia che io porterò via ogni cosa
dalla terra, gli faccio profetare ciò che avverrà nella antivigilia del tempo
ultimo, quello che poi io annunciai parlando, adombrato sotto la descrizione
della [887] rovina del Tempio e di Gerusalemme, della distruzione del mondo, e
ciò che profetò il Prediletto nel suo Apocalisse.
Le voci si susseguono. Anzi posso dire che, come
in un edificio sacro elevato a testimoniare la gloria del Signore, le voci
salgono da pinnacolo a pinnacolo, da profeta a profeta antecedente a Cristo,
sino al culmine maggiore su cui parla il Verbo durante il suo vivere d’uomo, e
poi scendono da pinnacolo a pinnacolo, nei secoli, per bocca dei profeti
susseguenti al Cristo.
È come un concerto che canta le lodi, le volontà, le glorie del Signore, e
durerà sino al momento in cui le trombe angeliche aduneranno i morti dei
sepolcri e i morti dello spirito, i viventi della terra e i viventi del Cielo,
perché si prostrino davanti alla visibile gloria del Signore e odano la parola
della Parola di Dio, quella Parola che infiniti hanno respinta o trascurata,
disubbidita, schernita, disprezzata, quella Parola che venne [888]: Luce nel
mondo, e che il mondo non volle accogliere preferendo le tenebre”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 506 - 511