Perché perdonare? Il Signore
nel suo Vangelo ha posto questa condizione, bisogna perdonare di cuore il
prossimo che ci ha fatto del male per ottenere da Lui il perdono dei nostri
peccati, Gesù ce lo dice insegnandoci a pregare, insegnandoci il Padre nostro: “… e rimetti a noi i nostri debiti, come noi
li rimettiamo ai nostri debitori...”, frase che interpretata significa: “Perdonaci il male che abbiamo fatto a Te, al
prossimo e a noi stessi perché siamo miseri peccatori, come noi perdoniamo per
virtù di carità agli altri, il male che essi ci hanno fatto per interesse, ignoranza, invidia,
cattiveria e ingiustamente, o per qualsivoglia motivo”; il perdono nel Vangelo
non è un optional ma è un obbligo da adempiere nei confronti di Dio, lo esige la
Legge eterna; e per quale scopo? Per essere liberati dal male morale, dal
peccato e dal maligno che è l’istigatore occulto di ogni peccato. Forse questa
è una verità che molti ignorano, che molti non conoscono, e cioè che senza
perdonare sinceramente di cuore chi ci ha fatto del male, il nostro cuore
diventa un possedimento del diavolo, diventa una sua proprietà ed è la modalità
più sicura di essere usati e strumentalizzati da lui, senza il perdono si cade
inevitabilmente sotto il suo influsso malefico, si diventa suoi: alcune
possessioni diaboliche avvengono a causa di questo radicale e ostinato rifiuto
di perdonare, l’indurimento del cuore porta le anime a chiudersi alla grazia
liberatrice dello Spirito Santo. Chi perdona ci guadagna, perdonare è un atto
libero che può compiere solamente una persona saggia e virtuosa, una persona di
senno, una persona che si vuole bene; perdonare ci mette in pace con noi stessi
e ci fa guardare gli altri con occhi di misericordia, lo stesso sguardo di
misericordia che ha Dio nei nostri confronti quando a sbagliare siamo noi;
perdonare ci rende persone veramente libere, ci dà un senso di benessere
psicologico tipico delle persone mansuete e non violente, il perdono è una
medicina straordinaria per la guarigione interiore, per la guarigione dell’anima;
la libertà di chi perdona consiste nel non essere più succubi e schiavi di coloro
che odiamo o verso cui sentiamo rancore, o nei cui riguardi viviamo un
prevaricante risentimento, perdonare significa recidere un legame negativo che
ci consuma dentro come un fuoco bruciante, è un legame di odio e di desiderio
di vendetta che trasforma il cuore di una persona sventurata in un prigioniero,
che non riesce a trovare uno spiraglio di luce che non lo tenga più isolato in
quelle tenebre dove il male è riuscito ad annidarsi. Una persona buona e capace
di amare riesce sempre a perdonare, anzi lo fa con la massima spontaneità, sono
quelle persone che conoscono l’Amore di Dio e che rispondono sempre al male con
il bene, perché così ci ha insegnato il Signore, perché sono consapevoli che il
bene è più forte e alla fine risulta invincibile e vittorioso: è così che si deve
sempre comportare un vero figlio di Dio, per essere da Lui approvato e
benedetto. Se un’anima non vuole perdonare chi le ha fatto del male e decide
per l’odio e la vendetta si autoesclude dalla comunione con Dio, con il sommo
Bene, si separa da Lui, quindi sceglie liberamente di stare con il diavolo e
finisce inevitabilmente all’inferno, questa è una dinamica che non conosce
eccezione alla regola, è sempre avvenuto così. Lo scrittore Bernanos in una sua
opera racconta di come una donna non abbia voluto perdonare Dio per la morte
prematura del figlioletto, quindi per farla pagare a Dio, per vendicarsi di Lui,
decide di dannarsi eternamente e di andare all’inferno di propria iniziativa,
con questa intenzione, far soffrire Dio per la perdita della sua anima, così
come lei ha sofferto profondamente per la perdita di suo figlio; si può
talmente odiare Dio da decidere di vendicarsi in qualche modo di Lui, anche a
proprio danno, è il mistero della libertà umana, quella sacra e inviolabile libertà
con cui Dio ci ha creati; Bernanos nelle sue opere è un acuto indagatore dei diversi aspetti e delle manifestazioni del male che caratterizzano la natura umana decaduta. Perdonare talvolta può
comportare una grande sofferenza interiore, soprattutto se sei consapevole che
dall’altra parte riceverai solamente indifferenza, disprezzo e rifiuto, ma il
Signore vuole che amiamo anche il nemico e il persecutore, anche colui che ci
uccide come ha fatto Lui dalla Croce, il Signore vuole da noi l’eroismo dell’amore.
Perdonare è da persone coraggiose e mature, è un atto onorevole ed è necessaria
una grande nobiltà d’animo, ma è anche una grazia da chiedere al Signore con la
preghiera, con le nostre sole forze umane noi non ce la facciamo, abbiamo
bisogno della forza di quell’Amore eterno che solamente il Dio della pace e
delle misericordie può donarci. Perdonare per alcuni è un atto divino
impossibile ai mortali, qualcosa di non umano, ma io so che per perdonare
occorre tanta buona volontà e la grandezza di una virtù provata, occorre essere
educati al perdono e l’evangelizzazione ha in questo un ruolo importante, ma di
più bisogna volerlo amando la pace, la riconciliazione e la solidarietà e
desiderando la conversione del peccatore. Non è vero che le persone non
cambiano, si può cambiare, si può imparare ad amare sentendosi vicino agli
altri, vivendo negli altri per comprenderli anche nei loro sbagli e per
aiutarli a correggersi, nessuno è diverso da noi, siamo noi ad alzare dei muri
e a generare disuguaglianza; per costruire il perdono occorre imparare una
sensibilità nuova, occorre l’Amore oblativo del sacratissimo e divino Cuore di
Gesù, occorre prendersi l’impegno di migliorarsi dentro e fare la fatica di
rassomigliargli, di provare i suoi stessi sentimenti, di avere gli stessi
pensieri. Chi non perdona fa del male innanzitutto a sé stesso, alla propria
anima e dimostra tutta la sua schietta meschinità, il suo disinteresse per il
bene ricercato per il bene e l’attaccamento al proprio ego, all’amor proprio, l’origine
dei peggiori mali morali. Quindi con fermezza e coraggio, perdoniamo sinceramente e con onestà, per avere dal Signore la sua pace che nessuno ci potrà mai portare
via, così come Lui ci ha promesso e allora davvero potremo dirci liberi dal diavolo
tentatore e ottenere un’anticipazione della beatitudine del Paradiso; dove l’amore
è autentico, lì c’è Dio… quando il nostro cuore è la sua casa, avendolo accolto
dicendogli di sì per sempre.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
lunedì 28 aprile 2014
sabato 26 aprile 2014
Le religioni non sono tutte uguali
Molti sono convinti che tutte
le religioni siano uguali, ci sono addirittura preti che la pensano così, e
cioè che ogni religione sia uguale a tutte le altre, basta scegliere quella che
piace di più per sentirsi felici, come al supermercato quando si sceglie il
prodotto preferito; io non vi dirò cosa pensa un prete appartenente alla
parrocchia del sincretismo religioso, ma vi rivelerò cosa pensa satana a
riguardo, lui pensa che l’unica religione vera è quella della Chiesa cattolica
apostolica romana e che tutte le altre sono una invenzione degli uomini, magari
con qualche suo suggerimento e con una certa componente di mito e fervida immaginazione,
insomma ricamini di fantasia realizzati dalla mente dell’uomo e interpretati
come realtà. La nostra religione caro e buon amico prete sincretista viene
direttamente da Dio, ha una origine soprannaturale, è l’unica religione
rivelata, insomma è la Verità con la V maiuscola, tutte le altre contengono
qualcosa di buono per il bene dell’anima umana, ma sono da considerarsi
semplicemente come delle filosofie costruite dall’intelletto umano. Per satana
la Chiesa cattolica è intollerabile e proverà sempre nel corso della nostra
storia a distruggerla e a farla sparire dalla faccia della terra, ma non ci
riuscirà mai perché è opera di Dio, le parole del Signore contenute nel santo
Vangelo ce lo confermano, così come la Tradizione apostolica e il Magistero;
satana tollera le altre religioni e a volte le favorisce per contrastare l’azione
evangelizzatrice e salvifica delle anime, che la Chiesa di Cristo compie nel
mondo, satana odia la Verità, egli è il padre della menzogna; la Chiesa
cattolica è custode fedele della Verità e non è come le altre religioni, anche
religioni che appartengono all’ambito della cristianità, questa posizione a
molti miscredenti infastidisce e viene considerata ideologicamente sbagliata e soprattutto
una forma di fanatismo e di intolleranza, causa di divisioni e conflitti, ma
non è così perché la Chiesa amica dell’umanità cerca il dialogo e l’amicizia, vuole
costruire la pace e tende a sottolineare più quello che unisce che quello che
divide, la Chiesa cattolica è ecumenica contrariamente all’atteggiamento di
chiusura tipico delle sette, facenti parte delle cosiddette nuove religiosità;
questo non significa che la Chiesa cattolica stia sullo stesso piano delle
altre chiese e religioni, la Chiesa cattolica è stata voluta e fondata da Dio,
tutte le altre realtà in quest’ambito tanto importante sono opera dell’uomo e
della sua ricerca personale dell’Eterno, sono manifestazioni del suo intelletto
e non insegnano la Legge eterna, sono una mitologia o una teologia mal
interpretata, o una verità mutilata, parziale, forse addirittura deteriorata e
soggetta al pensiero di qualcuno che ha stabilito arbitrariamente sia la fede
che la dottrina, come la morale: la Chiesa cattolica apostolica romana è la vera
Chiesa di Dio, anche se alcuni preti e fedeli hanno molti dubbi a riguardo,
perché i peggiori nemici della Chiesa satana li fabbrica al suo interno, questa
è una sua grande abilità, noi teniamo ben presente che il Magistero della
Chiesa insegna la Verità ed è infallibile per ispirazione e volontà di Dio, la
nostra è la stessa fede degli Apostoli che hanno vissuto accanto al Signore,
che lo hanno conosciuto con una grande prossimità e lo hanno testimoniato
Risorto dalla morte e per Lui hanno dato coraggiosamente la vita; nella Chiesa
il soprannaturale è stato presente in tutti i secoli della sua storia fino ai
giorni nostri e lo sarà in futuro, perché Gesù è veramente il Figlio di Dio ed
è vivo oggi e noi che siamo credenti non abbiamo creduto invano, non siamo
degli illusi o degli alienati come qualcuno ci accusa con scherno e sarcasmo.
Il vero credente porta nel suo cuore la Via, la Verità e la Vita.
domenica 20 aprile 2014
Passaggio verso il Paradiso
Se Cristo è risorto dall’ignoto
della morte, tutta la prospettiva della nostra vita cambia, tutto acquista un
nuovo senso; la vita non finisce in un baratro buio e vuoto, nel nulla
esistenziale e ciascuno di noi può dire a Gesù queste parole: “Signore, ricordati
di me quando entrerai nel Tuo Regno”, il Signore si ricorda di ogni anima da
Lui creata e alla fine della vita terrena la sua promessa è che saremo con Lui
in Paradiso. Pasqua significa passaggio, è il passaggio da questo mondo
transitorio, passeggero e incerto, disseminato di fatalità alla vita eterna nel
Regno di Dio dove Gesù e la Madonna ci attendono. La risurrezione di Gesù dai
morti è la chiave per comprendere il significato più profondo e nascosto della
vita, se Gesù non fosse realmente risorto saremmo tutti perduti
nell’insensatezza di una vita che si conclude con le tenebre della morte, senza
nessuna prospettiva futura, soprannaturale, ma il Signore è risorto come aveva
preannunciato ai suoi Apostoli, prima di giungere a Gerusalemme dove sarebbe
morto sulla Croce e ha dimostrato la Verità di tutto quello che aveva detto
riguardo a sé stesso, Gesù è veramente il Figlio di Dio, ed è risorto dalla
morte il terzo giorno come aveva profetizzato. Cristo è risorto dalla morte e
la nostra vita ha un senso, così come le nostre lacrime e la nostra sofferenza,
che Egli ha preso su di sé con la sua Passione e la sua Croce: quando moriremo
vivremo per sempre con Lui in Paradiso, è la sua promessa e sono beati quelli
che credono, quelli che hanno avuto fiducia nella sua Parola. Gesù è il nostro
Cielo, Lui è la nostra salvezza perché ha vinto il male della morte,
conseguenza del peccato e dominio del maligno, l’Amore di Dio è più forte della
morte e Cristo che è risorto, perché aveva il potere e la somma liberalità di
dare la sua vita e poi di riprendersela, è l’unica nostra speranza e ha
dimostrato che il male che proviene dalle creature il cui libero arbitrio è
malato e distorto, può essere guarito dal suo Sangue preziosissimo sparso sulla
Croce per noi, il nostro peccato può essere lavato e noi possiamo rinascere a
vita nuova, alla vita della grazia ed entrare dalla porta della morte per
essere nella beatitudine del Paradiso; Gesù ci dice: “In verità, in verità ti
dico, oggi sarai con me in Paradiso!”, questa è la nostra certezza, questa è la
nostra fede e noi dobbiamo confidare nelle Parole veritiere del Signore, che ci
ha amati di Amore eterno dimostrandocelo inequivocabilmente: Gesù è la Vita ed
è risorto per dare la vita eterna ad ogni anima che accetta la salvezza,
diciamogli il nostro sì, diciamo sì alla vita, diciamo sì all’amore, Lui è la
sorgente della Vita e passando dalla sua Misericordia otteniamo il perdono dei
nostri peccati, ed evitiamo di essere condannati dalla sua Giustizia;
accettiamo la salvezza e diciamo sì all’Amore, rispondiamo alla chiamata di
Gesù con un atto di amore perfetto, con un atto di contrizione del cuore che ci
renderà puri. Cristo è risorto come primogenito della risurrezione, noi se lo
vorremo alla fine della nostra vita passeggera saremo per sempre insieme con
Lui, saremo eternamente felici come figli della risurrezione, come figli di
Dio. Cristo è risorto per destare alla vita coloro che dormono il sonno della
morte e per testimoniare che l’immortalità dell’anima non è semplicemente
un’idea romantica, ma la realtà più vera della nostra natura creata: per ognuno
di noi c’è un posto in Paradiso e il Signore ce l’ha preparato da prima che
nascessimo, dobbiamo soltanto rispondere all’Amore con il nostro amore,
dobbiamo dirgli di sì in un cammino perseverante di conversione al bene; alla fine della vita saremo giudicati
sull’amore, questa è la misura della bilancia con cui sarà pesato il nostro
cuore e Cristo risorto sarà il nostro Giudice: amare non è difficile, basta
volerlo.
venerdì 11 aprile 2014
Colui che è sulla Croce, perdona
“ Ti adoriamo oh Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce
hai redento il mondo ”; satana, l’angelo del male, tutto l’inferno, l’umanità
decaduta si schierano per distruggere il Signore della vita, lo uccidono
pensando di avere la vittoria delle potenze del male sul bene, su Dio stesso.
Prima della Passione di Gesù il Paradiso era chiuso, con la Passione e morte di
Cristo tutte le anime che attendevano l’avvento della redenzione, possono
entrare nella pace e nella beatitudine, perché la salvezza si è compiuta. Il
Sangue preziosissimo di Cristo ci lava da ogni colpa, da ogni iniquità e ci
merita la vita beata con Dio, nell’eternità; Cristo è morto per i nostri peccati,
per liberarci dalla schiavitù del maligno; su quella Croce dovevamo esserci noi
con il nostro peccato, ma Egli ha patito per espiare al nostro posto e per fare
di ogni altra sofferenza umana motivo di espiazione. Unire le proprie
sofferenze, il dolore della vita, alla Passione e Croce di Gesù, la nostra
morte alla morte di Gesù, ci merita l’espiazione e la purificazione dal male,
che ci sporca e ci trascina alla dannazione; è in questo modo che siamo stati
redenti, salvati — da cosa? ma dall’inferno!
— . Questa radice di vita, Passione e Croce, va vista sotto la luce del
soprannaturale: senza questa prospettiva, non si comprende in altro modo la
salvezza che ci è stata ottenuta nel giorno di Venerdì Santo. “ Quanta
sofferenza in un Dio che si è fatto uomo, nudo, ferito e coperto di sangue grida:
‘ Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno! ’, grida inchiodato
ad una Croce, crocifisso ad un legno… mentre l’uomo nel suo ateismo grida con
veemente risentimento: ‘ Padre perdonalo, perché non sa quel che dice! ’; ma
Gesù nella sua Passione e morte sa quello che dice, guardando a tutto quell’odio
e a quella cattiveria, che come una tempesta si abbatte contro di Lui: ‘ Padre
perdonali, perché sono piccole creature, che ammazzano l’onnipotenza del loro
Creatore! ’; ‘ Padre perdonali, perché non si pentono del loro grande peccato! ’.
Dio crocifisso che chiede misericordia per le sue creature, un Amore infinito
che nella finitezza del dolore e della morte, chiede di perdonare degli
assassini, ma loro rifiutano il suo perdono e la riconciliazione e vogliono
soltanto odio, odio, odio… ”.
mercoledì 9 aprile 2014
Psiche di bell'aspetto
Saper vedere nelle persone è
una dote rara, è quello che dovrebbe saper fare ogni buon psicoanalista, se la
tua psiche è brutta l’esperto scorge dei tratti morbosi e osceni, ma se la tua
psiche è bella l’esperto può addirittura innamorarsi, accorgendosi dell’equilibrio
e dell’ordine in cui sono poste virtù e fascinazioni; per conoscere bene una
persona occorre viverci insieme per un lungo periodo di tempo, accorgendosi poi
di non conoscerla mai abbastanza, perché ci sono degli aspetti che si rivelano
come delle sorprese inaspettate, che lasciano perplesso anche il più sagace
compagno di viaggio o la compagna che il giovane ha scelto come sposa. Di una
cosa non mi sorprenderò mai considerando il vissuto interiore di una persona e
cioè del rancore, quando odi qualcuno te lo porti dentro come un fardello, anzi
no come una bestia selvatica in cattività e alla prima occasione l’uomo comune
si lascerà andare alla tentazione della vendetta, gliela farà pagare cara. Le
persone che hanno la psiche bella si accorgono quasi subito che l’altra persona
per quanto antipatica rassomiglia molto a sé stessi, un’altra persona è come la
propria immagine riflessa su uno specchio, quello che sente lei lo sento anch’io,
i suoi sentimenti sono anche i miei e in questa rassomiglianza si perde l’individualità
che fa di ciascuno di noi un campione di egoismo: cercare la vendetta quando ci
si sente risentiti per un torto subito è dare sfogo all’egoismo, significa
sfamarlo, appagare la sua bramosia; se si dovesse fare un censimento quasi
tutti gli esseri umani hanno una psiche brutta, ma sono sempre gli stessi
esseri umani che devono adeguarsi alle convenzioni della civiltà e devono
mettere a freno le pulsioni più viscerali, quelle con cui in gergo si dice
pensare con la pancia, è indispensabile non lasciare libere di manifestarsi al
prossimo le inibizioni, per dimostrare innanzitutto a sé stessi di essere
persone con una certa umanità, perché c’è anche gente che rassomiglia a delle
bestie. La psiche è come uno specchio d’acqua, calma piatta o agitazione
estrema, la psiche non è mai immobile, si muove con una frequenza che è quella
del pensiero, la psiche pensa e se non pensasse sarebbe un involucro senza
sostanza. Una psiche veramente brutta è quella narcisistica, che si
disinteressa degli altri e guarda solamente a sé stessa, il narcisismo è una
malattia che accomuna moltissime persone, tanti giovani apatici e menefreghisti
e tanti meno giovani cinici e nichilisti, chissà perché la psichiatria non la
annovera tra i suoi beceri manuali diagnostici che codificano le fantasie cerebrali, oppure i suoi prontuari farmaceutici dalle mille molecole che servono tutte alla stessa cosa e nel contempo a niente, non dispongono di una terapia compensativa di mantenimento;
diversi anni fa l’omosessualità era considerata da queste bibbie scientifiche
una malattia mentale, una devianza, un’anomalia ma tutto ora si è riformato, è
tutto cambiato e l’omosessualità è un modo per esprimere la propria sessualità di genere al pari dell’eterosessualità, invece gli psichiatri preistorici definivano l’omosessualità
come un’inversione, una tendenza contraria all’ordine naturale, insita nella categoria delle perversioni sessuali; attualmente si
vorrebbe modificare la bibbia psichiatrica per definire la pedofilia, cioè l’attrazione
sessuale di un adulto verso un bambino, il bambino o la bambina come oggetto
sessuale dell’adulto, come un comportamento normale e accettabile dal canone
etico della nostra società: perché un adulto non potrebbe innamorarsi di un
bambino o viceversa, sentendo una reciproca attrazione sessuale? Chiedetelo a
quei luminari che vogliono riformare il manuale diagnostico per i disturbi
mentali negli U.S.A., chissà cosa ne pensa l’Organizzazione Mondiale della
Sanità? Forse sarà come tornare alla Roma antica repubblicana dove la pedofilia
era un comportamento sessuale lecito per chiunque, soprattutto per i ceti sociali più
elevati: questo genere di psiche non ha affatto un bell’aspetto, eppure l’etica
di ogni società la costruisce il suo popolo, sono dettami condivisi così come
si costruisce la cultura nella sua multiformità, cambiano i tempi ma i vizi immondi delle persone restano sempre gli stessi; una psiche salubre lo comprende
benissimo da sé che tra due uomini e tra due donne non può esserci matrimonio perché
contro natura e che la pedofilia è un’aberrazione della mente umana che ha
perso la bussola e che non ti fa più distinguere tra il bene e il male, ad
esempio in alcuni paesi del medio oriente c’è il fenomeno delle spose bambine,
cosa si può dire a riguardo? Semplicemente che la psiche quando è brutta è
anche parecchio depravata nei costumi, quella non è la cultura di un popolo,
quella è follia come per le mutilazioni genitali femminili: la brutalità degli
uomini adulti in un ambiente maschilista, contro l’innocenza delle giovinette
che devono essere assoggettate alla cerchia parentale. Sono tutti orrori che
vanno fermati! La psiche umana è capace di deviare dalla retta ragione e quelli
che etichettano le persone con la dicitura di malate mentali, non hanno capito
che la normalità non esiste per il genere umano, se esistesse sarebbe paradossalmente
annoverata come patologia nei manuali diagnostici, ma non esistendo la
normalità è come un’ombra evanescente sulle diagnosi doppie, triple e quadruple
e nulle degli scientisti con la capacità di fabbricare malattie e inventarsi la
normalità come abito su misura per la propria persona: noi abbiamo una psiche
brutta, loro che ci giudicano hanno una psiche bella, ma la razio che ci rende
capaci di accorgerci dell’assurdo, forse in alcune persone col tempo è andata
persa nei meandri della troppa scienza studiata con impegno e fermezza, se di
scienza si tratta e qui ci sarebbe da discutere, forse la scienza del dubbio o
dell’opinabile, oppure la scienza degli sciocchi che non vogliono capire
nemmeno l’evidenza di ciò che hanno sotto gli occhi: se vedi l’anomalia puoi
vedere la guarigione, ma se la cura è un’impostura? Scientismo e non scienza,
prendete atto luminari da libro di fiabe… perché chi rievoca il passato deve anche avere la chiave per interpretarlo con un chiaro esame di realtà; e non è per offendere tanti “ buoni propositi ”, ma è perché io non
guarirò mai in quanto la malattia è una chimera e la mia salute una certezza, dove per salute non intendo l’equilibrio, la consapevolezza, l’intelligenza, l’autostima, la virtù della ragionevolezza e l’autocontrollo, ma la salute eterna della mia anima spirituale e immortale, amata da Dio che è il suo unico e vero Bene e a cui le masse degli atei, agnostici e razionalisti non vogliono credere, perché il teismo è la più grande bestemmia contro l’uomo e il suo libero pensiero: se Dio esistesse sulla terra ci sarebbe la felicità, Dio non esiste e la terra è un luogo paradisiaco, perché sono i miscredenti a portare la beatitudine alle persone con poco sale in zucca, l’evidenza dei fatti non smentisce l’illuminismo dei benpensanti: chi crede e prega è solamente un povero illuso, un bigotto, un fanatico ma soprattutto uno stupido. E la salute mentale? Quella è di pochi eletti assisi sui troni dei luminari, che sanno distinguere la realtà dalla fantasia e confondono il bene con il male.
venerdì 4 aprile 2014
La debolezza della violenza
“ Mangiano il pane dell’empietà e
bevono il vino della violenza ”. ( Prov 4:17 ) “ Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde
violenza ”. ( Prov 10:11 ) “ La
violenza degli empi li travolge, perché rifiutano di praticare la giustizia ”.
( Prov 21:7 ) Gesù ha detto imparate da me che sono mite e umile di
cuore, invece sono tante le persone violente, non soltanto con le azioni ma
anche con il linguaggio, la violenza permea tutta la società e i mass media
sono l’amplificatore della violenza, ad esempio la maggior parte delle notizie
in un telegiornale sono notizie che hanno come argomento la violenza, è come se
si stesse tentando di educare la gente alla violenza con modalità subliminali,
anche se i contenuti delle trasmissioni sono espliciti, in questo modo la gente
tende all’assuefazione e a interiorizzare un comportamento che è quello
violento, cioè il sopruso del più forte sul più debole, l’ingiustizia, la prevaricazione, l’arroganza,
l’insensibilità, l’apatia, insomma tutto ciò che di diabolico la violenza porta con sé; la
persona violenta è in realtà un debole, un miserabile che ha un bisogno irrefrenabile di
scaricare le proprie frustrazioni sugli altri, e in modo particolare su chi non
può proteggersi, su chi è indifeso ed esposto ed ecco che le vittime nella nostra
società sono preferenzialmente le donne e i bambini; il violento nell’esercizio
delle sue azioni lesive si sente posto su un livello superiore, si sente
potente e questa sensazione gli conferisce sicurezza, quella
sicurezza che in altri ambiti non avrebbe perché nella vita di tutti i giorni è inadeguato, un
insicuro, un instabile. Chi è violento è anche uno spregiatore della vita
altrui, non sente compassione, non ha nessuna capacità empatica, non riesce a
considerare il prossimo come un altro sé stesso, è definibile con l’espressione
di codardo senza onore; molti soggetti dopo aver fatto del male a un’altra
persona usandole violenza non sono capaci di prendersi le proprie
responsabilità, avanzano scuse di ogni genere e cercano di dimostrarsi estranei
ai fatti nonostante l’evidenza della realtà. Dalla violenza si può guarire ma è
molto difficile, un violento di norma non vuole cambiare, sta bene come sta e
si sente a posto con la propria coscienza, intendiamoci non perché la sua
coscienza sia integra ma per l’esatto contrario, perché la sua coscienza morale
è pervertita. Solo l’amore può guarire i malvagi e trasformarli rendendoli
buoni, questa è la frase di un famoso romanzo storico il Quo vadis, sono le parole che l’Autore fa pronunciare a san Pietro
Apostolo e sono parole piene di speranza cristiana, perché a volte accadono
miracoli di conversione dove il lupo assetato di sangue si trasforma in un mite
agnellino, è il cuore che cambia e che da cattivo diventa buono e non sono poi
cambiamenti così rari, avvengono di frequente perché la grazia di Dio è sempre
all’opera; e per quelli che non vogliono cambiare? Sono persone che si rendono
impermeabili alle mozioni della grazia, persone che hanno scelto il male, che
hanno scelto di essere abitate dal diavolo, e in casi come questi non si può
fare proprio niente, bisogna arrendersi all’evidenza, l’uomo è una creatura
libera. La vera forza non sta nella violenza ma nel dominio di sé, delle
proprie pulsioni e dei propri istinti primordiali, la persona forte è la
persona che cerca e persegue la pace, è la persona che ha il pieno controllo
delle sue facoltà e non si fa travolgere dalle emozioni, anche quelle più
negative, come l’aggressività, la persona forte è padrona di sé stessa e
riconosce nel prossimo un altro uguale a sé stesso, uno come lui che se debole
ed indifeso come la donna o il bambino, a maggior ragione ha diritto a essere
protetto e rispettato; i violenti sono dei deboli e quando usano violenza sull’altro
dimostrano il proprio disadattamento, i violenti sono persone costruite male,
riuscite male, anche se il loro smisurato orgoglio gli suggerisce di essere
superiori a molti altri, che considerano con disprezzo dall’alto verso il basso.
Per sconfiggere un violento non opporti con eguale violenza, usa la padronanza
della tua forza, delle tue capacità, un violento davanti alla sicurezza e al
coraggio si ritrae e fugge, un violento non è mai un individuo coraggioso, è
sempre e soltanto un vigliacco, dimostra la tua risolutezza e soggetti di
questa specie si ritrarranno dai loro propositi di male e si arrenderanno
davanti al tuo valore; i violenti fanno del male solamente a chi sono certi di
poter colpire, senza esporsi per riceverne un danno da difesa, i violenti sono
quelli che attaccano alle spalle, quando sono convinti che tu sia vulnerabile,
i violenti se la sanno prendere solamente con i più fragili, quando sono sicuri
che il male che fanno resterà nascosto o impunito dalla giustizia terrena. I violenti non sono così per caso, sono stati educati alla violenza e la prima
educazione avviene in famiglia e poi negli ambienti estranei, un violento ha
anche scelto di essere un violento magari su sollecitazione di qualcun’altro, magari su sollecitazione di un gruppo, perché alla violenza se uno lo vuole può dire di no, quindi sono persone con
una responsabilità morale. Esiste la violenza fisica ed esiste la violenza
verbale, sono forme che partono tutte dal cuore della persona, una persona
violenta è una persona psichicamente malata, è una persona che prova gusto nel
fare del male agli altri; non è vero che non ci sono persone cattive e che la
cattiveria è un pregiudizio di chi convive con una mentalità negativa, in
realtà esistono persone autenticamente cattive che nel fare del male si sentono appagate e felici, persone così esistono e purtroppo sono anche tante: occorre imparare l’arte
della difesa, non soltanto per difendere sé stessi da questi sadici ma anche
per difendere chi ci è più prossimo. Ricordiamocelo tutti, il violento è uno
che ha sempre paura e che la vuole esorcizzare sopraffacendo i deboli, noi
mettiamoci dalla parte dei deboli e dei vulnerabili che hanno diritto a essere
protetti, cerchiamo l’onore di chi si schiera con la persona sola e
abbandonata, con i bambini, con le donne, con gli anziani, con gli ammalati e
con tutti coloro che hanno veramente bisogno di essere protetti da qualcuno che
li ama con un sentimento sincero del cuore. Il violento non è un forte, è
semplicemente un cane rabbioso che alla prima bastonata scappa con la coda tra
le gambe, i forti sono gli uomini di pace, i forti sono quelli capaci
di vincere sé stessi, che possiedono il controllo della situazione, i forti
conoscono il significato della parola amore, sono capaci di amare, mentre i
violenti che sono dei deboli conoscono soltanto la paura di perdere quello a
cui da sempre danno valore, come ad esempio l’amor proprio, la vanagloria e la
superbia. Difendersi dai violenti è il dovere di ogni persona devota alla
civiltà, è il dovere dei giusti che conoscono e amano il Signore; Egli sta
dalla parte dei pacifici, dei miti e degli umili, delle persone che hanno l’indole buona e considera con distacco e ripugnanza ogni violento che cerca il male, il
peccato, la vendetta nel rancore di un orgoglio ferito, quando l’orgoglio non è
altro che un aspetto dell’egoismo più esasperato, un aspetto della follia di
chi non vuole riconoscere i propri sbagli. Dio resiste ai superbi e dà grazia
agli umili, i violenti non possono essere chiamati suoi figli, ma sono figli
del diavolo.
Iscriviti a:
Post (Atom)