Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 28 aprile 2014

Quando perdoni ti senti libero e felice

Perché perdonare? Il Signore nel suo Vangelo ha posto questa condizione, bisogna perdonare di cuore il prossimo che ci ha fatto del male per ottenere da Lui il perdono dei nostri peccati, Gesù ce lo dice insegnandoci a pregare, insegnandoci il Padre nostro: “… e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori...”, frase che interpretata significa: “Perdonaci il male che abbiamo fatto a Te, al prossimo e a noi stessi perché siamo miseri peccatori, come noi perdoniamo per virtù di carità agli altri, il male che essi ci hanno fatto per interesse, ignoranza, invidia, cattiveria e ingiustamente, o per qualsivoglia motivo”; il perdono nel Vangelo non è un optional ma è un obbligo da adempiere nei confronti di Dio, lo esige la Legge eterna; e per quale scopo? Per essere liberati dal male morale, dal peccato e dal maligno che è l’istigatore occulto di ogni peccato. Forse questa è una verità che molti ignorano, che molti non conoscono, e cioè che senza perdonare sinceramente di cuore chi ci ha fatto del male, il nostro cuore diventa un possedimento del diavolo, diventa una sua proprietà ed è la modalità più sicura di essere usati e strumentalizzati da lui, senza il perdono si cade inevitabilmente sotto il suo influsso malefico, si diventa suoi: alcune possessioni diaboliche avvengono a causa di questo radicale e ostinato rifiuto di perdonare, l’indurimento del cuore porta le anime a chiudersi alla grazia liberatrice dello Spirito Santo. Chi perdona ci guadagna, perdonare è un atto libero che può compiere solamente una persona saggia e virtuosa, una persona di senno, una persona che si vuole bene; perdonare ci mette in pace con noi stessi e ci fa guardare gli altri con occhi di misericordia, lo stesso sguardo di misericordia che ha Dio nei nostri confronti quando a sbagliare siamo noi; perdonare ci rende persone veramente libere, ci dà un senso di benessere psicologico tipico delle persone mansuete e non violente, il perdono è una medicina straordinaria per la guarigione interiore, per la guarigione dell’anima; la libertà di chi perdona consiste nel non essere più succubi e schiavi di coloro che odiamo o verso cui sentiamo rancore, o nei cui riguardi viviamo un prevaricante risentimento, perdonare significa recidere un legame negativo che ci consuma dentro come un fuoco bruciante, è un legame di odio e di desiderio di vendetta che trasforma il cuore di una persona sventurata in un prigioniero, che non riesce a trovare uno spiraglio di luce che non lo tenga più isolato in quelle tenebre dove il male è riuscito ad annidarsi. Una persona buona e capace di amare riesce sempre a perdonare, anzi lo fa con la massima spontaneità, sono quelle persone che conoscono l’Amore di Dio e che rispondono sempre al male con il bene, perché così ci ha insegnato il Signore, perché sono consapevoli che il bene è più forte e alla fine risulta invincibile e vittorioso: è così che si deve sempre comportare un vero figlio di Dio, per essere da Lui approvato e benedetto. Se un’anima non vuole perdonare chi le ha fatto del male e decide per l’odio e la vendetta si autoesclude dalla comunione con Dio, con il sommo Bene, si separa da Lui, quindi sceglie liberamente di stare con il diavolo e finisce inevitabilmente all’inferno, questa è una dinamica che non conosce eccezione alla regola, è sempre avvenuto così. Lo scrittore Bernanos in una sua opera racconta di come una donna non abbia voluto perdonare Dio per la morte prematura del figlioletto, quindi per farla pagare a Dio, per vendicarsi di Lui, decide di dannarsi eternamente e di andare all’inferno di propria iniziativa, con questa intenzione, far soffrire Dio per la perdita della sua anima, così come lei ha sofferto profondamente per la perdita di suo figlio; si può talmente odiare Dio da decidere di vendicarsi in qualche modo di Lui, anche a proprio danno, è il mistero della libertà umana, quella sacra e inviolabile libertà con cui Dio ci ha creati; Bernanos nelle sue opere è un acuto indagatore dei diversi aspetti e delle manifestazioni del male che caratterizzano la natura umana decaduta. Perdonare talvolta può comportare una grande sofferenza interiore, soprattutto se sei consapevole che dall’altra parte riceverai solamente indifferenza, disprezzo e rifiuto, ma il Signore vuole che amiamo anche il nemico e il persecutore, anche colui che ci uccide come ha fatto Lui dalla Croce, il Signore vuole da noi l’eroismo dell’amore. Perdonare è da persone coraggiose e mature, è un atto onorevole ed è necessaria una grande nobiltà d’animo, ma è anche una grazia da chiedere al Signore con la preghiera, con le nostre sole forze umane noi non ce la facciamo, abbiamo bisogno della forza di quell’Amore eterno che solamente il Dio della pace e delle misericordie può donarci. Perdonare per alcuni è un atto divino impossibile ai mortali, qualcosa di non umano, ma io so che per perdonare occorre tanta buona volontà e la grandezza di una virtù provata, occorre essere educati al perdono e l’evangelizzazione ha in questo un ruolo importante, ma di più bisogna volerlo amando la pace, la riconciliazione e la solidarietà e desiderando la conversione del peccatore. Non è vero che le persone non cambiano, si può cambiare, si può imparare ad amare sentendosi vicino agli altri, vivendo negli altri per comprenderli anche nei loro sbagli e per aiutarli a correggersi, nessuno è diverso da noi, siamo noi ad alzare dei muri e a generare disuguaglianza; per costruire il perdono occorre imparare una sensibilità nuova, occorre l’Amore oblativo del sacratissimo e divino Cuore di Gesù, occorre prendersi l’impegno di migliorarsi dentro e fare la fatica di rassomigliargli, di provare i suoi stessi sentimenti, di avere gli stessi pensieri. Chi non perdona fa del male innanzitutto a sé stesso, alla propria anima e dimostra tutta la sua schietta meschinità, il suo disinteresse per il bene ricercato per il bene e l’attaccamento al proprio ego, all’amor proprio, l’origine dei peggiori mali morali. Quindi con fermezza e coraggio, perdoniamo sinceramente e con onestà, per avere dal Signore la sua pace che nessuno ci potrà mai portare via, così come Lui ci ha promesso e allora davvero potremo dirci liberi dal diavolo tentatore e ottenere un’anticipazione della beatitudine del Paradiso; dove l’amore è autentico, lì c’è Dio… quando il nostro cuore è la sua casa, avendolo accolto dicendogli di sì per sempre.

sabato 26 aprile 2014

Le religioni non sono tutte uguali

Molti sono convinti che tutte le religioni siano uguali, ci sono addirittura preti che la pensano così, e cioè che ogni religione sia uguale a tutte le altre, basta scegliere quella che piace di più per sentirsi felici, come al supermercato quando si sceglie il prodotto preferito; io non vi dirò cosa pensa un prete appartenente alla parrocchia del sincretismo religioso, ma vi rivelerò cosa pensa satana a riguardo, lui pensa che l’unica religione vera è quella della Chiesa cattolica apostolica romana e che tutte le altre sono una invenzione degli uomini, magari con qualche suo suggerimento e con una certa componente di mito e fervida immaginazione, insomma ricamini di fantasia realizzati dalla mente dell’uomo e interpretati come realtà. La nostra religione caro e buon amico prete sincretista viene direttamente da Dio, ha una origine soprannaturale, è l’unica religione rivelata, insomma è la Verità con la V maiuscola, tutte le altre contengono qualcosa di buono per il bene dell’anima umana, ma sono da considerarsi semplicemente come delle filosofie costruite dall’intelletto umano. Per satana la Chiesa cattolica è intollerabile e proverà sempre nel corso della nostra storia a distruggerla e a farla sparire dalla faccia della terra, ma non ci riuscirà mai perché è opera di Dio, le parole del Signore contenute nel santo Vangelo ce lo confermano, così come la Tradizione apostolica e il Magistero; satana tollera le altre religioni e a volte le favorisce per contrastare l’azione evangelizzatrice e salvifica delle anime, che la Chiesa di Cristo compie nel mondo, satana odia la Verità, egli è il padre della menzogna; la Chiesa cattolica è custode fedele della Verità e non è come le altre religioni, anche religioni che appartengono all’ambito della cristianità, questa posizione a molti miscredenti infastidisce e viene considerata ideologicamente sbagliata e soprattutto una forma di fanatismo e di intolleranza, causa di divisioni e conflitti, ma non è così perché la Chiesa amica dell’umanità cerca il dialogo e l’amicizia, vuole costruire la pace e tende a sottolineare più quello che unisce che quello che divide, la Chiesa cattolica è ecumenica contrariamente all’atteggiamento di chiusura tipico delle sette, facenti parte delle cosiddette nuove religiosità; questo non significa che la Chiesa cattolica stia sullo stesso piano delle altre chiese e religioni, la Chiesa cattolica è stata voluta e fondata da Dio, tutte le altre realtà in quest’ambito tanto importante sono opera dell’uomo e della sua ricerca personale dell’Eterno, sono manifestazioni del suo intelletto e non insegnano la Legge eterna, sono una mitologia o una teologia mal interpretata, o una verità mutilata, parziale, forse addirittura deteriorata e soggetta al pensiero di qualcuno che ha stabilito arbitrariamente sia la fede che la dottrina, come la morale: la Chiesa cattolica apostolica romana è la vera Chiesa di Dio, anche se alcuni preti e fedeli hanno molti dubbi a riguardo, perché i peggiori nemici della Chiesa satana li fabbrica al suo interno, questa è una sua grande abilità, noi teniamo ben presente che il Magistero della Chiesa insegna la Verità ed è infallibile per ispirazione e volontà di Dio, la nostra è la stessa fede degli Apostoli che hanno vissuto accanto al Signore, che lo hanno conosciuto con una grande prossimità e lo hanno testimoniato Risorto dalla morte e per Lui hanno dato coraggiosamente la vita; nella Chiesa il soprannaturale è stato presente in tutti i secoli della sua storia fino ai giorni nostri e lo sarà in futuro, perché Gesù è veramente il Figlio di Dio ed è vivo oggi e noi che siamo credenti non abbiamo creduto invano, non siamo degli illusi o degli alienati come qualcuno ci accusa con scherno e sarcasmo. Il vero credente porta nel suo cuore la Via, la Verità e la Vita.

domenica 20 aprile 2014

Passaggio verso il Paradiso

Se Cristo è risorto dall’ignoto della morte, tutta la prospettiva della nostra vita cambia, tutto acquista un nuovo senso; la vita non finisce in un baratro buio e vuoto, nel nulla esistenziale e ciascuno di noi può dire a Gesù queste parole: “Signore, ricordati di me quando entrerai nel Tuo Regno”, il Signore si ricorda di ogni anima da Lui creata e alla fine della vita terrena la sua promessa è che saremo con Lui in Paradiso. Pasqua significa passaggio, è il passaggio da questo mondo transitorio, passeggero e incerto, disseminato di fatalità alla vita eterna nel Regno di Dio dove Gesù e la Madonna ci attendono. La risurrezione di Gesù dai morti è la chiave per comprendere il significato più profondo e nascosto della vita, se Gesù non fosse realmente risorto saremmo tutti perduti nell’insensatezza di una vita che si conclude con le tenebre della morte, senza nessuna prospettiva futura, soprannaturale, ma il Signore è risorto come aveva preannunciato ai suoi Apostoli, prima di giungere a Gerusalemme dove sarebbe morto sulla Croce e ha dimostrato la Verità di tutto quello che aveva detto riguardo a sé stesso, Gesù è veramente il Figlio di Dio, ed è risorto dalla morte il terzo giorno come aveva profetizzato. Cristo è risorto dalla morte e la nostra vita ha un senso, così come le nostre lacrime e la nostra sofferenza, che Egli ha preso su di sé con la sua Passione e la sua Croce: quando moriremo vivremo per sempre con Lui in Paradiso, è la sua promessa e sono beati quelli che credono, quelli che hanno avuto fiducia nella sua Parola. Gesù è il nostro Cielo, Lui è la nostra salvezza perché ha vinto il male della morte, conseguenza del peccato e dominio del maligno, l’Amore di Dio è più forte della morte e Cristo che è risorto, perché aveva il potere e la somma liberalità di dare la sua vita e poi di riprendersela, è l’unica nostra speranza e ha dimostrato che il male che proviene dalle creature il cui libero arbitrio è malato e distorto, può essere guarito dal suo Sangue preziosissimo sparso sulla Croce per noi, il nostro peccato può essere lavato e noi possiamo rinascere a vita nuova, alla vita della grazia ed entrare dalla porta della morte per essere nella beatitudine del Paradiso; Gesù ci dice: “In verità, in verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso!”, questa è la nostra certezza, questa è la nostra fede e noi dobbiamo confidare nelle Parole veritiere del Signore, che ci ha amati di Amore eterno dimostrandocelo inequivocabilmente: Gesù è la Vita ed è risorto per dare la vita eterna ad ogni anima che accetta la salvezza, diciamogli il nostro sì, diciamo sì alla vita, diciamo sì all’amore, Lui è la sorgente della Vita e passando dalla sua Misericordia otteniamo il perdono dei nostri peccati, ed evitiamo di essere condannati dalla sua Giustizia; accettiamo la salvezza e diciamo sì all’Amore, rispondiamo alla chiamata di Gesù con un atto di amore perfetto, con un atto di contrizione del cuore che ci renderà puri. Cristo è risorto come primogenito della risurrezione, noi se lo vorremo alla fine della nostra vita passeggera saremo per sempre insieme con Lui, saremo eternamente felici come figli della risurrezione, come figli di Dio. Cristo è risorto per destare alla vita coloro che dormono il sonno della morte e per testimoniare che l’immortalità dell’anima non è semplicemente un’idea romantica, ma la realtà più vera della nostra natura creata: per ognuno di noi c’è un posto in Paradiso e il Signore ce l’ha preparato da prima che nascessimo, dobbiamo soltanto rispondere all’Amore con il nostro amore, dobbiamo dirgli di sì in un cammino perseverante di conversione al bene; alla fine della vita saremo giudicati sull’amore, questa è la misura della bilancia con cui sarà pesato il nostro cuore e Cristo risorto sarà il nostro Giudice: amare non è difficile, basta volerlo.

venerdì 11 aprile 2014

Colui che è sulla Croce, perdona


Ti adoriamo oh Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo ”; satana, l’angelo del male, tutto l’inferno, l’umanità decaduta si schierano per distruggere il Signore della vita, lo uccidono pensando di avere la vittoria delle potenze del male sul bene, su Dio stesso. Prima della Passione di Gesù il Paradiso era chiuso, con la Passione e morte di Cristo tutte le anime che attendevano l’avvento della redenzione, possono entrare nella pace e nella beatitudine, perché la salvezza si è compiuta. Il Sangue preziosissimo di Cristo ci lava da ogni colpa, da ogni iniquità e ci merita la vita beata con Dio, nell’eternità; Cristo è morto per i nostri peccati, per liberarci dalla schiavitù del maligno; su quella Croce dovevamo esserci noi con il nostro peccato, ma Egli ha patito per espiare al nostro posto e per fare di ogni altra sofferenza umana motivo di espiazione. Unire le proprie sofferenze, il dolore della vita, alla Passione e Croce di Gesù, la nostra morte alla morte di Gesù, ci merita l’espiazione e la purificazione dal male, che ci sporca e ci trascina alla dannazione; è in questo modo che siamo stati redenti, salvati — da cosa? ma dall’inferno! — . Questa radice di vita, Passione e Croce, va vista sotto la luce del soprannaturale: senza questa prospettiva, non si comprende in altro modo la salvezza che ci è stata ottenuta nel giorno di Venerdì Santo. “ Quanta sofferenza in un Dio che si è fatto uomo, nudo, ferito e coperto di sangue grida: ‘ Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno! ’, grida inchiodato ad una Croce, crocifisso ad un legno… mentre l’uomo nel suo ateismo grida con veemente risentimento: ‘ Padre perdonalo, perché non sa quel che dice! ’; ma Gesù nella sua Passione e morte sa quello che dice, guardando a tutto quell’odio e a quella cattiveria, che come una tempesta si abbatte contro di Lui: ‘ Padre perdonali, perché sono piccole creature, che ammazzano l’onnipotenza del loro Creatore! ’; ‘ Padre perdonali, perché non si pentono del loro grande peccato! ’. Dio crocifisso che chiede misericordia per le sue creature, un Amore infinito che nella finitezza del dolore e della morte, chiede di perdonare degli assassini, ma loro rifiutano il suo perdono e la riconciliazione e vogliono soltanto odio, odio, odio… ”.

mercoledì 9 aprile 2014

Psiche di bell'aspetto

Saper vedere nelle persone è una dote rara, è quello che dovrebbe saper fare ogni buon psicoanalista, se la tua psiche è brutta l’esperto scorge dei tratti morbosi e osceni, ma se la tua psiche è bella l’esperto può addirittura innamorarsi, accorgendosi dell’equilibrio e dell’ordine in cui sono poste virtù e fascinazioni; per conoscere bene una persona occorre viverci insieme per un lungo periodo di tempo, accorgendosi poi di non conoscerla mai abbastanza, perché ci sono degli aspetti che si rivelano come delle sorprese inaspettate, che lasciano perplesso anche il più sagace compagno di viaggio o la compagna che il giovane ha scelto come sposa. Di una cosa non mi sorprenderò mai considerando il vissuto interiore di una persona e cioè del rancore, quando odi qualcuno te lo porti dentro come un fardello, anzi no come una bestia selvatica in cattività e alla prima occasione l’uomo comune si lascerà andare alla tentazione della vendetta, gliela farà pagare cara. Le persone che hanno la psiche bella si accorgono quasi subito che l’altra persona per quanto antipatica rassomiglia molto a sé stessi, un’altra persona è come la propria immagine riflessa su uno specchio, quello che sente lei lo sento anch’io, i suoi sentimenti sono anche i miei e in questa rassomiglianza si perde l’individualità che fa di ciascuno di noi un campione di egoismo: cercare la vendetta quando ci si sente risentiti per un torto subito è dare sfogo all’egoismo, significa sfamarlo, appagare la sua bramosia; se si dovesse fare un censimento quasi tutti gli esseri umani hanno una psiche brutta, ma sono sempre gli stessi esseri umani che devono adeguarsi alle convenzioni della civiltà e devono mettere a freno le pulsioni più viscerali, quelle con cui in gergo si dice pensare con la pancia, è indispensabile non lasciare libere di manifestarsi al prossimo le inibizioni, per dimostrare innanzitutto a sé stessi di essere persone con una certa umanità, perché c’è anche gente che rassomiglia a delle bestie. La psiche è come uno specchio d’acqua, calma piatta o agitazione estrema, la psiche non è mai immobile, si muove con una frequenza che è quella del pensiero, la psiche pensa e se non pensasse sarebbe un involucro senza sostanza. Una psiche veramente brutta è quella narcisistica, che si disinteressa degli altri e guarda solamente a sé stessa, il narcisismo è una malattia che accomuna moltissime persone, tanti giovani apatici e menefreghisti e tanti meno giovani cinici e nichilisti, chissà perché la psichiatria non la annovera tra i suoi beceri manuali diagnostici che codificano le fantasie cerebrali, oppure i suoi prontuari farmaceutici dalle mille molecole che servono tutte alla stessa cosa e nel contempo a niente, non dispongono di una terapia compensativa di mantenimento; diversi anni fa l’omosessualità era considerata da queste bibbie scientifiche una malattia mentale, una devianza, un’anomalia ma tutto ora si è riformato, è tutto cambiato e l’omosessualità è un modo per esprimere la propria sessualità di genere al pari dell’eterosessualità, invece gli psichiatri preistorici definivano l’omosessualità come un’inversione, una tendenza contraria allordine naturale, insita nella categoria delle perversioni sessuali; attualmente si vorrebbe modificare la bibbia psichiatrica per definire la pedofilia, cioè l’attrazione sessuale di un adulto verso un bambino, il bambino o la bambina come oggetto sessuale dell’adulto, come un comportamento normale e accettabile dal canone etico della nostra società: perché un adulto non potrebbe innamorarsi di un bambino o viceversa, sentendo una reciproca attrazione sessuale? Chiedetelo a quei luminari che vogliono riformare il manuale diagnostico per i disturbi mentali negli U.S.A., chissà cosa ne pensa l’Organizzazione Mondiale della Sanità? Forse sarà come tornare alla Roma antica repubblicana dove la pedofilia era un comportamento sessuale lecito per chiunque, soprattutto per i ceti sociali più elevati: questo genere di psiche non ha affatto un bell’aspetto, eppure l’etica di ogni società la costruisce il suo popolo, sono dettami condivisi così come si costruisce la cultura nella sua multiformità, cambiano i tempi ma i vizi immondi delle persone restano sempre gli stessi; una psiche salubre lo comprende benissimo da sé che tra due uomini e tra due donne non può esserci matrimonio perché contro natura e che la pedofilia è un’aberrazione della mente umana che ha perso la bussola e che non ti fa più distinguere tra il bene e il male, ad esempio in alcuni paesi del medio oriente c’è il fenomeno delle spose bambine, cosa si può dire a riguardo? Semplicemente che la psiche quando è brutta è anche parecchio depravata nei costumi, quella non è la cultura di un popolo, quella è follia come per le mutilazioni genitali femminili: la brutalità degli uomini adulti in un ambiente maschilista, contro l’innocenza delle giovinette che devono essere assoggettate alla cerchia parentale. Sono tutti orrori che vanno fermati! La psiche umana è capace di deviare dalla retta ragione e quelli che etichettano le persone con la dicitura di malate mentali, non hanno capito che la normalità non esiste per il genere umano, se esistesse sarebbe paradossalmente annoverata come patologia nei manuali diagnostici, ma non esistendo la normalità è come unombra evanescente sulle diagnosi doppie, triple e quadruple e nulle degli scientisti con la capacità di fabbricare malattie e inventarsi la normalità come abito su misura per la propria persona: noi abbiamo una psiche brutta, loro che ci giudicano hanno una psiche bella, ma la razio che ci rende capaci di accorgerci dell’assurdo, forse in alcune persone col tempo è andata persa nei meandri della troppa scienza studiata con impegno e fermezza, se di scienza si tratta e qui ci sarebbe da discutere, forse la scienza del dubbio o dell’opinabile, oppure la scienza degli sciocchi che non vogliono capire nemmeno l’evidenza di ciò che hanno sotto gli occhi: se vedi l’anomalia puoi vedere la guarigione, ma se la cura è un’impostura? Scientismo e non scienza, prendete atto luminari da libro di fiabe… perché chi rievoca il passato deve anche avere la chiave per interpretarlo con un chiaro esame di realtà; e non è per offendere tanti “ buoni propositi , ma è perché io non guarirò mai in quanto la malattia è una chimera e la mia salute una certezza, dove per salute non intendo lequilibrio, la consapevolezza, l’intelligenza, l’autostima, la virtù della ragionevolezza e l’autocontrollo, ma la salute eterna della mia anima spirituale e immortale, amata da Dio che è il suo unico e vero Bene e a cui le masse degli atei, agnostici e razionalisti non vogliono credere, perché il teismo è la più grande bestemmia contro l’uomo e il suo libero pensiero: se Dio esistesse sulla terra ci sarebbe la felicità, Dio non esiste e la terra è un luogo paradisiaco, perché sono i miscredenti a portare la beatitudine alle persone con poco sale in zucca, l’evidenza dei fatti non smentisce l’illuminismo dei benpensanti: chi crede e prega è solamente un povero illuso, un bigotto, un fanatico ma soprattutto uno stupido. E la salute mentale? Quella è di pochi eletti assisi sui troni dei luminari, che sanno distinguere la realtà dalla fantasia e confondono il bene con il male.

venerdì 4 aprile 2014

La debolezza della violenza

Mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza ”. ( Prov 4:17 ) “ Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza ”. ( Prov 10:11 ) “ La violenza degli empi li travolge, perché rifiutano di praticare la giustizia ”. ( Prov 21:7 ) Gesù ha detto imparate da me che sono mite e umile di cuore, invece sono tante le persone violente, non soltanto con le azioni ma anche con il linguaggio, la violenza permea tutta la società e i mass media sono l’amplificatore della violenza, ad esempio la maggior parte delle notizie in un telegiornale sono notizie che hanno come argomento la violenza, è come se si stesse tentando di educare la gente alla violenza con modalità subliminali, anche se i contenuti delle trasmissioni sono espliciti, in questo modo la gente tende all’assuefazione e a interiorizzare un comportamento che è quello violento, cioè il sopruso del più forte sul più debole, l’ingiustizia, la prevaricazione, l’arroganza, l’insensibilità, l’apatia, insomma tutto ciò che di diabolico la violenza porta con sé; la persona violenta è in realtà un debole, un miserabile che ha un bisogno irrefrenabile di scaricare le proprie frustrazioni sugli altri, e in modo particolare su chi non può proteggersi, su chi è indifeso ed esposto ed ecco che le vittime nella nostra società sono preferenzialmente le donne e i bambini; il violento nell’esercizio delle sue azioni lesive si sente posto su un livello superiore, si sente potente e questa sensazione gli conferisce sicurezza, quella sicurezza che in altri ambiti non avrebbe perché nella vita di tutti i giorni è inadeguato, un insicuro, un instabile. Chi è violento è anche uno spregiatore della vita altrui, non sente compassione, non ha nessuna capacità empatica, non riesce a considerare il prossimo come un altro sé stesso, è definibile con l’espressione di codardo senza onore; molti soggetti dopo aver fatto del male a un’altra persona usandole violenza non sono capaci di prendersi le proprie responsabilità, avanzano scuse di ogni genere e cercano di dimostrarsi estranei ai fatti nonostante l’evidenza della realtà. Dalla violenza si può guarire ma è molto difficile, un violento di norma non vuole cambiare, sta bene come sta e si sente a posto con la propria coscienza, intendiamoci non perché la sua coscienza sia integra ma per l’esatto contrario, perché la sua coscienza morale è pervertita. Solo l’amore può guarire i malvagi e trasformarli rendendoli buoni, questa è la frase di un famoso romanzo storico il Quo vadis, sono le parole che l’Autore fa pronunciare a san Pietro Apostolo e sono parole piene di speranza cristiana, perché a volte accadono miracoli di conversione dove il lupo assetato di sangue si trasforma in un mite agnellino, è il cuore che cambia e che da cattivo diventa buono e non sono poi cambiamenti così rari, avvengono di frequente perché la grazia di Dio è sempre all’opera; e per quelli che non vogliono cambiare? Sono persone che si rendono impermeabili alle mozioni della grazia, persone che hanno scelto il male, che hanno scelto di essere abitate dal diavolo, e in casi come questi non si può fare proprio niente, bisogna arrendersi all’evidenza, l’uomo è una creatura libera. La vera forza non sta nella violenza ma nel dominio di sé, delle proprie pulsioni e dei propri istinti primordiali, la persona forte è la persona che cerca e persegue la pace, è la persona che ha il pieno controllo delle sue facoltà e non si fa travolgere dalle emozioni, anche quelle più negative, come l’aggressività, la persona forte è padrona di sé stessa e riconosce nel prossimo un altro uguale a sé stesso, uno come lui che se debole ed indifeso come la donna o il bambino, a maggior ragione ha diritto a essere protetto e rispettato; i violenti sono dei deboli e quando usano violenza sull’altro dimostrano il proprio disadattamento, i violenti sono persone costruite male, riuscite male, anche se il loro smisurato orgoglio gli suggerisce di essere superiori a molti altri, che considerano con disprezzo dall’alto verso il basso. Per sconfiggere un violento non opporti con eguale violenza, usa la padronanza della tua forza, delle tue capacità, un violento davanti alla sicurezza e al coraggio si ritrae e fugge, un violento non è mai un individuo coraggioso, è sempre e soltanto un vigliacco, dimostra la tua risolutezza e soggetti di questa specie si ritrarranno dai loro propositi di male e si arrenderanno davanti al tuo valore; i violenti fanno del male solamente a chi sono certi di poter colpire, senza esporsi per riceverne un danno da difesa, i violenti sono quelli che attaccano alle spalle, quando sono convinti che tu sia vulnerabile, i violenti se la sanno prendere solamente con i più fragili, quando sono sicuri che il male che fanno resterà nascosto o impunito dalla giustizia terrena. I violenti non sono così per caso, sono stati educati alla violenza e la prima educazione avviene in famiglia e poi negli ambienti estranei, un violento ha anche scelto di essere un violento magari su sollecitazione di qualcun’altro, magari su sollecitazione di un gruppo, perché alla violenza se uno lo vuole può dire di no, quindi sono persone con una responsabilità morale. Esiste la violenza fisica ed esiste la violenza verbale, sono forme che partono tutte dal cuore della persona, una persona violenta è una persona psichicamente malata, è una persona che prova gusto nel fare del male agli altri; non è vero che non ci sono persone cattive e che la cattiveria è un pregiudizio di chi convive con una mentalità negativa, in realtà esistono persone autenticamente cattive che nel fare del male si sentono appagate e felici, persone così esistono e purtroppo sono anche tante: occorre imparare l’arte della difesa, non soltanto per difendere sé stessi da questi sadici ma anche per difendere chi ci è più prossimo. Ricordiamocelo tutti, il violento è uno che ha sempre paura e che la vuole esorcizzare sopraffacendo i deboli, noi mettiamoci dalla parte dei deboli e dei vulnerabili che hanno diritto a essere protetti, cerchiamo l’onore di chi si schiera con la persona sola e abbandonata, con i bambini, con le donne, con gli anziani, con gli ammalati e con tutti coloro che hanno veramente bisogno di essere protetti da qualcuno che li ama con un sentimento sincero del cuore. Il violento non è un forte, è semplicemente un cane rabbioso che alla prima bastonata scappa con la coda tra le gambe, i forti sono gli uomini di pace, i forti sono quelli capaci di vincere sé stessi, che possiedono il controllo della situazione, i forti conoscono il significato della parola amore, sono capaci di amare, mentre i violenti che sono dei deboli conoscono soltanto la paura di perdere quello a cui da sempre danno valore, come ad esempio l’amor proprio, la vanagloria e la superbia. Difendersi dai violenti è il dovere di ogni persona devota alla civiltà, è il dovere dei giusti che conoscono e amano il Signore; Egli sta dalla parte dei pacifici, dei miti e degli umili, delle persone che hanno l’indole buona e considera con distacco e ripugnanza ogni violento che cerca il male, il peccato, la vendetta nel rancore di un orgoglio ferito, quando l’orgoglio non è altro che un aspetto dell’egoismo più esasperato, un aspetto della follia di chi non vuole riconoscere i propri sbagli. Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili, i violenti non possono essere chiamati suoi figli, ma sono figli del diavolo.