Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 16 dicembre 2020

Quegli innocenti martiri del Natale

Tra l’anno che è quasi trascorso ed il prossimo ci sono le festività natalizie, la maggior parte della gente le vivrà da pagana nel disinteresse per il tema religioso che caratterizza il Natale, quella strage degli innocenti compiuta da Erode che cercava di uccidere il Bambino, quei bambini uccisi dalla polizia di quella canaglia, sono ancora i bambini che vivono il nostro tempo martoriato da tante difficoltà e incertezze, sono i bambini maltrattati, abbandonati, usati dagli adulti privi di umanità e di coscienza, potrebbero essere i nostri bambini al sicuro nelle nostre case riscaldate nel freddo dell’inverno, ma sono i tanti bambini nel mondo di oggi che purtroppo per tante cause soffrono ancora. Tanti dimenticano che il piccolo Gesù salvato dagli angeli ha avuto la sua controparte nei bambini assassinati con l’intento di uccidere Lui, assassinati di spada davanti alle loro madri; Gesù si è salvato per andare incontro a quella Croce che lo attendeva nell’avvenire e gli innocenti martiri sono stati portati in Paradiso tra le braccia dei loro angeli custodi, due destini diversi ma un medesimo porto sicuro, il Regno dei cieli. Il Vangelo spiega così quell’episodio doloroso: «Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Matteo 2: 17,18). Il mondo è una macchina costruita appositamente dal maligno in complicità con gli uomini empi per offendere Dio nel disprezzo della vita dei più deboli e per favorire la perdizione delle anime, il mondo non è la civiltà democratica con tutte le sue contraddizioni dove i diritti delle persone sono messi al centro dell’interesse comune, tutto al contrario perché nella realtà è una macchina antropofaga che appartiene al suo vero principe che è il diavolo. I bambini di Betlemme sono morti per volontà del diavolo che agisce per tramite degli uomini a lui asserviti e il Signore lo ha permesso, come permette tante altre e innumerevoli ingiustizie, ma la morte è soltanto apparenza e nessuno porterà mai via a quegli innocenti la loro felicità, il Paradiso che tanti intendono come una favoletta o l’oppio dei popoli. Questo mondo non è a misura di bambino, è il mondo di quegli adulti che non sanno dare cose buone ai loro bambini, questa sembra una frase che contraddice il Vangelo perché Gesù afferma che “voi cattivi sapete dare cose buone ai vostri bambini”, quando mette a paragone la bontà umana con la bontà di Dio che è immensamente più grande, poiché è facile capire come gli uomini e le donne della nostra epoca non siano tutti uguali, e di tutte le altre epoche del resto. Noi adulti non dovremmo pensare di abbassarci al livello dei bambini quando ci rapportiamo a loro, ma dovremmo invece pensare di innalzarci all’altezza dei loro sentimenti e dei loro cuori, per la nobiltà d’animo di ogni bambino o bambina. Una società che non tutela l’infanzia e non rispetta la fanciullezza è una società decadente fatta di individui che sono incapaci di educare sia con la parola che con l’esempio, ma come ho detto prima grazie al Cielo non siamo tutti uguali. Quasi non serve educare i fanciulli alla benevolenza e alla compassione perché fanno parte delle loro qualità innate, è l’espressione della loro sensibilità spirituale, della loro bellezza interiore, andrebbero invece rieducati gli adulti che troverebbero nei piccoli i migliori maestri. Il Natale è la festa di un Bambino che ci insegna il valore della semplicità e l’importanza dell’umiltà che contraddistingue le persone savie, è l’amore incomprensibile di Dio per l’uomo, pensare che Dio sia potuto diventare Bambino è un atto sconfinato di amore, è il Mistero più grande della fede cristiana.

[…]

tu se’ colei che l’umana natura 
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore 
non disdegnò di farsi sua fattura.

(Paradiso, XXXIII, 4-6)

Silloge poetica n°054


L'ETA' CHE SCIVOLA LONTANA

Quanto muoversi in tondo
senza enumerare i passi
che richiedono resilienza
e fanno un rumore assordante

Accetto di seguire un fine
e ad ogni battito di ciglia
il cuore mi ricorda la vita
è tanto solo con il sangue che scorre

Guardo nel vetro dello specchio
la stanza è piccola per perdersi
ma io mi perdo nel dimenticare
ogni sogno è una presa di coscienza

Facendo finta di niente
mi siedo sulla poltrona di vimini
un animo lieto mi accarezza
la luce diurna e il suo abbraccio

Non sapevo dove fossero le chiavi
ma quella porta dovevo aprirla
non verso l'interno ma verso l'esterno
ad ogni ora perdevo il sonno

Quando da piccolo guardavo i libri
quelle figure diventavano magiche
dei personaggi respiravano sulla carta
e come farfalle volavano via

Non pensavo a niente da bambino
fisso sull'attimo e sull'affetto ai miei
mamma e papà mi guardavano contenti
il loro odore lo sentivo sugli abiti

 

IL PASSAGGIO

Cercare fuori sempre altrove
non rinnovare mai il fato al caos
come il frutto maturo del melograno
infiniti come la sua immortalità

Nel cerchio perfetto dell'ansia
tornare alla primavera inconsueta
queste stagioni che si rinnovano
vuoti che si riempiono di anni

Si attendono pochi mesi al mutare
e il fragore dei flutti di un mare mosso
addentro le onde che si muovevano
sempre desiderose di rumore

L'estate in quell'acqua salata
e la scogliera che chiamava a saltare
dentro il movimento celere
di un mare soleggiato e vasto

Sarà ancora autunno e poi la neve
negli anfratti di un sopito librarsi
come gli insetti che si allontanano
dai fiori ricchi di un polline sterile

Guarderà l'occhio oltre la finestra
dalla casa sulla collina e attorno i prati
quel verde che richiama la linfa
vivificante pulsare dell'erba e dei fiori

Nel terreno un brulicare di animali
nelle stagioni dormono e si risvegliano
ancora attorno all'incedere dei passi
dalla casa nell'orizzonte sereno

 

NOSTALGIA D'AMORE

Vedevo i tuoi occhi riflessi nei miei
sentivo sempre le tue parole
accorgersi di me e commuoverti ancora
erano gli oracoli della vita
trascorsa insieme
nel triste declino della vecchiaia

Le ignavie giornate che attendevano
come solerti sentinelle l'aurora
il ritorno dell'amato
il suo canto che come profumo
si materializzava in nuova fragranza
era sempre al mio seno il tuo volto

Quei paesaggi attraversati
da noi insieme su un calesse di velluto
dicevano il nostro amore
che viveva dei nostri desideri
ed insieme fare progetti e speranza
in quel futuro che si stagliava tra le nuvole

Quando il canto degli uccelli
copriva il nostro dialogare
le nostre labbra vicine le une alle altre
la fiamma dell'anima che si univa
alla fiamma del desiderio
come brace nei corpi e respiro di vita

Le mani dell'amato sul mio corpo
e le sue viscere dentro di me
come lo stelo di un fiore pingue
il fiore che nasceva ad ogni abbraccio
quando la distanza lo strappava
disseccava come tra tanti anni e tante ore

L'amore è per i coraggiosi
che osano pensare che la vita
sia l'inquieto agitarsi dei cuori gli uni negli altri
quando l'intersecarsi delle dita
diventa un intreccio felice delle anime
l'anima fatta di carne pulsante

Nella ricerca del mio amato
trovai sempre volti pronti a deridermi
perché l'amore non è serio
dove per l'altro non sacrifico me stessa
e non dono il mio sangue caldo
come nettare e bevanda inebriante

 

PERCHÉ

Le tessitrici della realtà
come ragni fabbricanti la tela
accolgono anime da curare

Oltre questo vuoto
nella profondità interiore
ci sono avidi mostri

Osservo pacato l'orologio
suona i minuti ma ignora le ore
quando si apre la porta

Dietro quella stanza
voci di angoscia e paura
chiuse nel muro di mattoni

Ascoltare per capire
per farsene una ragione del buio
non sono nessuno

Tante persone e non gli importa
come se il trascorrere della quotidianità
andasse a rilento

Il cuore si ferma e poi batte
pensavo alla fine e mi ritrovo qui
nel gentile miraggio della vita

 

LA CULLA DELLA SOCIETA'

Ci sono esistenze escluse da redimere
sangue innocente sui nostri abiti di lino bianco
nuovi abbandoni nei luoghi della vergogna
e templi di egoismo e di indifferenza

Quando ci furono i morti dappertutto
andavano cercando chi rapire
quei sospiri di una madre in lacrime
sembrava che la città ansimasse

Troppe persone colpite dall'anonimato
e troppe canaglie intente a godersi la vita
mentre i più deboli soccombono ancora
gli impuri nel ricercare la felicità della pancia

Una mano compassionevole si tendeva
aveva capito che la cattiveria muore con noi
e la falsità è la moneta del diavolo
con cui si compra la merce scadente o avariata

Come fiori che marciscono nell'acqua
putridume nascosto nei sepolcri imbiancati
il costante rumore del marmo che si sgretola
quando chi lavora costruisce tombe

Sono i nuovi cimiteri sotto la luna
la storia da cui non abbiamo imparato nulla
tutto si ripete in un ritorno maniacale
e ogni carezza d'amore culmina nel vuoto

La nostra è una generazione senza passato
ferma all'imbecillità di un mondo che ama l'apparenza
il denaro con la roba inutile da comprare
e i figli deturpati dal nichilismo che ossessiona

 

L'EPITAFFIO DEL MARE

Queste guerre che rendono il mondo uno spettro tetro
sentore di sangue sulle pietre che sono a fondamento delle città
la distruzione ovunque e le persone che scappano

Attraversare il mare con i propri bambini per trovare scampo
e vedersi sfruttare nei traffici iniqui che barattano con l'umanità
la svendono per il guadagno e la gettano tra i flutti

Arrivare nelle terre dell'occidente e vedere svanire i sogni
quei fanciulli che con lo sguardo ci scrutano in fondo al cuore
e il nostro imbarazzante benessere in quell'acqua agitata

Le carestie nelle civiltà lontane avvilite dalla violenza
quella fame nera che porta via intere generazioni e le perde
un canto al di sopra dei popoli e nelle lacrime

Ed ecco un corpo esanime per guadagnare denaro
su quella spiaggia che si trasforma in uno studio televisivo
e grandi soldati che abbracciano un bambino spento

La sua anima è presa dagli angeli e fugge lontana
dove le barche non possono arrivare nemmeno con la speranza
una madre è annegata nell'angoscia e un padre piange

Sono i superstiti delle tragedie quei poveri migranti
come noi italiani un secolo addietro cercavano una nuova patria
attraversando con le navi gli oceani incontro al futuro

 

LA COLLINA SILENZIOSA

Sulla collina del teschio e delle ossa secche
ci sono le paure e le angosce di ciascuno che zittisce
sono argini che chiudono tutti i sepolcri

Accidentalmente ledono la speranza
quando nella nebbia di una vita oramai perduta
l'inverno si appresta a scrivere l'epilogo

La folta chioma della donna che pianse
e che con le sue lacrime lavò i piedi del Salvatore
i suoi capelli che asciugarono e con cui amò

Molte colpe furono coperte da molto amore
ed ora c'è lei su quella collina a condividere il cuore
sentire la sofferenza dentro l'anima pesante

Ci sono troppe strade ardue nel mondo
e tutte portano al Calvario di quel giorno lontano
la morte del male sopraffatto dalla vita increata

Si ruppero le rocce e nel cielo l'eco del tuono
ecco rinvigorirsi l'attesa e l'abisso tra due popoli
nel tempio oramai caduto ed eclissato

Quella Croce di legno e le innumerevoli croci
quando si ama si prende sulle spalle il peso dell'altro
dove c'è reciprocità nel caricarsi di tante croci

 

QUEL DOMANI NELL'OGGI

Ho coltivato i miei figli come crisantemi
e ho imparato dove non comprendere è forse sentire
nelle sere adombrate dal fuoco del camino

Nel respiro che agitato copriva il battito
il mio cuore ha imparato che i figli sono la libertà
mia figlia ha l'animo di un'avventuriera

Ancora poche primavere e io scomparirò
lasciando ai crisantemi il colore del domani imperituro
come donna venuta da un futuro enigmatico

Tra i fiori del mio giardino ho composto l'humus
quella terra feconda dove i ricordi diventano delle realtà
dove il presente è quella realtà immemore

Quei fiori ricordano l'erudizione e l'ignoto
sono dei monasteri costruiti sulla roccia che varcano le età
e i crisantemi rossi e bianchi un buon auspicio

A volte tornare a spiegare il bene a mia figlia
e cercare di inculcare il disprezzo del male che seduce
sembra una continua lotta contro l'egoismo

Quei figli e quelle figlie di genitori pensosi
che come fiori caduchi aprono alla sensibilità rimasta sola
sono i fiori che nel giardino appaiono più belli

giovedì 26 novembre 2020

Il Sacrificio dell'altare

Siamo in piena pandemia con il coronavirus che ha messo in crisi le nostre società e a farne le spese sono soprattutto gli anziani e gli ammalati che rischiano la vita o che purtroppo l’hanno già persa, forse soltanto chi ha denaro può permettersi le cure migliori in assenza di una campagna di vaccinazioni che inizierà probabilmente a gennaio; qualcuno ha teorizzato un complotto per destabilizzare l’occidente che è culminato nel lockdown generalizzato ma è un’ipotesi fantasiosa perché le persone continuano a morire in numero maggiore per altre patologie, il coronavirus miete meno vittime di quanto l’eco mediatica ci faccia percepire. La mascherina, il distanziamento, il lavaggio frequente delle mani e la quarantena che ci chiude nelle nostre case limitando drasticamente i nostri contatti sociali e la mobilità, per poi aggiungere le problematiche psicologiche di chi risente della situazione e cade nell’ansia e nello stress e si sente ancora più solo e abbandonato. Le Sante Messe qui e altrove sono sospese e celebrate a porte chiuse dai sacerdoti, io le seguo in diretta alla televisione inginocchiandomi al momento del Sacrificio dell’altare e pregando la comunione spirituale, di intenzione, di desiderio. La Messa è il rinnovamento del Sacrificio della Croce nel chiaroscuro del mistero, non è una memoria che ci ricorda che Gesù si è sacrificato sulla Croce duemila anni or sono per amore delle nostre anime, per toglierci a satana e al peccato e farci figli di Dio, sull’altare di ogni chiesa Gesù si sacrifica nuovamente in modo mistico e incruento e risorge dalla morte per redimerci, per salvarci; soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine e che sono innestati nella successione apostolica possono offrire il sacrificio, soltanto la loro Eucaristia è autentica come se fosse Cristo stesso a celebrarla e a offrirla. Il mistero che si compie sugli altari delle chiese di tutto il mondo appartiene alle realtà invisibili ed è accessibile soltanto con la virtù della fede, è un mistero di misericordia e di compassione verso le creature umane, il desiderio del Signore di salvarci tutti senza escludere nessuno che lo ha portato a dare se stesso nella dolorosissima Passione fino all’ultima goccia del suo sangue prezioso. Noi siamo di fronte all’altare come il buon ladrone accanto a Gesù sofferente in Croce, a quell’uomo è bastato un sincero pentimento, nella considerazione delle sue colpe e l’amore a Cristo nell’accorgersi della sua innocenza, dicendo a Gesù queste parole: “Gesù ricordati di me quando sarai nel tuo Regno”, per salvarsi con la remissione dei suoi peccati e la conversione, con la grazia che trovò uno spiraglio nel suo cuore e gli ottenne con la contrizione l’eterna salvezza: la compassione per il Signore gli ottenne da Dio la salvezza, le buone disposizioni del suo animo e le sue lacrime. Gesù gli rispose subito: “In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso”. Nella Santa Messa avviene la medesima cosa, perché ciascuno di noi è come il buon ladrone che accoglie il Signore nel suo cuore, che lo ama e gli domanda perdono dei suoi peccati, il Sacrificio dell’altare è il Sacrificio della Croce che ci comunica straordinari benefici spirituali, se durante il Sacrificio della Messa abbiamo gli stessi sentimenti e le stesse disposizioni del buon ladrone crocifisso con il Signore otteniamo i frutti della redenzione, ci viene restituita la grazia, con la fede, il pentimento e l’amore, con la nostra preghiera perseverante rivolta a Gesù nell’atto di dare la sua vita per noi sull’altare, siamo guariti dal male morale e salvati dalla misericordia di Dio, il cuore di Gesù è la sorgente della misericordia e vive sugli altari e nei tabernacoli con le parole della consacrazione pronunciate dai sacerdoti: “Questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue”. Il mistero della transustanziazione è il mistero dell’amore di Dio per le anime, l’amore è la chiave per comprendere l’Eucaristia, soltanto l’amore ci dice chi è il Signore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Giovanni 15, 13).

martedì 3 novembre 2020

Quali valori per l'animo umano

Vivere senza credere nel Signore significa abbandonarsi all’idea di essere una creatura priva di significato, non sapere da dove si viene e ignorare dove si sta andando, riempire la vita di cose futili senza che dei valori autentici formino la nostra coscienza, ci rendano sensibili e ci maturino come persone. Non avere il senso di Dio e il senso del peccato, non avere un termine oggettivo per esaminarsi nei propri pensieri e nelle proprie azioni, convincersi che ogni cosa sia lecita e che non ci sia il giusto e lo sbagliato, che occorra essere scaltri e non giusti per fare esclusivamente il proprio interesse. Se si imposta l’esistenza su questi criteri insani pur essendo miscredenti si diventa marionette usate dal maligno, si viene strumentalizzati dal demonio, per essere spiriti liberi occorre coltivare l’anima e la moralità, la libertà richiede l’impegno di cambiare ogni giorno sulla via dei Comandamenti, ogni scelta per il bene è un atto che ci redime. L’ateo non è una persona che non crede in Dio ma una persona che vuole dire bene il male e male il bene, che vuole fare secondo il suo arbitrio senza essere condizionato da qualcosa di immaginativo come l’idea di un Dio che vede tutto e che ci giudica; dove si è affermato l’ateismo scientifico nella storia e dove si afferma il materialismo l’uomo ha sempre perso di vista la sua vera dignità e il valore della vita è diventano qualcosa di relativo, qualcosa di cui disporre a proprio piacimento, senza Legge morale la vita diventa usa e getta, qualcosa che si consuma edonisticamente e che una volta persi i connotati del benessere e della forza si può gettare come un rifiuto. Questa ideologia non è cristiana e offende la dignità dell’uomo, ne conculca i diritti e conduce ad uno sbandamento dove ogni cosa è lecita se può darci una immediata fruizione della felicità, soddisfare l’egoismo e illuderci di realizzare quello che nella vita conta davvero a seconda della propria personale visione. Il Vangelo ci dice che la vita di una persona ha valore indipendentemente dalle sue condizioni di malattia o infermità, addirittura ha valore la vita del colpevole ed esige di essere pienamente rispettata; la bellezza di questo libriccino è nascosta nel modo che ha Gesù di guardare ad ogni persona e di trattare con ciascuno di noi, dietro le parole del Vangelo c’è una speranza che va oltre l’apparente giustificazione che alcune vite non valgono e non meritano di essere vissute; la vita ha anche un valore estetico, la sua bellezza in una considerazione propriamente antropologica è intrinseca e ogni creatura che viene al mondo merita di essere accolta e amata, ogni persona non è un prodotto della natura o del caso, ogni persona è anima creata da Dio, per questo il suo valore non può essere messo in discussione dal relativismo etico. La malattia è una occasione per i tanti prossimi di usare carità e quindi di compiere le azioni che Dio chiama a compiere a gloria del suo Nome e per il nostro bene spirituale in vista dell’eternità. Fuori dalle leggi di materia non c’è nulla è una frase che convince soltanto coloro che non vogliono accettare la vita come un valore indisponibile e vogliono fare della vita e delle persone quello che a loro piace, anche se si tratta di qualcosa di oggettivamente cattivo. La vita umana per il credente ha un carattere sacro e non la si può violare sulla base del proprio arbitrio o perché si pensa erroneamente di fare la cosa giusta, la cosa giusta consiste sempre nel proteggere e conservare la vita, nel lenire la sofferenza e nell’evitare il disordine morale, anche la vita nel dolore ha significato per il cristiano e Gesù con la sua Croce ci dice che il dolore non è qualcosa di assurdo, prima o poi tutti ne facciamo esperienza, ciascuno di noi porta già la sua croce nella vita anche se spesso gli altri non se ne avvedono. Sono gli atei odiatori di Dio che fanno del dolore lo scandalo più grande e il senso dell’assurdità che travalica dalle esperienze dolorose diventa per gradi l’assurdità e il vuoto della vita. Cristo ha scelto la Croce per condividere tutto con noi, per essere davvero vicino a noi e alle nostre croci, soltanto così ci ha liberati dal male, non cancellando la nostra condizione di disgrazia ma condividendola sulla Croce per diventare davvero uno di noi, come noi e per redimerci in chiave soprannaturale, perché l’ultima parola è stata la sua Risurrezione e la Gloria, e non un corpo disfatto in una tomba. Il credente nutre queste speranze, le alimenta con la preghiera e invece il miscredente è convinto che siano delle semplici fantasie o peggio delle illusioni che alienano la mente e ci portano lontano dalla realtà; non esiste soltanto quello che cade sotto l’esperienza dei sensi o quello che è già stato dimostrato, le prospettive sono molto più ampie. La salvezza eterna dell’anima è l’unica cosa che dovrebbe contare per una persona che riempie di senso la propria vita con la fede e la preghiera, gli altri beni sono passeggeri anche se perseguirli è più che lecito e dobbiamo farlo perché vivere in pace sulla terra, la giustizia sociale e la salute o altro sono desiderio di Dio affinché l’umanità progredisca. Fuori dalle leggi di materia non c’è nulla ma nella considerazione di quell’ordine e di quelle leggi cosa ci suggerisce la nostra ragione? Ad essere sensati che non siamo frutto del caso e prigionieri di una realtà nemica e senza che vi sia una direzione verso cui orientare le nostre aspettative di bene, verso cui tendere per un domani migliore. La vita ci chiede di essere amata per un bene più grande in prospettiva e che ancora non conosciamo. Ce lo domanda l’Autore della vita: «Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà» (Ger 31, 3).

Silloge poetica n°055


LE SEMBIANZE DEL NULLA


Un corvo danza nel cielo deturpato da pioggia
le tetre spirali dell'ignoto attentano alla credulità dei semplici
e la nebbia autunnale incombe sugli occhi

Ci sono ombre scure che vagano nella notte
mitigano quegli spettri che nella mente provocano paure
ansie di un passato fatto di memorie sepolte

Nel mentre delle vite insulse accusate di perbenismo
ipocrite come l'insulto ai nuovi emblemi dell'ateismo dominante
vuoto sempre presente in una società decadente

Sempre più radicate le volontà deicide
nel grembo delle madri è il luogo pericoloso per la vita
dove nasce il desiderio di smarrire il senso

Sopra il cielo delle città volano i pensieri del male
passano da oriente a occidente verso un lugubre tramonto
da uomo a uomo nell'eremo degli dei

Ancora un po' e l'anima troverà riposo
nei cimiteri oltre la collina dell'immaginazione senza morale
fino a trascendere il mondo dei divoratori

Sempre in quei cimiteri fino alla sera rosseggiante
risorgeranno dai meandri di una terra intrisa di fornicazione
le schiere degli stolti illusi dalle religioni

 

CONDURRE ALLA VITA

Gli alberi della foresta nera parlano al cielo
non ci sarà mai perdono per coloro che calpestarono l'amore
nella selva ci sono lupi famelici che girovagano

Oltre al bel volto di tua madre giovane
quello delle donne offese nel loro femminile chiarore
come la luna nel cielo dalle stelle spente

Qualche volta una donna mi carezzò il viso
un gesto consolatore per chi ha visto vilipendere il femmineo
un cuore grande come quello di una madre

Nel cuore di ogni madre ci sono le sue lacrime
quelle lacrime versate per un figlio o una figlia che fuggono via
le calamità della vita dividono gli affetti come lame

Quelle madri a cui l'osceno peccatore nega il diritto
sono donne e come sorelle che ci accerchiano con l'osmosi
loro cullano senza il velo della verginità e sospirano

Eccole le donne che nutrono i bambini al seno
viaggiano nei sogni e nei desideri di padri prossimi all'anima
mia madre non ha chiesto chi fossi per amarmi

Sempre sole con le doglie del parto e la nascita
chi è donna è madre e comunica la vita assieme all'Onnipotente
la Sapienza che è l'amore che scende da ogni donna

 

LA VOCAZIONE

Ci sono fiumi impetuosi nel tempo del disordine
montagne impervie da scalare ad ogni angoscia per la perdita
nuovi solchi nell'anima scavati dagli aratori

Le vipere nel mio seno vogliono spietatamente mordere
il loro veleno è l'indifferenza della gente che passa accanto
un fuoco divampa nel roveto ardente lassù

Sulle tavole della legge i graffi dei nomi del caso
e l'idolo adorato è un mucchio di ossa secche e polverose
sono sempre dolenti le ferite spirituali

Cercando ad ogni passo il valore della vita
trovo strane quelle persone che si accontentano del vizio
un segreto fuori le mura dell'amarezza

Mi accorgo che l'impeto dei desideri è fermo
sono contento di quello che accade adesso e non domani
perché le lacrime del domani sono cadute nel destino

Ancora qualche passo sul baratro e cadrò oltre
nelle profondità di quel pozzo che la vita accontenta
ci sono spettri paurosi che si aggirano laggiù

La mia mano appoggia su un bastone che mi regge in alto
è la superbia delle fallaci idee di un ministero creato per niente
la serena notte di una chiamata al chiarore dell'alba

 

LA SPADA DELLA GIUSTIZIA

Ed ecco il fragore dei flutti alla caduta del serafino
angoscia di monaci oscuri nei meandri dei castelli di pietra
una buia spada taglia la signoria celeste

Una battaglia contro l'arcangelo chi come l'Eterno
e le folgori che attraversano le sette sfere dell'arcano
un grande sentiero verso l'antro fuliginoso

Non seguono le vergini le preghiere a un sole spento
la liturgia dinanzi al trono della maestà ha perduto l'incenso
e dalla terra dei viventi si ergono cattedrali

La magnificenza di una Donna che fu assunta alla gloria
le preci dei santi che rifulsero di bellezza nel tempo della prova
e il maligno nemico nel seno dell'abiezione

Quando il saluto angelico ricevette il sì dell'ancella
l'inferno si scosse di rabbia e di terrore e l'arcangelo trionfò
furono tempi nuovi e l'ordine dei redenti crebbe

Questo campo di mietitura dove si raccoglie il buon grano
e la zizzania del nemico con accurata cernita raccolta a parte
il granaio del Cielo e la pula che scompare

Quel Crocifisso è l'agnello sacrificale che discrimina
nella contrizione la porta del Regno e nel rancore sordo la perdita
non sono venuto per la pace ma per la divisione

 

NEI MOTI DEL PENSIERO

Ci sono cose in sospeso che lasciano il tempo
fermi relativi che ad ogni passaggio di ore riposano
e il mare d'inverno che calmo medita

La mente del vuoto pensare ha dato i suoi frutti
nel cerchio della vita ogni creatura nasce e nasce ancora
quella brezza leggera che si posa sui sassi

Ancora molte lune e stelle danzanti nel buio
ci sono carichi di insofferenza nello sguardo del coltivatore
tralci uniti alla vite da recidere per il frutto

Nel secolo la gente tenta di sentirsi felice e ride
ma quel mostro che è la società li mangia fino a stare male
credo negli uomini e nel loro buon senso

Si accendono le sterpaglie per incendiare le foreste
sono fuochi dolosi come gli spasmi per la nascita dei germogli
e gli alberi crescono alti come i figli di questa generazione

Seminavano la buona coscienza e la compassione
quei professori che tendevano la mano agli sprovveduti
nelle scuole dove si insegna il pensiero critico

La libertà è merce rara nelle epoche e negli eoni
ancora secoli di storia e tempeste rumorose di strane verità
siamo davvero liberi di fronte al pregare e all'amare

 

LA DITTATURA IMPLICITA

Il vento trasporta in alto le vanità dei poveri matti
sotto un sole apparente dal tenue bagliore e dai vuoti onirici
ci sono strade che disorientano e conducono fuori porta

Dentro quel groviglio di spine c'è un cuore generoso
cammino con prossimità alla vera essenza dell'oscurantismo
non ho fatto nulla per interessarmi ai miei simili

Andando per le strade della metropoli fuggo via
mi rincorrono i rimorsi per non avere soccorso me stesso
poi penso alla mia famiglia vilipesa e scartata

Le antenne della televisione ricevono l'assurdo
e davanti agli schermi si scioglie il cervello nella stupidità
tutto è possibile e ogni inganno a causa del vuoto

Dalle televisioni nelle case lo spettacolo del dolore
non tocca a noi ma tocca a loro ed è il meccanismo perverso
quello che non ci riguarda ci divertiamo a spiarlo

Adesso l'informazione è veicolata e si insinua la bugia
tutti credono a ciò che vedono e nessuno si mette a ragionare
è l'impostura della democrazia mediatica che serpeggia

Ogni uomo è falsità e le parole escono per demagogia
la nostra politica della televisione che ruba il potere ai cittadini
la violenza che deturpa la nostra visione e ci rapisce

 

LE VIE DEL DESTINO

Le orme sulla sabbia e la clessidra rotta e ferma
sono passate le stagioni e le risate dei gaudenti si sono spente
nei luoghi della terra da dove la gente fugge

La legge è calpestata dai violenti senza patria
l'onore della carta dei diritti è sacrificato al mercato delle vite
nulla è come all'inizio della giusta causa

Ci sono impronte di demoni che attendono
cadono i muri della percezione e le anime sono trascinate giù
quando con la morte ci si separa dal corpo

Ci sono anime caste e dalla coscienza pura
con la grazia l'innocenza degli angeli accompagna i piccoli lassù
quando con la morte ci si separa dal corpo

Sono tutte storie e ciascuna è nel cuore dell'Eterno
come fievoli barlumi di lampade a olio che si consumano
queste storie che sembrano apparenza nel buio

Ogni volta che scruto un volto vedo quello del Cristo
quei volti segnati dal dolore e dall'indifferenza offesi e derisi
nella carne del debole un'ostia sacrificale che s'alza

Non riuscirò mai a comprendere la malvagità dell'uomo
la malizia di chi vanta il Vangelo della vita e insinua opere di morte
nasciamo soli e crocifissi e l'amore tocca pochi

giovedì 29 ottobre 2020

Come si insinua il satanismo

La festa di Halloween è stata eletta ricorrenza pagana e carnevale in maschera ― a cui non manca certamente l’elemento consumistico ― a discapito della solennità cristiana di Ognissanti, è un carnevale macabro che celebra l’horror e la paura come fonte di ispirazione per esorcizzare la morte e l’ignoto, elementi fondanti di una pseudocultura atea che trascina la bellezza del Vangelo nell’abisso del satanismo. Ogni media celebra Halloween compresa la televisione che lo mette in grande risalto, intere giornate televisive su vari canali che hanno nel proprio palinsesto film e cartoni animati sul tema horror e del terrore. Anche la letteratura horror fa la sua parte ad Halloween con una produzione sterminata di opere più o meno conosciute… Con questa festa si guadagna denaro quindi perché non propagandarla? E’ la notte di Ognissanti e non la festa del diavolo, si celebra la vittoria di Cristo e della vita sulla morte in tante persone che hanno seguito Gesù vivendo con coerenza il Vangelo e che adesso sono in Paradiso, moltissime di queste anime sconosciute o dimenticate dal mondo. Ad Ognissanti pregherò le Litanie dei Santi dopo la recita del Rosario e non mi maschererò in modo grottesco per mettere paura ai bambini o ai più suggestionabili; Halloween è l’occasione per tante sette malevole di offrire culti contrari al buon costume commettendo dei reati, il tempo propizio per sacrificare animali al diavolo o scimmiottare il culto cristiano rovesciandolo in favore di quello demoniaco. Non riuscirò mai a capire perché delle persone umane con il lume dell’intelletto e che sanno ponderare ogni cosa si schierino con il maligno in favore del suo progetto di perdizione dell’umanità, quando satana e i suoi non sono nemmeno creature umane ma angeli caduti divenuti perversi e pervertitori, invece Gesù e Maria sono persone umane tali e quali a noi e ci amano sul serio e ci desiderano felici assieme a loro, dovrebbe essere questo il valore autentico della festa di Ognissanti. Occorre una bussola per capire e questa bussola è la fede, chi si concede al demonio può darsi abbia la fede e rifiuta l’amore di Dio per una serie di motivi che a mio parere sono sempre e soltanto assurdi, oppure non ha il senso di Dio o più semplicemente non vuole pregare; educate i vostri figli ad amare le ricorrenze cristiane che sono per la vita, la comunione fraterna e le virtù e mai ad invaghirsi di cose come Halloween che non hanno un briciolo di razionalità, deturpano i sentimenti e portano lontano dalla Verità cristiana che è per il bene delluomo.

PREGHIERA di SantAgostino

Se mi ami non piangere.

Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami.

Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio, dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.

Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.

Mi è rimasto l’affetto per te: una tenerezza che non ho mai conosciuto. Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato.

Ora l’amore che mi stringe profondamente a te, è gioia pura e senza tramonto.

Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!

Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.

Non piangere più, se veramente mi ami!

venerdì 16 ottobre 2020

Il demoniaco e la grazia per debellarlo

Come si esprime il demoniaco nell’umano? con la taciturnità e il nascondimento. Chi è dal maligno compie le opere del maligno, peccatore fin dal principio e propagatore del peccato. Che cos’è il peccato? è ogni forma di mancanza o negazione dell’amore, qualsiasi cosa proceda dalla volontà dell’uomo e deturpi la sua anima a immagine della santissima Trinità, è ogni movimento dell’anima che ci separa dalla grazia di Dio, una trasgressione grave della Legge eterna, il peccato è offesa a Dio, al suo amore per noi e all’amore che ciascuno di noi deve manifestare per l’altro. La perfezione dei precetti evangelici si riassume nell’amare il prossimo come sé stessi, nell’agire in modo da beneficiare il prossimo e Gesù nel Vangelo ci offre l’esempio del samaritano compassionevole che si interessa e si china per soccorrere e salvare; come si ama Dio? si ama con la preghiera assidua, con il conformarci alla sua volontà, ai suoi propositi, con una mentalità e un agire conformi alla Legge morale. L’amore non è soltanto un sentimento ma una prassi che coinvolge anche la volontà e l’intelletto, chi ama lo riconosce dal modo che ha di sentire il prossimo, chiunque senza escludere nessuno, l’amore è una dinamica interiore che prepara il nostro agire nella vita concreta. Perché il demoniaco tace? è per farsi credere assente, inesistente e così facendo ingannare l’uomo nella sua dirittura morale con la tentazione e la caduta nel peccato. Perché il demoniaco si nasconde? per offrire all’uomo il male sotto seducenti sembianze in modo da allontanarlo dalla verità e portarlo dove vuole, verso la rovina della sua anima. Oggi molti sostengono che l’insegnamento sulla grazia e sul peccato sia una mitologia che non ha nulla a che fare con la realtà, sono i materialisti che non credono nelle favole; l’uomo però non è solamente quello che mangia, è uno spirito incarnato e non si può in alcun modo negare la sua dimensione spirituale, è così evidente che non sfugge nemmeno ai più cinici. Il demoniaco pervade l’uomo con il peccato e lo cambia dal di dentro, tanti atti virtuosi e la carità in grado eroico sono il segno dell’appartenenza al Signore, mentre tante colpe e l’indurimento del cuore nell’impenitenza sono il segno dell’appartenenza al diavolo: il cuore dell’uomo non è mai disabitato, il cuore è come una casa costruita per ospitare un residente piuttosto che un altro, ci sono cuori puri e integri e cuori macchiati e corrotti, sono delle realtà che Dio vede con la massima chiarezza. Il peccato è una forma di schiavitù, perché come dice il Vangelo chi commette il peccato è schiavo del peccato e una serie di peccati ci toglie la libertà perché ci incatena ai vizi arrecando un danno alle nostre anime, invece le virtù sono il contrario, ci liberano dal male e determinano la nostra volontà al bene, generano in noi una buona coscienza e una mentalità sinceramente cristiana o conforme alle vere aspirazioni umane. La capacità di distinguere il bene dal male e di scegliere per l’uno o per l’altro fa di noi delle persone con quella dignità propria di chi è creato a immagine e somiglianza di Dio. L’anima è la persona, non è un fantasma nella persona o un’invenzione religiosa, l’anima per guarire dal peccato ha bisogno delle risorse spirituali che può offrirle solamente il Signore, come la contrizione e la conversione e per ottenerle è indispensabile pregare, la via della salvezza passa sempre dalla preghiera personale, ma occorre risolversi per pregare, occorre decidersi per il Vangelo. Se qualcuno prega sinceramente in una casa attrae la grazia di Dio sulla sua famiglia e allontana il demoniaco, per pregare occorre l’umiltà di riconoscersi peccatori e di avere bisogno dell’aiuto di Dio, sapendo che Dio ci ama così tanto perché attendere a rivolgersi a Lui con le nostre parole? La preghiera è fatta di parole ma le parole portano in sé dei significati e dall’altra parte qualcuno le ascolta sempre, nelle parole non ci sono soltanto dei significati ma anche i nostri sentimenti e Dio è capace di accoglierli e di comprenderci, ci si apre alla grazia soltanto con la preghiera, anche la più semplice purché sincera, perché Dio ama la sincerità. La preghiera più gradita a Dio è il Santo Rosario e dove si persevera in esso il demoniaco finisce sempre debellato e allontanato, ma prima della preghiera dobbiamo indossare l’abito nuziale, dobbiamo recidere ogni affezione al peccato, con il pentimento e il desiderio risoluto di cambiare il nostro agire e la nostra mentalità, l’abito bianco di un cuore rinnovato dalla grazia di Cristo; la coscienza non deve rimproverarci nulla e va esaminata alla luce dei Comandamenti, questo è l’inizio di ogni preghiera gradita al Signore, specie quella che ha per intenzione la conversione dei lontani da Dio, dei miscredenti e dei peccatori. Quando soffriamo o siamo perseguitati il Signore ci ama di più, è più vicino a noi perché come Lui portiamo una croce, ma non dobbiamo smarrire l’amore anzi dobbiamo apprenderlo meglio per essere davvero degni di un Dio crocifisso. Nel dolore si impara il vero amore e senza sacrificio non c’è vero amore, è così che si supera e si sconfigge il demoniaco, è così che si conquista la libertà e il Regno annunciato da Gesù, quel Regno che non è di questo mondo. Chi attraversa la porta della misericordia e non chi si chiude alla grazia, passa dalla morte alla vita, vive della stessa vita di Cristo perché con la compassione ha imparato ad amare, quella che il Vangelo definisce la vita eterna, la vita in chiave soprannaturale, una vita nuova lontana da questa valle di lacrime.

lunedì 21 settembre 2020

Il visibile e l'invisibile

Il peccato è come un faro da cui viene emessa un’ombra nera che attrae gli spiriti del male e la loro attività, dove sono state commesse gravi colpe morali si insediano i demoni e ha inizio e continuità la loro attività disturbatrice, infestante. Attorno a noi esiste una dimensione invisibile in cui si muovono le creature spirituali esenti dal legame con la materia, non ci sono soltanto i demoni ma anche gli angeli santi desiderosi di soccorrerci e di condurci in Paradiso. Ognuno di noi ha accanto un angelo a cui il Signore ci ha affidati nell’attimo della creazione della nostra anima, dal concepimento alla morte siamo affidati a un angelo buono, la preghiera è quel mezzo datoci da Dio per farci aiutare da quell’angelo buono che deve essere luce alla nostra coscienza e con le sue buone ispirazioni farci compiere il bene e allontanarci dal male, dal peccato. L’influenza che ha il nostro angelo custode sulla nostra vita cristiana è direttamente proporzionale alla nostra fede e alle nostre preghiere, alla nostra corrispondenza alla grazia nell’ascolto della coscienza, la voce di Dio in noi che non smette mai di approvarci o di biasimarci, a seconda delle nostre scelte e delle nostre azioni. La Tradizione della Chiesa non parla solamente degli angeli custodi, nostri amici e compagni di viaggio nella vita di quaggiù ma anche di alcuni arcangeli citati nella Sacra Scrittura e con funzioni differenti, Michele che combatte e ci difende dal maligno e dalle sue insidie, Gabriele che ha portato l’annuncio della maternità alla Santissima Vergine, Raffaele che si rende prossimo ai pellegrini e guarisce dalle malattie, il significato dei loro nomi richiama le loro funzioni e il loro modo di intercedere per noi presso il Signore. Gli angeli sono poco invocati, non si pregano più a confronto purtroppo della malsana abitudine dei seguaci del diavolo di evocare i demoni a danno delle persone a cui si vuole fare del male o per riceverne qualche beneficio di ordine materiale; se esistono i demoni e la loro attività nociva nei confronti dell’uomo è una realtà, esistono anche gli angeli santi che andrebbero pregati semplicemente con le invocazioni cristiane insegnateci fin da bambini o con la spontaneità delle nostre parole, intessendo un dialogo conforme alle verità di fede che non vanno mai dimenticate. Con la spontaneità e la fiducia dei bambini preghiamo il nostro angelo custode che ci protegga e ci esorti a compiere il bene per conseguire la vita eterna. Come scriveva Antoine de Saint-Exupéry nell’opera Il piccolo principe del 1943: “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Preghiera

Angioletto Santo stammi vicino, dammi la mano che sono piccino. Se tu mi guidi col tuo sorriso, andremo insieme in Paradiso. Angioletto mio, mandato dal buon Gesù, per tutta la notte vegliami tu. Angioletto mio, mandato dal buon Gesù, per tutto il giorno proteggimi tu. Angelo mio, angelo del Signore tu che conti i battiti del mio cuore, che sei sospeso tra terra e cielo, tu che leggi il mio pensiero… quante, quante volte avrai pianto vivendomi accanto, quante volte mi hai sorriso regalandomi un po’ di Paradiso. Da quanti pericoli e angosce mi hai tenuto lontano tenendomi per mano, luce nel mio cammino stringimi a te come un bambino… lunghi sono i nostri giorni, un’agonia! Ma tu aiutami a salvare quest’anima mia, con pazienza e con amore portami un giorno da nostro Signore. Amen.

giovedì 17 settembre 2020

Il mito dell'odio

Cos’è l’odio? non si tratta semplicemente di un sentimento negativo, ma della volontà risoluta di fare del male a qualcuno nei modi più svariati e per diversi motivi, anche i più abietti. Sembra che nell’epoca contemporanea l’odio sia stato una componente inscindibile nelle scelte e nelle azioni dei singoli e dei gruppi, anche le masse sono state indottrinate all’odio. L’odio ha una sua origine nella mente umana, l’odio è un derivato della paura, con l’odio la paura diventa tangibile e distruttiva. Con l’odio verso un nemico comune si cementificano le relazioni tra gli individui favorendo forza e determinazione, con l’odio si possono manipolare le masse, si possono strumentalizzare le coscienze collettivizzandole per ottenere un fine, l’odio è la nemesi di tutto ciò che concerne l’etica e i valori condivisi e tramandati con la cultura e l’educazione. Quando una persona odia vuole il male dell’altro, l’odio è demoniaco per antonomasia, prima viene l’angoscia, poi l’odio e infine la violenza, anche quella senza ragioni e fine a se stessa; quando una persona odia quell’odio le deriva sempre da qualcos’altro, da un torto subito, dall’invidia, dalla convinzione di essere perseguitata, dal timore di diventare vittima assieme alle persone care o da una personalità diventata col tempo affine alla psicopatia; quando una persona odia se condivide in un gruppo il suo odio con gli altri, l’odio diventa giustificato, diventa addirittura santo, si trasforma in una forma di comunicazione e di espressione di una morale alla rovescia, una norma di legge a cui adempiere ad ogni costo. Molti odiano perché trovano l’odio facile e le sue conseguenze  ̶  o meglio obiettivi  ̶  più facili da ottenere; la solidarietà e il perdono sono difficili, richiedono impegno, rinuncia e fatica, e occorre vincere quelle resistenze ataviche racchiuse nella nostra natura cattiva per la conquista del bene, quello che possiamo intendere come combattimento spirituale: si deve lottare anche contro sé stessi per vincere l’odio, perché viene dal di dentro, dal nostro cuore. Il primo luogo per contrastare la cultura dell’odio è la scuola, ed è necessario formare i giovani e i giovanissimi alla tolleranza e al rispetto, ma tutto dovrebbe cominciare dalla famiglia, sono i genitori che devono dare l’esempio e accompagnare i figli con discorsi appropriati; un fanciullo che compatisce e si rende conto che gli altri sono proprio come lui, sarà un adulto promotore di valori autentici, senza perseguire cose materiali o altri pseudo valori da egomaniaci e narcisisti, che fanno delle persone dei consumatori di vita, come se la vita esistesse in funzione dell’avere e del godere, non è questa la radice della felicità e ciò che ci rende davvero liberi, bensì gli ideali e i principi morali derivanti dalla pratica dei precetti evangelici, dal conformarsi ad una mentalità evangelica, e in quest’ambito è forte l’esigenza dell’educazione nell’infanzia e nell’adolescenza. L’odio si sconfigge con la conoscenza, con la maturazione intellettuale, contro la paura che sta alla radice dell’odio, la conoscenza contro il pregiudizio e la violenza psicologica che può tradursi in violenza fisica, nel desiderio distruttivo, nella compulsione di morte. Chi riconosce negli altri la loro dignità di persone, chi è capace di vedere nell’altro la qualità del carattere e i sentimenti e le speranze che ci accomunano tutti come famiglia umana, è sul sentiero che porta l’odio lontano dal cuore, fuori dalle nostre società, è come un grande e radicale esorcismo che si traduce nell’empatia, nel vicendevole amore, è soltanto così che si gettano le basi per una società aperta al futuro e ispirata dal desiderio della pace, una società giusta dove a ciascuno non manca il necessario. Con quello che ci portiamo dentro costruiamo la nostra nuova civiltà, ed è necessario cambiare dal di dentro per smettere di odiare per sempre. L’odio ha attraversato i secoli e ci ha mostrato la nostra indole autodistruttiva, è un circolo vizioso da cui dobbiamo emanciparci, il mondo cambia a partire da noi stessi, quando una persona cambia in positivo una frazione del mondo è salva. Nessuno può impedire alla nostra volontà di determinarsi diversamente e fare la differenza attraverso la storia. L’odio è multiforme ma non ha la creatività dell’amore, soltanto l’amore è creativo e apportatore di vita.

martedì 1 settembre 2020

Sull'origine del male

Molti si sono interrogati sull’origine del male e non sono stati capaci di dare delle risposte soddisfacenti a riguardo. La civiltà umana ha conosciuto nel corso della sua storia tragedie immani, si può dire che non ci sia mai stato un solo giorno di pace nel mondo. Alcuni hanno realizzato l’idea che l’uomo sia prigioniero delle fatalità e vittima della sua natura intrinsecamente malvagia, un corpo destinato a corrompersi e a perire e una mente inferma incline a qualsiasi irrazionalità. Se ci si interroga sull’origine del male ci si deve necessariamente interrogare sull’origine della razza umana, da dove veniamo viene anche il male che ci attanaglia, è da quel punto in poi che ce lo portiamo addosso. L’umanità non può fuggire alla legge della mortalità, tutti ci ammaliamo e tutti soffriamo, purtroppo siamo anche tutti nemici di tutti e ogni giorno viviamo di questa realtà sotto i nostri occhi; in una dimensione così malsana della società le creature umane sono capaci anche di bene, ogni giorno facciamo esperienza anche di una realtà positiva. La religione e la filosofia sono le discipline che cercano di spiegare al nostro intelletto l’origine del male e le domande insolute ad essa correlate, la scienza non si preoccupa del perché ma della dimensione umana immanente, del suo procedere attraverso la storia e del migliorarsi della nostra specie attraverso la storia; le domande esistenziali per qualcuno con una certa mentalità intramondana se le pongono soltanto i sognatori, forse è meglio vivere senza farsi certe domande scomode perché non ci sono le risposte, tutti sappiamo in che genere di mondo viviamo. La religione offre delle risposte ma occorre la fede per accettarle e nulla riguardo le verità di fede è qualcosa che si può facilmente dimostrare. Le persone che vivono chiuse nella prospettiva di questo mondo non hanno scommesso sull’esistenza di Dio e l’esperienza le ha rese cattive ed egoiste, senza Dio non esiste una prospettiva oltre la morte ma solamente il nulla più buio, una persona senza Dio è capace di tutto, non possiede nessuna etichetta morale e a ragione, perché se Dio non esiste cosa rimane di una morale, a cosa serve? meglio perdersi dietro l’edonismo e cercare di cogliere sempre l’attimo, meglio soddisfare il corpo con le sue passioni, meglio non pensare. La rivelazione cristiana ci insegna che il male ha un’origine soprannaturale, non è qualcosa che appartiene essenzialmente a questo mondo transitorio, ma che da un’altra dimensione ha debordato in esso e ha fatto caduche tutte le cose compresa la vita umana, le relazioni, la società. Il male consiste nella separazione dell’uomo da Dio, senza Dio che è la sorgente della vita l’uomo cade nella morte, si susseguono innumerevoli generazioni nel tempo e l’uomo non è capace di liberarsi con le proprie forze da questa maledizione; se l’uomo fosse un animale come un altro e non avesse anima, il male non avrebbe motivo di sussistere e di diffondersi, ma l’uomo è una creatura molto diversa dagli altri animali. Se l’uomo segue ciò che la verità rivelata in Cristo gli suggerisce, se osserva la Legge eterna che si può intendere come la legge morale scritta nel suo cuore, può pervenire alla salvezza in prospettiva dell’immortalità della sua anima e del suo rapporto personale con Dio. Il male ha preceduto l’uomo nella caduta degli angeli e nella presenza sinistra dello spirito del male, il maligno che tenta l’uomo al peccato per tendergli quel tranello mortifero che gli faccia perdere la grazia e lo trascini nella perdizione. Senza credere nel soprannaturale la questione del male rimane insoluta, per coloro che si ostinano a credere che l’uomo sia un animale come un altro; si può aderire alla fede e cambiare di mentalità, si può scegliere di non farlo e vivere nell’inconsapevolezza di una vita vissuta senza una prospettiva che apre su Dio e sull’eternità. Se si crede innanzitutto si prega, se Dio non esiste e se non c’è anima non ha alcun senso pregare. Il male procede dalla libertà delle creature che scelgono di non amare Dio e di realizzare quaggiù un mondo senza Dio, senza legge morale, senza virtù cristiane. Ovunque vi sia l’uomo nel mondo c’è il male dentro di lui che lo accompagna ma anche un grande potenziale di bene, l’uomo rimane quasi sempre libero e capace dell’uno e dell’altro, è il principio di responsabilità.

mercoledì 26 agosto 2020

Silloge poetica n°056


IL MENDICANTE

Ogni cosa deve andare al suo giusto posto
nel non rassegnarsi all'inevitabile si è schiavi di un lupo
una bestia famelica che mastica dentro

Nella disperazione di non vedere più
gli occhi ciechi di un profeta vedono il destino e piangono
ho lasciato traccia nei discorsi e nel fumo

Quelle parole al vento che si disperdono
come scrivere sulla sabbia invece che scolpire un tempio
dei cantastorie raccontavano della solitudine

Cercavo nel mondo un po' di appagamento
mi affrancavo dalla disperazione mentre cantavo i salmi
era l'inverno arido della mia vita che tradisce

La compassione per le creature mi cambiò vestito
sembravo un nobile arrogante in quelle vesti preziose
non abitavo da tempo in quella casa rustica

Camminavo per le strade di una città marcia
quei fantasmi si smarrivano nelle conversazioni futili
tornavo sempre al solito posto per bere

Ogni sorso di liquore scendeva senza idee
ad ogni angolo rivedevo mia madre che sorrideva
ritrovai la via e incontrandola l'abbracciai

 

LA LEGGE DEL SOPRUSO

Ancora violenza e sangue nelle mani del mondo
quando i deboli chiedono giustizia e chi comanda infierisce
sono sciacalli che bramano la preda

Non ci sono deicidi nella città di Gerusalemme
hanno ammazzato Dio nei loro cuori per amore del denaro
la santa città si è ammantata di menzogne

Il grado del soldato si erge a padrone del pio
sono le pallottole le nuove lacrime di un mondo oramai morto
e ancora e ancora stridono gli stivali sull'asfalto

Nella forza del giusto suonano le parole oneste
si scrive su carta il diritto ma nella realtà è vanità pedante
nel fiore degli anni così muoiono i padri

Sono ebbri di sangue i cavalli dei potenti
la falsità e il doppio gioco dominano sopra i popoli
si cercano verità oltre la coltre del funereo

Guardavo cadere uomini stanchi e carichi di anni
mentre la vita dei fanciulli si spegneva perduta negli ospedali
la giustizia ha abdicato dai tribunali ed è dissolta

Doppio peso e doppia misura per molte epoche
non vedranno la luce le sante leggi che chiedono equità
siamo illusi e speranzosi in un cambiamento

 

SI COLMA DEL SIGNIFICATO

Sono alte quelle montagne che cadono nell'oceano
l'orizzonte richiama ombre scure che camminavano silenti
dal girovagare nei deserti arsi dalla notte

Videro gli occhi innocenti ampie sfumature di buio
quando la stella luminosa del mattino si eclissò per sempre
andavano lontano i sentimenti nostalgici

Anche se pioveva sangue nelle terre sconsolate
la bellezza del martirio stava su mille croci irte di spine
quando la testimonianza si faceva perseverante

Luna rossa da combattere nascosta da un velo
sono le preghiere di coloro che seminano la fede nella ragione
ma la follia dei seguaci del nulla prevale

Mi chiamava per nome l'angelo della misericordia
mentre l'angelo della morte preparava la mietitura dei giusti
nel granaio dell'agire saggio custodivano le anime

Cercavano le dimostrazioni del perché vivere
ma era la fine della vita il principio della consapevolezza
ogni preghiera era sapiente e muta

Le orme della debolezza sulla sabbia della memoria
si ergevano come statue le azioni che presagivano il risorgere
nei deboli aveva senso il rinascere alla gioia

 

SOFFIA DOVE VUOLE

Scrutavo l'abisso sordo di un cuore sofferente
mentre nel mondo si ergevano simulacri al falso e al pagano
ciascuno mieteva vittime al suo egoismo

Le acque dei fiumi si tingevano di rosso
è il sangue dei non nati offerti come olocausto al caduto
quelle acque raccoglievano le lacrime

Dove non si concedeva l'anima per l'amaro calice
rimanevano remote e inutili le domande per la veridica virtù
come foglie appassite su alberi secchi

Ogni litania veniva pronunciata a fatica
sembrava che le cantilene delle donne pie soffocassero
e il rigetto per la compassione riempisse la terra

Ad ogni sorgere del sole la rugiada sui volti
ogni discernere il male era un portare altro male nelle nubi
allora la pioggia sembrava il chiasso dei diavoli

Alla sorgente di un vento nascosto ecco lo Spirito
come una carezza benigna nelle anime solitarie e mansuete
andava dove non si sa e tornava nelle dimore pure

Questo dolce riposo che corrobora le anime
corpi che si fecero strumenti per la carità operosa e grata
la volontà di molti cambiò il suo corso

 

DEI CONFINI NEL DOLORE

Nelle lande desolate di un paese lontano
si anelava alla pace tra i rettili violenti che si mordevano
era un agire che definiva il grottesco

Si invocavano i santi per estinguere la rabbia
ma non volevano le masse rinunciare all'odio per l'odio
il malinteso di chi cercava una giustificazione

Nei paesi ricchi il divario cresceva sempre più
chi aveva tanto e molti che avevano niente e languivano
allora si alzava un grido di ribellione

Non era il desiderio del bene comune
piuttosto la ricerca del superfluo per appagare l'egoismo
ed era sempre più solo il popolo ingannato

Si accendevano conflitti per contendersi risorse
la civiltà si ergeva su un cumulo di teschi in frantumi
sullo sfruttamento dei poveri in sovrannumero

Quei materiali preziosi significavano sviluppo
mentre per chi scavava nelle miniere un pugno di riso
andava lontano e fuggiva il diritto

Ci sono luoghi al mondo dove si mangia all'estremo
altri luoghi sono abitati da persone che vivono grandi carestie
è un mondo disfunzionale e belluino

 

A NOI RIMANE L'ANIMA

Gli occhi spenti del povero sui sassi inerti
le sue mani sporche di terra che chiedono un po' d'acqua
con le vesti logore che parlano umiliandosi

Ci sono rughe in quel volto provato
il dolore di chi non ha niente e si sente vicino alla morte
un cuore piagato da anni di solitudine

L'indifferenza di chi passa accanto senza lacrime
poi quel pietismo di gente che si è convinta di essere giusta
ma non vuole toccare le piaghe del martirio

Chi come Dio grida l'arcangelo vilipeso
il cuore batte ore interminabili sotto le pietre di quel muro
la caligine dell'estate e la puzza di sudore

La fredda maestà di chi si rivela turpe
disprezza il povero Lazzaro sotto ogni sua ipocrita mensa
è il freddo di chi nasconde l'orgoglio sotto la maschera

Quando l'abbraccio di un uomo che ama
toglie il niente a quel corpo offeso dalla dea mammona
e le reti della solidarietà raccolgono pesci

Ancora un giorno e sarò andato via per sempre
non importerà a nessuno se non al crematorio che attende
e il fiore del male sulle ceneri derise

 

LE SEMBIANZE DEL NULLA

Un corvo danza nel cielo deturpato di pioggia
le tetre spirali dell'ignoto attentano alla credulità dei semplici
e la nebbia autunnale incombe sugli occhi

Ci sono ombre scure che vagano nella notte
mitigano quegli spettri che nella mente provocano paure
ansie di un passato fatto di memorie sepolte

Nel mentre delle vite insulse accusate di perbenismo
ipocrite come l'insulto ai nuovi emblemi dell'ateismo dominante
vuoto sempre presente in una società decadente

Sempre più radicate le volontà deicide
nel grembo delle madri è il luogo pericoloso per la vita
dove nasce il desiderio di smarrire il senso

Sopra il cielo delle città volano i pensieri del male
passano da oriente a occidente verso un lugubre tramonto
da uomo a uomo nell'eremo degli dei

Ancora un po' e l'anima troverà riposo
nei cimiteri oltre la collina dell'immaginazione senza morale
fino a trascendere il mondo dei divoratori

Sempre in quei cimiteri fino alla sera rosseggiante
risorgeranno dai meandri di una terra intrisa di fornicazione
le schiere degli stolti illusi dalle religioni

 

CONDURRE ALLA VITA

Gli alberi della foresta nera parlano al cielo
non ci sarà mai perdono per coloro che calpestarono l'amore
nella selva ci sono lupi famelici che girovagano

Oltre al bel volto di tua madre giovane
quello delle donne offese nel loro femminile chiarore
come la luna nel cielo dalle stelle spente

Qualche volta una donna mi carezzò il viso
un gesto consolatore per chi ha visto vilipendere il femmineo
un cuore grande come quello di una madre

Nel cuore di ogni madre ci sono le sue lacrime
quelle lacrime versate per un figlio o una figlia che fuggono via
le calamità della vita dividono gli affetti come lame

Quelle madri a cui l'osceno peccatore nega il diritto
sono donne e come sorelle che ci accerchiano con l'osmosi
loro cullano senza il velo della verginità e sospirano

Eccole le donne che nutrono i bambini al seno
viaggiano nei sogni e nei desideri di padri prossimi all'anima
mia madre non ha chiesto chi fossi per amarmi

Sempre sole con le doglie del parto e la nascita
chi è donna è madre e comunica la vita assieme all'Onnipotente
la Sapienza che è l'amore che scende da ogni donna

martedì 25 agosto 2020

Silloge poetica n°057


LE PAROLE PERSE ALTROVE

Come bufera sulle scoscese rocce della montagna
la pietra è il cuore del condannato offeso dall'aria impetuosa
quelle parole di persone senza cuore che feriscono

Talvolta è la parola cattiva a suscitare le lacrime
ma il dolore rimane nascosto e si vive da soli e non finisce
chi piange per quelli che si amano e chi per la sensibilità

Non ci sono molte alternative alle lacrime di coloro che amano
se si ama si piange e questo è il segno della nostra umanità vera
quando si piange dentro l'anima è come il filtrare della luce

Ancora qualche ora di sonno e mi sarò ritemprato
non dormo per l'angoscia di perdere le persone che amo
leggo dove capita per distrarmi e loro sono nei dettagli

Quando piangevo da bambino era per mio nonno che vidi morire
guardai il crocifisso appeso nella mia camera e dissi perché adesso
fai qualcosa gli dissi ed anche che non era giusto così presto

Ma quel crocifisso era mio nonno e le persone amate silenziose
non me ne accorgevo perché l'egoismo così stolto mi toglieva la vista
è proprio mio nonno quel Gesù che mi lascia e va in Paradiso

Quando ami una persona vorresti fosse immortale e presente
ma la morte è più forte del nostro abbraccio e le sue ali portano lontano
le parole di chi ho amato sono nel mio cuore e con loro le persone

 

LA FORNACE DELLE ANIME

Nell'abisso dove ardono i reprobi
alzano le urla le fiamme di un odio imperituro
nebbie silenti coprono il rimorso

Guide cieche che guidano altri ciechi
nel baratro del nulla che si erge sopra le membra d'argilla
forme opache si agitano nelle tenebre

Come fiori appassiti nel giardino dei morti
lugubre antro dove si spegne la speranza nella vita
non ci sono porte che aprono la fuga

Riescono oscure le bramosie della carne
niente di così perfido come l'odio che anela all'odio
fantasma del passato che danza il presente

Questa lenta agonia rammenta l'amore
un amore rifulge oltre la coltre delle nubi cerimoniali
è il sigillo di un demone antico

Viviamo senza sapere dove andremo
la verità negata di menti neglette oramai rinnegata
c'è derisione per l'altrui compassione

Senza l'amore si spegne la vita
e persone sempiterne muoiono ancora e ancora
è un canto questo fuoco immortale

 

LE OMBRE DEL VESPERO

Un pensiero viaggia per le strade
è il ricorrente anelito alla libertà che vuole parlare
troppo silenzio ha nascosto la verità

Ci sono grandi ideali calpestati dall'interesse
la vita è dimenticata nelle rovine di città nuove e antiche
quando volava alto il desiderio dell'alba

Ancora si aggira il lupo affamato
gli agnelli cercano rifugio nel loro pastore benevolo
il sangue degli innocenti sporca mani empie

Questo cuore ferito rigurgita angoscia
è un canto rotto dal rumore ferroso delle coscienze
corazze che disprezzano dure come l'acciaio

Notte oscura dove i fantasmi si estinguono
nel virulento morbo di sentinelle attente alla lussuria
sembra ovunque il chiassoso mordersi

Langue la terra dalle grida di gelide paure
si riconoscono i passi di coloro che abbiamo amato
trascorrono le ore ignare del lieto meriggio

Vinti sono i sovrani del celeste empireo
non ci sono che macerie dove si ergevano le forti mura
e le anime dei giusti nei campi elisi

 

QUESTO NOSTRO NEMICO

Le strade deserte e il cuore in apprensione
dall'oriente un demone invisibile ha invaso il mondo
si muove nell'aria nascosto e senza voce

Ci sono luoghi senza la pioggia o il vento
luoghi dove zone in cui l'inquinamento si è allontanato
dove le persone si tengono distanti

Ma il demone continua la sua corsa cattiva
e la medicina per sconfiggerlo è ancora sconosciuta
senza la paura non sappiamo chi siamo

Quello che da soli non possiamo superare
insieme saremo capaci di annientarlo per la vita comune
senza scrupoli e responsabilità siamo perduti

Questi eroi che combattono un mostro letale
che se la prende soprattutto con i più deboli ed esposti
hanno consacrato l'esistenza nel servizio agli altri

Con una coscienza che si pone delle regole
quando sono condivise da tutti e per il bene comune
il demone invisibile vedrà la sua capitolazione

Siamo in una società corrotta e questo è l'epicentro
un demone si è generato chissà da dove nemico dell'uomo
ma l'umanità che ama c'è ancora con la sua volontà

 

LE OMBRE DEL DESTINO

Ci sono cose che non vorrei sapere
oltre i muri del disordine e dell'indifferenza
non ho altra via per capire

Seguo quelle folgori nell'orizzonte vitreo
quello sguardo assente di donna senza futuro
nei meandri della desolazione sospiro

Non c'è una ragione in più per amare
senza il tuo cuore nel mio che batte e ribatte
ancora poco e mi perderò nel nulla

Sentieri ripidi verso mete lontane
nel tuo pensiero rivedo le cose che furono
e piango ansimante di vuoto

Furono costruite dimore eterne
nell'immortalità promessa da divinità estinte
non ho ancora colmato la misura

Quei fanciulli ridevano nell'ignoto
adesso li vedo nei miei sogni andare raminghi
non ci saranno altre visioni

Nella mia mente fuggono le sentenze
ho riprovevole vergogna per i miei secoli distrutti
questo destino con cui muore la civiltà

 

A META' DEL VIAGGIO

Quella danza che sottrae forza alla vita
decidere se sia il caso di abbandonare le vicissitudini
andandosene come se nessuno mi conosca

Trovare una porta dell'anima aperta
perdendo l'unico bene che si possiede a denti stretti
vincere la paura con l'abbandono fiducioso

Ho cercato nelle pareti della mia stanza
una fessura che desse sul crepuscolo fuori di qui
ma ho trovato soltanto dei rossi mattoni

Viaggiare con l'immaginazione nel cerchio
questo simbolo che porta il significato dell'imperituro
sono grandi i pensieri degli atei senza luce

La malinconia vincola il mio cuore al cielo
sento rivolgermi parole di conforto e di aiuto da dentro
quando oramai il nulla si è fatto sentire

Andare per le vie della perdizione e credere
convincersi che il dubbio sia tra i peccati il più servile
se dubito della mia vita ho dinanzi me stesso

Detesto quei rimorsi che non riesco a estinguere
qualche persona mi ha amato con le sue preghiere
ed ora prego sperando che qualcuno ci sia

 

CON LA PARVENZA DEL DIVERSO

Quando i tuoi occhi diventeranno i miei occhi
e le tue gambe incontreranno le mie camminando
allora i nostri cuori saranno un solo cuore

Nel procedere insidioso dei desideri
avevamo dimenticato la prossimità che ci rende umani
lasciavamo al caso le parole e le emozioni

Ero giovane di una giovinezza smarrita
placavo la sete di relazioni con un intenso vociferare
parlavo a me stesso e mi ascoltavo

Nel fiume che sorge su quel monte lontano
i pescatori catturavano le nostre vite oltre la cascata
noi diventavamo sordi in quell'acqua nervosa

Qualcuno guardandoci ci notava anomali
di una diversità che non fa paura ma che ci interroga
sentivamo venire meno il rispetto

Ma noi osservavamo le differenze con l'altrui peso
ci notavamo fuori dal gregge ed estranei a una comunità
l'amore vicendevole dava la giusta misura

Vivevamo per l'altro accanto a noi sorreggendoci
non facevano paura quelle giornate spese per aiutare
e alla fine ci sentivamo ancora felici

lunedì 24 agosto 2020

Silloge poetica n°058


QUANDO TERGI UNA LACRIMA

Non c'è nulla che ti cambia quanto la sofferenza
il tempo è il suo sentiero che perdi se decidi di diventare cattivo
quando condividi impari ad amare anche nel disagio

Dopo il momento della prova essa diventa il maestro
quella croce non è più un peso gravoso ma un giogo soave
quando impari ad amare è perché hai condiviso le lacrime

Nessun cuore compassionevole nasce per un nulla
ma per aver portato su di sé il dramma e l'angoscia oscura
sono le piaghe del dolore e i frammenti del cuore

Ho guardato molta gente e la nobiltà di carattere è dire sì
accettare la volontà di Dio come norma del proprio getsèmani
è la norma di ogni autentica preghiera cristiana

Quando sai piangere per una persona o una creatura
le tue lacrime si mescolano alle lacrime di Gesù che soffre
sono le vostre lacrime per coloro che toccano un abisso

Non siamo poi così soli nell'avvicinare chi piange
c'è chi piange da anni e non vede uno spiraglio di luce
sentendoci vicini a loro qualsiasi cosa possiamo è amare

Non ci sono nemici spietati siamo tutti fratelli e sorelle
sono caduti i muri e si scorgono i volti e le lacrime e gli sguardi
non dobbiamo diventare cattivi ma accarezzare il prossimo

 

L'ESTERIORE E' UN PO' SVANIRE

Su quelle placide acque danza il vento
ribelli a ogni diniego le farfalle sfiorano la superficie
nel sereno di un giorno che passa lento

Nei campi l'erba profuma di selvatico
non ci sono molte tradizioni a cantare la bellezza fugace
tutti vogliono fermare il tempo che si protrae nel tempo

Quel volto sogna di luoghi incantati
una ragazza che libera si nasconde sotto il cielo azzurro
un cuore innamorato della bellezza del creato

Non ci sono stagioni ma il firmamento eterno
fuori dal mondo si delineano i destini di persone benevoli
tanto è il mare all'orizzonte quanto l'anima all'ignoto

Ho cercato di innamorarmi spesso per essere felice
non mi sono mai accorto dell'amore di Dio così grande
l'ho trovato nel creato e nella compassione

Quei simboli religiosi sono i tratti che ci rassomigliano
oltre quel che sembra c'è la vita e non il nulla insensato
ho pregato per toccare un cuore amante e sincero

Negli altri c'è il significato che spiega a me stesso
rispondendo con la comprensione mi sono sentito amato
la vita è così buona e la sua radice è nella vita


IL VIAGGIATORE TRA LE SPINE

Ci sono tragitti da percorrere a piedi che durano mesi
si cercano solide basi per costruire la durata dei tempi
anche se la brevità della vita induce a riflettere

C'è sempre qualcuno da incontrare che porta consolazione
è un po' l'ordine nuovo di un mondo che passa e non ritorna
come la marea che la forza della luna fa crescere e calare

Tra molti rovi spinosi il cammino è arduo per chi cerca risposte
ma meglio cercare che accontentarsi di restare fermi in un luogo
dentro le morti di amici lontani ecco il passato che veglia

Andare tra terre che si incontrano desolate e semplici
viaggiare per comprendere l'umanità a cui apparteniamo
e sempre tra rovi spinosi come la corona del Cristo

Non sappiamo dove porta il cammino ma possiamo sperare
nelle pianure ci sono bestie cattive ma anche angeli benevoli
tanti ostacoli che con l'ingegno superiamo per aiutarci

Viaggiamo sotto un sole che ci tende la mano
ci dice che vuole condurci fino alla vetta di un alto monte
è difficile salire ed è anche faticoso ma confortante

Ancora ci ritroviamo all'inizio del nostro cammino
è un continuo ricominciare tra cadere e rialzarsi e procedere
quello che ci attende oltre l'orizzonte è il giorno per giorno

 

NELLA CASA E QUELLA SUA PORTA

Vivo in una casa con una taverna e una mansarda
da sistemare con rivestimenti e legno a vista
nella mia stanza c'è spazio per un micromondo circolare

Dentro la mia casa senza porta ci sono diverse persone sensibili
alcune sono fatte di carne e ossa come me
altre sono invisibili ma non vivono in un mondo fantastico

Le persone che non si vedono si pensano
allora pensandole e pregandole eccole proprio accanto a me
non mi parlano a voce perché è impossibile

Le persone nella mia stanza in taverna sono buone
comprendo il loro amore nei miei confronti
desiderano che io sia giusto e mi comporti saggiamente

Se con le orecchie ascoltassi per davvero le loro voci
allora sarei preda delle allucinazioni e il rifletterle un delirio
ma loro vivono dentro le parole della preghiera

La mansarda è spoglia e piena di tele di ragno
la si potrebbe rendere abitabile e la trave maggiore è alta
si cammina in piedi e verso le pareti ci si deve sedere

Un luogo è sotto il livello del terreno e l'altro è in alto
sono due luoghi che hanno un significato e nascondono segreti
dentro questi luoghi ci sono delle dimensioni

La casa è un universo e c'è posto per i vivi e per i morti
abitandola non ho paura perché conosco il suo vero profondo
è come l'inconscio abitato da chimere e idee simboliche

Quando sono solo e guardo al Signore che mi scruta
mi trovo alla presenza di un Cuore che mi ama con desiderio
su quel Crocifisso scorrono anche le mie lacrime

Non saprei dire se lassù in Paradiso vogliono anche me
come all'inferno coloro che guerreggiano per la mia anima
ma la mia anima è di Cristo e della santa Vergine

 

QUESTO GIORNO CHE PASSA

Andare per una strada e provare paura e angoscia
l'odio che diventa come materia oscura e disperante
sotto un sole tenue d'inverno senza luce

E' questo nuovo procedere delle fasi e del negare
la coltre di nubi che protegge la fragilità dei sensibili
niente è più perspicace dell'animo dolente

L'orologio segna le tre della notte ed è morte
ancora qualche ora e saranno le tre per il Crocefisso
è poi domenica e ancora una nuova alba fredda

Certi viandanti cercano sempre di scoprire la strada
quella giusta se la portano dentro senza mai saperlo
vedevano i sassi sul selciato e inciampavano giù

Soltanto un'altra ora di tragitto a piedi
il tempo sembra scandire le parole e tutto si ferma
dove c'erano le ombre sopravviene la luce

Gli alberi d'inverno riposano gelidi e imperturbabili
senza messaggi di antiche volontà che sembrano pensare
sono stanchi e l'aria accarezza i loro rami

Quei tronchi forti e alti sostengono il cielo
non cadono gli angeli ma gli uomini con i loro affanni
tante lacrime che salgono come linfa ibernata

 

GUARDARE OLTRE L'ORIZZONTE

Sulle alte montagne volano le aquile perdendosi
sembra che il sole piova rugiada nel mattino dei risorti
non c'è speranza per un mondo violento

Dedicano pagine di compunzione gli acerbi scrittori
quella letteratura è un rimprovero per i prosatori rassegnati
non c'è vita dove si è abbandonata la via dei giusti

Prologo inaspettato di chi vede avanti la perdizione
coltivare quelle parole nel cuore esasperato da tante vanità
non trovare niente che beatifichi il presente

Sono fuorviate le coscienze che non credono
convincersi di chi siamo e dove andiamo è il primo Vangelo
non c'è verità per lo stolto che non si accorge

Ed ecco le montagne con il loro limite superato
quelle vette sono senza elogio da parte dei colpevoli
è un orizzonte senza valori e senza cielo

Anche se ricerchiamo un significato esso ci sfugge
non abbiamo altro bisogno che sentirci amati e vivere per gli altri
l'illusione della felicità la cerchiamo nell'assurdo

Alle schiere degli angeli interessano le anime in Paradiso
invece ai demoni dell'inferno soltanto il desiderio di bestemmiare
quello che appartiene alla volontà è Dio o il nulla

 

OGGI E ANCORA GUERRE

Queste guerre combattute dalla viltà e dal bieco interesse
il mondo porta in sé teatri di morte dove gli indifesi sono uccisi senza pietà
non c'è una sola battaglia giusta ma sangue che si spegne

Nelle grandi battaglie ci sono soldati forti e valorosi
sulle strade delle città distrutte sangue spento di popoli schiavi
non c'è guadagno nelle battaglie ma delirio fratricida

Ogni giorno cadono bombe dal grande costo in denaro
sulle case della povera gente considerata a tradimento ostile e pericolosa
perché costoro non sono i nemici ma i miseri del mondo

Vivono con pochi dollari al giorno e sognano di volare via
chi li uccide ha il suo fucile che ne vale tanti di più e spara ancora odio
questa gente inerme non compie atti di aggressione

Quel terrore che scorre nelle loro vene senza violenza
sono le lacrime versate per il dolore e sapere di non poter scappare
combattiamo e non si tiene conto della vita che chiede aiuto

Allora in tanti fuggono dalla loro patria e sognano di trovare riparo
vanno lontano per sfuggire alla bocca dei leoni e trovare un futuro di pace
c'è chi resta ma non combatte e invece tenta di sopravvivere

Ma la vera battaglia è con la paura e con il lutto
le persone che amano muoiono presto e gli orfani disperano nella polvere
con la guerra tutto è finito e vincono quelli che hanno il denaro