Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 26 agosto 2020

Silloge poetica n°056


IL MENDICANTE

Ogni cosa deve andare al suo giusto posto
nel non rassegnarsi all'inevitabile si è schiavi di un lupo
una bestia famelica che mastica dentro

Nella disperazione di non vedere più
gli occhi ciechi di un profeta vedono il destino e piangono
ho lasciato traccia nei discorsi e nel fumo

Quelle parole al vento che si disperdono
come scrivere sulla sabbia invece che scolpire un tempio
dei cantastorie raccontavano della solitudine

Cercavo nel mondo un po' di appagamento
mi affrancavo dalla disperazione mentre cantavo i salmi
era l'inverno arido della mia vita che tradisce

La compassione per le creature mi cambiò vestito
sembravo un nobile arrogante in quelle vesti preziose
non abitavo da tempo in quella casa rustica

Camminavo per le strade di una città marcia
quei fantasmi si smarrivano nelle conversazioni futili
tornavo sempre al solito posto per bere

Ogni sorso di liquore scendeva senza idee
ad ogni angolo rivedevo mia madre che sorrideva
ritrovai la via e incontrandola l'abbracciai

 

LA LEGGE DEL SOPRUSO

Ancora violenza e sangue nelle mani del mondo
quando i deboli chiedono giustizia e chi comanda infierisce
sono sciacalli che bramano la preda

Non ci sono deicidi nella città di Gerusalemme
hanno ammazzato Dio nei loro cuori per amore del denaro
la santa città si è ammantata di menzogne

Il grado del soldato si erge a padrone del pio
sono le pallottole le nuove lacrime di un mondo oramai morto
e ancora e ancora stridono gli stivali sull'asfalto

Nella forza del giusto suonano le parole oneste
si scrive su carta il diritto ma nella realtà è vanità pedante
nel fiore degli anni così muoiono i padri

Sono ebbri di sangue i cavalli dei potenti
la falsità e il doppio gioco dominano sopra i popoli
si cercano verità oltre la coltre del funereo

Guardavo cadere uomini stanchi e carichi di anni
mentre la vita dei fanciulli si spegneva perduta negli ospedali
la giustizia ha abdicato dai tribunali ed è dissolta

Doppio peso e doppia misura per molte epoche
non vedranno la luce le sante leggi che chiedono equità
siamo illusi e speranzosi in un cambiamento

 

SI COLMA DEL SIGNIFICATO

Sono alte quelle montagne che cadono nell'oceano
l'orizzonte richiama ombre scure che camminavano silenti
dal girovagare nei deserti arsi dalla notte

Videro gli occhi innocenti ampie sfumature di buio
quando la stella luminosa del mattino si eclissò per sempre
andavano lontano i sentimenti nostalgici

Anche se pioveva sangue nelle terre sconsolate
la bellezza del martirio stava su mille croci irte di spine
quando la testimonianza si faceva perseverante

Luna rossa da combattere nascosta da un velo
sono le preghiere di coloro che seminano la fede nella ragione
ma la follia dei seguaci del nulla prevale

Mi chiamava per nome l'angelo della misericordia
mentre l'angelo della morte preparava la mietitura dei giusti
nel granaio dell'agire saggio custodivano le anime

Cercavano le dimostrazioni del perché vivere
ma era la fine della vita il principio della consapevolezza
ogni preghiera era sapiente e muta

Le orme della debolezza sulla sabbia della memoria
si ergevano come statue le azioni che presagivano il risorgere
nei deboli aveva senso il rinascere alla gioia

 

SOFFIA DOVE VUOLE

Scrutavo l'abisso sordo di un cuore sofferente
mentre nel mondo si ergevano simulacri al falso e al pagano
ciascuno mieteva vittime al suo egoismo

Le acque dei fiumi si tingevano di rosso
è il sangue dei non nati offerti come olocausto al caduto
quelle acque raccoglievano le lacrime

Dove non si concedeva l'anima per l'amaro calice
rimanevano remote e inutili le domande per la veridica virtù
come foglie appassite su alberi secchi

Ogni litania veniva pronunciata a fatica
sembrava che le cantilene delle donne pie soffocassero
e il rigetto per la compassione riempisse la terra

Ad ogni sorgere del sole la rugiada sui volti
ogni discernere il male era un portare altro male nelle nubi
allora la pioggia sembrava il chiasso dei diavoli

Alla sorgente di un vento nascosto ecco lo Spirito
come una carezza benigna nelle anime solitarie e mansuete
andava dove non si sa e tornava nelle dimore pure

Questo dolce riposo che corrobora le anime
corpi che si fecero strumenti per la carità operosa e grata
la volontà di molti cambiò il suo corso

 

DEI CONFINI NEL DOLORE

Nelle lande desolate di un paese lontano
si anelava alla pace tra i rettili violenti che si mordevano
era un agire che definiva il grottesco

Si invocavano i santi per estinguere la rabbia
ma non volevano le masse rinunciare all'odio per l'odio
il malinteso di chi cercava una giustificazione

Nei paesi ricchi il divario cresceva sempre più
chi aveva tanto e molti che avevano niente e languivano
allora si alzava un grido di ribellione

Non era il desiderio del bene comune
piuttosto la ricerca del superfluo per appagare l'egoismo
ed era sempre più solo il popolo ingannato

Si accendevano conflitti per contendersi risorse
la civiltà si ergeva su un cumulo di teschi in frantumi
sullo sfruttamento dei poveri in sovrannumero

Quei materiali preziosi significavano sviluppo
mentre per chi scavava nelle miniere un pugno di riso
andava lontano e fuggiva il diritto

Ci sono luoghi al mondo dove si mangia all'estremo
altri luoghi sono abitati da persone che vivono grandi carestie
è un mondo disfunzionale e belluino

 

A NOI RIMANE L'ANIMA

Gli occhi spenti del povero sui sassi inerti
le sue mani sporche di terra che chiedono un po' d'acqua
con le vesti logore che parlano umiliandosi

Ci sono rughe in quel volto provato
il dolore di chi non ha niente e si sente vicino alla morte
un cuore piagato da anni di solitudine

L'indifferenza di chi passa accanto senza lacrime
poi quel pietismo di gente che si è convinta di essere giusta
ma non vuole toccare le piaghe del martirio

Chi come Dio grida l'arcangelo vilipeso
il cuore batte ore interminabili sotto le pietre di quel muro
la caligine dell'estate e la puzza di sudore

La fredda maestà di chi si rivela turpe
disprezza il povero Lazzaro sotto ogni sua ipocrita mensa
è il freddo di chi nasconde l'orgoglio sotto la maschera

Quando l'abbraccio di un uomo che ama
toglie il niente a quel corpo offeso dalla dea mammona
e le reti della solidarietà raccolgono pesci

Ancora un giorno e sarò andato via per sempre
non importerà a nessuno se non al crematorio che attende
e il fiore del male sulle ceneri derise

 

LE SEMBIANZE DEL NULLA

Un corvo danza nel cielo deturpato di pioggia
le tetre spirali dell'ignoto attentano alla credulità dei semplici
e la nebbia autunnale incombe sugli occhi

Ci sono ombre scure che vagano nella notte
mitigano quegli spettri che nella mente provocano paure
ansie di un passato fatto di memorie sepolte

Nel mentre delle vite insulse accusate di perbenismo
ipocrite come l'insulto ai nuovi emblemi dell'ateismo dominante
vuoto sempre presente in una società decadente

Sempre più radicate le volontà deicide
nel grembo delle madri è il luogo pericoloso per la vita
dove nasce il desiderio di smarrire il senso

Sopra il cielo delle città volano i pensieri del male
passano da oriente a occidente verso un lugubre tramonto
da uomo a uomo nell'eremo degli dei

Ancora un po' e l'anima troverà riposo
nei cimiteri oltre la collina dell'immaginazione senza morale
fino a trascendere il mondo dei divoratori

Sempre in quei cimiteri fino alla sera rosseggiante
risorgeranno dai meandri di una terra intrisa di fornicazione
le schiere degli stolti illusi dalle religioni

 

CONDURRE ALLA VITA

Gli alberi della foresta nera parlano al cielo
non ci sarà mai perdono per coloro che calpestarono l'amore
nella selva ci sono lupi famelici che girovagano

Oltre al bel volto di tua madre giovane
quello delle donne offese nel loro femminile chiarore
come la luna nel cielo dalle stelle spente

Qualche volta una donna mi carezzò il viso
un gesto consolatore per chi ha visto vilipendere il femmineo
un cuore grande come quello di una madre

Nel cuore di ogni madre ci sono le sue lacrime
quelle lacrime versate per un figlio o una figlia che fuggono via
le calamità della vita dividono gli affetti come lame

Quelle madri a cui l'osceno peccatore nega il diritto
sono donne e come sorelle che ci accerchiano con l'osmosi
loro cullano senza il velo della verginità e sospirano

Eccole le donne che nutrono i bambini al seno
viaggiano nei sogni e nei desideri di padri prossimi all'anima
mia madre non ha chiesto chi fossi per amarmi

Sempre sole con le doglie del parto e la nascita
chi è donna è madre e comunica la vita assieme all'Onnipotente
la Sapienza che è l'amore che scende da ogni donna

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