Certa
cronaca che tratta di fatti tragici mette molta tristezza e fa anche piangere
quando a soffrire e a perdere la vita sono persone innocenti, deboli e
indifese; penso che certe cose accadano anche per colpa di quel male terribile
che infesta le città della nostra epoca moderna e che si chiama indifferenza;
tanta sofferenza, solitudine e indigenza potrebbero non esserci e addirittura
dei drammi potrebbero essere evitati se ci fosse alla base dello stato sociale
un vero e benevolo interesse per le persone, penso che purtroppo oggigiorno non
ci sia interesse per gli altri chiunque essi siano, non ci sia interesse per
nessuno, e questa è la causa primaria di tanti mali che potrebbero essere vinti
e superati. C’è qualcosa che non funziona nella società perché invece di
risolversi, molti problemi di persone fragili e bisognose vanno peggiorando e
talvolta culminano nel dolore e nell’abbandono, o addirittura nella morte.
Talvolta mi interrogo su che cosa potrei fare io per chi è in difficoltà e ha
bisogno di aiuto, ma non trovo delle risposte traducibili nel concreto… non
basta un piccolo contributo economico e una buona parola, occorre fare di più. Gli
altri sono come noi, hanno i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse
speranze, il nostro stesso anelito alla felicità, desiderano innanzitutto
essere accettati e sentirsi amati e compresi. Ci sono persone che si spendono
sul serio per gli altri e disinteressatamente per un sincero desiderio di
soccorrere e di lenire la sofferenza, insomma di fare quello che è possibile
dimostrando che gli esseri umani non sono tutti malvagi e menefreghisti, perché
ci sono persone ancora capaci di provare compassione mettendosi nei panni di
chi incontrano e ciò di cui non sono capaci è voltare le spalle a chi gli
domanda aiuto. Vedo tante persone camminando per la strada o andando in posti
diversi e la gente che incontro difficilmente mi comunica l’impressione di
essere cattiva, la gente è ordinariamente buona ed è giusto fidarsi degli altri
quando riconosciamo in essi dei principi solidaristici o addirittura l’amore
cristiano. Le cronache sui giornali e in televisione ci presentano un mondo
violento, egoista e confuso ma sono convinto che per ogni azione cattiva di cui
parlano i media ce ne siano altre dieci buone che rimangono nascoste e che vede
soltanto il Signore o pochi che se ne accorgono; non mi piace seguire certe
cronache perché si tratta di una forma di alienazione, è anche qualcosa di
perverso del genere “meglio sia capitato
a loro che a noi”; la realtà e intendo quella che circonda ogni persona, è
la realtà immediatamente usufruibile, contingente e che non si trova in chissà
quale sperduta parte del mondo, è il nostro mondo qui e adesso ed è quel mondo
che noi dobbiamo cercare di rendere più vivibile, conformemente alle sincere e nobili
aspirazioni del cuore umano e non soltanto per noi stessi ma per il prossimo che
incontriamo e nei cui confronti abbiamo dei doveri di amicizia e condivisione, quindi
di carità: sono doveri che ci responsabilizzano nei confronti di Dio e che si
riassumono nelle parole del Vangelo “quello
che avrete fatto a uno soltanto di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete
fatto a me”. Siamo molto lontani dalla civiltà dell’amore ma se ci fosse in
tutti un briciolo di buona volontà, ciascuno nel proprio ambito, ci avvicineremmo
passo dopo passo alla concretizzazione dell’ideale cristiano, e il mondo
diventerebbe bello e forse anche i contenuti dei media presenterebbero con
maggiore enfasi le cose positive e non sempre o quasi sempre quelle negative,
che talvolta fanno davvero piangere.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
venerdì 20 ottobre 2017
giovedì 12 ottobre 2017
Amare il Signore nella speranza
Questa è una poesia che ho scritto per la festività dei Santi e dei defunti, festa della speranza cristiana che richiama alle verità della fede e non a quel paganesimo serpeggiante con cui oggi molti miscredenti vogliono indottrinare le giovani generazioni
Non passa
giorno che il volo di un rapace ghermisca la mia anima facendomi sentire
estraneo al conviviale ritmo dei saluti e degli sguardi
Ci sono
giorni in cui l’anima si sente fuori dal mondo pur riconoscendolo per proprio
ma con distacco e superficiale negazione
C’è un
solo giorno in cui non riesco a capire la differenza tra la buona educazione e
il disprezzo per l’altro chiunque esso sia
Quel
giorno è fermo dentro di me e non mi lascia mai, è un giorno carico di pensiero
ma con un solo sentimento
E’ il
giorno della memoria, giorno severo che richiama indietro antichi fantasmi
paurosi che con il trascorrere del tempo si sono fatti più vividi e persistenti
Hanno
forma e contenuto, sono densi di pianto e non desistono dal proposito di
coinvolgermi nel loro girovagare tra i vivi che ignorandoli gioiscono
illusoriamente
Quelle
pareti dall’intonaco scrostato trasudano dolore umano, sono sensazioni ma è
anche la verità e non la si può tenere nascosta all’infinito
Questo è
il giorno che ha fatto il Signore, direbbero gli ipocriti predicatori che nella
mano innanzi a sé tengono il Vangelo e in quella nascosta dietro di sé l’artefatto
della cupidigia
E’ il
giorno della memoria, una domenica come un’altra senza spazio l’una dall’altra
a parte la routine del lavorare e del riposare nella propria famiglia, culla
della società e paradigma di civiltà
Ancora un
altro giorno ed è lo stesso, lo stesso di ieri e lo stesso di domani . . . ma
avrò ancora la possibilità di amare?
Questo è
il giorno che ha fatto il Signore, li ha fatti tutti ma uno soltanto ha
domandato per sé, perché l’uomo si dimostrasse fedele facendo il suo bene,
ricevendolo in dono da Colui che vuole il suo bene
Ancora un
altro giorno ed è lo stesso, lo stesso di ieri e lo stesso di domani . . . ma
avrò ancora la possibilità di perdonare?
E’ un
edificio costruito da mani esperte e fatto di dura pietra quello che mi
imprigiona in questo mondo, questa casa l’hanno fatta gli angeli e soltanto
loro la possono demolire
Nel
giorno prestabilito in cui il Signore dirà: “Lo voglio”, allora le mie labbra saranno baciate da un angelo buono
che mi accompagnerà ad una nuova casa
Nel
giorno prestabilito dal Signore, quello sarà per tutti il giorno della memoria,
non perché andrà ricordato ma paradossalmente perché tutti se ne
dimenticheranno . . . ma non il Signore della vita che lo conserverà nel suo eterno presente
Mia madre
e mio padre sono dentro quel giorno, attraverso di loro Dio mi ha dato la vita
e loro sono dentro quel giorno che appare distante e sconosciuto ma
verosimilmente è già qui
L’amore
di Dio è più forte di tutto, il male è sconfitto e il bene ha trionfato, l’amore
di Dio ha prevalso sull’odio ridondante di coloro che ostinatamente non
vogliono amare e sono nemici della compassione
Questo è
il nuovo giorno, l’alba della memoria che sorge luminosa e non avrà mai
tramonto . . . è qui adesso, non nel domani
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