Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 24 ottobre 2016

L'etica delle creature

Voler bene a un animale è qualcosa che possono solamente le persone più belle e senza trascurare il rispetto nei confronti dei propri simili, la sensibilità degli animali dovrebbe muovere il cuore delle persone a considerarli nostri amici e fratelli piuttosto che oggetti ad uso e consumo del nostro meschino egoismo; gli animali hanno una loro psiche e sono capaci di affetto, di sincerità e di fedeltà, attributi che a volte si fatica a riscontrare negli esseri umani che forse a torto si ritengono superiori o per dirla alla maniera di Darwin ‘evoluti’. Le creature di Dio riflettono nell’ordine della finitezza le sue perfezioni, non rispettare le creature è l’equivalente del disprezzo nei confronti di Dio, della blasfemia; in Genesi le creature stanno al di sotto dell’uomo nella creazione, è l’uomo che dà loro a ciascuna il nome, dare il nome è segno di autorità ma non nel senso di dominio bensì di custodia amorevole e di responsabilità. Gli animali sono a servizio dell’uomo e noi per il bene che ci fanno dovremmo ringraziarli: ci sono cani che aiutano persone, che le soccorrono e addirittura salvano loro la vita in situazioni critiche come gli incidenti, gli smarrimenti o le calamità naturali, gli animali hanno proprietà psicoterapeutiche che favoriscono la remissione di certe patologie, il miglioramento dello stato di salute persino fisico di uomini, donne e bambini, sono nostri amici e noi siamo i loro o meglio dovremmo comportarci di conseguenza per il bene che da essi ci viene dato con assoluta abnegazione, a parte l’affetto, il cibo e le cure mediche. La personalità degli animali dipende molto dal nostro modo di relazionarci con loro, ci sono cani e gatti con una personalità benigna ed altri purtroppo squilibrata, in quanto noi siamo i loro formatori e per i loro gesti e comportamenti siamo noi a doverne rispondere ai nostri consanguinei; ci sono storie di cani che per le loro gesta è lecito definire eroi e benefattori del genere umano, ma altre di cani aggressivi che causano tragedie e la responsabilità è sempre della cattiva condotta dei padroni o della mancata custodia, o semplicemente della inciviltà e della maleducazione di certi individui. Ci sono storie terribili dove la perversità dell’uomo ci fa vergognare di appartenere alla nostra specie, poiché ad essere vittime di certi atti di crudeltà sono proprio i nostri amici animali; quei comportamenti deviati sono espressioni di un odio così grande di cui soltanto gli esseri umani sono capaci e questo fa riflettere molto sul fatto che le bestie feroci non sono quelle che abitano le aree selvatiche del nostro pianeta, piuttosto le aree urbane e civilizzate dove viviamo tutti in società. Amare le creature è un dovere cristiano, l’amore per le altre creature ci insegna l’amore per il prossimo, la convivenza civile e la solidarietà che ci rendono davvero persone degne di essere definite tali; ogni animale in un determinato ecosistema ha un ruolo specifico, è un tassello perfettamente incastonato in un ordine stabilito dalla natura, ogni animale è essenziale per l’equilibrio del cerchio della vita; gli animali nei loro habitat naturali mangiano altri animali per sopravvivere e garantire una continuità nel tempo alla propria specie, noi li mangiamo ma non dovremmo sentirci predatori, dovremmo sentirci amministratori onesti che uccidono e si alimentano con un criterio conservativo e non con un atteggiamento psicologico di dissennata distruttività; mangiare la carne è giusto ma occorre esercitare il lume della ragione e quella qualità specifica che ci distingue dalle bestie, cioè la moralità con annesse le virtù in favore della vita. Le creature a diversi gradi della loro fisiologia sono esseri senzienti capaci di sofferenza e meritano il nostro rispetto e la nostra compassione. Il Comandamento della carità riguarda anche gli animali e fare loro del male significa calpestarlo, commettere un peccato e offendere il Creatore che ci ha detto: ama il tuo prossimo. Le creature sono un riverbero dell’amore di Dio in questa realtà e poiché Lui è l’autore della vita, ama le sue creature e offenderle è un’offesa fatta alla sua infinita bontà. La bontà delle creature ci conferma quanto più sia buono Dio che le ha fatte e le fa sussistere in questo mondo.

domenica 23 ottobre 2016

Virtù salvifica è la compassione

Questi che seguono sono i versetti biblici che portano in sé la parola ‘compassione’, sono versetti presenti nei libri sia del vecchio che del nuovo Testamento, il loro significato è proprio di diverse mentalità talvolta contrastanti ed è Gesù che fa della compassione il vincolo più nobile.

Eso 2:6 L’aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei».

De 19:21 Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede.

De 25:12 tu le taglierai la mano e l’occhio tuo non dovrà averne compassione.

De 28:50 una nazione dall’aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né avrà compassione del fanciullo;

De 32:36 Perché il Signore farà giustizia al suo popolo e dei suoi servi avrà compassione; quando vedrà che ogni forza è svanita e non è rimasto né schiavo, né libero.

1Sam 15:3 Va’ dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».

2Re 13:23 Alla fine il Signore si mostrò benevolo, ne ebbe compassione e tornò a favorirli a causa della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe; per questo non volle distruggerli né scacciarli davanti a sé, fino ad oggi.

2Cr 30:9 Difatti, se fate ritorno al Signore, i vostri fratelli e i vostri figli troveranno compassione presso coloro che li hanno deportati; ritorneranno in questo paese, poiché il Signore vostro Dio è clemente e misericordioso e non distoglierà lo sguardo da voi, se voi farete ritorno a lui».

Ne 9:31 Però nella tua molteplice compassione, tu non li hai sterminati del tutto e non li hai abbandonati perché sei un Dio clemente e misericordioso.

Tob 8:17 Tu sei benedetto, perché hai avuto compassione dei due figli unici. Concedi loro, Signore, grazia e salvezza e falli giungere fino al termine della loro vita in mezzo alla gioia e alla grazia».

Giudit 2:11 Quanto ai ribelli, non abbia il tuo occhio compassione di destinarli alla morte e alla devastazione in tutto il territorio.

2Macc 3:21 Muoveva a compassione il pianto confuso della moltitudine e l’ansia tormentosa del sommo sacerdote.

2Macc 7:6 «Il Signore Dio ci vede dall’alto e in tutta verità ci dà conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi».

Sal 36:21 L’empio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in dono.

Sal 36:26 Egli ha sempre compassione e dà in prestito, per questo la sua stirpe è benedetta.

Sal 68:21 L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati.

Sap 11:23 Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.

Is 27:11 I suoi rami seccandosi si spezzeranno; le donne verranno ad accendervi il fuoco. Certo, si tratta di un popolo privo di intelligenza; per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato, né chi lo ha fatto ne avrà compassione.

Is 63:9 in tutte le angosce. Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé, in tutti i giorni del passato.

Ger 12:15 Allora, dopo averli strappati, avrò di nuovo compassione di loro e farò tornare ognuno al suo possesso e ognuno al suo paese.

Ger 16:5 Poiché così dice il Signore: «Non entrare in una casa dove si fa un banchetto funebre, non piangere con loro né commiserarli, perché io ho ritirato da questo popolo la mia pace – dice il Signore – la mia benevolenza e la mia compassione.

Ger 20:16 Quell’uomo sia come le città che il Signore ha demolito senza compassione. Ascolti grida al mattino e rumori di guerra a mezzogiorno,

Ger 30:18 così dice il Signore: «Ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. La città sarà ricostruita sulle rovine e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.

Ger 42:12 Io gli ispirerò sentimenti di pietà per voi, così egli avrà compassione di voi e vi lascerà dimorare nel vostro paese.

Lam 3:22 Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione;

Ez 5:11 Com’è vero ch’io vivo, dice il Signore Dio, poiché tu hai profanato il mio santuario con tutte le tue nefandezze e con tutte le tue cose abominevoli, anch’io raderò tutto, il mio occhio non s’impietosirà, non avrò compassione.

Ez 7:4 Non s’impietosirà per te il mio occhio e non avrò compassione, anzi ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze; saprete allora che io sono il Signore.

Ez 7:9 Né s’impietosirà il mio occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze: saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce.

Ez 8:18 Ebbene anch’io agirò con furore. Il mio occhio non s’impietosirà; non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò».

Ez 9:10 Ebbene, neppure il mio occhio avrà compassione e non userò misericordia: farò ricadere sul loro capo le loro opere».

Ez 16:5 Occhio pietoso non si volse su di te per farti una sola di queste cose e usarti compassione, ma come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna, il giorno della tua nascita.

Ez 24:14 Io, il Signore, ho parlato! Questo avverrà, lo compirò senza revoca; non avrò né pietà, né compassione. Ti giudicherò secondo la tua condotta e i tuoi misfatti». Oracolo del Signore Dio.

Ez 39:25 Perciò così dice il Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di Giacobbe, avrò compassione di tutta la casa d’Israele e sarò geloso del mio santo nome.

Os 1:6 La donna concepì di nuovo e partorì una figlia e il Signore disse a Osea: «Chiamala Non–amata, perché non amerò più la casa d’Israele, non ne avrò più compassione.

Os 11:8 Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Admà, ridurti allo stato di Zeboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.

Os 13:14 Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte? Dov’è, o morte, la tua peste? Dov’è, o inferi, il vostro sterminio? La compassione è nascosta ai miei occhi.

Gioe 2:18 Il Signore si mostri geloso per la sua terra e si muova a compassione del suo popolo.

Zac 1:16 Perciò dice il Signore: Io di nuovo mi volgo con compassione a Gerusalemme: la mia casa vi sarà riedificata – parola del Signore degli eserciti – e la corda del muratore sarà tesa di nuovo sopra Gerusalemme.

Zac 1:17 Fa’ sapere anche questo: Così dice il Signore degli eserciti: Le mie città avranno sovrabbondanza di beni, il Signore avrà ancora compassione di Sion ed eleggerà di nuovo Gerusalemme».

Mal 3:17 Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve.

Mt 9:36 Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.

Mt 14:14 Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Mt 15:32 Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada».

Mc 1:41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».

Mc 8:2 «Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare.

Lc 7:13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».

Lc 10:33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.

Lc 10:37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

Fili 2:1 Se c’è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c’è conforto derivante dalla carità, se c’è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,

Eb 5:2 In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza;

Giac 5:11 Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione.

Giuda 23 altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata dalla loro carne.

sabato 22 ottobre 2016

L'alchimia del web

Per violare un sistema agli albori del web era sufficiente TELNET (l’applicazione del DOS per comunicare con i sevizi on-line dei computer), l’indirizzo IP e una porta anche tra le principali come la numero 80, o preferibilmente una backdoor e si entrava, al presente nell’era del web 2.0 la questione si è fatta molto più complicata e violare una macchina da internet è quasi impossibile se non si utilizzano software avanzati e strategie particolarmente sofisticate; i cracker sono quegli informatici di basso profilo che ad esempio rubano dati o fabbricano virus, mentre gli hacker sono gli informatici che seguono un codice etico simile a quello cavalleresco e perseguono i veri criminali digitali, quelli che mettono a rischio la sicurezza informatica dei comuni utenti della rete. Gli hacker negli anni ’80 e negli anni ’90 erano coloro che violavano le reti di scambio nascoste dei pedofili e ne distruggevano il materiale, e sono coloro che attualmente testano con la loro attività la tenuta dei sistemi e favoriscono l’implementazione del web e della sicurezza collettiva nel mondo virtuale. All’inizio il web non era come oggi, quasi tutto si sviluppava in chiaro a livello alto e la struttura della rete era pressoché orizzontale, con il trascorrere del tempo e della molteplicità di contenuti e informazioni il web si è sviluppato in senso verticale e profondo, a vari livelli e i delinquenti possono navigare nel deep web esercitando liberamente e fuori dall’attenzione comune e superficiale le loro losche operazioni; per gli hacker ha poco senso entrare nel profondo e rovinare certi ambienti digitali spregevoli con esplicite accezioni malvagie, è sufficiente avere il buon senso di non praticare quel mondo sommerso e iniquo, dove si può incappare in letali infezioni virali o addirittura nella giustizia penale. Certo materiale non deve essere cercato, non deve essere visionato e deve essere distrutto fino all’ultimo bit per non favorire la perversione di certi individui o addirittura un vero e proprio mercato dove gira parecchio denaro che finisce nelle tasche dei peggiori malviventi, che valutano la vita umana e la sua dignità come se fosse immondizia; la democrazia è un connotato fondamentale del web e deve rimanerlo, il web deve restare libero e le sue fonti indipendenti ma la legalità è altrettanto importante, quindi è necessario favorire una cultura informatica conforme ai dettami della moralità, è necessario perseguire i crimini proprio come nel mondo reale ricercando il mantenimento dell’ordine e un autentico progresso all’insegna del bene comune e della salute psicologica delle persone. Internet esente da qualsiasi forma di monopolio, ma nel rispetto dei diritti umani e della libertà personale: è un ideale giusto a cui tendere, da cui prospettare il futuro.

La calunnia, semente del diavolo

Questi che seguono sono i versetti biblici che portano in sé la parola ‘calunnia’, sono versetti che appartengono quasi tutti alla letteratura sapienziale, il loro significato è alquanto ovvio e non constano di interpretazioni.

Sal 14:3 non dice calunnia con la lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino.

Sal 30:14 Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda; quando insieme contro di me congiurano, tramano di togliermi la vita.

Sal 100:5 Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo farò perire; chi ha occhi altezzosi e cuore superbo non lo potrò sopportare.

Prov 10:18 Placano l’odio le labbra sincere, chi diffonde la calunnia è uno stolto.

Prov 13:5 Il giusto odia la parola falsa, l’empio calunnia e disonora.

Prov 16:28 L’uomo ambiguo provoca litigi, chi calunnia divide gli amici.

Sir 19:15 Interroga l’amico, perché spesso si tratta di calunnia; non credere a ogni parola.

Sir 26:5 Tre cose teme il mio cuore, per la quarta sono spaventato: una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo e una falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte;

Sir 51:6 Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re. La mia anima era vicina alla morte, la mia vita era alle porte degli inferi.

Mc 7:22 adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

Ap 2:9 Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei ricco e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.

giovedì 20 ottobre 2016

Il ricordo dei nostri morti

Quando la morte bussa alla porta di casa nostra, o, passando accanto, ci rapisce una persona cara, provoca nel cuore sofferenza, smarrimento, lutto. E si affacciano alla mente interrogativi sul senso della vita; e affiorano domande sull’aldilà, sul misterioso paese della morte. E non è facile trovare risposte.

Un giorno un bambino, a cui era morto il nonno, mi chiese: “Che faccia ha la morte?”. Preso alla sprovvista, mi vennero agli occhi le raffigurazioni della morte che avevano impressionato me da bambino: lo scheletro, il teschio, la falce. Dopo un attimo di esitazione risposi: “La morte non ha faccia, ma di volta in volta ha la faccia delle persone che muoiono. Oggi, la morte ha preso la faccia del nonno”. Non so quanto il bambino abbia potuto capire. Credo però che chiunque abbia vissuto l’esperienza della morte di una persona cara, sa che in quell’occasione la morte ha assunto il volto di colei o di colui che ci ha lasciati. E non è un volto bello. Quando ci fermiamo a fissare il volto, sigillato dalla morte, di una persona che abbiamo amato, sentiamo che quella persona non è più lì. Davanti ai nostri occhi è rimasto solo un freddo involucro, che porta i segni e le tracce della persona che abbiamo conosciuto. E dove è andata? E’ approdata al paese della morte da cui nessuno mai è tornato a dirci niente. Ed è un paese che ci fa paura, a volte terrore, anche se tutti vi siamo incamminati. Eppure il paese della morte non può essere la nostra meta ultima. Ognuno di noi sente, profondo, il desiderio che la vita continui, e nutre la speranza che la nostra Patria sia altrove, oltre la morte. Questo desiderio è solamente una idealità per patetici sognatori? O è qualcosa che ha un fondamento solido? L’unico modo per entrare in comunicazione con i defunti è la preghiera di suffragio o l’invocazione tramite la mediazione di Cristo e della Madonna, tutti gli altri metodi sono illeciti e aprono la porta al mondo del demoniaco: si prega per i morti che debbono espiare le proprie colpe e si pregano i beati, cioè coloro che sono in Paradiso. Qualsiasi modalità contraria alla virtù della fede e alla legge di Dio è ‘abominio’ o ‘abominazione’ per esprimersi con i termini della Sacra Scrittura. Chi interviene nelle pratiche occulte o medianiche finalizzate all’evocazione e all’interrogazione dei morti, sono sempre e soltanto i demòni e i dannati loro succubi, lo fanno per distoglierci dalla verità così da nuocere alle nostre anime. Il cristiano prega invocando il nome del Signore, prega con le preghiere della tradizione e coltiva una fede sincera nella vita oltre la morte, nella risurrezione di Gesù. La vita non finisce con la morte, la vita è un cammino per prepararsi ad essa in prospettiva della vita eterna: la vita è messa a buon frutto nell’osservanza dei Comandamenti di Dio, la vita è veramente vita se si ama Dio e il prossimo. Questa che segue è una preghiera composta da tre giaculatorie che racchiude in sé il senso della morte nel cuore del cristiano, detta anche preghiera della buona morte è un ausilio per affrontare il passaggio da questo mondo all’altro:

Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l’anima mia; Gesù, Giuseppe, Maria assistetemi nell’ultima agonia; Gesù, Giuseppe, Maria spiri in pace con voi l’anima mia.

sabato 15 ottobre 2016

L'età della mela verde

I giovani sono intelligenti e sensibili, hanno un grande bisogno di sentirsi amati e accolti, li ascolto ovunque e il loro mondo è diverso da quello degli adulti: è una grande responsabilità quella che hanno i grandi nei loro confronti, devono formare le coscienze a valori che sono in contrasto con la mentalità della società attuale; nell’età della ragione tutti possiedono la capacità di distinguere il bene dal male e di compiere scelte in piena responsabilità, consci delle conseguenze per sé e per gli altri. L’educazione fondamentale avviene nell’ambito della famiglia e i genitori debbono volere il bene dei loro figli, ma non dando le cose o imprimendo nelle loro menti l’idea che certe questioni siano importanti a discapito di valori che formano la persona a comportarsi in modo positivo; dare l’esempio è il metodo educativo più efficace, perché l’imitazione nei giovani è qualcosa di naturale e spontaneo. Sentirsi amati è la via maestra per imparare ad amare, se ci si sente amati rispondere con la gratitudine e l’amore è qualcosa che viene da sé senza alcuna forzatura: l’amore è il metodo educativo veramente conforme alle più sincere aspirazioni del cuore umano, l’amore è rispetto, stima e considerazione benevola, la sensibilità dei fanciulli e dei giovani lo percepiscono negli adulti a cominciare dai propri genitori, i piccoli ci guardano e noi dobbiamo esprimerci conformemente alle loro aspettative. Hanno il cuore puro esente da malizia e tante possibilità di futuro che li rendono preziosi e degni delle più nobili attenzioni, la parola è il veicolo del cuore e con la parola si convincono le anime a seguire certe vie piuttosto che altre, una proposta educativa a misura dello spirito umano è una proposta che verte su tre aspetti: la conoscenza di sé, la conoscenza degli altri, la conoscenza di Dio. Una persona ben formata a certi valori positivi è una persona che ha acquisito delle conoscenze in vari ambiti e ha esercitato la propria libertà per compiere scelte giuste, conformi allo spirito umano: se al proprio bambino e alla propria bambina si insegnano le tradizionali preghiere cristiane e li si invita a recitarle con costanza, gli si fa un bene immenso al presente e nell’avvenire. Occorrerebbe rieducare gli adulti prima di dargli la possibilità di educare i piccoli e i ragazzi, nella società forse è meglio tentare di rieducare per correggere i grandi piuttosto che dare messaggi scriteriati e favorire così un cattivo sviluppo della psicologia infantile e adolescenziale; gli adulti di oggi sono deficitari in quanto a maturità morale e spirituale, non hanno solide fondamenta, vacillano e sono incerti… ma non sono tutti uguali, c’è il meglio e il peggio un po’ dappertutto: una linea sottile che divide le buone coscienze da quelle cattive: amare per educare persone buone è l’unica cosa sensata che va a beneficio della comunità e non soltanto del singolo individuo. Una persona cattiva che si sente perdonata ha maggiori possibilità di cambiare e di diventare buona. Una persona che si sente giudicata e disprezzata continuerà ad avere un cuore indurito e impermeabile all’amore. Amare nei fatti è l’unica proposta educativa seria e veramente efficace per formare le giovani generazioni, contribuendo ad un mondo adatto ad essere la casa ospitale e sicura per l’intera umanità. L’amore è una forza vitale e costruttiva, senza amore e senza le altre virtù la civiltà diventa un ricettacolo di forze ostili all’uomo, di negatività fuori controllo, l’ordine e la pace vengono fagocitate dalla violenza e dall’egoismo, questa tendenza si chiama pulsione di morte o autodistruttività: io la chiamo convulsione satanica. Nel fanciullo ci sono già le forze del male sopite e nascoste sotto una patina di innocenza, il bene va lodato e il male va biasimato, semplicemente con la parola buona, con un atteggiamento mansueto e rispettoso ma al contempo severo e autorevole si educa l’anima del fanciullo, si dà una forma bella a quei vasi di creta tanto fragili che sono le nostre vite, per essere esatti la nostra vita interiore; con la pietra filosofale dell’educazione si trasforma il vile piombo in nobile oro, l’alchimia non era esattamente una pseudoscienza, era quella scienza dell’uomo che si proponeva la sua ascesa spirituale tramite un percorso fatto di allegorie e metafore, l’umanesimo tra scienza e filosofia. Il pulcino nel nido deve essere nutrito per crescere e diventare forte e questo è amore dato, ricevuto e ricambiato, quando diventa abbastanza grande si lancia nel vuoto e inizia il primo volo, non ha più bisogno di coloro che lo hanno protetto e l’amore dei genitori diventano le sue ali: è la missione di coloro che educano ed è una grande responsabilità nei confronti del Creatore, perché i figli non sono una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacimento. Nel Vangelo è scritto: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. (Mt 18:10) Fare del male ai bambini è fare del male a Dio, guardiamoci da una cattiva educazione che conduca una persona al male, al disordine morale, all’egoismo spietato, guardiamoci dal fare del male alle anime innocenti corrompendole: adeguarsi alla mentalità del mondo non è da cristiani, si deve avere il coraggio di andare controcorrente anche se costa caro.

sabato 1 ottobre 2016

Il mondo dei gatti e la loro sapienza

Harry era un giovane gatto nero che abitava in una sperduta e antica abbazia, dove vissero e pregarono monaci silenti, nelle campagne fredde e buie a nord della contea di Evengard; la sua abituale attività era lo studio delle discipline che si occupavano degli esseri umani, quelle creature arroganti e prevaricatrici da cui si era allontanato per preservare integro il lume della ragione. Harry aveva compreso studiando la psicologia umana di come le attitudini peggiori di molti animali bruti convivessero nella mente e nel cuore degli umani; il suo tempo era prevalentemente dedicato ad approfondire quell’istinto demoniaco che porta i membri di una stessa specie a sbranare avidamente i propri simili. Gli uomini si divorano tra loro perché ciascuno di essi non recepisce il valore dell’altro e sovrastima la propria persona e i propri bisogni, insomma ciò che intende come la sua felicità: la chiave di interpretazione è dentro l’ego malato dell’individuo, dentro il suo amor proprio; Harry fu perseguitato a causa della sua schietta sincerità in quanto i discorsi che faceva rivelavano senza ombra di dubbio l’ipocrisia degli uomini e la loro pusillanimità: sono capaci di prendersela solamente con i gatti più deboli, con coloro che non possono difendersi o avvalersi dell’aiuto di qualche anima buona e pia. Nella società dei gatti non accade mai che un individuo nuoccia al proprio consanguineo, i ruoli sono stabiliti in modo civile e incruento, come nel resto del mondo delle bestie; Harry comprese dalla lettura di un piccolo libriccino la dissociazione mentale degli uomini, la loro totale incoerenza e falsità: questo libriccino che a torto tanti di loro considerano un’opera di fantasia per sciocchi moralisti che non realizzano una fondamentale verità, e cioè che la coscienza morale è un costrutto della mente, una mera illusione dettata dalle convenzioni del tempo e dall’educazione religiosa, tanto fallace quanto deleteria; questo semplice libriccino è il Vangelo. Harry lesse il Vangelo senza pregiudizi e con attenzione, cogliendone la bellezza, proponendolo così alla società felina che lo accolse con un certo sospetto, considerato che proveniva dalla società di quelle creature balorde che sono gli uomini; Harry spiegò che il Vangelo conteneva una attraente proposta di vita, ma non soltanto; il Vangelo affermava senza alcuna contraddizione che Dio ama le sue creature e desidera il loro bene, ma anche che la vita è dono di Dio è porta in sé una componente sacrea. Ai gatti piacque talmente tanto che decisero di perdonare gli uomini per la loro innata cattiveria nei confronti delle creature più deboli e bisognose, ed Harry poté quindi dimostrare scientificamente che dagli uomini può procedere anche il bene, il bello e il vero in quanto non tutti sono uguali, ma ci sono anche i giusti che militano dalla parte di quel Dio che il Vangelo chiama amore, compassione e misericordia: c’è una medicina alla pazzia umana, questa medicina è il Vangelo dei gatti, animali onesti e affettuosi. In terra di Evengard si accese una luce, una luce perpetua che rifulse nella sensibilità delle coscienze… ed Harry finalmente conobbe l’uomo.

Video inquietanti dall'origine ignota

Sulla piattaforma youtube e in altri ambiti della rete vengono caricati video e foto che hanno per tema centrale l’inspiegabile e l’ignoto, addirittura ciò che disturba la sensibilità; molti non riescono ad identificare la natura delle immagini, il metodo di acquisizione e altro, le didascalie e i commenti parlano di fantasmi, alieni o imprecisati fenomeni paranormali, in realtà gli autori sono sempre i medesimi e cioè, per usare le parole di san Paolo nella sua epistola: “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”. (Ef 6:12) Alcune immagini ritraggono spettri fatti di ombra o di luce, figure grottesche dalle sembianze antropomorfe che si spostano veloci come animali in corsa, figure inquietanti di uomini, donne o bambini dai lineamenti del volto spaventevoli, figure di creature alate dall’aspetto animalesco che richiamano le rappresentazioni classiche del gotico, o stili artistici più prossimi alla nostra epoca, visivamente riconducibili a quelle entità malefiche comunemente definite con il termine demòni. Le sequenze video e le immagini sono autentiche, acquisite da dispositivi digitali di ripresa che registrano dallo spazio fisico reale, dalla nostra dimensione spaziale; non sono artefatti che vengono realizzati con tecniche cinematografiche, anche tra le più avanzate e sofisticate: è materiale foto/video autentico catturato dal mondo reale, quel mondo in cui ci muoviamo tutti, non è finzione… anche se è bene ricordare che i demòni sono maestri di inganno e di falsificazione; nel suo esercizio l’intelligenza esige discernimento e razionalità, per una analisi coerente della questione e di ciascuno dei suoi dettagli. Questa frontiera tra la dimensione fisica e la dimensione spirituale ci pone dinnanzi ad una serie di interrogativi, tra cui questo: che cosa si intende per spirito disincarnato o esente dal legame con la materia? ma anche ad un altro dilemma fideistico: esiste il diavolo? ed inoltre: qual è la sua concreta attività nei confronti del mondo umano e di ogni singolo uomo? Contro questi nemici invisibili le armi efficaci per difendersi sono la preghiera cristiana e la vita in grazia di Dio, nient’altro. Aggiungo come conclusione al breve discorso questo brano tratto dal Nuovo Testamento, dalle Lettere cattoliche: “Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna”. (Giuda 20,21)

Le ragioni del perdono

La preghiera gradita al Cielo è il perdono, una preghiera senza compassione per il proprio simile è lettera morta, è come quando si leggono le sacre Scritture illudendosi di trovarvi una frase o un discorso che il Signore ci rivolge personalmente… e invece ci specchiamo nei nostri desideri, come nel più deleterio narcisismo; pregare è molto semplice, ad esempio nei momenti bui e critici della vita è sufficiente dire con convinzione: “Signore aiutami ad amarTi e a fidarmi di Te”, oppure: “Signore perdonami”, o anche: “Signore liberami”. La Parola di Dio afferma che dalle creature si deduce infallibilmente l’esistenza del Creatore e la sua assoluta benignità; la Parola di Dio esprime con questa frase la trascendenza di Dio, la sua inconoscibilità: “Il Signore abita una luce inaccessibile”. Principio di sapienza è il timore di Dio che ci allontana dal peccato e ci preserva dagli sbandamenti e dalle cadute, è una virtù cristiana fondamentale che ci rende previdenti nei riguardi della giustizia di Dio, del suo giudizio, della condanna o della salvezza: è una virtù che ci aiuta a fare le scelte giuste e oneste nella sfera spirituale e morale, proprio come la prudenza che ci rende capaci di discernere perfettamente, o quanto più possibile perfettamente, il bene dal male, di conseguenza la salute della nostra anima, per un vivere civile a misura delle nostre autentiche, profonde e benevoli aspettative, una società che rispetti l’uomo e la sua libertà, che lo metta al centro di tutte le sue dinamiche. Per vivere giusti è necessario perdonare, se non si decide di perdonare si vive condizionatamente nell’ingiustizia, capaci di qualsiasi ingiustizia contro il prossimo; per essere giusti nei confronti di Dio che ci ha tratti dal nulla all’esistenza, la sua Parola di verità ci comanda di perdonare sempre e a tutti, non con vaniloqui ma con azioni concrete che procedono da un cuore sinceramente convertito: il cambiamento passa dalla volontà dell’individuo rivolta al bene degli altri e non soltanto al proprio, in una logica di parità, di eguaglianza. Questa prassi rivela la virtù della giustizia a cui il cristiano è chiamato, a cui sono chiamate le persone di buona volontà. Le virtù sono una forza vitale di cambiamento, di rinnovamento spirituale, tutto ciò che le contraria è per la morte, è per il maligno, è l’affermarsi del nulla nel mondo. Perdonare è donare per la vita, è donare per il prossimo, è dare la vita e non la morte. Perdonare è l’atto supremo che Gesù fece sulla Croce, è l’atto redentivo che li compendia tutti, proprio sulla Croce. La Croce di Cristo è il segno e il simbolo, quindi esplicito o implicito, del perdono che salva con la libertà dell’amore e libera dall’odio mortifero e dalla sua schiavitù che opprime. Se vuoi un mondo migliore e un al di là di pace e beatitudine con Dio, non puoi non perdonare, è un atto benevolo del tuo cuore imprescindibile da qualsiasi altro, è un atto di vero amore che nobilita. Perché domandare perdono? perché è quando si riceve il perdono da parte del Signore, il momento in cui si viene liberati da satana e quindi salvati: nel mondo invisibile dello spirito, nel mondo soprannaturale, nella realtà dell’anima immortale… anche per coloro che non credono la realtà è imprescindibile.