Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 1 ottobre 2016

Le ragioni del perdono

La preghiera gradita al Cielo è il perdono, una preghiera senza compassione per il proprio simile è lettera morta, è come quando si leggono le sacre Scritture illudendosi di trovarvi una frase o un discorso che il Signore ci rivolge personalmente… e invece ci specchiamo nei nostri desideri, come nel più deleterio narcisismo; pregare è molto semplice, ad esempio nei momenti bui e critici della vita è sufficiente dire con convinzione: “Signore aiutami ad amarTi e a fidarmi di Te”, oppure: “Signore perdonami”, o anche: “Signore liberami”. La Parola di Dio afferma che dalle creature si deduce infallibilmente l’esistenza del Creatore e la sua assoluta benignità; la Parola di Dio esprime con questa frase la trascendenza di Dio, la sua inconoscibilità: “Il Signore abita una luce inaccessibile”. Principio di sapienza è il timore di Dio che ci allontana dal peccato e ci preserva dagli sbandamenti e dalle cadute, è una virtù cristiana fondamentale che ci rende previdenti nei riguardi della giustizia di Dio, del suo giudizio, della condanna o della salvezza: è una virtù che ci aiuta a fare le scelte giuste e oneste nella sfera spirituale e morale, proprio come la prudenza che ci rende capaci di discernere perfettamente, o quanto più possibile perfettamente, il bene dal male, di conseguenza la salute della nostra anima, per un vivere civile a misura delle nostre autentiche, profonde e benevoli aspettative, una società che rispetti l’uomo e la sua libertà, che lo metta al centro di tutte le sue dinamiche. Per vivere giusti è necessario perdonare, se non si decide di perdonare si vive condizionatamente nell’ingiustizia, capaci di qualsiasi ingiustizia contro il prossimo; per essere giusti nei confronti di Dio che ci ha tratti dal nulla all’esistenza, la sua Parola di verità ci comanda di perdonare sempre e a tutti, non con vaniloqui ma con azioni concrete che procedono da un cuore sinceramente convertito: il cambiamento passa dalla volontà dell’individuo rivolta al bene degli altri e non soltanto al proprio, in una logica di parità, di eguaglianza. Questa prassi rivela la virtù della giustizia a cui il cristiano è chiamato, a cui sono chiamate le persone di buona volontà. Le virtù sono una forza vitale di cambiamento, di rinnovamento spirituale, tutto ciò che le contraria è per la morte, è per il maligno, è l’affermarsi del nulla nel mondo. Perdonare è donare per la vita, è donare per il prossimo, è dare la vita e non la morte. Perdonare è l’atto supremo che Gesù fece sulla Croce, è l’atto redentivo che li compendia tutti, proprio sulla Croce. La Croce di Cristo è il segno e il simbolo, quindi esplicito o implicito, del perdono che salva con la libertà dell’amore e libera dall’odio mortifero e dalla sua schiavitù che opprime. Se vuoi un mondo migliore e un al di là di pace e beatitudine con Dio, non puoi non perdonare, è un atto benevolo del tuo cuore imprescindibile da qualsiasi altro, è un atto di vero amore che nobilita. Perché domandare perdono? perché è quando si riceve il perdono da parte del Signore, il momento in cui si viene liberati da satana e quindi salvati: nel mondo invisibile dello spirito, nel mondo soprannaturale, nella realtà dell’anima immortale… anche per coloro che non credono la realtà è imprescindibile.

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