Harry era
un giovane gatto nero che abitava in una sperduta e antica abbazia, dove
vissero e pregarono monaci silenti, nelle campagne fredde e buie a nord della
contea di Evengard; la sua abituale attività era lo studio delle discipline che
si occupavano degli esseri umani, quelle creature arroganti e prevaricatrici da
cui si era allontanato per preservare integro il lume della ragione. Harry
aveva compreso studiando la psicologia umana di come le attitudini peggiori di
molti animali bruti convivessero nella mente e nel cuore degli umani; il suo
tempo era prevalentemente dedicato ad approfondire quell’istinto demoniaco che
porta i membri di una stessa specie a sbranare avidamente i propri simili. Gli
uomini si divorano tra loro perché ciascuno di essi non recepisce il valore
dell’altro e sovrastima la propria persona e i propri bisogni, insomma ciò che
intende come la sua felicità: la chiave di interpretazione è dentro l’ego
malato dell’individuo, dentro il suo amor proprio; Harry fu perseguitato a
causa della sua schietta sincerità in quanto i discorsi che faceva rivelavano
senza ombra di dubbio l’ipocrisia degli uomini e la loro pusillanimità: sono
capaci di prendersela solamente con i gatti più deboli, con coloro che non
possono difendersi o avvalersi dell’aiuto di qualche anima buona e pia. Nella
società dei gatti non accade mai che un individuo nuoccia al proprio
consanguineo, i ruoli sono stabiliti in modo civile e incruento, come nel resto
del mondo delle bestie; Harry comprese dalla lettura di un piccolo libriccino
la dissociazione mentale degli uomini, la loro totale incoerenza e falsità:
questo libriccino che a torto tanti di loro considerano un’opera di fantasia
per sciocchi moralisti che non realizzano una fondamentale verità, e cioè che
la coscienza morale è un costrutto della mente, una mera illusione dettata
dalle convenzioni del tempo e dall’educazione religiosa, tanto fallace quanto
deleteria; questo semplice libriccino è il Vangelo. Harry lesse il Vangelo
senza pregiudizi e con attenzione, cogliendone la bellezza, proponendolo così
alla società felina che lo accolse con un certo sospetto, considerato che
proveniva dalla società di quelle creature balorde che sono gli uomini; Harry
spiegò che il Vangelo conteneva una attraente proposta di vita, ma non
soltanto; il Vangelo affermava senza alcuna contraddizione che Dio ama le sue
creature e desidera il loro bene, ma anche che la vita è dono di Dio è porta in
sé una componente sacrea. Ai gatti piacque talmente tanto che decisero di
perdonare gli uomini per la loro innata cattiveria nei confronti delle creature
più deboli e bisognose, ed Harry poté quindi dimostrare scientificamente che
dagli uomini può procedere anche il bene, il bello e il vero in quanto non
tutti sono uguali, ma ci sono anche i giusti che militano dalla parte di quel
Dio che il Vangelo chiama amore, compassione e misericordia: c’è una medicina
alla pazzia umana, questa medicina è il Vangelo dei gatti, animali onesti e
affettuosi. In terra di Evengard si accese una luce, una luce perpetua che
rifulse nella sensibilità delle coscienze… ed Harry finalmente conobbe l’uomo.
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