Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 24 ottobre 2016

L'etica delle creature

Voler bene a un animale è qualcosa che possono solamente le persone più belle e senza trascurare il rispetto nei confronti dei propri simili, la sensibilità degli animali dovrebbe muovere il cuore delle persone a considerarli nostri amici e fratelli piuttosto che oggetti ad uso e consumo del nostro meschino egoismo; gli animali hanno una loro psiche e sono capaci di affetto, di sincerità e di fedeltà, attributi che a volte si fatica a riscontrare negli esseri umani che forse a torto si ritengono superiori o per dirla alla maniera di Darwin ‘evoluti’. Le creature di Dio riflettono nell’ordine della finitezza le sue perfezioni, non rispettare le creature è l’equivalente del disprezzo nei confronti di Dio, della blasfemia; in Genesi le creature stanno al di sotto dell’uomo nella creazione, è l’uomo che dà loro a ciascuna il nome, dare il nome è segno di autorità ma non nel senso di dominio bensì di custodia amorevole e di responsabilità. Gli animali sono a servizio dell’uomo e noi per il bene che ci fanno dovremmo ringraziarli: ci sono cani che aiutano persone, che le soccorrono e addirittura salvano loro la vita in situazioni critiche come gli incidenti, gli smarrimenti o le calamità naturali, gli animali hanno proprietà psicoterapeutiche che favoriscono la remissione di certe patologie, il miglioramento dello stato di salute persino fisico di uomini, donne e bambini, sono nostri amici e noi siamo i loro o meglio dovremmo comportarci di conseguenza per il bene che da essi ci viene dato con assoluta abnegazione, a parte l’affetto, il cibo e le cure mediche. La personalità degli animali dipende molto dal nostro modo di relazionarci con loro, ci sono cani e gatti con una personalità benigna ed altri purtroppo squilibrata, in quanto noi siamo i loro formatori e per i loro gesti e comportamenti siamo noi a doverne rispondere ai nostri consanguinei; ci sono storie di cani che per le loro gesta è lecito definire eroi e benefattori del genere umano, ma altre di cani aggressivi che causano tragedie e la responsabilità è sempre della cattiva condotta dei padroni o della mancata custodia, o semplicemente della inciviltà e della maleducazione di certi individui. Ci sono storie terribili dove la perversità dell’uomo ci fa vergognare di appartenere alla nostra specie, poiché ad essere vittime di certi atti di crudeltà sono proprio i nostri amici animali; quei comportamenti deviati sono espressioni di un odio così grande di cui soltanto gli esseri umani sono capaci e questo fa riflettere molto sul fatto che le bestie feroci non sono quelle che abitano le aree selvatiche del nostro pianeta, piuttosto le aree urbane e civilizzate dove viviamo tutti in società. Amare le creature è un dovere cristiano, l’amore per le altre creature ci insegna l’amore per il prossimo, la convivenza civile e la solidarietà che ci rendono davvero persone degne di essere definite tali; ogni animale in un determinato ecosistema ha un ruolo specifico, è un tassello perfettamente incastonato in un ordine stabilito dalla natura, ogni animale è essenziale per l’equilibrio del cerchio della vita; gli animali nei loro habitat naturali mangiano altri animali per sopravvivere e garantire una continuità nel tempo alla propria specie, noi li mangiamo ma non dovremmo sentirci predatori, dovremmo sentirci amministratori onesti che uccidono e si alimentano con un criterio conservativo e non con un atteggiamento psicologico di dissennata distruttività; mangiare la carne è giusto ma occorre esercitare il lume della ragione e quella qualità specifica che ci distingue dalle bestie, cioè la moralità con annesse le virtù in favore della vita. Le creature a diversi gradi della loro fisiologia sono esseri senzienti capaci di sofferenza e meritano il nostro rispetto e la nostra compassione. Il Comandamento della carità riguarda anche gli animali e fare loro del male significa calpestarlo, commettere un peccato e offendere il Creatore che ci ha detto: ama il tuo prossimo. Le creature sono un riverbero dell’amore di Dio in questa realtà e poiché Lui è l’autore della vita, ama le sue creature e offenderle è un’offesa fatta alla sua infinita bontà. La bontà delle creature ci conferma quanto più sia buono Dio che le ha fatte e le fa sussistere in questo mondo.

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