Oggi a
pensare al Natale come la nascita del bimbo Gesù sono in pochi, e ancora meno
chi crede nel Mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio, quel bimbo nato da
una vergine è Dio, sono cristiano ed è la mia fede e a credere in una cosa
tanto fantasiosa per qualcuno occorre essere proprio matti, significa che sono
matto. Quel bimbo nasce e già lo cercano i militari dell’epoca mandati da un
potente di turno per ammazzarlo insieme agli innocenti martiri, i bambini in
fasce di quell’area geografica mediorientale. Gesù nasce a Betlemme, la ‘casa
del pane’ nella sua etimologia, in una situazione di costante pericolo e di
emarginazione, quindi si salva imprevedibilmente grazie al ministero degli
angeli e diventa un profugo o immigrato, la sua famigliola fugge in Egitto e
attende degli anni prima che le cose si mettano per il meglio, quindi torna
nella città d’origine. Quel bambino neonato viene al mondo in una
condizione di dimenticato, per la Madonna che deve partorire non c’è un alloggio
da nessuna parte, soltanto un cantuccio nel presepe vicino alla mangiatoia per gli
animali. Quel bimbo ebreo nasce come siamo nati noi, nella nostra realtà contingente,
condividendo con noi praticamente tutto, quel bimbo colma di valore la vita di
ogni bimbo, di ogni nascituro e decreta la sacralità della vita umana, nel
piccolo Gesù è presente il contenuto di ogni coscienza davanti al prossimo e
davanti alle proprie responsabilità, nel piccolo Gesù è presente la vera etica
umana e il senso più profondo del nostro stare al mondo. Molti vedono nel
bambino di Betlemme il simbolo dell’innocenza, quella vita ci interroga sull’importanza
della gentilezza e del rispetto. E’ appena nato e ha già molti nemici, ci sono soltanto
dei semplici pastori di gregge che vanno a salutarlo, nasce nel nascondimento
così come sarà quasi tutta la sua vita, nasce lontano dal frastuono delle città
e della gente mondana, nasce vicino ai poveri, agli umili e ai piccoli. Negli
Atti degli Apostoli viene definito con l’espressione ‘Autore della vita’, che i
malvagi hanno crocifisso per ignoranza ma che è risorto dopo tre giorni dal
sepolcro. Vieni bimbo Gesù e portaci un
po’ di pace, tra tanta ingiustizia, violenza e disprezzo per la vita,
soprattutto dei più deboli; vieni bimbo Gesù e cambia i nostri cuori, dove non
c’è umanità porta la compassione, dove c’è odio l’amore; vieni bimbo Gesù e con
il tuo cuore puro vinci il nostro egoismo. Se preghiamo in questo modo
anche nei giorni dell’anno che non sono il Natale, non siamo semplicemente dei
cristiani, ci dimostriamo umani, la società necessità di essere umanizzata e
soltanto dopo di essere evangelizzata con la buona novella, dal Vangelo che
quel bimbo e la sua mamma ci hanno fatto conoscere con la loro vita concreta e
non con vane parole o con giudizi temerari.