Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 15 dicembre 2019

La nascita dell'Eterno con noi

Oggi a pensare al Natale come la nascita del bimbo Gesù sono in pochi, e ancora meno chi crede nel Mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio, quel bimbo nato da una vergine è Dio, sono cristiano ed è la mia fede e a credere in una cosa tanto fantasiosa per qualcuno occorre essere proprio matti, significa che sono matto. Quel bimbo nasce e già lo cercano i militari dell’epoca mandati da un potente di turno per ammazzarlo insieme agli innocenti martiri, i bambini in fasce di quell’area geografica mediorientale. Gesù nasce a Betlemme, la ‘casa del pane’ nella sua etimologia, in una situazione di costante pericolo e di emarginazione, quindi si salva imprevedibilmente grazie al ministero degli angeli e diventa un profugo o immigrato, la sua famigliola fugge in Egitto e attende degli anni prima che le cose si mettano per il meglio, quindi torna nella città d’origine. Quel bambino neonato viene al mondo in una condizione di dimenticato, per la Madonna che deve partorire non c’è un alloggio da nessuna parte, soltanto un cantuccio nel presepe vicino alla mangiatoia per gli animali. Quel bimbo ebreo nasce come siamo nati noi, nella nostra realtà contingente, condividendo con noi praticamente tutto, quel bimbo colma di valore la vita di ogni bimbo, di ogni nascituro e decreta la sacralità della vita umana, nel piccolo Gesù è presente il contenuto di ogni coscienza davanti al prossimo e davanti alle proprie responsabilità, nel piccolo Gesù è presente la vera etica umana e il senso più profondo del nostro stare al mondo. Molti vedono nel bambino di Betlemme il simbolo dell’innocenza, quella vita ci interroga sull’importanza della gentilezza e del rispetto. E’ appena nato e ha già molti nemici, ci sono soltanto dei semplici pastori di gregge che vanno a salutarlo, nasce nel nascondimento così come sarà quasi tutta la sua vita, nasce lontano dal frastuono delle città e della gente mondana, nasce vicino ai poveri, agli umili e ai piccoli. Negli Atti degli Apostoli viene definito con l’espressione ‘Autore della vita’, che i malvagi hanno crocifisso per ignoranza ma che è risorto dopo tre giorni dal sepolcro. Vieni bimbo Gesù e portaci un po’ di pace, tra tanta ingiustizia, violenza e disprezzo per la vita, soprattutto dei più deboli; vieni bimbo Gesù e cambia i nostri cuori, dove non c’è umanità porta la compassione, dove c’è odio l’amore; vieni bimbo Gesù e con il tuo cuore puro vinci il nostro egoismo. Se preghiamo in questo modo anche nei giorni dell’anno che non sono il Natale, non siamo semplicemente dei cristiani, ci dimostriamo umani, la società necessità di essere umanizzata e soltanto dopo di essere evangelizzata con la buona novella, dal Vangelo che quel bimbo e la sua mamma ci hanno fatto conoscere con la loro vita concreta e non con vane parole o con giudizi temerari.