Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 30 novembre 2015

Chi cerca Dio ama la solitudine

La solitudine è quello specchio che ti mette alla presenza della tua verità; quando ci ritroviamo soli a volte abbiamo paura, quando abbiamo accanto delle persone proviamo una grande consolazione, da come una persona vive la propria solitudine, che siano momenti o l’intera esistenza, esprime il suo rapporto con l’ignoto: ciascuno interpreta ciò che non conosce con modalità differenti, riconosce la sua estrema fragilità, la sua transitorietà, la sua piccolezza oppure si sente forte della sua autonomia e indipendenza, ma questa considerazione è fasulla, non è altro che percepire sé stessi come un assoluto e il resto del mondo relativo, significa illudersi fin tanto da diventare folli. La solitudine porta in sé la perversa capacità di degradare l’uomo facendolo nemico di tutto quello che non è suo, compresa la vita altrui, ma porta in sé anche la capacità positiva di aprire il cuore alla grazia e di incontrare Dio nel segreto dell’anima. Quando senza suggerimento di alcuno desideri pregare e preghi, il tuo potenziale di bene si esprime nei tuoi confronti e nei confronti degli altri che sono nostri fratelli e nostre sorelle: è l’incominciamento di un anelito sincero e spontaneo, il desiderio di amare perché ci si sente amati, chi non vuole amare è perché non si è mai sentito amato da nessuno, sentendosi amata una persona risponde con la gratitudine, il che significa decidere di amare, liberamente e per scelta, senza costrizione ma per l’esercizio della sua volontà. La volontà ci differenzia, volere il bene significa ricercarlo per sé stesso, non volerlo significa chiusura e opposizione, gli antichi usavano l’espressione ‘ indurimento del cuore ’ o ‘ cuore di pietra ’, è quella condizione interiore, morale e spirituale che non ci permette di provare rimorso, di pentirci, di piangere, di compatire, di sentire il prossimo come parte di noi e noi suoi custodi e responsabili della sua vita e del suo destino. C’è chi rimane solo per scelta e c’è chi non può cambiare la propria situazione perché non ne ha la forza, la capacità e il potere… perché da solo non ce la fa e non trova aiuto. Quando nasciamo dal grembo di nostra madre siamo soli, quando moriamo siamo soli: se noi preghiamo o accanto abbiamo qualcuno che prega per noi, siamo consolati perché il Signore che ci ha tratti dal nulla all’essere non ci abbandona mai, ad ogni istante dell’esistenza è sempre vicino, è molto vicino. Credere che dove siamo [localizzazione] ci sia una Persona che non vediamo [sostanzialità] equivale a una ideazione, a una proiezione mentale, a una fantasia: non è così. La realtà non è soltanto quella che pensiamo o di cui ci convinciamo della concretezza perché cade sotto la percezione dei sensi, quindi è tangibile e inequivocabile; la realtà è molto vasta e profonda, per lo più sconosciuta, affermare una simile idea è razionale, non comporta alcuna forma di alienazione, è qualcosa che manifesta curiosità e apre alla ricerca. Una vita trascorsa in solitudine non necessariamente porta a sentirsi soli e privi del contatto con gli altri, la solitudine la senti nella misura in cui hai dimenticato che il mondo è una dimensione caratterizzata dalla molteplicità delle espressioni che manifestano la vita nelle sue innumerevoli creature; si è veramente soli quando ci si ripiega nella solitudine e non si vuole uscire da sé stessi per incontrare le altre persone con l’esercizio delle facoltà comunicative: una di queste facoltà è la preghiera che si esprime con i sentimenti e la parola. Chi prega non è mai solo perché eleva la sua dimensione naturale a quella soprannaturale, instaura una relazione benevola e benefica con la pratica di quella virtù cristiana che è la fede: chi crede non può rinunciare alla preghiera, chi crede prega perché è consapevole che Qualcuno lo ama e desidera la sua amicizia, una intesa profonda, una comunione di cuori, il dialogo e l’ascolto. Amare chi ti ama è il superamento definitivo della solitudine esistenziale, dell’ontologica separazione dal mondo e dai propri simili. La persona veramente sola è quella che non vuole amare, la persona che ama si apre agli altri e sia il senso della solitudine come la sua realtà fisica, svaniscono nel sentire il prossimo dentro la propria anima, guardandolo con sincera affezione, è l’empatia che diventa bellezza esistenziale, senso autentico dell’esistenza, non è un sogno che ci estrania da quaggiù, è una forza che ci rende capaci di partecipare alla vita che ci avvolge e ci coinvolge, nel bene o nel male lo decidiamo noi e il Signore ci vede interessandosi attivamente alle nostre vicende, ma noi quasi sempre non ci prestiamo attenzione.

giovedì 12 novembre 2015

Selezione di haiku n°001

Haiku (del medesimo autore e apologeta)
Antologia di metafore tra la natura e il mondo interiore

La perla preziosa del cuore
suonano le note sul pentagramma in estate
quel che ascolto è candore

Albero tra radici e chioma
stende i suoi rami frondosi nei sogni
eco di voci chiamano fantasie

Nulla è bello come volare
libellula sullo specchio d’acqua di uno stagno
sorridere alle nuvole che migrano

La tigre aggredisce chi brama
mangiare è nutrire il desiderio del vivo
saziando lo stomaco cresce celermente

Donna che conosce chi amerà
amare è la dottrina del vento libero
senza libertà la persona ammutolisce

Fare per essere nel divenire
ambra dalla resina antica che immortala lucentezza
la bellezza traspare dal legno

Saggezza che vuole il bene
nel risentimento prova tristezza e senso desolante
la locusta divora le colture

Luna circolare nel firmamento immenso
il suo riflesso negli sguardi dei meditabondi
pupille nere che scrutano lontano

Vento caldo dai deserti soffia
si appoggia lieve la guancia su costei
carezzando la pelle muove tenerezza

Non c’è coraggio senza ardire
il lupo cerca nella steppa la gazzella
facile con la carne passibile

Rispetto è correre con affetto
dal bosco e dal sottobosco rumori ancestrali
la lentezza è rispetto sagace

Senza pioggia il lago dissecca
arida è l’anima senza affezione e sensazioni
se qualcosa di importante rimane