Qualche
uomo di Dio del passato disse alla gente che adorare il Signore nelle chiese,
magari nel Santissimo Sacramento che all’apparenza è semplice pane, non ha
alcun senso se si lasciano soli e abbandonati i deboli, gli ammalati e gli
indigenti perché Gesù vive soprattutto e preferenzialmente in quelle persone,
noi dobbiamo riconoscerlo in loro con la nostra compassione come se
riconoscessimo una persona amata nell’Ostia crocifissa che tanto ci ha amato da
dare la sua vita per acquistare a così caro prezzo le nostre anime. Se Cristo
non lo si riconosce in coloro che incontriamo e che necessitano del nostro aiuto
e della nostra comprensione, significa che siamo ancora sotto il potere del
diavolo. A Natale come ogni giorno dell’anno viviamo chiusi nel nostro egoismo,
nelle nostre case addobbate a festa e con la tavola imbandita di vivande. Se
Dio vive negli altri che ci chiama a servire, quella chiusura che ci porta al
gruppo esclusivo e all’esclusione di chi non ci piace o ci infastidisce, non è
secondo lo spirito del Natale e occorre ricordare che il racconto del Natale è
scritto nel Vangelo, il bambino Gesù nasce rifiutato da chi se ne stava al
caldo di una dimora confortevole, nasce in un luogo a parte e viene deposto in
una mangiatoia, era la stalla degli animali. C’è chi un Dio così non lo vuole
perché estraneo alle nostre aspettative e al nostro orgoglio, c’è invece chi lo
accoglie sapendo che si tratta di un bambino. Tutti i bambini vanno accolti
perché sono un dono di Dio, ad ogni nascita Dio ci dice che non si è mai
stancato di noi, che è sempre disposto a scommettere su ciascuno di noi. Questo
sarà il solito Natale ma forse qualcuno si accorgerà di quanto sia bella la
vita e di come sia conforme a un progetto, è un invito che riceviamo tutti e
che il Vangelo da secoli ci propone, è l’invito a uscire dal nostro egoismo e
ad accorgerci che il prossimo forse non trascorrerà un Natale felice come il
nostro tra tanta roba e tante vuote risate, ma piangerà come quel piccolo Gesù
nel fieno della mangiatoia, confortato dalla voce benevola di sua mamma e
scaldato dal tepore del suo corpo. Chi trascorrerà il Natale che è un giorno
come un altro, farà esperienza della vanità e dell’indifferenza e il giorno
dopo tornerà ad essere quel mostro che è sempre stato. Chi adesso amerà Gesù
con una preghiera spontanea che viene dal cuore e tenderà la mano a chi soffre
nel bisogno avrà vissuto il Natale mille volte, se cambia vita e deciderà di
praticare i Comandamenti avrà vissuto il Natale anche diecimila volte, se
perdonerà e si pentirà del male commesso avrà vissuto il Natale un milione di
volte, e tutto questo in un momento, solamente un istante nell’eternità, breve
e fugace, che sarà stato sufficiente a far conquistare al Paradiso la sua anima
così tanto preziosa e per cui quel bimbo di Betlemme è nato al mondo circa
duemila anni orsono, quel bimbo è Dio che ha assunto in sé la natura umana, da
quell’istante in poi ogni bimbo che è nato al mondo e che nascerà appartiene al Dio della
vita e della risurrezione. Questo è il Natale di chi decide di amare Dio, è una
nuova visione della realtà, è comprendere e fare propria la verità di quel Bambino,
non si accetta superficialmente di credere ma bensì si viene conquistati dal
fascino della fede, è Dio che ci conquista e pregare diventa una espressione di
bellezza, se ti fa stare bene ti rende contento.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sabato 15 dicembre 2018
martedì 4 dicembre 2018
La vita è inspiegabile
La
capacità di comprendere la differenza tra una cosa e una creatura vivente è un
traguardo educativo che già da molto giovani si dovrebbe acquisire, è
semplicemente questione di educazione, è un valore che i grandi devono
trasmettere ai piccoli innanzitutto con l’esempio, poi con la parola. Gli
animali uccidono soltanto quando hanno fame oppure spinti dall’istinto e talvolta
ci possono essere casi di squilibrio della personalità, ma gli animali non sono
capaci di odiare e di agire causando un danno ai propri simili se non in casi
rari. La natura umana è paurosa perché soltanto dagli uomini può provenire il
male, qualcosa di diabolico fine a sé stesso, gli animali non sono capaci di
male morale, è impossibile… ma piuttosto sono anche capaci di gesti benevoli
con le altre creature. Sono veramente tanti quelli che si sono chiesti perché
soltanto l’uomo sia capace di fare del male, penso che la questione si riassuma
nella libertà che l’uomo ha di scegliere, questa misteriosa facoltà si chiama libero arbitrio. C’è troppa violenza e
ingiustizia nella società umana per non accorgersi che la stragrande maggioranza
delle scelte purtroppo ha per opzione il male. Ma che cos’è il male? niente di
materiale, niente di naturale, niente di accidentale. E’ un disordine
spirituale che corrompe tutte le facoltà dell’uomo, dall’affettività alla
ragione. E’ la prova che non siamo soltanto organismi biologici o entità chimiche, è la
prova della nostra anima in relazione con il soprannaturale. Tante scelte fatte
per il bene avvicinano a Dio e accrescono le virtù, tante scelte fatte per il
male allontanano da Dio e fanno cadere nel demoniaco, non è filosofia e nemmeno
psicologia, è esperienza diretta della realtà che ci contraddistingue. L’uomo
in quanto tale non è un animale, vale infinitamente di più ed è chiamato ad un
destino che supera questo mondo. Beato chi riceve da Dio la grazia di comprendere
questa verità. Prima della mia conversione cercavo delle risposte e leggevo il
Vangelo, mi interrogavo se quello che stava scritto su quelle pagine fosse la
realtà o un racconto fantastico, poi decisi di considerare tutto come vero,
fatti realmente accaduti e iniziai a pregare leggendo i Salmi ogni giorno apprendendo
così una certa dimestichezza letteraria, poi scoprii il Rosario alla Madonna e
non lo abbandonai più, nonostante i miei peccati e la mia fragilità, compresi l’importanza
della preghiera che ci rende umani, morali e spirituali, che ci allontana dal
male. Credere non è qualcosa di obbligatorio, si tratta sempre di una scelta
perché la fede non si può testare in un laboratorio scientifico, se vuoi credi
altrimenti decidi che non te ne importa niente, decidi che le priorità sono
altre. Non sopporto gli schernitori sarcastici, quelli che offendono o umiliano
una persona perché con coraggio testimonia la sua fede. Tutti meritano rispetto,
tutti meritano il perdono se c’è il pentimento, e il Vangelo insegna che gli
uomini e le donne tra di loro sono tutti fratelli e sorelle, e membri di una
sola famiglia, di una sola comunità. Chi calpesta la dignità dell’uomo è il suo nemico, è il diavolo
e quelli che si comportano come lui sono i suoi epigoni. Dio ama l’uomo, lo ama
tanto e da sempre. Dio ha creato la vita.
mercoledì 28 novembre 2018
Quali sono i mezzi della grazia?
Le
religioni e le filosofie nella storia dell’uomo sono state molte così come
numerosi sono stati i popoli, anche l’ateismo e le ideologie sono delle
risposte al bisogno che l’uomo sente di dare un significato e una direzione
alla propria vita. C’è chi dice che il paradiso va costruito in terra e chi si
convince che credere nell’oltre la natura e la morte sia una forma di
alienazione mentale e un veicolo per cadere nell’irrazionale e nella
suggestione psicologica. Alcuni sostengono che la loro religione di appartenenza
sia l’unica via per ottenere da Dio la salvezza e al presente la vera felicità.
Ci sono quindi false religioni e vere religioni? Questa contraddizione ha portato
gli uomini a combattersi tra di loro, a fomentare l’odio e le guerre, a
distruggere la pace e l’equilibrio. Per ciascuno la propria religione è quella
vera, ma per l’uomo davvero religioso tutte le convinzioni meritano rispetto, in
quanto accorgersi della persona umana al di là del credo che indossa è un’attitudine
di chi veramente ama Dio o ne rispetta almeno l’idea o il sogno. Chi compatisce
il prossimo, lo comprende ed è capace di distinguere ciò che è lecito da ciò
che non lo è, prospettandosi delle conseguenze non è semplicemente religioso ma
piuttosto veramente umano, perché il senso dell’umano apre a qualcosa che si
trova più in alto, come il pensiero libero, la preghiera, la solidarietà e la condivisione.
Sono cristiano e credo nel soprannaturale, nelle verità di fede che gli Apostoli ci hanno tramandato. Talvolta
medito la Passione di Gesù e come l’uomo crocifisso accanto a Lui per i crimini
di rapina e omicidio si sia pentito riconoscendo Gesù innocente e dicendogli con
un atto di carità di ricordarsi di lui dopo che sarebbe entrato nel suo Regno,
la Tradizione afferma che quell’uomo ottenne la salvezza e sia stato immediatamente
accolto in Paradiso ed è quello che gli disse il Signore in quei tragici
momenti: “Oggi sarai con me in Paradiso”,
la Chiesa ortodossa lo venera come santo. Forse in estremo anche il peggior
criminale con un bacio a un crocifisso e le disposizioni del cuore come un
sincero pentimento, le lacrime e la carità verso il prossimo, anche in una
simile circostanza e nella sua drammaticità può ottenere la salvezza. Questo ci
rivela che i mezzi della grazia sono molteplici e ci sono dati da Dio ogni
giorno come possibilità concreta, innanzitutto cambiare vita e mentalità,
pregare e domandare perdono, ma soprattutto amare. Chi non ha nemmeno
conosciuto il cristianesimo vivendo seguendo i dettami della coscienza morale e
fuggendo il male che ci viene suggerito nelle tentazioni dal diavolo, si salva
e chi da cristiano e battezzato agisce in senso contrario incorre nella
condanna. Anche chi prega con le dovute disposizioni interiori si salva, chi
persevera nel bene si salva, e chi si conserva giusto nelle difficili prove
della vita. Il Signore desidera la nostra salvezza e le vie per pervenire ad
essa sono molteplici e lo erano anche prima dell’era cristiana, nelle altre
culture e nelle altre religioni. Cristo con il sacrificio della sua Croce e con
la sua Risurrezione ha aperto a tutte le anime la porta del Cielo, ma la
salvezza è una proposta e ciascuno di noi la può accogliere usando saggiamente di
quel grande dono che si chiama libertà, siamo liberi e senza libertà non potremmo
amare Dio. Lo specchio in cui si riflette il nostro amore per Dio è l’intessere
e il vivere le relazioni con gli altri, e attraverso le scelte nella loro
consequenzialità il coltivarsi una buona coscienza, un cuore puro e alieno dal
male. Le virtù che come teneri germogli necessitano di luce, acqua e attenzioni
ogni giorno per conservarsi e crescere.
Preghiera
Gesù mite e umile di cuore, rendi i nostri cuori simili al Tuo.
Preghiera
Gesù mite e umile di cuore, rendi i nostri cuori simili al Tuo.
martedì 6 novembre 2018
Il mondo sommerso e il teatro delle vanità
Cosa
significa essere cristiani? Considerando quello che passa dalle cronache dei
giornali e dei telegiornali c’è da chiedersi cosa significa avere la parvenza
di esseri umani, non tanto l’umanità che di per sé è una parola fin troppo
impegnativa, ma solamente le apparenze che fanno pensare al senso dell’umano, a
ciò che nobilita la persona umana. Ci sono due dimensioni che si ostacolano a
vicenda nel manifestarsi dei fatti che riguardano l’umanità, quello che si
trova in superficie e quello che non è immediatamente riconoscibile, un mondo
sommerso. Tutta la realtà passa dai dispositivi, dagli schermi e dalle
interfacce ed è quasi sempre un espediente per ingannare le coscienze, quello
che c’è davvero di reale ce lo portiamo tutti dentro, è la nostra anima fatta
di pensieri, sentimenti, intenzioni e convinzioni. Quando preghiamo parliamo
con Dio e se parliamo a qualcuno ci convinciamo della sua concretezza, può darsi
sia soltanto l’amico immaginario ma se non incominciamo a sentire la sua voce
che ci parla possiamo stare tranquilli riguardo al nostro equilibrio psichico,
significa che non siamo ancora diventati matti. Pregare anche semplicemente con
le formule ad esempio l’Ave Maria favorisce in noi l’idea di essere ascoltati,
compresi e amati e di per sé è già una grande consolazione da intendersi sul
piano psicologico, se poi dall’altra parte c’è veramente qualcuno aspettiamoci
di più, magari che il nostro cuore cambi e che cambi la nostra vita,
conformandoci a quel libretto meraviglioso che è il Vangelo. E’ l’inizio di un
rinnovamento spirituale e il mondo dello spirito è il mondo dei valori morali e
della preghiera. Un cristiano deve testimoniare la fede e senza una vita
coerente con certi valori non può andare in giro a dire che Dio esiste e che ci
ama e che perseverando in una condotta giusta nell’al di là ci attende un’altra
vita, c’è il Paradiso dove saremo felici. Un vero cristiano è una persona
coerente, non è mai un ipocrita… ma tutti sappiamo che purtroppo il mondo è
pieno di impostori. Non occorre fare grandi cose per essere un cristiano, basta
rimanere sé stessi nel proprio piccolo amando Dio e il prossimo come ci ha
insegnato Gesù. Quando il Signore annunciava il Vangelo e domandava la
conversione era attento soprattutto all’interiorità delle persone, al loro
mondo sommerso, a quello che ci rende veramente umani. Dal cuore dell’uomo
viene il male che lo rende impuro, che lo sporca ma dal suo cuore proviene
anche la carità che purifica e la compassione che ci rende capaci di agire bene
gli uni verso gli altri, la buona volontà viene dal di dentro e non da qualcosa
che si trova fuori di noi. Il nostro Cielo o il nostro inferno li costruiamo noi
nel nostro mondo sommerso, siamo porte che a seconda delle nostre scelte si
possono spalancare sul Cielo o sull’inferno. Nessuno può toglierci la libertà,
come nessuno può impedirci di amare Dio se lo vogliamo, e di comportarci poi di
conseguenza. Il cristianesimo non è semplicemente un insegnamento morale, una
pratica di vita, una fede in cui credere, il cristianesimo è il rapporto che
ciascuno di noi ha con il Signore e con i propri simili, con chiunque senza
alcuna discriminazione. Il cristianesimo è una filosofia di vita che ha per
fondamento l’amore, il desiderio del bene altrui, la propria vita offerta
altruisticamente superando le inclinazioni perverse del proprio egoismo. Il
cristianesimo è l’imitazione di Cristo per giungere alla salvezza eterna della
propria anima. Niente di più realistico, niente di più vero.
venerdì 19 ottobre 2018
La civiltà al crepuscolo e quella nascente
La
società occidentale non ha ancora perso del tutto le basi del suo umanesimo,
nonostante abbia attraversato un ventesimo secolo dell’attuale era cristiana a
sfavore delle sue più nobili aspirazioni etiche e civili, queste basi sono
addirittura precedenti al cristianesimo in quanto affondano le loro radici
nella cultura latina ed ellenica. La democrazia è partecipazione del popolo
alla Legge e al governo della nazione, ma nella realtà i cittadini sono sudditi
di un potere egemone che li vessa e li asservisce a un sistema sovrano dove
quei fondamenti della libertà sono conculcati da ragioni più o meno chiare e
sempre dall’arroganza di classi dominanti e apparati istituzionali che negano
il diritto e il suo esercizio. Lo Stato è una macchina antropofaga che non
esercita il ruolo di mediatore tra il diritto e la Legge, ma che rende ogni
giorno sé stesso artefice della sua decadente inclinazione a togliere forza all’esercizio
delle libertà e dei doveri nei suoi confronti, quella forza è la matrice dell’ordine
costituito e dei legami tra cittadini e istituzioni. Nella Costituzione
italiana si legge che il popolo è sovrano, è il popolo che elegge la sua classe
dirigente e gli amministratori nelle innumerevoli sedi del nostro sistema così complesso e articolato,
forse la decadenza della civiltà occidentale va ricercata nell’incapacità di
amministrare la cosa pubblica da parte di coloro che per mandato detengono in un certo
periodo di tempo e non oltre il potere decisionale. Non sono responsabili gli elettori che esercitano
quel dovere sommo di dare alla Patria dei governanti degni, è lo stesso sistema
che non garantisce persone che siano al di sopra di ogni sospetto e competenti
in rapporto a quello che sono chiamati a fare per il sistema Paese. La politica
è decadente e non lo Stato, la gente che agisce capillarmente nei vari ambiti
del sistema è competente, dal lavoro all’istruzione, dalla giustizia alla
sanità, malgrado le amministrazioni in linea con la decentralizzazione e i
governi locali, siano in parte cancerose e da rinnovare, a causa dell’individualismo
e della corruzione. Mancano le motivazioni all’esercizio delle proprie funzioni
e del proprio ruolo, ma sono tante le persone che per coscienza esercitano bene
quello che hanno conquistato con anni di studio e di esperienza. Lo Stato non è
il nemico dei cittadini o dei cittadini svantaggiati, siamo noi ad essere lo
Stato nella posizione in cui ciascuno si trova a svolgere un compito assegnatogli
dal caso e dalla necessità, o dall’essersi meritato più o meno consapevolmente
un certo ambito di attività, o meglio dall’esservi predestinato dalle scelte e
dall’impegno. L’unica cosa necessaria affinché tutti vivano decentemente e in
pace è un rinnovamento morale e delle motivazioni valide che portino una
persona a comportarsi in modo lecito e non a danno degli altri cittadini. Sono
le persone che debbono cambiare, non tanto le leggi o le normative che regolamentarizzano
il vivere civile, la cultura e l’economia. Le fondamenta che ci hanno tramandato
i nostri avi sono nascoste proprio in una continua battaglia etica per l’affermarsi
di un nuovo codice di condotta, che stia al di sopra della Legge stessa e di
cui senz’altro ne è la causa efficiente. E’ l’uomo che necessita di un cambiamento
e di aderire a un progetto che lo renda veramente umano e capace di umanità,
questo cambiamento inizia dalle scelte del singolo e come lievito agisce nella
pasta facendola fermentare, modificandone la grandezza, cambiando le sue
qualità naturali, da dura a malleabile, da cattiva a buona. Senza l’amore al
bene non ci sarà mai un autentico progresso, ma soltanto la ricerca del
soddisfacimento delle fami egoistiche. Quando cambieranno le persone e in
particolare le nuove generazioni, si potrà sperare in una società migliore e
giusta, si potrà sperare in un avvenire di pace e di benessere per tutti.
sabato 6 ottobre 2018
Halloween è una festa pagana
Tra
qualche settimana è la festa dei Santi e dei defunti, alcuni pensano già ad
Halloween una festa pagana e carnevalesca del mondo anglosassone giunta qui in
Italia e in altri paesi, per tanti sarà un motivo per divertirsi e celebrare la
paura dell’ignoto, Halloween la intendo così. Senza dubbio è una festa di cui potremmo benissimo fare a meno, qualcosa che non appartiene alla nostra cultura e alla nostra storia. Cade la notte tra l’ultimo giorno
di ottobre e il primo di novembre, questa festa ha poco senso per chi è
cristiano e credente, qualcuno ha pensato addirittura di considerarla come la festa del
diavolo e dei suoi congregari. Penso sia un gioco per esorcizzare la morte e il
suo mistero, i personaggi di fantasia che la caratterizzano sono fantasmi,
mostri, vampiri, zombi e altro… insomma tutto quello che è diverso e oscuro e
che ci spaventa. Halloween è una festa in maschera e nei paesi occidentali che
vivono di idolatria e consumismo è diventata parte di quel mondo assurdo dove
anche la più piccola occasione può diventare un espediente per fare soldi e per
lasciarsi andare alla gioia goliardica. Non ho paura di Halloween, sono convinto
che sia una sciocchezza come la teoria del gender, oppure come il materialismo
o l’edonismo, addirittura come l’ateismo. Il diavolo è una presenza reale nella
vita delle persone e nella società, la sua attività è quella di tentare l’uomo
al male per portarlo via da Dio, il suo scopo è prendersi le anime, Halloween
come molte altre cose è anche un modo per distogliere la coscienza della gente
dalla fede cristiana e dalla preghiera. Halloween non serve a dare un senso
alla vita, serve soltanto a non pensare per sentirsi felici. Nella notte di
Halloween agiscono persone che deliberatamente stanno dalla parte del diavolo, persone
che commettono nefandezze o meglio reati, praticando il culto del diavolo. E’
da idioti rendere culto al diavolo perché ci odia e non è una creatura umana,
ci vuole male quindi perché servirlo? Per ottenere che cosa? E’ un grande
inganno da cui ci si sottrae ritornando alla tradizione cristiana e ai misteri
della nostra fede, dedicandosi con assiduità alla preghiera cristiana da soli o
in una comunità. Noi ricordiamo coloro che sono morti perché sappiamo che non
sono svaniti nel nulla, che ci sono ancora e nei nostri cuori, in quanto li
abbiamo amati, e in Paradiso dove pregano per noi. Non Halloween ma la vita
dopo la morte, l’anima immortale e l’amore di Cristo per ciascuno di noi, non qualcosa di tenebroso e insensato, bensì qualcosa di positivo come la vita da desiderare.
Preghiera
La Tua gloriosa Risurrezione porti oh Signore
la mia mente e il mio cuore a considerare la vita un cammino verso il Tuo Regno
di santità a cui hai chiamato ogni persona creandola dall’Amore della Tua
Eternità, facendola partecipe della Tua stessa Vita; oh Signore, Gesù
benignissimo, rendimi capace di considerare la morte l’ingresso alla vera Vita
in comunione con Te, poiché la vita terrena non è tolta, ma trasformata
nell’adesione alla Tua chiamata alla salvezza. Amen.
venerdì 28 settembre 2018
Le cinque invocazioni a Gesù nascosto
Davanti al Tabernacolo
o in presenza dell’Eucaristia
Santissimo Corpo e Sangue di Gesù liberatemi
da ogni influsso diabolico e da ogni legame con gli spiriti del male.
Sangue di Gesù lavami da ogni mio peccato.
Corpo di Gesù vivifica la mia anima, donami
la Vita.
Corpo e Sangue di Gesù difendetemi dai nemici
visibili e invisibili che vogliono il mio male.
Corpo e Sangue di Gesù Vi amo con tutto il
cuore.
Amen.
martedì 11 settembre 2018
La capacità di leggere l'anima
Quello
che c’è in una persona non lo può vedere nessuno, chi è capace di vedere
chiaramente negli altri è molto spesso qualcuno innamorato della loro umanità,
rispettoso dei loro sentimenti, compassionevole delle loro fragilità. E’ tragica
quella posizione psicologica di chi si rapporta agli altri o a qualcuno dall’alto
in basso, senza considerare chi si ha davanti come un altro proprio simile che
porta in sé la medesima natura e le medesime facoltà costituenti l’essenza di
un individuo umano. Esiste in tutti una matrice che ci rende partecipi gli uni
degli altri e che ci accomuna come complementari e non separati e dissimili. La
capacità di vedere negli altri ci rende davvero umani, è quella capacità che
nel messaggio cristiano concretizza il prossimo, come il samaritano che andando
per una strada sperduta incontra e prova compassione per un bisognoso e lo
soccorre senza nemmeno farsi delle domande, senza nemmeno chiedersi chi sia
quell’uomo o se sia un suo nemico, lo aiuta semplicemente perché si tratta di
un altro uomo, di un’altra creatura vivente. Lo vede soffrire e ne sente
compassione, si sente chiamato a fare tutto il possibile per salvarlo, a fare
anche di più se potesse. Ci sono sempre state delle persone così, talvolta
nascoste e sconosciute. Chi ha la capacità di vedere nell’animo degli altri, di
accorgersi di certe cose è un filantropo, ama le persone e non in apparenza ma
per quello che veramente sono, ha uno sguardo attento che scorge la verità nei
dettagli. Questa penso sia la via giusta per sentirsi veramente felici, cercare
la felicità in altre cose ha davvero poco senso. C’è chi percepisce molto degli
altri e chi niente, c’è chi possiede una maggiore sensibilità e quindi soffre
di più, non in una torre alta e isolata ma accanto a coloro che si incontrano
nell’itinerario dell’esistenza, ogni giorno. Soffrire per gli altri qualcuno
potrebbe intenderla come una maledizione, sono felici gli apatici e i
menefreghisti, quelli che facendo finta di niente si girano dall’altra parte, sono
convinto invece che sia più felice colui che si sente più vicino agli altri, il
senso della prossimità è il primo moto dell’amore. La vita vissuta
egocentricamente con l’andare del tempo porta a sentire un grande vuoto
interiore, a provare frustrazione e tristezza in quanto ci si allontana da
quella sorgente di acqua pura che vivifica l’anima, quella sorgente è l’amore
con tutte le sue variabili. Chi veramente vuol bene al prossimo è felice, chi è
esente dalla cattiveria e dall’egoismo, chi non si lascia inquinare dal male che
qualcun altro ci arreca, chi non si lascia vincere dal male che talvolta
sentiamo emergere da dentro di noi. L’equilibrio lo si trova stando da soli e
avendo imparato a stare bene assieme agli altri, se si ama veramente – in
qualsiasi situazione o nelle prove più difficili – non si sente la vita come una
condanna ma bensì come un’opportunità per dimostrare che si può ricominciare,
che ci sono prospettive nuove e positive. La rinuncia al male è una vittoria, è
una liberazione per la psiche, è un atto taumaturgico che ci guarisce e che
comunica dei grandi benefici al nostro contesto sociale. A fare la differenza è
sempre una nostra scelta consapevole perché nessuno può toglierci la libertà,
anche Dio non può niente di fronte alla nostra libertà. Siamo tutti chiamati e
ognuno di noi risponde in modo diverso, perché sente in modo diverso, ha una visione
diversa. Nessuno ha il diritto di giudicare un altro uomo, si deve sempre guardare
a sé stessi, considerando che non c’è persona a cui è preclusa la facoltà di
discernere il bene dal male e di essere responsabile di ciascuna delle proprie
azioni; è la coscienza morale che ci differenzia dalle bestie, non un’etica fasulla
e in sé dissociata che ci viene presentata come un prodotto di consumo, ciò che
mi piace è bene e ciò che non mi piace è male, non si tratta di convenzioni
approvate dalla massa o di opinioni personali, si tratta di una Legge scritta
nei nostri cuori e che tutti possono riconoscere e amare con dedizione e
perseveranza.
mercoledì 8 agosto 2018
Tu ci guardi Signore
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore ci vergogniamo per la malizia del nostro
peccato, il Tuo sguardo è puro e riverbera nell’innocenza degli sguardi dei
piccoli.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore il timore ci esorta a temere il Tuo giudizio,
ma non è paura bensì filiale fiducia e certezza della Tua bontà che ci spinge
ad abbracciarti.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore proviamo rimorso e vediamo nel nostro prossimo
ferito dai nostri errori il fratello, la sorella, la madre e nel sentirli
piangiamo.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore abbiamo da chiederti molte cose ma la più
importante di tutte è il soccorso per una vita autenticamente cristiana, una vita giusta, una
vita come la vuoi Tu.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore è la preghiera che esprime il nostro vero
sentimento, la preghiera è la nostra parola rivolta a Te che ci consola nell’intimo
del cuore.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore tanti pensieri affollano la nostra mente ed
uno riguarda proprio Te, se Tu ci sia davvero oppure sia tutto un sogno e un
vaniloquio.
Quando ci
accorgiamo del Tuo sguardo Signore desideriamo cambiare sul serio perché ci
accorgiamo del Tuo amore, che Tu ci ami così tanto e la vita così fragile e la nostra anima sono preziose per Te.
giovedì 19 luglio 2018
Alla radice della società la famiglia
La cosa
più bella e che riempie di senso la vita è amare qualcuno, per una mamma i
propri figli sono i suoi più cari tesori, ci sono mamme che dimenticano quanto
sia importante avere accanto le persone che Dio ci ha affidato nella sua
provvidenza, loro non sono una nostra proprietà, sono un frammento
importantissimo del nostro cuore; i figli si debbono amare non perché speriamo
che realizzino tutte le nostre aspettative, si devono amare così come sono, così
come ci sono stati donati, non li abbiamo fatti noi, li ha creati il Signore
della vita attraverso la nostra partecipazione, la partecipazione di entrambi i
genitori, un papà e una mamma che si sono amati e si sono promessi la fedeltà.
E’ molto difficile educare, è il mestiere più complicato, si ha a che fare con
una persona e una persona è davvero preziosa. Quando i bambini ci ascoltano
vogliono sentirsi amati e questo attraverso i gesti, gli sguardi e le parole.
Tanti bambini purtroppo fanno esperienze negative nelle proprie famiglie, il
ruolo del genitore è importante e di come forma il carattere del figlio o della
figlia dovrà risponderne prima alla propria coscienza e poi a Dio. Secondo me un
buon insegnamento che si può dare ai bambini è imparare a rispettare gli
animali, ad essere sensibili nei loro confronti, è un primo passo che porta
alla libertà di amare e un modo per coltivare la compassione e la solidarietà
verso gli altri. Non si deve mai in nessun caso fare uso della violenza fisica
o verbale, è sempre un grave errore, non si deve nemmeno mai dare un ceffone,
si deve invece biasimare e lodare veicolando i sentimenti con la parola. I
bambini hanno una mente aperta senza pregiudizi e comprendono subito il
messaggio della verità, qualsiasi sincera e benevola attenzione nei loro
confronti. Un dramma dei nostri giorni sono le numerose separazioni e i figli
contesi, tutto ciò che riguarda la famiglia e le problematiche che la portano a
dividersi sono il vero problema della famiglia come fondamento della società.
Le famiglie devono restare unite e devono aprirsi al contesto sociale in cui
vivono, devono accogliere e non chiudersi alla maniera di piccole comunità
sociopatiche. La famiglia deve pregare insieme, stare insieme per pregare è
determinante per il consolidamento delle relazioni e si deve dialogare, si deve
saper ascoltare, ci si deve sempre interessare a vicenda. Per crescere insieme
occorre comunicare e convincersi che l’altro va amato così com’è, noi non abbiamo
il diritto di cambiarlo ma dobbiamo cercare il confronto in modo da risolvere i
suoi conflitti e le problematiche, il cambiamento viene sempre dal cuore,
dobbiamo pregare per l’altro affinché il Signore tocchi il cuore, una buona
parola può essere l’inizio, può anche diventare risolutiva. Amiamo tanto le
nostre famiglie ma non dimentichiamoci del nostro prossimo, anche soltanto del
vicino della porta accanto. La famiglia cristiana deve diventare il focolare
del Vangelo, la fiamma del Vangelo deve ardere nei cuori per consigliarci sul
come fare e su cosa dire, in riferimento a tutto quello che fa parte della
nostra vita. Non trascuriamo mai il santo Rosario comunitario, prendiamo l’abitudine
di recitarlo quotidianamente insieme e matureremo insieme nella fede. La
famiglia ha bisogno della preghiera del santo Rosario come dell’aria che
respiriamo, non è affatto un’esagerazione. Pregare in casa e in famiglia è
importante, sono tanti i benefici che si ottengono, forse non subito ma
sicuramente nel tempo. Il legame matrimoniale è indissolubile e una famiglia si
costruisce soltanto con l’amore tra un uomo e una donna liberi e con un patto
di fedeltà indissolubile, è il progetto di Dio sull’uomo affinché ci sia una
piena realizzazione di quel disegno che vede la sponsalità a immagine di Dio e la
coppia aperta alla vita e al futuro. L’uomo non separi ciò che Dio ha unito ed
è giusto, altrimenti ne derivano mali e disordine. L’amore è autentico quando c’è
la volontà di seguire insieme un itinerario che ci migliora umanamente, che ci
fa maturare nel bene e che si esprime nell’amore ai figli considerati dono di
Dio e non qualcosa di cui disporre per ricercare il nostro egoismo e perseguire
i nostri progetti. La famiglia non è una piccola società di persone ripiegata
su sé stessa, deve invece diventare il cenacolo dell’amore nelle sue differenti
dinamiche, amare vuol dire volere il bene dell’altro; tutti apparteniamo a una
famiglia, la nostra è importante ma lo sono anche tutte le altre, non
dimentichiamo i nostri doveri di giustizia e solidarietà.
domenica 1 luglio 2018
Un diavolo modesto
L’astuto Raineth era un demone minore, uno di quelli delle legioni e delle moltitudini, aveva
poco potere e poca influenza sui capi e i principi e sui loro affari; Lucifero lo chiamò al suo
trono scellerato per affidargli un incarico, qualcosa che lo facesse
distinguere dalle bestie da soma con le corna e la coda e dalle ali
spelacchiate, molto spesso incaricate delle medesime e consuete tentazioni
sulle marmotte, le creature umane inclini ai vizi e all’egoismo. Lucifero
affidò questo incarico a Raineth, tentare di superbia un semplice contadino che
lavorava la terra e fargli uccidere per invidia un pastore di greggi da tempo
suo amico e affettuoso confidente nelle serate conviviali del paese. Il piccolo
diavolo andò subito a fare visita al contadino e mostrò alla sua mente la dura
vita laboriosa che da sempre trascinava con sé, alla vista di tanta fatica e di
così magro guadagno si sentì umiliato e sciocco e così sentendo digrignò i suoi
denti dalla rabbia. Gli venne in mente l’amico e il suo gregge, che a detta di
tutta la gente del paese procurava al buon uomo un certo profitto, tanto da
avergli permesso di comprare un carro con due cavalli e un fucile per la caccia
alla selvaggina, la cercava nei boschi quando veniva la stagione e la carne
delle lepri sulla brace era davvero saporita per lui e la famigliola. Raineth
aveva inoculato nel cuore del contadino il veleno della superbia e infine
quello dell’invidia, un gioco da
novellini pensò lui tutto soddisfatto, mancava soltanto la grave colpa per
conquistarlo alla causa dell’inferno. Il contadino si svegliò preda degli
incubi nel buio della notte e pensò ancora al pastore, quello che provava dopo
settimane di gestazione era veramente un odio velenoso, un odio veemente che
nascondeva ai suoi cari ma che talvolta trapelava dallo sguardo quando il
pensiero si faceva lugubre e ossessivo, aveva persino cominciato a bestemmiare
sottovoce. Si stava consumando dentro dove il diavolo tentatore aveva preso a
dimorare, il diavolo si nutriva di lui. Ed ecco l’ennesima notte con i soliti
incubi e non facendocela più si vestì, corse alla porta e uscì dalla sua casa
incamminandosi per le viuzze del paese. Stava recandosi dal pastore, nemmeno
riusciva a capire il perché, aveva perso la capacità di razionalizzare. Dietro
quella curva c’era la casa di colui che per settimane aveva odiato con tanta
veemenza e senza una vera spiegazione, ma tutto a un tratto si fermò e
voltatosi a sinistra vide una pittura rappresentante la Madonna nell’atto di
benedire, con un cero votivo per terra alla colonna, un cero acceso che emanava
una luce tenue e bianca. Guardò l’immagine e rientrò in sé stesso domandandosi
cosa stesse per fare, anzi perché era uscito a quell’ora tarda della notte.
Disse semplicemente queste parole: “O Madre buona, perdonami…”, e ritornò a
casa sua con la mente calma, si rimise a letto e si riaddormentò. Il giorno
seguente incontrò il pastore nelle campagne attorno al paese, il grano era
maturo e il cielo sereno. Gli strinse la mano e gli disse: “Sono contento per la tua fortuna, per il tuo
lavoro, a me senz’altro andrà meglio il prossimo anno”. “Pregherò per te”, gli disse sorridendo il
pastore e lo abbracciò fraternamente. Quando Raineth, oramai cacciato dal
contadino, il quale fu liberato dalla sua invocazione alla Vergine, vide la scena
montò su tutte le furie e bestemmiò Colei che aveva riconciliato i due amici,
semplicemente con il suo sguardo materno, e la sua preghiera al Signore. Al suo
ritorno dalla terra, di nuovo all’inferno, il demone pusillanime Raineth
ricevette da Lucifero una dura punizione, cosa che faceva al suo solito con gli
inadempienti, perché i demoni sono vendicativi e non accettano la sconfitta o
il fallimento di un’impresa. Il diavolo compie la sua azione nefasta instancabilmente,
sono invece così diverse le ispirazioni che vengono da Dio, dal suo amore: è impossibile
fare confusione, è proprio vero che si distingue con facilità quel che è bene
da quel che è male.
mercoledì 20 giugno 2018
La nostra maturità
Ci sono
veramente due fasi nella vita, l’immaturità e la maturità? Sono due fasi che si
susseguono come una legge o una costante fisica? Oppure nella persona convivono
stati piuttosto che fasi che si alternano, lo stato della giovinezza e lo stato
dell’adultità, o lo stato della spensieratezza e lo stato dell’angoscia. Se si
tratti di stati che concernono la mente o fasi che determinano il cambiamento,
sinceramente è difficile da definire. Quando una persona conosce la misura
della vita, il suo progresso e il suo andamento, quello che determinano le
scelte, il buono o il cattivo, forse c’è speranza che sia maturata o che
accenni a maturare. La maturità del corpo non è la maturità spirituale, si può
essere grandi e al contempo miseri o viceversa, si può essere piccoli e al
contempo molto ricchi. Non sono mai maturato veramente perché in me coesistono
un anelito alla semplicità e la consapevolezza della bruttura del mondo, forse
maturare significa essenzialmente adeguarsi al mondo, conformarsi alla sua
bieca mentalità. C’è chi rimane bambino e pur provandoci sempre non riesce ad
assimilare tanta sporcizia, è il destino di tanti ma è anche una benedizione,
perché Dio si rende prossimo degli infanti spirituali e dei moralmente retti. Non
ci sono tante virtù che esigano la maturità, si può essere un po’ scemi e avere
buon cuore, si può anche essere cattivi e intelligenti tanto da guadagnare
ingenti patrimoni, avere successo ed essere venerati come individui di grande
valore, ma la solitudine è sempre in agguato per ghermire l’anima degli
arroganti e dei superbi. Non sono maturo perché credo che l’amore per gli altri
sia una grande forza, se fossi convinto che la violenza disegni i confini degli
Stati e delle proprietà, sarei maturo per il principe di questo mondo ma
reprobo per il Principe della pace; non si possono fare delle scelte senza la
maturità, fare delle scelte è qualcosa che coinvolge la volontà; si può sempre
scegliere senza la maturità, ma non si riuscirà a dare un volto bello alla
propria vita, sarà insoddisfacente. Alcuni si perdono dopo la maturità e non
riescono a trovare la propria strada, non è così facile guadagnarsi un posto
nella società, occorrono la capacità e il merito, occorre anche l’aiuto degli
altri, non si può fare a meno di chi ci circonda. Nessuno è solo in un mondo
popolato da innumerevoli creature viventi, rendersene consapevoli ci struttura
come persone mature e ci protegge dalla disperazione, senza accorgersi che gli
altri ci sono siamo come foglie danzanti portate dal vento. E’ un sano
esercizio quello dell’altruismo, se non ci fosse l’altruismo al mondo
esisterebbero soltanto persone immature, persone sciocche con un ego grande
quanto una montagna. La maturità è una cosa buona ma bisogna conquistarsela, ci
vogliono impegno e fatica, ci vuole creatività. Quando incontriamo una persona
matura la riconosciamo subito, non ci chiede nulla e piuttosto si offre per
donare, ma donare che cosa? Una parte della sua anima che nutre la nostra, una
parte del suo bagaglio di esperienze e di idee, una parte di sé che ci
completa. Sarà forse l’amore sponsale? O l’àgape cristiana? Poco importa perché
dove si riconosce la dignità delle altre persone, c’è sempre un grande esempio
di maturità e di risposta positiva alla vita.
sabato 26 maggio 2018
Alter civitate
L’immaginazione
è una facoltà della mente umana, se ad essa si aggiunge la curiosità e poi l’intelligenza,
diventa per gradi il veicolo preferenziale per la conoscenza empirica, cioè il
dimostrabile è quello che esiste, quel che non si può dimostrare rimane nell’ambito
della fantasia. Se si considera la fantasia si viene indotti a richiamare nei
ricordi l’età dell’infanzia, dove la fantasia era sinonimo di gioco e di
scoperta del mondo attraverso le relazioni. La fantasia che mi piace è quella
della virtualità elettronica, della virtualità informatica, la forma d’arte che
si esprime attraverso i videogiochi, agli albori erano semplici segni che si
muovevano su un monitor, oggi sono storie da vivere come protagonisti in mondi
virtuali alla maniera dei sogni, e sognare è stimolante e terapeutico. Perché negare
la concretezza del fantastico? Non esiste soltanto un mondo fisico, che si
tocca o si acquisisce tramite i sensi, esistono tanti mondi quanti ce ne
inventiamo, possiamo viverci tutti assieme oppure trovarvi il nostro spazio
personale, la nostra dimensione medicinale. Nelle storie ci si immedesima in un
personaggio che diventa il nostro alter
ego, ci sono scrittori che si presentano e si descrivono nelle loro storie
inventate come alter ego, come una
fotocopia di sé stessi che richiama una visione modificata della propria
personalità, è un modo per cambiare e diventare come si desidera, talvolta si
riesce nell’impresa e il desiderio non rimane più una maschera ma costruisce l’anima.
La fantasia è un gioco e se si comincia a credere reali i contenuti fantastici,
i benpensanti dalla razionalità facile definiscono i creduloni poveri alienati,
degli scemi irrecuperabili, dei pazzi senza speranza. La fantasia è evasione
quando la realtà appare brutta e scomoda, quando incomincia ad esserci spietata
nemica, allora la mente esce dal visibile e guarda le immagini che appaiono all’intelletto.
La fantasia dei videogiochi è prefabbricata come la trama di un libro o di un
film, l’intelligenza artificiale ci comunica l’illusione della vita. La
fantasia è bella per chi vuole credere a ciò che non esiste, è per i bambini e
per i malati di mente, la fantasia può degenerare e ammalandosi diventare fede
religiosa. La fede vive di fantasia perché non c’è altro modo di fare
esperienza dei dogmi, se si è persone normali, altrimenti Dio prende l’iniziativa
e si diventa mistici o estatici, non è più preghiera ma si rende giustizia all’esperienza.
La mistica è una scatola chiusa e inaccessibile, nessuno dall’esterno ne sa
niente. Soltanto il matto può testimoniare qualcosa e il più delle volte è
qualcosa di incomprensibile. Chi ama è un mistico, forse soltanto amando troppo
si riesce a fare esperienza di Dio e del suo mondo nascosto, le persone con i
piedi per terra si accontentano di amare le persone care, se questo le rende
felici. Pensare alla mamma o al papà che sono morti è misticismo, loro sono
vivi nella dimensione del fantastico e del fantasticare. Oltre alla disciplina
della filosofia occorrerebbe introdurre nelle scuole la disciplina dell’immaginazione
o dell’aria fritta, per fare del mondo di quaggiù un posto meno schifoso illudendosi
che sia abitato da persone veramente umane. Tutta fantasia. E’ il mondo dei
pazzi che non hanno un senso e non se lo sanno dare, ma tragicamente si considerano reali, fin troppo reali.
domenica 20 maggio 2018
La rinuncia di sé e gli atti d'amore
Sono
convinto che occorra saper rinunciare, la rinuncia è l’humus della virtù, se si
rinuncia a qualcosa che oggettivamente è un male, o che arreca un danno a noi
stessi, o che lo arreca a qualcun altro, insomma se si rinuncia trionfa la
ragione e con la ragione il rispetto per la vita, e con il rispetto
intransigente della vita la dignità della persona. La rinuncia è terapeutica,
il superamento di una mania, di una ossessione o di una psicosi avviene per
gradi di rinuncia e di disaffezione, assuefatti alla violenza e alla vendetta
ci si libera da questi demoni per trovare l’equilibrio e la pace. La rinuncia è
la via che forma un carattere forte, dei tratti di personalità conformi all’umanità
nelle sue espressioni più nobili, tutto questo è in sintesi l’arte dell’educare,
l’arte di dare l’esempio e di correggere con la parola, di edificare con la
parola. La rinuncia è anche una delle grandi promesse battesimali, si rinuncia
alle entità maligne, alle negatività per consacrarsi a Dio, per essere suoi per
sempre, per amarlo e per lasciarsi amare. Nella tentazione a cui tutti sono
sottoposti ( se ci si mette il diavolo diventa una prova veramente difficile! ),
è necessario dire sempre di no: perché dire di no al peccato significa evitare
di cadere nella colpa, è un atto di forza interiore, è un atto di coraggio. In
questo modo si conserva la salute dell’anima, altrimenti riconquistabile
soltanto con le lacrime del pentimento e l’emendazione. La rinuncia è un atto degno
degli spiriti più elevati, perché il mondo, la carne e il diavolo seducono e
sono chiassosi, l’anima matura è mansueta, umile e silenziosa. L’anima trova il
suo habitat nelle acque chete, dopo aver detto di no agli impostori che si
ingegnano per ingannarla. La rinuncia al male è sorgente di vera pace, l’arrendersi
ad esso con la libera adesione è un cadere rovinoso nel disordine. Occorre rinunciare
per essere liberi, quando l’etica cristiana ci suggerisce che c’è colpa grave solamente
se c’è volontà e si conosce la natura del male e le conseguenze che comporta
una scelta in suo favore, soltanto in questa modalità tanto difficile da
attuarsi l’anima muore alla grazia ed estromette l’amore di Dio, è un dolore
disabitato in cui i demoni trovano la propria dimora stabile. Insomma per
essere veramente liberi si debbono fare molte rinunce ogni giorno per la durata
di tutta la vita, amare invece non è una rinuncia, amare è sempre una
conquista.
domenica 6 maggio 2018
Se conoscessi il dono di Dio
La
presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, ce lo ha detto Gesù che ha detto sempre
la verità e che è risorto dalla morte ed è vivo oggi; l’Eucaristia è un atto d’amore,
è l’atto d’amore di Gesù per le anime, come ogni atto d’amore è un dono a cui
occorre corrispondere se si vuole, con il pentimento, la conversione, la vita
di preghiera, la carità, il perdono e la compassione nei confronti del nostro
prossimo, senza pregiudizi o preferenze. L’Eucaristia ci è data da Gesù e noi
ricevendola riceviamo Lui e ne diventiamo responsabili, possiamo decidere di
amarlo e possiamo anche rifiutarlo, risiede tutto nei nostri cuori, nelle
nostre disposizioni interiori. Non si può dimostrare niente, si può solamente
credere alle parole del Signore, è un atto di fede e la fede si alimenta con la
preghiera personale e perseverante. La misura della fede risiede nella qualità
della preghiera, e la misura della carità nel desiderio e nella volontà di
praticarla. Non si può ricevere l’Eucaristia con una coscienza macchiata o
corrotta, l’Eucaristia richiede cuori puri e una vita giusta, richiede che l’anima
sia distaccata dal peccato, dal male morale. L’Eucaristia è la medicina e noi
siamo i malati, non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori ha detto
Gesù, coloro che hanno necessità di essere guariti e di vivere una vita nuova,
la vita veramente degna dei figli di Dio. Non ha alcun senso l’Eucaristia senza
la decisione di intraprendere un serio cammino di conversione a Dio. Alla sera
della vita saremo giudicati sull’amore, è la chiave per comprendere l’Eucaristia
e la vita del vero cristiano, la vita del combattente che affronta il male
fuori e dentro di sé e che è fedele alla Legge di Dio, che vince il male con il
bene ad ogni scelta da compiere, una vita penitenziale e di rinuncia, ma anche
di attenzione benevola per le altre persone. Se Dio è amore significa che
chiunque decide di estraniarsi da questa virtù, cade sotto il potere del nemico
di Dio, che è il maligno. Chi persevera nella carità si salva, la sua vita
cambia in positivo fin da subito, è qualcosa che accade nel profondo ma è
reale. L’amore ha creato dal nulla ogni cosa, l’amore rinnova il cuore delle
persone, è una rinascita spirituale. Nelle relazioni umane funziona così, se
ami davvero una persona che vive un disagio o una sofferenza, quella persona la
puoi salvare, le puoi restituire la vita e la speranza, è la luce che scaccia
le tenebre.
giovedì 29 marzo 2018
La memoria di un Venerdì
Ogni volta che passo per le strade del mondo vedo croci di legno, alcune sono issate altre accatastate, ci sono persone con le braccia spalancate e le mani trafitte da chiodi di ferro che sono infissi a quel legno eburneo, è lo stesso legno che accomuna tutte le croci, è amaro e senza consolazione.
Ogni tanto ho visto una croce tra le tante, è la mia che aspetta di svelarmi la verità sulla vita, non è una consolante aspettativa, si cerca sempre di fuggire da quel patibolo infame, è come fuggire da sé stessi e ogni volta che si tenta ritorna la disperazione e il pianto.
Ogni pensiero in questo Venerdì porta lassù sul Calvario, dove il Nazareno giunge con quel peso grande come la somma di tutto il male che fanno gli uomini, è un peso che schiaccia l’anima non tanto il corpo, e gonfia il cuore di dolore per un amore che dava sé stesso ed è stato rifiutato.
Sulla Croce sono inchiodate le bestie della malizia umana, l’orgoglio, l’egoismo e il piacere, su quella Croce i demoni sono sconfitti nonostante il loro odio abbia piantato quei chiodi e sondato i flagelli dentro la nuda carne, e una corona di spine abbia inasprito l’umiliazione per la regalità di un Dio da burla, schiaffi e scherni.
Ho visto le persone su quella Croce, le ho viste agonizzare, le ho viste morire, nel mondo così ingiusto qualcuno si domanda scandalizzato dove sia Dio con quella sua onnipotenza, che cosa ci faccia Dio nel pensiero di tanta gente che nel concetto di molti non è altro che illusa e tradita.
Di ogni patire su quella collinetta c’è la somma e il culmine, dove sul luogo detto del cranio viene elevata l’Ostia immacolata, dal Getsemani per le vie strette di Gerusalemme si incamminò l’uomo della profezia di Isaia, dove viene innalzata la Croce di Gesù che paga a caro prezzo le nostre anime e le toglie preda del diavolo all’oscurità del male, sua conquista di carità.
Contemplo il Crocifisso e dietro un velo purpureo si nasconde l’Amore increato che ci liberò tutti dall’inferno, lo contemplo con quella compassione che Egli ebbe per ogni persona che nasce al mondo per la distesa dei secoli, lo contemplo ringraziandolo per aver dato sé stesso per me, per aver dato la sua vita per me, Lui che prima di sacrificarsi disse che “ nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ”.
. . . e ansioso attendo nella speranza la luce della risurrezione, oltre quella porta buia e angosciante.
. . . e ansioso attendo nella speranza la luce della risurrezione, oltre quella porta buia e angosciante.
sabato 24 marzo 2018
Libertà di pensiero e di parola
συμπόσιον
S. :
perché non hai la fede?
A. :
perché con quello che succede nel mondo è ovvio che Dio non esiste.
S. :
penso che tu parta dal presupposto sbagliato.
A. : cosa
intendi?
S. : se
Dio non esistesse ci sarebbe la vita?
A. : la
vita è un prodotto del caso, anche il morire succede a caso, può capitarti in
qualsiasi modo e momento. A quel tuo Dio non gliene frega un bel niente.
S. : a
Dio importa invece, ma non è così evidente perché la nostra realtà lo nasconde.
A. : la
realtà è una soltanto.
S. : se
credi la prospettiva cambia, possiamo cambiare noi se ci convinciamo di essere
amati.
A. : la
fede è una illusione, una stanza virtuale per sciocchi che scappano dalla
realtà.
S. : la
fede è una modalità di conoscenza, le sue proposizioni sono razionali ed è la
nostra libertà a decidere.
A. : ciò
che non può essere dimostrato non esiste!
S. : se
non si può dimostrare può esistere come ipotesi, ma credere non dipende dalle
dimostrazioni . . .
A. : e da
che cosa dipende?
S. :
dalla nostra adesione e dalla nostra intelligenza, dal nostro desiderio.
A. :
dimostrami che la fede è vera.
S. : se
sai di essere vivo e se afferri il mondo con la tua ragione, credere in Dio è come
riflettersi allo specchio.
A. : cosa
intendi?
S. : la
vita e la realtà materiale devono avere necessariamente una causa, anche i
nostri interrogativi e i nostri dubbi.
A. : e tu
sei convinto che la causa sia Dio?
S. : sono
convinto che senza una risposta a questa domanda di senso la causa sarebbe il
nulla e questo è del tutto irrazionale.
A. : se
c’è la morte il tuo Dio è del tutto irrilevante per dare un senso a qualcosa di
assurdo.
S. : se
c’è la morte c’è la vita e la morte non è la conseguenza della vita, c’è un
principio che non è di questo mondo.
A. : non
c’è niente fuori dalle leggi di materia.
S. : se
non ci fosse niente non ci sarebbe neppure la materia e noi due qui a discuterne
. . .
A. : se
Dio esiste non può che essere cattivo o indifferente, lo odio dal profondo del
mio cuore!
S. :
invece Lui ti ama e ti amerà per sempre, quello che accade quaggiù non è opera
di Dio.
A. : e di
chi?
S. : è
opera delle sue creature e di una natura imperfetta e corrotta.
A. :
soltanto favole, se Dio ci amasse tutto sarebbe diverso.
S. : Dio ci ama e chiede a noi di cambiare, per rendere il mondo più giusto in una prospettiva soprannaturale.
S. : Dio ci ama e chiede a noi di cambiare, per rendere il mondo più giusto in una prospettiva soprannaturale.
A. : ma
quale prospettiva, io non ci credo perché gli accidenti della natura che
rendono fragile e transitoria la vita sono senza soluzione.
S. : a
ciascuno le proprie convinzioni.
A.
: autore
S.
: sconosciuto
martedì 6 marzo 2018
Il peso di una vita
Sono
sconcertato per quello che avviene nel mondo, non c’è nessuna considerazione
per la persona, la sua dignità e la sofferenza degli innocenti. Le cronache parlano di guerre,
di violenze, di soprusi e di immoralità, di diritti umani violati e a violarli
sono altri uomini e non i mostri che si vedono nei videogiochi o nei film, le persone più
deboli non vengono rispettate, non sono considerate utili ad un fine quindi fatte
oggetto della malvagità di alcuni tra cui ci sono quelli che detengono il
potere, ma il quadro è molto complesso e non si può negare la buona volontà e
il buon cuore di tanti, che pur volendo fare qualcosa ci riescono a malapena.
La vita umana è a basso costo, è il capitale maggiormente deprezzato. Vorrei
che cambiasse qualcosa nel mondo, ma c’è troppa corruzione e a farne le spese
sono le persone che non hanno i mezzi per difendersi dall’oppressione e dalle ingiustizie.
Non ci sono forze positive che intervengano per ristabilire l’ordine, la sicurezza e la
pace. Nessuno fa sul serio la cosa giusta o qualcuno di nascosto la fa, perché
comunque sotto una fitta coltre di fuliggine esiste ancora qualche sorgente
incontaminata e pura. Penso che ciascuno debba revisionare innanzitutto la
propria vita nel posto in cui si è venuto a trovare per scelta o per una serie
di circostanze imprevedibili, non c’è altro che si possa fare. Gli uomini hanno
inventato le armi per uccidersi a vicenda, alcuni dicono per legittima difesa
ma l’evidenza dei fatti lascia pensare che le creature umane portino in sé una
componente diabolica, non è follia ma piuttosto affetto al peccato, gli uomini
riconoscono il male e decidono per non so quali motivi di compierlo. Rinunciare
alla ritorsione vendicativa, all’odio e all’uso delle armi è un atto che
nobilita la persona, la non violenza eleva la nostra umanità, l’uomo di pace è
benedetto dal Signore afferma la Sacra Scrittura; difendersi è legittimo ma in
quei paesi in cui si guadagna tantissimo con il mercato delle armi o le si
esporta, ci sono sempre da una parte vittime inermi e inoffensive e dall’altra
degli squilibrati o qualcosa di peggio. Le armi sono state inventate da menti
diaboliche e fratricide per assecondare quella peculiarità umana e criminogena che
talvolta ci rende peggiori delle bestie senz’anima e senza ragione. Davanti a
certi scenari catastrofici dove la morte la fa da padrona rimaniamo tutti turbati, angosciati e oppressi da un profondo senso di impotenza, ci resta la preghiera con cui
davvero si può fare tanto se si ha fede, la preghiera può fare tanto, può fare
la differenza, custodisce in sé un grande potere benefico, anche se gli
scettici a questa affermazione si lasciano andare allo scherno e al sarcasmo.
Ogni giorno dobbiamo pregare con fede e agire nella vita conformemente a quei
dettami che ci suggerisce la coscienza. Con la preghiera forse possiamo
cambiare il cuore degli uomini ed anche cambiare il destino dei popoli e dell’intera
civiltà. Probabilmente gli uomini non cambieranno mai, comunque vale la pena pregare,
non si perde niente e forse aiutiamo noi stessi a stare meglio, anche le anime
che ci circondano. Ho compreso questa verità e cioè che il male raggiunge
sempre un suo apice di manifestazione ma poi decresce di intensità e rientra
lasciando il posto a nuovi equilibri, il male non è un potere assoluto e
invincibile, diventa veramente forte quando trova chi gli dà il proprio consenso
e gli si asservisce. Nell’uomo c’è un anelito alla riconciliazione e alla pace
che non potrà mai estinguersi, alla fine vince sempre e non è l’utopia di
qualche ingenuo sognatore. Talvolta il prezzo da pagare per conquistare la pace
è alto e consiste nel sacrificio.
giovedì 22 febbraio 2018
Il significato del tempo penitenziale
La preghiera
gradita a Dio è un cuore alieno dal male, digiunare significa mortificare il
corpo, è un sacrificio che senza amore rimane vuoto e sterile, avere a cuore la
salvezza del prossimo è il miglior digiuno, si rinuncia a sé stessi per il bene
di qualcuno in particolare o per il bene di coloro che ci stanno a cuore. Se
non si ama, e questo significa fare qualcosa per il bene di un amico o di un
nemico, le pratiche religiose sono prive di senso, sono solamente fariseismo e
simonia, quindi null’altro che la dottrina degli ipocriti e dei seguaci del
diavolo. Per gli stolti la sofferenza innocente è un pretesto per bestemmiare,
per coloro che hanno senno un motivo in più per amare e per darsi da fare in
favore di chi porta una croce. La vita è il tempo della prova, c’è chi
persevera nella carità e chi muore alla grazia. Questo tempo è propizio per
ogni opera buona, per consolare un afflitto, per consigliare un dubbioso, per
far visita a un ammalato, per dare una carezza, per parlare parole buone e per
pentirsi del male commesso. Ogni piccolo gesto d’amore è un passo in avanti
verso il Cielo. Questo itinerario è breve e ad ogni occasione facciamo buon uso
del tempo che Dio ci concede. Se la vita è un dono e noi siamo gli
amministratori, essa non ci appartiene perché viene da Dio, è una grande
responsabilità la cui misura consiste nelle relazioni tra noi e gli altri, il
Signore non è indifferente a come noi trattiamo gli altri, il Signore si
interessa al nostro comportamento e alle nostre scelte; la creatura umana è l’unica
creatura al mondo che può vantarsi della moralità, essa è un guardiano attento, una musa ispiratrice, un consigliere veridico, una forza trasformativa attraverso cui cambiamo e
contribuiamo a cambiare chi ci incontra. Non c’è vita morale senza legge
morale, scritta nei nostri cuori e nelle nostre coscienze è un libro immortale
il cui autore è Dio: se il mondo non diventa la trascrizione di quel libro, progressivamente
diventa una propaggine dell’inferno i cui autori sono i peccatori impenitenti,
delle marionette giostrate ad arte dal diavolo, perché purtroppo c’è chi ama il male e
non vuole desistere dalla propria condotta. Soltanto chi ama le persone, desidera il loro bene,
testimonia la verità e vive nell’innocenza può dirsi veramente libero. Chi non
ama è schiavo di molti idoli e dietro a ciascuno di essi si nasconde un demone
con i suoi loschi interessi, ogni demone è una falsa luce in questo mondo di tenebra, ogni demone è menzognero.
giovedì 15 febbraio 2018
Il cammino di conversione
Ci sono
cose che interrogano la nostra ragione e non trovano risposte, talvolta ci
sembra scontato comprendere un fatto attraverso il nostro filtro personale o
culturale, ma in realtà l’inconoscibile è dietro l’angolo e ammicca seducendo
il nostro desiderio di conoscenza e di verità. La fede è un dono che può farci
solamente Dio ma occorre l’umiltà di domandargliela e per farlo è necessaria la
preghiera, prega chi è umile e si sente nel bisogno e non chi si crogiola nell’autosufficienza
e nella convinzione di essere già arrivato a una meta. Da adolescente prima dei
diciotto anni mi allontanai dalla fede pur mantenendo vivo l’interesse per quel
libriccino che si chiama Vangelo, leggendolo spesso e chiedendomi se quello che
si trova scritto nelle sue pagine sia il lavoro di fantasia di qualche bravo
scrittore, oppure le cronache di fatti realmente accaduti che non si rifanno a
similitudini o simboli e quindi non hanno bisogno di una interpretazione come
per la scienza dei sogni. Ho passato anni a domandarmi se la fede dicesse il
vero o se fosse soltanto un inganno, l’oppio dei popoli per usare una
espressione famigerata. Quello che raccontano i Vangeli è la verità ed è
qualcosa di realmente accaduto nella nostra storia, non è una invenzione di
qualche impostore che ha costruito una dottrina e una narrazione per illudere
degli sciocchi e convincerli che esiste un’altra vita oltre quella terrena.
Leggendo i Vangeli ho amato Gesù, l’ho conosciuto così come Egli è, così come
ci ama, così com’è il suo Mistero e conoscendo Lui ho conosciuto meglio gli
altri e ho imparato ad amare le persone. Chi capisce il Vangelo e lo prende sul
serio dovrebbe necessariamente fare questo salto di qualità nella sua vita
interiore, altrimenti rimane un pagano o un mondano, una persona vuota e
superficiale, una maschera di carnevale. Ad esempio considerando il discorso
della montagna è evidente quanto sia lontano il cuore della gente dall’ideale
cristiano, è troppo difficile perdonare, amare chi ci fa del male, far del bene
ai nostri nemici, non giudicare, non chiamare l’altro stupido o pazzo, far del
bene nel segreto, non essere ipocriti, non adirarsi, mostrarsi remissivi, etc.
Tutto questo è un programma di vita per persone che hanno perso il contatto con
la realtà, perché qualcuno dovrebbe accettare di comportarsi così? Che cosa ci
guadagna? Nell’immediato c’è solo da perderci, ma amare rende liberi e felici,
e Gesù ci promette una vita più bella trascorsa quella attuale, una vita senza
il peccato, senza l’amarezza della solitudine, senza l’angoscia della
sofferenza e senza la paura che la nostra cattiveria comporti come conseguenza
dopo un giudizio severo un castigo che durerà per sempre, perché il Signore ci
ama e ci perdona se noi ci pentiamo e accettiamo di cambiare, se decidiamo di
amare e di recidere ogni legame con ciò che contraria la verità e il bene
morale. Ogni giorno è una opportunità per deciderci a fare la cosa giusta e a
rinunciare al male, dimostrando da che parte stiamo, se con il Signore o con il
diavolo; conoscere veramente Dio significa guardare a chiunque con uno sguardo
benevolo, desiderando il bene per quella persona o per quell’altra, senza fare
distinzioni: Dio creandoci non ha fatto distinzioni, non ha diviso il suo
Cuore. Alla mia età cerco ancora ogni giorno di convertirmi, è un itinerario
quello della conversione, non è una conquista che si misura in qualche tappa.
Dio non si trova quaggiù e nemmeno il Paradiso è qui, ma se vogliamo possiamo
pregare e ascoltare la voce della nostra coscienza.
sabato 20 gennaio 2018
Cosa vale di più nella vita
Il mondo
è fatto in un certo modo e persuade le persone a ricercare degli pseudo valori,
sono valori fasulli che infondono nell’animo un surrogato della felicità, danno
nell’immediato contentezza, appagamento e soddisfazione ma con l’andare del
tempo si rivelano tossici; tutti conosciamo quali sono questi valori ed è
superfluo citarli. La proposta che ci fa Cristo dei suoi valori è
controcorrente, Cristo dice che la felicità è data dall’amare l’altro il cui
modo d’esprimersi collima con il sacrificio della vita, con il dono di sé agli
altri; innanzitutto interessarsi agli altri e trovarli degni di stima e di
affetto nonostante i molti difetti e le fragilità, nonostante le diversità o
addirittura le idiosincrasie, cioè il percepirli come detestabili e fastidiosi.
Cristo come si è comportato nella sua vita verso gli altri? Tutti lo sappiamo e
noi dobbiamo prendere esempio da Lui. Gesù ha amato, ha manifestato il vero
volto di Dio. Egli è capace di compatire le nostre miserie e le nostre
sofferenze, perché ha partecipato alla nostra condizione umana in ogni suo
aspetto, quindi ci conosce ed è capace di comprenderci in profondità. Stare
dalla parte di Cristo significa vedere gli altri con i suoi occhi e sentirli
con il suo cuore, è difficile perché noi siamo cattivi. Stare dalla parte di
Cristo significa stare dalla parte di coloro nei cui confronti Egli si è
immedesimato, ha vestito i panni del povero, dell’ammalato, del sofferente,
dell’emarginato, del debole, del disprezzato, di chi è solo e dimenticato, di
chi non è amato, accolto, desiderato. Cristo ha amato i peccatori, li ha prediletti perché il suo desiderio è di salvarli tutti. Cristo è attento ad ogni istante della
nostra vita sul modo attraverso cui entriamo in relazione con gli altri, come
trattiamo gli altri, come li consideriamo. I peccati più gravi e quasi
imperdonabili sono quelli che offendono l’amore dovuto al prossimo, è Cristo
stesso che ci ha dato questo Comandamento, ha detto a tutti noi: “. . . amatevi gli uni gli altri come io vi
ho amati”. Gesù ha dato la sua vita per la nostra, ha rinunciato alla sua
per salvare la nostra, quel che dobbiamo fare è dirgli di sì e accettare la
salvezza corrispondendo al suo amore: “.
. . mio Dio ti amo, abbi pietà di noi e del mondo intero”. Ad amare Dio si
comincia con la preghiera, pregando si impara ad amare Dio, si rimane in sua
compagnia e il nostro cuore col tempo viene cambiato dallo Spirito Santo; chi
ha davvero fatto esperienza dell’amore di Dio è veramente cambiato, perché ha
imparato ad amare con tutte quelle specificità che sono proprie dell’amore come
il perdono e la compassione. Molti non hanno conosciuto l’amore di Dio, forse
perché non sono stati abbastanza umili da incominciare a pregare, anche
semplicemente dicendo: “Signore
perdonami, Signore aiutami, Signore restami accanto . . .”. Queste sono le
cose autentiche che valgono nella vita: l’amore nei confronti di Gesù, il suo Vangelo, la devozione alla sua santa Madre, la pratica delle virtù, la coscienza netta
e il cuore puro. Il cristiano deve avere il coraggio di andare controcorrente,
non deve farsi assimilare dal mondo e conformarsi alla sua mentalità.
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