Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 26 giugno 2012

Una lodevole devozione alla Madonna


Tra le devozioni più significative e antiche che riguardano l’orazione e le suppliche alla Madonna, possiamo ricordare quella delle “ Tre Ave Maria ”, chiamata propriamente anche “ Chiave del Paradiso ”. Santa Matilde Hackeborn, monaca benedettina ( nata in Germania da nobile famiglia nel 1241 e lì morta nel 1299 ), pensando con apprensione alla sua morte e alla sua salvezza eterna, pregava la Santissima Vergine di assisterla nel momento estremo. Mentre si trovava in preghiera nel suo monastero, le si presentò la Madonna, le assicurò la Sua materna assistenza e, inoltre, le disse ( come solenne e “ grande Promessa ” per tutta l’umanità che desidera l’eterna salvezza in Paradiso ) che tutti coloro, che reciteranno devotamente, ogni giorno con perseveranza, da quando iniziano finché vivranno “ Tre Ave Maria ”, in ringraziamento alla Santissima Trinità, che Le ha donato la potenza, la sapienza e la misericordia, e per onorare gli stessi privilegi mediante i quali Ella è diventata, dopo Dio, la più potente, la più sapiente e la più misericordiosa, otterranno aiuto e protezione in vita e una Sua speciale assistenza nell’ora della morte: quindi si salveranno, pervenendo in Cielo. La devozione delle “ Tre Ave ” è stata approvata da diversi Papi, raccomandata da santa Geltrude, monaca anche lei e sorella di santa Matilde, e molto propagata da tanti santi, come sant’Alfonso Maria de Liguori, san Giovanni Bosco, san Leonardo da Porto Maurizio e altri. I benefici di questa preghiera sono stati sempre ottimi e innumerevoli; chi ama la Madonna non esiti ad aiutarla a salvare anime diffondendo, quanto più può, questa pratica efficacissima; san Giacomo Apostolo diceva: “ Chi aiuta un’anima a salvarsi sarà salvo ” ( Gc 5,20 ), e sant’Agostino: “ Chi aiuta un’anima a salvarsi ha assicurata la propria salvezza ”.
Preghiera da recitare mattina e sera:
Oh Maria Santissima delle “ Tre Ave ”, prega per me.
Per la Potenza che Ti ha concesso l’Eterno Padre:
Ave oh Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te, Tu sei benedetta tra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno Gesù; santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Per la Sapienza che Ti ha concesso il Divin Figlio:
Ave oh Maria…
Per la Misericordia che Ti ha concesso lo Spirito Santo:
Ave oh Maria…
Oh Maria, Madre mia, preservami in questa giornata ( in questa notte ) dal peccato mortale.
Indulgenza parziale
Con approvazione Ecclesiastica

domenica 24 giugno 2012

La vera data di nascita di Gesù


Il Vangelo di san Matteo parla di una stella, che avrebbe brillato nel cielo di Betlemme alla nascita di Gesù: questa stella è la congiunzione di Giove con Saturno nella costellazione dei Pesci. Nel 7 a.C., che è l’anno presumibile della nascita del Signore, si era verificata la congiunzione Giove-Saturno ed era stata visibile e luminosa su tutto il Mediterraneo. Nel 7 a.C. la congiunzione si verificò per ben tre volte: il 29 maggio, il 1° ottobre e il 5 dicembre; essa si verifica soltanto ogni 794 anni e per una volta isolatamente: nel 7 a.C. si ebbe addirittura per tre volte, quindi una situazione astronomica d’eccezione. Noi celebriamo il Natale del Signore il 25 dicembre di ogni anno, ma questa è una data probabilmente non corretta, anche se plausibile, d’altra parte bisogna sottolineare che nell’antichità sostituì una festa pagana di origine romana, detta del Sole: la nascita di Gesù potrebbe essersi verificata il 29 maggio, oppure il 1° ottobre, o il 5 dicembre, comunque in un giorno molto prossimo a queste tre date di quel 7 a.C., che per un errore di calcolo relativo al nostro calendario, è con molta probabilità il vero anno di nascita del Signore Gesù, ma noi continuiamo a pensare al 25 dicembre dell’anno zero come al giorno di Natale, a considerarlo santo, secondo la nostra tradizione, poiché in questo non c’è nulla di male, anche se si tratta di una data commemorativa e non storica. Il pianeta Giove simboleggia i dominatori del mondo, Saturno è il pianeta protettore di Israele e la costellazione dei Pesci, rappresenta “ la Fine dei Tempi ”, nello specifico l’inizio dell’era messianica: anche queste interpretazioni potrebbero rivelare la nascita del Messia, Signore dei dominanti e del mondo, che viene dal popolo di Israele ed è destinato a segnare la storia, nella sua età conclusiva e salvifica, il tempo della redenzione e dell’instaurazione del Regno di Dio.

sabato 23 giugno 2012

Dal cuore procede la stoltezza


Tra le cose che procedono dal cuore dell’uomo e lo inquinano, c’è la stoltezza, infatti tutto ciò che viene mangiato, quindi entra nell’uomo, non inquina l’uomo, è quello che viene dal nostro cuore, cioè dalla nostra interiorità ad inquinarci: sono le Parole del Signore in risposta ai farisei, inerenti ai cibi immondi che inquinano l’uomo e sulla relativa purità legale, riportate dal Vangelo; Gesù incentra il suo discorso sulla purezza del cuore e su ciò che veramente lo inquina, quello che rende immondo l’uomo, cioè il peccato. La stoltezza è un vizio che abbrutisce la persona, consiste nel disprezzare quello che è bene per lei e volgersi in tal modo verso quello che gli è nocivo, senza comprendere l’assurdità, forse la follia, delle proprie scelte disgraziate; la stoltezza è l’opposto della saggezza e non c’è maggiore stoltezza del decidere di seguire la via contraria a Dio e alla virtù, in modo deliberatamente volontario, per pervenire inevitabilmente a un proprio danno: quello che è stoltezza allo sguardo intelligente di Dio, è saggezza secondo le categorie del mondo, in quanto tutto ciò che si oppone alla Legge di Dio è regola di vita nel mondo, il mondo assoggettato e dominato dal maligno in cui regna il peccato e l’avversione al Signore. La stoltezza consiste nel continuare a ostinarsi nel peccato, nel male senza comprendere l’esigenza della conversione per il proprio bene e senza la consapevolezza che il male fa male innanzitutto a chi lo compie, dopodiché diffusivamente si ritorce sul prossimo e separa dall’unico bene autentico della vita, che è Dio; la Croce di Cristo è stoltezza per il mondo e sapienza davanti a Dio, perché ogni sofferenza allo sguardo inquisitore del mondo, è qualcosa di assurdo e insensato, allo sguardo di Dio acquista valore se accettata per amore, come sacrificio espiativo e via verso la perfezione delle virtù: la Croce di Cristo è sapienza perché conduce alla risurrezione, è la via maestra verso il Regno del Padre, ma il mondo è ostile all’edificazione del Regno e cerca con tutte le sue forze di edificare la città terrena, il paradiso qui su questa terra, una felicità materialista e antievangelica, contraria alla Fede e alla vera aspirazione del cuore umano, che cerca il significato ultimo dell’esistenza e l’Eternità. Stoltezza e insipienza, sono il ricercare spasmodicamente la propria felicità fuori da Dio, in opposizione alla sua Legge, con la convinzione che mangiare il mondo sia la cosa migliore per poter costruire qualcosa nella vita, quindi consumare la vita come un prodotto che si compera al centro commerciale, come se la vita non fosse altro che una candela accesa che piano piano si consuma lentamente verso l’inevitabile sua fine, verso il buio e il nulla: chiunque vive la propria vita conforme alla Legge di Dio, in adesione a Lui, è osteggiato dagli stolti del mondo, è odiato dal mondo e considerato un povero sciocco da commiserare, ma il Signore lo ama e lo approva, considerandolo e annoverandolo tra i saggi, tra coloro che hanno fatto la scelta giusta.

giovedì 21 giugno 2012

Infestazione diabolica veemente


Se ammettiamo l’esistenza degli spiriti, dobbiamo ammettere che la materia si pone soltanto su un piano della realtà, quella afferrabile con i sensi e che quindi ci sono altri piani disgiunti e sovrapposti in cui la nostra realtà sovrasensibile si trova a esistere, piani che l’occhio e l’orecchio, né il tatto, possono in alcun modo cogliere; spiriti sono le anime dei mortali, che secondo la dottrina più sana, quella della Rivelazione cristiana, dopo la morte pervengono subito alle loro dimore eterne, fuori da questo mondo, oramai estranei alla nostra realtà contingente; spiriti sono gli Angeli e i demòni, per natura creature intelligenti disincarnate, buoni o cattivi che interagiscono con il nostro mondo sensibile, per farci del bene se buoni, per farci del male se cattivi. I demòni possono interagire con noi facendoci vedere e ascoltare allucinazioni quanto mai realistiche, allucinazioni che si possono anche toccare ( e che ci possono toccare! ), perché tra la realtà e i loro costrutti c’è veramente una differenza irrisoria, quasi nulla; dove infestano ad un certo grado del loro potere sulla realtà, possono far vivere alle persone una sorta di stanza degli ologrammi, dove tutto compare e si muove come se i vari elementi “ illusori ”, fossero realmente parte del nostro mondo, entrando attraverso i sensi fisici in contatto con noi, distinguere tra le apparizioni sensibili e la vera realtà materiale che ci circonda è un esercizio molto arduo: sono allucinazioni realistiche, che non hanno nulla in comune con le allucinazioni dovute a una qualsivoglia malattia psichica, perché originate da delle intelligenze spirituali e non dalla nostra mente in disordine, sono una realtà che si muove in parallelo alla nostra realtà, quella creata, le realtà dei demòni sono originate, prodotte dalla loro facoltà di generare costrutti e di interagire attraverso questi con la nostra persona. Una infestazione di tal genere può portare le persone che la subiscono alla pazzia, se esse non sono adeguatamente preparate a vivere una tale esperienza e a farne un serio e profondo discernimento; nulla è più invasivo e traumatizzante di un’esperienza reale nella mente degli spiriti maligni, in tali esperienze è come se la loro mente, molto più forte della nostra, ci inglobasse in una realtà che compare e si tocca nel nostro mondo sensibile, una realtà fatta da illusioni realistiche e sconcertanti, come se il pensiero e l’immaginativa tutto a un tratto si dovessero convertire in concretezza, un sogno da vivere non durante il sonno della notte ma in stato di veglia, durante il pieno meriggio: per combattere prigionieri di una situazione del genere occorre essere preparati, occorre innanzitutto conoscere, ma la violenza di questi fenomeni ha una durata limitata, poiché il male raggiunge sempre un apice di espressione, dopodiché decade e rientra, noi possiamo accelerarne la risoluzione con la preghiera e mantenendoci sempre in Grazia, con la pratica delle virtù, rimanendo sempre in comunione con Dio. La preghiera di liberazione e le preghiere deprecatorie contro i demòni sono efficaci in certe situazioni estreme e impreviste: contro gli spiriti maligni bisogna invocare il Cielo e l’aiuto non tarderà ad arrivare, occorre anche molto senno e molto autocontrollo, è necessaria tanta forza e una grande maturità spirituale, ricordandoci che il male è un falso potere.

martedì 19 giugno 2012

La sessualità è scritta nella natura umana


La virtù della purezza è importante e amata dal Signore, ma i sacerdoti cattolici vogliono far diventare il sesso e la sessualità, un peccato mortale… forse il peccato in questione è la sessuofobia… un peccato che porterebbe alla totale separazione da Dio e alla condanna dell’inferno: io ho letto e studiato i Vangeli, scritti che unicamente testimoniano della vita, delle parole e della persona di Gesù Cristo, il maestro di tutti i preti, uomoDio che loro devono cercare di imitare per trovare la perfezione, che quasi certamente non raggiungeranno mai in vita… Gesù pur essendo Vergine e castissimo, non ha mai condannato la sessualità negli altri uomini e donne: la samaritana al pozzo, era stata con diversi uomini, era una concubina e Gesù le dice quello che lei aveva fatto, ma non la condanna, anzi gli offre un’acqua viva che scaturisce e zampilla per la vita eterna, non quella del pozzo dove lei era andata ad attingere; la donna adultera che quegli uomini spietati volevano lapidare e uccidere per il suo peccato sessuale, Gesù la assolve e la rimanda dicendole di cambiare comportamento, non la condanna! E’ Gesù che dice ai farisei che pubblicani e prostitute passeranno loro avanti nel Regno dei cieli, sì proprio delle prostitute! E’ Gesù che a mensa si fa lavare e asciugare i piedi con i capelli, da una donna che tutti consideravano peccatrice, peccatrice sessuale: Gesù le è grato per quel gesto d’amore, non la condanna per i suoi peccati, ma l’accoglie presso di sé… Dio non tollera falsità, ipocrisia, cattiveria, malvagità, ma nei confronti dei peccati, cosiddetti, sessuali appare più aperto, più tollerante: forse perché il sesso è un istinto di per sé buono, che Dio ci ha dato, per procreare e dargli nuove creature umane? Creature da amare, i bambini, i prediletti di Dio? Fossi in tanti preti e nel Magistero della Chiesa, rivedrei un pò il concetto di peccato sessuale, apportando delle attenuanti alla colpa, soprattutto per certe naturali e umanissime circostanze e desideri… Comunque è evidente che esiste una sessualità buona e una perversa: le perversioni sessuali portano a fare del male agli altri, a mercificarli, ad usarli; io dico che bisogna essere più tolleranti nei confronti di sbagli che si fanno nel contesto di una sessualità buona, dove forse c’è posto anche per l’affetto, l’amore e i sentimenti, senza comunque dimenticare l’eccellenza e la priorità della castità e della verginità, soprattutto quando esse sono un attributo della propria consacrazione a Dio, quindi sono la peculiarità dell’appartenenza privilegiata della persona al Signore, un segno di fedeltà per l’eternità.

Il passato è attualità sempre


Perché le persone tendono a dimenticare il passato, quando esso è costitutivo della nostra personalità profonda? Forse per la smania di vivere e consumare il presente, che sembra essere l’unico cardine per decifrare la storia; il passato è la storia che ognuno ha già vissuto, qualcosa di estinto che non tornerà mai più: ma è davvero così? La storia, qualcuno ha detto, si ripete soprattutto negli errori degli uomini, perché non siamo stati capaci di imparare dagli sbagli commessi o perché la debolezza della nostra natura, non permette che lasciamo dietro a noi, i malaffari che ci hanno tanto danneggiato nei tempi trascorsi; la storia sono gli uomini che scrivono nero su pagine bianche, che lasciano un segno nel trascorrere del tempo, che portano una traccia che segna la vita altrui e forse anche la cambia, queste persone fanno solchi nel passato in cui si semina per il futuro, determinando il destino di tutti. Il passato costituisce le fondamenta della nostra anima, il bene che abbiamo fatto ha inciso su tutta la nostra persona, cambiando in questo modo i parametri di scelta, con cui decidiamo della nostra sorte terrena e futura; il passato ha cambiato il nostro futuro, determinandone il destino, quello che gli antichi chiamavano il fato… Guardare al passato significa conoscere molto del presente, per possedere la chiave per decifrare il futuro, quello che sarà: noi dal passato ricaviamo le memorie che ci servono per comprendere gli eventi di oggi, guardando con lungimiranza al domani. Passato, presente e futuro collimano nella nostra persona e fanno di noi il fulcro di tutto l’universo, la sintesi di tutta la linea temporale della storia. Il passato di ciascuno non è irrilevante nella storia universale, perché ogni persona è in relazione ad altre e i suoi pensieri e le sue azioni sono interdipendenti, c’è un legame inscindibile con gli altri che nessuno può recidere, il passato del singolo venne scritto attraverso l’interazione con il passato di chi ha condiviso la vita e l’ha trasposta nel contesto in cui si è trovato a vivere: questo legame tra la storia e le persone, è il fondamento di tutta la comunità umana del presente, è la base che sostiene l’edificio della società contemporanea, anche se paradossalmente le nuove generazioni tendono a dimenticare il passato, con una conseguente morte della storia. Ricordare il passato è un modo per non cadere nei suoi errori, un modo per evitare gli sbagli che hanno nuociuto a molte persone, il male che nei tempi andati si è riversato nella storia personale di chi ha vissuto il passato; quindi per non cadere nei medesimi errori è necessario conoscere il passato, avere uno sguardo terso nei riguardi di ciò che è stato, senza appiattire le coscienze in una sorta di oblio voluto e ricercato, pensato come il bene per il presente. Per costruire il presente è necessario conoscere il passato, poiché senza passato non ci sarebbe la civiltà, senza passato e senza una storia si cadrebbe nel nichilismo della modernità, nel vuoto che purtroppo caratterizza molte coscienze contemporanee; la civiltà deve avere la sua storia e mantenerla viva nella mente e nel cuore di coloro che realizzeranno il futuro, perché fare la civiltà significa realizzare il destino di ciascuna persona, nel bene o nel male, sulla base del nostro passato concretizzando il presente e gettando le basi per il futuro. La storia ha bisogno di custodi vigilanti, che richiamino la coscienza collettiva a considerare ciò che è stato come l’ambito più importante per la vita di ognuno, come la fonte di conoscenze per la consapevolezza più profonda della realtà in cui ci troviamo a vivere, ad esistere da persone pienamente innestate nel tessuto della contemporaneità.

La meravigliosa gente del mondo


Sono stanco, voglio il confortevole abbraccio degli Angeli che mi circondano, che mi circondano come buoni pensieri di serenità e pace; Angeli che portano il riposo della morte, che annullano questo frenetico ed inutile pensare: Angeli che non vedo, anche se credo che dei pensieri fatti persona, esistano da qualche parte fuori di me, forse lontano, forse molto vicino, tanto da riuscire a toccarmi. Ma a circondarmi oltre ai buoni Angeli, c’è anche tanta meravigliosa gente, gente cattiva i cui pensieri sono malizia senza colmo, cuori sporchi di frenetico odio, frenetico come le tante vite di quei tanti angeli tenebrosi che girano sulla terra, che portano il sangue di quelli che piangono a toccare i sentimenti di Dio… Meravigliosa gente, gente del mondo, di cui questi sono i figli, figli di una meretrice che cavalca le bestie della nuova Apocalisse: disastro in ogni umana mente, che sente privazioni di significato alla vita; devastazione nelle anime di quei battezzati apostati, da convertire alla legge di Dio, ai Vangeli che millenni fa uomini illuminati scrissero, per diffondere la luce della Verità: una verità non accolta dalle moltitudini del presente, amanti delle opinioni, del soggettivo e del relativo; più giusto dire amanti del falso, quindi del diavolo che è padre della falsità. Ma cosa ama veramente la meravigliosa gente? La gente ama il piacere, con il piacere il benessere, con il benessere l’attaccamento alla vita, alla soddisfazione che vuole sempre di più, che non è mai sazia: questo ama la meravigliosa gente… Il peccato del mondo è che ci sono pochi cristiani e il cristiano è nemico del mondo, perché lo vuole cambiare ( sale della terra, luce del mondo! ); gente stupenda questa del mondo, ama scannarsi e scannare cristiani, per poi dire a sé stessa: “ noi siamo santi ”. Chi crede di essere giusto, è parte della gente del mondo, ma chi si sente peccatore è già redento! Meravigliosa gente, che cerca in ogni modo di migliorare il proprio tenore di vita, ma non pensa al sentire della propria morte, che cammina a ritroso sulla strada del tempo: morte tua, vita mia, come dicevano gli antichi, e ammazzano i cristiani facendo grande il potere dell’anticristo, potere tutt’altro che nascosto, ma chiaro ed evidente come i vessilli delle nazioni sopra il dolore dei miseri, sopra il sangue innocente. Che bella questa gente antropofaga, che divora il suo prossimo e con la sua pelle si confeziona gli abiti; bella questa gente nel cui cuore c’è posto solo per il gelo dell’egoismo, tabernacolo blasfemo per nuovi e violenti culti satanici, oblazioni al demonio; dalla bocca che parla dalla pienezza del cuore, bestemmie si levano contro il Cielo… Mi piace questa gente che non prega Dio per ricevere aiuto o favori, ma prega per maledire: una preghiera che è oltraggio ai valori, alla fede, alla virtù, al bene… anche al proprio vero interesse! No, forse non mi piace questa gente, ma nella loro ipocrisia, è gente autentica, è come ha scelto di essere: che grande mistero la libertà, proprio come la coscienza… e se le ragioni di tutto andrebbero cercate in certe zone della corteccia cerebrale? Che grande sconforto se anche il male avesse origine, in un pezzo di carne come la ghiandola cervello. No, il male e la malvagità stanno più in alto delle ragioni della carne, la meravigliosa gente lo sente questo dentro di sé: gente meravigliosa, sana di mente! Persone capaci di intendere e di volere, quindi di essere perversi demòni e di mangiarsi il prossimo. Il mondo ha i suoi cittadini, che sono i sacchi di carne più forti, il Paradiso ha i propri, che sono le vittime della mercenaria meravigliosa gente, che sopra di loro banchetta allegramente, come il ricco epulone sul dolore del povero Lazzaro: la parabola del Vangelo. La Speranza concreta è quella della parabola, un oltretomba per tutti, diverso per ognuno…

Psiche e Amore, l'io e il tu


Psiche e Amore, due volti di una sola medaglia, nella perpetua ricerca dell’altro, accomunati dall’insofferenza della solitudine; si cercano e mai si trovano, si sfiorano ma mai si toccano: psichismo che desidera amore, lo vuole per riempire un vuoto, per colmare l’abisso… Amore dice che ama Psiche; ma un sentimento, una debolezza, può amare ciò che lo produce? Mente isolata in verità ami solo te stessa e nulla vuoi che non sia per te, per il tuo egoismo privo di misura: la felicità non esiste, è soltanto una chimica illusione per la mente e la figlia coscienza. Spirito che si modula attraverso l’organizzazione di un organo che suona la musica di una carne avvilita dai sensi, te ne stai muto mentre Amore stupra Psiche, la violenta con una brama conosciuta solo dalla sporca passione, che come fango ricopre il cuore, spiritualmente vicino e prossimo allo Spirito d’un Creatore, sempre assente e mai presente nel bisogno e nel desiderio di Psiche per Amore; la felicità è nella comunione, nella persona amata, qualcuno direbbe: ma cosa ama Psiche, l’Amore o la persona che ama? Psiche ama Psiche e l’Amore che colma il nulla del cuore, non ama nessuna persona fuori di sé, perché fuori di sé le persone sono sacchi di carne, dentro Psiche diventano l’immagine di quello che vogliamo e allora ci appagano, ci soddisfano, danno la felicità, o meglio, la sua gioiosa illusione. Psiche e Amore, la stessa medaglia dove due sconsolate effigi si cercano, illudendosi di tanto in tanto, di trovarsi… Non c’è conoscenza tra i due che si cercano, l’altro è ignoto all’altro, poiché la verità è che entrambi non esistono, se non in una realtà che si sono costruita, che finirà presto, che si spegnerà in un desertico miraggio, nell’oasi dell’egoismo!

Togliere la vita al prossimo è dannazione


Macchie nel cuore di tetro desiderio omicida, peccato contro il quinto comandamento di Dio: non uccidere; nere macchie nel cuore di tetro assassinio concepito nella mente come azione senza criterio morale, senza rispetto per la vita, per ogni vita, anche per la vita di chi è considerato indegno di vivere dal giudizio arbitrario e prepotente, di una agghiacciante arroganza, portato alla coscienza comune da persone che hanno tradito il valore dell’umanità debole e sofferente, ritenuta inutile da individui che hanno fatto del loro orgoglio e del loro egoismo la misura per decidere il destino del prossimo, se privo dell’insondabile valore che conferisce la dignità umana: creature senza compassione, emissari del demonio, il cui dovere blasfemo è l’omicidio; creature che hanno tradito la missione di essere custodi dell’altro, dell’altrui vita, del veritiero presagio di un avvenire forse crocifisso, ma autenticamente realizzato nell’amore di chi accoglie il prossimo e si carica del dovere di aiutare e di preservare la vita, dove la vita è stata criminalmente disprezzata, fatta oggetto della decisione brutale e violenta della morte, atto intrinsecamente perverso e degno di anime propriamente morte e diabolicamente contratte nel desiderio assassino di quelli il cui tenebroso cuore, senza ombre che possano presagire luce di redenzione, hanno decretato dal loro vile e meschino interesse e vendicativo volere: criminali che hanno commesso omicidio volontario premeditato, reato contro il codice di procedura penale giudiziario, reato che merita la condanna capitale senza appello, reato tra i più odiosi che siano contemplati nel diritto penale degli Stati democratici. Quando sarà fatta giustizia? Presto, quando coloro che impunemente hanno ucciso e si sono garantiti l’impunità, moriranno a loro volta e saranno giudicati dal vero Giudice dei vivi e dei morti, cadendo nell’eterno tormento dell’inferno: stolti atei, credete di esservi realizzati nella vita, di avere fatto il vostro comodo sulla sofferenza e la morte del prossimo, ma anche voi presto inaspettatamente morirete e non sarete tra gli innocenti, tra le vostre vittime, ma tra le pene dei dannati; il fatto che ci crediate o meno è indifferente in quanto a realtà, l’esperienza sarà la misura della conoscenza senza ritorno, senza possibilità, quando vi ritroverete nella vostra sede eterna… presto. Buona continuazione nella vostra preziosa e meravigliosa vita… e godetevi l’attimo imbecilli, che la vita passa e certa è la morte: ma i saggi riconoscono la sapienza degli spiriti puri.

Setta religiosa e odio


Quando impareremo che l’odio è distruzione e morte? Forse quando il male ci si ritorcerà contro come per colpirci, inesorabile nella sua sentenza, violento nelle sue presunzioni; la gente è migliore di quanto si possa immaginare, nonostante ci siano mele bacate in ogni frangente sociale, e anche in ogni buona famiglia, questo rende speranzoso il domani, difatti il buono è leggibile sui volti e negli sguardi della maggior parte delle persone, la malvagità autentica fortunatamente è soltanto di pochi che posseggono sguardi luciferini, fisionomie del volto empie e riprovevoli: le persone comunemente sono buone e tendono istintivamente al bene, ordinariamente il bene è sui volti della maggior parte della gente; sono convintissimo di questa verità! Ma perché alcuni scelgono di odiare? Perché sono anime mediocri e vili, senza coscienza e senza la luce della bontà. Le sette religiose portano solamente danno alla vita psichica delle persone aderenti, e negli sguardi di tali soggetti ho letto chiaramente l’empietà, fatta da complicità nel comune interesse e da malizia accusatoria verso coloro che non appartengono al gruppo, alla compagnia dei mantrainséma, come si dice in dialetto comasco, per sottintendere una società chiusa e ambigua, fatta di complicità e di interesse: come si innesta il tema dell’odio all’interno di una qualsivoglia setta? Quando il gruppo tende all’isolamento e alla codifica di un proprio comportamento taggato, cioè esclusivo e discriminante, nasce spontanea l’avversione verso coloro che estranei, criticano legittimamente la natura settaria del movimento religioso in questione… l’avversione nei singoli si tramuta in rancore, risentimento e sclerotizzandosi diventa odio autentico, anche indistinto, una sorta di norma di vita, che conduce al desiderio scellerato della vendetta, calpestando in questo modo i valori professati, sbandierati ipocritamente, come la misericordia e il perdono: ci si perdona tra di noi, ma agli estranei la si fa pagare cara! Che cosa spregevole. La setta e l’odio vanno di comune accordo, sono elementi complementari, perché l’ambito dell’esclusivo si conserva meglio con l’odio nei confronti degli estranei, questa è una regola ferrea. Come combattere le sette e il loro perfido odio? Con la denuncia di tali comportamenti alla pubblica opinione, in modo tale da criminalizzare atteggiamenti di tipo sociopatico, con la finalità di salvaguardare attraverso la conoscenza, l’incolumità psicologica di un grande numero di persone purtroppo esposte e deboli, che rischiano di cadere nella rete della setta. La peggiore delle sette è la setta a sfondo religioso, soprattutto quando si ammanta del perbenismo e dei valori cosiddetti cristiani, in una forma spietatamente ipocrita, è ovvio. Per il bene della salute morale e psicologica delle persone è indispensabile una campagna di informazione, che sottolinei tutti i rischi che questi gruppi comportano nei confronti delle persone cadute nel tranello: l’emancipazione dalle sette per aderire a una religione genuina, che è quella interiore, quella del cuore, è lo scopo di ogni buona informazione che tenda a svelare l’inganno dovunque esso si celi, soprattutto dietro la parvenza della cristianità.

Simmetria e moralità


Due forze in opposizione che si scontrano generano uno stabile equilibrio, nella mente due pensieri contrapposti portano inevitabilmente a scegliere per quello che, dopo un’accurata analisi, si considera con un minimo margine di dubbio, il più sensato e adeguato alle nostre esigenze, in qualsiasi ambito due energie paritetiche sono destinate l’una alla conservazione dell’altra, senza che vi sia prevaricazione: facendo il medesimo discorso, cosa avviene tra il bene e il male? Innanzitutto vanno considerate come due forze antitetiche e in opposizione tra loro, ma è anche necessario in termini assoluti conoscere cosa distingue il bene dal male, che cose sia il bene e che cosa sia il male: si deve partire dal presupposto che l’umanità da sola non può conoscere la distinzione tra il bene e il male, qualsiasi umanità allo stato primitivo formula le sue questioni e le sue regole proprie, riguardo al bene e al male, quindi la moralità è soltanto una convenzione della civiltà moderna ed evoluta? No, il bene e il male sono una legge già scritta nell’uomo, ma vi è la necessità che l’uomo la scopra e la conosca, attraverso l’educazione e la riflessione profonda nella sua vita e nella sua coscienza: si può affermare con certezza che nell’uomo sussiste una grande opacità riguardo alla legge morale, fin dai suoi primordi ed è quindi necessario indicare all’umanità una via maestra da seguire, una via che sia il prodotto e la conquista di anime elette da un determinato fuoco spirituale catartico, che trasforma e cambia il volto interiore della persona e di tutte le persone con cui tale fuoco viene a contatto, possiamo considerarlo il fuoco creatore e trasformatore dello Spirito Santo, di Dio stesso. Il bene e il male devono essere conosciuti, perché ciascuno di noi possa fare una libera scelta in ambito morale che sia quanto più coerente con la verità della propria coscienza, una scelta che condiziona la nostra salute spirituale; conoscere il bene e il male significa estraniarsi dall’innocenza primigenia, essere inquinati dal peccato, uscire dalla comunione con l’Eterno, così il Libro della Genesi descrive il peccato originale e la caduta dei progenitori avvenuta nel giardino dell’Eden, per l’inganno del serpente, cioè del diavolo, esiliati dalla possibilità di cogliere anche il frutto dell’albero della vita e diventare immortali, quell’albero della vita che diventerà la Croce di Cristo per la nostra redenzione, perché ci sia comunicata la Vita eterna: esclusi dall’Eden, separati da Dio, siamo stati confinati nella dannazione del mondo. La libertà della nostra natura umana, il nostro libero arbitrio ci rende creature morali, spirituali, distinte in modo radicale dal mondo animale, poiché nessun animale è in grado di differenziare il bene dal male, questa è una facoltà propria soltanto della persona umana, attraverso il cammino redentivo della sua anima in rapporto a Dio: ritornare all’innocenza dell’Eden e cogliere il frutto dell’albero della vita, scegliendo il bene ogni giorno con perseveranza e rettitudine.

venerdì 15 giugno 2012

La forza dell'ateismo


L’ateismo è indice di una grande forza intellettuale, le sue proposizioni sono quanto di più razionale e sensato una mente evoluta possa concepire, in relazione alla realtà e alla persona, ma possiede in sé il germe nocivo della superbia e l’arroganza di coloro che si sentono già arrivati, possedendo in via definitiva la verità su tutto, che ovviamente è soltanto la loro personale ed esclusiva verità; l’agnosticismo invece è quel pensiero scientifico che pone in sé il non esprimersi riguardo a cose cui è impossibile arrivare per studio e conoscenza, per metodo empirico, per dimostrazione pratica e per via diretta di sapere: l’agnostico non nega Dio, ma a riguardo non si esprime, perché non può in alcun modo conoscerne la realtà o dimostrarne l’esistenza, l’ateo lo nega categoricamente e in modo per così dire scontato, proponendo assiomi radicalmente ostinati in quanto alla sua inesistenza. Affermare che Dio non esiste, significa escludere dal proprio orizzonte conoscitivo tante realtà tangibili, di cui non si riesce ancora a dare una spiegazione, proponendo l’assioma che quello che ancora non si conosce della natura del creato, con assoluta certezza lo si conoscerà con i prossimi sviluppi della scienza umana; la verità è che quelli che affermano che Dio non esiste, vivono un pregiudizio assurdo, sono semplicemente prigionieri della loro sciocca superbia, paradossalmente concomitante con l’incapacità di darsi delle serie spiegazioni sulla maggior parte dei fenomeni e degli accadimenti, che avvengono nel mondo materiale, nella nostra realtà: l’ateo trova stupido spiegare la natura dell’essere con l’affermazione semplicistica dell’esistenza di un Dio creatore, che sta al principio di tutte le cose ed è il fine ultimo delle medesime. In quanto la cosa è indimostrabile pragmaticamente, la verità assoluta non esiste, è soltanto una serie di diverse opinioni, quindi Dio è solamente una opinione, persino la più banale e scontata tra le tante… un’idea fideistica di cui si può benissimo fare a meno, per vivere felici il presente della vita, l’unica per ogni persona, invece le idee contingenti alla realtà materiale sono fantasie alienanti e deleterie. La personalità dell’ateo si spiega semplicemente così, anche se non lo si vuole ammettere mai: l’uomo che vuole essere dio al posto di Dio, l’uomo che vuole spodestare il suo Signore, anche soltanto il pensiero superficiale di Lui. Se gli atei avessero ragione, il nichilismo dei valori sarebbe l’unica possibilità sensata, per considerare l’esistenza umana come un vuoto assoluto e un percorso esperienziale che conduce inevitabilmente al nulla, insomma la vita non varrebbe la pena di essere vissuta, la vita sarebbe svuotata di qualsiasi ragione di essere e la morte diventerebbe l’unica risposta ai perché, ai problemi dell’uomo e alle sue difficoltà: il mondo diventerebbe quello che è sempre stato considerato nella concezione dell’uomo empio, cioè la fabbrica della morte, un’immane campo di sterminio dove vige la legge del più forte e dove la persona perde la sua identità e la sua dignità, quindi il senso della sacralità sostituito dal nichilismo. In un contesto come quello sopraesposto le uniche forme politiche da istituirsi, sarcasticamente finalizzate all’ordine e al governo, sarebbero la tirannide o l’anarchia, dove l’umanità è svuotata da qualsiasi significato e valore. Per concludere il mio pensiero, debole o forte giudichi chi ha consapevolezza, una civiltà senza Dio è destinata alla decadenza e alla scomparsa repentina, costruire un mondo senza Dio vuol dire costruire la morte per ciascuno e per l’intera società, significa sul piano fattibile conculcare il futuro, toglierlo dall’orizzonte del progresso in ogni ambito, in ogni frangente dell’umano e della sua evoluzione.

giovedì 14 giugno 2012

Il convito del Signore


Un antico canto nella Chiesa delle origini, successivamente attribuito a san Tommaso d’Aquino, si esprimeva così: oh sacro convito, di Gesù Cristo ci nutri, sei viva memoria della sua Passione, all’anime nostre doni la vita divina e il pegno della gloria futura… Questo canto esprime tutta la Fede della Chiesa e del popolo di Dio nella santa Eucaristia, nella comunione all’Eucaristia durante la liturgia, cioè durante la funzione pubblica: il sacro convito è la mensa con il Pane e con il Vino, a cui tutti i fedeli sono chiamati a partecipare, è il convito del Signore che chiama tutti al suo Regno; Gesù stesso ci nutre con la sua Persona, con il suo Corpo e il suo Sangue, è lo sconfinato amore per ciascuno di noi che lo ha portato a farsi cibo e bevanda, questo per la prima volta nella Cena con i suoi Apostoli prima della sua Passione, Lui è il centro del convito; la santa Eucaristia è la ripresentazione incruenta della Passione del Signore, è quindi un nuovo e perpetuo compimento, un’attualizzazione, non è semplicemente una commemorazione, un ricordare un avvenimento accaduto nel passato; la Passione è il sacrifico d’amore per la redenzione delle anime e nell’Eucaristia la Passione rivive e si rinnova, comunicando la salvezza, fino alla fine dei tempi per il bene di tutte le anime; con la comunione all’Eucaristia partecipiamo alla risurrezione di Gesù, alla sua vittoria sulla morte, spirituale e corporale, quindi risorgiamo con Lui alla vita eterna; nutrirsi di Gesù significa ricevere la caparra, l’anticipo della gloria nel suo Regno futuro, è il seme della Vita che viene messo nella nostra anima, per la nostra risurrezione in Paradiso; il sacro convito di Cristo è esclusivamente Grazia, dono di Dio, senza che noi possiamo avanzare meriti o affermare diritti, è soltanto il dono gratuito dell’Amore e della Misericordia del Signore: la condizione per accedervi è la purezza dell'anima e del cuore, l'estraneità al peccato, soltanto così si può essere ritenuti degni del Corpo e del Sangue del Signore.

martedì 12 giugno 2012

Prigionieri della bestemmia e dell'impurità


Le persone dal basso profilo umano, spiritualmente mediocri, sono abitualmente bestemmiatrici, bestemmiano come se la bestemmia fosse un segno di interpunzione alla frase, hanno un animo meschino e superficiale e nessuna sensibilità nei confronti della religiosità: la bestemmia è una fanghiglia puzzolente che caratterizza la sfera interiore di queste persone e molti che hanno conoscenza dei fenomeni di natura diabolica come la possessione, ritengono con grande cognizione di causa, che bestemmiare richiami nelle persone in questione l’azione e l’influenza degli spiriti maligni, dei demòni: basta un solo bestemmiatore in casa, per rovinare una famiglia con una virulenta infestazione diabolica; padre Pio diceva che il modo più sicuro per andare all’inferno è la bestemmia, infatti è l’offesa più diretta nei confronti del Signore, è una esplicita e violenta manifestazione di odio, che promana dal cuore del peccatore! Quando la bestemmia si accompagna agli atti impuri, una persona diventa inevitabilmente la dimora stabile di satana… quello che dev’essere considerato naturale sul piano della sessualità, della morale sessuale, nella persona umana, è la castità e la purezza, quindi la virtù della verginità in tutti coloro che, maschi e femmine, non hanno ancora contratto il matrimonio autentico davanti a Dio, ogni atto sessuale fuori dal matrimonio, l'unione coniugale, è un peccato mortale e chi li commette è meritevole dell’inferno eterno, anche guardare immagini a carattere sessuale, più o meno perverse, è una colpa, lo stesso desiderio illecito è una colpa: una persona che compie atti sessuali volontari fuori dal matrimonio, inevitabilmente si danna, fuori dal matrimonio è lecita soltanto la virtù della purezza, affermare questa cosa oggigiorno è molto antipopolare, ma è la semplice verità. La bestemmia e gli atti impuri rendono l’anima sporca e degna di essere rigettata dall’Amore di Dio, che è infinita purezza; soltanto la Confessione, che pone le sue radici nella Passione e nella Croce, può purificare con il Sangue preziosissimo di Gesù un’anima da tutte le sue sozzure, chi si illude di ottenere dal Signore la piena remissione dei suoi peccati e così rimanere esente da conseguenze collaterali, tornando all’innocenza e alla purezza battesimale, senza Confessione… è uno sprovveduto che non conosce la Parola di Dio, i suoi misteri e la sua volontà, insomma non conosce il santo Vangelo; senza Confessione i peccati mortali rimangono e ci si esclude dalla redenzione, dalla Grazia santificante e si rischia seriamente la dannazione eterna della propria anima, nel mentre si diviene ricettacoli del maligno, si è abitati nel cuore da lucifero, senza nemmeno avvedersene, nella più totale ottusità psicologica e l’anima resta stabilmente impura.

domenica 10 giugno 2012

Un Padre che ci ama


Il padre è una figura importante nella vita di un giovane, molti vedono nel padre il simbolo della forza e dell’affermazione e nella madre l’accoglienza e l’affettività, ma un padre cosa deve trasmettere al proprio figlio per dimostrare autentico amore genitoriale? Secondo me deve trasmettere l’onestà e la giustizia, la forza dei valori virili, come il rispetto per sé e il rispetto per gli altri, la virtù della perseveranza nel bene e la virtù del sacrificio di carità, la sincera compassione umana, indispensabili per una maturazione vera di un giovane verso l'adultità; perché certi padri sbagliano nell’educazione di un figliolo? Perché non amano quel giovane, quel adolescente, quel bambino, infatti chi si sente amato e lo è davvero riconosce l’amore, forte e dolce nel contempo e ha fiducia nella persona che lo rispetta e lo fa sentire stimato e sotto l’egida di un’attenzione benevola, nella sicurezza di un conforto e di un appoggio dove riporre la propria crescita umana e relazionale. Noi tutti abbiamo un Padre, cioè il Signore, Egli è nostro Padre e il suo amore è più grande dell’amore di qualsiasi genitore umano, è necessario sentirci figli di tale Padre e riporre in Lui tutta la nostra fiducia; un padre terreno potrebbe tradirci e abbandonarci, questa è una possibilità fattibile, ma il Signore non ci tradisce e non ci abbandona mai, Egli è sempre vicino a noi e dipende dalla nostra risposta positiva, sentire la sua vicinanza e la sua presenza, il Padre che ci ha creato vuole soltanto il nostro bene autentico, ma ci lascia radicalmente liberi di accoglierlo o di rifiutarlo. Tutti gli uomini sono figli di un unico Padre e devono comportarsi tra loro, con spirito di solidarietà e fratellanza, ma purtroppo ci sono anche i figli reprobi, quelli che tradiscono l’amore e lo dimenticano per volgersi al mondo e alle sue false luci, comunque il Padre li ama e li amerà per sempre, nonostante la separazione, perché Dio non può opporsi a sé stesso, non può essere in conflitto con il proprio Amore eterno, l’Amore di Dio è incondizionato e puramente oblativo, può soltanto donare chiedendo l’adesione libera della sua creatura, per poterla rendere felice e realizzata, nel suo Regno di beatitudine e di pace. La preghiera che Gesù ci ha insegnato si chiama Padre nostro e ogni cristiano la recita più volte durante il giorno, per amare, onorare, ringraziare e chiedere il necessario al Padre celeste che ci ha chiamati dal nulla all’esistenza e alla piena comunione con Lui; pregare il Padre nostro è pregare come Gesù, Figlio unigenito del Padre, ha voluto che pregassimo per ottenere da Lui la sua Grazia e la sua benedizione, per ricevere il suo Amore ed essere con Lui in confidenza filiale, come il bambino nei confronti del suo papà, poiché il Signore ci vuole prossimi al suo Cuore, senza escludere nessuno dei suoi figli e delle sue figlie; Egli vuole abitare nel nostro cuore, come nel Suo tabernacolo eletto, la risposta dipende soltanto da noi, quindi l’unica possibilità buona, onesta e giusta è il nostro sì libero e irrevocabile.

sabato 9 giugno 2012

Custodi del nostro prossimo


Ciascuno di noi è custode e responsabile della vita del suo prossimo, quindi non curarsi degli altri e chiudersi nell’egoismo della propria cerchia meschina, è un atto di profonda immoralità e inciviltà; stelle morte che vagano nel mare tenebroso della perdizione, questi sono coloro che non si occupano della vita degli altri, perché un’esistenza trascorsa senza farsi coinvolgere dal destino altrui è una vita morta e senza lo Spirito del bene… separati da Dio si cade volontariamente nella morte e il modo più sicuro per essere separati da Lui è l’egoismo più feroce, l’indifferenza verso chi ci circonda e nei confronti delle sue sofferenze, dei suoi drammi, delle sue difficoltà: fuori dall’Amore di Dio c’è l’inferno e quelli che non amano, quelli che odiano anche una sola persona, sono nella morte eterna. La mancanza di compassione è un segnale preoccupante e tragico della condizione di morte di un’anima, senza la sensibilità del cuore non si può coltivare l’amore e maturare in esso, ma si sprofonda nell’abisso, si discende verso l’empietà più gretta e orrenda; perdere la propria anima in questo modo è peggio della morte corporale, ma i tanti cadaveri ambulanti che affollano le strade del mondo, non se ne rendono affatto conto, illudendosi di aver raggiunto il culmine della felicità, invece sono nell’antro oscuro della putrefazione dell’anima, nonostante il bel volto sorridente e fasullo. Soltanto l’incontro autentico con Dio può far rivivere queste anime perdute, soltanto il suo Amore le può risuscitare portandole nuovamente alla vita, alla luce beata della Grazia: incontrare Dio significa cambiare il proprio cuore e cominciare ad amare sinceramente, è un amore in duplice senso, verso il Signore e verso il prossimo… tutto inizia dal risveglio della coscienza, dalle lacrime del pentimento, dalla contrizione per gli sbagli commessi nel passato, in questo modo il cuore di una persona si apre finalmente all’amore di Dio.

Omicida fin dal principio


Il diavolo è definito nel Vangelo dal Signore padre della menzogna e omicida fin dal principio, le persone umane sotto il suo segno maledetto sono anch’esse bugiarde e assassine, sanno mentire con malizia e disinvoltura per compiere il male con maggiore liberalità e sanno uccidere senza compassione, disprezzando nella maniera più assoluta la vita umana, la vita degli altri; l’omicidio volontario è il peccato che grida vendetta al cospetto di Dio più di qualsiasi altro, è il peccato del diavolo per eccellenza, la cultura di morte di certe persone e di certi ambiti della società è qualcosa di diabolico e antiumano, è l’ideologia di chi non possiede la coscienza della distinzione tra bene e male, per comprendere che tale atto, è un male morale di una gravità estrema, una colpa gravissima che certuni non ritengono tale e di cui si deresponsabilizzano proponendo dei vaneggiamenti assurdi, per affermare la loro totale innocenza nonostante siano allo stato delle cose degli autori di infami delitti, di crimini, di omicidio preterintenzionale. Nel nostro ordinamento penale, cioè nel Codice di Procedura Penale, l’eutanasia e il suicidio assistito sono reati gravissimi, al pari dell’omicidio volontario premeditato e sono sanzionati da dure pene detentive, compresa la compromissione e la perdita di alcuni privilegi sociali e professionali in via definitiva, voglio riferirmi nello specifico all’ambito sanitario e medico, dove taluni operatori del settore affetti da una spiccata demenza e convulsione satanica, dichiarano che l’eutanasia è un diritto e andrebbe applicata arbitrariamente anche senza l’autorizzazione del paziente, ogniqualvolta il medico o i medici lo ritengano opportuno: si tratta ovviamente del crimine di omicidio! Ma noi vogliamo forse che lo Stato uccida in modo legalizzato i suoi cittadini, con dei boia con tanto di camice bianco, escludendo ovviamente il classico cappuccio nero, rigorosamente selezionati dalla classa medica, che opera nella sanità pubblica? Chiunque per un qualsivoglia motivo, potrebbe diventare l’oggetto dell’attenzione omicida dei professionisti della sanità, uomini e donne che come tutti pensano primariamente al proprio tornaconto, al proprio interesse di categoria, o meglio di casta: difatti gli esseri umani hanno come tratto caratteristico uno spietato egoismo, purtroppo senza nessuna eccezione, siamo tutti così anche se qualcuno non osa ammetterlo, per vile ipocrisia. L’eutanasia certuni la vorrebbero selvaggia, per poter ammazzare nella più totale impunità come dei fabbri, senza che vi siano delle Leggi adeguate a regolamentarne la disciplina così delicata e difficile, senza addirittura “ testamento biologico ”, dove ciascuno è libero in conformità al Diritto, di sottoscrivere le proprie legittime volontà in ambito di fine vita, per quanto concerne il destino inerente alla propria morte, nella condizione in cui potrebbe trovarsi prima di morire. L’ideologia della morte è l’ideologia degli atei che non credono in Dio e non hanno a cuore la vita umana, una ideologia disumana che svuota l’umanità di ogni valore intrinseco, l’ideologia del diavolo che contrasta con il Vangelo, l’ideologia delle persone sotto la schiavitù del maligno, persone asservite a satana per fare la sua volontà, nonostante non ne siano del tutto consapevoli, che vivono nelle tenebre più fitte, senza nessuna speranza e senza un significato da dare alla vita: persone pericolose per sé e per gli altri.

giovedì 7 giugno 2012

Rivelazione e cose ultime


Il Libro dell’Apocalisse... che significa Rivelazione, poiché tratta di un genere letterario che concerne le profezie che discendono dall’Alto, è un grande poema biblico che riguarda tutta la storia della salvezza nella Chiesa e nel mondo; è stato scritto da san Giovanni Apostolo, ma alcuni studiosi ritengono che sia il frutto della predicazione di san Giovanni, nell’Asia minore e nelle Chiese orientali da lui fondate, predicazione terminata con il suo esilio nell’isola del Mediterraneo di Patmos e la sua morte avvenuta in tardissima età, attorno all’anno 100 d.C., epoca delle persecuzioni dell’imperatore romano Domiziano e periodo storico della stesura dell’ultimo Libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse appunto: nel Libro c’è un esplicito riferimento a san Giovanni e a Patmos, nell'ordine autore del testo e luogo della redazione. Il libro è una grande rappresentazione “ teatrale ” e profetica di tutto quanto accadeva all’epoca apostolica, è la grande epopea cristiana dal suo inizio al suo compimento, con il ritorno glorioso di Cristo e la definitiva instaurazione del Regno di Dio; è un susseguirsi costante di simboli, numeri e figure retoriche che fanno riferimento alla continua battaglia tra le forze del bene e le forze del male, la vittoria finale è di Dio e della sua Giustizia, del suo Amore per l’umanità che ha creato agli albori e redento con la Croce di suo Figlio, la sconfitta è per satana e per tutti i suoi epigoni che lo hanno seguito nella ribellione e nell’odio, nella morte eterna: separati da Dio si cade inevitabilmente nella morte e il maligno quando ha fatto questa scelta lo sapeva! L’Apocalisse non è il libro delle sciagure e delle disgrazie, ma è il Libro della speranza per eccellenza, il Libro che dichiara tutta la Signoria di Dio sulla creazione e afferma indiscutibilmente che il bene trionfa sulla malvagità, l’Amore e il sacrificio sull’odio e sull’egoismo, la vita e la risurrezione sulla morte, la Grazia del Cielo sul peccato dell’inferno. Apocalisse è la grande storia della Chiesa attraverso i tempi, per giungere nella sua consumazione definitiva alle nozze dell’umanità redenta con l'Agnello, nella Gerusalemme celeste, è il grande poema storico in chiave mistica di tutta la storia della salvezza, il Libro del destino che non può essere cambiato da nessuno, di cui soltanto l’Agnello immolato è degno di aprirne i sigilli: gli Angeli del Signore sono i tramiti e i depositari di questo Libro, è dagli Angeli che san Giovanni Apostolo viene istruito sulle cose ultime, le cose che devono accadere a breve, poiché per l’Eterno mille anni sono come un giorno e un giorno come mille anni; nell’Apocalisse gli Angeli hanno un ruolo fondamentale, di loro si parla in tutta l’ampiezza dello scritto. Il Vangelo è l’ultima rivelazione, l’ultima Parola di Dio per l’umanità e Rivelazione è il Libro sacro delle cose ultime, il Libro puramente escatologico, leggerlo significa immergersi nei significati più profondi del Vangelo, uno specchio limpido in cui il Vangelo di Gesù si riflette.

Doppiezza e virtù sincera


Essere incoerenti è un tratto caratteristico della natura umana, quindi parlare dichiarando determinati contenuti e comportarsi in determinate situazioni con modalità totalmente opposte a quanto si è dichiarato; la doppiezza è l’espressione più naturale di ogni persona umana, l’atteggiamento relazionale che si afferma meglio e ci fa distinguere con maggior forza, dei tanti atteggiamenti di falsità che adottiamo con gli altri, si tratta fondamentalmente della convivenza in una personalità di due facce, come in un’unica medaglia, la prima la manifestiamo in concomitanza con un nostro interesse, con la ricerca di un nostro tornaconto, poi facciamo la stessa cosa con l’altra parte della medaglia, ci esprimiamo con parole e azioni in modo tale da ricercare l’esclusivo nostro vantaggio. La nostra natura psichica quando non è educata dalla virtù concretamente vissuta, si esprime per quello che la natura corrotta porta in sé, la contraddizione costante e paradossale tra le nostre modalità interne e le nostre modalità esterne, il continuo disconoscimento della coerenza di comportamento, l’essere degli istrioni che recitano sul palcoscenico del pazzo teatrino della mondanità quotidiana; la virtù invece fa di una persona una persona linearmente coerente e sincera, la rende capace di esprimersi sempre per colei che veramente è, senza finzione o ipocrisia, la rende degna di stima e di apprezzamento, perché soltanto la virtù conforma una persona ai canoni autentici della bellezza, una bellezza interiore che coloro i quali non sono sciocchi e superficiali, possono scorgere nella sua verità. La doppiezza è essenzialmente vizio e abbandono al lassismo di una caratterialità, che è stata sopraffatta dalla intrusione dell’egoismo nella sua interiorità, la doppiezza è la “ grande menzogna ” di una vita vissuta nelle menzogne e nell’ego esasperato della propria individualità; molti che sono doppi e falsi, si costruiscono maschere l’una diversa dall’altra, da sfoggiare dinanzi al prossimo relativamente a quanto desiderano ottenere da un rapporto con qualcun altro, l’ipocrisia che alcuni purtroppo applicano in modo quasi scientifico, con delle regole ferree e rodate sul banco di prova di una vita spesa ad ingannare, è dannosa per la fattibile opera del bene comune ed è usata soprattutto dalle persone che hanno una valenza e una professione pubblica e la necessità di trarre consenso demagogico dalle masse di popolazione. Molto spesso il diavolo si presenta a noi con l’aspetto di angelo di luce, con delle sembianze benevoli, per affermare con più successo le sue menzogne, è una strategia purtroppo vincente, perché sono troppe le persone che credono con faciloneria soltanto alle apparenze, a ciò che vedono in superficie… i diavoli in forma umana sono tanti nel mondo e si travestono da pecorelle quando sotto sono lupi rapaci, per pascolare indisturbati nel gregge e ogni tanto sbranare qualche pecora ignara dell’inganno, ma il diavolo lo si scorge nei dettagli e quasi mai mancano gli spiragli per discernere il male sotto la parvenza del bene, è sufficiente una buona attenzione e un discreto spirito di avvedutezza, soprattutto un cuore puro e sincero.

martedì 5 giugno 2012

Misericordia e riconciliazione


L’inganno più subdolo del maligno nei confronti di un’anima, è farle credere di non avere alcun peccato e di non avere necessità della Misericordia, del perdono di Dio; le anime che si sclerotizzano in questa situazione, sono anime in grave pericolo per la loro eterna salute, poiché non si avvedono che la loro è la condizione della schiavitù, dell’asservimento a satana e non pensano ad emendarsi per liberarsi dalle catene del peccato; un cuore prigioniero di satana è un cuore impuro, che viene manipolato ad arte per commettere inconsapevolmente nuovo male, un cuore manovrato da fili invisibili come una marionetta senza volontà propria, senza vera libertà. L’importanza di un cuore puro per poter essere partecipi del Regno del Padre celeste è fondamentale, in quanto soltanto l’innocenza e la purezza possono ereditare il Regno dei cieli: anche Gesù lo afferma nel Vangelo riguardo ai bambini, dicendo che soltanto chi è come loro può ereditare il Paradiso, cioè chi possiede un cuore puro, non puerile o infantile sia chiaro, ma un cuore esente da ogni macchia di iniquità, libero di amare e innocente, un’anima come quella di un bambino, un’anima fortemente recettiva alla Grazia, comunicante con il Bene assoluto, cioè Dio, un’anima che riceve dal principio assoluto del Bene, le buone ispirazioni di verità che caratterizzano coloro che comunicano con lo Spirito Santo, infatti le anime dei bambini sono proprio così e se battezzate la Trinità beatissima abita con maggior legame e forza nel loro cuore puro, innocente e buono. Il Signore ha detto: “ Lasciate che i bambini vengano a me, perché di chi è come loro è il Regno dei cieli ”, conservare un cuore di bambino per l’intero corso della vita, è indispensabile per entrare nella Vita divina dopo aver lasciato la città terrena, il cuore esente da malizia è il cuore che tanti Santi e tante Sante nella storia della Chiesa, hanno avuto e manifestato a gloria di Dio e a salvezza delle anime. Per poter purificare il proprio cuore, occorre essere perseveranti nella disciplina della penitenza, occorre praticare tutte le virtù, in primo luogo la carità, occorre pregare con Fede e chiedere a Dio un cuore puro, occorre anche confessarsi, accostarsi al rito della Riconciliazione, pentendosi e facendo dei buoni propositi di bene da portare avanti con fedeltà nella vita, una vita di combattimento contro il male che si annida anche dentro di noi, un combattimento che non può essere sostenuto senza l’aiuto del Signore e della Madonna. Adesso voglio far riferimento all’argomento fondamentale di tutto il Vangelo, l’economia della salvezza, di cui santa Madre Chiesa è depositaria per il potere che ha ereditato da nostro Signore Gesù Cristo; la missione fondamentale della Chiesa consiste nella redenzione delle anime e di ogni anima in particolare, creata ed amata da Dio suo Padre, in quanto siamo, noi creature umane, tutti figli di un unico Dio che è essenzialmente Amore infinito e senza riserve. Nella Chiesa, unica e vera apportatrice di Grazia, l’economia della salvezza collima con l’economia sacramentale, quindi per abbeverarsi alla sorgente della Grazia occorre necessariamente fare uso dei Sacramenti, che per il cristiano credente, osservante e praticante, battezzato e innestato nella comunione ai Beni eterni che è Cristo stesso, dall’iniziazione fino ad essere cresimato, sono la Confessione e la santissima Eucaristia. Gesù ha detto ai suoi Apostoli: “ A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi ”, questo significa che il Signore Gesù ha conferito un potere agli Apostoli ed ai suoi successori, cioè alla Chiesa, quello di amministrare la Misericordia del Padre attraverso il perdono dei peccati, comunicando in questo modo la salvezza, la redenzione dell’anima, la riconciliazione con l’Amore di Dio, quindi con Dio stesso, Trinità beatissima; molti Santi confessori non concedevano l’assoluzione dai peccati, per una questione pedagogica, in quanto il penitente non si trovava nella condizione di un sincero ed autentico pentimento, di una sincera ed autentica conversione, che presupponeva il fermo proposito di cambiare vita e di non peccare più per l’avvenire; questa pedagogia, veniva applicata da diversi Santi per ottenere il bene autentico e futuro di quell’anima, che si accostava con superficialità e distacco al Confessionale, ma tutto era comunque finalizzato alla salvezza dell’anima medesima! Gesù ha dato agli Apostoli la missione di perdonare e di redimere, non di fare l’interesse del maligno, mandando di propria iniziativa e complicità le anime all’inferno: i cristiani lavorano per l’edificazione del Regno di Dio, non per gli interessi del suo nemico ed avversario. Aggiungo che in Chiesa, dinanzi a Gesù Eucaristia, siamo tutti figli di Dio, amati da un unico Padre e il dono dell’Amore di Gesù per ogni anima non si nega a nessuno, tutti meritano la Comunione, perché Gesù ama tutti i suoi figli e chiama ciascuno alla partecipazione del suo Regno: l’unico e vero Giudice è il Signore, poiché solamente Lui conosce il cuore di ciascuno ed amandoci ci chiama ad amarlo, senza finzioni e ipocrisia, con assoluta sincerità. Dinanzi al Signore siamo tutti uguali, peccatori bisognosi di perdono ma creati… perché amati senza limite. Colui che vede il cuore è soltanto Dio, Lui vuole il nostro vero bene, siamo noi quelli capaci di farci del male! Nella Santa Chiesa le relazioni devono vertere sulla carità reciproca e conoscere le questioni relative a un’anima, è doveroso per affermare questo principio di verità, cioè che l’amore copre una moltitudine di peccati e noi non dobbiamo diventare gli inquisitori spietati del nostro prossimo, dobbiamo semplicemente amarlo con un autentico sentimento del cuore, è questo il Comandamento che Gesù ci ha dato, con la sua vita ed il suo esempio.

Matrimonio indissolubile


Il matrimonio è il legame indissolubile tra un uomo e una donna liberi, questo patto di amore deve durare tutta una vita se sancito davanti all’autorità di Dio, che è creatore del maschio e della femmina, dei due generi complementari che devono andare a formare la famiglia e a generare la prole nell’atto di amore coniugale; oggi si discute tanto di famiglie papà/papà e mamma/mamma, cioè di famiglia omosessuale e secondo la morale cattolica sono possibilità assurde, in quanto la famiglia umana ha solamente un fondamento naturale, inscritto nella legge biologica, quindi le famiglie dette omossessuali sarebbero anormali, contronatura… Ma quindi l’omosessualità è una malattia mentale, come affermano i fondamentalisti religiosi? Secondo me è una modalità di espressione della propria affettività e sessualità, così come è per tutti gli eterosessuali, una alternativa plausibile di genere psichico: l’omosessualità di per sé non è un peccato, anzi può trattarsi di una risorsa morale e sociale, gli omosessuali quindi hanno dei diritti inalienabili legati alla loro dignità di persona e talvolta famiglie che divorziano, fatte da genitori maschio e femmina, non sono così stabili come le unioni di fatto tra due maschi o due femmine, che si amano e si rispettano, adottando ed educando, figli e figlie al rispetto per l’altro, anche se appartenente ad un ambito vocazionale differente, eterosessuale o omosessuale. Sì, perché l’indirizzo della sessualità è anche vocazione di vita, e tutti meritano rispetto per una propria scelta legittima, che supera l’ambito della biologia e si esprime soprattutto nella sfera psichica di un individuo: il matrimonio rimane circoscritto all’uomo e alla donna, ma questo non toglie la possibilità che vi siano patti o unioni di carattere omosessuale, che vadano a formare una società familiare sana e onesta, fatta di amore reciproco e di educazione alla libertà e alla stima reciproca, al rispetto verso il prossimo, chiunque egli sia, come sancisce anche la Costituzione della Repubblica, che afferma il diritto all’uguaglianza dinanzi alla Legge di tutti i cittadini, anche se di orientamento sessuale differente. Penso che non possa esserci un autentico matrimonio omosessuale, come per gli eterosessuali, che sul piano della natura biologica possono unirsi e generare dei figli, ma è indubbio che per le persone omosessuali debba esserci una istituzione di coppia simile al matrimonio, una sorta di patto di amore laico, tra due persone che comunque si amano e si rispettano, volto anche all’educazione dei figli e delle figlie, delle loro scelte e vocazioni, anche in ordine alla sessualità, che rientrino per adozione in questa cellula fondamentale della società: è qualcosa che il Diritto contempla nell’ambito di una democrazia. Se il matrimonio eterosessuale è in crisi, non è colpa delle coppie omosessuali, ma della immaturità all’amore dei coniugi maschio e femmina, del loro egoismo e del fatto che tradiscano l’indissolubilità del matrimonio religioso contratto dinanzi a Dio, con l’uso degli strumenti legislativi civili dello Stato: per quanto concerne il divorzio, la responsabilità è soltanto dei coniugi, marito e moglie e non delle coppie omosessuali, talvolta più unite e stabili, sul piano psicologico e affettivo, quindi più mature, maggiormente proiettate ad un progetto per il futuro, attraverso un maggiore equilibrio e una migliore consapevolezza di sé.

lunedì 4 giugno 2012

Dogmi mariani


Alcuni protestanti non credono nella perpetua verginità della Madonna e chiamano in causa la Parola del Vangelo che parla di fratelli e sorelle di Gesù, intendendo con questa espressione che Maria Santissima ebbe altri figli, ma la loro è soltanto una interpretazione letterale della Sacra Scrittura, infatti nel linguaggio semitico del tempo di Cristo per fratelli e sorelle si intendevano i cugini e le cugine, i parenti prossimi nell’ambito della propria cerchia famigliare: così si spiega l’errore che fanno alcuni esegeti protestanti, nell’interpretare la Parola di Dio, il Nuovo Testamento, è semplicemente una questione di banale ignoranza. Le Verità che riguardano la Madonna sono implicitamente contenute nella Sacra Scrittura, ma occorre l’interpretazione Magisteriale con la sua infallibilità data da Cristo e il discernimento autentico, con l’altra grande corrente di conoscenza della Rivelazione, la Sacra Tradizione della Chiesa, attraverso i lumi dello Spirito Santo; i dogmi che riguardano la Vergine Maria, la Madre del Signore, sono il concepimento verginale e il parto verginale di Gesù, quindi la sua perpetua verginità, l’Immacolata concezione e l’assunzione al Cielo in anima e corpo, nonché la sua corredenzione, la sua regalità e la sua intercessione presso Dio: queste Verità sono contenute nella Sacra Scrittura, ma in forma mistagogica, velate da espressioni verbali che racchiudono in sé questi reali significati, derivate implicitamente da altre Verità che si riferiscono a suo Figlio Gesù, il nostro Redentore. Alcuni Santi hanno definito il Santo Rosario della Beata Vergine Maria, l’arma contro il maligno ed è vero; non si può essere cristiani senza essere mariani, chi prega la Madonna è nella Verità e ottiene con certezza l’eterna salvezza, questa è la volontà del Signore, di suo Figlio Gesù, la volontà del Padre, cioè che si veneri la Madre e attraverso di Lei, per suo tramite, si giunga a Gesù, al Figlio di Dio, per ottenere da Lui la vita eterna.

Ricerca dell'emancipazione


Ho finalmente compreso cosa potrebbe tenermi legato all’idea di Dio, o meglio a Dio stesso: è la paura, una grande e profonda paura! Sono consapevole di non essere capace di amare nessuno, quindi nemmeno il Signore, il buon Creatore, ma di averne paura, sì; ho paura di Dio, del suo giudizio, dell’inferno a cui può condannarmi: ho sempre avuto paura, anche quando pensavo di amarlo, di lodarlo, di ringraziarlo per la vita e i suoi doni, per il Paradiso promesso, oltre questa valle di lacrime, insomma per avermi creato. Dio giusto, che fa del bene sia ai buoni che ai cattivi: di Lui ho sempre avuto paura… adesso non voglio più avere paura e l’interrogativo è piuttosto se esista o no un Dio giusto e buono; molto probabilmente non è mai esistito, è soltanto una bella e romantica fantasia per sognatori. Fantasia che fa bene al cuore, alla mente volendo, ma soltanto una idea, un’intima proiezione. Credere in un Dio buono e misericordioso, in fondo non fa del male, ma aiuta, dà coraggio e speranza nella vita di una persona: chi crede sinceramente muore senz’altro più serenamente, si addormenta nella pace. Davvero beati quelli che credono ingenuamente, come dei bambini! Beati coloro che hanno la fede; fede in un al di là, nel fantastico mondo del Paradiso, dove non c’è né lutto, né pianto, né dolore, ma solo gioia e vita… Se è bello e confortante credere in un principio del bene, come non credere, in un mondo come il nostro, in un principio del male? E’ chiara la presenza del male nel mondo, anzi sembra che sia il male a dominare, anche se c’è anche il positivo, occorre ammetterlo; il male assoluto è una persona? Secondo la Tradizione e la Scrittura Sacra e l’esperienza dei Santi, sembrerebbe proprio così. In uno dei libri sapienziali del Vecchio Testamento, nel libro di Giobbe, il libro che parla della grande prova della sofferenza umana, avviene un incontro tra Dio e il demonio: il Signore domanda a satana: “ Da dove vieni? ”, e satana risponde: “ Dal vagabondare sulla Terra dopo averla girata ”. Il demonio gira per il mondo, è lui che infligge a Giobbe le grandi sofferenze che devono provare la sua fedeltà a Dio, sempre con l’autorizzazione di Dio… satana gira per il mondo, e con il permesso di Dio, procura molta sofferenza agli esseri umani; questo è vero, o è solo un modo per trovare una causa, una spiegazione, al dolore e al male nel mondo? Una spiegazione soprannaturalistica e fuori dalle leggi di materia. Però si deve affermare che nessuno conosce la Verità assoluta, anche se potrebbe esserci, ed è ragionevole pensarlo, l’assoluto del male, il male come persona; quelli che sono atei, materialisti e positivisti, non credono al demonio come spirito angelico, al di fuori delle leggi di materia, perché credono che fuori dalle leggi di materia non ci sia nulla: avranno ragione? E se il principio dell’universo fosse estraneo alla materia? Per quanto aumentino le conoscenze, tutto ed in particolare il significato di tutto, rimane un mistero, sopra cui è necessario assumere un rispettoso silenzio. Dio è silenzioso e nascosto, vuole che lo si cerchi, lo ha sempre voluto e a qualcuno si mostra, anche in questa vita così poco spirituale per chiunque… Mi piacerebbe che Dio mi desse il potere di un Angelo, non per fare quello che voglio, ma per aiutare e guarire gli esseri umani, le persone, combattendo quelle persone che sono il male assoluto, cioè satana e i demòni, causa di tutti i mali, opponendomi anche ai loro malvagi servienti umani, vivi, in carne e ossa! Con Dio, posso vincere qualsiasi nemico: “ Il Signore è un uomo di guerra ”, “ The Lord is a man of war ”, Esodo 15:3. Nell’Apocalisse Cristo è il Cavaliere bianco che vince su satana e i dominanti del mondo! Alla fine dei tempi si ergerà vincitore l’Agnello che è stato immolato, Cristo crocifisso e gli Angeli santi e le anime dei giusti: il male assoluto sarà sconfitto con la forza della Verità, del Bene, della risurrezione di Cristo e quella nostra! Sembrano i discorsi di un fanatico e fondamentalista religioso, ma a me piace credervi, credere alla Verità; se non fosse vero che tristezza e che monotonia: senza lotta, senza combattimento, la vita non vale la pena di essere vissuta! Voglio combattere per Dio, per il mio Signore, come un Angelo in guerra, perché trionfi la pace, la giustizia e l’Amore. Sono proprio un grande sognatore, perché la verità è che la morte trionfa sempre ed è di tutti signora e padrona! Combattere per la propria sopravvivenza e quella della propria specie, in una guerra impari contro il destino, contro la fine inevitabile, una vanità assoluta perché si è sconfitti in partenza; meglio abbandonarsi senza far violenza alla vita? No, meglio sperare in un sogno futuro come il Paradiso ed essere perseveranti nel credere al proprio consolante sogno… poiché tanto alla fine conosceremo tutti la Verità, sia chi l’afferma, sia chi la nega.

Superbia e umiltà


I superbi sono detestabili, pensano in cuor loro di valere più degli altri e disprezzano con occhi alteri e animo tronfio… ma noi conosciamo l’origine della superbia in una persona? La superbia è quell’attitudine morale e spirituale, che converge nelle sfere più alte dell’essere umano, è il sentimento di chi crede di essere superiore mentre il prossimo non vale nulla, è deprecabile nel contesto del proprio orizzonte valoriale: la superbia è uno dei sette vizi capitali, quindi getta le sue radici nella concupiscenza originata dal peccato originale, dall’antica caduta del genere umano, per opera del demonio; essere superbi accomuna al maligno, perché la superbia è quel peccato spirituale che lo ha fatto diventare demonio da angelo quale era, voleva infatti arrogare a sé il primato di Dio sulle creature, essere dio, un idolo, al posto di Dio; sentire la superbia è sentire lo spirito di lucifero e aderire ad esso con il cuore, essa è una colpa grave che perde l’anima nella dannazione dell’inferno. La superbia è un atteggiamento che va contro la ragione, poiché i superbi non riconoscono la loro piccolezza, la loro dipendenza, insomma i loro limiti e hanno la presunzione che le altre persone gli siano inferiori; è una posizione di debolezza, in quanto non riconoscere i propri limiti, sottintende una assurda sopravalutazione di sé, contro ogni buon senso e verità, significa sentirsi in vantaggio rispetto ad altri, con la convinzione che gli altri non abbiano il medesimo proprio valore, è quindi anche un attentato alla dignità del prossimo, un male commesso contro la virtù regina della Carità. Ogni creatura umana ha un intrinseco valore in relazione alla sua vita, i superbi sono i negatori di questa verità esistenziale fondamentale; perdersi nella superbia è l’errore che commettono le anime più sensibili all’autostima, che diviene autoesaltazione nell’imporre i propri interessi sopra il diritto degli altri, un’esaltazione assurda della propria persona, priva di qualsiasi senso della realtà, persa nei canoni di una società che eleva i pochi e calpesta le prerogative di giustizia dovute a ogni individuo, che comunque è parte della medesima società, quindi una particella del tutto, a cui è dovuto rispetto e attenzione, stima e solidarietà. Il vizio della superbia ha una virtù contraria che è l’umiltà: l’umiltà è vera sapienza nel cuore di una persona che sa vedere la realtà di sé stessa, in relazione agli altri sotto una luce di autentica verità; essere umili non significa umiliarsi, ma avere la piena coscienza di chi si è e dei propri limiti, della propria dipendenza e del proprio valore di persona umana in relazione a Dio e al prossimo: l’umiltà è sapienza perché fa conoscere alla creatura non soltanto i limiti, ma anche i grandi pregi, sia propri che degli altri, che in una persona sono presenti, quindi la sua ricchezza, il suo tesoro nascosto; la superbia è stoltezza perché nasconde agli occhi di coloro che si sentono superiori, la bellezza degli altri, conculcando l’amore che è la virtù della verità, riguardo il Signore e ogni suo figlio e figlia. Dio è umile, lucifero è superbo: il Creatore quindi non sente la sua posizione in una chiave di possesso e di gelosia, ma dona Sé stesso alla creatura umana, senza alcuna riserva, in un atto di Amore oblativo; lucifero sente di essere superiore e vuole che gli altri gli siano sottoposti, non nell’umiltà ma nella umiliazione di chi li vuole disprezzare e calpestare, nella umiliazione e nella distruzione degli altri, invidiati ed odiati. Umiltà è bene, è virtù, è verità, superbia è male, è vizio spirituale, è menzogna, è corruzione interiore dell’anima: i superbi sono gli stolti e gli empi, accomunati con il loro padrone che è il maligno. Gli umili sono coloro che amano il prossimo e agiscono per il suo vero bene, con l’amore sono forti e considerano sé stessi e gli altri sotto la luce della verità: l’umiltà è la virtù della verità per eccellenza. Il vero, il buono e il bello sono autentici, se intimamente uniti all’umiltà, come per chi ama in modo autentico, essere umili è segno distintivo.

Il rispetto verso tutti


Rispetto è quell’attitudine a considerare l’altro, degno della nostra cura e dalla nostra attenzione, degno della stima di un altro, nell’uguaglianza delle prerogative di ognuno, cioè del bene dovuto a ognuno per virtù della giustizia: una goccia di miele attrae molto più di un barile d’aceto, quindi la dolcezza della bontà guadagna alla Verità più anime, piuttosto dell’asprezza della critica e dell’avversione; rispetto significa anche considerazione della diversità e dell’unicità di ogni persona, con i suoi lati positivi e i suoi lati negativi, nell’accettazione del prossimo come valore in sé stesso, per te che ti rapporti con lui e per la comunità umana; rispettare non significa accettare il male, ma combatterlo con la coscienza pura ed esente da inquinamenti negativi, per destare al cambiamento, attraverso la considerazione dei propri errori e degli errori altrui… Se vuoi il bene del tuo prossimo sii sempre veritiero nei suoi confronti e parla con sincerità, senza ipocrisia, facendo in modo che la considerazione del male commesso, sia il primo passo verso un pieno ravvedimento. Il Signore nei riguardi dei farisei ipocriti e malvagi, usa l’espressione “ serpenti e razza di vipere ”, dicendoglielo direttamente, quindi parla estraniando il peccato dal peccatore, ma senza accondiscendere con il male, senza parzialità con esso, ma condannandolo con forza ma anche dolcezza, perché nella sua predicazione il punto centrale era la conversione alla Carità, alla virtù interiore, mentre i farisei ipocriti erano dominati dall’esteriorità e dall’amor proprio, gli stessi farisei che conoscevano alla perfezione gli insegnamenti del Maestro, ma che lo contrastavano soprattutto per invidia. Rispettare è un atto di libera volontà, finalizzato al bene dell’altro, anche se si deve passare da contenuti verbali intermedi, apparentemente duri e accusatori, per far emergere la condotta sbagliata e condurre un’anima alla considerazione dell’errore; il rispetto reciproco è un’attitudine dell’amore verso il prossimo, in una relazione orizzontale che contempla il volgere della volontà, all’indirizzo del bene proprio e collettivo, quindi rispettare l’altro è indice di saggezza e di ragionevolezza. Considerare il prossimo come un altro te stesso, è il cuore del rispetto che nasce da un amore sincero e da una considerazione benigna degli altri, è il cuore che riflette in sé stesso, la verità dell’altro in rapporto con la propria vita, è la via sincera che porta alla compassione e alla umanizzazione della mente e dei comportamenti, l’anelito alla virtù contro il vizio dell’egoismo. Alcuni dicono “ io ti rispetto, se tu mi rispetti ”, ma da quale delle due parti deve iniziare l’azione? Quale parte la deve accogliere, come risposta al cambiamento delle proprie attitudini? Tutto comincia da noi stessi senza aspettarsi nulla dall’altro, è una dinamica circolare che inizia in modo lineare e libero; fare il primo passo nel bene è indice di maturità spirituale, anche se dall’altra parte la risposta non è delle migliori, anche se ci si scontra con una chiusura, l’importante è non chiudersi di conseguenza, ma con pazienza fidarsi della bontà che è inevitabilmente presente in tutti, anche se sopita: il rispetto ha bisogno della pazienza e dell’attesa, poiché è un atto d’amore.

Parola e onore


Teniamo presenti le parole del Signore nel Vangelo, che affermano che chi dice stupido o pazzo al prossimo, è degno del sinedrio e del fuoco della Geenna: la cattiveria con cui dal nostro cuore escono le parole offensive e la maldicenza contro gli altri, sono un peccato grave che merita l’indignazione e la condanna di Dio; con la parola si può commettere una grave colpa, che lede in noi fortemente la virtù di carità: questo genere di colpa può comportare la morte dell’anima e la conseguente sua dannazione, se le parole che noi diciamo sono in totale opposizione all’Amore di Dio. La parola esprime quello che la persona ha nel suo cuore, quando nel cuore c’è la cattiveria e la malizia, le parole hanno una realtà conseguente e ciò che viene espresso riguarda la condizione di quell’anima in relazione a Dio. La parola quindi può anche uccidere l’anima, quando il suo veleno è letale: chiamare stupido o pazzo un’altra persona con la finalità di danneggiarla, di fare del male all’altro è un comportamento in abominio a Dio, un comportamento che esprime un vero e proprio disonore in coloro che lo attuano, senza alcuna attenuante. L’onore di un uomo è la sua buona coscienza e non l’idiozia militaresca che qualcuno intende, cioè la forza e l’orgoglio nella superbia della vita; essere un uomo d’onore, significa rispettare gli altri escludendo dalla propria vita, la vigliaccheria di chi fa del male nel nascondimento e con la convinzione dell’impunità, cosa che molti individui nelle compagini militari attuano con tutta disinvoltura: onore, è rispettare la vita di ciascuno e la sua dignità inalienabile, anche con il linguaggio, anche con la parola, poiché chi fa del male è un uomo senza onore, quando la sua cosiddetta onorabilità è solamente una ipocrita parvenza. Con la parola si può uccidere, nel senso che si può ferire a morte l’anima di qualcuno, ma anche nel senso fisico, quando con la calunnia, la delazione e la menzogna, gli provochiamo un serio danno di carattere fisico, questo è possibile in conseguenza di una azione causata dalla rabbia o addirittura dall’odio, che le parole hanno scatenato in altri. Ferire a morte il cuore di una persona, è l’azione più vile e meschina che si possa fare, perché rivela una totale assenza di amore e un vuoto pieno di malizia che come veleno s’insinua nelle parole, e colpisce il sentimento e il bene altrui; la parola è un’arma e chi la usa come tale, è giusto che sia considerato un violento, qualcuno che attenta alla sicurezza della comunità, con pratiche sadiche, volte a seviziare e a infliggere sofferenza. La parola buona è il buon deposito dell’uomo d’onore, quindi chi usa parole buone e cerca in tal senso di fare del bene, rende onore a sé stesso e beneficia tutti della sua amabilità e bontà. La parola buona è il miele che nutre l’anima, con la dolcezza della carità, senza infingimenti e ipocrisie, senza secondi fini volti a ricercare il proprio tornaconto; parlare buone parole è segno di saggezza e porta chi ascolta a beneficiare di tale ricchezza interiore, di questa virtù. Onore e parola sono accomunati dal sentimento della giustizia, in quanto l’onore è retaggio dell’uomo giusto e la parola rende onore alla giustizia, quando è improntata alla bontà del cuore. Confondere l’onore con l’orgoglio della vita è l’errore che fanno i deboli, intesi come miserabili moralmente e spiritualmente, per questa categoria di individui l’onore concerne lo status sociale ed il potere personale, mentre per il giusto l’onore è soprattutto carità, compassione e misericordia, rispetto per gli altri e giustizia autentica, per sé e per gli altri. Con la parola noi rendiamo onore alla giustizia, al bene dell’anima, propria e del prossimo.