Ciascuno di noi è custode e
responsabile della vita del suo prossimo, quindi non curarsi degli altri e
chiudersi nell’egoismo della propria cerchia meschina, è un atto di profonda
immoralità e inciviltà; stelle morte che vagano nel mare tenebroso della perdizione,
questi sono coloro che non si occupano della vita degli altri, perché un’esistenza
trascorsa senza farsi coinvolgere dal destino altrui è una vita morta e senza
lo Spirito del bene… separati da Dio si cade volontariamente nella morte e il
modo più sicuro per essere separati da Lui è l’egoismo più feroce, l’indifferenza
verso chi ci circonda e nei confronti delle sue sofferenze, dei suoi drammi,
delle sue difficoltà: fuori dall’Amore di Dio c’è l’inferno e quelli che non
amano, quelli che odiano anche una sola persona, sono nella morte eterna. La
mancanza di compassione è un segnale preoccupante e tragico della condizione di
morte di un’anima, senza la sensibilità del cuore non si può coltivare l’amore
e maturare in esso, ma si sprofonda nell’abisso, si discende verso l’empietà
più gretta e orrenda; perdere la propria anima in questo modo è peggio della
morte corporale, ma i tanti cadaveri ambulanti che affollano le strade del
mondo, non se ne rendono affatto conto, illudendosi di aver raggiunto il
culmine della felicità, invece sono nell’antro oscuro della putrefazione dell’anima,
nonostante il bel volto sorridente e fasullo. Soltanto l’incontro autentico con
Dio può far rivivere queste anime perdute, soltanto il suo Amore le può risuscitare
portandole nuovamente alla vita, alla luce beata della Grazia: incontrare Dio
significa cambiare il proprio cuore e cominciare ad amare sinceramente, è un
amore in duplice senso, verso il Signore e verso il prossimo… tutto inizia dal
risveglio della coscienza, dalle lacrime del pentimento, dalla contrizione per
gli sbagli commessi nel passato, in questo modo il cuore di una persona si apre
finalmente all’amore di Dio.
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