Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 4 giugno 2012

Il rispetto verso tutti


Rispetto è quell’attitudine a considerare l’altro, degno della nostra cura e dalla nostra attenzione, degno della stima di un altro, nell’uguaglianza delle prerogative di ognuno, cioè del bene dovuto a ognuno per virtù della giustizia: una goccia di miele attrae molto più di un barile d’aceto, quindi la dolcezza della bontà guadagna alla Verità più anime, piuttosto dell’asprezza della critica e dell’avversione; rispetto significa anche considerazione della diversità e dell’unicità di ogni persona, con i suoi lati positivi e i suoi lati negativi, nell’accettazione del prossimo come valore in sé stesso, per te che ti rapporti con lui e per la comunità umana; rispettare non significa accettare il male, ma combatterlo con la coscienza pura ed esente da inquinamenti negativi, per destare al cambiamento, attraverso la considerazione dei propri errori e degli errori altrui… Se vuoi il bene del tuo prossimo sii sempre veritiero nei suoi confronti e parla con sincerità, senza ipocrisia, facendo in modo che la considerazione del male commesso, sia il primo passo verso un pieno ravvedimento. Il Signore nei riguardi dei farisei ipocriti e malvagi, usa l’espressione “ serpenti e razza di vipere ”, dicendoglielo direttamente, quindi parla estraniando il peccato dal peccatore, ma senza accondiscendere con il male, senza parzialità con esso, ma condannandolo con forza ma anche dolcezza, perché nella sua predicazione il punto centrale era la conversione alla Carità, alla virtù interiore, mentre i farisei ipocriti erano dominati dall’esteriorità e dall’amor proprio, gli stessi farisei che conoscevano alla perfezione gli insegnamenti del Maestro, ma che lo contrastavano soprattutto per invidia. Rispettare è un atto di libera volontà, finalizzato al bene dell’altro, anche se si deve passare da contenuti verbali intermedi, apparentemente duri e accusatori, per far emergere la condotta sbagliata e condurre un’anima alla considerazione dell’errore; il rispetto reciproco è un’attitudine dell’amore verso il prossimo, in una relazione orizzontale che contempla il volgere della volontà, all’indirizzo del bene proprio e collettivo, quindi rispettare l’altro è indice di saggezza e di ragionevolezza. Considerare il prossimo come un altro te stesso, è il cuore del rispetto che nasce da un amore sincero e da una considerazione benigna degli altri, è il cuore che riflette in sé stesso, la verità dell’altro in rapporto con la propria vita, è la via sincera che porta alla compassione e alla umanizzazione della mente e dei comportamenti, l’anelito alla virtù contro il vizio dell’egoismo. Alcuni dicono “ io ti rispetto, se tu mi rispetti ”, ma da quale delle due parti deve iniziare l’azione? Quale parte la deve accogliere, come risposta al cambiamento delle proprie attitudini? Tutto comincia da noi stessi senza aspettarsi nulla dall’altro, è una dinamica circolare che inizia in modo lineare e libero; fare il primo passo nel bene è indice di maturità spirituale, anche se dall’altra parte la risposta non è delle migliori, anche se ci si scontra con una chiusura, l’importante è non chiudersi di conseguenza, ma con pazienza fidarsi della bontà che è inevitabilmente presente in tutti, anche se sopita: il rispetto ha bisogno della pazienza e dell’attesa, poiché è un atto d’amore.

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