Rispetto è quell’attitudine a
considerare l’altro, degno della nostra cura e dalla nostra attenzione, degno
della stima di un altro, nell’uguaglianza delle prerogative di ognuno, cioè del
bene dovuto a ognuno per virtù della giustizia: una goccia di miele attrae
molto più di un barile d’aceto, quindi la dolcezza della bontà guadagna alla
Verità più anime, piuttosto dell’asprezza della critica e dell’avversione;
rispetto significa anche considerazione della diversità e dell’unicità di ogni
persona, con i suoi lati positivi e i suoi lati negativi, nell’accettazione del
prossimo come valore in sé stesso, per te che ti rapporti con lui e per la
comunità umana; rispettare non significa accettare il male, ma combatterlo con
la coscienza pura ed esente da inquinamenti negativi, per destare al
cambiamento, attraverso la considerazione dei propri errori e degli errori
altrui… Se vuoi il bene del tuo prossimo sii sempre veritiero nei suoi
confronti e parla con sincerità, senza ipocrisia, facendo in modo che la considerazione
del male commesso, sia il primo passo verso un pieno ravvedimento. Il Signore
nei riguardi dei farisei ipocriti e malvagi, usa l’espressione “ serpenti e
razza di vipere ”, dicendoglielo direttamente, quindi parla estraniando il
peccato dal peccatore, ma senza accondiscendere con il male, senza parzialità
con esso, ma condannandolo con forza ma anche dolcezza, perché nella sua
predicazione il punto centrale era la conversione alla Carità, alla virtù
interiore, mentre i farisei ipocriti erano dominati dall’esteriorità e
dall’amor proprio, gli stessi farisei che conoscevano alla perfezione gli
insegnamenti del Maestro, ma che lo contrastavano soprattutto per invidia.
Rispettare è un atto di libera volontà, finalizzato al bene dell’altro, anche
se si deve passare da contenuti verbali intermedi, apparentemente duri e
accusatori, per far emergere la condotta sbagliata e condurre un’anima alla
considerazione dell’errore; il rispetto reciproco è un’attitudine dell’amore
verso il prossimo, in una relazione orizzontale che contempla il volgere della
volontà, all’indirizzo del bene proprio e collettivo, quindi rispettare l’altro
è indice di saggezza e di ragionevolezza. Considerare il prossimo come un altro
te stesso, è il cuore del rispetto che nasce da un amore sincero e da una
considerazione benigna degli altri, è il cuore che riflette in sé stesso, la
verità dell’altro in rapporto con la propria vita, è la via sincera che porta
alla compassione e alla umanizzazione della mente e dei comportamenti,
l’anelito alla virtù contro il vizio dell’egoismo. Alcuni dicono “ io ti
rispetto, se tu mi rispetti ”, ma da quale delle due parti deve iniziare
l’azione? Quale parte la deve accogliere, come risposta al cambiamento delle
proprie attitudini? Tutto comincia da noi stessi senza aspettarsi nulla
dall’altro, è una dinamica circolare che inizia in modo lineare e libero; fare
il primo passo nel bene è indice di maturità spirituale, anche se dall’altra
parte la risposta non è delle migliori, anche se ci si scontra con una chiusura,
l’importante è non chiudersi di conseguenza, ma con pazienza fidarsi della
bontà che è inevitabilmente presente in tutti, anche se sopita: il rispetto ha
bisogno della pazienza e dell’attesa, poiché è un atto d’amore.
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