Quando impareremo che l’odio è
distruzione e morte? Forse quando il male ci si ritorcerà contro come per
colpirci, inesorabile nella sua sentenza, violento nelle sue presunzioni; la
gente è migliore di quanto si possa immaginare, nonostante ci siano mele bacate
in ogni frangente sociale, e anche in ogni buona famiglia, questo rende
speranzoso il domani, difatti il buono è leggibile sui volti e negli sguardi
della maggior parte delle persone, la malvagità autentica fortunatamente è
soltanto di pochi che posseggono sguardi luciferini, fisionomie del volto empie
e riprovevoli: le persone comunemente sono buone e tendono istintivamente al
bene, ordinariamente il bene è sui volti della maggior parte della gente; sono
convintissimo di questa verità! Ma perché alcuni scelgono di odiare? Perché
sono anime mediocri e vili, senza coscienza e senza la luce della bontà. Le
sette religiose portano solamente danno alla vita psichica delle persone
aderenti, e negli sguardi di tali soggetti ho letto chiaramente l’empietà, fatta
da complicità nel comune interesse e da malizia accusatoria verso coloro che
non appartengono al gruppo, alla compagnia dei mantrainséma, come si dice in
dialetto comasco, per sottintendere una società chiusa e ambigua, fatta di
complicità e di interesse: come si innesta il tema dell’odio all’interno di una
qualsivoglia setta? Quando il gruppo tende all’isolamento e alla codifica di un
proprio comportamento taggato, cioè esclusivo e discriminante, nasce spontanea
l’avversione verso coloro che estranei, criticano legittimamente la natura
settaria del movimento religioso in questione… l’avversione nei singoli si
tramuta in rancore, risentimento e sclerotizzandosi diventa odio autentico,
anche indistinto, una sorta di norma di vita, che conduce al desiderio
scellerato della vendetta, calpestando in questo modo i valori professati,
sbandierati ipocritamente, come la misericordia e il perdono: ci si perdona tra
di noi, ma agli estranei la si fa pagare cara! Che cosa spregevole. La setta e
l’odio vanno di comune accordo, sono elementi complementari, perché l’ambito
dell’esclusivo si conserva meglio con l’odio nei confronti degli estranei,
questa è una regola ferrea. Come combattere le sette e il loro perfido odio?
Con la denuncia di tali comportamenti alla pubblica opinione, in modo tale da
criminalizzare atteggiamenti di tipo sociopatico, con la finalità di
salvaguardare attraverso la conoscenza, l’incolumità psicologica di un grande
numero di persone purtroppo esposte e deboli, che rischiano di cadere nella rete
della setta. La peggiore delle sette è la setta a sfondo religioso, soprattutto
quando si ammanta del perbenismo e dei valori cosiddetti cristiani, in una
forma spietatamente ipocrita, è ovvio. Per il bene della salute morale e
psicologica delle persone è indispensabile una campagna di informazione, che
sottolinei tutti i rischi che questi gruppi comportano nei confronti delle
persone cadute nel tranello: l’emancipazione dalle sette per aderire a una
religione genuina, che è quella interiore, quella del cuore, è lo scopo di ogni
buona informazione che tenda a svelare l’inganno dovunque esso si celi,
soprattutto dietro la parvenza della cristianità.
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