Beato Alano della Rupe, Il Salterio di Gesù e di Maria: Genesi, storia e Rivelazioni del Santissimo Rosario, prima edizione italiana, volume unico, a cura di: don Roberto Paola, Roma, 2012
TITOLO ORIGINALE DELL’OPERA: P. Frà GIOVANNI ANDREA COPPESTEIN o.p.: Beati fr. Alani redivivi Rupensis, tractatus mirabilis de ortu et progressu Psalterii Christi et Mariae eiusque Fraternitatis, Friburgo, 1619 (con svariate edizioni successive, fino al 1847)
[...]
L’insigne Signora Nostra ed amorevolissima Maria, porse alla predetta Benedetta il SETTIMO GIGLIO.
In esso era contenuto uno scritto così: “Ricordati della dannazione degli uomini passati, presenti e futuri”.
Mostrandoglielo, la Madre di Pietà, disse: “Non vi è alcun dannato che, se fosse dove sei tu, non si pentirebbe grandissimamente.
E al contrario, ci sono e ci saranno moltissimi dannati, che, se avessero avuto, o avessero la tua grazia, senza dubbio si sarebbero salvati.
Oh, quanti si sono dannati per un solo peccato mortale, e tu, che hai commesso così grandi colpe, ancora non sei dannata!
Oh, quanti sono stati giusti fino alla morte, e, peccando al momento della morte, furono e sono dannati!
Essendo Dio giusto, fa questo secondo Giustizia, o lo permette.
E tu, misera, sei ancora viva!
Oh quanti per il solo peccato di ignoranza si sono dannati, e saranno dannati, e tu che hai commesso così grandi scelleratezze, con una certa ricercata malizia, ancora sei protetta ed impunita!
Hai consapevolezza di ciò che (ti) dico?
Se credi, convertiti, se non credi, di nuovo presta attenzione alle cose che sono state dette.
Oggi, una ragazza di dodici anni, per un solo peccato di lussuria, essendo stata uccisa con suo padre, è dannata per l’eternità.
E oggi in Spagna un bambino di otto anni si annegherà, e per un solo peccato di lussuria, che egli ha commesso con la sorella; anche se (il peccato) non l’ha consumato, tuttavia l’ha iniziato, sarà dannato per l’eternità.
Che cosa di più?
Oggi una certa signora bellissima e illustrissima, guidando una danza, davanti a tutti subito morirà, e per il peccato delle danze, sarà dannata in eterno.
E anzi, un tale, in Lombardia, considerato da tutti buono e santo, solo per il peccato di una negligente confessione, e di un non perfetto proprio esame di coscienza, morirà, e sarà dannato in eterno, benché, tuttavia, su questo, egli non avesse per nulla la coscienza che gli rimordesse.
Tutti, allora, temano in avvenire di confessarsi grossolanamente e negligentemente come, ahimè, oggi fanno quasi tutti.
Oggi, anche in questa Città quattro moriranno, e un borghese si dannerà, per una sola negligenza: quella di non aver diligentemente educato i suoi figli, e anche i (suoi) servi, secondo Dio.
Anche un tale Curato, ossia un Pastore (d’anime), (era) buono nella sua persona, ma poiché guidò assai negligentemente le sue pecorelle, e non ha corretto i penitenti durante la Confessione, morirà all’improvviso, e si dannerà.
Anche un Religioso di un Convento, oggi, essendo caduto, è morto per una frattura al collo, e si dannerà, per il fatto che egli non aveva il fermo proposito di vivere secondo gli Statuti e la Regola del suo Ordine: ciascun Religioso (infatti) è obbligato ad avere questo proposito, almeno nel voto e nell’intenzione, sotto pericolo di peccato mortale.
Vi è anche un altro Religioso, in un altro Monastero, che, oggi, improvvisamente, morirà di peste e si dannerà, solo per quest’unico (motivo): recitava l’Ufficio Divino negligentemente e svogliatamente.
E tu, o misera, piena di peccati, che in un’ora hai peccato più di tutti questi quattro nella loro vita, non avrai timore, (e) non avrai spavento?
Quando, proprio oggi, a quest’ora, due tue compagne nel lupanare, saranno strangolate da alcuni scellerati, e si danneranno.
Oh, se ora fosse toccato a te, che faresti, che diresti, o che penseresti?
Guarda, dunque, osserva e pensa, che all’inferno ci sono molti, migliori di te, eccetto la condizione, ed essi, tuttavia, mai si salveranno.
E tu, colpevole più di tutti loro, ancora non sei dannata!
Che cosa vuoi sentire di più?
Guarda quante cose buone ha fatto Dio per te, che peraltro non ha fatto ad altri, immensamente migliori di te.
Vedi dunque e rifletti bene, e considera le cose che ho detto, perché, se dopo queste cose tu tornerai alla tua vergogna, cadrà su di te l’Ira di Dio senza misericordia.
Infatti, con questo dono (della Salvezza), ti è stato donato di più, che se ti fossero stati dati tanti mondi di pietre preziose, quante sono le stelle del Cielo”.
Così dunque, sentendo queste cose, la poveretta sopra detta, (scossa) specialmente venendo a sapere delle morti improvvise di coloro che vivevano con lei, e riconoscendosi grandemente peccatrice, ebbe una palpitazione di cuore così forte, che le si infransero le vene, e il sangue le scorreva lungo tutto il corpo, e rimase esanime per la stretta al cuore.
Al grido del popolo che era presente, (San) Domenico, uscendo dalla Messa (durante la quale, per le tre ore in cui Benedetta era rimasta in estasi, egli aveva supplichevolmente pregato per lei), sapendo tutte le cose dette e fatte intorno alla sua figlia (spirituale), e, prendendola per la mano, e facendole il Segno (della Croce) per virtù della (Corona) del Rosario della Vergine Maria, subito restituì quella morta all’integra salute, davanti a tutto il popolo presente e vedente, e che innalzava immense lodi al Cielo.
Dopo sette giorni, mentre il piissimo Padre Domenico celebrava nella Chiesa della Beata Vergine, e la predetta Benedetta era presente, ella vide (San) Domenico nelle sembianze del Crocifisso, con le Stimmate e la Corona di Spine, che procedeva verso l’Altare, con l’Assistenza della Vergine Maria e di moltissimi Angeli.
E, appena fu avvenuta la Consacrazione, apparve visibilmente Cristo disteso sulla Croce, con tutti i Segni della Passione, e stillava su (San) Domenico il Sangue Divinissimo, e (il Crocifisso) lo configurò perfettamente a Sé.
Avvenuto questo, ella vide, sulla destra, il grandissimo Libro, che aveva visto prima nel Giudizio, che era diventato bianchissimo, e non era stato ancora scritto.
Mentre ella si meravigliava grandemente della cosa, udì il Signore Gesù Cristo, che con voce chiara le disse: “Figlia Benedetta, mediante i sette Gigli hai cancellato il tuo Libro da ogni fattispecie dei sette Vizi Capitali: osserva che esso non sia riscritto di nuovo come prima, con le tinte nere e orribili dell'Inferno, ma a Lettere bianche (e) rosse.
Altrimenti, ritornerò di nuovo a castigarti, e precipiterai”.
All’udire ciò, ella, fortemente terrorizzata, e temendo grandemente di finire nella pena precedente, avvicinandosi fino ai Piedi della dolcissima Vergine Maria, (e) prostrandovisi, implorava Misericordia, per non essere colpita dalle tante pene di prima.
Allora, la Regina di Misericordia, sollevando il Suo Mantello, dalle varie Pietre Preziose (che aveva) al Suo Collo, trasse una bellissima Corona del Rosario, e disse: “Questa, o figlia, tu Me la donasti, ed Io la porto al mio Collo, come un Monile Imperiale.
E il Figlio Mio, che vedi pendente dalla Croce, ha anche Lui per Monile Regale, una Propria Corona del Rosario, di mirabile bellezza e valore, che tu mettesti al Suo Collo, (ed entrambe) tu le hai donate a Noi, e con esse hai cancellato il tuo Libro di morte, con l’apposizione dei Gigli.
Ora dunque, o figlia, agisci con perseveranza.
Ecco, ti affido il Mio Rosario, col quale, da oggi in avanti, cancellerai i peccati tuoi e (quelli) degli altri.
E, nella Prima Cinquantina, che è di Pietre Preziose bianche e splendenti, scriverai nel Libro, i Misteri dell’Incarnazione del Mio Figlio Divino, Gesù Cristo, meditando i Privilegi che ho avuto per Mio Figlio, stando a contatto con tutte le parti del Suo Corpo, ossia con quanta riverenza Io inclinavo il Capo su di Lui, (con quanta riverenza) ascoltavo con le (Mie) Orecchie, la Sua Voce, (con quanta riverenza) con le (Mie) Mani Materne e Virginee, toccavo le Sue tenerissime e bellissime Membra, e (con quanta riverenza) mi dedicavo ai Servizi materni, ripartendoli su ciascun Membro, fino ai piedi.
(Recitando), poi, la Seconda Corona (del Rosario), scriverai (il Libro) a lettere rosse, quando mediterai devotamente sulle Ore di Passione del Figlio Mio.
Questa Corona è (composta da cinquanta) Pietre Preziose rosse, per meditare certamente qui i cinquanta Misteri della Passione del Mio Figlio, e, avendo dinanzi a te l’Immagine del Crocifisso, e offrendo un’Ave Maria per ogni Ferita, mediterai anche il Dolore di ogni parte (del Corpo).
Scriverai, poi, a lettere d’oro (nel Libro), (recitando) la terza Corona (del Rosario), che sarà in onore dei Santi Sacramenti, e, contro i tuoi peccati, e come immagini, raffigurerai (in te) la tua Chiesa e la tua Patria, e mediterai sia sull’una che sull’altra, percorrendole spiritualmente, e questo specialmente per la terza Corona, composta da auree lettere.
Così dunque, o figlia, nel Rosario ora detto, servirai devotamente Me e il Mio Figlio, come quando iniziasti, e, quante volte offrirai a Noi il Rosario, altrettanti Monili Imperiali, di infinito valore, circonderai i Nostri Colli, (dando a Noi) Onore degno e regale”.
Al momento, dunque, della Comunione, di quella miracolosa Messa, la Vergine Maria si Comunicò con una parte d’Ostia e del Sangue di Cristo, ricevendoli da (San) Domenico, a Lei carissimo, segno (questo) della (loro) grandissima e singolarissima Amicizia; (al termine della Messa), come una Sposa verso il Suo Sposo, (Maria SS.) lo aiutò a deporre le Vesti Ecclesiastiche; infine, dopo averla umilmente salutata, (San Domenico) affidò (a Maria SS.) Benedetta (della cui storia si è parlato prima), ed (Ella), con un Volto amorevolissimo, disparve.
E in seguito, la medesima Benedetta, completamente liberata dai demoni e ferma nella retta intenzione, perseverò, sino alla fine, al Servizio del Rosario di Cristo e della Vergine Maria, con ogni santità di devozione e fervore di penitenza, tanto che, Nostra Signora, in seguito, le apparve assai spesso, e (le) rivelò numerose gesta di (San) Domenico, che nessun uomo conosceva, e che, in parte, furono scritti nella “Vita (di San Domenico)” di Fra Tommaso del Tempio, che era della Spagna, e compagno del Santo Nostro Padre Domenico.
Da tale “Vita (di San Domenico)”, e da molte altre biografie, sono stati tratti i fatti, che ora sono stati detti su (San) Domenico, e che sono stati nuovamente confermati, per Rivelazione di Cristo e della Vergine Maria, con grandi segni e prodigi.
E di tutti questi (fatti) dò testimonianza di fede, sotto giuramento di fede alla Santissima Trinità, col pericolo (su di me) che mi si infligga ogni maledizione, nel caso venga meno al retto sentiero della Verità.
Perciò, ritornate indietro dalla vostra via malvagia, e ritornate a Cristo e alla Vergine Maria, Madre Nostra, per mezzo del Suo Santissimo Rosario.
(E questo) perché, come (Gesù e Maria) hanno nuovamente Rivelato in questi tempi, la Loro Volontà è che (il Santissimo Rosario) sia predicato, insegnato, e recitato da tutti, contro ogni male da debellare, e per ogni bene da raggiungere: e, specialmente, contro i mali imminenti su tutto il mondo, nel tempo avvenire, se i popoli non faranno penitenza.
Perciò, (voi) tutti, lodate (Dio), nel Salterio a dieci corde (del Rosario), ossia recitando i quindici Pater Noster, e, ad ognuno di essi, aggiungendo dieci Ave Maria, che sono nel numero di centocinquanta, così come ci sono nel Salterio di Davide centocinquanta Salmi, in ognuno dei quali la dolcissima Vergine Maria è stata prefigurata.
Questo conceda a noi tutti, Gesù Cristo, Figlio di Maria e di Dio (Padre), Benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
[...]
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
domenica 25 maggio 2025
Coloro che assiduamente pregano il Santo Rosario sono predestinati alla salvezza eterna
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