Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 18 dicembre 2021

Il Signore può richiamare i morti alla vita

Giovanni 11,17-44

17 Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18 Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20 Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22 Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell’ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». 28 Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 32 Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 «Dove l’avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». 38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

Luca 7,11-15

11 In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». 15 Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.

Marco 5,35-43

35 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». 37 E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. 41 Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». 42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43 Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

mercoledì 24 novembre 2021

Le apparizioni di Heede in Germania


LA STORIA DELLE APPARIZIONI:


Per tre anni, dal 1 novembre 1937 al 3 novembre del 1940, la Madonna appare a quattro bambine nella località tedesca di Heede, vicino al confine con l’Olanda, nella diocesi di Osnabrück. Le veggenti sono Grete Ganseforth, Anni Schulte, Maria Ganseforth e Susanne Bruns.

La Madonna si manifesta in una serie di oltre cento apparizioni alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, in pieno regime nazista. Le apparizioni avvengono prevalentemente presso la chiesa del paese, all’interno del cimitero. La Vergine ha l’aspetto di una giovane donna, bellissima, con la corona in capo, vestita semplicemente di bianco. Tra le braccia ha Gesù Bambino, che con la mano destra regge una sfera dorata su cui è eretta una croce. La Signora è sollevata circa un metro da terra, tra i suoi piedi e il suolo c’è una nuvola.

La Gestapo per oltre un mese trattiene le bambine in ospedale a Osnabrück, con la motivazione di sottoporle ad analisi. Quando le rilasciano, gli viene proibito di recarsi al luogo delle apparizioni. Da quel momento la Vergine appare loro privatamente.


Il messaggio di Heede è una nuova accorata esortazione alla conversione e un grave ammonimento per il mondo. Più volte la Signora si mostra in lacrime, e come in altre sue apparizioni fa un appello urgente alla penitenza e alla preghiera. La Madonna definisce sé stessa "Potente Mediatrice della Grazia". Inoltre chiede che la si invochi nelle litanie coi titoli di "Regina dell'Universo" e "Regina delle anime del Purgatorio". Dà alle bambine un messaggio e confida ad ognuna di esse un segreto che le altre non odono e che dovranno comunicare solo al Santo Padre.


A cinque anni dalla fine delle apparizioni della Madonna, nel 1945, le visite celesti riprendono, ma questa volta è Gesù stesso a manifestarsi. Egli viene ad esortare l'umanità ad accogliere i messaggi della Sua Madre Santissima; nel suo messaggio parla di "un giudizio in piccolo" e annuncia (come già aveva fatto qualche anno prima la Madonna) una Sua prossima venuta per stabilire il Suo Regno sulla terra, un Regno di pace.


Alle bambine si manifesterà anche "l'Angelo della Giustizia".


IL MESSAGGIO DELLA MADONNA (1937-1940):


"Dove la gente dimostra più fiducia in me e gli si insegna che io posso fare tutto, lì preparerò la pace. Quando tutti riconosceranno la mia potenza, verrà la pace.


Sono il segno del Dio vivente. Metto il segno nella fronte dei miei figli. La stella dell'inferno perseguiterà il mio segno, ma questo mio segno prevarrà sull'inferno.


Sono la potente Mediatrice della Grazia. Poiché il mondo troverà la misericordia del Padre Eterno solo per mezzo dell'immolazione del Figlio, allo stesso modo troverete la benevolenza del Figlio per mezzo della mia mediazione...


Il Padre Eterno ha versato il calice della Sua collera sulle nazioni perché hanno rifiutato Suo Figlio.


Il mondo è stato consacrato al mio Cuore Immacolato; ma la consacrazione stessa porta una responsabilità terribile. Chiedo al mondo di rispettare la sua consacrazione. Abbiate fiducia, una fiducia senza limiti nel mio Cuore Immacolato, riconoscete che ho influenza assoluta su mio Figlio.


Sostituite i vostri cuori peccaminosi con il mio Cuore Immacolato, allora io sarò colei che attrarrà il potere di Dio, e l'amore del Padre Eterno rinnoverà la pienezza di Gesù Cristo in voi. Compite la mia volontà in modo che Cristo regni come Re della pace.


Il mondo dovrà bere fino in fondo il calice dell'ira divina per i suoi innumerevoli peccati, che hanno ferito il Sacro Cuore di Gesù.


La collera della stella dell'inferno eccederà in violenza e causerà terribili devastazioni, perché sa già che il suo tempo è poco e perché ha visto che molti si raccolgono attorno al mio segno. Su questi non ha potere, anche se ucciderà i corpi di molti; attraverso queste immolazioni…, il mio potere aumenterà per condurre il resto dell'esercito alla vittoria. Alcuni hanno già accettato l'impressione del mio segno. Il loro numero crescerà continuamente.


Ma desidero avvisare i miei figli di non trascurare il fatto che anche la croce di questi giorni sanguinosi è una grazia, e devono ringraziare continuamente il Padre Eterno per questa croce.


Pregate e sacrificatevi per i peccatori. Offrite voi stessi e le vostre opere al Padre Eterno tramite la mia mediazione e abbandonatevi a me senza riserve. Pregate il Rosario.


Non chiedete tanto cose esteriori... Non aspettate miracoli e prodigi. Lavorerò in segreto come potente Mediatrice. Vi farò ottenere la pace del cuore, se adempite alla mia volontà. Allora Gesù Cristo regnerà come Re della pace sulle nazioni, fate la vostra parte per far conoscere la mia volontà ovunque.


Sono la potente mediatrice della Grazia. È volontà del Padre Eterno che il mondo riconosca questa missione, affidata alla Sua serva. La gente deve riconoscermi come la sposa eterna dello Spirito Santo, la mediatrice fedele di tutte le grazie...


Dipende da voi abbreviare il periodo delle tenebre. Il vostro sangue e i vostri sacrifici distruggeranno l'immagine della bestia. Allora potrò manifestarmi a tutti attraverso la gloria dell'Onnipotente. Scegliete il mio segno, perché presto possa essere adorato e onorato il Dio uno e trino. Pregate ed offrite sacrifici per mezzo di me. Pregate sempre. Recitate il Rosario. Fate le vostre richieste al Padre per mezzo del mio Cuore Immacolato; se conducono al suo onore, Egli ve le concederà. Nelle vostre preghiere non chiedete cose passeggere, ma grazie per le anime particolari, per la vostra comunità, per le nazioni, in modo che tutti giungano ad amare e onorare il Divino Cuore. Preservate i sabati che mi sono stati consacrati secondo il mio desiderio. Gli apostoli e i sacerdoti devono consacrarsi a me, in modo che i grandi sacrifici a loro richiesti da Dio possano, messi nelle mie mani, aumentare in santità e valore. Portatemi in offerta molti sacrifici. Offritemi le vostre preghiere, come sacrifici. Non siate interessati a voi stessi. Questi tempi richiedono la dimostrazione dell'onore all'Eterno e l'espiazione. Se vi applicate senza riserve, io mi occuperò del resto. Croci pesanti come il mare porrò sui miei figli, perché li amo nel mio Cuore Immacolato. Vi chiedo di essere pronti a portare la croce perché si ottenga la pace.


Esorto la gente ad adempiere ai miei desideri prontamente, perché l'adempimento della mia volontà è necessario oggi e sempre per il maggior onore e gloria di Dio. Il Padre Eterno minaccia una disgrazia terribile per tutti quelli che rifiutano la sua Volontà. L'annuncio di queste rivelazioni deve essere fatto, in primo luogo, al pubblico in generale. Tuttavia, le folle non le prenderanno sul serio...


Opererò meraviglie come mai ce ne sono state, nelle anime di quel piccolo gruppo che comincia a fare la mia volontà. Ma queste meraviglie le conosceranno soltanto i miei figli. È mia volontà che il mio messaggio sia fatto conoscere al pubblico letteralmente. Un piccolo gruppo capirà correttamente il messaggio e lo porterà a compimento. La maggior parte della gente non gli presterà attenzione, e anzi lo rifiuterà e si risentirà per esso. Ma non temete! Sono con voi. Questi tempi richiedono espiazione. Se voi pregate, io mi prenderò cura del resto...".


IL MESSAGGIO DI GESÙ (1945):


"L'umanità non ha ascoltato la Mia Santa Madre, apparsa a Fatima per esortare alla penitenza. Ora vengo Io stesso in questa ultima ora per ammonire il mondo. I tempi sono gravi. Facciano penitenza gli uomini per i loro peccati. Allontanatevi sinceramente dal male e pregate, pregate molto, perché l'ira di Dio si plachi. Recitate frequentemente il Santo Rosario, quella preghiera che può così tanto davanti a Dio. Meno divertimenti e passatempi.


Io sono molto vicino; la terra tremerà... Sarà terribile. Un giudizio in piccolo. Ma voi non temete, Io sono con voi... Quelli che mi aspettano hanno il Mio aiuto, la Mia grazia e il Mio amore. Per coloro che non sono in stato di grazia sarà spaventoso. Gli angeli della giustizia sono già sparsi per il mondo. Mi darò a conoscere agli uomini. Tutte le anime mi riconosceranno per il loro Dio. Mancano cinque minuti alle 12. Io vengo, sono alle porte. L'umanità si lamenterà...


Gli uomini non ascoltano la Mia voce; chiudono le orecchie, resistono alla grazia e rifiutano la Mia misericordia, il Mio amore e i Miei meriti. Il mondo è peggiore che ai tempi del diluvio; agonizza nel pantano della colpa; l'odio e la cupidigia riempiono il cuore degli uomini. Tutto ciò è opera di Satana. Il mondo giace in dense tenebre. Questa generazione meriterebbe di essere annientata, ma solo per amore dei giusti lascerò che trionfi la Mia misericordia.


Figlia mia, Io verrò presto, molto presto.


Le coppe dell'ira di Dio vengono già versate sulle nazioni. Ma gli angeli della pace non tarderanno a scendere sulla terra. Voglio guarire e salvare. Attraverso le ferite che ora sanguinano, la misericordia prevarrà sulla giustizia. Però non dormano i Miei fedeli, come i discepoli nell'Orto degli Ulivi. Attingano costantemente al tesoro dei Miei meriti...


Grandiose e terribili cose vengono preparate. Ciò che accadrà sarà terribile, come mai si vide dall'inizio del mondo. Vengo Io stesso e manifesterò la Mia volontà. Tutti coloro che hanno sofferto in questi ultimi tempi sono i Miei martiri e formano il seme della nuova Chiesa. Essi hanno ottenuto il privilegio di partecipare alla Mia prigionia, alla Mia flagellazione, alla Mia corona di spine e al cammino della croce. Figlia Mia vengo presto, molto presto. La Madre di Dio e gli Angeli vi prenderanno parte.


Quello che accadrà tra poco supererà di gran lunga qualsiasi cosa mai avvenuta fino ad ora. L'inferno si crede sicuro della sua vittoria, ma gliela strapperò di mano. Molti mi bestemmieranno e, a causa di questo, permetterò che si abbattano delle sventure sul mondo, poiché per tale mezzo molti si salveranno. Beati coloro che sopportano tutto in riparazione per quelli che mi offendono. Io vengo, e con me verrà la pace. Con un piccolo numero di eletti edificherò il Mio regno. Questo regno verrà repentinamente, più presto di quel che si crede. Farò splendere la Mia luce, luce che per alcuni sarà di benedizione, per altri di tenebra. Luce che sarà come la stella che guidò i Magi.


L'umanità riconoscerà la Mia potenza. Io le mostrerò la Mia giustizia e la Mia misericordia.


Mie care figlie, l'ora si avvicina. Pregate incessantemente e non sarete confuse. Io raduno i Miei eletti. Essi converranno insieme, nello stesso tempo, da ogni parte del mondo e mi glorificheranno.


Vengo. Beati coloro che sono preparati. Beati coloro che mi ascoltano".


LA RISPOSTA DELLA GENTE E LA POSIZIONE DELLA CHIESA:


Nel luogo dove la Vergine era apparsa, si registrò fin dall'inizio un grande aumento della devozione popolare e un’intensa presenza di pellegrini. Nei primi anni, prima che il regime nazista imponesse il divieto ai pellegrinaggi, enormi folle di pellegrini si recavano a Heede attirate dalla notizia che si era sparsa in breve tempo.


Dopo l’apparizione di Gesù, il Vescovo di Osnabrüch inviò a Heede due sacerdoti con l’incarico di investigare il caso. I sacerdoti inizialmente erano scettici. Ma alla fine il loro resoconto fu molto favorevole. Il parroco di Heede a questo proposito ebbe a dichiarare: "Siamo in possesso di prove inequivocabili e irrefutabili sull’autenticità di queste apparizioni di Gesù Cristo. Il parroco e il cappellano che hanno condotto l’indagine sono pienamente convinti della realtà di queste apparizioni, nonostante la loro sistematica e ben nota opposizione alle rivelazioni, nonostante la loro incredulità e sfiducia verso gli eventi".


Stando a diverse fonti, le apparizioni sarebbero state approvate dalla gerarchia diocesana e l’incartamento con i risultati dell’indagine sarebbe stato inviato a Roma. Tuttavia fino ad oggi non c’è stato da parte della Santa Sede un pronunciamento ufficiale in merito a questo caso. Il messaggio di Heede è stato pubblicato in molte lingue, con diversi imprimatur.

giovedì 11 novembre 2021

La famiglia fondamento della società

Molti nella Chiesa sostengono che la famiglia sia avversata con una particolare veemenza dalle forze oscure, che il fondamento stesso della società che è la famiglia sia in discussione e abbia molti nemici insidiosi, ma questi nemici non si trovano all’esterno della famiglia bensì al suo interno, sono le relazioni coniugali fragili e le separazioni e i divorzi dove i figli vengono contesi a colpire al cuore la famiglia tradizionale, famiglia conforme al diritto naturale e ai principi morali condivisi, formata da un uomo e una donna liberi che si promettono fedeltà perpetua nel matrimonio sacramento, dove gli sposi diventano segno e strumento per un’autentica vocazione cristiana e un serio cammino di conversione. C’è chi vede nell’ideologia gender e nelle persone omosessuali una minaccia per la famiglia tradizionale tra eterosessuali, gli omosessuali nel nostro paese sono meno del 3% della popolazione, quasi il 98% della popolazione è eterosessuale, come possono essere una minaccia per la famiglia? Le minacce per la famiglia vengono dal suo interno e forse dall’immaturità psicologica e morale degli sposi, dagli egoismi e da un fraintendimento dell’amore, per questo motivo le famiglie si rompono e spesso sono i figli a pagarne il prezzo più alto; il diavolo è colui che si mette di traverso, che divide e genera fazioni e contese, l’etimologia esatta di questa parola è dal lat. tardo diabŏlus, dal gr. diábolos, in origine ‘calunniatore’, infatti dove prevalgono discordia e inimicizia può darsi ci sia anche il suo zampino. Il gender è contro la famiglia e ne minaccia il fondamento? Il gender è la convinzione che vi siano altri generi sessuali oltre a quelli maschile e femminile, in realtà non è così perché gli altri generi sessuali, quelli ipotetici che alienano dalle convenzioni religiose, sono delle diversità la cui causa è il peccato originale, la nostra natura umana ferita e caduta nel disordine, secondo la teoria gender ci sarebbe anche il genere asessuale che in altre epoche e nella mentalità cristiana è definibile come la castità o continenza sessuale. Il gender è un’ideologia atea ― nel contesto del diritto positivo ― a cui aderisce una parte infinitesimale di cittadini che vorrebbero lo si insegnasse nelle scuole addirittura ai bambini negando a coloro che la pensano diversamente la libertà di opinione, quasi il prevalere di una lobby minoritaria a discapito della cultura e dei valori di un popolo ― anche se ipocrita nei suoi atteggiamenti relazionali, pensiamo a certa iniquità che talvolta emerge da gente cosiddetta per bene ―, quando si dovrebbero invece affermare i diritti civili di tutti i cittadini come giusto in un qualsiasi Stato laico senza discriminazioni per nessuno, compresi i diritti e la dignità delle persone omosessuali e i reati contro la persona andrebbero sempre perseguiti dall’Autorità giudiziaria conformemente alle leggi in vigore. La famiglia è stata voluta da Dio in un certo modo, questo modo è scritto nella nostra natura, è il modo della carità fra le persone che si aprono alla vita, la fedeltà coniugale che gli sposi si sono promessi, l’indissolubilità del matrimonio.

Dal Vangelo di Matteo 19,3-12

3 Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4 Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6 Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». 7 Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». 8 Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9 Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». 10 Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Silloge poetica n°050


LA FESTA D'INVERNO


Nella dimensione del sottosuolo
vivevano morti che conversavano al buio
e le persone fatte di buio
ghermivano le strade fredde dove la gente
cammina distratta e fuori dai sensi
davanti alle vetrine dei negozi di roba inutile
passando l'una accanto all'altra
quelle persone originali
che chi decide ritiene inutili
servono a rendere sopportabile
un transito di visione in un Natale abbacinato
tra il tramonto e l'alba
nella notte oscura delle anime
sono perspicaci le vedove
abbandonate da chi le amò e morì
sanno che il nulla
ha ogni volta che si avvicina
l'aspetto del passato che non c'è più
e nel mirare di ogni violenza nei telegiornali
è un nulla senza norme e rispetto
nemmeno per coloro che persuasi lo ergono
a demiurgo del proprio pensiero
la convinzione che siamo
materia che si spegne
e che svanisce
dentro le pieghe di una realtà inferma
nei dettagli forse un po' strani
della percezione che coglie tutto e niente
dal mondo l'inutilità di tutto
e di come la ricchezza e il profitto
servano solamente a renderci
sempre più mostruosi
peggiori dei malvagi che si servirono
degli ideali inflitti alle menti illuse
per portare collera dove le profonde radici
sono la vanagloria
e la superbia di quell'angelo prevaricatore
che nella sua pazzia intransigente
vide se stesso come l'alta stella del firmamento
e invidiò l'umanità per l'amore
di un nascituro sconosciuto che la chiamò
alla felicità di un giorno
senza più inizio e fine dove l'alba
è il raggiare dei sentimenti
attraverso l'infinito
dove l'alba è quell'infinito
che porta il riposo nell'assenza dei contrasti
e del desiderio che si colma di cupidigia
ogni Natale dove comprare
diventa il costume appropriato per le genti vane
dove il benessere nasce nella culla
e il presepe è una casa di sogni perduti
dove la povertà è lo specchietto per le allodole
quando sembrare solidali è attrarre
il dispiacere verso la fonte dell'interesse
e il menefreghismo l'unico credo
che rende la vita dal soddisfatto egoismo
come veramente la desideriamo
tolti di mezzo i fastidiosi prossimi
e superata l'accusa della nostra moralità
vita senza nessuno
e fatta di cose e di denaro
nel Natale dove si palesa la depressione
il senso di vuoto nelle case
in cui c'è tanto di quel consumismo
che ottenebra le feste fugaci
e ci fa sorridere come degli imbecilli
fossimo soltanto merce


IL TEMPO GRATO


Quei giocattoli sparsi sul pavimento
le biglie di vetro che scivolavano sulla ceramica
dentro ancora le luci che cambiavano
e il sole come veste di un patto sempiterno
le ali della fenice mi portavano oltre il fuoco acceso
dentro la cenere l'ombra del futuro
come il respiro di un attimo
ed io a cercare il perché dei segni
parlavano mentre cadeva l'orizzonte
e la sera ancora l'amore del giorno
quella voce era il vento
spariva nell'immediato per tornare dopo
l'infanzia nella vecchiaia di una barba bianca
ritornavano le ore con chi amai
guardavo e tornavano
era come il vuoto che si colmava di letizia

 

QUEL FILO SOTTILE

Ecco in alto degli aquiloni leggeri
che volteggiano nel vento
le loro cordicelle partono
da cuori di carne dall'afflato gentile
i loro moti sono le espressioni
del pensiero costante
di come vivono quelle madri
che diedero la vita
e vivono i vulnerabili nel tepore delle case
nel passato lontano la morte ardiva
era più presente
si moriva sempre di più alla nascita
e non nel grembo
poiché se non si crede nell'anima
non si vede con lo sguardo la realtà dell'umano
soltanto con la fede
la vita ha impresso il suo sigillo
il perché del rispetto
e l'inviolabilità
oggi la vita non ha più valore
e i vuoti recipienti dal basso sentire
sono le menti che la conculcano senza pietà
ma è soltanto la pietà
che ci rende veramente umani
la vita è degna quando qualcuno
piange per un altro
non quando un altro recide il filo dell'aquilone
e la vita si perde in un gretto sopruso
perché se credi nella vita
nel luogo dei sentimenti c'è il tuo posto
e nel cuore del mondo
dentro un significato perduto ogni risposta

 

NOTTE SINISTRA

Quel bosco era dentro le tre della notte
la notte delle streghe seriose
che vegliano ai sabba
e danzano nel fumo del braciere
una notte strana
con figure contorte
quella che precorre il giorno di Ognissanti
una notte dove le ombre
alla luna rossa
fanno uscire spiriti diabolici
dalle voragini della terra sporca
nell'antico mondo ostile
di cerchi di pietra
quelle presenze oscure
che vagano ovunque
sono dove ogni peccato
sale alle nubi come richiamo
e le parole sono chiuse
tacciono le sciocchezze dei gaudenti
e il dolore attraversa l'etereo
come un nulla d'angoscia
la paura entro terrori silenti
che migrano tra le divinità grottesche
e la vergine cieca
guarda oltre la porta
vede arrivare l'ignoto come nebbia
e i fantasmi ridere arcigni
quella Croce confitta sul cranio
ossa di morto e il diavolo che inciampa
quella Croce come esorcismo
per liberare ovunque dalle insidie
quella Croce vittoriosa
come baluardo di fronte al male
e la notte passa
finalmente l'alba dalla luce sopita
termine di quella notte assurda
la luce di Cristo
e dei suoi santi nella gloria
la luce della vita
della cui luce anelano i giusti
la luce del risorgere
delle anime nella rinascita
di quel mondo nuovo
dei viventi nella carità invitta
è la luce
che non si estingue
è perpetua
per coloro che sono morti
che sono nella pace

 

LA FERMA VIRTU'

Ancora un po' lassù nel nulla
e dentro la tempesta si agiterà l'ansia
come il carro ardente di Elia
oltre le nubi del cielo
sotto un sole stanco e lacrimoso
nella coscienza sporcata
da decine di parole
sulle pagine del libro arcano
vivido ricordo tremolante
nella fuligginosa giornata trascorsa
salì quel fumo dalla brace
dell'anima votata alla notte
e sentinelle attente
volgevano lo sguardo
a settentrione
alla stella del nord
per naufragare nel mare dell'accidia
una stella bianca
senza calore per assopirsi
quella stella decrepita
che oramai muore sola nel crepuscolo
in ogni anfratto buio
che nasconde il volto del padre
un uomo autentico
dal cuore generoso ma rozzo
sempre attento al fare
scrupoloso nel giudicare
fermo nel compatire
guardando avanti ancora niente
non videro le mani che leniscono il dolore
quel punto focale in cui tutto tace
ma sempre ricordai
che ogni evento nella vita
è un presagio per il futuro che viene
nel passato una persona
oramai dimenticata
cambiata in un presente solitario
dove il moto del desiderio
è fermo sulla pietra del Calvario
dove le spine
acuminati tensori della superbia
celebrano l'umiltà
rifulgendo di onore e di dubbio
in un casto abbraccio
senza conoscenza e senza violenza
e forse senza la forza del perdono
ma quanto dimenticato
è già pace nel cuore
respirando calmo in uno spazio senza fine
come nei prati di Avalon
bevendo al calice del sangue reale

 

LA CITTA' DOLENTE

Solerte andavo per le strade della città
nei vicoli nascosti
trovavo la vita al limite
e la povera gente
che viveva senza una casa
sola tra tante solitudini
passavano gli angeli della misericordia
e consolavano i senzatetto
con parole fraterne
e un briciolo di psicologia
ma una soluzione per toglierli
da quella condizione
era lontana e un miraggio nel deserto
l'indifferenza cementifica
le pietre dei palazzi
e indurisce i cuori dei cristiani per bene
è la città del male
come Dite città dolente
dove quando scende la notte
arriva il freddo
e il pericolo della violenza
allora la paura fa tremare i polsi
e una tenda o una coperta
non bastano più
abbiamo abbandonato il Cristo piagato
e viviamo nei nostri culti disonesti
lontano dal suo cuore
e dalle membra del suo corpo
la religione è tale
quando una coscienza si scuote
e l'empatia diventa ancora e ancora
l'agire consueto dell'animo
e la perseveranza
una regola per fare vera giustizia
come si può vivere sereni
se qualcun altro patisce
e chiede aiuto
senza ricevere niente
la propria serenità
viene dalla condivisione
dallo stare accanto a coloro che Gesù predilige
coloro in cui si immedesima
non sono scelte ipocrite
ma l'invito di Dio alla coerenza
Gesù vive nell'abbandonato
nel fanciullo umiliato
e negli ammalati dimenticati
nei vecchi disprezzati
nel senzatetto che soffre il freddo
ecco dove trovare Gesù solo e affranto
se veramente lo amiamo
sono le croci portate controvoglia
che fanno rassomigliare a Gesù
uomo come noi negli uomini
confitti alle proprie croci
Gesù solo per vivere una particella
della sua dolorosa passione
Gesù nella città del male
nella Dite priva di scrupoli e pietà
oppresso dall'ingiustizia e in tanti volti
quei volti come il nostro
guardati dagli angeli come l'Agnello di Dio
non sugli altari di tronfi privilegiati
ma ai margini della strada
come ostie immolate nell'immondizia
che attendono un atto di fede
uno sguardo contemplativo
più profondo dell'apparenza in superficie
perché soltanto chi condivide
è capace di amare
perché conosce ed è capace di compassione
Dio ha davvero pochi amici ma buoni
ma quei pochi lo sanno sempre riconoscere
e non passano oltre ma gli vanno dietro
come se la loro vita non fosse
l'unica a valere
si fermano
e condividono con il Cristo i suoi tormenti
da cui scaturì la vita
la nostra vita che ci è stata data
per le vite altrui

 

UN'ORA FRAGILE

Attendo anche oggi la pioggia
che pregando non arriva
e colmo di quella calma piatta
come per la superficie delle acque
getto lo sguardo dentro l'oscurità greve
dentro di me sopita e attraente
quando guardare non costa fatica
e la seducente illusione
riempie la mente di immagini
e allucinazioni gradevoli
forse l'unico modo per provare diletto
fuori dalla consuetudine quotidiana
che porta presto alla fuga
e rende meno leggero
il trascorrere del tempo futile
sognando quella fonte di acqua pura
non mi accorgo del marciume
che mi circonda
in tanti stolti egoismi
che travalicano dalle contraddizioni
e dal convincermi che tutto sia
una parte di quello che abbiamo già
nei sogni o negli incubi
siano essi peggiori di una realtà amara
quei sensi indolenti nel riposo
di una domenica pomeriggio
e la mattina l'alzarsi
prima che il sacrificio precorra la risurrezione
quelle note di un organo che suona
e la polvere dalle coscienze
ipocritamente scossa
vede la luce solare nel plenilunio
un lato oscuro dove si rifugiano i vagabondi
coloro che nella vita non trovarono altro
che poche monete
alle porte di una cattedrale gotica
in cui si celebrano i misteri
che accolti da incerti e vani pensieri superstiziosi
nel senno di persone incredule
fuorvianti miti oltre i cancelli dell'ignoto
laggiù solitario e silenzioso
il Cristo che insegna con la sua croce
perché la mia croce è l'unica via alla salvezza
come quei chiodi innumerevoli altri
nei luoghi dolenti più lontani
nell'ora del supplizio
una porta stretta che tutti attraversiamo
è la sentenza del tempo
dove sulla bilancia della giustizia
si pesano i cuori
con la misura dell'amore
sempre in quella terra amara
e valle di lacrime
che è il mondo in cui i disonesti
pretendono per sé la felicità
e i giusti muoiono
invocando la Madre con la preghiera dell'Ave
e piangendo per gli altri

 

IL GIORNO DI NEVE

La neve scende dalle nubi plumbee
morbida dai cristalli taglienti
lenta come le movenze del gatto
è fredda come il sorriso degli assassini
è bianca come l'abito della Madonna
il vento non soffia
e cade senza disordine
è la neve soffocata dalla malizia
su un mondo che la discioglie
ancor prima che tocchi il suolo
come i sogni dei bimbi in guerra
al confine degli stati
nel mare d'inverno
aspettando la neve di un giorno che non verrà
quel giorno la neve sarà secca
come la volontà di cadere
degli uomini che abbandonarono
la via della compassione
per volgere le loro menti traviate
al piacere disonesto e al lutto
dove l'igiene mentale
lascia spazio alle immagini
apparenza e costrutti di un orco
che con turpe desiderio guarda il candore
nel fitto della foresta nera
ecco lupi bianchi come la neve che mangiano
la carne tenera dei caprioli
e lassù nell'artico
a nord dei mari ghiacciati
la neve di altre ere
nel perenne contrasto
tra la terra e il cielo
dove l'aria è attraversata dall'odio
e gelida riarde la gola


L'ALBERO DELLA VITA

C'è un suolo intriso dal sangue prezioso
termine di conflitto fra l'inconoscibile e il vuoto
forse la strada verso nuove dicotomie
ed ecco il librarsi nel vento
la luce fulgida della stella del mattino
lassù come nel mio cuore decrepito
oramai stanco di vessazioni e accuse
vago nell'oscurità di un bosco dimenticato
e trovo la vita come stormo di corvi
il loro verso prelude al fantastico
mentre la realtà declina in un antro nero
è la cosmogonia antica fatta di divinità violente
sull'albero della vita grappoli di frutti prelibati
sono dolci al palato ma al cuore amari
li coglie la mano di una vergine
che ha dato la propria fedele consacrazione
alla legge eterna che ordina sia nella vita che nella morte
trovando tra gli opposti l'equilibrio
una bilancia su cui pesare le anime grette
e mandarle nel tetro senza amore
ma non è qualcuno che rigetta il perdono
da ebbre in tale stato non vogliono uscirne
è la loro beatificante negazione
del vero e del bello e del buono che marciscono
quando i giusti oppressi
sono liberati dai falsi miti delle religioni
per trovare pace nella nobile arte della compassione
assieme per essere trovati senza macchia
un cuore solitario si fonde con l'altro nell'univocità
quando comprende che cercare
è tendere la mano ai deboli
è soccorrere quanto l'interessarsi
è uscire da sé stessi per accogliere
niente di più umano dello sguardo d'amore
niente che affratelli di più
del tocco di un'anima arresa alla pietà
e ancora fantasmi nel mondo
che vogliono parlarci del futuro
uno scenario desolante
dove senza il rimorso e l'abbraccio fraterno
tutto è destinato a corrompersi
la vita trova senso
nel sentire che non siamo soli
ma che le creature innumerevoli che ci passano accanto
sono parte di noi e il nostro stesso destino

venerdì 8 ottobre 2021

La strategia del nemico

Il maligno esercita il suo influsso diabolico nella società umana soprattutto entro due versanti e cioè la negazione di Dio e il relativismo etico, due costanti di un unico corso razionale sbagliato e il valore intrinseco della vita umana, la perdita del suo senso di sacralità e il suo uso e consumo, l’arbitrio dell’uomo sulla sua sussistenza, la dittatura di una cultura fondante la morte con leggi dello Stato che la discriminano nell’atto positivo della nascita e nel suo termine naturale, affermare ideologicamente che alcune vite non meritano di essere vissute. Vuole estinguere la preghiera del Santo Rosario, tutti coloro che l’avversano sono suoi e senza avere consapevolezza della loro schiavitù servono il diavolo che è il nostro nemico, chi invece persevera in questa preghiera lo debella, lo allontana, serve la Madonna; il Santo Rosario per il demonio è un flagello, se i cristiani conoscessero la sua potenza fallirebbero sempre tutti i suoi piani, un gruppo di preghiera o una comunità che pregano il Santo Rosario hanno da Dio il potere di sconfiggerlo, il Santo Rosario è uno scudo contro il male, ottiene il dono della fede e molte altre grazie soprattutto spirituali, satana non può risiedere in una persona che recita la corona e nemmeno in un luogo dove essa è pregata con vera devozione. Il Vangelo dice che satana è il principe di questo mondo e che Cristo è venuto nel mondo per distruggere le opere di satana, tutta la storia umana è un conflitto tra queste due forze e tra le persone che si schierano a favore o contro l’una o l’altra. La realtà costruita dagli uomini impatta sulle loro menti in modo che il demonio possa sedurre e tentare al male, ma l’uomo per questo non smette mai di essere libero e responsabile delle sue azioni, ogni giorno compiamo delle scelte morali o a favore di Cristo anche se non lo conosciamo o a favore dello spirito del male che è anche lo spirito di questo mondo. L’ateo nega l’esistenza di Dio mentre l’agnostico non si pronuncia su ciò che non conosce, per credere è necessario pregare e così le verità di fede non solo risultano sensate ma anche trasfigurate da una bellezza originale, i mistici usano l’immaginazione ma se la fede è vera quello che immaginano e le loro esperienze sono reali, la mistica è un modo di comunicare, è una relazione tra persone dove l’amore vicendevole diventa la chiave di volta per l’edificio spirituale. Al Signore nella preghiera possiamo chiedere tutto ma quello che davvero conta per Lui è la nostra eterna salvezza, tutto il resto è contingente anche se ha una sua importanza come vivere in pace con tutti e avere il necessario per una vita dignitosa, il fondamento della preghiera cristiana e la preghiera più difficile è quella dell’orazione nell’Orto del Getsemani: “Sia fatta la tua volontà, non la mia”, perché è difficile accettare tutto nella vita, soprattutto la sofferenza e la morte, se ci ammaliamo o abbiamo un incidente come possiamo evitarlo? La prospettiva di Dio è sempre l’eternità, quaggiù siamo tutti di passaggio ma la vita è un dono così prezioso che va custodita e amata, non soltanto per noi ma anche negli altri, chi si interessa agli altri ha capito il Vangelo e anche se non ha la fede dimostra di amare il Signore, forse sconosciuto ma più vicino al nostro cuore di quanto sembri in apparenza.

mercoledì 15 settembre 2021

Si deve educare alla preghiera

Quando insegniamo ai nostri figli le preghiere fondamentali del cristiano facciamo loro un bene immenso, anche la consacrazione all’Immacolato Cuore di Maria ha un grande valore perché affidando i nostri figli alla Madonna li mettiamo nelle sue mani e Lei con la sua intercessione li soccorre, li aiuta e li protegge. L’atto di consacrazione a Maria è anche un esorcismo che libera dai condizionamenti di satana, che ci difende da satana. Le iniziative del Cielo e quindi le sue azioni nei nostri confronti incominciano quando qualcuno sulla terra prega con il cuore, seriamente e con fede, la preghiera è la chiave che apre tutte le porte, è la chiave che riempie di senso la vita, è la chiave per entrare nella vita.

COMMENTO ALLA PREGHIERA DEL SIGNORE

Padre nostro che sei nei cieli, [abbiamo un Padre che è ovunque, che abita una luce inaccessibile, nascosto e che vuole essere cercato, soprattutto presente nella Santissima Eucaristia ma anche nei nostri cuori e tra di noi siamo tutti fratelli e sorelle, il Signore è padre buono, provvido, che perdona e compassionevole] sia santificato il tuo Nome, [si deve rendere onore e culto alla persona di Dio perché Egli è per noi il bene più importante, lo è in se stesso e per ciascuno di noi, il nome indica la persona e la sua vera essenza, santificare significa riconoscerne la dignità e il valore, avere nel cuore il nome di Dio prima che sulle labbra significa accogliere la grazia che gli è propria e ci offre] venga il tuo regno, [il regno di Dio è la vita intima in comunione con Lui e con il prossimo, è la carità reciprocamente vissuta, quaggiù e in Paradiso, siamo tutti in attesa di questo regno promesso da Cristo e che contribuiamo ad edificare da subito con il nostro amore e la fedeltà ai Comandamenti] sia fatta la tua volontà, [non cade foglia che Dio non voglia… recita un famoso proverbio, la volontà di Dio è esclusivamente il nostro bene anche nelle prove e nelle afflizioni, anche in quello che Lui non vuole ma che permette, la prospettiva di Dio è sempre l’eternità e non l’effimero, tutto concorre al bene di coloro che Lo amano] come in cielo così in terra. [ovunque la volontà di Dio regge l’universo anche nel profondo della sua fibra infinitesimale, ciò che opera Dio è creare al presente e far sussistere la realtà nel suo progetto per l’uomo] Dacci oggi il nostro pane quotidiano, [si deve domandare al Signore quanto ci necessita ma Lui sa già quello di cui abbiamo bisogno, ogni giorno dobbiamo affidarci al suo amore provvido e favorirlo con il nostro lavoro e l’attenzione agli altri] rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori [il perdono delle nostre colpe dipende da quanto sappiamo perdonare agli altri che ci offendono, è una dinamica reciproca improntata sulla carità e la misericordia, occorre perdonare per domandare a Dio il perdono, riconoscerci peccatori e riconoscere l’infinita bontà di Dio] e non ci indurre in tentazione, [non permettere che cadiamo se tentati, tutti siamo tentati al male perché è qualcosa che Dio permette affinché lo amiamo nella nostra libertà e ci facciamo dei meriti, la grazia di superare il male morale viene dalla preghiera e dalla nostra buona volontà] ma liberaci dal male. [liberaci dal maligno, liberaci dalla persona di satana, il male non è una forza astratta e impersonale ma bensì colui che agisce nel mondo per la nostra rovina eterna e per una società ingiusta e violenta] Amen. [alle proposizioni della preghiera del Signore concedo il mio sì, la mia libera adesione perché mi riconosco come suo figlio o come sua figlia]

domenica 29 agosto 2021

La città del Cielo e quella della terra

Le anime sono create dal nulla ad ogni concepimento, informano un corpo caduco e mortale, sono immortali e portano in sé l’eredità dei progenitori, il peccato originale con tutte le sue conseguenze, ma l’anima umana non è un fantasma disincarnato, è la persona nella sua integrità, è anima vivente, è spirito e carne; l’anima di un embrione è diversa dall’anima di un fanciullo o da quella di una persona adulta, è unica e irripetibile nella sacralità e inviolabilità della vita umana così come sancisce la Legge morale scritta da Dio in ciascuno di noi. Senza credere in questa verità la persona umana sarebbe priva di una sua dignità intrinseca che la distinguerebbe dalle altre creature viventi, l’uomo è un essere senziente e a vari gradi lo sono anche le altre creature, ma l’uomo è particolare perché in lui c’è qualcosa che sfugge alla natura, che lo rende diverso e indisponibile ad una visione relativistica o nichilista. Le anime dei bambini non nati o morti senza battesimo pervengono lassù nelle sedi celesti, perché privi di colpe personali e senza pene temporali da dover espiare soltanto dove c’è la volontà esercitata male c’è il peccato con le sue conseguenze , ma non sono ammessi alla visione beatifica di Dio se non dopo aver ricevuto un battesimo di intenzione, certi insegnamenti teologici del passato hanno definito quel luogo di salvezza come il limbo, una linea di confine con il Paradiso, una frontiera in cui riposano nella pace dei giusti le anime degli innocenti. Dall’antichità e prima della redenzione compiuta da Cristo le anime dei giusti attendevano la propria salvezza nel limbo dei padri, è stato Cristo con il suo sacrificio sulla Croce ad aprire loro la porta del Paradiso come al ladrone pentito accanto a Lui, anche i progenitori secondo una tradizione si salvarono con il pentimento e attesero nel limbo dei padri che Cristo li prendesse per mano e li accompagnasse in Cielo. Le creature umane sono permeate dalla dimensione del soprannaturale, solamente noi siamo capaci di bene e di male e siamo capaci di riconoscerne la differenza, ma la nostra natura è ferita e incline al disordine morale, ha la necessità di essere educata e di essere condotta dalla grazia di Dio con l’esercizio delle virtù, se non si riconosce nella persona umana la sua soprannaturalità e il suo destino eterno è come per tante ideologie della storia che hanno ridotto l’uomo a moderno consumatore, animale asservito a un sistema o addirittura oggetto di una filosofia umanitarista dove l’uomo è dio di se stesso che tende a costruire quaggiù una civiltà priva della pietas cristiana come nei totalitarismi del ventesimo secolo che hanno scatenato nel mondo delle forze diaboliche in opposizione alla vita e alla sua dignità, alla libertà e all’uguaglianza, ai diritti fondamentali della persona. Senza l’amore al prossimo non ci sarà mai una società giusta, senza la sensibilità della coscienza e l’umana compassione che costituisce la sua pratica nel concreto si costruiranno propaggini dell’inferno che ci allontaneranno sempre più da Dio e ci faranno precipitare in un baratro senza ritorno. Quando nel cuore degli uomini i fratelli e le sorelle nel contesto di ogni differenza riacquisteranno valore e saranno al centro dell’agire comune negli Stati e nelle democrazie, quando non saranno più i mercati o quei pochi potenti a dettare le regole del gioco, allora ci sarà un nuovo risorgimento per la civiltà e delle prospettive di autentico progresso e pace per le genti. Quando i forti sosterranno i deboli e li soccorreranno invece di farli oggetto della loro indifferenza o del loro sfruttamento selvaggio, il mondo conoscerà finalmente la pace e un’epoca di stabilità per tutti i popoli e le nazioni.

sabato 14 agosto 2021

Silloge poetica n°051


LA TESSITRICE DI STORIE

Cercavo qualcosa che intossicasse i sentimenti
amavo a parole e i miei gesti mostravano la follia
quello che vedevo mi entrava nel cuore

Nella mente come in un castello di pietra
quelle strane ombre mordevano il mio amor proprio
fuggivo impaurito e desideravo perdermi

Un lungo sonno attraversato da incubi
e quell'orrore nell'egoismo che radicato dentro
non vale altro che la soddisfazione

Tra gente perduta dal baratro delle visioni
affioravano le tacite parafrasi ai libri della menzogna
le pagine erano intrise di inchiostro nero

Un libro diceva la verità ed era quello della morte
quel volto disegnato da una mano sinistra era il mio
di quella calligrafia riconoscevo l'invisibile

E' sbagliata agli occhi degli innocenti la violenza
così cambiavano le persone e diventavano simulacri
dei vuoti contenitori di negatività senzienti

Quella coltre di fumo sopra la testa era svanita
rimaneva la luna con il suo bagliore pallido e seducente
e lontano estranea all'odio una donna che tesseva


SOLSTIZIO D'ESTATE

Ci sono mostri nella soffitta
che ogni tanto si muovono rumorosi
sentono la casa che riposa

Quell'esempio di scrupolo
nella coscienza vigile e poi disattenta
il buio che ghermiva il letto

Sempre lieta è l'ansia a colpire
durante le lunghe giornate d'estate
quando il grano arde nei campi

La solitudine vicino all'acqua
la vasca è piena fino all'orlo del precipizio
traboccante amorevolezza nel cadere

Quei mostri lassù non mi lasciano
ogni pomeriggio sotto un sole cocente
fanno rumore per distogliermi

Ancora qualche ora e sarà sera
ma sui campi le nuvole nell'azzurro
il cielo che si prepara a dormire

Questa casa vive di mostri del passato
ed ecco a infastidire i fanciulli contenti di guardare
scrutano lontano nel vuoto dentro

 

ISTINTO ANIMALE

Nel cuore del lupo infiamma la vita
e trascina via con sé l'istinto che ansima quieto
lo spirito animale come fuoco e catarsi

Nel fitto della foresta il branco incede
quelle prede non ancora sentite sono un monito
mettono in guardia la fame che cerca

L'odore del sangue è acre e solenne
non è difficile fiutare il pasto tra la vegetazione
e le rocce che riparano sono macchiate

La tana e i cuccioli come la notte
ululati alla luna per chiamarsi fratelli di brama
un canto che ci rende vicini e lieti

Se in due lupi c'è amore per sempre
il maschio e la femmina si stringono insieme
scambiandosi affetto e protezione

Non c'è chi domina e chi è sottomesso
ma un ordine di giuste proporzioni e regole
la prole è affidata alle cure di tutti

Un lupo ha un animo nobile ed è timido
il violento che lo caccia per un trofeo è ottuso
perché non rispetta l'ecosistema e la vita

 

L'OSCURITA'

Vivide considerazioni e mute risposte
non cerco affranto il sentiero che mi porta a te
apro la finestra e guardo fuori

Tra il cielo e la terra un bieco interesse
fuori dalla ripetitività nulla che soddisfa l'egoismo
questa vita nuda come nel segreto svelato

Gli orizzonti e i selciati nascosti agli occhi
quando le ombre si muovono chiedendo spazio
e nel dimenticarsi il fato muore

Odierne e venerabili false profezie
sentendo un futuro fatto di sporche bestemmie
solidarizzando con i morti delle leggende

Aprendo l'anima in un corpo freddo
lasciando andare il rancore a barcollanti guide
sull'emisfero eclissato della luna quel buio

Sono fetide le ferite e purulente
chiedevano la guarigione mentre sanguinavano
e altre lame infierivano nella carne

Mi accorsi della corruttela delle menti
e a ogni viaggio tornavano gli incubi precursori
le persone come fango bagnato dall'acqua

 

VOLGENDOSI AL PRESAGIO

Ripercorro a stento i tratti di quella strada in discesa
voltando le spalle a chi odia senza una coerente ragione
coloro che odiano per voluttà insuperbiscono

Intristisco nell'ascoltare le parole false
quelle parole dette con l'animo lieto di fare il male
e l'opera del maligno come fiamma nera

Ancora non comprendo il perché l'animo sia ribelle
ma vedo oltre quella coltre di falsità il Giuda fedifrago
un bacio dall'amico che convinto fingeva

E il tranello sulla porta che oltrepassa il cemento
quel muro forte della nostra rancorosa inquietudine
come avvolti dalle spire di una serpe velenosa

Quei tratti sul volto e lo sguardo con una luce torva
mentre il vento tiepido spazza la polvere dal suolo arido
camminare dentro una via fatta di attese e rimandi

Non ho mai incontrato il vero amico nel lugubre tragitto
ma le sembianze di un cane magro che latra senza un perché
fuggire dai rimorsi per perdersi nella solitudine

La notte stellata come la coperta pulita sul letto
e il frenetico strepitare della brace nel camino sorridono
un vago presentimento oltrepassa il tremule chiarore

 

LA LINEA OSTILE

Quell'alba era intonata con il mio umore nero
in lontananza le case sembravano sprofondare in un miraggio
e il sogno della notte si tramutò in un incubo

Erano le sei del mattino sull'orologio mistico alla parete
vegliavo per non cedere allo sconforto di chi è abbandonato
e la solitudine come catene stringeva l'anima

Ansioso di trovare un posto nel mondo cercavo
ma poi tutto finiva nel seno di una madre che non mi volle
caduto nel limbo degli eletti vagavo insonne

Incontri fuggevoli che facevano piangere di delusione
poi tanta rabbia dentro che mordeva il cuore sempre assonnato
vivevo al limite dell'esistenza terrena tra due ponti rotti

La carovana delle persone indifferenti mi passava accanto
fuori prima il gelo e poi il grande caldo che muoveva da sud
e senza capire la provenienza di parole accusatrici

Sentivo con il senso dell'intuito e talvolta lo confondevo
quelle allucinazioni sembravano vivere nella mente ma improprie
la realtà era dentro mentre tutto all'esterno veniva estirpato

Ancora poche parole e il significato dell'infinito chiarirà
finalmente dopo tanto dolore la nebbia del dubbio in saggezza
e il dominio del desiderio si trasformerà in rugiada

 

IL SOGNO AL RISVEGLIO

Ho iniziato il viaggio con una luna rosso sangue
intraprendendo un cammino che mi condurrà altrove
sempre negoziando l'anima con i giorni felici

E tornarono indietro quelle maledizioni esecrande
può darsi che da un pugno di cenere i corpi resusciteranno intatti
contempleranno la bellezza quegli occhi che piangevano

Le lacrime di chi ha scelto un eremo per meditare
guardando se stesso come in uno specchio di metallo
freddo come gli occhi vitrei di un morto

Nel viaggio incrociavo strade che non portano lassù
su quelle montagne dove le nevi perenni raffreddano il cuore
alto su quei crinali si ergeva l'umile perdono

Con ansimante fatica camminavo nel vento gelido
niente sembrava come mi avevano descritto i sogni raminghi
forse l'attesa di un cambiamento era una perdita

Sono come un giullare alla corte dei gaudenti
e la mia fame stringe lo stomaco che chiede persuasione
convincermi che sono solo in mezzo all'ostilità

Una preghiera per il moribondo e un canto per l'amata
quando la tenue luce dello spirito risiederà in un nuovo mondo
sempre alla sequela dell'esile coscienza che soffoca


IL GESTO CHE PARLA

Le nebbie della valle violavano il segreto della letteratura
la certezza di un filo sempre teso tra il mondo e l'immaginazione
accogliendo le ferite dell'anima come corroboranti

Fecero un cenno quelle mani sempre tese
donavano il pane dell'amicizia e il vino dell'altruismo
erano mani pure che toccavano il cuore divino

Quando si palesavano i desideri degli innocenti
dalla coppa della vita che mista a fiele sedava i nervi
ancora volti in quell'anfiteatro di comparse

Il biasimo per tanto tempo passato a fare niente
e l'amore dei piccoli che toccava il volto di Dio nell'infinità
quelle labbra incontaminate musicavano caste

Sempre assonnate quelle persone che trovarono la cura
si ammalavano di malinconia per chi moriva in solitudine e pianto
consolazione con parole dette da chi compativa il dolore

Mansuete le donne della misericordia pregavano la Madre
ed Ella con la sua sollecitudine otteneva l'emendazione e la pace
potevamo cambiare per le sue preghiere virginee

Quaggiù ciò che facciamo viene scritto dagli angeli su libri
anche dare soltanto un bicchiere d'acqua a chi ha sete è carità
ma la più grande carità è l'umile sacrificio per l'altro


IL SOSPIRO DEL REGNO

Il sole nascente dalle nubi candide
mentre a nord il crinale dei monti sorride
e la sera dove la mezzaluna si alza

Quasi come volgere le spalle al pericolo
mentre la natura si inabissa nella desolazione
le navi che solcano gli oceani affondano

Come la livrea della tigre sembra fuoco
la mente che pensa con retta ragione germoglia
e la verità prevale sul desiderio cattivo

Nel nulla sembrano andare le vite perse
l'origine è il nulla ma l'esistenza è un esile sospiro
dove si canta la bellezza risponde l'ethos

Le voci dei monaci antichi nel silenzio
dimostrano il lato semplice di una nuova nascita
e nella culla dei piccoli si palesano parole

Una parola sempre attenta a rispettare
come se riconoscere nella compassione il giorno
sia l'esperienza che toglie la paura

Le diatribe tra gli dèi pagani e il Cristo
sono la civiltà che sorge nel nuovo culto alla probità
dare la propria vita per chi si ama dall'eterno

 

LA SCOMPARSA

Percorro a ritroso il tempo
vedo le immagini dei miei avi scomparsi
coloro che porto nel mio sangue

Vedo mio nonno sdraiato a letto
sofferente per un tumore osseo da lavoro
e la morfina delle ultime ore

Mi chiama al suo capezzale
vuole dirmi qualcosa di segreto tra noi
ma ho timore ed esco dalla stanza

Cerco il crocifisso e gli chiedo perché
ma io bambino sento soltanto la separazione
sento l'ingiustizia e mi scendono le lacrime

Allora tolgo dal muro il crocifisso
e scendendo le scale della vecchia casa
incontro la tristezza che dice è morto

E' morto il tempo e sono morti i valori
in quella vecchia casa dove giocavo da solo
non c'è più una parte di me che amavo

Passano i giorni ed ecco un sogno all'alba
quell'uomo che mi educò all'onestà e al rispetto
saliva le scale per abbracciarmi nella luce

martedì 10 agosto 2021

L'eclissi della coscienza morale

In questa nostra modernità si tende a negare l’esistenza del peccato, la sua realtà e le sue implicazioni negative nella vita dell’uomo e nella società, la psicologia, la psicoanalisi e la psichiatria sono discipline che tendono a toglierci il senso di colpa, convincendoci che la colpa è una fantasia da medioevo che ci rende infelici e frustrati, qualcosa da cui occorre liberarsi il più presto possibile per pervenire ad un equilibrio interiore ingannevole dove la coscienza morale è anestetizzata o addirittura morta; il rimorso che manifesta la nostra sensibilità di fronte al bene e al male non c’è più, non ci disturba più, viviamo così di quelle fami egoistiche che ci imprigionano e degli appetiti sensibili, in modo tale che ogni atto sia senza quella introspezione per cui arriviamo ad un esame etico che suscita approvazione o biasimo, indignazione. Si nega la realtà dell’anima e si risolve il dilemma con l’affermazione che l’uomo non è altro che un animale, forse un po’ dissimile dagli altri animali che si trovano in natura; se l’uomo non è altro che un prodotto della natura, con una chimica più sofisticata e un cervello più sviluppato, tutto è lecito, tutto è consentito. Se ragioniamo correttamente ci accorgiamo che l’uomo è diverso dagli altri animali, è una creatura unica con delle qualità intellettuali, morali e spirituali che lo rendono quasi disincarnato e prossimo agli angeli, questa verità è sotto i nostri occhi ed è innegabile. Cosa fa il peccato all’uomo? lo degenera e lo abbassa sino all’animalità o addirittura lo rende diabolico, cattivo nel cuore con una coscienza macchiata o corrotta; cosa fa la grazia all’uomo? lo eleva nelle virtù umane e cristiane, lo rende maturo nel bene, con una coscienza pura e la carità nel cuore. Il peccato è sempre una scelta consapevole, lo si commette grazie alla nostra libertà, noi siamo liberi di decidere se fare del bene o del male e abbiamo tutti gli strumenti nell’ordine naturale e soprannaturale per riconoscerne la differenza, oltre le ideologie malsane e le mentalità deviate dal relativismo etico. La grazia procede esclusivamente da un ordine soprannaturale, essa ci cambia se aderiamo alla fede e se preghiamo coltivando una coscienza morale vigile e attiva, se ci pentiamo delle colpe riconoscendole come tali e tendiamo alle virtù opposte in ogni movimento del cuore e della mente, nella vita concreta di ogni giorno, nelle relazioni con gli altri. Il male esiste e ne siamo perennemente circondati, è qualcosa che ha origine dal cuore dell’uomo, dalla sua vita interiore e soltanto dopo si riversa fuori di noi per degradare l’esistenza individuale e la società, è qualcosa sotto gli occhi di tutti, a causa degli uomini il mondo è insano e sono tante le persone che soffrono ingiustamente e senza un perché, c’è poco perdono e poca solidarietà, c’è poca compassione e poco altruismo e interesse per gli altri. Se gli uomini mettessero in pratica il Vangelo il mondo sarebbe assai diverso, sarebbe più giusto, sarebbe migliore ma purtroppo gli uomini scelgono di seguire altre vie, scelgono di andare dietro a satana. Ci sono ancora le persone che sanno amare e tanta carità un po’ ovunque, in un mondo disseminato di odio, perversione e violenza; ciascuno di noi è una particella del mondo, se qualcuno di noi cambia significa che il mondo è diventato almeno in parte un posto migliore.

giovedì 8 luglio 2021

La calligrafia della rivelazione

La Sacra Scrittura è un’opera letteraria che in molte sue pagine manifesta dei tratti mitologici e immaginifici, questo non toglie che molti dei suoi racconti siano storici ma quasi del tutto impossibili da verificare; dietro il racconto mitologico si nasconde la verità che riguarda l’uomo, la sua origine e il suo destino, il suo rapporto con il Creatore; nei quattro Vangeli si distinguono bene le similitudini dai fatti di cronaca, non occorre interpretare un testo così chiaro nei suoi contenuti, queste pagine sono state scritte per suscitare la fede in Cristo e nella sua opera di salvezza, sono intessute di eventi soprannaturali dalla concretezza inequivocabile. La Sacra Scrittura nei suoi Libri è un grande giacimento di sapienza e una straordinaria espressione di bellezza letteraria, i Salmi ad esempio hanno proprietà apotropaiche ed esorcistiche, i monaci antichi conoscevano tutti e centocinquanta i Salmi a memoria nei loro cinque Libri e li recitavano per intero ogni giorno, il popolo pregava il Padre nostro e soltanto successivamente si diffuse il Santo Rosario con il saluto angelico e infine l’Ave Maria come la conosciamo noi. I primi cinque Libri appartengono anche alla religione ebraica, al popolo che proviene da Abramo e che il Signore ha scelto per attuare la salvezza, sono le radici da cui discendono il Cristo e la Vergine Madre. I protestanti venerano le Scritture e le mettono al centro del loro culto, ma tutto quello che concerne la fede e la dottrina non si trova solamente nelle Sacre Scritture, oltretutto la Scrittura ha la necessità di essere interpretata e spiegata per non lasciare che le coscienze si allontanino dalla verità, i padri della Chiesa e il Magistero sono i garanti di questo insegnamento millenario; la corrente intellettuale che spiega le Scritture attraverso la storia e formula i dogmi si chiama Tradizione, la verità si rivela anche attraverso questa via che rimane coerente alle Sacre Scritture, non le subordina e non le travisa. La Sacra Scrittura e la Tradizione costituiscono il deposito della fede, quanto ci è stato rivelato da Dio per la nostra salvezza, per la conoscenza dei suoi misteri. Ad esempio il racconto della creazione all’inizio della Genesi non va interpretato letterariamente, è un racconto allegorico che vuole indicarci l’origine della realtà nel pensiero sottile e intelligente del Creatore, anche la caduta dei progenitori e l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita sono simboli che spiegano nel mistero il peccato delle origini e l’allontanamento dell’umanità da una condizione beata per ritrovarci sotto la schiavitù del diavolo, del peccato e della morte, nessuno conosce esattamente e storicamente quei fatti alla maniera di una cronaca, sono troppo arcaici e lontani nel tempo. L’ultimo Libro che si chiama Apocalisse o Rivelazione è stato scritto come un’opera teatrale nel contesto dei territori evangelizzati dall’apostolo Giovanni in cui furono fondate delle chiese, sono stati i fedeli a comporre l’opera e ad attribuirla a san Giovanni apostolo poi esiliato a causa delle persecuzioni; il Libro dell’Apocalisse racconta la condizione delle chiese in quell’epoca e prospetta nel futuro il destino della chiesa tutta e dell’umanità alla luce della fede, fino alla vittoria finale di Cristo sul male e la redenzione dei giusti, l’avvento del Regno di Dio. L’Apocalisse è un’opera letteraria colma di simboli e metafore, un’opera di fantasia che richiama i personaggi e i fatti di quell’epoca primitiva, qualcosa di storico e in prospettiva nel futuro la fede dei credenti che aspettavano il Regno di Dio, cioè la parusia, il ritorno glorioso di Cristo per il giudizio e la nostra liberazione definitiva da ogni legame con il male. Leggere la Sacra Scrittura è ascoltare la voce di Dio che ci parla, voce che traspare dagli autori e interpreti umani che hanno scritto su suggerimento dello Spirito, esprimendo le parole e i discorsi attraverso le loro culture e qualità intellettuali. Se si leggono i Vangeli è mettersi in ascolto di Gesù, è entrare in contatto con il Signore e la sua vita, significa consumare l’animo di Gesù al presente, con il suo pensiero e i suoi sentimenti nella mentalità di quel contesto remoto, più è matura la nostra fede più l’esperienza della Scrittura ci coinvolgerà e ci formerà come credenti nella dottrina e come cristiani nella morale.

sabato 19 giugno 2021

La vita dopo la morte

Il Signore nel Vangelo dice che chi vuole entrare nella vita deve osservare i Comandamenti e ne elenca alcuni come non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre, non uccidere e non commettere adulterio. Cosa significa entrare nella vita? significa che la morte è un passaggio attraverso cui l’anima transita da questo mondo all’altro, quindi la morte non è una caduta nel nulla o nel buio ma una nuova nascita, per esprimersi con altre parole della Sacra Scrittura morire significa andare in esilio dal corpo per essere per sempre con il Signore, dopo la morte siamo sempre noi, afferriamo noi stessi con la nostra coscienza ma in quella dimensione che è l’eternità fuori dal tempo. C’è un mondo celeste e un mondo infernale a cui le persone si determinano con le proprie scelte o azioni nella vita presente, nella vita individuale e in rapporto a Dio e al prossimo; poi c’è il Purgatorio che è una condizione di salvezza in cui le persone attraverso delle sofferenze temporali pagano il prezzo dei loro peccati compiuti quando erano ancora nel corpo, le colpe commesse richiedono riparazione nell’ordine della giustizia ma il Purgatorio rimane la grande dimostrazione dell’infinita misericordia di Dio che accetta la nostra contrizione e il suo stesso desiderio di salvarci tutti, la porta di ingresso per il Paradiso. Alla morte compariremo davanti al tribunale di Cristo da cui saremo giudicati, la nostra vita sarà messa in rapporto a Cristo, alla sua vita e alla sua Croce e l’amore che avremo dato al prossimo diventerà il peso che farà la differenza sulla bilancia della giustizia, ci sarà chiesto conto di tutto quello che avremo fatto anche delle parole della nostra bocca, se avremo amato sul serio saremo salvati, se avremo rifiutato di amare saremo condannati. Dobbiamo vivere seguendo i dettami della nostra coscienza perché non sappiamo quando il Signore ci chiamerà e in che modo, dobbiamo sempre essere pronti all’incontro con il Signore perché Lui verrà quando meno ce lo aspettiamo, la Legge morale deve intessere il nostro pensare e il nostro agire e proprio nel nostro cuore dove solo Dio può vedere dobbiamo rimanere senza macchia e incorrotti, dobbiamo essere giusti. Nel Vangelo tutto si risolve da cosa avremo fatto agli altri, da quanto avremo amato e da come avremo rispettato la vita e la dignità degli altri, già da adesso siamo figli di Dio o figli del diavolo, i tratti che ci differenziano possono confondersi nel teatrino dell’ipocrisia quotidiana, ma Dio conosce e vede tutto, non possiamo ingannarlo anche se inganniamo i nostri simili con una certa maestria; il bene e il male come il peccato sono propri soltanto della creatura umana e non degli animali, perché solamente l’uomo ha una destinazione eterna in rapporto al suo Creatore. Se la gente conoscesse cos’è l’inferno farebbe di tutto per non finirci, anche i più grandi sacrifici ma purtroppo siamo in una contemporaneità dove la fede è considerata con scherno e con sarcasmo, non si crede più nel Vangelo e nei novissimi che sono morte, giudizio, inferno o Paradiso. E’ quasi morta anche la preghiera e di conseguenza è morta la fede, perché soltanto attraverso la preghiera lo Spirito Santo può convincerci ed educarci, questo che viviamo è il momento dell’apostasia dei cristiani e del secolarismo, paradossalmente sono tante anche le conversioni che ci suggeriscono come l’uomo abbia desiderio di senso esistenziale e cerchi quindi Cristo e il Regno da Lui annunciato. Ci aspetta l’eternità e non il nulla, facciamo quello che è necessario per salvarci, quello che è necessario per ottenere la vita eterna, impariamo dall’esempio di tanti santi e sante della Chiesa che ci hanno testimoniato la Verità. Il maligno nella trascrizione di un esorcismo ha detto costretto dalle preci e dal Signore: “Gli uomini sono così bestialmente stupidi, sono convinti che non ci sia niente dopo la morte e non fanno quello che è necessario per salvarsi…”.

venerdì 4 giugno 2021

Le sembianze dell'inspiegabile

Dentro quell’abisso vedevo me stesso e nello specchio dell’anima il mondo delle relazioni, tutto quello che è passato da me come materia percettiva, il mio interagire con la realtà e la mitologia interiore; senza considerare il passaggio da uno stato all’altro della coscienza c’è solamente il vuoto, un oscuro labirinto dove le persone sono fantasmi che cercano la direzione giusta e senza quella bussola che venne prima della mia nascita e mi attende dopo la morte, tutto quel procedere a casaccio e i tentativi di uscirne sono la metafora dell’istinto e del desiderio. Trovavo curioso faticare per contendere l’egoismo con i miei simili che dell’egoismo hanno fatto il loro idolo implacabile e la divinità delle tenebre divenne un varco verso la luce di nuovi orizzonti, anelavo allo splendore di un oceano scarlatto fuori dal vetusto interesse per l’appagamento delle fami del corpo, sempre nel discernere il bene dal male facevo male il bene e bene il male, ma non era confusione, era la mia volontà che deviava l’assoluto al relativo e disprezzava il prossimo per ergersi a padrona dell’unico valore che conta nella vita, l’affermazione del senso di supremazia nella libertà di una grande favola come il futuro. Questo presente è il tempo della vocazione, il tempo propizio per suscitare idee senza pregiudizi e accettare la diversità senza farne una colpa e senza cedere all’odio o al disprezzo, voci rancorose che si ergono violente sulle alte montagne della fragilità e della transitorietà, voci che come un canto senza nobiltà e melodia adescano le prime luci dell’alba ad ogni generazione e rendono vane le aspettative di coloro che generano la vita e danno figli al mondo. Quando sullo schermo quello spettacolo teatrale di gente inferma placava l’ingordigia di perversità degli spettatori assenti e nascosti dietro il sipario della loro falsa vita, ingannando il prossimo e facendosi benefattori nonostante il rimanere dei lupi rapaci che divorano le carni di quelli a cui vogliono togliere il dovuto che è l’interesse che soddisfa l’attaccamento alla terra, madre di un incerto procedere nel vuoto dei valori cristiani, nella morte della civiltà cristiana e l’amore per il prossimo che si manifesta con l’operosa compassione e il rinnegamento dell’indifferenza, amore che lentamente muore con l’avvento del nemico della nostra salvezza, sempre all’ombra dell’albero della conoscenza del bene e del male e fuori da quel giardino la perdita dell’albero della vita, i cui frutti sono le sante virtù che come gemme preziose incastonate nell’oro puro abbellivano il tempio della risurrezione. Sempre si scrissero libri su molti miti, sogni e fantasie che racchiudevano la speranza di tornare all’innocenza perduta quando la prova decisiva e difficile tolse alle persone la visione beatifica e le rinchiuse in un mondo privo di senso dove nella carne dell’anima rimanevano gli archetipi che nella storia riaffiorano per scandalizzare le menti e convincerle di avere perduto la felicità; ad ogni guerra e ad ogni disordine ecco la volontà benigna di ricercare la riconciliazione e la pace che vennero soltanto con quella Croce che tolse agli inferi la preda e restituì le anime all’amore senza misura del loro Creatore, senza un riscatto così sublime saremmo rimasti tutti prigionieri delle tenebre ed eredi del vuoto, arsi in ogni fibra dell’essere dal fuoco eterno della Geenna, ma quel giorno volle che la porta del Paradiso si spalancasse e gli antichi sospiri di liberazione si concretizzassero, nella mitologia della redenzione che spiega come l’umanità decaduta trovi rifugio nelle piaghe misericordiose del nazareno e il suo sangue prezioso come linfa è lavacro delle colpe, la via verso la piena realizzazione dei nostri progetti di vita scritti dagli angeli nei libri del destino, quando un giorno dalla polvere delle nostre tombe e dalle nostre ceneri ci alzeremo per una nuova vita, senza lacrime e senza dolore, quando la morte morirà e dove era il nulla saranno le anime, permeate dalla luce di un Sole immarcescente, la luce della Carità perfetta senza tramonto.

mercoledì 26 maggio 2021

La liberazione e i veri intenti del male

Artiod, Gamael e Frainok erano demoni infestatori che si divertivano a prendere in giro gli ospiti di vecchie case, con rumori sui muri, passi sul pavimento, spostando oggetti o rompendoli, puzze nauseabonde, insetti pestiferi, accatastando sedie, facendo apparire figure spettrali e nelle loro attività predilette per spaventare gli umani e farli scappare via erano particolarmente bravi; un giorno andò ad abitare in quella casa vecchia e un po’ decadente sulla collina a est della cittadina silenziosa, una signora anziana che come unico scrupolo aveva a mente di non preoccuparsi troppo delle presenze fastidiose che alcune leggende metropolitane descrivevano aggirarsi tra i corridoi e le stanze di quell’edificio che sapeva di antico, aveva infatti quasi due secoli. La prima notte che la vegliarda trascorse là dentro Artiod simulò grida di donna, mentre Gamael mise in ordine perfetto e verticale le sedie della cucina, alle tre in punto dopo la mezzanotte, ora che qualche fanatico definisce del diavolo Frainok bussò tre volte alla porta della camera da letto della signora e lei disse con voce calma: “Lascia stare perché la mia preghiera alla Madonna mi suggerisce di non rispondere alle provocazioni”, e si rimise subito a dormire. La mattina seguente Artiod fece apparire uno spettro con le sembianze raccapriccianti e un ghigno mefistofelico, ma la signora intimò alla figura grottesca di allontanarsi da lei perché nella tasca del pigiama portava una corona del rosario benedetta, lo spettro disparve e Artiod provò una forte rabbia e la insultò con i peggiori epiteti. Intervenne Gamael sobillando un puzzo insopportabile di carne marcia di cui non si capiva la provenienza, la nonna aprì la finestra della sala grande e bruciò dell’incenso benedetto che aveva un odore gradevole e corroborante che si diffuse ovunque e fece talmente schifo ai tre demoni che per quasi cinque ore si rintanarono in soffitta. Verso sera Frainok in preda al panico disse agli altri due: “Adesso si è messa a recitare il rosario e lo fa devotamente, ama sinceramente l’Alta Dama e per di più la sua anima è in grazia, questa donna non ha mai avuto marito!”, quando compresero la nobiltà delle sue virtù e gli anni trascorsi a progredire in esse decisero inorriditi di darsi lo sfratto e di andare a infestare fuori dalla città nelle campagne lontane un maniero lugubre di gente ipocrita dedita ai sette vizi capitali, con un morboso attaccamento al denaro e divulgatori dell’eresia, quei pagliacci senza senno non comprendevano che soltanto il peccato ci rende prossimi al diavolo, che il peccato è la semente del diavolo e come erba gramigna finirono posseduti e manovrati dall’artefice di tutti i mali, dal superbo duce e dal sommamente impuro. Quei tre demoni presero a turno le loro anime e le portarono all’inferno, a cominciare dagli anziani per poi passare ai giovani, infatti non c’è maggiore felicità per un demone del portare le anime dei malvagi nell’eterna perdizione, questo è il loro mestiere e non fare gli spaventapasseri o gli illusionisti. La signora della casa sulla collina riuscì a liberare quel luogo con la sua costante preghiera e l’anima in grazia di Dio e la ristrutturò consegnandola ad una migliore fama per l’avvenire, gli altri abitanti della città convennero su questa massima: “L’amore è più forte del male e dove c’è amore il male non trova più posto”, ma il male è sempre in agguato e trova spesso nuove vie... quando gli uomini consegnano il proprio cuore.

mercoledì 19 maggio 2021

Silloge poetica n°052


E VENNE NEL MONDO LA LUCE VERA

Si erano spente le candele in quella chiesa
ogni preghiera era una fiamma ardente e confortevole
anche la mano di un bimbo carezzava sulla cera

Certi pensieri riportavano idee lontane
strane forme nello spazio semibuio che si delineavano
e l'ombra dell'altare che crocifiggeva il cuore

Aneddoti alla memoria volgevano al mattino
il sole che sorgeva ogni giorno rideva di mansuetudine
le terre missionarie accoglievano la fede

Camminavano per l'orbe gli angeli della misericordia
con il loro animo rivolto a convertire le genti all'amore puro
sopportavano il peso della fatica gli antichi cori

Quel libro un po' dolce e un po' amaro
con le sue pagine spiegazzate da secoli di lettura
e le lettere impresse nella mente sottile

Non erano frasi gettate a caso sugli occhi
ma parola dell'Autore della vita che desidera la nostra vita
inflitte come chiodi nel corpo santo della salvezza

Mentre viaggiavano attraverso i paesi lontani
dividevano l'erba cattiva dal buon grano e mietevano
raccoglieva il grano dalle campagne per il Cielo

 

VENERDI' SANTO

Il sudore di sangue nel Getsemani
come spilli nell'anima
dolente di angoscia
e quegli amici che dormono
e poi fuggono impauriti

Quando chi ti tradisce
finge con un bacio
e il tuo cuore spezzato
lascia il posto alle lacrime
hai fatto tanto per lui che perdi

L'umiltà che riceve disprezzo
schiaffi e sputi sul volto
l'amore che incontra il peccato
nel buio di una cella
l'amico che ancora ti rinnega

Con una corona di spine
infliggi l'abbassamento alla superbia
e con i flagelli sul dorso nudo
mortifichi la concupiscenza della carne
in quel corpo diventato olocausto

Incamminandoti su quella strada
portando un patibolo sulle spalle
il peso di tante colpe
come se il mondo tutto ti odiasse
quando chi hai amato è lontano

E Gerusalemme che ti vede salire
al Calvario di tanti supplizi
inchiodato su quella Croce lignea
innocente come un fanciullo
tra i tanti che ogni giorno vengono uccisi

Dall'alto della tua crocifissione
o Gesù benignissimo
con uno squarcio aperto nel cuore
dici morente per noi che attendiamo
la parola del perdono

 

IL TEMPIO ANTICO

Tremano le mani nel vederti ancora oscura
in quello specchio che riflette la natura dell'anima
e il corpo che piange sulle ceneri del vizio

Sempre l'incedere dei passi in una sola presenza
quando il teatro della tragedia mostrava il giudizio
orme sulla terra bagnata da lacrime di sangue

Liriche che avvolgevano parole sempre uguali
e il fracasso assordante del muoversi attorniato da stelle
quella stella cadeva sotto il peso della superbia

Nell'oceano danzante dei cherubini e la carità spenta
il cuore del serafino dalle mille ali che coprivano la vetta
un monte alto come quello delle tavole della legge

Sentieri irti di chiodi che attraversavano lo spirito
macchine che articolavano il cerchio del divenire sordo
come le culle lasciate vuote dal mortale sospiro

Quel ventre empio che mangiava violenza
il cui contraccambio era il denaro che tutto comprava
e la rabbia di chi perde il bene sommo

In quel cielo lontano sorridevano gli spiriti beati
mentre l'elmo della vittoria veniva indossato da Atena
e la dea della sapienza ordiva intricati enigmi

 

COSA CI ACCOMUNA

Semmai dovesse arrivare quel tramonto
ricorda sempre che la mia anima ha due ali aperte sul mondo
il pensiero di te e la nostalgia del passato tra noi

Fuori dal territorio del sentimento imperituro
troppi abdicarono la grande compassione e la sua nobiltà
e il fantasma del cinismo ebbe la meglio

Volevo abbracciarti prima che tu te ne andassi
creavo nel cuore un vuoto per colmarlo di aspettative
ma tu eri lontana e quel fiore secco il presagio

Volando attraverso il cielo del nostro amore
rischiavo di cadere in un cielo notturno senza più niente
perché quei pensieri collassavano nell'affezione

Guardando lassù tra le stelle dell'Orsa maggiore
la distanza tra i corpi e nella sostanza un legame forte
quelle stelle così chiare che sembravano vicine

Sempre mi ridestava la fantasia a luoghi lontani
per scappare da questo presente che opprimeva lo sguardo
ancora pochi passi di danza e ogni stella si spegnerà

Quando l'amore diventa offerta del proprio tempo
nessuna vittima che abbia scelto di amare muore invano
la giustizia è quell'innocenza del sangue nei deboli

 

L'ATTESA DEL RISVEGLIO

Nuove luci all'orizzonte si muovevano
e forme inconsuete del tempo avanzavano
senza certezze ma con un cardine fisso

L'orologio segnava le tre del pomeriggio
e nella notte con il senno di poi i rintocchi
come una campana alle tre della notte

Vivevano nascosti nei luoghi della miseria
oltremodo inservibili alle credenze dei popoli
le storie che i vecchi ripetevano sempre

Nulla cambiò nel cerchio celtico di pietra
un passaggio verso l'abisso del pozzo oscuro
avevano sembianze e nome quelle presenze

Rivedrò chi ha lasciato la luce diurna
nella luce di Cristo che pervade ogni presenza
attraversato il ponte della misericordia

Quel cielo alto sulle palme delle mani
quasi a toccare la nostra pelle con una brezza
ora vivo nell'inquietudine del domani

Quando riposerò nella pace di Cristo
non tornerò e attenderò chi amo pregando
nell'alba eterna di un amore immortale

 

UN FRAMMENTO DI NOI

Quel bagliore che entrava dalla finestra
le nobili arti del consolare e del comprendere
la stanza di tuo figlio illuminata dal futuro

Per terra i suoi giochi d'infanzia e calore
la primavera era la natura risvegliata dal sonno
nel suo sorriso grappoli di fiori bianchi

Andava volgendosi desta la mano graziosa
toccava il tuo viso aspettando il favore del sole
quaderni con pagine di carta per gli origami

Su quelle pagine scriveva le sue giornate
quanto aveva sognato e quanto aveva amato
nulla era per caso in quell'introspezione

Un figlio è come una perla tanto preziosa
lasciato il rimanente la si compera con fiducia
un tesoro che custodisce un cuore santo

E' tuo figlio che guarda calmo l'orizzonte
quei boschi e quelle campagne sono in attesa
andiamo per una passeggiata al mattino

Cercavo delle risposte nei suoi occhi verdi
e osservai la vita passarmi davanti nel vero ozio
quel riposo con te colmava l'attimo di gioia

 

IL VANGELO DELLA SAPIENZA

Il simbolo del Vangelo di Giovanni è l'aquila
vola oltre il comune pensiero e tocca la fede
attraversa la mente con il suo greco onesto

Piovono le lettere delle sue pagine nel cuore
e affiorano come amore nel prologo perfetto
la comunicazione che designa l'armonia

Nel recipiente di quel libro le domande
e nell'esempio del Cristo una risposta schietta
un multiverso che si dispiega tra significati

Rovescia la pioggia del tremule dubbio
nei racconti e nelle persone una storia vera
non si interpreta la verità ma ci si nutre

Appoggiò il suo capo sul cuore del Maestro
quando tutti si domandavano chi tradiva
e i discorsi proiettano le risposte velate

Non domando chi sia quel Gesù ma lo amo
Lui sulla Croce mi ha amato e mi ha interrogato
è l'amore la chiave di volta della realtà

Tante cose potevano essere parole nella veglia
e le notti cupe avere un bagliore di lucerna viva
mentre l'Apostolo scriveva il perché di tutto