Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 14 agosto 2021

Silloge poetica n°051


LA TESSITRICE DI STORIE

Cercavo qualcosa che intossicasse i sentimenti
amavo a parole e i miei gesti mostravano la follia
quello che vedevo mi entrava nel cuore

Nella mente come in un castello di pietra
quelle strane ombre mordevano il mio amor proprio
fuggivo impaurito e desideravo perdermi

Un lungo sonno attraversato da incubi
e quell'orrore nell'egoismo che radicato dentro
non vale altro che la soddisfazione

Tra gente perduta dal baratro delle visioni
affioravano le tacite parafrasi ai libri della menzogna
le pagine erano intrise di inchiostro nero

Un libro diceva la verità ed era quello della morte
quel volto disegnato da una mano sinistra era il mio
di quella calligrafia riconoscevo l'invisibile

E' sbagliata agli occhi degli innocenti la violenza
così cambiavano le persone e diventavano simulacri
dei vuoti contenitori di negatività senzienti

Quella coltre di fumo sopra la testa era svanita
rimaneva la luna con il suo bagliore pallido e seducente
e lontano estranea all'odio una donna che tesseva


SOLSTIZIO D'ESTATE

Ci sono mostri nella soffitta
che ogni tanto si muovono rumorosi
sentono la casa che riposa

Quell'esempio di scrupolo
nella coscienza vigile e poi disattenta
il buio che ghermiva il letto

Sempre lieta è l'ansia a colpire
durante le lunghe giornate d'estate
quando il grano arde nei campi

La solitudine vicino all'acqua
la vasca è piena fino all'orlo del precipizio
traboccante amorevolezza nel cadere

Quei mostri lassù non mi lasciano
ogni pomeriggio sotto un sole cocente
fanno rumore per distogliermi

Ancora qualche ora e sarà sera
ma sui campi le nuvole nell'azzurro
il cielo che si prepara a dormire

Questa casa vive di mostri del passato
ed ecco a infastidire i fanciulli contenti di guardare
scrutano lontano nel vuoto dentro

 

ISTINTO ANIMALE

Nel cuore del lupo infiamma la vita
e trascina via con sé l'istinto che ansima quieto
lo spirito animale come fuoco e catarsi

Nel fitto della foresta il branco incede
quelle prede non ancora sentite sono un monito
mettono in guardia la fame che cerca

L'odore del sangue è acre e solenne
non è difficile fiutare il pasto tra la vegetazione
e le rocce che riparano sono macchiate

La tana e i cuccioli come la notte
ululati alla luna per chiamarsi fratelli di brama
un canto che ci rende vicini e lieti

Se in due lupi c'è amore per sempre
il maschio e la femmina si stringono insieme
scambiandosi affetto e protezione

Non c'è chi domina e chi è sottomesso
ma un ordine di giuste proporzioni e regole
la prole è affidata alle cure di tutti

Un lupo ha un animo nobile ed è timido
il violento che lo caccia per un trofeo è ottuso
perché non rispetta l'ecosistema e la vita

 

L'OSCURITA'

Vivide considerazioni e mute risposte
non cerco affranto il sentiero che mi porta a te
apro la finestra e guardo fuori

Tra il cielo e la terra un bieco interesse
fuori dalla ripetitività nulla che soddisfa l'egoismo
questa vita nuda come nel segreto svelato

Gli orizzonti e i selciati nascosti agli occhi
quando le ombre si muovono chiedendo spazio
e nel dimenticarsi il fato muore

Odierne e venerabili false profezie
sentendo un futuro fatto di sporche bestemmie
solidarizzando con i morti delle leggende

Aprendo l'anima in un corpo freddo
lasciando andare il rancore a barcollanti guide
sull'emisfero eclissato della luna quel buio

Sono fetide le ferite e purulente
chiedevano la guarigione mentre sanguinavano
e altre lame infierivano nella carne

Mi accorsi della corruttela delle menti
e a ogni viaggio tornavano gli incubi precursori
le persone come fango bagnato dall'acqua

 

VOLGENDOSI AL PRESAGIO

Ripercorro a stento i tratti di quella strada in discesa
voltando le spalle a chi odia senza una coerente ragione
coloro che odiano per voluttà insuperbiscono

Intristisco nell'ascoltare le parole false
quelle parole dette con l'animo lieto di fare il male
e l'opera del maligno come fiamma nera

Ancora non comprendo il perché l'animo sia ribelle
ma vedo oltre quella coltre di falsità il Giuda fedifrago
un bacio dall'amico che convinto fingeva

E il tranello sulla porta che oltrepassa il cemento
quel muro forte della nostra rancorosa inquietudine
come avvolti dalle spire di una serpe velenosa

Quei tratti sul volto e lo sguardo con una luce torva
mentre il vento tiepido spazza la polvere dal suolo arido
camminare dentro una via fatta di attese e rimandi

Non ho mai incontrato il vero amico nel lugubre tragitto
ma le sembianze di un cane magro che latra senza un perché
fuggire dai rimorsi per perdersi nella solitudine

La notte stellata come la coperta pulita sul letto
e il frenetico strepitare della brace nel camino sorridono
un vago presentimento oltrepassa il tremule chiarore

 

LA LINEA OSTILE

Quell'alba era intonata con il mio umore nero
in lontananza le case sembravano sprofondare in un miraggio
e il sogno della notte si tramutò in un incubo

Erano le sei del mattino sull'orologio mistico alla parete
vegliavo per non cedere allo sconforto di chi è abbandonato
e la solitudine come catene stringeva l'anima

Ansioso di trovare un posto nel mondo cercavo
ma poi tutto finiva nel seno di una madre che non mi volle
caduto nel limbo degli eletti vagavo insonne

Incontri fuggevoli che facevano piangere di delusione
poi tanta rabbia dentro che mordeva il cuore sempre assonnato
vivevo al limite dell'esistenza terrena tra due ponti rotti

La carovana delle persone indifferenti mi passava accanto
fuori prima il gelo e poi il grande caldo che muoveva da sud
e senza capire la provenienza di parole accusatrici

Sentivo con il senso dell'intuito e talvolta lo confondevo
quelle allucinazioni sembravano vivere nella mente ma improprie
la realtà era dentro mentre tutto all'esterno veniva estirpato

Ancora poche parole e il significato dell'infinito chiarirà
finalmente dopo tanto dolore la nebbia del dubbio in saggezza
e il dominio del desiderio si trasformerà in rugiada

 

IL SOGNO AL RISVEGLIO

Ho iniziato il viaggio con una luna rosso sangue
intraprendendo un cammino che mi condurrà altrove
sempre negoziando l'anima con i giorni felici

E tornarono indietro quelle maledizioni esecrande
può darsi che da un pugno di cenere i corpi resusciteranno intatti
contempleranno la bellezza quegli occhi che piangevano

Le lacrime di chi ha scelto un eremo per meditare
guardando se stesso come in uno specchio di metallo
freddo come gli occhi vitrei di un morto

Nel viaggio incrociavo strade che non portano lassù
su quelle montagne dove le nevi perenni raffreddano il cuore
alto su quei crinali si ergeva l'umile perdono

Con ansimante fatica camminavo nel vento gelido
niente sembrava come mi avevano descritto i sogni raminghi
forse l'attesa di un cambiamento era una perdita

Sono come un giullare alla corte dei gaudenti
e la mia fame stringe lo stomaco che chiede persuasione
convincermi che sono solo in mezzo all'ostilità

Una preghiera per il moribondo e un canto per l'amata
quando la tenue luce dello spirito risiederà in un nuovo mondo
sempre alla sequela dell'esile coscienza che soffoca


IL GESTO CHE PARLA

Le nebbie della valle violavano il segreto della letteratura
la certezza di un filo sempre teso tra il mondo e l'immaginazione
accogliendo le ferite dell'anima come corroboranti

Fecero un cenno quelle mani sempre tese
donavano il pane dell'amicizia e il vino dell'altruismo
erano mani pure che toccavano il cuore divino

Quando si palesavano i desideri degli innocenti
dalla coppa della vita che mista a fiele sedava i nervi
ancora volti in quell'anfiteatro di comparse

Il biasimo per tanto tempo passato a fare niente
e l'amore dei piccoli che toccava il volto di Dio nell'infinità
quelle labbra incontaminate musicavano caste

Sempre assonnate quelle persone che trovarono la cura
si ammalavano di malinconia per chi moriva in solitudine e pianto
consolazione con parole dette da chi compativa il dolore

Mansuete le donne della misericordia pregavano la Madre
ed Ella con la sua sollecitudine otteneva l'emendazione e la pace
potevamo cambiare per le sue preghiere virginee

Quaggiù ciò che facciamo viene scritto dagli angeli su libri
anche dare soltanto un bicchiere d'acqua a chi ha sete è carità
ma la più grande carità è l'umile sacrificio per l'altro


IL SOSPIRO DEL REGNO

Il sole nascente dalle nubi candide
mentre a nord il crinale dei monti sorride
e la sera dove la mezzaluna si alza

Quasi come volgere le spalle al pericolo
mentre la natura si inabissa nella desolazione
le navi che solcano gli oceani affondano

Come la livrea della tigre sembra fuoco
la mente che pensa con retta ragione germoglia
e la verità prevale sul desiderio cattivo

Nel nulla sembrano andare le vite perse
l'origine è il nulla ma l'esistenza è un esile sospiro
dove si canta la bellezza risponde l'ethos

Le voci dei monaci antichi nel silenzio
dimostrano il lato semplice di una nuova nascita
e nella culla dei piccoli si palesano parole

Una parola sempre attenta a rispettare
come se riconoscere nella compassione il giorno
sia l'esperienza che toglie la paura

Le diatribe tra gli dèi pagani e il Cristo
sono la civiltà che sorge nel nuovo culto alla probità
dare la propria vita per chi si ama dall'eterno

 

LA SCOMPARSA

Percorro a ritroso il tempo
vedo le immagini dei miei avi scomparsi
coloro che porto nel mio sangue

Vedo mio nonno sdraiato a letto
sofferente per un tumore osseo da lavoro
e la morfina delle ultime ore

Mi chiama al suo capezzale
vuole dirmi qualcosa di segreto tra noi
ma ho timore ed esco dalla stanza

Cerco il crocifisso e gli chiedo perché
ma io bambino sento soltanto la separazione
sento l'ingiustizia e mi scendono le lacrime

Allora tolgo dal muro il crocifisso
e scendendo le scale della vecchia casa
incontro la tristezza che dice è morto

E' morto il tempo e sono morti i valori
in quella vecchia casa dove giocavo da solo
non c'è più una parte di me che amavo

Passano i giorni ed ecco un sogno all'alba
quell'uomo che mi educò all'onestà e al rispetto
saliva le scale per abbracciarmi nella luce

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