Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 28 settembre 2017

Tutti hanno degli amici in Paradiso

“Gli angeli nella vita della Chiesa e tra i fedeli sono poco invocati, raramente e con formule tradizionali si domanda il loro aiuto, il loro conforto e la loro protezione, è una pratica quella della preghiera agli angeli santi che andrebbe riscoperta e restituita alla sua componente cristiana, alla devozione; se si invocano gli angeli si disperdono i demoni e si vanifica la loro attività nefasta nei confronti dell’uomo, è utile e necessario pregare gli angeli del Signore, loro ci amano e sono desiderosi di soccorrerci e di educarci con le loro buone ispirazioni; tutti noi abbiamo un angelo custode secondo la Tradizione, un angelo a cui siamo stati affidati da Dio fin dal grembo materno, ma occorre avere l’umiltà di imparare a pregare i nostri cari angeli. Nella Sacra Scrittura ci vengono presentati alcuni angeli particolari e importanti che sono san Michele, san Gabriele e san Raffaele, ciascuno di essi ha un ruolo in riferimento alla nostra umanità e all’opera salvifica di Cristo”.

Questa che segue è una preghiera antica in cui si invoca l’angelo custode domandandogli di guidarci sulla via del bene e di proteggerci dal male.

Angelo benignissimo, mio custode, tutore e maestro, mia guida e difesa, mio sapientissimo consigliere ed amico fedelissimo, a te io sono stato raccomandato, per la bontà del Signore, dal giorno in cui nacqui fino all’ultima ora della mia vita. Quanta riverenza ti debbo, sapendo che mi sei dovunque e sempre vicino!

Con quanta riconoscenza ti devo ringraziare per l’amore che nutri per me, quale e quanta confidenza per saperti mio assistente e difensore! Insegnami, Angelo Santo, correggimi, proteggimi, custodiscimi e guidami per il diritto e sicuro cammino alla Santa Città di Dio.

Non permettere che io faccia cose che offendano la tua santità e la tua purezza. Presenta i miei desideri al Signore, offrigli le mie orazioni, mostragli le mie miserie ed impetrami il rimedio di esse dalla sua infinita bontà e dalla materna intercessione di Maria Santissima tua Regina.

Vigila quando dormo, sostienimi quando sono stanco, sorreggimi quando sto per cadere, alzami quando sono caduto, indicami la via quando sono smarrito, rincuorami quando mi perdo d’animo, illuminami quando non vedo, difendimi quando sono combattuto e specialmente nell’ultimo giorno della mia vita, siimi scudo contro il demonio. In grazia della tua difesa e della tua guida, ottienimi infine di entrare nella tua radiosa dimora, dove per tutta l’eternità io possa esprimerti la mia gratitudine e glorificare insieme a te il Signore e la Vergine Maria, tua e mia Regina. Amen.

lunedì 25 settembre 2017

La visione cristiana della vita

Una delle insidie più astute del maligno è farci attribuire a Dio tutto ciò che contraria le nostre aspettative di bene, identificare Dio come l’antagonista della nostra felicità; questo mondo è una valle di lacrime e la sofferenza è ineliminabile, il Signore non ha redento l’uomo esentandolo dalla sofferenza ma prendendola su di sé, Lui innocente con le innumerevoli schiere dei martiri innocenti; meglio le lacrime che ci accomunano a Cristo e alla sua santa Madre che il peccato che ci accomuna al diavolo le cui intenzioni sono note a chiunque sia minimamente avveduto, tentare al peccato per mettere le anime nella condizione dell’impenitenza per poi prenderle e farle sue per l’eternità. Cristo si è immerso nella condizione umana fino a toccare il suo abisso di perdizione, per poi redimerci con la risurrezione; la visione cristiana della vita dovrebbe considerare l’immane tragedia umana, il suo carattere irrevocabile e il suo culmine di lontananza dalla beatitudine e dalla sorgente della Carità, per guardare alla Croce come allo strumento attraverso cui il Signore ci ha liberati dalla nostra condanna, perché soltanto Dio poteva prendere su di sé il male per liberare l’uomo dalle sue catene e dalla morte, e dal diavolo che come dice la Scrittura è colui che della morte detiene il potere, ma Cristo con la sua risurrezione lo ha spodestato e a noi ha restituito la libertà, ogni anima è costata il suo sangue. Soltanto chi partecipa alla Croce di Cristo può ottenere il frutto della redenzione, chi si ripiega sulla vita presente e cerca il bene purtroppo malinteso in questa vita miserabile si perderà; la salvezza eterna della propria anima deve avere la priorità su tutto, perché come dice la Scrittura se si perde l’anima cosa mai potrà dare l’uomo in riscatto di essa? è l’unico bene necessario da perseguire e in un mondo di cristianesimo secolarizzato e di materialismo esasperato questa verità si è oramai allontanata dalle coscienze della maggior parte dei credenti e delle persone di buona volontà. La risposta a questa situazione di diffusa apostasia è la conversione a una vita conforme alla legge di Dio, che come ogni cristiano dovrebbe sapere si riassume nell’amare il prossimo concretamente e nel considerare il Signore come il valore più importante, la persona più importante, senza lasciarsi dominare dagli idoli che svuotano l’anima umana del suo autentico significato e la privano del destino a cui è chiamata. L’uomo non è mai disabitato, in esso o abita la grazia di Dio o il veleno del serpente, l’uomo è una creatura a due dimensioni, una terrena e una spirituale, chi trascura la dimensione spirituale arreca un grave danno a sé stesso e di conseguenza anche al prossimo. Uno dei mezzi fondamentali della grazia è la preghiera, l’altro è l’amore coerentemente vissuto, l’amore per gli altri: senza l’esercizio di questi mezzi ci allontaniamo da Dio e le conseguenze sono purtroppo negative, molti nemmeno se ne accorgono. Nella sua predicazione come pellegrino tra la gente smarrita che incontrava Gesù diceva: “Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”, l’anelito alla liberazione dai mali presenti, il cambiamento di mentalità e di convinzioni, e la fede nella parola che il Signore stesso annunciava, questi tre elementi componevano il quadro della missione affidatagli dal Padre. Sperare nella felicità terrena è una sciocca illusione, la speranza del vero cristiano è quella nel Risorto, chi spera di trovare quaggiù la gioia è ingiusto nei confronti di tanti fratelli e sorelle che soffrono abbandonati e dimenticati, l’amore è l’unica risposta razionale.

mercoledì 20 settembre 2017

Se ci si sente amati si ama con spontaneità

Le persone che sono più vicine a Gesù sono quelle che amano di più il prossimo e sentono il desiderio di fare del bene, se offese perdonano presto e con sincerità, non riconoscono in nessuno un nemico ma un fratello e una sorella, qualcuno che sbaglia può darsi ma senza identificare la persona con quello che in essa non è giusto, o non viene percepito come giusto nei nostri confronti. Gesù è una persona reale a cui possiamo rivolgere l’attenzione e le nostre parole con la certezza di essere sempre ascoltati, è il vero amico che ha fiducia in noi e non ci abbandona. Se Lui ha sofferto tanto per ciascuno di noi, Lui innocente e noi peccatori, questo pensiero dovrebbe destare nei nostri cuori una profonda gratitudine, un sentimento di riconoscenza che ci motiva a fare come Lui, a imitarlo esemplarmente alla maniera dei bambini nei confronti dei propri genitori, per ogni cristiano è Gesù il modello da seguire. Gesù ha detto: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. La mansuetudine e l’umiltà di Gesù devono commuoverci perché questi tratti della sua personalità ci rivelano chi è Dio; Gesù ha un cuore benignissimo che predilige i semplici, i piccoli, gli ultimi, i vulnerabili, i deboli ed è proprio Lui che ci rivela che il rapporto con queste persone sarà la chiave che aprirà, per coloro che le avranno amate con prodigalità e partecipazione, la porta del Paradiso; Gesù ama tanto anche i peccatori affermando riguardo a sé di essere il medico degli ammalati e di non essere entrato nel mondo per chiamare a salvezza i giusti, bensì i peccatori che lo avessero incontrato facendo esperienza della sua straordinaria misericordia attraverso un sincero pentimento e la revisione della propria vita. Gesù ci vede sempre e ci ama sempre, è il peccato che ci separa da Lui; meglio soffrire un po’ assieme a Lui che allontanarci da Lui con il peccato. Quando divento consapevole che Gesù mi ama, che per me ha dato la sua vita, che prima di me ha sofferto Lui, tutto quello che per me prima era importante diventa secondario, questo dettaglio da non trascurare è la cartina di tornasole che ci dimostra se amiamo veramente Dio e se vogliamo essere fedeli alla sua Legge, è la misura autentica della nostra conversione. Questo discorso potrebbe sembrare una forma di alienazione, ma non è così perché il Signore è una persona reale, non è un personaggio della fantasia, ed è molto vicino, non è lontano, estraneo o indifferente. La preghiera è il mezzo ordinario per entrare in dialogo con Lui, occorre essere assidui nella pratica della preghiera per sentire Dio accanto a noi, per sentirlo amico anche nei momenti difficili, e quando ci sembra di essere abbandonati la preghiera diventa il nostro rifugio sicuro, come il grembo materno, dove riposare ed essere cullati da chi ci ama sul serio. Gli alienati cercano consolazione dai propri simili, o ripiegandosi sui beni effimeri di questo mondo che passa, chi cerca il conforto di Dio vive con i piedi ben piantati per terra e senza nemmeno accorgersene acquisisce la vera saggezza.

giovedì 14 settembre 2017

La forza della vita

Nella creazione esistono due forze che combattono l’una contro l’altra, sono la vita e ogni negazione di essa, perché le negazioni della vita sono molteplici ma con un unico comune denominatore, la pulsione di morte; la vita è un enigma tra i più grandi ed irresolubili, nessuno ad oggi può dire con certezza quale sia l’origine della vita, perché nessuno lo sa veramente, ci sono diverse ipotesi e la ricerca è in continuo movimento. La vita sul piano fisico è una sintesi chimica altamente sofisticata e di cui si conosce una certa percentuale di realtà, la vita è un complesso agglomerato di sostanze e un insieme di leggi che sono quelle che stanno alla base del nostro mondo ordinato e bello. Nessuno conosce l’origine della vita, per i credenti è Dio e per gli agnostici è semplicemente qualcosa a cui la scienza non ha ancora dato risposte esaurienti o una risposta definitiva; se la vita ha una connotazione di inviolabilità e sacralità è perché la coscienza dell’individuo si è formata alla scuola della spiritualità cristiana e del convincimento nel soprannaturale, senza questi cardini la vita ed in particolare quella umana può semplicemente dirsi un bene di consumo di cui si può disporre a proprio piacimento. Personalmente rispetto la vita e la ritengo il valore più importante, in ogni vita anche nella più disagiata e mortificata c’è una scintilla del divino, o meglio un fuoco catartico che si pone oltre le barriere della materia e che la coinvolge, qualcosa di sconosciuto e misterioso. E’ necessario combattere per difendere la vita, perché è sempre minacciata; paradossalmente la vita è minacciata soprattutto dalla creatura che è posta al vertice nel contesto dei vari gradi che la costituiscono, se fosse davvero buono l’uomo dovrebbe sentire la grande responsabilità di esserne il custode; la vita sussiste nella biosfera a cui tutti apparteniamo, senza questa feconda madre il mondo sarebbe un luogo di desolazione, solitudine e morte… la dimora dei demòni, perché tradizionalmente nella nostra cultura e anche in altre il deserto, a causa della privazione della vita, è la casa del diavolo e così tutti i posti similari. Se il diavolo perpetra la morte, Dio è il difensore della vita, ma Dio non è quaggiù perché abita una luce inaccessibile, noi invece siamo qui e possiamo scegliere da che parte stare.