Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 6 gennaio 2019

La cultura del nemico

Sono sempre più convinto che una società dove le armi sono liberalizzate e alla portata di tutti, dia la possibilità alla follia di manifestarsi celermente nei più svariati modi. Per certe professioni e forse per la patente di guida occorrerebbe la perizia psichiatrica o almeno dei test psicologici davvero validi. Ho letto in questi ultimi mesi della legislazione in favore della diffusione delle armi per garantire la legittima difesa, qualcosa che comporterà non una maggiore sicurezza per tutti ma una minaccia sempre più paurosa per quei cittadini onesti ed equilibrati che non hanno perso il lume della ragione. Odio dal profondo le armi e sono convinto che il profilo psicologico di quelli che le apprezzano declini nella mania e nella psicopatia. Una società sicura è una società in cui crescono rispetto per l’altro, la solidarietà e l’accoglienza, la comprensione e la compassione, attenzione ai deboli e azioni concrete in loro favore, contrasto al pregiudizio e all’emarginazione. La società degli armati è fondata sulla cultura del nemico e su una mentalità nepotista, l’istruzione e l’educazione ai valori umani, nelle famiglie e nelle scuole, la regola d’oro del Vangelo costituiscono il fondamento per una società pacifica e rispettosa di tutti. Le armi sono un tratto caratteristico di una natura fratricida, dove ci si odia tra simili, dove la morale è deviata e contorta, il pensiero che si trova dietro ogni arma che viene fabbricata ha qualcosa di diabolico, non è tecnologia a servizio dell’uomo, è il veicolo per distruggere l’uomo in una compulsione di morte. Una persona che uccide il prossimo muore nell’anima, muore dentro e non è più libera di negare ciò che contraria una indole buona, ed è difficile che rinsavisca da una condizione interiore che sembra senza ritorno, ha perso l’innocenza e la purezza del cuore. L’arma che si deve portare addosso è la corona del rosario che ci accompagna nella preghiera, è uno strumento di pace, e la portano coloro che non hanno tradito la propria umanità per volgersi ai demòni. Con la preghiera si costruisce la pace perché il bene soprannaturale, quindi la grazia che viene da Dio, ha la capacità di convertire i cuori, di estendere quelle forze positive come il vicendevole perdono, la carità fraterna e la concordia, con la preghiera richiamiamo su ciascuno di noi questo cambiamento profondo, il mondo spirituale celeste se richiamato dalla preghiera permea il mondo terreno e rende migliore la società allontanando da essa quelle forze ostili e negative che tendono al peggio e che si agitano anche dentro ciascuno di noi, quello che chiamiamo con il nome di peccato, fuori di noi sono gli spiriti del male, gli angeli decaduti che ci tentano e ci infestano. Nella Bibbia è presente una pagina in cui le armi vengono descritte come oggetti trasformati in strumenti di lavoro, con altre immagini poetiche la Bibbia esprime l’anelito dell’uomo alla pace, Gesù è chiamato da un profeta del Vecchio Testamento il principe della pace, è una profezia che descrive proprio il Signore. Chi ama veramente Dio rinuncia sempre alla violenza e disprezza la vendetta come qualcosa che è proprio soltanto degli uomini empi e insensati. Un mondo con le armi non è un mondo vivibile e sicuro, è un mondo che rispecchia i tratti peggiori della natura umana. Speriamo che dalla notte della ragione sorga l’alba del Vangelo di Cristo, un nuovo umanesimo che conservi intatte le radici cristiane, nei limiti del possibile la civiltà dellamore fraterno.

Nessun commento:

Posta un commento