Siamo
tutti isole in una rete di contatti, non è il mondo nella sua vastità e
interezza, si tratta di un numero circoscritto di persone nei cui confronti
abbiamo dei doveri di solidarietà, a cominciare dalla nostra famiglia, poi gli
amici e coloro che ci conoscono. Molti cercano un gruppo per affrancarsi dalla
solitudine e superare il timore in un contesto dove sentirsi sicuri e protetti,
più una persona è spiritualmente matura meno sente il bisogno dello stare
insieme agli altri. Ma abbiamo realmente necessità gli uni degli altri, la naturale
dimensione umana consiste nel partecipare alla vita degli altri, alla vita
comunitaria. Una persona trova la sua piena realizzazione assieme agli altri
con delle parentesi di solitudine, la solitudine fine a sé stessa è una
malattia, chi è abbastanza maturo da sentirsi bene con sé stesso ama la solitudine,
il mondo immateriale delle idee si dischiude a chi si sente bene in solitudine,
anche l’idea di Dio e l’ordine morale che antagonizza quello istintuale.
Sublimare certe pulsioni primitive a vantaggio di quelle intellettuali è
qualcosa che appartiene alle anime maggiormente evolute sul piano del pensiero
e dei valori, le opere intellettuali e il progresso nelle conoscenze sono
conquiste nate soprattutto nella solitudine, lontano dalla frenesia del vivere
collettivo. Ad esempio chi legge o studia non lo fa al posto di qualcun altro,
lo fa specchiandosi in sé stesso, si tratta della propria crescita interiore e
la cura che si esercita in questo percorso è frutto dell’impegno personale, ci
si costruisce con ciò che si assimila e così si cambia. Una persona immersa
nell’oceano del mondo scompare ignota quasi a tutti, ma non significa che il
suo esistere non abbia alcun significato, ogni persona riesce a intendere il
mondo ed è consapevole del suo esserci, questo la rende importante e non è
qualcosa di relativo, non è un granello di sabbia che si perde, è un’anima cara
a Dio. C’è chi ragionando nel modo opposto diventa nichilista e il suo animo
purtroppo cinico e distaccato, ma il mondo umano non sussiste grazie al
deprezzamento della vita e della sua dignità, se questo mondo continua ad avere
una prospettiva è perché ci sono persone e sono tante che la pensano
diversamente. Con i grandi totalitarismi ci si illudeva di costruire un mondo
perfetto o il migliore possibile e invece ogni volta si generavano mostri
antropofagi che facevano crollare la civiltà, ad ogni crisi si gettavano le
basi per una nuova civiltà e quella vecchia moriva, ma a quale prezzo? E’ un
tema che ricorre nella mitologia induista, la distruzione e la rinascita. L’umanità
cerca la pace perpetua al di là del caos, dei conflitti e delle disuguaglianze.
Questa utopia ce la portiamo tutti dentro, ma ci sono forze avverse che l’allontanano
dalla realtà, sono forze che si agitano nel nostro mondo interiore. La
concordia è un ideale che va costruito con la buona volontà e la
partecipazione, con la formazione culturale e morale delle nuove generazioni.
Come dice il Vangelo che ci ha dato Cristo: noi che siamo cattivi e lo sappiamo, dobbiamo dare cose buone ai nostri
figli, non serpi e scorpioni.