Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 24 agosto 2013

Sangue sulle mani del mondo

Voglio ricordare i morti della strage in Irpinia del 28 luglio scorso, la tragedia dell’autobus precipitato dal viadotto sull’autostrada A16, oltre 38 vittime innocenti, mentre in Siria e in Egitto la guerra civile e i disordini per il nuovo governo del Paese hanno provocato un disastro umanitario, con innumerevoli vittime tra la popolazione civile, vittime in numero sempre crescente nel più totale disinteresse della comunità internazionale. Le vittime della strage sull’autostrada A16 sembrano una goccia nell’oceano, a confronto dei morti in Siria e in Egitto, ma non è il numero a fare l’entità del dramma e la grandezza del dolore, perché dietro ogni numero bisogna considerare che c’è una persona, con i suoi affetti spezzati e la vita portata via da eventi imprevedibili e più grandi delle nostre possibilità, persone e non numeri, persone come nostra madre e nostro padre, come nostro fratello e nostra sorella, noi come ci sentiremmo se fossimo al loro posto? Interroghiamoci, invece di stare dietro la barricata delle nostre false sicurezze, a guardare uno spettacolo macabro e di dolore che sembra lontano, che sembra non appartenerci, ma che in realtà riguarda la coscienza di ciascuno di noi. A causare tante morti insensate, ingiustizie e tanta sofferenza sapete chi è? E’ l’uomo nella sua radicale indifferenza e nel suo disprezzo per la vita altrui, siamo noi che ci teniamo distanti dalla sofferenza di molti nostri fratelli e sorelle siriani, egiziani ed anche da coloro che annegano sulle coste del sud Italia nella speranza di raggiungere dall’Africa settentrionale il continente europeo, per trovare una possibilità di salvezza alla loro situazione disperata; perché non intervenire in Siria per fermare la guerra civile, proprio adesso che vengono usate le armi di distruzione di massa, come le armi chimiche, non era forse la scusa per l’intervento armato degli Stati Uniti che ha acceso il conflitto in Iraq, con la concomitante guerra al terrorismo in Afghanistan? In quel contesto le armi chimiche non c’erano, erano solamente un pretesto a una guerra che si è rivelata l’ennesima strage di innocenti da parte dei democratici salvatori americani, così sembrerebbe dai documenti militari che in U.S.A. si è tentato di tenere nascosti all’opinione pubblica; in Siria le armi chimiche per sterminare la popolazione civile si usano e l’Onu sta a guardare, con i potenti dell’America che fanno finta di non sapere, indifferenti come in tutte le questioni internazionali che non toccano direttamente i loro interessi economici egemoni, tutta questa ipocrisia è nauseante: e intanto la gente inerme continua a morire, una strage di poveri che non conosce alcuna tregua, con una risoluzione ai conflitti interni tanto lontana, quanto evanescente. La vita umana per molti ancora oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, vale purtroppo ancora poco o niente: ho stampata nella mente l’immagine dei corpi esanimi di tanti civili indifesi, tra cui moltissimi bambini, uccisi con l’uso del gas nervino, mentre si stenta a trovare dei responsabili, con il solito squallido gioco dello scaricabarile tra le parti, dove ognuno dà la colpa all’altra fazione e intanto quei morti sono lì, giacciono sul freddo cemento, coperti da un sudario bianco a chiedere giustizia al Cielo per il loro sangue innocente versato, che serve soltanto a favorire l’ambizione di pochi uomini iniqui dalle fattezze diaboliche, veri seguaci del demonio. E i morti dell’autobus in Irpinia giù dalla scarpata, con l’ecatombe siriana e i disordini sociali in tanti Paesi del mondo come l’Egitto, cos’hanno a che fare? Sono spirati per chiedere a ciascuno di noi, cosa vale il sangue dei fratelli e delle sorelle morti senza una ragione in un assurdo incidente, che forse si poteva evitare con un minimo di controllo tecnico su quel mezzo di trasporto, con un minimo di attenzione su una strada pericolosa se percorsa ad una velocità elevata… la responsabilità è dell’uomo che ritiene sempre a torto, inutile e senza valore la vita dei suoi simili, che è convinto che la propria vita personale sia più importante di quella degli altri: sangue di fratelli e di sorelle inermi e innocenti, sulle mani omicide del mondo, perché in verità siamo tutti responsabili per il nostro prossimo e del suo sangue ci verrà chiesto conto dal Signore nel giorno del Giudizio; le anime che cadranno nelle fiamme dell’inferno saranno numerose come la neve che cade al suolo d’inverno, saranno le anime dei responsabili e degli indifferenti, saranno le anime di quelli che dicono rallegriamoci e godiamoci la vita, ma la vostra vita è votata alla maledizione e prima o poi finirà. Quei morti innocenti ci domandano una cosa soltanto: perché? E noi che risposta possiamo dare oltre al silenzio? Cerchiamo almeno di avere la saggezza del silenzio, e il rispetto nei confronti di coloro che non sono più tra noi, con la consapevolezza che presto li raggiungeremo: per essere beati con loro, o tormentati tra i dannati? La nostra coscienza esige una risposta a questo interrogativo, è troppo facile eludere la domanda e non pensarci; la morte non guarda in faccia a nessuno, non fa distinzione di persona e noi adesso da che parte stiamo? Dimostriamolo concretamente e non con delle belle parole compassionevoli, dimostriamo da che parte stiamo con il coraggio di prendere una posizione: io sto con i martiri innocenti, adesso e per sempre,  sto dalla parte di Dio e della sua Giustizia eterna. Riposate in pace con gli Angeli, anime dei piccoli e dei giusti e pregate per la conversione dei vostri carnefici, voi li avete perdonati nel Signore. Amen.

martedì 13 agosto 2013

Le glorie della Madonna

Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui" ”. ( Lc 20,34-38 ) Secondo una Tradizione molto antica la morte della Madonna viene definita Dormizione; la Madonna sarebbe passata da questo mondo al Cielo attraverso un sonno simile alla morte, per qualcuno sarebbe morta e poi Assunta in Cielo in anima e corpo, ma questo beato transito della Madre di Dio tra la vita e la vita eterna resta un Mistero, la morte della Madonna è un Mistero, ma è vero che Gesù è morto sulla Croce, mentre la Madonna non sarebbe morta? Alla Madonna è avvenuto quello che sarebbe dovuto avvenire a chiunque se non ci fosse stato il peccato delle origini, il beato transito di Maria Santissima è la conseguenza della sua esenzione dal peccato originale, del suo essere l’Immacolata Concezione: Lei non è morta come tutti i figli e le figlie di Adamo e di Eva dopo il peccato, generazione dopo generazione, attraverso la separazione dell’anima dal corpo, Lei nuova Eva, la nuova Donna capostipite della nuova umanità redenta, è stata Assunta in Cielo in anima e corpo in modo immediato, senza passare dall’angoscia e dai dolori della morte, per questo motivo la Tradizione definisce questo suo passaggio come Dormizione. La Madonna è stata preventivamente esentata dal peccato originale, perché a Lei sono stati attribuiti preventivamente i meriti della Redenzione compiuta da Cristo, in quanto Ella doveva diventare la Madre di Cristo e dare al Figlio di Dio una natura umana, un’anima e un corpo perfetti, assolutamente liberi da ogni legame con il peccato e con il maligno, come all’inizio della creazione prima della caduta, perciò il frutto della Redenzione Le è stato applicato al Concepimento esentandola dal peccato originale, per questo motivo Lei è stata concepita senza peccato originale, estranea da qualsiasi complicità con il peccato e con il maligno, perfetta nella sua umanità, esente da qualsiasi imperfezione, totalmente pura: da Lei Dio avrebbe assunto la natura umana, facendosi Figlio dell’uomo, Gesù Cristo. La Madonna dall’umanità perfetta, Santissima e pura, e Gesù nella sua Santa umanità, vero Dio e vero uomo. Satana fu sempre sconfitto dalla Vergine Madre, su di Lei non ebbe mai alcun potere malefico, il peccato e la Madonna non entrarono mai in contatto, Lei non cadde mai nel peccato, neanche il più piccolo, non cadde mai sotto il potere del diavolo, l’Immacolata è sempre stata vittoriosa contro il nemico di Dio, nella sua vita terrena in cui come tutti fu sottoposta alla prova della fede e a svariate prove tormentose, vita nel tempo in cui fu corredentrice e quindi partecipe alle sofferenze del Figlio secondo la profezia di Simeone che associa Maria al destino doloroso di Gesù, quella spada che le trafisse il cuore, ma soprattutto adesso che è Regina del Paradiso e regna insieme a suo Figlio Gesù, dopo il suo beato transito e l’Assunzione in anima e corpo: il corpo della Madonna non ha subito la corruzione del sepolcro, proprio come il corpo di Gesù, Egli è il Risorto e Lei l’Assunta, sono i due Gigli del Paradiso, così ha voluto l’Onnipotenza del Padre. Senza la teologia sul peccato originale, non si comprende il Mistero della Redenzione e di conseguenza non si comprende il Mistero di Maria Santissima ad esso profondamente legato, non si comprende nemmeno la Croce di Cristo: la natura dell’uomo è decaduta e ha bisogno di essere salvata, ma da che cosa? Dal peccato, dal maligno e dalla morte; chi salva l’uomo dalla sua condizione di perdizione? Dio, per sua libera iniziativa. La Madonna è la creatura umana perfettamente redenta, ed è la persona che rappresenta meglio il nostro futuro di redenti, dopo la risurrezione. Il brano del Vangelo di Luca all’inizio di questa pagina, riporta le parole di Gesù in merito alla risurrezione dei morti; Gesù dice che Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per Lui, quindi la vita dopo la morte è una certezza soprattutto per i cristiani, che credono nell’Assunzione della Madonna al Cielo e nella Risurrezione di Gesù, che ha aperto la porta della vita eterna ad ogni anima creata; prima Gesù è Risorto, poi la Madonna è stata Assunta, Gesù è il primogenito della Risurrezione, la Madonna è la prima redenta che inaugura l’umanità nuova in Cristo, come nella parabola della vite dove i tralci attingono la linfa vitale da quella pianta imperitura da cui è sgorgata la salvezza, cioè la Croce; ciascuno di noi è un tralcio innestato nella vite, che vive in virtù della linfa vitale che sgorga dal Cuore di Cristo, in tutto questo la Madonna ha un ruolo di primordine, Lei è il tramite che ci fa partecipi della linfa, Lei ci porta a Cristo, perché da Lei Cristo è nato assumendo la nostra natura. Chi prega la Madonna si salva, chi non prega la Madonna si danna: pregare l’Ave Maria con superficialità, distacco o disamore è segno di sicura dannazione; si prega l’Ave Maria per dire Vi amo a Gesù e a Maria, se si prega senza amore o con disinteresse nei loro confronti si rischia l’inferno e ci si consegna colpevolmente a satana. Occorre precisare un’altra verità fondamentale per i credenti, e cioè che non si può essere cristiani, senza essere mariani: è una verità che va precisata soprattutto nei riguardi di certe sedicenti chiese cristiane dei tempi moderni, che presumono di fare a meno della Madonna e del suo ruolo eminente stabilito da Dio… è semplicemente una stoltezza, e queste realtà religiose sono eretiche; per salvarsi eternamente è necessario pregare la Madonna, una preghiera dove non si invoca Maria Santissima non è cristiana, è una preghiera che non tocca il Cuore di Gesù, è una preghiera del tutto vuota e lo dico per rispondere a quegli stupidi che sostengono che il Santo Rosario è una preghiera ripetitiva, parolaia: il Santo Rosario è una preghiera profonda e meditativa, è il compendio di tutto il Vangelo e le sue parole sono un atto d’amore autentico nei confronti di Dio e della Vergine. Tornate alle origini della Tradizione cristiana, invece di perdervi in novità sterili e devianti!

venerdì 9 agosto 2013

La parola esprime il cuore

Occorrono degli accorgimenti che richiedono una certa accortezza, per avvalersi di quegli strumenti conoscitivi che consentono di conquistare una piena libertà di critica e di pensiero, questi accorgimenti sono estranei all’ignoranza e all’insipienza e consistono nel porre attenzione innanzitutto al proprio mondo interiore, sono accorgimenti che allineano la mente al potenziale della nostra natura, riguardano tutti i movimenti del più banale tra gli esercizi consentiti dall’intelligenza, guardare oltre le apparenze; “ L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; luomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore ”. ( Lc 6:45 ) L’accorgimento più importante da dare per manifestare la propria saviezza è accordare la parola che esce dalla nostra bocca, con quanto abbiamo nel cuore, quindi talvolta le apparenze decadono e la parola rivela quanto c’è davvero in ognuno di noi, il bene o il male; ci sono momenti di verità in cui nessuno può fingere e allora quello che abbiamo dentro diventa palese a tutti; il cuore può essere custode di un buon tesoro o di un tesoro cattivo, quando siamo vulnerabili e scoperti questo tesoro viene alla luce tramite la parola, nessuno per quanto ipocrita può sfuggire a questi momenti di verità, sono tutti dietro l’angolo che ci aspettano per manifestare esteriormente ciò che abbiamo dentro, la purezza o il marciume. “ Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela il sentimento dell’uomo ”. ( Sir 27:6 ) Con la parola riveliamo chi siamo e dimostriamo anche quanto valiamo, le persone spiritualmente mediocri le si riconosce subito dalle parole che pronunciano nei momenti di intima convivialità, con quelli con cui sono in piena confidenza, le persone spiritualmente più elevate hanno un modo di parlare e di esprimere il loro pensiero, che è inequivocabile, sono persone che dimostrano equilibrio, senno e sentimenti onesti, puliti, sono persone evangeliche; la Sacra Scrittura afferma che la Parola di Dio è l’equivalente della sua infinita Sapienza e che con essa sono state create tutte le realtà esistenti, compresa la vita; per osmosi anche la parola dell’uomo ha un potere creativo e vivificante, l’uomo con la sua parola, con il linguaggio, anzi con le molteplici forme di linguaggio di cui egli è capace, stabilisce un contatto tra il suo pensiero e l’universo, attraverso questo contatto egli può manipolare l’esistente, divenendo un demiurgo: la parola nella persona senziente diventa potere trasformante, potere creativo, il mondo interiore dell’uomo cambia il mondo esteriore che lo circonda, si può ben affermare che tutto quello che l’uomo realizza passi dalla sua parola, la parola che è scrittura, letteratura, matematica, comunicazione, dialogo e confronto, educazione, istruzione, cultura e tutta la manifestazione condivisa del suo pensiero intelligente, la parola che è sostanzialmente spirito, qualcosa che non si può ascrivere come meramente materiale. La parola ha il potere di cambiare l’uomo stesso, ha il potere di migliorarlo o di peggiorarlo. Senza la parola l’uomo sarebbe un animale come un altro, una bestia bruta senza nulla di nobile e di spirituale, la parola ci distingue da tutte le altre creature e non per gradi di separazione, per livelli evolutivi, bensì qualitativamente: l’uomo è una creatura sostanzialmente diversa dagli altri animali, il primo passo per acquisire saggezza è riconoscere questa verità indiscutibile, i discorsi di carattere naturalista, animalista o specista sono delle ovvie stupidaggini, a parte la considerazione che l’uomo è custode responsabile di tutta la creazione, e la sua azione nei confronti del creato non deve essere di tipo distruttivo, ma conservativo, anche per il proprio bene. La parola, così come dice il Libro sapienziale della Bibbia, rivela il sentimento dell’uomo, rivela cioè quello che c’è nell’uomo: la parola falsa e l’ipocrisia sono l’acme della corruzione morale che riguarda direttamente la parola umana, ma per corruzione morale riguardante la parola si può benissimo considerare altre due forme attualmente diffusissime, come la bestemmia e il turpiloquio, insomma tutto quanto manifesta volgarità e abiezione; parlare con bestemmie e turpiloqui degrada spiritualmente l’uomo che in questo comportamento cade colpevolmente, per propria libera scelta: chi parla pulito, ha anche il cuore pulito. Ma c’è anche un altro modo di sporcarsi con la parola ed è il modo peggiore, si tratta della malizia e della cattiveria verso il prossimo, cioè la maldicenza, la diffamazione, la calunnia e il sarcasmo spregiante: chi parla con cattiveria nei confronti degli altri, ha un cuore fondamentalmente cattivo, è sporco dentro e non vuole che alcuno illumini la sua stanza interiore, perché non ne vuole sapere di riconoscersi come un autentico infame, che è la verità sulla condizione della sua anima; i cuori puri non parlano degli altri con cattiveria e non desiderano il male per nessuno, chiunque essi siano, ma sanno esercitare con eroicità la somma virtù della carità; chi parla degli altri con carità dimostra un cuore puro, anche se si tratta di acerrimi nemici, comportandosi così piace a Dio ed è da Lui molto amato: per coltivare un cuore che sia puro, è necessario amare molto, non c’è purezza senza vero amore, e non si dimostra purezza con una parola sporca, ma bensì con una parola savia, benigna e benedicente. San Giovanni apostolo ha scritto che Dio è Amore, quindi perfetta purezza.

martedì 6 agosto 2013

Il malvagio non comprende

Perché nella nostra società non esiste la solidarietà e l’uguaglianza? Perché gli esseri umani sono malvagi per natura; la natura umana è soltanto egoismo e disprezzo per i propri simili, è una natura caratterizzata da una forte componente misantropa che fa diventare le persone nemiche del prossimo, ed è evidente come l’odio abbia attraversato tutte le epoche della storia e abbia impregnato le menti e i cuori di tutte le generazioni fino ad oggi. Chi potrebbe affermare il contrario? L’uomo per natura è un essere malvagio. La religione dovrebbe aver migliorato l’uomo, ma invece la sua natura è rimasta corrotta e la religione è stata il pretesto dei peggiori delitti così come le ideologie, la scienza, il razionalismo e idiozie come lo specismo, dove l’umanità è parificata a tutte le altre specie animali, un animale evoluto tra animali suoi pari, ogni essere capace di sofferenza è uguale all’uomo, quindi anche il cane, il gatto o il maiale sono identici all’uomo per dignità: un’altra delle più tremende deviazioni del pensiero umano, una tra le tante e la religione che oramai non sa dare più risposte adeguate a chi è in cerca del significato ultimo della vita, cosa di cui importa solamente a pochi in un mondo dove le persone vivono convinte di essere esclusivamente il proprio corpo e i suoi bisogni primari. Gli esseri umani sono cattivi, questa è la verità e occorre ringraziare sorella morte che con la sua falce, secolo dopo secolo, si porta via tutte le generazioni perverse di questa genìa diabolica, senza lasciare al mondo un solo suo superstite; ma ci sono persone buone? Sì, ci sono e loro malgrado soffrono più degli altri, per colpa dei cattivi; cosa dice il Vangelo a proposito? Che questo è il tempo in cui la zizzania deve crescere assieme al buon grano, solamente alla fine verrà la mietitura e ci sarà la cernita, cioè la separazione dei buoni dai cattivi e il destino sarà molto diverso e per gli uni e per gli altri: la zizzania e il buon grano vengono fatti crescere insieme, forse per radicarsi di più, quelli nella malvagità, gli altri nella bontà, occorre anche sapere che il bene e il male coesistono e sono in costante conflitto, non sono forze astratte e disincarnate, ma convergono nelle anime, nelle persone viventi e alla fine ciascuno avrà la sua retribuzione tramite un Giudizio esercitato dall’autorità di Dio. Il Signore non si dimentica proprio di niente e per coloro i quali Dio non ha rimesso in vita le colpe c’è in serbo l’inferno con i suoi tormenti eterni: se una persona non si pente dei suoi peccati e non cambia sinceramente nel proprio cuore, l’esito della sua vita sarà tragico, la zizzania che viene bruciata nel forno è l’immagine dell’inferno a cui vengono condannati i malvagi, il granaio è il Paradiso cui i buoni sono destinati, il buon grano sono queste persone buone amate da Dio. Nella vita ho conosciuto diverse persone perfide che purtroppo anche attualmente mi circondano, e ciò che sorprende di più è la loro assoluta incredulità in queste cose tanto importanti per il nostro vero bene, sorprende anche l’indifferenza nei confronti della sofferenza altrui e l’impenitenza riguardante le proprie colpe, l’assoluta mancanza di rimorso della coscienza: sinceramente non lo comprendo come sia possibile che un essere umano si trasformi con il trascorrere della vita in un diavolo, è una realtà per me incomprensibile, eppure è una realtà di cui nessuno può negare l’esistenza, è sufficiente un minimo di esperienza per rendersene conto, io questa esperienza l’ho fatta ed è un mistero terribile, un mistero che fa paura. E’ necessario cercare di diventare buon grano, la conversione è irrinunciabile ed è ciò a cui siamo chiamati dal Signore, senza una vita morale profonda e coerente con i Comandamenti di Dio, rimaniamo estranei alla sua grazia e diventiamo zizzania per il forno, erba inutile e cattiva da bruciare; la conversione passa per il pentimento, attraverso il sincero risveglio della propria coscienza, attraverso le lacrime che purificano l’anima: se non si cambia subito, si può compromettere rovinosamente la propria eternità e occorre ricordare che nessuno può decidere il giorno della sua morte, è un giorno che può sorprenderci inaspettatamente, è un giorno che soltanto il Signore conosce e Lui non smette mai di riprenderci, affinché diventiamo saggi e sappiamo fuggire il male, affidandoci alla sua Misericordia.

domenica 4 agosto 2013

Il culto interiore in spirito e verità

C’è una falsa religiosità, ostentata da alcune persone che erroneamente sono convinte che l’espressione comunitaria ed esteriore del proprio presunto sentimento religioso, sia la forma di culto che il Signore predilige, anzi l’unica forma di culto possibile, una falsa religiosità il cui unico scopo consisterebbe nel trarre da Dio dei benefici per la propria vita terrena, come se Dio fosse una sorta di benefattore e noi coloro ai quali tutto è dovuto a prezzo di una banale lode, invece il Dio cristiano è un Dio crocifisso che ha insegnato il culto interiore in spirito e verità, un Dio che non ha promesso la felicità in questo mondo, ma bensì la vita eterna nel mondo futuro, oltre le porte della morte; il Dio cristiano è un Dio crocifisso che insegna l’amore come pratica della vita, anzi che insegna a dare la vita per amore degli altri, senza attendersi nulla in cambio, un Dio che ha scelto la sofferenza e la morte in un sacrificio cruento per il bene di coloro che avessero aderito a Lui nella carità, un Dio che si sacrifica per gli altri lasciando quel sublime esempio di abnegazione per tutti coloro che avessero deciso di seguirlo come discepoli. Gesù in tutto il Vangelo insegna il culto interiore, insegna che la religione deve innanzitutto cambiare il cuore umano, altrimenti non serve a nulla, come nel caso degli scribi e dei farisei ipocriti: se la religione non rende migliore la persona dal punto di vista interiore, non è altro che una pratica inutile in cui gli sciocchi si illudono di ottenere dei benefici esclusivamente materiali, a vantaggio della propria vita temporale, invece Gesù dice di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; le faccende terrene rappresentano Cesare e sono esclusivo retaggio della volontà, delle scelte e della laboriosità, nonché della solidarietà e della giustizia sociale, degli uomini che dispongono con il proprio arbitrio il loro destino mondano; quello che riguarda Dio invece verte su di un’altra dimensione, cioè quella dell’anima, del cuore, dell’interiorità vissuta in conformità o meno all’amore di Dio, riguarda l’adesione a Dio nella propria intimità, difatti la preghiera autentica è quella fatta nel segreto e nel silenzio del cuore, non è quella superficiale e un pò distratta, è la preghiera che ci rende davvero intimi del Signore, è la preghiera che cresce con le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, è la preghiera che ci cambia e ci rende persone migliori, veri figli di Dio, è la preghiera individuale, il tu per Tu che il Signore vuole da ciascuno di noi: dinanzi all’amore di Dio ciascuno di noi è come se fosse il figlio unico ed è così che dobbiamo sentirci nella nostra relazione con l’Altissimo, senza ovviamente dimenticarci del prossimo che dobbiamo amare come noi stessi, questo è il secondo dei due più grandi Comandamenti, il primo ci invita ad amare soprattutto Dio. La gente di oggi immersa com’è nelle questioni mondane si dimentica di Dio, vive come se Dio non esistesse, non gliene importa nulla di Dio ed è anzi convinta che una fastidiosa favoletta come Dio possa essere l’antagonista della propria felicità terrena; i pagani di oggi sono convinti che Dio sia l’idea maggiormente nemica della libertà soggettiva, un’idea di cui è necessario liberarsi quanto prima per conquistare nella vita l’agognata realizzazione e la felicità: il culto di Dio diventa il culto dell’ego, come nelle peggiori ideologie atee della storia e la persona umana il centro dell’universo, ma l’uomo non è il centro dell’universo, bensì soltanto una creatura mortale che sarà giudicata da Dio per le sue scelte morali, una creatura con un destino oltre la morte, destino che potrebbe tradursi in beatitudine o in tragedia, a seconda del bene o del male compiuti quaggiù. Credere al Vangelo significa credere in queste Verità ultime, se una persona non crede fermamente in queste Verità escatologiche e non adegua la sua vita ad esse è pagana e non è cristiana, ovviamente una persona così non sa cosa farsene di Dio. L’Apostolo san Paolo ha scritto che se un cristiano ha speranza in Dio solamente in questo mondo è tra gli uomini il più miserabile; chi possiede un minimo di esperienza di vita sa benissimo che la sofferenza, la malattia e la morte caratterizzano l’esistenza umana in questo mondo, chi è convinto che le cose stiano in un altro modo è un pagano illuso che evidentemente non ha capito nulla delle cose della vita: questa terra è una valle di lacrime in cui è necessaria la carità, la compassione e la misericordia tra le persone, altrimenti tutto diventa una guerra per il sopruso e l’affermazione, per il soddisfacimento del proprio egoismo a danno del prossimo. Il Vangelo può migliorare la condizione umana in questo mondo passeggero, ma tutte le persone che credono in Cristo e invocano il suo Nome, devono cambiare il loro cuore adeguandolo agli insegnamenti del Maestro e facendo della propria vita un dono e non un possesso: senza conversione personale la pace non è realizzabile, ma rimane un miraggio lontano; Gesù ha iniziato la sua predicazione in Terra Santa dicendo alle folle: “ Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo ”, prima Gesù annuncia il Regno e poi chiede di convertirsi e di credere alla sua Parola, è la rivoluzione cristiana che cambierà il mondo, che trasformerà i cuori di molte persone facendole figli e figlie di Dio; il Regno che il Signore annuncia non è di questo mondo, ma i suoi frutti possono essere raccolti anche qui e sono le opere di bene che hanno segnato la vita di molti popoli, di molte genti che hanno accettato il Vangelo; il Regno che il Signore annuncia è il Regno eterno delle anime, oltre la morte, oltre la natura. Se qualcuno crede ha già la fede che lo guida nella vita presente, e il suo cuore è custodito dall’amore di Dio per l’immortalità; vivere una vita di fede non significa vivere dentro ad un sogno estraniati dalla realtà, significa dare significato profondo alla realtà e vivere con sensatezza l’esistenza passeggera, significa vivere sapendo perché si è al mondo e non nell’ignoranza sul proprio destino ultimo; la Fede non è una malattia psicologica e alienante, ma è una virtù possibile solamente all’uomo, virtù che ci unisce al Signore, che ci rende suoi intimi e che ce lo fa conoscere per Colui che egli veramente è, il nostro Padre infinitamente buono, un Padre innamorato di ciascuno di noi. Vivere di Fede significa credere alla Rivelazione e il cristianesimo è una religione rivelata, Dio stesso si è fatto conoscere comunicandoci la sua Parola di salvezza attraverso suo Figlio, Gesù di Nazaret. Credere è un’adesione libera del cuore a Dio, è il più raffinato atto intellettuale di cui la persona umana sia capace, credere è scelta e libertà, credere significa fidarsi della Parola di un’altra persona, di una persona affidabile e appunto credibile, perché avvalora la sua Parola con prove certe e attestazioni che meritano fiducia. Gesù merita la nostra fiducia, perché ha dimostrato grandemente di amarci e quindi ha detto la Verità. Scommettiamo tutto sulla sua Parola, Egli è il Risorto.