Voglio ricordare i morti della
strage in Irpinia del 28 luglio scorso, la tragedia dell’autobus precipitato
dal viadotto sull’autostrada A16, oltre 38 vittime innocenti, mentre in Siria e
in Egitto la guerra civile e i disordini per il nuovo governo del Paese hanno
provocato un disastro umanitario, con innumerevoli vittime tra la popolazione
civile, vittime in numero sempre crescente nel più totale disinteresse della
comunità internazionale. Le vittime della strage sull’autostrada A16 sembrano
una goccia nell’oceano, a confronto dei morti in Siria e in Egitto, ma non è il
numero a fare l’entità del dramma e la grandezza del dolore, perché dietro
ogni numero bisogna considerare che c’è una persona, con i suoi affetti spezzati
e la vita portata via da eventi imprevedibili e più grandi delle nostre
possibilità, persone e non numeri, persone come nostra madre e nostro padre,
come nostro fratello e nostra sorella, noi come ci sentiremmo se fossimo al loro
posto? Interroghiamoci, invece di stare dietro la barricata delle nostre false
sicurezze, a guardare uno spettacolo macabro e di dolore che sembra lontano,
che sembra non appartenerci, ma che in realtà riguarda la coscienza di ciascuno
di noi. A causare tante morti insensate, ingiustizie e tanta sofferenza sapete chi è? E’ l’uomo nella
sua radicale indifferenza e nel suo disprezzo per la vita altrui, siamo noi che ci teniamo distanti dalla
sofferenza di molti nostri fratelli e sorelle siriani, egiziani ed anche da coloro
che annegano sulle coste del sud Italia nella speranza di raggiungere dall’Africa
settentrionale il continente europeo, per trovare una possibilità di salvezza alla
loro situazione disperata; perché non intervenire in Siria per fermare la
guerra civile, proprio adesso che vengono usate le armi di distruzione di
massa, come le armi chimiche, non era forse la scusa per l’intervento armato degli
Stati Uniti che ha acceso il conflitto in Iraq, con la concomitante guerra al
terrorismo in Afghanistan? In quel contesto le armi chimiche non c’erano, erano solamente un
pretesto a una guerra che si è rivelata l’ennesima strage di innocenti da parte
dei democratici salvatori americani, così sembrerebbe dai documenti militari che
in U.S.A. si è tentato di tenere nascosti all’opinione pubblica; in Siria le
armi chimiche per sterminare la popolazione civile si usano e l’Onu sta a
guardare, con i potenti dell’America che fanno finta di non sapere,
indifferenti come in tutte le questioni internazionali che non toccano
direttamente i loro interessi economici egemoni, tutta questa ipocrisia è
nauseante: e intanto la gente inerme continua a morire, una strage di poveri che
non conosce alcuna tregua, con una risoluzione ai conflitti interni tanto lontana,
quanto evanescente. La vita umana per molti ancora oggi, all’inizio del
ventunesimo secolo, vale purtroppo ancora poco o niente: ho stampata nella
mente l’immagine dei corpi esanimi di tanti civili indifesi, tra cui moltissimi bambini, uccisi con l’uso
del gas nervino, mentre si stenta a trovare dei responsabili, con il solito squallido
gioco dello scaricabarile tra le parti, dove ognuno dà la colpa all’altra
fazione e intanto quei morti sono lì, giacciono sul freddo cemento, coperti da
un sudario bianco a chiedere giustizia al Cielo per il loro sangue innocente
versato, che serve soltanto a favorire l’ambizione di pochi uomini iniqui dalle
fattezze diaboliche, veri seguaci del demonio. E i morti dell’autobus in
Irpinia giù dalla scarpata, con l’ecatombe siriana e i disordini sociali in
tanti Paesi del mondo come l’Egitto, cos’hanno a che fare? Sono spirati per
chiedere a ciascuno di noi, cosa vale il sangue dei fratelli e delle sorelle
morti senza una ragione in un assurdo incidente, che forse si poteva evitare
con un minimo di controllo tecnico su quel mezzo di trasporto, con un minimo di
attenzione su una strada pericolosa se percorsa ad una velocità elevata… la
responsabilità è dell’uomo che ritiene sempre a torto, inutile e senza valore
la vita dei suoi simili, che è convinto che la propria vita personale sia più
importante di quella degli altri: sangue di fratelli e di sorelle inermi e
innocenti, sulle mani omicide del mondo, perché in verità siamo tutti
responsabili per il nostro prossimo e del suo sangue ci verrà chiesto conto dal
Signore nel giorno del Giudizio; le anime che cadranno nelle fiamme dell’inferno
saranno numerose come la neve che cade al suolo d’inverno, saranno le anime dei
responsabili e degli indifferenti, saranno le anime di quelli che dicono rallegriamoci e godiamoci la vita, ma la
vostra vita è votata alla maledizione e prima o poi finirà. Quei morti
innocenti ci domandano una cosa soltanto: perché?
E noi che risposta possiamo dare oltre al silenzio? Cerchiamo almeno di avere
la saggezza del silenzio, e il rispetto nei confronti di coloro che non sono
più tra noi, con la consapevolezza che presto li raggiungeremo: per essere beati
con loro, o tormentati tra i dannati? La nostra coscienza esige una risposta a
questo interrogativo, è troppo facile eludere la domanda e non pensarci; la
morte non guarda in faccia a nessuno, non fa distinzione di persona e noi
adesso da che parte stiamo? Dimostriamolo concretamente e non con delle belle
parole compassionevoli, dimostriamo da che parte stiamo con il coraggio di
prendere una posizione: io sto con i martiri innocenti, adesso e per sempre, sto dalla parte di Dio e della sua Giustizia
eterna. Riposate in pace con gli Angeli,
anime dei piccoli e dei giusti e pregate per la conversione dei vostri
carnefici, voi li avete perdonati nel Signore. Amen.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sabato 24 agosto 2013
martedì 13 agosto 2013
Le glorie della Madonna
“ Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono
marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della
risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più
morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione,
sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a
proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di
Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti
vivono per lui" ”. ( Lc 20,34-38 ) Secondo una Tradizione molto antica
la morte della Madonna viene definita Dormizione;
la Madonna sarebbe passata da questo mondo al Cielo attraverso un sonno simile
alla morte, per qualcuno sarebbe morta e poi Assunta in Cielo in anima e corpo, ma questo beato transito della
Madre di Dio tra la vita e la vita eterna resta un Mistero, la morte della
Madonna è un Mistero, ma è vero che Gesù è morto sulla Croce, mentre la Madonna
non sarebbe morta? Alla Madonna è avvenuto quello che sarebbe dovuto avvenire a
chiunque se non ci fosse stato il peccato delle origini, il beato transito di
Maria Santissima è la conseguenza della sua esenzione dal peccato originale,
del suo essere l’Immacolata Concezione:
Lei non è morta come tutti i figli e le figlie di Adamo e di Eva dopo il
peccato, generazione dopo generazione, attraverso la separazione dell’anima dal
corpo, Lei nuova Eva, la nuova Donna capostipite della nuova umanità redenta, è
stata Assunta in Cielo in anima e
corpo in modo immediato, senza passare dall’angoscia e dai dolori della morte,
per questo motivo la Tradizione definisce questo suo passaggio come Dormizione. La Madonna è stata
preventivamente esentata dal peccato originale, perché a Lei sono stati
attribuiti preventivamente i meriti della Redenzione compiuta da Cristo, in
quanto Ella doveva diventare la Madre di Cristo e dare al Figlio di Dio una
natura umana, un’anima e un corpo perfetti, assolutamente liberi da ogni legame
con il peccato e con il maligno, come all’inizio della creazione prima della
caduta, perciò il frutto della Redenzione Le è stato applicato al Concepimento
esentandola dal peccato originale, per questo motivo Lei è stata concepita
senza peccato originale, estranea da qualsiasi complicità con il peccato e con
il maligno, perfetta nella sua umanità, esente da qualsiasi imperfezione,
totalmente pura: da Lei Dio avrebbe assunto la natura umana, facendosi Figlio
dell’uomo, Gesù Cristo. La Madonna dall’umanità perfetta, Santissima e pura, e
Gesù nella sua Santa umanità, vero Dio e vero uomo. Satana fu sempre sconfitto
dalla Vergine Madre, su di Lei non ebbe mai alcun potere malefico, il peccato e
la Madonna non entrarono mai in contatto, Lei non cadde mai nel peccato,
neanche il più piccolo, non cadde mai sotto il potere del diavolo, l’Immacolata è sempre stata vittoriosa contro il nemico
di Dio, nella sua vita terrena in cui come tutti fu sottoposta alla prova della fede e a svariate prove tormentose, vita nel tempo in cui fu corredentrice e quindi partecipe alle sofferenze del Figlio secondo la profezia di Simeone che associa Maria al destino doloroso di Gesù, quella spada che le trafisse il cuore, ma soprattutto adesso che è Regina del Paradiso
e regna insieme a suo Figlio Gesù, dopo il suo beato transito e l’Assunzione in
anima e corpo: il corpo della Madonna non ha subito la corruzione del sepolcro,
proprio come il corpo di Gesù, Egli è il Risorto e Lei l’Assunta, sono i due
Gigli del Paradiso, così ha voluto l’Onnipotenza del Padre. Senza la teologia
sul peccato originale, non si comprende il Mistero della Redenzione e di
conseguenza non si comprende il Mistero di Maria Santissima ad esso
profondamente legato, non si comprende nemmeno la Croce di Cristo: la natura
dell’uomo è decaduta e ha bisogno di essere salvata, ma da che cosa? Dal
peccato, dal maligno e dalla morte; chi salva l’uomo dalla sua condizione di
perdizione? Dio, per sua libera iniziativa. La Madonna è la creatura umana
perfettamente redenta, ed è la persona che rappresenta meglio il nostro futuro
di redenti, dopo la risurrezione. Il brano del Vangelo di Luca all’inizio di
questa pagina, riporta le parole di Gesù in merito alla risurrezione dei morti;
Gesù dice che Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per Lui,
quindi la vita dopo la morte è una certezza soprattutto per i cristiani, che
credono nell’Assunzione della Madonna al Cielo e nella Risurrezione di Gesù,
che ha aperto la porta della vita eterna ad ogni anima creata; prima Gesù è
Risorto, poi la Madonna è stata Assunta, Gesù è il primogenito della
Risurrezione, la Madonna è la prima redenta che inaugura l’umanità nuova in
Cristo, come nella parabola della vite dove i tralci attingono la linfa vitale
da quella pianta imperitura da cui è sgorgata la salvezza, cioè la Croce;
ciascuno di noi è un tralcio innestato nella vite, che vive in virtù della
linfa vitale che sgorga dal Cuore di Cristo, in tutto questo la Madonna ha un
ruolo di primordine, Lei è il tramite che ci fa partecipi della linfa, Lei ci
porta a Cristo, perché da Lei Cristo è nato assumendo la nostra natura. Chi
prega la Madonna si salva, chi non prega la Madonna si danna: pregare l’Ave
Maria con superficialità, distacco o disamore è segno di sicura dannazione; si
prega l’Ave Maria per dire Vi amo a
Gesù e a Maria, se si prega senza amore o con disinteresse nei loro confronti
si rischia l’inferno e ci si consegna colpevolmente a satana. Occorre precisare
un’altra verità fondamentale per i credenti, e cioè che non si può essere
cristiani, senza essere mariani: è una verità che va precisata soprattutto nei
riguardi di certe sedicenti chiese cristiane dei tempi moderni, che presumono
di fare a meno della Madonna e del suo ruolo eminente stabilito da Dio… è
semplicemente una stoltezza, e queste realtà religiose sono eretiche; per
salvarsi eternamente è necessario pregare la Madonna, una preghiera dove non si
invoca Maria Santissima non è cristiana, è una preghiera che non tocca il Cuore
di Gesù, è una preghiera del tutto vuota e lo dico per rispondere a quegli
stupidi che sostengono che il Santo Rosario è una preghiera ripetitiva, parolaia:
il Santo Rosario è una preghiera profonda e meditativa, è il compendio di tutto
il Vangelo e le sue parole sono un atto d’amore autentico nei confronti di Dio
e della Vergine. Tornate alle origini della Tradizione cristiana, invece di
perdervi in novità sterili e devianti!
venerdì 9 agosto 2013
La parola esprime il cuore
Occorrono degli accorgimenti
che richiedono una certa accortezza, per avvalersi di quegli strumenti
conoscitivi che consentono di conquistare una piena libertà di critica e di
pensiero, questi accorgimenti sono estranei all’ignoranza e all’insipienza e
consistono nel porre attenzione innanzitutto al proprio mondo interiore, sono
accorgimenti che allineano la mente al potenziale della nostra natura,
riguardano tutti i movimenti del più banale tra gli esercizi consentiti dall’intelligenza,
guardare oltre le apparenze; “ L’uomo
buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo
cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore
”. ( Lc 6:45 ) L’accorgimento più importante da dare per manifestare la propria
saviezza è accordare la parola che esce dalla nostra bocca, con quanto abbiamo
nel cuore, quindi talvolta le apparenze decadono e la parola rivela quanto c’è
davvero in ognuno di noi, il bene o il male; ci sono momenti di verità in cui
nessuno può fingere e allora quello che abbiamo dentro diventa palese a tutti;
il cuore può essere custode di un buon tesoro o di un tesoro cattivo, quando
siamo vulnerabili e scoperti questo tesoro viene alla luce tramite la parola,
nessuno per quanto ipocrita può sfuggire a questi momenti di verità, sono tutti
dietro l’angolo che ci aspettano per manifestare esteriormente ciò che abbiamo
dentro, la purezza o il marciume. “ Il
frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela il sentimento
dell’uomo ”. ( Sir 27:6 ) Con la parola riveliamo chi siamo e dimostriamo
anche quanto valiamo, le persone spiritualmente mediocri le si riconosce subito
dalle parole che pronunciano nei momenti di intima convivialità, con quelli con
cui sono in piena confidenza, le persone spiritualmente più elevate hanno un
modo di parlare e di esprimere il loro pensiero, che è inequivocabile, sono
persone che dimostrano equilibrio, senno e sentimenti onesti, puliti, sono
persone evangeliche; la Sacra Scrittura afferma che la Parola di Dio è l’equivalente
della sua infinita Sapienza e che con essa sono state create tutte le realtà
esistenti, compresa la vita; per osmosi anche la parola dell’uomo ha un potere
creativo e vivificante, l’uomo con la sua parola, con il linguaggio, anzi con
le molteplici forme di linguaggio di cui egli è capace, stabilisce un contatto
tra il suo pensiero e l’universo, attraverso questo contatto egli può
manipolare l’esistente, divenendo un demiurgo: la parola nella persona
senziente diventa potere trasformante, potere creativo, il mondo interiore dell’uomo
cambia il mondo esteriore che lo circonda, si può ben affermare che tutto
quello che l’uomo realizza passi dalla sua parola, la parola che è scrittura,
letteratura, matematica, comunicazione, dialogo e confronto, educazione,
istruzione, cultura e tutta la manifestazione condivisa del suo pensiero
intelligente, la parola che è sostanzialmente spirito, qualcosa che non si può
ascrivere come meramente materiale. La parola ha il potere di cambiare l’uomo
stesso, ha il potere di migliorarlo o di peggiorarlo. Senza la parola l’uomo
sarebbe un animale come un altro, una bestia bruta senza nulla di nobile e di spirituale,
la parola ci distingue da tutte le altre creature e non per gradi di separazione,
per livelli evolutivi, bensì qualitativamente: l’uomo è una creatura sostanzialmente
diversa dagli altri animali, il primo passo per acquisire saggezza è
riconoscere questa verità indiscutibile, i discorsi di carattere naturalista,
animalista o specista sono delle ovvie stupidaggini, a parte la considerazione
che l’uomo è custode responsabile di tutta la creazione, e la sua azione nei
confronti del creato non deve essere di tipo distruttivo, ma conservativo,
anche per il proprio bene. La parola, così come dice il Libro sapienziale della
Bibbia, rivela il sentimento dell’uomo, rivela cioè quello che c’è nell’uomo:
la parola falsa e l’ipocrisia sono l’acme della corruzione morale che riguarda
direttamente la parola umana, ma per corruzione morale riguardante la parola si
può benissimo considerare altre due forme attualmente diffusissime, come la
bestemmia e il turpiloquio, insomma tutto quanto manifesta volgarità e
abiezione; parlare con bestemmie e turpiloqui degrada spiritualmente l’uomo che
in questo comportamento cade colpevolmente, per propria libera scelta: chi
parla pulito, ha anche il cuore pulito. Ma c’è anche un altro modo di sporcarsi
con la parola ed è il modo peggiore, si tratta della malizia e della cattiveria
verso il prossimo, cioè la maldicenza, la diffamazione, la calunnia e il
sarcasmo spregiante: chi parla con cattiveria nei confronti degli altri, ha un
cuore fondamentalmente cattivo, è sporco dentro e non vuole che alcuno illumini
la sua stanza interiore, perché non ne vuole sapere di riconoscersi come un
autentico infame, che è la verità sulla condizione della sua anima; i cuori
puri non parlano degli altri con cattiveria e non desiderano il male per
nessuno, chiunque essi siano, ma sanno esercitare con eroicità la somma virtù
della carità; chi parla degli altri con carità dimostra un cuore puro, anche se
si tratta di acerrimi nemici, comportandosi così piace a Dio ed è da Lui molto
amato: per coltivare un cuore che sia puro, è necessario amare molto, non c’è
purezza senza vero amore, e non si dimostra purezza con una parola sporca, ma
bensì con una parola savia, benigna e benedicente. San Giovanni apostolo ha
scritto che Dio è Amore, quindi
perfetta purezza.
martedì 6 agosto 2013
Il malvagio non comprende
Perché nella nostra società non
esiste la solidarietà e l’uguaglianza? Perché gli esseri umani sono malvagi per
natura; la natura umana è soltanto egoismo e disprezzo per i propri simili, è una
natura caratterizzata da una forte componente misantropa che fa diventare le
persone nemiche del prossimo, ed è evidente come l’odio abbia attraversato tutte le
epoche della storia e abbia impregnato le menti e i cuori di tutte le generazioni
fino ad oggi. Chi potrebbe affermare il contrario? L’uomo per natura è un
essere malvagio. La religione dovrebbe aver migliorato l’uomo, ma invece la sua
natura è rimasta corrotta e la religione è stata il pretesto dei peggiori
delitti così come le ideologie, la scienza, il razionalismo e idiozie come lo
specismo, dove l’umanità è parificata a tutte le altre specie animali, un
animale evoluto tra animali suoi pari, ogni essere capace di sofferenza è
uguale all’uomo, quindi anche il cane, il gatto o il maiale sono identici all’uomo
per dignità: un’altra delle più tremende deviazioni del pensiero umano, una tra
le tante e la religione che oramai non sa dare più risposte adeguate a chi è in
cerca del significato ultimo della vita, cosa di cui importa solamente a pochi
in un mondo dove le persone vivono convinte di essere esclusivamente il proprio
corpo e i suoi bisogni primari. Gli esseri umani sono cattivi, questa è la
verità e occorre ringraziare sorella morte che con la sua falce, secolo dopo
secolo, si porta via tutte le generazioni perverse di questa genìa diabolica,
senza lasciare al mondo un solo suo superstite; ma ci sono persone buone? Sì,
ci sono e loro malgrado soffrono più degli altri, per colpa dei cattivi; cosa
dice il Vangelo a proposito? Che questo è il tempo in cui la zizzania deve
crescere assieme al buon grano, solamente alla fine verrà la mietitura e ci
sarà la cernita, cioè la separazione dei buoni dai cattivi e il destino sarà
molto diverso e per gli uni e per gli altri: la zizzania e il buon grano
vengono fatti crescere insieme, forse per radicarsi di più, quelli nella
malvagità, gli altri nella bontà, occorre anche sapere che il bene e il male
coesistono e sono in costante conflitto, non sono forze astratte e
disincarnate, ma convergono nelle anime, nelle persone viventi e alla fine
ciascuno avrà la sua retribuzione tramite un Giudizio esercitato dall’autorità
di Dio. Il Signore non si dimentica proprio di niente e per coloro i quali Dio
non ha rimesso in vita le colpe c’è in serbo l’inferno con i suoi tormenti
eterni: se una persona non si pente dei suoi peccati e non cambia sinceramente nel
proprio cuore, l’esito della sua vita sarà tragico, la zizzania che viene
bruciata nel forno è l’immagine dell’inferno a cui vengono condannati i
malvagi, il granaio è il Paradiso cui i buoni sono destinati, il buon grano
sono queste persone buone amate da Dio. Nella vita ho conosciuto diverse persone perfide che purtroppo anche attualmente mi circondano, e ciò che sorprende di
più è la loro assoluta incredulità in queste cose tanto importanti per il
nostro vero bene, sorprende anche l’indifferenza nei confronti della sofferenza
altrui e l’impenitenza riguardante le proprie colpe, l’assoluta mancanza di
rimorso della coscienza: sinceramente non lo comprendo come sia possibile che
un essere umano si trasformi con il trascorrere della vita in un diavolo, è una
realtà per me incomprensibile, eppure è una realtà di cui nessuno può negare l’esistenza,
è sufficiente un minimo di esperienza per rendersene conto, io questa
esperienza l’ho fatta ed è un mistero terribile, un mistero che fa paura. E’
necessario cercare di diventare buon grano, la conversione è irrinunciabile ed
è ciò a cui siamo chiamati dal Signore, senza una vita morale profonda e
coerente con i Comandamenti di Dio, rimaniamo estranei alla sua grazia e
diventiamo zizzania per il forno, erba inutile e cattiva da bruciare; la
conversione passa per il pentimento, attraverso il sincero risveglio della
propria coscienza, attraverso le lacrime che purificano l’anima: se non si
cambia subito, si può compromettere rovinosamente la propria eternità e occorre
ricordare che nessuno può decidere il giorno della sua morte, è un giorno che
può sorprenderci inaspettatamente, è un giorno che soltanto il Signore conosce
e Lui non smette mai di riprenderci, affinché diventiamo saggi e sappiamo
fuggire il male, affidandoci alla sua Misericordia.
domenica 4 agosto 2013
Il culto interiore in spirito e verità
C’è una falsa religiosità,
ostentata da alcune persone che erroneamente sono convinte che l’espressione
comunitaria ed esteriore del proprio presunto sentimento religioso, sia la
forma di culto che il Signore predilige, anzi l’unica forma di culto possibile,
una falsa religiosità il cui unico scopo consisterebbe nel trarre da Dio dei
benefici per la propria vita terrena, come se Dio fosse una sorta di
benefattore e noi coloro ai quali tutto è dovuto a prezzo di una banale lode,
invece il Dio cristiano è un Dio crocifisso che ha insegnato il culto interiore
in spirito e verità, un Dio che non ha promesso la felicità in questo mondo, ma
bensì la vita eterna nel mondo futuro, oltre le porte della morte; il Dio
cristiano è un Dio crocifisso che insegna l’amore come pratica della vita, anzi
che insegna a dare la vita per amore degli altri, senza attendersi nulla in
cambio, un Dio che ha scelto la sofferenza e la morte in un sacrificio cruento
per il bene di coloro che avessero aderito a Lui nella carità, un Dio che si
sacrifica per gli altri lasciando quel sublime esempio di abnegazione per tutti
coloro che avessero deciso di seguirlo come discepoli. Gesù in tutto il Vangelo
insegna il culto interiore, insegna che la religione deve innanzitutto cambiare
il cuore umano, altrimenti non serve a nulla, come nel caso degli scribi e dei
farisei ipocriti: se la religione non rende migliore la persona dal punto di
vista interiore, non è altro che una pratica inutile in cui gli sciocchi si
illudono di ottenere dei benefici esclusivamente materiali, a vantaggio della
propria vita temporale, invece Gesù dice di dare
a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; le faccende
terrene rappresentano Cesare e sono esclusivo retaggio della volontà, delle
scelte e della laboriosità, nonché della solidarietà e della giustizia sociale,
degli uomini che dispongono con il proprio arbitrio il loro destino mondano;
quello che riguarda Dio invece verte su di un’altra dimensione, cioè quella
dell’anima, del cuore, dell’interiorità vissuta in conformità o meno all’amore
di Dio, riguarda l’adesione a Dio nella propria intimità, difatti la preghiera
autentica è quella fatta nel segreto e nel silenzio del cuore, non è quella superficiale e un pò distratta, è
la preghiera che ci rende davvero intimi del Signore, è la preghiera che cresce
con le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, è la preghiera che ci cambia
e ci rende persone migliori, veri figli di Dio, è la preghiera individuale, il
tu per Tu che il Signore vuole da ciascuno di noi: dinanzi all’amore di Dio
ciascuno di noi è come se fosse il figlio unico ed è così che dobbiamo sentirci
nella nostra relazione con l’Altissimo, senza ovviamente dimenticarci del
prossimo che dobbiamo amare come noi stessi, questo è il secondo dei due più
grandi Comandamenti, il primo ci invita ad amare soprattutto Dio. La gente di
oggi immersa com’è nelle questioni mondane si dimentica di Dio, vive come se
Dio non esistesse, non gliene importa nulla di Dio ed è anzi convinta che una
fastidiosa favoletta come Dio possa essere l’antagonista della propria felicità
terrena; i pagani di oggi sono convinti che Dio sia l’idea maggiormente nemica
della libertà soggettiva, un’idea di cui è necessario liberarsi quanto prima
per conquistare nella vita l’agognata realizzazione e la felicità: il culto di
Dio diventa il culto dell’ego, come nelle peggiori ideologie atee della storia e
la persona umana il centro dell’universo, ma l’uomo non è il centro dell’universo,
bensì soltanto una creatura mortale che sarà giudicata da Dio per le sue scelte
morali, una creatura con un destino oltre la morte, destino che potrebbe
tradursi in beatitudine o in tragedia, a seconda del bene o del male compiuti
quaggiù. Credere al Vangelo significa credere in queste Verità ultime, se una
persona non crede fermamente in queste Verità escatologiche e non adegua la sua
vita ad esse è pagana e non è cristiana, ovviamente una persona così non sa
cosa farsene di Dio. L’Apostolo san Paolo ha scritto che se un cristiano ha
speranza in Dio solamente in questo mondo è tra gli uomini il più miserabile;
chi possiede un minimo di esperienza di vita sa benissimo che la sofferenza, la
malattia e la morte caratterizzano l’esistenza umana in questo mondo, chi è
convinto che le cose stiano in un altro modo è un pagano illuso che
evidentemente non ha capito nulla delle cose della vita: questa terra è una
valle di lacrime in cui è necessaria la carità, la compassione e la
misericordia tra le persone, altrimenti tutto diventa una guerra per il sopruso
e l’affermazione, per il soddisfacimento del proprio egoismo a danno del
prossimo. Il Vangelo può migliorare la condizione umana in questo mondo passeggero,
ma tutte le persone che credono in Cristo e invocano il suo Nome, devono
cambiare il loro cuore adeguandolo agli insegnamenti del Maestro e facendo
della propria vita un dono e non un possesso: senza conversione personale la
pace non è realizzabile, ma rimane un miraggio lontano; Gesù ha iniziato la sua
predicazione in Terra Santa dicendo alle folle: “ Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo ”,
prima Gesù annuncia il Regno e poi chiede di convertirsi e di credere alla sua
Parola, è la rivoluzione cristiana che cambierà il mondo, che trasformerà i
cuori di molte persone facendole figli e figlie di Dio; il Regno che il Signore
annuncia non è di questo mondo, ma i suoi frutti possono essere raccolti anche
qui e sono le opere di bene che hanno segnato la vita di molti popoli, di molte
genti che hanno accettato il Vangelo; il Regno che il Signore annuncia è il
Regno eterno delle anime, oltre la morte, oltre la natura. Se qualcuno crede ha
già la fede che lo guida nella vita presente, e il suo cuore è custodito dall’amore
di Dio per l’immortalità; vivere una vita di fede non significa vivere dentro
ad un sogno estraniati dalla realtà, significa dare significato profondo alla
realtà e vivere con sensatezza l’esistenza passeggera, significa vivere sapendo
perché si è al mondo e non nell’ignoranza sul proprio destino ultimo; la Fede
non è una malattia psicologica e alienante, ma è una virtù possibile solamente
all’uomo, virtù che ci unisce al Signore, che ci rende suoi intimi e che ce lo
fa conoscere per Colui che egli veramente è, il nostro Padre infinitamente
buono, un Padre innamorato di ciascuno di noi. Vivere di Fede significa credere
alla Rivelazione e il cristianesimo è una religione rivelata, Dio stesso si è
fatto conoscere comunicandoci la sua Parola di salvezza attraverso suo Figlio, Gesù
di Nazaret. Credere è un’adesione libera del cuore a Dio, è il più raffinato
atto intellettuale di cui la persona umana sia capace, credere è scelta e libertà,
credere significa fidarsi della Parola di un’altra persona, di una persona
affidabile e appunto credibile, perché avvalora la sua Parola con prove certe e
attestazioni che meritano fiducia. Gesù merita la nostra fiducia, perché ha
dimostrato grandemente di amarci e quindi ha detto la Verità. Scommettiamo
tutto sulla sua Parola, Egli è il Risorto.
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