Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 4 agosto 2013

Il culto interiore in spirito e verità

C’è una falsa religiosità, ostentata da alcune persone che erroneamente sono convinte che l’espressione comunitaria ed esteriore del proprio presunto sentimento religioso, sia la forma di culto che il Signore predilige, anzi l’unica forma di culto possibile, una falsa religiosità il cui unico scopo consisterebbe nel trarre da Dio dei benefici per la propria vita terrena, come se Dio fosse una sorta di benefattore e noi coloro ai quali tutto è dovuto a prezzo di una banale lode, invece il Dio cristiano è un Dio crocifisso che ha insegnato il culto interiore in spirito e verità, un Dio che non ha promesso la felicità in questo mondo, ma bensì la vita eterna nel mondo futuro, oltre le porte della morte; il Dio cristiano è un Dio crocifisso che insegna l’amore come pratica della vita, anzi che insegna a dare la vita per amore degli altri, senza attendersi nulla in cambio, un Dio che ha scelto la sofferenza e la morte in un sacrificio cruento per il bene di coloro che avessero aderito a Lui nella carità, un Dio che si sacrifica per gli altri lasciando quel sublime esempio di abnegazione per tutti coloro che avessero deciso di seguirlo come discepoli. Gesù in tutto il Vangelo insegna il culto interiore, insegna che la religione deve innanzitutto cambiare il cuore umano, altrimenti non serve a nulla, come nel caso degli scribi e dei farisei ipocriti: se la religione non rende migliore la persona dal punto di vista interiore, non è altro che una pratica inutile in cui gli sciocchi si illudono di ottenere dei benefici esclusivamente materiali, a vantaggio della propria vita temporale, invece Gesù dice di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; le faccende terrene rappresentano Cesare e sono esclusivo retaggio della volontà, delle scelte e della laboriosità, nonché della solidarietà e della giustizia sociale, degli uomini che dispongono con il proprio arbitrio il loro destino mondano; quello che riguarda Dio invece verte su di un’altra dimensione, cioè quella dell’anima, del cuore, dell’interiorità vissuta in conformità o meno all’amore di Dio, riguarda l’adesione a Dio nella propria intimità, difatti la preghiera autentica è quella fatta nel segreto e nel silenzio del cuore, non è quella superficiale e un pò distratta, è la preghiera che ci rende davvero intimi del Signore, è la preghiera che cresce con le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, è la preghiera che ci cambia e ci rende persone migliori, veri figli di Dio, è la preghiera individuale, il tu per Tu che il Signore vuole da ciascuno di noi: dinanzi all’amore di Dio ciascuno di noi è come se fosse il figlio unico ed è così che dobbiamo sentirci nella nostra relazione con l’Altissimo, senza ovviamente dimenticarci del prossimo che dobbiamo amare come noi stessi, questo è il secondo dei due più grandi Comandamenti, il primo ci invita ad amare soprattutto Dio. La gente di oggi immersa com’è nelle questioni mondane si dimentica di Dio, vive come se Dio non esistesse, non gliene importa nulla di Dio ed è anzi convinta che una fastidiosa favoletta come Dio possa essere l’antagonista della propria felicità terrena; i pagani di oggi sono convinti che Dio sia l’idea maggiormente nemica della libertà soggettiva, un’idea di cui è necessario liberarsi quanto prima per conquistare nella vita l’agognata realizzazione e la felicità: il culto di Dio diventa il culto dell’ego, come nelle peggiori ideologie atee della storia e la persona umana il centro dell’universo, ma l’uomo non è il centro dell’universo, bensì soltanto una creatura mortale che sarà giudicata da Dio per le sue scelte morali, una creatura con un destino oltre la morte, destino che potrebbe tradursi in beatitudine o in tragedia, a seconda del bene o del male compiuti quaggiù. Credere al Vangelo significa credere in queste Verità ultime, se una persona non crede fermamente in queste Verità escatologiche e non adegua la sua vita ad esse è pagana e non è cristiana, ovviamente una persona così non sa cosa farsene di Dio. L’Apostolo san Paolo ha scritto che se un cristiano ha speranza in Dio solamente in questo mondo è tra gli uomini il più miserabile; chi possiede un minimo di esperienza di vita sa benissimo che la sofferenza, la malattia e la morte caratterizzano l’esistenza umana in questo mondo, chi è convinto che le cose stiano in un altro modo è un pagano illuso che evidentemente non ha capito nulla delle cose della vita: questa terra è una valle di lacrime in cui è necessaria la carità, la compassione e la misericordia tra le persone, altrimenti tutto diventa una guerra per il sopruso e l’affermazione, per il soddisfacimento del proprio egoismo a danno del prossimo. Il Vangelo può migliorare la condizione umana in questo mondo passeggero, ma tutte le persone che credono in Cristo e invocano il suo Nome, devono cambiare il loro cuore adeguandolo agli insegnamenti del Maestro e facendo della propria vita un dono e non un possesso: senza conversione personale la pace non è realizzabile, ma rimane un miraggio lontano; Gesù ha iniziato la sua predicazione in Terra Santa dicendo alle folle: “ Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo ”, prima Gesù annuncia il Regno e poi chiede di convertirsi e di credere alla sua Parola, è la rivoluzione cristiana che cambierà il mondo, che trasformerà i cuori di molte persone facendole figli e figlie di Dio; il Regno che il Signore annuncia non è di questo mondo, ma i suoi frutti possono essere raccolti anche qui e sono le opere di bene che hanno segnato la vita di molti popoli, di molte genti che hanno accettato il Vangelo; il Regno che il Signore annuncia è il Regno eterno delle anime, oltre la morte, oltre la natura. Se qualcuno crede ha già la fede che lo guida nella vita presente, e il suo cuore è custodito dall’amore di Dio per l’immortalità; vivere una vita di fede non significa vivere dentro ad un sogno estraniati dalla realtà, significa dare significato profondo alla realtà e vivere con sensatezza l’esistenza passeggera, significa vivere sapendo perché si è al mondo e non nell’ignoranza sul proprio destino ultimo; la Fede non è una malattia psicologica e alienante, ma è una virtù possibile solamente all’uomo, virtù che ci unisce al Signore, che ci rende suoi intimi e che ce lo fa conoscere per Colui che egli veramente è, il nostro Padre infinitamente buono, un Padre innamorato di ciascuno di noi. Vivere di Fede significa credere alla Rivelazione e il cristianesimo è una religione rivelata, Dio stesso si è fatto conoscere comunicandoci la sua Parola di salvezza attraverso suo Figlio, Gesù di Nazaret. Credere è un’adesione libera del cuore a Dio, è il più raffinato atto intellettuale di cui la persona umana sia capace, credere è scelta e libertà, credere significa fidarsi della Parola di un’altra persona, di una persona affidabile e appunto credibile, perché avvalora la sua Parola con prove certe e attestazioni che meritano fiducia. Gesù merita la nostra fiducia, perché ha dimostrato grandemente di amarci e quindi ha detto la Verità. Scommettiamo tutto sulla sua Parola, Egli è il Risorto.

Nessun commento:

Posta un commento