Voglio ricordare i morti della
strage in Irpinia del 28 luglio scorso, la tragedia dell’autobus precipitato
dal viadotto sull’autostrada A16, oltre 38 vittime innocenti, mentre in Siria e
in Egitto la guerra civile e i disordini per il nuovo governo del Paese hanno
provocato un disastro umanitario, con innumerevoli vittime tra la popolazione
civile, vittime in numero sempre crescente nel più totale disinteresse della
comunità internazionale. Le vittime della strage sull’autostrada A16 sembrano
una goccia nell’oceano, a confronto dei morti in Siria e in Egitto, ma non è il
numero a fare l’entità del dramma e la grandezza del dolore, perché dietro
ogni numero bisogna considerare che c’è una persona, con i suoi affetti spezzati
e la vita portata via da eventi imprevedibili e più grandi delle nostre
possibilità, persone e non numeri, persone come nostra madre e nostro padre,
come nostro fratello e nostra sorella, noi come ci sentiremmo se fossimo al loro
posto? Interroghiamoci, invece di stare dietro la barricata delle nostre false
sicurezze, a guardare uno spettacolo macabro e di dolore che sembra lontano,
che sembra non appartenerci, ma che in realtà riguarda la coscienza di ciascuno
di noi. A causare tante morti insensate, ingiustizie e tanta sofferenza sapete chi è? E’ l’uomo nella
sua radicale indifferenza e nel suo disprezzo per la vita altrui, siamo noi che ci teniamo distanti dalla
sofferenza di molti nostri fratelli e sorelle siriani, egiziani ed anche da coloro
che annegano sulle coste del sud Italia nella speranza di raggiungere dall’Africa
settentrionale il continente europeo, per trovare una possibilità di salvezza alla
loro situazione disperata; perché non intervenire in Siria per fermare la
guerra civile, proprio adesso che vengono usate le armi di distruzione di
massa, come le armi chimiche, non era forse la scusa per l’intervento armato degli
Stati Uniti che ha acceso il conflitto in Iraq, con la concomitante guerra al
terrorismo in Afghanistan? In quel contesto le armi chimiche non c’erano, erano solamente un
pretesto a una guerra che si è rivelata l’ennesima strage di innocenti da parte
dei democratici salvatori americani, così sembrerebbe dai documenti militari che
in U.S.A. si è tentato di tenere nascosti all’opinione pubblica; in Siria le
armi chimiche per sterminare la popolazione civile si usano e l’Onu sta a
guardare, con i potenti dell’America che fanno finta di non sapere,
indifferenti come in tutte le questioni internazionali che non toccano
direttamente i loro interessi economici egemoni, tutta questa ipocrisia è
nauseante: e intanto la gente inerme continua a morire, una strage di poveri che
non conosce alcuna tregua, con una risoluzione ai conflitti interni tanto lontana,
quanto evanescente. La vita umana per molti ancora oggi, all’inizio del
ventunesimo secolo, vale purtroppo ancora poco o niente: ho stampata nella
mente l’immagine dei corpi esanimi di tanti civili indifesi, tra cui moltissimi bambini, uccisi con l’uso
del gas nervino, mentre si stenta a trovare dei responsabili, con il solito squallido
gioco dello scaricabarile tra le parti, dove ognuno dà la colpa all’altra
fazione e intanto quei morti sono lì, giacciono sul freddo cemento, coperti da
un sudario bianco a chiedere giustizia al Cielo per il loro sangue innocente
versato, che serve soltanto a favorire l’ambizione di pochi uomini iniqui dalle
fattezze diaboliche, veri seguaci del demonio. E i morti dell’autobus in
Irpinia giù dalla scarpata, con l’ecatombe siriana e i disordini sociali in
tanti Paesi del mondo come l’Egitto, cos’hanno a che fare? Sono spirati per
chiedere a ciascuno di noi, cosa vale il sangue dei fratelli e delle sorelle
morti senza una ragione in un assurdo incidente, che forse si poteva evitare
con un minimo di controllo tecnico su quel mezzo di trasporto, con un minimo di
attenzione su una strada pericolosa se percorsa ad una velocità elevata… la
responsabilità è dell’uomo che ritiene sempre a torto, inutile e senza valore
la vita dei suoi simili, che è convinto che la propria vita personale sia più
importante di quella degli altri: sangue di fratelli e di sorelle inermi e
innocenti, sulle mani omicide del mondo, perché in verità siamo tutti
responsabili per il nostro prossimo e del suo sangue ci verrà chiesto conto dal
Signore nel giorno del Giudizio; le anime che cadranno nelle fiamme dell’inferno
saranno numerose come la neve che cade al suolo d’inverno, saranno le anime dei
responsabili e degli indifferenti, saranno le anime di quelli che dicono rallegriamoci e godiamoci la vita, ma la
vostra vita è votata alla maledizione e prima o poi finirà. Quei morti
innocenti ci domandano una cosa soltanto: perché?
E noi che risposta possiamo dare oltre al silenzio? Cerchiamo almeno di avere
la saggezza del silenzio, e il rispetto nei confronti di coloro che non sono
più tra noi, con la consapevolezza che presto li raggiungeremo: per essere beati
con loro, o tormentati tra i dannati? La nostra coscienza esige una risposta a
questo interrogativo, è troppo facile eludere la domanda e non pensarci; la
morte non guarda in faccia a nessuno, non fa distinzione di persona e noi
adesso da che parte stiamo? Dimostriamolo concretamente e non con delle belle
parole compassionevoli, dimostriamo da che parte stiamo con il coraggio di
prendere una posizione: io sto con i martiri innocenti, adesso e per sempre, sto dalla parte di Dio e della sua Giustizia
eterna. Riposate in pace con gli Angeli,
anime dei piccoli e dei giusti e pregate per la conversione dei vostri
carnefici, voi li avete perdonati nel Signore. Amen.
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