Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 24 agosto 2013

Sangue sulle mani del mondo

Voglio ricordare i morti della strage in Irpinia del 28 luglio scorso, la tragedia dell’autobus precipitato dal viadotto sull’autostrada A16, oltre 38 vittime innocenti, mentre in Siria e in Egitto la guerra civile e i disordini per il nuovo governo del Paese hanno provocato un disastro umanitario, con innumerevoli vittime tra la popolazione civile, vittime in numero sempre crescente nel più totale disinteresse della comunità internazionale. Le vittime della strage sull’autostrada A16 sembrano una goccia nell’oceano, a confronto dei morti in Siria e in Egitto, ma non è il numero a fare l’entità del dramma e la grandezza del dolore, perché dietro ogni numero bisogna considerare che c’è una persona, con i suoi affetti spezzati e la vita portata via da eventi imprevedibili e più grandi delle nostre possibilità, persone e non numeri, persone come nostra madre e nostro padre, come nostro fratello e nostra sorella, noi come ci sentiremmo se fossimo al loro posto? Interroghiamoci, invece di stare dietro la barricata delle nostre false sicurezze, a guardare uno spettacolo macabro e di dolore che sembra lontano, che sembra non appartenerci, ma che in realtà riguarda la coscienza di ciascuno di noi. A causare tante morti insensate, ingiustizie e tanta sofferenza sapete chi è? E’ l’uomo nella sua radicale indifferenza e nel suo disprezzo per la vita altrui, siamo noi che ci teniamo distanti dalla sofferenza di molti nostri fratelli e sorelle siriani, egiziani ed anche da coloro che annegano sulle coste del sud Italia nella speranza di raggiungere dall’Africa settentrionale il continente europeo, per trovare una possibilità di salvezza alla loro situazione disperata; perché non intervenire in Siria per fermare la guerra civile, proprio adesso che vengono usate le armi di distruzione di massa, come le armi chimiche, non era forse la scusa per l’intervento armato degli Stati Uniti che ha acceso il conflitto in Iraq, con la concomitante guerra al terrorismo in Afghanistan? In quel contesto le armi chimiche non c’erano, erano solamente un pretesto a una guerra che si è rivelata l’ennesima strage di innocenti da parte dei democratici salvatori americani, così sembrerebbe dai documenti militari che in U.S.A. si è tentato di tenere nascosti all’opinione pubblica; in Siria le armi chimiche per sterminare la popolazione civile si usano e l’Onu sta a guardare, con i potenti dell’America che fanno finta di non sapere, indifferenti come in tutte le questioni internazionali che non toccano direttamente i loro interessi economici egemoni, tutta questa ipocrisia è nauseante: e intanto la gente inerme continua a morire, una strage di poveri che non conosce alcuna tregua, con una risoluzione ai conflitti interni tanto lontana, quanto evanescente. La vita umana per molti ancora oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, vale purtroppo ancora poco o niente: ho stampata nella mente l’immagine dei corpi esanimi di tanti civili indifesi, tra cui moltissimi bambini, uccisi con l’uso del gas nervino, mentre si stenta a trovare dei responsabili, con il solito squallido gioco dello scaricabarile tra le parti, dove ognuno dà la colpa all’altra fazione e intanto quei morti sono lì, giacciono sul freddo cemento, coperti da un sudario bianco a chiedere giustizia al Cielo per il loro sangue innocente versato, che serve soltanto a favorire l’ambizione di pochi uomini iniqui dalle fattezze diaboliche, veri seguaci del demonio. E i morti dell’autobus in Irpinia giù dalla scarpata, con l’ecatombe siriana e i disordini sociali in tanti Paesi del mondo come l’Egitto, cos’hanno a che fare? Sono spirati per chiedere a ciascuno di noi, cosa vale il sangue dei fratelli e delle sorelle morti senza una ragione in un assurdo incidente, che forse si poteva evitare con un minimo di controllo tecnico su quel mezzo di trasporto, con un minimo di attenzione su una strada pericolosa se percorsa ad una velocità elevata… la responsabilità è dell’uomo che ritiene sempre a torto, inutile e senza valore la vita dei suoi simili, che è convinto che la propria vita personale sia più importante di quella degli altri: sangue di fratelli e di sorelle inermi e innocenti, sulle mani omicide del mondo, perché in verità siamo tutti responsabili per il nostro prossimo e del suo sangue ci verrà chiesto conto dal Signore nel giorno del Giudizio; le anime che cadranno nelle fiamme dell’inferno saranno numerose come la neve che cade al suolo d’inverno, saranno le anime dei responsabili e degli indifferenti, saranno le anime di quelli che dicono rallegriamoci e godiamoci la vita, ma la vostra vita è votata alla maledizione e prima o poi finirà. Quei morti innocenti ci domandano una cosa soltanto: perché? E noi che risposta possiamo dare oltre al silenzio? Cerchiamo almeno di avere la saggezza del silenzio, e il rispetto nei confronti di coloro che non sono più tra noi, con la consapevolezza che presto li raggiungeremo: per essere beati con loro, o tormentati tra i dannati? La nostra coscienza esige una risposta a questo interrogativo, è troppo facile eludere la domanda e non pensarci; la morte non guarda in faccia a nessuno, non fa distinzione di persona e noi adesso da che parte stiamo? Dimostriamolo concretamente e non con delle belle parole compassionevoli, dimostriamo da che parte stiamo con il coraggio di prendere una posizione: io sto con i martiri innocenti, adesso e per sempre,  sto dalla parte di Dio e della sua Giustizia eterna. Riposate in pace con gli Angeli, anime dei piccoli e dei giusti e pregate per la conversione dei vostri carnefici, voi li avete perdonati nel Signore. Amen.

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