Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 4 settembre 2013

Perché l'ostilità verso la pace?

La discordia tra appartenenti a religioni diverse non è inevitabile, si può cercare con l’ausilio del buon senso quello che unisce e accomuna, piuttosto che quello che divide, ma è vero anche che affermare l’uguaglianza tra tutte le religioni, equivale a mettere sullo stesso piano l’ateismo pratico con la fede cattolica, è una cosa improponibile perché tra queste concezioni di vita e filosofie vi è un’assoluta incompatibilità; il dialogo tra culture religiose e filosofie differenti è chiamato dalla Chiesa ecumenismo, il dialogo tra religioni è molto importante per l’instaurarsi tra i popoli di una cultura di pace; nella Chiesa cattolica le varie culture e i vari folklori e tradizioni dei popoli vengono assimilate e la loro più bella espressione si ha nella liturgia, nulla del bagaglio culturale di un popolo si spegne nell’ambito dell’universalità della Chiesa, ma tutto viene traslato come ricchezza nell’integrazione alla liturgia e alla centralità del sacrificio eucaristico nella santa Messa; in certe occasioni di incontro tra popoli e in certi luoghi della terra, la santa Messa diventa l’espressione particolare di una cultura, senza infrangere la propria continuità con la tradizione canonica liturgica, apostolica e romana, ma facendo da tramite con un popolo convertito alla fede cristiana cattolica, diventando con i canti e la lingua madre, con l’assimilazione di tradizioni anche più antiche del cristianesimo, un culto rinnovato al vero Dio, che è un Padre misericordioso e buono, e il Creatore di tutte le cose, elargitore di ogni bene e salvatore di ogni persona umana nel suo Figlio Gesù di Nazaret, nato dalla Vergine Maria. Il Vangelo è un annuncio di salvezza per l’uomo peccatore e lontano da Dio, e la conversione al Vangelo non vuole segnare l’estinzione di una cultura preesistente, né sostituire costumi e tradizioni, ma vuole integrare il passato millenario di un popolo con l’attualizzazione del messaggio di Cristo, che cerca il bene delle anime e la loro piena realizzazione e libertà, nel contesto in cui la provvidenza divina ha posto ciascuno di noi a vivere: la storia purtroppo non insegna così. Molti in secoli passati furono portatori del Vangelo, ma con sé portarono non senza colpa anche l’idea di conquista da parte dell’occidente colto e progredito tecnicamente, nei confronti di popoli indigeni ritenuti a torto razze inferiori e ritenuti soprattutto ambiti di sfruttamento di risorse, materiali e addirittura umane, basti pensare alla tragedia dello schiavismo e di veri e propri genocidi. Le colpe in questi casi sono del tutto riconducibili a uomini peccatori che si dichiaravano cristiani e non al messaggio di pace del Vangelo, che è stato in quei contesti travisato e corrotto per delle finalità mondane ed umane, per sete di guadagno e per soddisfare la vanagloria di alcuni potenti. In questo frangente mi sono riferito soprattutto all’Africa e alle Americhe, nel contempo dall’altra parte del pianeta in Oriente, molti furono i battezzati cristiani in buona coscienza che morirono martiri per testimoniare la fede, molti missionari e molti convertiti di quei popoli furono uccisi da mano assassina che si rifiutò di accettare il messaggio di pace del Vangelo, e che giustificò quelle stragi come ragion di Stato. Il cristianesimo era odiato e oggetto di intolleranza un pò dovunque nel mondo, proprio come al giorno d’oggi, e paradossalmente anche da coloro che si dichiaravano cattolici, ma lo erano solamente di nome e della fede religiosa e della salvezza eterna della loro anima, non gliene importava nulla. Non è la religione a essere fomentatrice di guerre e tragedie, ma è il cuore malvagio degli uomini che non hanno accettato il messaggio di bontà del Vangelo così come è scritto, nella sua integrale purezza, che lo hanno del tutto tradito per seguire idoli blasfemi, come i miti della razza o la ricchezza materiale, idoli che serpeggiano violenza e morte, cui dietro non vi è che il diavolo e le sue ben note intenzioni. La pace è possibile se le persone cambiano, indipendentemente dalle religioni e dalle convinzioni filosofiche personali che professano, se una persona accetta la pace come norma della sua vita e ripudia la violenza, lo fa innanzitutto nel proprio intimo, dentro sé stessa, perché la pace autentica tra le genti comincia dal cuore del singolo, non è qualcosa che si può imporre agli altri, ma è qualcosa di cui ciascuno può essere esempio se la nutre nel proprio cuore in modo sincero e perseverante, con coerenza e verità. Le persone di pace si riconoscono dalla loro condotta di vita e se si vuole la pace, occorre imparare ad amare la pace, ad apprezzarla… in caso contrario i violenti continueranno a dominare il mondo e sarà una tragedia, mentre noi sappiamo che deve diventare realtà la parola di Gesù nelle beatitudini evangeliche: “ Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio ”. ( Mt 5:9 ) Se l’umanità non impara a convivere senza guerre e ad edificare la civiltà futura nella pace, la nostra specie rischia l’estinzione: questa affermazione ha radici profonde, conviene ricordarlo per chi non vuole ammetterlo e fa finta di non vedere la realtà.

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