La discordia tra appartenenti a
religioni diverse non è inevitabile, si può cercare con l’ausilio del buon senso
quello che unisce e accomuna, piuttosto che quello che divide, ma è vero anche
che affermare l’uguaglianza tra tutte le religioni, equivale a mettere sullo
stesso piano l’ateismo pratico con la fede cattolica, è una cosa improponibile
perché tra queste concezioni di vita e filosofie vi è un’assoluta
incompatibilità; il dialogo tra culture religiose e filosofie differenti è
chiamato dalla Chiesa ecumenismo, il
dialogo tra religioni è molto importante per l’instaurarsi tra i popoli di una
cultura di pace; nella Chiesa cattolica le varie culture e i vari folklori e
tradizioni dei popoli vengono assimilate e la loro più bella espressione si ha
nella liturgia, nulla del bagaglio culturale di un popolo si spegne nell’ambito
dell’universalità della Chiesa, ma tutto viene traslato come ricchezza nell’integrazione
alla liturgia e alla centralità del sacrificio eucaristico nella santa Messa; in certe occasioni di incontro tra popoli e in certi luoghi della terra, la
santa Messa diventa l’espressione particolare di una cultura, senza infrangere
la propria continuità con la tradizione canonica liturgica, apostolica e romana,
ma facendo da tramite con un popolo convertito alla fede cristiana cattolica,
diventando con i canti e la lingua madre, con l’assimilazione di tradizioni
anche più antiche del cristianesimo, un culto rinnovato al vero Dio, che è un
Padre misericordioso e buono, e il Creatore di tutte le cose, elargitore di
ogni bene e salvatore di ogni persona umana nel suo Figlio Gesù di Nazaret,
nato dalla Vergine Maria. Il Vangelo è un annuncio di salvezza per l’uomo
peccatore e lontano da Dio, e la conversione al Vangelo non vuole segnare l’estinzione
di una cultura preesistente, né sostituire costumi e tradizioni, ma vuole
integrare il passato millenario di un popolo con l’attualizzazione del
messaggio di Cristo, che cerca il bene delle anime e la loro piena
realizzazione e libertà, nel contesto in cui la provvidenza divina ha posto
ciascuno di noi a vivere: la storia purtroppo non insegna così. Molti in secoli
passati furono portatori del Vangelo, ma con sé portarono non senza colpa anche
l’idea di conquista da parte dell’occidente colto e progredito tecnicamente,
nei confronti di popoli indigeni ritenuti a torto razze inferiori e ritenuti
soprattutto ambiti di sfruttamento di risorse, materiali e addirittura umane,
basti pensare alla tragedia dello schiavismo e di veri e propri genocidi. Le
colpe in questi casi sono del tutto riconducibili a uomini peccatori che si
dichiaravano cristiani e non al messaggio di pace del Vangelo, che è stato in
quei contesti travisato e corrotto per delle finalità mondane ed umane, per
sete di guadagno e per soddisfare la vanagloria di alcuni potenti. In questo
frangente mi sono riferito soprattutto all’Africa e alle Americhe, nel contempo
dall’altra parte del pianeta in Oriente, molti furono i battezzati cristiani in
buona coscienza che morirono martiri per testimoniare la fede, molti missionari
e molti convertiti di quei popoli furono uccisi da mano assassina che si
rifiutò di accettare il messaggio di pace del Vangelo, e che giustificò quelle
stragi come ragion di Stato. Il
cristianesimo era odiato e oggetto di intolleranza un pò dovunque nel mondo,
proprio come al giorno d’oggi, e paradossalmente anche da coloro che si
dichiaravano cattolici, ma lo erano solamente di nome e della fede religiosa e della
salvezza eterna della loro anima, non gliene importava nulla. Non è la
religione a essere fomentatrice di guerre e tragedie, ma è il cuore malvagio
degli uomini che non hanno accettato il messaggio di bontà del Vangelo così come
è scritto, nella sua integrale purezza, che lo hanno del tutto tradito per
seguire idoli blasfemi, come i miti della razza o la ricchezza materiale, idoli
che serpeggiano violenza e morte, cui dietro non vi è che il diavolo e le sue ben
note intenzioni. La pace è possibile se le persone cambiano, indipendentemente
dalle religioni e dalle convinzioni filosofiche personali che professano, se
una persona accetta la pace come norma della sua vita e ripudia la violenza, lo
fa innanzitutto nel proprio intimo, dentro sé stessa, perché la pace autentica
tra le genti comincia dal cuore del singolo, non è qualcosa che si può imporre
agli altri, ma è qualcosa di cui ciascuno può essere esempio se la nutre nel
proprio cuore in modo sincero e perseverante, con coerenza e verità. Le persone
di pace si riconoscono dalla loro condotta di vita e se si vuole la pace,
occorre imparare ad amare la pace, ad apprezzarla… in caso contrario i violenti
continueranno a dominare il mondo e sarà una tragedia, mentre noi sappiamo che deve
diventare realtà la parola di Gesù nelle beatitudini evangeliche: “ Beati gli operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio ”. ( Mt 5:9 ) Se l’umanità non impara a convivere
senza guerre e ad edificare la civiltà futura nella pace, la nostra specie
rischia l’estinzione: questa affermazione ha radici profonde, conviene ricordarlo
per chi non vuole ammetterlo e fa finta di non vedere la realtà.
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